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Autore: Serin_88    13/02/2022    5 recensioni
Kagome ha tutto quello che ha sempre sognato: ha sposato Koga, il suo grande amore, ha una fratello ed una migliore amica che adora. Le manca solo diventare madre per completare questo quadro perfetto. La felicità però, viene spazzata via in un lampo: un tumore all'utero le strappa ogni sogno e alla fine, anche l'amore di Koga. L'incontro inaspettato con Inuyasha, barman dal sorriso scanzonato e la reputazione da playboy, sembra riportare Kagome alla vita. Un'amicizia improbabile che diviene molto di più, inaspettatamente, per entrambi. I fantasmi del passato di Kagome però sono duri a morire, Inuyasha sarà disposto a lottare contro di essi? Anche se significa rimetterci il cuore?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Koga, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Kagome ⭐
 
 
 
È passata quasi una settimana da quando Miroku iniziato a lavorare all'Insomnia ed è quasi una settimana che mi tiene il muso. È arrabbiato con me perchè me ne sono andata di punto in bianco. Detesto litigare con lui, perciò dopo quasi sette giorni decido di affrontarlo.
 
“Buongiorno” dico non appena apre la porta del suo appartamento.
 
“Ma che ore sono?” Chiede assonnato.
 
“Le 8 e 30” rispondo con un sorriso, porgendogli il caffè che gli ho portato. Lui lo prende senza dire nulla ed io sospiro.
 
“Miroku, va bene ho capito, sei arrabbiato con me” dico scocciata e lui mi guarda storto.
 
“E te lo meriti! Sei sparita senza dire niente”.
 
“Niente? L’ho lasciato detto al barista” rispondo e lui mi fulmina con lo sguardo.
 
“Kagome piantala di scherzare” dice serio ed io sbuffo.
 
“Perchè sei così arrabbiato? Lo sai che quel genere di locale non fa per me”
 
“Non è il locale il problema e lo sai bene!!!Sei tu che ti stai trincerando in te stessa! Maledizione!” Sbraita ed io incasso senza dire nulla.
 
“È così che intendi vivere la tua vita? Koga ti ha lasciato, si! Non puoi avere figli, si! Ma la tua vita non è finita accidenti!”
 
Lo guardo ferita e abbasso lo sguardo.
 
“È davvero questo quello che vuoi? Vivere senza nessun entusiasmo e senza nessuno scopo? Perchè se è così allora fai pure ,ma io non starò a guardarti mentre ti rovini la vita” aggiunge serio ed io deglutisco, sentendo l'aria mancarmi di colpo.
 
Ho deluso anche me stessa, oltre che lui, ma non so come essere diversa, non so come tornare la me stessa di un tempo, quella felice.
 
Restiamo in silenzio per un po', poi Miroku sospira.
 
“Scusa se sono stato brusco, lo sai che ti voglio bene. Devi tornare a vivere. Un tempo adoravi uscire e divertirti, adesso sembri aver paura del mondo. Smetti di aver paura”
 
“Non so come” sussurro affranta e lui mi abbraccia.
 
“A piccoli passi. Ma lascia che ti aiuti. Se ti dico di venire con me, tu non fai domande e non accampi scuse. Vieni con me e basta!”
 
Annuisco, ridendo anche se avrei tanta voglia di piangere.
 
 
 
 Sango ascolta con attenzione, mentre racconto la semi discussione avuta con Miroku.
 
“Ha ragione” dice alla fine ed io sospiro.
 
“Credi che non lo sappia Sango? Credi che mi piaccia sentirmi così?” Chiedo acida.
 
“No, non lo credo, ma credo che se non fai nulla per cambiare le cose te ne pentirai presto”.
 
La guardo affranta, poi sorrido appena.
 
“Allora. Io cercherò di cambiare, quando tu dirai a mio fratello che hai una cotta per lui dal liceo” dico e lei arrossisce di colpo.
 
“Ma cosa c'entro io?” Chiede imbarazzata.
 
“Mi sembra un buon compromesso” aggiungo ridendo e lei sbuffa.
 
“Onestamente mi sto guardando intorno” dice ed io la guardo curiosa.
 
“Adocchiato qualcuno?” Chiedo e lei fa spallucce.
 
“Il barista è sexy” dice sorridendo maliziosa ed io sbuffo.
 
“Mah...a me pare un idiota. Un mr Muscolo che si crede un adone” rispondo e Sango mi guarda interessata.
 
“Dove l'ho già sentita questa?”. Poi sgrana gli occhi.
 
“Aspetta, vuoi dire che il barista è lo stesso che hai incontrato al parco l’altra mattina?”
 
Annuisco scocciata e lei invece se la ride.
 
“Questa poi, e chi l'avrebbe mai detto”.
 
“Già, quando si dice la fortuna” commento
 
“Beh comunque è sexy, non puoi negarlo” dice lei come se volesse convincermi.
 
“Dici? Si è carino, ma non mi pare niente di che”
 
“Sei impossibile” dice lei alzandosi e sbuffando.
 
 
 
Passo la giornata con la mia amica ed infine arrivata la sera, giusto per Miroku, decido di andare con Sango all' Insomnia.
 
 
 
 
 
Inuyasha 🍸
 
 
 
 
 
  Il locale è strapieno come sempre. Dovrebbe essere il mio giorno libero, ma Ayame ha l'influenza e allora la sostituisco.
 
