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Autore: Anown    14/02/2022    1 recensioni
Per Leshawna è un periodo storto, ha delle responsabilità in merito e rischia di trascinare con sé chi le sta attorno. Si rifà viva solo per la lettura di un testamento… potrebbe rivelarsi una terribile idea!
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harold, LeShawna, Nuovo Personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Harold si svegliò molto stordito. Aveva passato una nottata movimentata e costellata di sogni ansiogeni che lo avevano fatto svegliare più volte. Non ricordava bene cosa riguardavano e la sua memoria era confusa anche sugli avvenimenti del giorno precedente.
Guardò sotto le bende che si era ritrovato sul polso. -Ok... che sono stato morso da qualcosa di non identificato è vero... e...- rimanendo disteso sulla brandina per non infastidire la gatta che gli dormiva sulle gambe, allungò la mano per prendere il cellulare a terra e confermò di aver chiamato a sua sorella per lamentarsi di qualcosa. Notando di avere alcune unghie verdognole invece ricordò di avere sbucciato delle fave. “Ho scordato di lavare le mani...”
Il ragazzo dovette spostare da sé una scocciata Kunoichi e si alzò pensando che si sarebbe sentito meno confuso col passare dei minuti.
Apparentemente Leshawna stava ancora dormendo. Fu tentato di avvicinarsi alla ragazza senza spiegarsi il perchè, ma alla fine decise di cambiare aria uscendo dall'appartamento.
Appena messo un piede fuori dalla porta, se lo ritrovò calpestato. -Ahi!- Guardando in basso vide una bambina sulle sue scarpe che stava per perdere l'equilibrio. La bloccò prima che finisse a terra. -Signorina, fa più attenzione.- le disse Harold.
La bambina alzò il visetto imbarazzato poi fuggì dietro le gambe di una donna, Courtney.
Harold non era affatto stupito. Anche se la bambina aveva occhi e carnagione un po' più chiari, i capelli di un castano quasi rossicci e il naso un po' più rozzo, somigliava spaventosamente a Courtney. “Però la immaginavo più piccola...”
-Maya, ringrazia e scusati col signore.- disse Courtney, tenendo le braccia conserte. -E' già abbastanza sfigato di suo, non c'è bisogno di peggiorargli la giornata.-
Harold sorrise forzosamente a quell'aggiunta. “Forse è colpa mia che sono suscettibile di mattina... eh, eh...” pensò il ragazzo canticchiando nervosamente nella sua testa.
Maya si sporse timidamente dalle gambe della madre e cominciò a bisbigliare. -S-scusa se ti sono salita sui piedi e... grazie per non avermi fatto dare una facciata per terra...-
-E' a posto... L'importante è che fai più attenzione.- rispose Harold vedendo poi la bambina nascondersi di nuovo. Gli dava una stranissima sensazione guardare qualcuno tanto somigliante a Courtney comportarsi in quel modo. “Anche Courtney da piccola era così?”
-Già. Se cadi troppo, ti verrà un naso storto quanto il suo, amore.- aggiunse allegramente Courtney.
Harold la fulminò con lo sguardo poi sorrise verso la bambina. -Tua madre mi conosce da tempo. È per questo che mi prende in giro. Ma parlare in questo modo alle persone con cui non si ha confidenza come risultato più probabile ha il farsi dei nemici.- disse con fare saccente riprendendo Courtney fra le righe. “Infatti io e Courtney non siamo mai stati in confidenza... ma non voglio litigare, desidero solo restituirle la puntina di fastidio che mi trasmette... Sono innocente!”
-Capito...- bisbigliò Maya annuendo come se prendesse degli appunti mentali.
Courtney lo guardò infastidita, poi sospirò e divenne improvvisamente cortese. -Leshawna come sta? Sai, quando se ne andata dal mio appartamento sembrava veramente strana.-
-Non lo so... ieri non si è sentita bene. Tu hai notato qualcosa in particolare mentre era da te?-
-Si parla di quella signora di ieri? Credo di averle messo paura io!- disse Maya improvvisamente tanto energica da avvicinarsi a lui. Ma non sembrava divertita, voleva solo rendersi utile.
Se Maya diceva il vero, Harold non era molto stupito che avere a che fare con una bambina potesse mettere a disagio Leshawna in quel periodo. “Mi sarei dovuto ricordare che Courtney aveva una bambina per avvertire Leshawna e prepararla psicologicamente... Però non può essere bastata una cosa simile a metterla K-O... Vero?!” disse fra sé e sé intrecciando nervosamente le dita fra le ciocche di capelli.
