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Autore: Red Saintia    13/02/2022    2 recensioni
La passione per uno sport può unire, dividere, spronare a migliorarsi e aprire nuove strade.
Alcune scelte portano ad allontanarsi mettendo in discussione sé stessi e ciò che si prova. Tra presente e passato ancora una volta luce e ombra si rincorrono per ritrovarsi sulla stessa strada.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Daiki Aomine, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I ragazzi del Seirin erano stremati. La tensione e l'adrenalina stavano ormai scemando lasciando il posto all'inevitabile stanchezza.

"Sono distrutto ho bisogno di un letto e di dormire per almeno due giorni."

"Che vai farneticando capitano. Abbiamo passato il turno adesso ci aspettano partite ancora più impegnative."

"Lo so... ma almeno per oggi non ricordarmelo Izuki ti prego."

Per Kagami fu come ritornare a casa, stare lì con loro negli spogliatoi era qualcosa di unico e coinvolgente. Aveva la certezza che per quanta strada potesse fare non avrebbe mai più avuto compagni così, e voleva preservare quel momento il più a lungo possibile.

"Ragazzi perché non venite tutti da me, conoscete la strada ormai, così potremmo festeggiare la vittoria e stare un po' tutti insieme. Vi preparerò qualcosa di speciale."

"Davvero ci vuoi tutti da te Kagami?" Furihata era entusiasta alla sola idea di assaggiare le prelibatezze cucinate da Taiga.

"Certo che sì, avanti andiamo..."

"Tranquillo Kagami kun posso darti una mano io in cucina?" si propose Riko con rinnovato entusiasmo e tanta voglia di fare. Solo che la proposta non fu ben accolta dai ragazzi della squadra che conoscevano fin troppo bene la sua scarsa manualità in cucina.

"Ma... coach sarai stanca, forse è meglio che ti riposi."

"Sciocchezze Hyuga, sto benissimo."

"Ti prego Kagami dì qualcosa, qualunque cosa ma non farle mettere le mani sul cibo." il capitano esternò la preoccupazione e il timore di tutti.

"Guarda che ti ho sentito eh!"

Taiga non potè far altro che scrollare la testa e sorridere del fatto che nonostante la sua assenza certe cose non sarebbero davvero mai cambiate. E di quello ne fu felice. 
Solo nel momento in cui i ragazzi si stavano preparando per andare si accorse di qualcosa che l'entusiamo iniziale non gli aveva fatto notare subito, Kuroko non era presente con loro negli spogliatoi...

 

                                                                                                                   *****

 

"Aomine kun!" lo chiamò a voce alta in modo che lui potesse sentirlo in mezzo a tutte quelle persone.

La sua voce gli arrivò chiara e diretta non appena lo sentì pronunciare il suo nome, e nonostante sentisse l'esigenza di andare di corsa via da lì alla fine non lo fece."Ohi Tetsu... complimenti, bella partita." gli rispose, quasi senza voltarsi.

"Sei stato fantastico, ci siamo tutti emozionati." aggiunse Satsuki.

"Grazie Momoi san."

Daiki richiamò la ragazza dicendole di sbrigarsi. Era evidente che restare lì lo metteva a disagio.

"Sarà così d'ora in poi tra noi, Aomine?" stavolta lui si voltò guardandolo dritto negli occhi senza sapere cosa rispondere.

"Forse è meglio che vi lasci un attimo da soli. Ti aspetto al cancello Dai chan." Satsuki si allontanò sperando che i due potessero in qualche modo chiarirsi.

"Che vuoi dire Tetsu, non capisco?"

"Intendo... che adesso tra noi sarà tutto così formale, distaccato, come se fossimo dei semplici conoscenti che si salutano per dei convenevoli? Perché io non voglio che sia così, non l'ho mai voluto."

"Te lo ha mai detto nessuno che ultimamente parli davvero tanto?"

"Si vede che ho cose importanti da dire."

Daiki sospirò, non l'avrebbe mai spuntata in uno scontro verbale con lui. "Senti... forse tu avrai le idee chiare, soprattutto adesso che quello stupido è tornato facendoti chissà quali promesse. Ma io devo ancora digerirla questa cosa, e credo ci vorrà un po' di tempo."

"Va bene, ti capisco. Allora ti aspetterò, perché anch'io ci sono, e non ho intenzione di andarmene."