Mi sento a pezzi anche io però. Ieri sera non ho chiuso occhio per colpa di Kikyo e del suo, non saprei nemmeno come definirlo dato che è sposato. Ieri notte l'ha passata a litigare con lui e a piangere. Sbaglio quando dico che impegnarsi in una relazione è da pazzi?
 
Mai avuto una donna fissa, mai avuto relazioni, se non si conta la mia ex del liceo, ma ero un ragazzino. Ora sto così bene e sono così felice da non sentirne affatto il bisogno.
 
“Due birre” dice una ragazza davanti a me. La servo subito mentre lei osserva Miroku.
 
“È nuovo?” Chiede ed io annuisco.
 
“È qui da una settimana circa” rispondo.
 
“Sono stata fuori città per qualche mese...e mi ritrovo un simile bocconcino” dice maliziosa, poi si allontana.
 
Miroku ha fatto breccia nel cuore delle ragazze, anche se in realtà già qui tutti lo hanno preso in simpatia. È un bravo ragazzo, mi piace molto come persona, è simpatico.
 
Con la coda dell'occhio vedo avanzare Sango e subito dietro si lei, la sorella di Miroku, la ragazza bizzarra ed interessante.
 
“Ciao” dice Sango con un sorriso, spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Il trucco marcato sugli occhi, li fa sembrare più grandi ed il rossetto rosso delinea le labbra in modo davvero notevole.
 
“Ciao” rispondo, gettando un'occhiata all'amica dietro di lei.
 
“Ciao sorella di Miroku” dico non sapendo ancora il suo nome.
 
“Ciao barista” dice lei con fare annoiato sedendosi.
 
“Vado a salutare Miroku ” ci informa Sango allontanandosi.
 
“Allora che vuoi bere?” Chiedo alla ragazza seduta davanti a me.
 
“Una birra” risponde lei.
 
“Che birra?” E lei fa spallucce.
 
“Una qualsiasi”.
 
“Ahi, non va bene una qualsiasi. Se non è la birra giusta non c'è gusto a berla” dico e sorrido quando la vedo alzare gli occhi a cielo.
 
“Allora sceglila tu per me” risponde acida ed io annuisco, servendole subito dopo una birra alla spina.
 
“Dunque, sorella di Miroku, hai anche un nome o devo chiamarti sorella di Miroku?”
 
“Puoi anche evitare di chiamarmi. Non è affatto un problema” risponde sorseggiando la birra.
 
Servo alcuni clienti poi torno a guardarla. È una bella ragazza, si insomma ne ho viste di più belle senza dubbio. Non è certo il mio tipo. Troppo magra, poco seno, insomma non mi ispira da quel punto di vista. Però è singolare e quel visetto perennemente imbronciato, perchè?
 
“Allora appurato che sei single, giusto? Che fai di bello nella vita?” Chiedo.
 
Lei mi fulmina con lo sguardo alla parola single ed io sorrido.
 
“Dai ti ho chiesto scusa per l'altra volta” mi difendo e lei si volta indifferente verso la pista dove la gente balla.
 
“Io faccio il barista, ma questo lo sai già. E sono proprietario del locale al 30%” aggiungo e lei mi guarda ed annuisce.
 
“Sono una maestra” dice.
 
“Maestra eh? Non me l'aspettavo. Non ti ci vedo a star dietro a dei bambini”.
 
Non so cosa abbia detto di terribile, ma di colpo la vedo irrigidirsi ed i suoi occhi prima indifferenti ed annoiati, adesso sono lucidi.
 
“Già...”sussurra appena ed io la guardo curioso.
 
“Che ho detto stavolta?” Chiedo confuso.
 
“Niente, niente...”dice lei bevendo la birra tutto d'un fiato.
 
Mi incuriosisce sempre di più, non c'è che dire.
 
“Sei un tipo strano” dico senza pesarci e lei mi fissa stupita, poi accigliata.
 
“Io non sono strana” dice seccata.
 
Sono costretto ad allontanarmi per servire ancora dei clienti, poi ritorno da lei.
 
“Dove eravamo?” Chiedo.
 
“Ma non hai niente di meglio da fare che parlare con me?” Risponde lei ed io rido, quando lei si alza e raggiunge il fratello e l'amica.
 
“Chi è quella?”
 
Kikyo si siede un momento.
 
“La sorella di Miroku” dico servendole dell'acqua.
 
“È carina” commenta lei ed io faccio spallucce.
 
“Si...bah niente di che, ma la trovo interessante” rispondo , servendo altre persone.
 
Continuo ad osservarla da lontano. Si vede che è un tipo schivo e chiuso, ma nei suoi occhi vedo come un'energia repressa. Mi piace scoprire cosa si nasconde dietro i gesti e gli occhi delle persone e mi piacerebbe scoprire qualcosa di più di lei. Non so perchè, ma credo che infondo lei sia diversa da come appaia ai miei occhi e vorrei tanto scoprire perchè.
 
 
 
Kagome ⭐
 
 
 
 
 
“Ho visto te ed il barista parecchio affiatati” Sango con un gran sorriso. Io la fissò di sbieco.
 
“Affiatati un cavolo, è un rompipalle che non sa farsi i fatti suoi”.
 
“Magari perchè gli piaci” ribatte lei ed sbuffo.
 
“Anche se fosse e non è così, a me non piace, quindi piantala”.
 