-Probabile.- intervenne Courtney  con aria seria. -Una bambina selvatica che si nasconde sotto un tavolo per saltare l'asilo, non può non far provare angoscia per le future generazioni.- fece arrossire Maya che tornò immediatamente accanto a lei per mostrarsi disciplinata.
“Mi ricordano me e mia madre!” pensò Harold non riuscendo a non entrare in empatia con la bambina. “Forse non avrei abbastanza polso per educare un bambino...”
-Crescere una brava signorina è difficile...- sospirò Courtney. -Un valido alleato mi sarebbe d'aiuto, invece...- continuò infastidita. Harold pensò che probabilmente il padre della bambina aveva un carattere molto più libero e leggero. Poi Courtney lo stupì sorridendo leggermente come se in fondo la donna non sentisse che le cose andassero così male. -Forza, andiamo all'asilo.- disse la donna alla bambina con un'espressione abbastanza dolce e calorosa.
Maya sbuffò e seguì la madre che si fermò bruscamente. -Maya, non stai scordando qualcosa?- la interrogò.
La bambina si toccò la schiena sperando di non aver dimenticato lo zaino, per giunta sotto gli occhi di uno sconosciuto, ma lo zainetto era li al suo posto.
-Maya... devi salutare il signore...- disse Courtney rassegnata.
-A-ah...- la bambina balbettò imbarazzata. Si voltò verso Harold. -Buona giornata, signore.-
-Grazie! Anche a te, Maya. E buona giornata anche a Courtney.- rispose Harold educatamente.
Una volta che madre e figlia scesero le scale che le avrebbero portate un pianerottolo più in basso, Harold vide arrivargli addosso dal lato opposto, un oggetto circolare piuttosto leggero. “'Sta mattina sono un bersaglio mobile o cosa?!” pensò il ragazzo guardando verso la direzione da cui gli era arrivato l'oggetto e vide Max scendere silenziosamente le scale nella sua direzione. Portava con sé un mucchio di oggetti come quello che era arrivato addosso ad Harold. Li riconobbe come acchiappa-sogni.
-La strega e la bambina se ne sono andate?- chiese Max mantenendo la distanza e un tono guardingo. Quando vide Harold annuire, si avvicinò.
-Perfetto!- disse soddisfatto, precipitandosi da lui e raccogliendo da terra l'acchiappa sogni che gli aveva lanciato. -Questo è per te! Gli altri li appenderò in giro per il condominio!-
-Ah... vuoi che i condomini abbiano sogni tranquilli? Oh, che pensiero gentile...- disse Harold perplesso e sospettoso.
-No! Li ho modificati tramite dei riti trovati su internet! Visto che non so cos'altro potrei fare dal punto di vista scientifico, ho deciso di allargare i miei orizzonti e rivolgermi allo spiritismo!- spiegò Max come se si aspettasse la comprensione e la complicità di Harold che si guardò intorno prima di accettare che il ragazzino stesse parlando proprio con lui.
“N...non ricordo di avergli suggerito niente di simile... Oh no. Anche lui come Leshawna confonde aspiranti psicologi e fattucchiere?”
-Ricordi quando mi hai detto che forse avevo visto Roza nella mia stanza perchè il suo spirito si è staccato dal corpo? …Signor Depresso? Ehi! Signor Depresso!-
Harold si era temporaneamente estraniato dal mondo esterno ricordando improvvisamente di aver parlato con Roza, ma non riusciva a capire se collocare quell'incontro nei suoi sogni o ad uno stato di veglia “Ma io ne ho parlato con Leshawna ieri, quindi deve essere accaduto mentre ero sveglio! Se no... di cosa ho parlato ieri?”
-Signor Depresso!- lo chiamò nuovamente Max.