Lo sguardo di Aomine cambiò, quel ragazzino riusciva sempre a stupirlo in qualche modo. Sapeva che non avrebbe mollato la presa con lui, e nonostante non potesse averlo accanto come desiderava, voleva comunque far parte della sua vita, di quello ne era certo. 
"Sei incredibile Tetsu... forse è proprio per questa tua capacità di tenerci in qualche modo tutti legati a te che lasciarti andare fa ancora più male."

"Ma tu saprai sempre come trovarmi, non è così Aomine kun?" strinse il pugno nella sua direzione. Daiki lo osservò per un istante e poi rispose battendo il proprio contro il suo.

"Certo che lo so, puoi scommetterci." gli sorrise, o almeno cercò di farlo. Rinunciare a qualcosa non era nella sua natura, ma almeno possedeva ancora il buon senso di non forzare un sentimento che sapeva non avere futuro. Si voltò lasciandolo alle sue spalle incamminandosi per raggiunge Satsuki.

 

Taiga aveva lasciato gli spogliatoi non appena si era accorto dell'assenza di Kuroko. Si era guardato intorno con una certa ansia, che non era per niente diminuita quando lo aveva visto parlare con Aomine. Ovviamente si era ben guardato dal farsi vedere, e nonostante la conversazione fosse durata pochi minuti non potè non chiedersi cosa avessero da dirsi quei due.

"Kagami noi siamo pronti vogliamo andare. A proposito hai trovato Kuroko?" chiese Hyuga

"Veramente..." non ebbe il tempo di rispondere che il diretto interessato comparve.

"Eccomi! Scusate per l'assenza ragazzi, volevo salutare una persona prima di andare."

"Allora avanti sbrigati che andiamo tutti da Kagami a festeggiare."

Tetsuya rimase sorpreso di quella novità. "Sul serio Kagami kun?"

"Beh... sì, li ho invitati io. Speravo di passare un po' di tempo tutti insieme."

"È un'ottima idea." concordò entusiasta. Lasciò il gruppo per qualche minuto, giusto il tempo per raccogliere le sue cose e raggiungere con gli altri l'appartamento di Taiga.

 

Una volta arrivati il padrone di casa non perse tempo indossando subito il suo grembiule da cucina e mettendosi ai fornelli. In breve un delizioso aroma speziato invase l'intero soggiorno stimolando i sensi di tutti i compagni. Nonostante l'insistenza di Riko nel volergli dare una mano Taiga fece quasi tutto da solo coinvolgendola il meno possibile, di questo Hyuga e gli altri gliene furono immensamente grati.

L'atmosfera era festosa e rilassante, sembrava essere tornati ai tempi in cui si riunivano per discutere della prossima partita o semplicemente per passare il tempo insieme. Era una delle cose che più rimpiangeva da quando era partito per l'America. Aveva stretto numerose amicizie e aveva un buon affiatamento con i suoi compagni di squadra, ma loro... erano diversi. C'era una tale connessione che nessun altro avrebbe potuto eguagliare, e sperò sinceramente che potesse durare per sempre. Nonostante la distanza e le strade diverse che ognuno di loro avrebbe intrapreso.

Taiga raccontò molto degli Stati Uniti, di come il basket lì avesse una grande rilevanza mediatica. Della vita frenetica, dello studio e delle attività nel suo poco tempo libero. Ci furono risate, scherzi e ricevettero anche una telefonata da Kiyoshi che ormai aveva quasi terminato l'ultimo periodo di riabilitazione al ginocchio e presto sarebbe rientrato in Giappone. Anche lui si trovava in America, dove aveva subìto un delicato intervento e dove spesso si era incontrato con lo stesso Kagami. 
Tetsuya, come sempre, era quello più silenzioso del gruppo. Partecipava alle conversazioni e si lasciava coinvolgere dai suoi compagni, ma era evidente dal suo sguardo che qualcosa lo preoccupava.

Quando furono sazi per l'ottimo cibo preparato da Taiga e stanchi per la faticosa giornata decisero che era arrivato il momento di rientrare a casa.

"Potete trattenervi ancora se vi va, per me non è un problema."

"Ti ringrazio Kagami ma abbiamo davvero bisogno di riposare. Domani si ricomincia e dobbiamo essere al meglio."

"Hai ragione capitano."