Sango mi guarda accigliata e sospira. So che sta facendo. Vuole spostare la sua attenzione su di me, per non badare al fatto che Miroku abbia passato tutta la sera con un'oca maggiorata. Che deficiente pure lui, accidenti.
 
“Ok, ci sentiamo domani” dice una volta sotto casa mia.
 
“Sango...non ci pensare. Hai detto che ti stai guardando intorno no? E allora fallo davvero. Il barista ti piace?” Chiedo e lei mi guarda perplessa.
 
“Ma a te andrebbe bene se...”
 
“Di quel cretino non me ne frega nulla, nemmeno lo conosco e non mi interessa” rispondo tranquilla e lei annuisce.
 
“Inuyasha...si chiama Inuyasha ” dice con un sorrisetto, poi però si fa seria.
 
“Già, dovrei fregarmene di Miroku e delle troiette che si porta a letto...” sussurra. Le do un bacio sulla guancia, infine esco dall'auto .
 
 
Entro in casa senza un briciolo di sonno e allora, dopo essermi messa comoda, mi piazzo davanti alla tv. Ripenso al barista e al suo modo di fare impiccione .Non lo sopporto. E più mi infastidisce più me lo ritrovo tra i piedi. Spengo la tv annoiata e vado a letto e come ogni sera, prendo tra le mani la foto che ritrae me e Cole il giorno del nostro matrimonio. Sorrido triste guardandola e alla fine mi alzo e prendo l'album delle nostre nozze, chiuso in una valigetta rilegata. Guardo Koga che mi sorride, noi che mangiamo la torta, il nostro primo ballo...poi arrivo quasi alla fine, dove ci sono alcune pagine vuote.
 
Ci metteremo quelle dei nostri figli, aveva detto sorridendo...ma non ci sono foto di nessuno.
 
  Passo la notte a guardare e riguardare le foto e alla fine mi appisolo. Sono le 8 passate quando mi sveglio di soprassalto. Dormire sul divano mi ha distrutto la schiena, così mi alzo e mi fiondo sotto la doccia.
 
Venti minuti dopo, vado a fare colazione al bar, non perchè ne abbia molta voglia, ma perchè ho scordato a comprare il caffè e ne ho bisogno come l'aria.
 
 Seduta al mio solito tavolo ,sorseggio il caffè e mangiucchio un dolcetto, quando una voce fastidiosa mi interrompe.
 
“Ehilà”.
 
Il barista...o come ha detto Sango, Inuyasha, mi pare abbia detto così, si avvicina sedendosi.
 
“Sei uno stalker, o cosa? Mi spieghi perché ti ho sempre tra i piedi?” Non lo sopporto!
 
“Ehi, mi è venuta voglia di un the freddo, tutto qua e ad ogni modo, magari c’entra il destino” sorride tranquillo, alzando le mani.
 
“Scusi, mi porta un the freddo al limone?” dice richiamando l'attenzione del cameriere e mettendosi comodo, segno che non se ne andrà tanto presto, poi mi fissa.
 
“Dunque, parlami di te...perchè hai reagito male ieri?”
 
Lo guardo stupita, poi mi irrigidisco e sposto lo sguardo.
 
“Non ho reagito male e non sono affari tuoi in ogni caso” sbotto infastidita, ma lui mi
 
Sorride e sorseggia il suo the senza smettere di fissarmi.
 
“Mi spieghi perchè mi fissi come un idiota” Chiedo scocciata. Lui resta ancora zitto, poi posa il bicchiere.
 
“Lo hai beccato con un'altra? Per questo è finita?” Chiede e lo guardo furiosa.
 
“Ma sei sordo per caso? Ho detto che non sono affari tuoi razza di idiota” ribadisco fissandolo con più astio del dovuto, ma lui corruga la fronte.
 
“Ci credo che ti ha mollata, sei acida e scontrosa, per non dire insopportabile” ribatte lui beffardo con un sorrisetto sardonico. Lo osservo in assoluto silenzio per qualche secondo, poi la voglia di spegnere quel sorriso strafottente, l'orgoglio e chissà che altro, mi spingono a rispondere
 
“In realtà... mio marito mi ha lasciata perchè non posso avere figli e si è stufato di me”.
 
Lo vedo ammutolire e quel sorriso, come previsto, sparisce di colpo, lasciandogli un’espressione a metà tra il mortificato e l'incredulo. Soddisfatta mi alzo dal mio posto, prendendo la borsa.
 
“Ti auguro una buona giornata, barista” aggiungo, per poi lasciarlo seduto come un allocco ed incamminarmi verso casa mia.
 
 Tutta la soddisfazione provata nell'essere riuscita a farlo tacere, lentamente scema, così come il mio sorriso, che ad ogni passo diventa meno evidente, fino a sparire del tutto.
 
Una morsa alla stomaco mi assale di colpo, quando realizzo che , non solo ho appena spiattellato i cazzi miei ad un perfetto sconosciuto, ma che, ed è questo che mi costringe a fermarmi e ad appoggiarmi al muro senza forze, è la prima volta che lo dico a voce alta. L'ho pensato le prime notti ho anche sognato quell'ultima litigata, ma mai, mai ho detto a voce alta: mio marito mi ha lasciato perchè non posso avere più figli. Mai ho detto: si è stufato di me.
 