-Mi chiamo Harold!- sbuffò. -Per quale scopo avresti modificato questi acchiappa-sogni?-
Max sembrò entusiasta della domanda -Ora servono ad acchiappare gli spiriti! Se riesco a riacciuffare Roza con uno di questi, possiamo rimetterla nel suo corpo e svegliarla dal coma! A proposito, sei riuscito a scoprire dov'è ricoverata?-
-Eh... no...- Harold era combattuto... una parte di lui trovava l'idea di Max ingenuamente adorabile. Lui stesso avrebbe potuto pensare di fare qualcosa del genere per sfogare la sua sensazione di impotenza, tenendosi occupato con qualcosa di logicamente inutile, ma che avrebbe potuto dargli l'illusione di star facendo qualcosa per essere d'aiuto. Ma in quel momento non si sentiva a suo agio pensando a Roza, la sua condizione e gli strani ricordi del giorno prima. Inoltre, indipendentemente dal fatto che quegli aggeggi funzionassero o meno e che gli spiriti esistessero o meno, l'idea di pensare a un fantasmino che vagando innocentemente per conto suo si ritrovava improvvisamente intrappolato gli metteva ansia, a maggior ragione se pensava a Roza in quella situazione.
-Max, forse lasciare a Roza i suoi spazi e chiederle di rientrare nel suo corpo con le buone sarebbe un'idea migliore di costringerla. Stiamo pure parlando di una persona che ha tentato di uccidersi...-
Max divenne improvvisamente ostile. -Continuo a preferire l'ipotesi del tentato omicidio da parte della madre.- brontolò.
-E se con l'ex acchiappa-sogni prendessi lo spirito sbagliato e questo prendesse il posto di Roza? Poi Roza potrebbe rimanere senza corpo. Poverina, sarebbe così triste...-
-N-non ci avevo pensato!- balbettò Max mortificato.
Harold era stupito e imbarazzato per la facilità con cui stava manipolando l'adolescente come se fosse un bambino. Max sembrava credergli a prescindere come se stesse parlando di questioni scientifiche e perfettamente logiche.
-Forse è meglio che mi faccia venire un'altra idea...- pensò ad alta voce il ragazzino tondeggiante.
“E' proprio un bravo ragazzino...” ripensò Harold sospirando. “Magari se Leshawna conoscesse meglio i bambini ne sarebbe meno spaventata... In fondo non mi sembrano così terribili! O magari non mi trovo male con loro perchè sono una persona infantile?”
-Signor Depresso! Sembri così pallido... sicuro di stare bene? Intendo... se vuoi diventare il mio scagnozzo nuovo devi essere in salute, non mi sto preoccupando per te, ovviamente!-
-Sto benissimo... e mi chiamo Harold!-

Si congedò dal ragazzino e rientrò nell'appartamento. Anche se non si sentiva a disagio con i bambini, forse aveva avuto troppe interazioni sociali per una persona appena sveglia. La porta della camera da letto era rimasta aperta, così vide Leshawna seduta sul letto. “Oh, no... altre interazioni sociali...” pensò anche se in realtà era un po' sollevato.
-Come stai?- le chiese.
-'Na merda... Si può stare in altri modi di mattina?- rispose Leshawna mentre infastidita cercava di appiattire e dare una forma normale all'oscura selva di capelli disordinati e nodosi.
-Decisamente no, hai ragione, era una domanda stupida.- concordò Harold sentendosi stranamente a suo agio per quella reazione familiare.
-Inoltre, forse era un'allucinazione del dormi-veglia, ma sono stata svegliata da delle terribili vocine acute e squillanti, che parlavano con te. Buffo, non mi ero mai accorta di quanto mi infastidisca questo tipo di voce.- si sfogò.
-Hai un ottimo udito, stavo davvero parlando con due persone dalla voce squillante.-
-Ah... Fammi indovinare, Courtney e Mini-Courtney?- Harold annuì. Leshawna sospirò. -Solo un super udito mi mancava. Spero che questo e l'olfatto amplificato vadano via fatto uscire il bambino! Ieri non riuscivo neanche avvicinarmi per pulire quelle verdure del demonio...-
-Non penso che l'udito c'entri.- Harold trattenne il riso ricordando improvvisamente di come Leshawna e Kunoichi avevano tagliato la corda quando si era messo a rompere i baccelli dei legumi a causa del flebile odore erboso sprigionato. “...Ah? È per questo che non mi sono lavato le mani? Speravo che l'odore rimanesse tenendola alla larga?” Harold biasimò i piani deliranti del sé stesso del giorno prima con un po' di imbarazzo. Si scusò mentalmente anche con la gatta. Se il suo bislacco piano avesse funzionato, sarebbe stato un problema anche per lei.