"Piuttosto... avete visto dove si è cacciato Kuroko? È da un po' che non lo vedo in giro?"

"Come se fosse una novità Hyuga."

"Smettila di fare lo scemo Izuki."

"Qui non c'è ragazzi." rispose Furihata.

Kagami diede una breve occhiata in giro senza trovarlo. Mentre camminava lungo il corridoio notò la porta della sua camera da letto aperta. Tetsuya era lì. 
Seduto alla scrivania con la testa poggiata sul tavolo, tra le mani stringeva la foto che era stata scattata loro quando avevano vinto la Winter Cup. Il volto disteso e sereno, placidamente addormentato. 
Kagami si soffermò a guardarlo, non era cambiato di una virgola, eppure aveva acquisito una forza incredibile. Vedendolo a prima vista nessuno avrebbe mai creduto che un tipetto del genere aveva messo in riga persino gli assi della Generazione dei Miracoli.

"Kagami kun..." Riko lo aveva raggiunto per vedere dove fosse finito Kuroko "... lascialo riposare dev'essere stremato, e credo che non ci sia posto migliore di questo dove lui possa stare adesso."

"Ma coach forse..."

"Senti, io non so cosa sia successo tra voi, ma credo che dobbiate stare un po' da soli per chiarirvi come si deve. Quindi noi adesso andiamo, e tu prenditi cura di lui mi raccomando."

"Lo farò coach, non preoccuparti, e grazie."

La ragazza annuì ritornando poco dopo dagli altri assicurandosi di lasciare quanto prima l'appartamento dicendo loro che Kuroko si sarebbe trattenuto ancora un po'. Taiga le fu grato per la sua discrezione, salutò i compagni e quando la casa si svuotò cominciò a sistemare tutto.

Quando ritenne che ci fosse sufficiente ordine ritornò nella sua camera. Tetsuya era ancora addormentato sulla sua scrivania ed era chiaro che non potesse rimanere tutta la sera in quella posizione. Taiga spostò piano la sedia, lo sollevò con attenzione e lo fece sdraiare sul suo letto. Kuroko sembrava un fuscello tra le sue braccia, completamente rilassato non si accorse di nulla. Kagami invece sì.

Non gli sfuggì il fatto che avesse gli occhi umidi e il volto ancora rigato di lacrime. Aveva pianto... non sapeva per quale motivo o ragione ma lo aveva fatto. Nella solitudine della sua camera stringendo una vecchia foto dove erano tutti insieme. Taiga gli sfiorò il volto con la punta delle dita asciugando ciò che restava di quelle lacrime. Gli accarezzò i capelli perennemente in disordine cercando di imprimere nella mente ogni dettaglio, ogni più piccolo segno del suo viso. 
In molti credevano che tra i due fosse lui quello forte che non si lasciava abbattere da nessun ostacolo. Senza sapere che la sua vera forza deriva in gran parte da quel ragazzo che adesso giaceva addormentato nel suo letto. Era lui la spinta costante che gli permetteva di superare qualsiasi ostacolo. L'ombra grazie alla quale la sua luce era diventata più intensa che mai.

"Non smettere ti prego..." una frase appena sussurrata che lo colse di sorpresa interrompendo il flusso dei suoi pensieri. La sua mano venne stretta da una più piccola, talmente delicata da non riuscire a credere potesse appartenere ad un giocatore di basket. Il calore che irradiava quella stretta però era unico, inconfondibile. Tetsuya aprì gli occhi ritrovandosi quelli di Taiga che lo stavano fissando immobili. "Mi è mancato così tanto sentirti vicino, poterti toccare, respirare il tuo odore e persino sentire le tue imprecazioni. Credevamo entrambi che sarebbe stato facile, ma non è stato così. Non ci si abitua mai all'assenza di una persona, si convive con un vuoto perenne che ti accompagna in modo costante e spesso crea una voragine dalla quale è difficile risalire."

La sua voce era ipnotica, rilassante, Kagami l'avrebbe ascoltato parlare per ore purché restasse lì, con lui. "Ho sbagliato Taiga e ti chiedo scusa. Ho lasciato che i dubbi mi confondessero, credendo che la tua assenza potesse essere in qualche modo colmata. Ma ho combinato un disastro." era la verità, ma non per questo fu facile da ammettere.