L'aria nei polmoni inizia a scarseggiare e una sensazione di terrore quasi, mi assale, mentre sento caldo e freddo insieme. Quando sento di poter svenire da un momento all'altro, sento anche due braccia cingermi per la vita.
 
“Calmati, respira”.
 
Riconosco la voce di Inuyasha e nonostante vorrei gridargli di andarsene al diavolo, non ne ho la forza, mi sento mancare il fiato.
 
“Respira, va tutto bene...tranquilla. Fai respiri profondi” dice ancora lui ed io obbedisco. Il cuore impazzito nel petto, inizia lentamente a battere al suo ritmo normale ed io chiudo gli occhi, sentendo un senso di nausea pervadermi.
 
“Ti senti meglio? Hai avuto un piccolo attacco di panico, nulla di grave”.
 
Io annuisco, poi mi scosto dalla sua presa e ci guardiamo per un breve istante, senza dire nulla. Mi sento stupida ed in imbarazzo, così senza aggiungere altro, mi volto e torno a camminare.
 
“Ehi aspetta” dice lui, seguendomi.
 
“Che c'è?” Chiedo stanca e lui mi prende per un braccio, costringendomi a fermarmi.
 
“Mi dispiace, scusa. Ho detto una cosa stupida, di nuovo”.
Io non lo guardo, sento le lacrime salire agli occhi e non voglio che mi veda piangere, per cui annuisco solo e scrollo il braccio per liberarmi e senza dire nulla muovo qualche passo.
 
Lui resta fermo e mi fissa, poi lo sento sbuffare e sento i suoi passi dietro di me.
 
“Ehi su ,ti ho chiesto scusa, guarda che non lo faccio spesso” dice.
 
“E dovrebbero essere affari miei?” rispondo, cercando le chiavi nella borsa. Una volta giunta davanti al palazzo di casa mia, mi volto e lui è proprio davanti a me, che si guarda intorno curioso.
 
“Vuoi che ti accompagni di sopra?” Chiede lui avvicinandosi.
 
“NO” rispondo.
 
“Rilassati, non ci stavo provando. Se proprio vuoi saperlo non sei il mio tipo. Non mi piacciono quelle senza tette. Lo dicevo per gentilezza”.
 
Cafone idiota. Mi ha definito senza tette?Quanto lo odio accidenti.
 
“Perchè tu e la tua gentilezza non ve ne andate a fare un giro?” Chiedo incazzata nera, guardandolo ,ma sono costretta ad arretrare quando me lo trovo davanti. Accidenti quanto è alto.
 
Lui nemmeno mi considera e guarda i nomi scritti accanto ad ogni campanello.
 
“Che cosa fai?” Chiedo esausta, impossibilitata ad aprire il portone, a causa dell'idiota davanti a me.
 
“Cerco di scoprire il tuo nome. Oh ecco Higurashi…Kagome” lui senza guardarmi.
 
“E tu come fai a sapere il mio cognome?” sorpresa.
 
“Beh sai, Miroku si chiama Higurashi e siete fratello e sorella e, dato che qui abita solo una Kagome Higurashi a quello che vedo...ho solo fatto due più due, mi credi davvero idiota allora”
 
“Complimenti Sherlock, ora te ne vai?” Dico stanca di averlo tra i piedi.
 
“Carino qui, io sto a circa tre isolati” dice assorto e guardandosi intorno.
 
“Non me ne frega niente” dico furiosa e lui mi guarda con un sorriso, spostandosi per farmi passare .
 
“Mamma mia, sei davvero acida di natura....”ridacchia ed io per tutta risposa gli chiudo il portone in faccia.
 
 
 
Appena entrata in casa, mi getto sul divano sul quale resto praticamente tutto il giorno. Ignoro le chiamate di Sango e mi alzo solo alla sera.
 
Arrivo al frigorifero e guardo annoiata ciò che contiene. Non ho fame, ho solo voglia di far qualcosa, così prendo la scatola di involtini primavera e la bottiglia di vino rosso, che per tutte le persone normali fa a pugni con gli involtini primavera, ma ovviamente io non faccio parte della schiera delle persone normali.
 
 Non so di preciso quanto vino ci fosse nella bottiglia, so per certo che adesso la bottiglia è vuota. Un bicchiere dietro l'altro , senza accorgermene l'ho finito tutto e devo dire che mi sento meglio. Forse un pochino confusa.
 
Prendo la foto del mio matrimonio e guardo l'espressione di Koga
 
“Era così che volevi far avverare tutti i miei sogni? Lasciandomi da sola?” Chiedo ed il Koga della foto ovviamente non risponde, così...guidata dalla mezza sbronza dovuta al vino, faccio una cosa molto stupida, prendo il telefono e compongo il numero del mio ex marito.
 
Dopo tre squilli, si attacca la segreteria e la voce dell'uomo che amo mi fa tremare.
 
“Al momento non posso rispondere, lasciate un messaggio e vi richiamerò appena possibile” conciso, formale , efficiente, impeccabile. In una parola...Koga.
 
“Sono io, tua moglie. Ex” dico di getto, mentre le lacrime prendono a scendere sulle gote.
 
“Mi manchi sai? Tantissimo .La mia vita fa schifo ed ho bisogno di te...ma tu mi hai lasciato da sola...” chiudo gli occhi e subito dopo chiudo la chiamata, gettando il telefono per terra.
 
