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Autore: AlysSilver    09/02/2022    1 recensioni
[Già più di 11.2k letture su Wattpad e un sequel, Inazuma Eleven Beyond The Horizon, già pubblicato su entrambe le piattaforme]
Sono passati molti anni dopo la vittoria della leggendaria Inazuma Japan guidata da Mark Evans. I suoi membri sono diventati adulti, genitori e alcuni di loro hanno persino abbandonato il mondo del calcio. Ora tocca ad un'altra generazione difendere l'amato sport dopo quella di Arion.
Genere: Avventura, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Axel/Shuuya, Caleb/Akio, Jude/Yuuto, Mark/Mamoru, Shawn/Shirou, Shuu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due giorni erano passati dall’ultimo incontro, eppure continuavo a rimuginare sulle parole pronunciate da Melany. Cosa potevano voler dire? Insomma, i significati possibili erano molti. Sfortunatamente c’era uno che mi ronzava costantemente nella testa, possibile che si fosse imbarazzato per avermi vista con solo un asciugamano addosso? Non era la prima volta che succedeva. Perché l’altro ieri invece sembrava essere una questione di stato? Cos’era cambiato nel corso di quasi un anno? Avevo troppe domande e nessuna risposta, in più estorcerle a Sirius sarebbe stata una missione impossibile. Morale della favola, erano oramai due giornate accademiche che mi ritrovavo a fissarlo in continuazione. La cosa era anche piuttosto facile considerando che lui era una fila avanti a me e alla mia destra. Cavolo, davo davvero l’idea di essere una pazza disperata. Da quando lasciavo che qualcosa legato ad un ragazzo mi condizionasse il tempo?Non potevo avere distrazioni dal torneo e questo lo sapevo perfettamente, allora per quale motivo con la testa tornavo sempre e solo da lui? A causa della confusione che avevo dentro, non mi
accorsi neppure del suono della campanella. Sarebbe stato l’arrivo delle mie due amiche a risvegliarmi dal mio sogno ad occhi aperti.

-Te lo dobbiamo chiedere oppure ce lo dici tu direttamente?

-Cosa Gen?

-Sapevo avresti fatto la finta tonta, peccato che Emma ed io non abbiamo scommesso, avrei vinto.- La mora accanto a lei le diede una gomitata, forse nella speranza di farle trattenere quella mezza risatina che si stava increspando sulle sue labbra.

-Quello che volevamo domandarti è se andasse tutto bene, soprattutto tra Sirius e te in realtà. Abbiamo notato che sembri cercarlo sempre con lo sguardo. C’entra per caso quello che è successo domenica dopo la partita?- L’altra drizzò le orecchie curiosa.

-Aspettate cosa mi sono persa?- Mi morsi il labbro, forse era meglio che rispondessi, per evitare che l’italiana partisse con uno dei suoi celebri film mentali. Ma perché ero finita in mezzo a quella situazione, non potevano farsi i fatti loro!

-Nulla di che, lui è entrato senza bussare nello spogliatoio, io ero appena uscita dalla doccia, con solo l’asciugamano addosso e poi è corso più veloce della luce fuori balbettando cose a caso.

-Ha volontariamente eluso che il telo era decisamente corto, copriva solo lo stretto indispensabile.

-E questo me lo chiami niente? A me sembra dica molto in realtà.- Sbuffai esasperata, mentre mi alzai dalla sedia e incominciai a camminare per alcuni istanti avanti e indietro.

-Sono contenta che a voi sia tutto chiaro, perché a me no invece. Non ci capisco un beato cavolo. Nel giro di pochi mesi ho come l’impressione di aver perso uno dei miei due migliori amici, la mia persona. A volte mi dà l’idea di evitarmi come la peste, invece con Ethan è tranquillo. Improvvisamente è come se la nostra armonia fosse scomparsa e lui non mi sopportasse più. Ho fatto qualcosa che non capisco?- Solo quando finii di parlare mi resi conto che la mia voce, non mostrava solo rabbia e frustrazione, ma era anche rotta da un imminente pianto. Mi girai verso la finestra per non farmi vedere, io non potevo essere fragile. Passai una mano sugli occhi nel più completo silenzio, sperando di cancellare la loro lucidità. Sentii d’un tratto le braccia di qualcuno circondarmi da dietro per stringermi in un abbraccio. Seguite a una breve distanza di tempo da due più minute, appartenenti sicuramente alla riccia.

-Tesoro tu non hai nessuna colpa. È complicato da spiegare. Lui ti vuole ancora molto bene, anzi direi di più solo che in un modo diverso. Il suo problema è che non è abituato a fare i conti con qualcosa che non può controllare, soprattutto se si parla di sentimenti. Lo capisco, io quando ho realizzato di avere una cotta per Aiden, l’ho trattato male per settimane, finché lui non ha affrontato la situazione di petto e mi ha “costretto” a parlarne. Sirius invece scappa e lo fa perché è innamorato di te.- Le mie guance raggiunsero un colore simile al più rosso dei peperoncini.

-C…cosa?