"Da quando parli così tanto eh?" gli chiese sorridendo. Era la seconda volta che sentiva quell'espressione quel giorno, e non potè non pensare che le similitudini tra quei due erano davvero tante. Adesso però non c'era più traccia di rabbia o rancore nei suoi occhi. Era bastato perdersi nell'azzurro di quelli di Tetsuya perché tutto gli fosse chiaro.

"Le parole hanno il loro peso Taiga, e un immenso valore. Le tue spesso mi hanno ferito, ma anche spronato nel dimostrarti che sbagliavi. Non negherò il mio profondo legame con Aomine, sarebbe ipocrita da parte mia e ingiusto nei suoi confronti. Ma lui non è te, non potrà mai esserlo, né potrà mai prendere il tuo posto... qui." portò le mani di entrambi sul petto, dove Taiga potè percepire il suono che racchiudeva in sé tutte le risposte di cui aveva bisogno, quello del suo cuore.

"Anch'io ti devo delle scuse, sono stato impulsivo e non ho voluto sentire ragioni. Dovevo starti vicino invece ti ho creato solo problemi, e stavo per prendere a pugni quell'idiota di Aomine. Ho fatto un gran casino."

"Fare casini è la tua specialità in fondo. Ma non lo avresti preso a pugni."

"Non esserne così sicuro, c'è mancato davvero poco."

"Ma non lo hai fatto, ed è questo che conta."

Taiga fece un lungo respiro rilassando i muscoli mentre si massaggiava il braccio destro com'era sua abitudine. "Dalle tue parole mi pare di capire che sai già tutto su come sono andate le cose?"

"So quello che c'era da sapere. Ho già chiarito con Aomine, e sono sicuro che lui capirà."

Ma Taiga non era del suo stesso avviso. Conosceva la caparbietà di Daiki e non era affatto convinto che lui si sarebbe arreso tanto facilmente. "Dimmi una cosa allora... perché prima stavi piangendo?"

Kuroko lo guardò perplesso cercando di capire a cosa si riferisse. "Piangendo dici? Ma quando?"

"Quando ti ho trovato addormentato sulla scrivania con quella foto tra le mani."

Tetsuya seguì lo sguardo di Taiga e ricordò di essersi seduto lì per vederla meglio. "Ah... capisco. Non saprei a dire il vero. È solo che mi mancano tanto le nostre partite insieme, l'affiatamento che c'era in campo. Credo che pensare al passato mi renda malinconico.” Ed era così, perché improvvisamente il suo sguardo si spense divenendo triste.

"Ascoltami... il nostro passato è stato grandioso, ci ha fatti crescere come persone e come atleti. Però adesso abbiamo il futuro davanti, e credimi... sarà altrettanto entusiasmante se resteremo uniti, affrontandolo insieme."

Tetsuya spalancò gli occhi, come se quelle parole gli avessero aperto improvvisamente un mondo. "Insieme?" ripeté, per dare ulteriore consistenza a quella parola dai molteplici significati.

"Esatto. Voglio che tu venga in America con me quando l'Interhigh sarà conclusa. Voglio farti conoscere la mia vita laggiù, e che tu ne faccia parte, perché ti voglio con me... Tetsuya." finalmente era riuscito a dirgli ciò che ormai pensava da svariati mesi, non trovando mai il momento giusto. Kuroko fu spiazzato da una proposta che di certo non si aspettava ma che non avrebbe mai potuto rifiutare.

"Sei sicuro di questa cosa, e se ti fossi d'intralcio? Se i tuoi nuovi compagni trovassero il mio modo di giocare ridicolo e non al loro livello? Se..."

"Stai dicendo un mucchio di sciocchezze, sta zitto una buona volta." e lui seppe come farlo tacere, azzerando la distanza tra loro e prendendogli il viso tra le mani catturando il suo respiro tra le labbra.

Tetsuya rimase spiazzato da quel gesto improvviso. Ma bastarono pochi attimi per ricambiare e approfondire quel bacio che, sapeva per certo, avrebbe cambiato definitivamente le cose tra loro. 
Lo sguardo di Taiga non era mai stato tanto caldo e avvolgente come in quel momento. Bastò un attimo perché sovrastasse con il suo corpo quello di Tetsuya. Si guardarono a lungo, come se si stessero vedendo per la prima volta in modo nuovo, completo. Erano l'uno tra le braccia dell'altro, e il solo desiderio che avevano era di poter esprimere finalmente ciò che davvero provavano.