 Un rumore fastidioso mi desta. Non ho idea di che ora sia ed il rumore fastidioso, che identifico col citofono, torna a trapanarmi le orecchie. Grugnisco guardando l'ora : le 6:00 e ricaccio la testa sotto il cuscino del divano, ma il campanello torna a suonare ed allora, con la calma di un rinoceronte alla carica, mi alzo e vado a vedere chi è che si permette di rompere le palle praticamente all'alba.
 
“Chi è?!” dico alterata.
 
“Buon dì” è la risposta che sento. E benchè sia reduce da una sbronza da vino e sia rincoglionita, ahimè, riconosco quella voce.
 
“Ma che cazzo...”sibilo, fregandomene della parolaccia.
 
“Ahi…le signorine per bene non dicono certe cose” ribatte lui, che altri non è che Inuyasha ovviamente.
 
“Si, se vengono svegliate all'alba da un idiota rompipalle” rispondo chiudendo il citofono, che puntualmente suona di nuovo.
 
“Ma che vuoi?” Urlo incavolata.
 
“Se mi apri te lo dico” risponde lui.
 
Io resto basita. Ma scherziamo? Dovrei far salire in casa un perfetto sconosciuto, che ha la capacità innata di farmi incazzare come nessuno? Persa nei miei ragionamenti, sobbalzò quando sento trillare il campanello di casa. E chi può essere se non...
 
“Non ho forzato la serratura, sono entrato appresso ad un tizio col cane” dice Inuyasha da dietro la porta. O certo...il vecchio maniaco ed il suo cane isterico, perfetto.
 
Apro la porta, ma tengo inserita la catenella.
 
“Che cosa vuoi? Che ci fai qui?” Chiedo irritata.
 
“Ho deciso di portarti a fare joggin. Ti insegno a tenere il passo e a difenderti dalle vespe” dice sorridendo.
 
“No grazie...imbecille” rispondo chiudendo la porta.
 
“Dai, guarda che non è così male. So per certo che correre la mattina presto, aiuta a far passare gli attacchi di panico”.
 
Stringo i pugni ed apro la porta come una matta.
 
“Senti un po' tu, nessuno ti ha chiesto niente. Non ti impicciare nei miei affari, capito?” sbraito e lui non fa una piega.
 
“Sai che non ho ancora capito se hai un brutto carattere di tuo o se sono io a tirare fuori il peggio di te?!” dice.
 
“Prova ad indovinare” sibilo, fulminandolo con lo sguardo.
 
“Senti...te l'ho già detto, rilassati. Non ci sto provando e non sei il mio tipo. Vedo che non stai bene e vorrei aiutarti” dice serio ed io lo fisso di colpo stupita.
 
“Perchè? Che ti frega di come sto io? Nemmeno mi conosci”.
 
Lui fa spallucce.
 
“Si chiama empatia, gentilezza...cose di cui ovviamente tu non conosci nemmeno l'esistenza” risponde con un mezzo sorriso, mentre la mia voglia di strozzarlo cresce a dismisura.
 
“No, si chiama essere impiccioni e rompipalle, ecco cosa” dico, mentre lui ride osservando il suo orologio.
 
“Dunque siamo in perfetto orario sulla mia tabella di marcia, quindi vai a cambiarti forza”.
 
“Io non ci vengo a fare joggin, men che mai con te” dico e lui sorride.
 
“Distrarti ti farebbe senz'altro bene e fare joggin è terapeutico” dice, entrando in casa senza permesso e guardandosi intorno, dirigendosi verso la cucina
 
“Ma che...”
 
“Ah...niente parolacce” mi interrompe lui dall'altra stanza.
 
Sono senza parole.
 



 Inuyasha 🍸
 
 
 
 Non so esattamente come mi sia venuto in mente, ma mi sono svegliato con una stramba idea in testa. Ieri sera ho ripensato a quella Kagome, a quello che mi ha detto circa suo marito, ed al suo modo di fare...così chiuso e scontroso. Non so perchè ma sento che è solo una facciata, una maschera, si sta rovinando la vita e so che in fondo non dovrebbe importarmi, ma so come ci si sente quando si guarda la propria vita scorrere davanti agli occhi, senza avere la voglia di cambiare le cose e quindi...vorrei aiutarla.
 
 Guardo il campanello ,e suono.
 
“Chi è?!”Risponde Kagome con voce irritata ed io già sogghigno. Mi diverte farla incazzare, non so perchè.
 
“Buon dì” rispondo e cala il silenzio, rotto infine da lei.
 
“Ma che cazzo...”sbraita.
 
“Ahi, le signorine per bene non dicono certe cose” ribatto io sorridendo
 
“Si, se vengono svegliate all'alba da un idiota rompipalle” dice lei, chiudendo il citofono.
 
Devo dire che ha sempre la risposta pronta e la cosa mi diverte non poco. Senza pensarci un secondo suono di nuovo e lei torna a rispondere, gentile come sempre.
 
“Ma che vuoi?” Urla arrabbiata.
 
“Se mi apri te lo dico” rispondo. Mi aspetto una risposta al veleno, invece sento solo silenzio. Un anziano arriva in quel momento, portandosi al guinzaglio un cane, che non fa che cercare di acchiapparsi la coda. Il tizio mi guarda un momento, poi apre il portone e torna a guardarmi ed io ne approfitto , entrando subito dietro di lui.
 
“Non la conosco” dice guardingo.
 
“Sono un amico di Kagome Higurashi" rispondo.
 