-Sul serio, ieri non ti ho aiutato per l'odore, non è che volessi una scusa per oziare...- disse Leshawna un po' imbarazzata.
-Ti credo, ti credo.- rispose Harold mettendo le mani avanti. Era abbastanza stupito da quello strano comportamento insicuro. -E poi a me rilassa lavorare con le mani, non è problema.- “Sopratutto poter stare con te che non ti avvicini è rassicurante!”
-Già, peccato... Sai, da piccola aiutavo spesso mia madre a pulire verdure, pesce... cose così. Ieri mi hai messo un po' di nostalgia a dire la verità.-
“Sai essere inaspettatamente sentimentale... però... eh? Quindi ti ricordo tua madre?!” sicuramente non era quello che intendeva, ma era un pensiero un po' imbarazzante e lo tenne per sé. Non riusciva ancora a capire quanto era il caso di stare in confidenza con la ragazza, né se lei si facesse gli stessi problemi. L'idea che non fosse così lo infastidiva un po'.

Harold percepì per buona parte della giornata una sensazione sgradevole. Si sentiva osservato e casualmente quando si girava trovava sempre Leshawna che distoglieva improvvisamente lo sguardo. Mentre era seduto al tavolo per studiare non ne potè più. -Leshawna, potresti smetterla di fissarmi ossessivamente?-
-Non ti sto affatto fissando, caro il mio paranoico! ...È solo che l'appartamento è piccolo e tu sei l'unica cosa che si muove qua dentro oltre a me. È normale che mi cada accidentalmente l'occhio su di te.-
-Anche Kunoichi si muove.- disse indicandole la gatta che proprio in quel momento saltò per acchiappare una mosca. Riuscì a mangiarla.
-Mi fa un po' schifo...- commentò Leshawna. Harold sembrò offeso, anche la gatta fulva cominciò a fissarla come se si fosse sentita chiamata in causa. -Siete entrambi un po' inquietanti ora che ci penso...-
-Magari potresti impiegare il tuo tempo in modo un po' più costruttivo. Quando è che hai esami, ora che ci penso?-
-Harold, questo è un colpo basso.- disse la ragazza guardandolo storto.
-Scherzi a parte, hai qualcosa di cui vuoi parlarmi?- nel momento in cui lo disse, si rese conto che era da quando erano tornati a casa dall'ospedale il giorno precedente che Leshawna si comportava in quel modo. Era come se volesse parlargli o se stesse pensando intensamente a qualcosa che aveva a che fare con lui. “Ero troppo concentrato su di me e i miei problemi per darci importanza...”
-Non disturberei mai uno studente modello.- disse Leshawna in tono canzonatorio tentando di togliersi di impiccio.
-Mi disturbi molto di più tenendomi sotto costante osservazione.- disse sorridendo nervosamente. -Se vuoi davvero parlarmi di qualcosa, coraggio, spara! Sono a tua completa disposizione! Se le tue attenzioni derivano invece dal fatto che sono diventato improvvisamente irresistibile, beh, molto lusingato, ma ne farei volentieri a meno!-
-Imbecille.- sentenziò Leshawna sistemando nervosamente i capelli. -Ehm, ecco... Però non sembrare così serio e concentrato! Mi metti a disagio!- allora Harold finse di dormire adagiando la testa sul libro e chiudendo gli occhi, ma la innervosì maggiormente.
-Qualunque cosa tu mi dica, non sarà più strano del mio discorso di ieri, vai tranquilla.- le disse aprendo un occhio. Apparire più deboli per far abbassare la guardia agli altri era probabilmente la sua mossa preferita. Utilizzarla con Leshawna per metterla a suo agio era rischioso, lei detestava quel comportamento. Ma in quel caso, stranamente sembrò funzionare. Paradossalmente Harold si sentì un po' a disagio “Perchè i miei fallimenti risultano motivazionali per gli altri?”
Leshawna decise finalmente di parlare. -Io e te dobbiamo diventare genitori, giusto?-
“...Perchè me lo chiedi come se sperassi che ti rispondessi che è tutto un pesce d'aprile?” pensò Harold annuendo un po' teso.
-Non pensi che magari fra qualche anno potresti avere una specie di crisi di mezza età anticipata ed uscirtene con qualcosa del tipo “Oh, no! Ho sprecato la mia giovinezza! Ora come faccio? È tutta colpa di quella donnaccia!”-
Harold rimase interdetto “C-che razza di idea hai di me?! No, aspetta... sicuramente non era questo il senso della domanda...” prese un respiro profondo e le fece cenno con la mano di attendere. -Sto elaborando.- annunciò. Nel mentre Leshawna annuì con aria nervosa.