Il tocco di Tetsuya sulla sua pelle lo fece rabbrividire, incerto e delicato si insinuò attraverso i suoi vestiti sfiorando la sua schiena e aggrappandosi ad essa per sentirlo ancora più vicino. Taiga non si fece pregare, in quei gesti avrebbe espresso ciò che non riusciva a dire con le parole. La sua bocca sulla sua pelle diafana avrebbe sancito un legame che nessuna distanza poteva spezzare. Nessuno dei due perse il contatto visivo con l'altro, neppure quando i loro vestiti lentamente caddero a terra lasciandoli nudi e liberi di donarsi piacere a vicenda. L'eccitazione di Taiga traspariva da ogni muscolo del suo corpo, Tetsuya si sentì completamente in balìa di ogni suo tocco, di quei baci umidi e famelici che percorrevano ogni lembo di pelle esposta. Sospirò più forte quando lo sentì indugiare lungo il suo addome e poi sempre più giù dove ormai anche l'eccitazione di Tetsuya era più che evidente.

"Possiamo fermarci se vuoi? Non voglio che tu faccia qualcosa per la quale non ti senti pronto." ormai Taiga riusciva a fatica a trattenersi. Nonostante questo la premura dimostrata nei suoi confronti diede maggiore conferma a Tetsuya di volere con tutto sé stesso ciò che stava accadendo.

"Credimi... non c'è niente che potrei desiderare di più in questo momento." e i suoi occhi confermarono la convinzione di quelle parole. A Taiga non servì che aggiungesse altro.

Se fino a quel momento si era in qualche modo trattenuto, adesso si sentì libero di poter osare e chiedere di più.

Com'era stato possibile restare lontani tutto quel tempo? Un pensiero che sfiorò entrambi mentre le labbra rubavano avide e insaziabili gemiti e respiri. La mano di Taiga scese sicura e inesorabile muovendosi con deliberata lentezza provocandogli un improvviso piacere. Erano sensazioni nuove ed intense che non avrebbe mai creduto di poter provare. Ma non erano solo quelle a rendere quel momento speciale. Sapeva per certo che con nessun altro avrebbe potuto sentire un coinvolgimento così forte, perché nessuno mai sarebbe stato importante quanto lui.

Tetsuya si sollevò con la schiena incontrando lo sguardo di Taiga. Gli si avvicinò costringendolo a stendersi sul letto ribaltando così le reciproche posizioni.

"Non vorrai fare tutto da solo come al solito, vero Kagami kun?" gli sorrise, beffardo e inaspettatamente malizioso, incendiando ancora di più lo sguardo di Taiga che alzò le braccia in segno di resa.

"Sono nelle tue mani, Kuroko..." era quello che voleva sentire e non si tirò indietro. Il corpo di Kagami si irrigidì all'improvviso quando avvertì il contatto con le sue labbra che scivolarono calde e avvolgenti intensificando il suo piacere. Chiuse gli occhi intrecciando le dita tra i suoi capelli, sentendo il calore del suo corpo e il suo respiro accelerato addosso. "Continua ti prego..." gli aveva sussurrato come se lo stesse pregando, anche se non ce n'era bisogno. Erano al limite entrambi, ma separarsi anche solo per un istante sarebbe stato uno spreco imperdonabile.

Taiga si tirò indietro all'improvviso afferrandolo per le spalle e trascinando giù. Tetsuya si lasciò guidare dalla sua presa sicura e dalle sue mani che gli sollevarono appena le gambe. Si guardarono entrambi intrecciando tra loro pensieri e desideri finché non furono una cosa sola. La perfetta fusione di luce e ombra, di ciò che erano e sempre sarebbero stati l'uno per l'altro. In perfetta sintonia anche nel fare l'amore.

Nell'accogliere e nel dare piacere. Ogni spinta era come una scarica elettrica che vibrava in tutto il corpo. Era dolce e passionale. Ogni carezza di Taiga era intrisa di possesso, come a voler rivendicare qualcosa che gli apparteneva e che nessuno avrebbe potuto portargli via. I respiri correvano veloci, così come il cuore che martellava nel petto. 
La voce di Tetsuya divenne più roca e intensa, forse l'unica volta nella quale perse un po' della sua consueta dolcezza. Taiga si accorse che era sul punto di lasciarsi andare e intensificò le sue spinte, fino a quando le voci di entrambi non si spensero a vicenda in un bacio che tolse loro gli ultimi respiri prima che raggiungessero l'orgasmo.