“Higurashi …oh il il 7B”dice con un sorrisetto.
 
7B. Grazie mille
 
 
 
Tre piani dopo, ecco il 7B e subito suono.
 
“Non ho forzato la serratura, sono entrato appresso ad un tizio con il cane” dico, sperando che il vecchio non si sia sbagliato.
 
La porta si apre appena, e vedo Kagome guardarmi irritata.
 
“Che cosa vuoi? Che ci fai qui?” Chiede fulminandomi con lo sguardo.
 
“Ho deciso di portarti a fare joggin. Ti insegno a tenere il passo e a difenderti dalle vespe” rispondo e sorridendo alla sua faccia.
 
“No grazie..idiota” sbraita, chiudendo la porta.
 
“Dai, guarda che non è così male. So per certo che correre la mattina presto, aiuta a far passare gli attacchi di panico” le dico attraverso la porta. Lo so perchè con me ha funzionato.
 
La porta si apre di scatto e Kagome mi fissa furiosa.
 
“Senti un po' tu. Nessuno ti ha chiesto niente. Non ti impicciare nei miei affari, capito?”
 
La guardo tra il divertito e l'esasperato.
 
“Sai che non ho ancora capito se hai un brutto carattere di tuo o se sono io a tirare fuori il peggio di te?!”.
 
“Prova ad indovinare” risponde lei.
 
Non è certo uno zuccherino, anzi.
 
“Senti... te l'ho già detto. Rilassati. Non ci sto provando e non sei il mio tipo. Vedo che non stai bene e vorrei aiutarti” le dico senza troppe cerimonie. Lei mi guarda stupita per un momento.
 
“Perchè? Che ti frega di come sto io?Nemmeno mi conosci” dice ed io faccio un'alzata di spalle.
 
“Si chiama empatia, gentilezza...cose di cui ovviamente tu non conosci nemmeno l'esistenza” le rispondo sorridendo ed il suo sguardo torna a fulminarmi. Inutile, mi diverto troppo.
 
“No, si chiama essere impiccioni e rompipalle, ecco cosa” dice, facendomi scappare una risata.
 
“Dunque siamo in perfetto orario sulla mia tabella di marcia quindi vai a cambiarti forza”.
 
“Io non ci vengo a fare joggin, men che mai con te” risponde sbuffando. Che donna cocciuta, accidenti.
 
“Distrarti ti farebbe senz'altro bene e fare joggin è terapeutico” dico, entrando. Carina la casa.
 
Mi inoltro e trovo la cucina .Oh bene, un bel caffè ci vuole.
 
“Ma che...”la sento sbraitare e ridacchio.
 
“Ah...niente parolacce” le dico.
 
“Ma sta zitto, idiota. Chi sei un fottuto terapista? Vattene ho detto” sbraita incavolata, raggiungendomi in cucina.
 
Ecco che ci si guadagna a fare buone azioni.
 
“Da quanto soffri di attacchi di panico?” Domando più serio.
 
“Io non soffro di attacchi di panico, e anche se fosse, non sono affari tuoi”.
 
Ma si, infondo è vero, non sono affari miei...eppure sono fatto così, se mi fisso in una cosa, non sono capace di lasciar perdere.
 
“Non fare la acida, cerco di aiutarti” dico sospirando.
 
“Ma io non ho bisogno di aiuto e ribadisco: non ti conosco! Quindi vattene” risponde lei.
 
“Per questo, ad ogni riferimento al tuo ex marito piangi e stai male?”
 
La vedo sgranare gli occhi, che diventano lucidi.
 
“Ma tu chi cavolo credi di essere per venire qui a giudicarmi?”
 
“Non ti giudico, ognuno reagisce a modo proprio alle cose, ma chiuderti in te stessa così, allontanare tutti...perchè lo stai facendo? Io non ti conosco è vero, ma qualcosa mi dice che tu non sei così, lo capisco da come parla di te tuo fratello”.
 
Il suo sguardo si addolcisce appena quando nomino Miroku.
 
“Ci sono passato, so che si prova a trovarsi di colpo senza uno scopo, so che si prova a vedere la propria vita scorrere davanti agli occhi, per questo non sopporto quando qualcuno si arrende”.
 
La vedo guardarmi curiosa, pur senza abbandonare il suo cipiglio incazzato.
 
“Io ce l'ho uno scopo” sussurra.
 
“Si? E qual è? Rovinarti la vita, pensando al tuo ex?”
 
Si passa una mano tra i capelli e chiude gli occhi.
 
“Vatti a cambiare” dico, bevendo il caffè.
 
 
 
 “Non posso credere di essermi lasciata convincere” borbotta irritata.
 
“Su...correre aiuta a rilassare i muscoli” ribatto, facendo del riscaldamento.
 
“Ok, possiamo andare ”aggiungo iniziando a correre con lei accanto
 
“Allora...” inizio dopo un po’.
 
“Perchè non puoi avere figli?”
 
Lei se ferma di botto e mi fissa.
 
“Non sono affari tuoi. Ma non te l'hanno insegnata l'educazione?” Risponde seria ed io faccio spallucce.
 
“Facevo conversazione...”rispondo correndo sul posto per non perdere il ritmo.
 
“Davvero? Beh trova un altro argomento” dice superandomi.
 
“Ok, miss gentilezza” bisbiglio seguendola.
 