-Bene...- esordì Harold dopo averci pensato. -Mettiamo che l'Harold di un universo parallelo non abbia voluto saperne niente di te e del bambino. Presto o tardi, potrebbe comunque pentirsene e pensare; “La mia vita non ha condotto a nulla di buono. Forse se avessi cresciuto quel bambino, ora non mi sentirei così vuoto.” Mentre l'Harold di un'altra dimensione che ha preso la stessa decisione, ma ha avuto una vita più soddisfacente potrebbe comunque sentirsi in colpa; “Chissà come starà ora quel bambino? Leshawna l'avrà tenuto? Sarà stato adottato? Forse sono stato irresponsabile ed essere padre in anticipo non sarebbe stato così terribile.”- Leshawna gli sembrava particolarmente a disagio mentre lo ascoltava.
-Leshawna, capisci cosa intendo? È inutile che io prenda decisioni pensando a cosa potrebbe recriminarmi la mia versione del futuro. Tanto una scusa per prendersela con me l'avranno comunque. Devo pensare al me del presente... e Harold nel presente pensa che si sentirebbe estremamente irresponsabile a lasciarti a sbrigartela da sola e che non odia tanto l'idea di fare il genitore anche se è molto, molto atterrito... Inoltre non so bene cosa si intenda per sprecare la giovinezza...- ammise un po' imbarazzato.
-Non amo particolarmente uscire e non sono mai stato un animale da branco, ci ho provato ma...- “Preferivo stare con te... O-ok, qualcuno licenzi la rete neurale responsabile di questo pensiero!” -Non era così divertente alla fine e crescendo la vita del libertino ha perso il suo fascino su di me.- “Inoltre da quando ho cominciato ad essere depresso è come mi fosse caduto! ...Ed è anche un bene. Essere sia depressi che allupati sarebbe una tortura, almeno ho un pensiero in meno. E poi forse non ho mai voluto essere libertino, volevo solo stare con te... Ripeto! Qualcuno licenzi quella rete neurale!” -Essere genitore mi toglierà sicuramente molto tempo libero e non posso sapere quanto, ma durante il periodo che ho vissuto da mia sorella ho badato a tempo pieno a Riff e non mi ha dato problemi... onestamente penso che sia qualcosa che posso affrontare.
Se il me del futuro si scorderà che il me del presente aveva esigenze diverse dalla sue e dovesse rimpiangere le mie scelte, pazienza. Se ti userà come capro espiatorio, hai la mia autorizzazione a picchiarlo!- disse serio, poi si ammorbidì. -Potrebbe piacergli, magari avrà sviluppato una forma di masochismo di cui non ti sei resa conto.- scherzò per alleggerire l'atmosfera.
-Lo so già che hai sviluppato qualche forma di masochismo...-
-Oh... non dovevi prendere così sul serio le mie battute.- mormorò imbarazzato.
Poi la donna sorrise tristemente mettendolo a disagio. -Sei sicuro che non sia come la storia della volpe che non riuscendo a raggiungere l'uva, dice che tanto non l'ha mai voluta perchè era certamente acida? Magari pensi che non rimpiangeresti la tua giovinezza perchè pensi che tanto non riusciresti ad avere comunque una vita sociale soddisfacente...-
-Magari le mie capacità sociali non sono come quelle degli altri, ma ho sempre fatto del mio meglio e ne sono soddisfatto. Forse il me che prenderà il mio posto se ne scorderà e penserà che non ho fatto abbastanza, ma ripeto, sono problemi suoi. Tutte le decisioni che ho preso sono state fatte per dei motivi.- disse assumendo lo stesso sorriso triste della ragazza. -Vorrei che almeno tu lo tenessi a mente...- “...Perchè suona tanto come la dichiarazione di qualcuno che morirà da un momento all'altro?!” cercò di sfuggire alla malinconia assorbita da Leshawna.