Taiga si spostò di lato per non gravare troppo sul corpo di Tetsuya. Aveva il suo sapore, il suo odore addosso ed era qualcosa che lo inebriava in modo totale. Si avvicinò a lui abbracciandolo e Kuroko si lasciò accarezzare poggiando la testa sul suo petto.

"Sarà ancora più difficile adesso lasciarti andare via, lo sai questo?" lo sapeva fin troppo bene, ma non voleva pensarci, non in quel momento.

"Lo so, vale lo stesso per me, ma questo non cambierà ciò che provo." Tetsuya si sollevò appena, guardandolo. Ma cos'è che provava? Non c'era mai stato bisogno di tante spiegazioni tra loro. Davano quasi per scontato ciò che provavano eppure non si erano mai detti nulla di esplicito.

"Invece stavolta qualcosa cambierà..." gli rispose, serio e diretto.

"Che vuoi dire non capisco?"

Tetsuya fece un lungo respiro e cercò di trovare quella sicurezza che solo durante le partite lo rendeva incredibilmente audace. "Non ti lascerò andare di nuovo senza dirti quanto tu sia importante per me. In verità penso che tu lo abbia sempre saputo, ma nel caso avessi ancora dei dubbi voglio che adesso sia chiaro. Nessun altro potrà mai prendere il tuo posto, ne adesso e nemmeno in futuro."

Era visibilmente imbarazzato nell'ammettere i propri sentimenti, ma anche estremamente risoluto. Sentiva una forza dentro mai provata. Era lì con lui, sentiva il calore del suo corpo e il suo sguardo che riusciva a comprenderlo come nessuno avrebbe mai potuto fare. Erano fatti per stare insieme, ne era sempre stato certo. Il loro era un incastro perfetto di anime che si erano a lungo cercate.

Esternare ciò che provava era un passo importante, un impegno che non avrebbe ammesso più dubbi o incertezze. Ma quella scelta non lo spaventò minimamente.

Taiga si avvicinò lentamente sollevandogli il viso e baciandolo con dolcezza.

"Anche per me sei importante, lo sei sempre stato, e credo di avertelo ampiamente dimostrato. Non lascerò più nessuno intromettersi tra di noi. Perché tu mi appartieni come io appartengo a te." continuò a baciarlo senza attendere una sua risposta. Aveva ancora le labbra calde e gonfie di desiderio, la sua lingua si fece strada nella bocca di Tetsuya abbattendo qualsiasi timidezza o imbarazzo potesse incontrare.

Taiga era così... fuoco liquido che ti entrava dentro, e più internamente si insinuava più ne sentivi l'esigenza. Si ritrovò ancora prigioniero del suo corpo, della sua voglia, che come un'inarrestabile corrente lo trascinò con sé.





Potevano spiegarsi, anche se in fondo lo hanno fatto, avrebbero potuto dilungarsi in fiumi di parole, scuse e recriminazioni... ma perchè sprecare ancora tempo quando era evidente che l'unica cosa di cui avevano bisogno era semplicemente lasciarsi andare tra le braccia l'uno dell'altro?
Tetsuya e Taiga si sono ritrovati, dopo aver intrapreso un percorso diverso che li ha messi entrambi davanti a degli ostacol, hanno saputo compiere le loro scelte e sancire finalmente un legame creatosi già molto tempo prima. 
Daiki si sarà arreso? Chissà... tutto può essere, ma intanto qualcosa d'importante è stato detto oltre che fatto. Taiga vuole Tetsuya in America, e questo è un passo importante per entrambi. Inutile dire che siamo quasi in dirittura d'arrivo anche con questa long, ormai sapete che non mi dilungo più di tanto, non ne avrei neanche il tempo in verità. Vi chiedo di essere clementi e magnanimi con la scena d'amore tra Taiga e Tetsuya, mi è piaciuto molto inserirla ma non sono ancora pratica di certe dinamiche, spero comunque di averla resa bene. Detto ciò vi ringrazio e vi saluto dandovi appuntamento al prossimo capitolo. 

 

 

   
 
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