 
Nemmeno dieci minuti da quando siamo partiti, la vedo rallentare
 
“Non sarai già stanca?” Chiedo con un sorriso e lei si piega sulle ginocchia, respirando affannosamente.
 
“Certo che sono stanca. Ho bisogno di sedermi” piagnucola.
 
“Quanto manca al parco?” Chiede poi.
 
“Secondo te? Siamo in corsa da...”mi fermo a guardare l'orologio.
 
“Otto minuti. Ma sei una davvero una schiappa”.
 
Lei mi fulmina con lo sguardo e si siede sul marciapiede.
 
“Bene ..esperimento fallito mio caro. Fare joggin non mi ha fatto sentire meglio. Non avrò un attacco di panico, ma un infarto non me lo leva nessuno”.
 
“Esagerata” dico alzando gli occhi al cielo.
 
“E poi correre aiuta ad eliminare la cellulite”
 
“Io non ho la cellulite e comunque è una balla” ribatte seccata, alzandosi.
 
“Dove vai?” Le chiedo quando la vedo allontanarsi.
 
“ A casa, dove se no” dice facendo un vago gesto con la mano.
 
Mi ha mollato da solo?!Beh...ci rivediamo domani Kagome.



Kagome  ⭐
 
 
 
 
 
“E tu sei andata a fare joggin???”Chiede Sango incredula al telefono.
 
“Solo perchè qualcosa mi diceva che non se ne sarebbe più andato altrimenti”.
 
“E dopo?” Chiede maliziosa.
 
“Dopo che?”
 
“Dopo la corsa...è ovvio”
 
Oddio. So già dove vuole andare a parare.
 
“Me ne sono tornata a casa, perchè? Che cosa ti aspettavi? Sesso selvaggio tra me ed il barista. Credevo ti interessasse”
 
“Oh te lo lascio volentieri tesoro… e comunque si! Dai è così sexy, non ti ha nemmeno sfiorato l'idea?”
 
“No!”ribatto sincera. Nemmeno per un secondo mi sono sentita attratta a lui.Si ok, è un bel ragazzo, ma...non è...
 
“Io credo che dovresti lasciarti andare con lui, divertirti ecco”dice Sango, facendomi tornare alla realtà.
 
“Lasciarmi andare? Ma che dici? E poi io non sono il suo tipo, come lui d'altronde non è il mio”.
 
“Oh cielo, non devi mica fidanzarti parlo solo di lasciarti andare” ribatte Sango.
 
Sospiro esausta. Non so nemmeno sa sarei capace di provare qualcosa. Non so se il mio corpo si è definitivamente danneggiato al punto da non farmi più provare nulla nemmeno nel sesso. Onestamente, non lo so. Nemmeno mi interessa scoprirlo .
 
“Ok senti, sono stanca credo che andrò a letto. Tu se hai tanta voglia di lasciarti andare col barista, fallo pure”.
 
“Forse dovrei visto che qualcuno non ne vuole approfittare” dice perplessa.
 
“T'ho già detto che non mi interessa e che io non interesso a lui. Il cafone mi ha chiamato senza tette” .
 
“Beh ha ragione però” dice lei ridacchiando.
 
“Vaffanculo” sbotto ridendo.
 
“E Miroku?”Chiedo cauta e la sento sbuffare.
 
“Sai che c'è? Al diavolo Miroku .Mi sono stufata di aspettare che si accorga di me, sono anni che lo faccio, adesso basta” ribatte seria.
 
“Finalmente” dico con un sorriso. Mio fratello non si è mai accorto di lei, da quel punto di vista. È la sua migliore amica, e come tale la vede, per cui si diverte a portarsi a letto tutte le ragazze che vuole senza immaginare nemmeno di ferire Sango. Idiota. Io gli voglio bene, lo adoro, ma certe volte lo strangolerei.
 
 
 
Nonostante la stanchezza, ci metto un po' ad addormentarmi. Scorro i messaggi sul cellulare, poi vado alle chiamate effettuate ed eccolo la, il numero di Koga. Avrà sentito il messaggio? Sicuramente si, ma lo ha ignorato. Probabilmente mi ritiene patetica e lo sono. Inuyasha e Miroku non hanno tutti i torti, quando dicono che mi sono chiusa in me stessa, che mi allontano da tutti, che sono acida e scontrosa. Mi sto difendendo o punendo?
 
 
 
 Il citofono mi fa sobbalzare ed io impreco poco carinamente, guardando l'ora. Le 6:00
 
“Porca miseria...”sussurro, alzandomi quando il citofono torna a suonare insistente.
 
“Buongiorno bella addormentata, pronta?”
 
“Non ci posso credere” dico affranta. Ma perchè non mi lascia in pace.
 
“Vuoi che aspetto di sotto o mi fai salire?”
 
“Voglio che tu vada via” ribatto.
 
“No, opzione non contemplata” dice lui.
 
 Esattamente come ieri mattina, ancora non mi capacito si essere in tuta, per strada alle 6 e 30 del mattino.
 
Inuyasha corre tranquillo, come se non avesse mai fatto altro nella vita, il che forse è proprio così. Mi tornano in mente le sue parole, e devo ammettere che un po' curiosa lo sono, ma non domando nulla, anche perché inaspettatamente è lui a sollevare l'argomento.
 
“Fare sport mi è sempre piaciuto, specialmente correre. Avevo anche uno sponsor che aveva scommesso su di me. Ho vinto parecchie gare, ma poi una sera mentre tornavo a casa in moto, un tizio mi ha travolto e addio sogni di gloria”.
 