-P-poi i discorsi sulle crisi di mezza età sono senza senso!- dichiarò Harold ridendo nervosamente, poi sospirò e tornò serio. -Temo che alla fine il problema non siano le decisioni prese. Semplicemente si avverte il tempo che passa e si vorrebbe tornare indietro o si idealizza il passato e si pensa di essere stati meglio a prescindere.-
-La tua solita arroganza. Parli di qualcosa che non hai mai sperimentato.- la ragazza lo criticò bonariamente, ma con un quantitativo preoccupantemente basso di energie. -Sei un po' strano quando parti di te stesso del futuro o te stesso di un'altra dimensione come se parlassi di persone differenti da te...- osservò Leshawna riassorbendolo nel suo umore melanconico.
“Perchè mi sento come se il me stesso di ieri fosse morto e io fossi nato solo questa mattina nonostante abbia dei ricordi degli Harold precedenti... è come se non riuscissi più a riconoscermi nei ricordi.
Chi è quell'uomo dalla postura storta con i capelli rossi e gli occhiali? Perchè ha fatto quelle cose? Cosa provava mentre le faceva? Perchè le sue reti neurali insistono su Leshawna? Se quello di prima non c'è più ed io ho i suoi ricordi, anche io scomparirò e il me stesso del futuro si ritroverà una versione annacquata dei miei ricordi?” Harold si trattenne dal ridere. “E' solo colpa della mia instabilità emotiva! Devo tranquillizzarmi e non pensarci più. Tutto si sistemerà senza nemmeno che me ne accorga!” alla fine il ragazzo emise un flebile verso vagamente somigliante a una risatina. “Si risolverà tutto perchè morirò lasciando il posto ad un Harold meno difettoso e tutto questo avverrà, senza che né io né lui ce ne accorgiamo...”
Una mano gli si posò sulla testa. -Harold, è tutto ok?- chiese Leshawna. Era preoccupata ma non sembrava più malinconica e indebolita, aveva riacquistato il controllo. Un instante dopo si ritrassero entrambi.
“Giusto! Sto pensando troppo a me! Devo pensare ai problemi di Leshawna per scappare dai miei, è uno scambio equo di favori.” riprese il controllo del respiro. Gli sembrava di star scappando da qualcosa che lo prendeva per la gola e cercava di risucchiarlo al suo interno. Se si concentrava, aveva l'impressione di poter avvertire il fiato della bestia sul collo. “Devo mostrare più contegno, altrimenti lei non prenderà più sul serio!” si rimproverò. “Però... preoccupandosi per me è tornata più simile alla Leshawna che ricordavo... Forse il mio compito è questo?” Si schiaffeggiò mentalmente. “Che idea idiota!”
-Scusa se ti ho fatto preoccupare, stavo avendo dei terribili crampi al tendine del piede.- Harold decise di usare come capro espiatorio una sensazione che Leshawna conosceva e che trovava molto dolorosa. Come previsto, la ragazza empatizzò istintivamente e almeno apparentemente si distrasse dall'indagare oltre. -Comunque, io ti ho detto come la penso e perchè ho preso la decisione di assumermi la responsabilità della tua gravidanza, ma cosa pensa la Leshawna del presente a riguardo? È quella la cosa veramente importante, non cosa temi di pensare in futuro...- “Non mi hai parlato di una mia eventuale crisi di mezza età anticipata perchè temevi che fossi io ad averla, non è così?”
-Non saprei spiegarmi nel tuo modo strano...- sbuffò Leshawna.
-Uhm... Tranquilla, non mi aspetto questo...- Harold si rese conto che non aveva mai realmente saputo cosa ne pensasse Leshawna della situazione. La considerava una persona molto razionale al di là degli scatti d'ira. Quindi si era limitato a dare per scontato che sapesse quel che faceva. Inoltre dopo che lei aveva scoperto di essere incinta, era diventato molto difficile parlare della situazione con tranquillità e lucidità.
-In realtà mi sembra inutile parlarne, tanto per abortire è tardi.- disse Leshawna.
“...Ok.” non era così stupito o sospettoso per la risposta, era sempre stata piuttosto pessima a spiegarsi quando era un minimo nervosa. -Non è corretto.- disse Harold con calma. Per un attimo ebbe l'impressione che quel tono la irritasse. -Potresti decidere di affidare il bambino a qualcun altro... I tuoi genitori sono ancora giovani e tua madre era interessata...-
-Dovrei scappare il più lontano possibile da loro in caso! Sarebbe piuttosto ridicolo e imbarazzante crescere con i nonni e nel mentre avere una madre incapace...- farfugliò imbarazzata -E perchè quella donna parla di queste cose con te?!- si sfogò.
