Libri > L'Attraversaspecchi
Segui la storia  |       
Autore: birdylove    14/02/2022    1 recensioni
Finale alternativo di "Echi in tempesta" ambientato subito dopo che Ofelia è riuscita a far uscire Thorn dallo specchio. I due innamorati dovranno ora affrontare il loro futuro insieme, ma sarà così facile? In fondo, Ofelia stessa pensa che "Thorn aveva veramente il dono di metterla sottosopra. Un attimo prima combatteva contro il desiderio di abbracciarlo, in quel momento combatteva contro l'impulso di prenderlo a schiaffi" (da "La memoria di Babel"). Infatti, nonostante abbiano appena salvato il mondo dall'Altro, Thorn è deciso a risolvere le questioni lasciate in sospeso quando aveva abbandonato il Polo, perciò si consegnerà alla giustizia e annullerà il matrimonio con Ofelia come aveva detto sulla collina quella sera. Ofelia ha ora un solo pensiero: e poi?
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Berenilde, Ofelia, Roseline, Thorn
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutt*, ecco come mi sono immaginata il ritorno di Thorn e Ofelia al Polo, spero di non averli snaturati troppo. Fatemi sapere cosa ne pensate, anche brevemente, mi farebbe molto piacere!

Risolta la situazione giuridica e annullato il matrimonio, Thorn e Ofelia tornano al Polo, ma non ci saranno più illusioni nella loro vita. Tuttavia, i due non sono soli e non sono neanche più sposati…

Dovette passare un po’ di tempo prima che Thorn riuscisse a risolvere quello che aveva lasciato in sospeso scappando dal Polo ormai più di 3 anni prima. Infatti, con la nuova umanità e le nuove terre che erano tornate al proprio posto non era stato facile sbrigare molte incombenze amministrative. Ormai non esistevano più le arche, ma si stavano ridefinendo nuovi confini anche grazie ai documenti trovati nelle terre che Eulalia aveva sacrificato spedendole nel Rovescio; inoltre, dal momento che ormai le cose erano cambiate per sempre, si decise anche di organizzare i servizi pubblici nel modo più equo possibile. In particolare, venne istituito un tribunale internazionale composto sia da membri delle Arche, sia da membri del Vecchio Mondo che fosse il più imparziale possibile. Thorn fu giudicato proprio da questo. Tuttavia, il processo, se così si può chiamare, non fu affatto lungo, infatti ormai tutti erano a conoscenza dell’esistenza di dio, dell’Altro e di tutto quello che era successo, perciò Thorn fu assolto dall’accusa di omicidio volontario e, oltre a questo, gli fu anche riconosciuto il suo ruolo fondamentale nell’aver sconfitto un terribile nemico. Perciò, insieme ad Archibald, Ofelia e la sua famiglia, fu proclamato Difensore della Pace; inoltre, i magistrati gli proposero di unirsi a loro nel loro immenso lavoro, infatti i suoi meriti come intendente erano ben noti e una memoria e un metodo come i suoi avrebbero fatto loro molto comodo. Thorn, seppur orgoglioso di aver ricevuto una proposta simile, decise di rifiutare, chiedendo invece di poter tornare nelle terre del Polo e di amministrare le cose da lì, così i giudici gli assegnarono un nuovo lavoro e una nuova casa…
 