Lo guardo interessata e lui continua.
 
“Ho subito delle operazioni e, nulla, non ho più potuto prendere parte alle gare. Mi son sentito perso, perché correre mi faceva stare bene, tranquillo e rilassato. I dolori al ginocchio erano insopportabili ed ho iniziato a fare un uso esagerato di antidolorifici. Non riuscivo più a studiare e mi sentivo vuoto e un bel giorno giunsero anche gli attacchi di panico”.
 
Cavolo e chi se lo aspettava.
 
“È stato un periodo terribile, con i miei che mi esortavano a reagire anche con le minacce...alla fine ho incontrato un ragazzo, lui mi ha aiutato tanto, tantissimo. Era malato ma non si è mai perso d'animo e ricordo che mi disse: tutte le volte che senti di non riuscire ad essere felice, scappa e cerca la felicità da qualche altra parte ed io l'ho fatto. Ho mollato gli studi e ho iniziato a girare il mondo e la gamba ha smesso di tormentarmi, gli attacchi di panico sono riuscito prima a controllarli, poi a farli sparire...”
 
“Mi dispiace...”dico senza sapere che altro aggiungere e lui sorride.
 
“È passata...ora sto bene con quel che ho” dice scrollando le spalle.
 
“Tocca a te” aggiunge poi ed io lo guardo senza capire.
 
“Io ti ho raccontato di me, ora tu raccontami di te”.
 
Ma guarda che tipo!
 
“Mi ha raccontato questa storiella per costringermi a parlare dei fatti miei?” Chiedo irritata.
 
“Punto primo non è una storiella è la mia vita. Punto secondo non voglio costringerti, ma sarebbe carino ricambiare il favore ,io mi sono aperto con te”.
 
“E chi te l'ha chiesto? T’ho già detto che non sono affari tuoi”.
 
Lui sbuffa, poi si ferma con un sorriso.
 
“E ora che ti prende?” Chiedo e lui scrolla le spalle.
 
“Niente. Siamo al parco”.
 
Mi guardo intorno stupita È' vero...abbiamo corso fino al parco ed io nemmeno me ne sono resa conto, perché ero presa ad ascoltare Inuyasha.
 
“Hai un buon passo...”dice porgendomi l'acqua.
 
Faccio spallucce ,senza dire nulla, ma sono fiera di me e lui sorride.
 
“Colazione?” Chiede.
 
Scrollo le spalle e lo seguo.
 
Seduti al bar, lui continua raccontarmi di suo padre e di quanto sia severo. Non ha mai accettato che avesse mollato tutto per poi ritrovarsi a lavorare in un locale, quando invece poteva diventare medico. Racconta di sua madre e della sua dolcezza, ma anche del suo caratterino.
 
Mi racconta dei tempi del liceo, di quando stava con una tizia che ha mollato per noia. Questo la dice lunga su che tipo di uomo sia adesso che ha trent’anni.
 
Mi racconta la sua vita senza indugi. Parla tanto , forse troppo, ma lo ascolto e non so perchè ,ma Koga scivola dalla mia mente per qualche ora.
 
“Tu hai sempre voluto fare la maestra?” Chiede.
 
“Si. Mi sono sempre piaciuti i bambini” rispondo cambiando subito umore.
 
Lui mi guardo serio, poi scuote la testa.
 
“Il tuo ex sta con qualcuno?”
 
Alzò la testa di scatto, sentendo una morsa allo stomaco a quell'eventualità.
 
“Non lo so”dico.
 
“Da quanto siete separarti?”
 
“Ufficialmente da un anno e mezzo. Ufficiosamente da due” rispondo senza sapere perchè.
 
“Beh,per come la vedo io, lui è un coglione e non ti amava abbastanza, se no sarebbe rimasto giusto? Quindi dimenticalo, non merita tutti questi affanni”
 
Lo fissò irritata , ma lui mi precede.
 
“Si non sono affari miei, lo so, ma se ci pensi ho ragione io” dice.
 
È così? La verità è che Koga non mi amava abbastanza ?
 
“Bene, ti riaccompagno a casa” dice alzandosi e uscendo dal bar.Camminiamo stavolta e lui mi guarda.
 
“Da quanto tempo soffri di attacchi di panico?” Me l'ha già posta questa domanda.
 
“Io non lo so “dico sincera. Mi è già capitato ma non ricordo quando è iniziata.
 
“Se ti va di parlarne io sto qua” dice una volta giunti davanti al mio portone. Devo ammettere che l'avevo giudicato male, non è proprio un idiota, è gentile dopotutto. In modo impiccione ma è gentile.
 
“Perchè ?”Chiedo.
 
“Perchè mi piace aiutare la gente. O forse perchè mi annoio” ridacchia, lasciandomi davanti al portone.
 
Lo fissò imbronciata mentre si allontana, però un piccolo sorriso mi spunta sulle labbra.



Note autore :

Oh bene eccoci di nuovo! Dunque Inuyasha decisamente un rompiballe che non si arrende, Kagome è tremendamente acida, e dato che l'ho caratterizzata io, fidatevi che peggiorerà! Per chi conosce già la storia la ⭐ di Kagome è un piccolo anticipo 😏 a prestissimo. Tanti cocktails e stelline a tutti! 
 
 
 
 
   
 
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