-Uh, vediamo... Forse perchè non eri rintracciabile?!- rispose Harold cercando di mantenere un tono neutro e fallendo miseramente.
-Ah... è successo durante la mia latitanza, ok...- mormorò la ragazza irrequieta.
-Inoltre... in realtà...- Harold sospirò. -Anche mia sorella sarebbe interessata. Lo fa per me.- confessò. -Mi ha detto che se mi occupo di Riff e della casa a tempo pieno, può tenere me, il bambino e Kunoichi.- Lui e la sorella avevano parlato dell'eventualità che Leshawna non volesse occuparsi del bambino quando la ragazza era ancora scomparsa e Harold si era stabilito in casa sua. Celia per rassicurarlo che non sarebbe stato un disturbo gli aveva rivolto un'espressione particolarmente divertita e quasi sadica; “Non preoccuparti, fratellino. Ti metterò a lavorare molto duramente, non avrò pietà...”
Quando Harold le aveva fatto notare che poteva essere un problema per la privacy sua e di suo marito, l'espressione della donna si era ammorbidita. “Abbiamo un bambino di quattro anni, è molto più facile avere privacy con te che ci badi. Ha anche cominciato a svegliare te di notte e non noi!” aveva aggiunto ghignando.
-Bene, quindi si rischia la faida familiare? Sapevo che poteva andare a finire così... Da un punto di vista giuridico sembra un inferno!- disse Leshawna. Harold e sua madre, da un punto di vista caratteriale erano molto compatibili. Ma nonostante la donna lo considerasse un bravo ragazzo anche intelligente, lo vedeva come poco più che un bambino. Probabilmente non sarebbe stata d'accordo nel lasciargli l'infante se Leshawna si fosse tolta dall'equazione e Leshawna era d'accordo, Harold era troppo piccolo ed emotivo.
-E' per evitare una faida che hai deciso di tenerlo?- le chiese Harold con tono calmo, ma sguardo indagatore. Lei lo osservò con serietà ma non sembrava interessata a rispondergli. -Ci sono altre due incognite...- aggiunse Harold per continuare quel tragicomico quadro della situazione. -Tuo padre non so se è o meno in accordo con tua madre...-
-Lo sarà, tendenzialmente la segue a ruota.- disse Leshawna interrompendolo, poi lo lasciò continuare.
-Mentre il mio... Beh, è inutile parlarne! Non è che lui possa decidere così a caso di diventare il tutore di tuo figlio... ma mi da comunque fastidio!- ammise innervosito -Cosa diavolo sarebbe? Una specie di tentativo di avere una seconda possibilità? Con me? Insomma... tutti commettiamo degli errori, però... Era un errore? Lui lo considerava un errore? Perchè a me sembra che le nostre strade si siano divise molto pacificamente, mica sono arrabbiato! ...Mi manda davvero in confusione!-
-Mi sono persa, il soggetto era tuo... padre?-
-Lasciamo perdere.- sbuffò Harold.
-Comunque non devi preoccuparti, ho deciso io di tenere il bambino.- disse Leshawna cercando di apparire sicura di sé come al solito. -E' solo che inevitabilmente ho le mie preoccupazioni e mi sento nervosa e... ah...- sospirò perdendo quell'apparenza che si era costruita. -Quanti anni ha secondo te, Mini-Courtney?- gli chiese con serietà.
-Forse quattro, massimo cinque... cosa c'entra?-
-Quindi Courtney l'ha avuta fra i diciassette e diciotto anni... Courtney, quella tutta perfettina, con tutti i suoi progetti rigidi e immodificabili da perfettina... E' rimasta incinta a quell'età eppure sembra che in qualche modo se la cavi...- osservò irrequieta. -N-non che goda delle disgrazie altrui! È-è che... intendevo...-
-Beh, Courtney mi è sembrata tranquilla e visivamente in salute. Se proprio lei che ti sembra incompatibile con una maternità prematura se la sta cavando dovresti essere più fiduciosa, no? Possiamo farcela pure noi, no?- le disse cercando di tranquillizzarla.
-Col cazzo! Mi sento ancora più inadeguata... ho la sensazione che possano farcela tutti tranne me!-
-Sai che è molto irrazionale tutto ciò? Non sei nella testa di Courtney e non c'eri neanche durante la sua gravidanza.- ebbe di nuovo l'impressione che il suo tentativo di essere calmo e razionale la irritasse. “Io non so che altro fare!” si sfogò Harold internamente.