Ofelia adorava la nuova casa, un po’ meno quella situazione. Prima di lasciare New Babel, Thorn aveva insistito perché procedessero all’annullamento del matrimonio e così avevano fatto. Così adesso vivevano nella loro prima casa con la zia Roseline, Berenilde e Victoria che venivano a trovarli due o tre volte alla settimana. Era quasi come prima che si sposassero, erano di nuovo fidanzati e per questo motivo, la zia Roseline era stata incaricata di farle da chaperon… la cosa aveva dell’incredibile. Come allora, Thorn lavorava molto, infatti faceva parte della squadra di amministratori, legislatori, politici che stava cercando di ricostruire le cose su quel nuovo ma vecchio pianeta. Tuttavia, anche Ofelia era impegnata, infatti come Thorn si occupava delle faccende burocratiche, lei era impegnata con storici, letterati, archeologi, paleontologi per ricostruire quella storia che tanto si era cercato di distruggere. La zia Roseline, dunque, aveva ben poco da intromettersi tra i due, dato che si vedevano a stento; perciò, se nei primi giorni era rimasta a casa, ben presto iniziò ad andare a lavoro con Ofelia, trovando il suo bel daffare nel restaurare tutti quei vecchi documenti. Durante le ore di lavoro, Ofelia aveva ben poco tempo per distrarsi e pensare a Thorn, ma durante il tragitto che faceva la mattina, non poteva non farlo. Memore della sua repulsione verso le illusioni, che d’altronde li accomunava, Thorn aveva ottenuto per loro una piccola casa al piano terra in riva al mare, abbastanza vicino a dove si era chinato e per la prima volta aveva posato le labbra sulle sue. Nonostante fosse ancora molto freddo, il clima del Polo si era mitigato da quando il mare del vecchio mondo era tornato al proprio posto e nei mesi più freddi ce la si poteva cavare con indumenti termici e un paio di cappotti. Per Ofelia era un compromesso accettabile, visto il panorama che poteva ammirare tutte le mattine guardando dalla finestra. Ovviamente, Thorn le aveva chiesto dove preferisse vivere una volta risolta la sua situazione giuridica, e lei gli aveva assicurato che il luogo non aveva importanza, aveva già capito da tempo che il suo posto era al suo fianco. Gli disse solo che le sarebbe piaciuto avere il mare vicino, così Thorn, aveva richiesto ai giudici, che tanto lo ammiravano, una casa per loro a Sabbie d’Opale ed era stato accontentato.

Di nuovo preso dal lavoro, Thorn era abbastanza sfuggente e la sera, quando tornavano tutti e tre a casa insieme, le lanciava degli sguardi che la facevano arrossire tutta. La zia Roseline, dal canto suo, cercava di dare ai due sempre più spazio, infatti la sua presenza era stata pretesa dalla madre di Ofelia che in cuor suo sperava che la figlia, ormai libera dal vincolo matrimoniale, tornasse con lei a casa; perciò imporre la zia come chaperon era stato l’ultima occasione di decidere per lei. Dopo ogni cena, la zia Roseline si ritirava presto in camera sua, raccomandando ad Ofelia e a Thorn di non fare tardi. I due mettevano in ordine la cucina e lavavano i piatti insieme, aiutati dal proprio animismo. In quei momenti Ofelia si sentiva davvero come se fossero tornati ai tempi del primo fidanzamento, infatti solo quando la zia Roseline usciva dalla stanza, Thorn diveniva meno rigido, iniziava a chiederle dei progressi sul lavoro, delle nuove scoperte e Ofelia era lieta di aggiornarlo sulle nuove scoperte. Tuttavia, quando per sbaglio si sfioravano le mani, o meglio, quando le mani di Thorn fioravano i suoi guanti animati, Ofelia non capiva più niente e avrebbe tanto voluto saltare in braccio a Thorn e ricoprirlo di baci, ma non era sicura che lui l’avrebbe ritenuto conveniente, infatti non aveva più provato a baciarla da prima che annullassero il matrimonio.