-Diciamo che ora non ti vede più come la sua sorella simbiotica, ma come la donna matura, intelligente e bellissima quale sei. Insomma, ha realizzato quello che vede il resto del mondo da anni a questa parte. Persino il biondo ne era consapevole, rimaneva solo lui nel mondo dei sogni.

-È per questo che ha colpito Soyer?

-Direi di sì, un ottimo mix tra gelosia e spirito cavalleresco di salvare la sua donna.- Alzai un sopracciglio interdetta.

-La domanda ora è un’altra però, sappiamo cosa prova lui, ma tu invece?- Rimasi spiazzata. Non mi aspettavo che mi avrebbero chiesto una cosa del genere e forse io non avevo mai riflettuto sulla questione. Infondo non avevo mai pensato a nessuno in quel modo, o almeno credevo. I ragazzi non erano mai stati il fulcro dei miei pensieri e avevo sempre elegantemente glissato ogni proposta che mi era stata fatta. Il mio unico obiettivo era solo il calcio, o per lo meno lo era da una vita. Alla mente mi tornarono improvvisamente quei dettagli che di recente avevo anch’io iniziato a notare, ad esempio quanto fosse carino la sera del suo compleanno, o i gesti che mi ero trovata a compiere, come il rimanere per vari minuti a fissarlo quando era senza maglietta durante una breve pausa in un allenamento. Scacciai il pensiero. Non potevo pensare una cosa del genere, non io. Il caso volle, o forse la fortuna che accumunava noi Evans, che proprio mentre sembravano impazienti di ricevere una risposta, sentimmo qualcuno urlare in corridoio. Riconobbi quelle voci in pochi instanti. Tutte e tre ci affacciammo dalla porta incuriosite. Ethan e Shiny erano in piedi uno difronte all’altro con le divise e il corpo sporchi di vernice, mentre erano circondati da una piccola folla di studenti che aveva bloccato il passaggio. Se sul volto di lui si poteva leggere un’espressione quasi divertita, su quello di lei invece c’era pura e semplice rabbia. Cosa aveva combinato questa volta quell’idiota? Per quale motivo mi ritrovavo sempre ad intervenire in situazioni assurde? Essere il capitano della squadra di calcio poteva essere molto stressante, soprattutto per la follia che pareva riguardare a turno tutti i ragazzi. Mi feci spazio tra gli spettatori, attirando involontariamente lo sguardo di tutti.

-Si può sapere che succede qui?

-Niente di che, le ho fatto un piccolo scherzetto e lei ha reagito male e siamo finiti così.

-REAGITO MALE? SEI ENTRATO NELL’AULA D’ARTE SOLO PER TIRARMI ADDOSSO DELLA VERNICE E IO MI SONO DIFESA, COME ERA MIO DIRITTO FARE!

-Appunto nulla di che e poi tu hai cominciato ad urlarmi contro, proprio come stai continuando a fare ora.

-SÌ, PENSI SIA DIVERTENTE UNA COSA DEL GENERE, MA AL MASSIMO PUÒ FAR RIDERE LE OCHE CHE TI SEGUONO NEMMENO FOSSERO DEI CAGNOLINI! SEI UN BAMBINO, CRESCI UNA BUONA VOLTA! POTRAI ANCHE ESSERE POPOLARE O UN DIO DEL CALCIO, PERÒ QUESTO NON TI RENDE PER FORZA UNA BELLA PERSONA! SEI SOLO UN RAGAZZINO PREPOTENTE CHE PENSA DI POTER AVERE TUTTO E CHE NESSUNO GLI DIRÀ MAI NULLA!- L’aria intorno a noi divenne gelida d’un tratto. Erano state parole forti, ma era innegabile che avessero un leggero fondo di verità. Se c’era un difetto che la vita dell’attaccante gli aveva portato era l’arroganza, proprio perché chiunque gli diceva sempre di sì. Nel contempo l’abbandono della madre aveva provocato il lui una costante ricerca di attenzioni, gli occhi della gente dovevano essere su di lui. Ciò che mi sorprese veramente, però era stato il coraggio e la fermezza della rosa, che non aveva minimamente ceduto il punto difronte al biondino e al resto della scuola. Era meglio intervenire prima che lui potesse dire qualcosa di cui si sarebbe sicuramente pentito o che, peggio ancora, un membro del suo fanclub personale lo avesse fatto.

-Abbassiamo tutti i toni. Fiamma devi piantarla con questi giochetti stupidi, soprattutto se sai che gli altri non li gradiscono, mentre Shy sono sicura che tu possa trovare modi molto più tranquilli per spiegargli le cose, anche se capisco la difficoltà. Ora stringetevi la mano e andate a cambiarvi prima che ricomincino le lezioni.- Entrambi rimasero fermi al loro posto, immobili come due statue. Mi schiarii la voce, pronta ad utilizzare un tono molto più severo. -Siete sordi forse?- Con enorme riluttanza eseguirono il gesto. Si scontrarono due sguardi molto diversi, uno infuocato dalla rabbia, mentre l’altro ferito e vuoto come il deserto. Senza preavviso quella giornata aveva regalato ad ognuno di noi qualcosa di importante su cui riflettere.
   
 
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