Mentre una sera lavavano i piatti, successe però qualcosa di memorabile. Era ormai passato un mese da quando si erano trasferiti a Sabbie d’Opale, più di un mese da quando Ofelia aveva avuto su di sé le mani bollenti di Thorn e agognava quel contatto. Così, come ogni sera, dopo che la zia Roseline si fu ritirata nella sua stanza, si alzarono per lavare i piatti, o meglio Thorn li lavava e Ofelia li asciugava aiutata dalla sciarpa. Quella sera però, la sciarpa, invece di prendere il piatto che le porgeva Thorn, si diresse più su e iniziò ad accarezzargli il collo. Ofelia, che non aveva fatto in tempo a spostarsi per evitare i cocci, saltò in ritardo bruscamente di lato, non accorgendosi che la sciarpa si era avvinghiata al collo di Thorn, così facendo lo tirò a sé. Le gambe di Thorn erano comunque più stabili delle sue, nonostante portasse il bastone e dovesse fare ancora molta riabilitazione per recuperare la gamba ferita in prigione, ma questo non gli permise di evitare di cadere addosso a Ofelia, per fortuna lontano dai cocci. Thorn la guardò allibito, ma prontamente gli chiese:
“Sei ferita? Hai toccato qualche coccio? Fammi controllare”. Non diede neanche il tempo a Ofelia di rispondere che prese ad osservarle le mani, protette dai guanti, le braccia, le gambe toccandola un po’ dappertutto. Il sangue di Ofelia ribolliva, adorava le mani di Thorn, soprattutto se le usava per toccarla, non importava che stesse solo cercando di controllare se fosse ferita. Dopo aver constatato che il corpo era integro, Thorn le prese il viso tra le mani per esaminare anche quello, e, dopo aver visto che non aveva graffi, appoggiò la fronte contro la sua, i nasi che si sfioravano. La sciarpa allora prese ad accarezzargli dolcemente il viso, al che Thorn aprì gli occhi guardandola intensamente.
“Mi sei mancato” gli disse Ofelia.
“Ci vediamo tutti i giorni e passiamo un po’ di tempo insieme ogni sera, come è possibile che ti sia mancato?” rispose lui.
“Sai cosa intendo…” disse Ofelia, un po’ stizzita dal suo modo razionale di affrontare le cose.
“Ah, intendi quello… beh noi non siamo più sposati, poi tua zia vive con noi, non credo che ci lascerebbe… non credo che dovremmo…” disse Thorn che ancora una volta sembrava non conoscesse le parole per parlare di quell’argomento delicato.
“Quindi non avremo contatti fisici fino a che non saremo di nuovo sposati?”. Ofelia non sapeva cosa pensare.
“Beh, pensavo di fare le cose per bene questa volta. Magari anche corteggiarti come meriti e come non ho mai fatto durante il fidanzamento”.
“Co-corteggiarmi?”. Ofelia non credeva alle proprie orecchie, quell’uomo dai modi autoritari, bruschi, sempre pronto a condurre interrogatori, voleva corteggiarla, nonostante l’avesse conquistata da tempo.
“Devo pur persuaderti a chiedermi di sposarti, no? E comunque, non credo che la convivenza sarà tutta rose e fiori, dovrai avere dei bei ricordi per scegliere di stare con me anche quando litigheremo. In fondo, finora dovevamo sconfiggere l’Altro, ma adesso dobbiamo solo affrontare la vita di tutti i giorni, devo inventarmi qualcosa per non farti scappare”.
“Ho lasciato la mia casa ben due volte per te, la prima per forza, la seconda per scelta. Credo che dovresti aver capito ormai che non ho intenzione di andare da nessuna parte, almeno non senza di te”.
Gli occhi di Thorn emanavano bagliori argentei, come se i suoi occhi fossero lame affilate che penetravano l’animo di Ofelia.
“Non dirlo a tua zia” le disse allora Thorn. Ofelia non fece in tempo a chiedergli cosa non dovesse dire, perché le labbra di Thorn presero d’assalto le sue, senza lasciarle abbastanza fiato per parlare per qualche tempo.
Stesa sul pavimento della cucina, con il corpo di Thorn che premeva sul suo, i cocci del piatto rotto vicini e il rumore del mare che proveniva da fuori. Non avrebbe voluto essere da nessun’altra parte.
 
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > L'Attraversaspecchi / Vai alla pagina dell'autore: birdylove