-Grazie della notizia! Non sono scema, ma... N-non mi aspetto che tu capisca. A te piaceva badare a Riff quando era appena nato e passavi molto tempo appresso a lui e tua sorella... Infatti, svenimento iniziale a parte ti sei adattato spaventosamente bene alla notizia della mia gravidanza! Per te sembra facile adattarti a qualunque cosa! N-non fraintendermi! Ti ammiro per questo, eh!- la ragazza si corresse per non sembrare aggressiva nei confronti di Harold.
Lui sembrava a disagio, poi le sorrise nervosamente.
-Leshawna, in realtà c'è stato un... fraintendimento, diciamo. Io sono diventato consapevole della tua gravidanza, lo stesso giorno in cui tu ne hai avuto la conferma. In realtà quando ti sei decisa a parlarmene, io avevo già avuto già avuto una settimana di tempo per riflettere sulla cosa e adattarmi all'idea.- ammise il ragazzo.
Leshawna era molto guardinga. -Come... Come diavolo l'avresti scoperto?-
-Beh. Hai gettato il test nel sacchetto per la raccolta differenziata della carta! Mi ha fatto venire un colpo, temevo che fossi impazzita e ci avessi gettato un termometro! Poi l'ho tirato fuori e la realtà era molto peggio di ciò che pensavo! Non riesco a spiegarmi la cosa se non pensando che desiderassi essere scoperta inconsciamente.- raccontò Harold quasi divertito.
Leshawna voleva sotterrarsi. Non poteva credere di essersi fatta scoprire così facilmente, ma aveva ricordi molto confusi dei minuti successivi al test di gravidanza, per lei era stato traumatico.
-Però volevo che fossi tu a darmi la notizia, così ho aspettato... e aspettato... e aspettato ancora mentre tu ti comportavi come se nulla fosse. Ho anche rimuginato parecchio nel mentre, sul perchè non volessi dirmelo...- Harold si interruppe come se ci fosse qualcosa di cui non voleva parlare.
Leshawna sbuffò e mise le braccia conserte. -Quindi, sei davvero capace di simulare uno svenimento alla fine.-
Harold guardò verso il basso con aria indecisa. -Non è esattamente così, Leshawna.- tornò a guardarla negli occhi. -Fingere uno svenimento non è fra le mie doti. In realtà, dopo un po' di giorni in cui non sembravi intenzionata a dirmi nulla, ho cominciato a pensare che il motivo era che il bambino non era mio. Ma volevo comunque che fossi tu a rivelarmelo e che fossi sincera con me... Per cui è stato contemporaneamente un sollievo e una sorpresa quando hai attribuito a me la paternità. Ma in quel momento l'eventualità che trovavo più probabile e a cui mi stavo preparando era un'altra, così non ho retto lo shock emotivo e sono svenuto davvero...-
-Ah?- Leshawna cominciava a sembrare arrabbiata. -Grazie della fiducia!-  disse sarcasticamente mentre cercava di trattenersi. “Bastardo, bastardo... hai così poca fiducia in me, bastardo?” -Ma ti è bastato che io non ti dicessi di essere incinta di un altro, per fidarti?- lo prese in giro mentre le sue labbra si piegavano in una smorfia aggressiva. Si sentiva molto accaldata e le interiora sembravano contorcersi nel suo ventre.
-Mi fido del fatto che tu sia genuinamente convinta che la causa della tua gravidanza sia io. So che non mi mentiresti su una cosa simile.- ribattè lui freddamente.
-Ah. Quindi pensi di non essere la causa ma che io ne sia convinta?- disse Leshawna, arrivando alla sua conclusione con le mani che tremavano per la rabbia.
Il ragazzo serrò la mascella. Cercava di rimanere razionale e calmo, ma non riusciva a dire niente.
-M-ma che cazzo...- balbettò Leshawna. Si sentiva furiosa, moriva di caldo e aveva la muscolatura irrigidita ma non poteva percuoterlo. Aveva moltissime cose da dirgli, ma istintivamente stabilì che la priorità doveva essere trovare un modo per fargli male. -Mi fai profondamente schifo! Quindi saresti così debole da tenerti una donna che ti tradisce e un bambino che non è nemmeno tuo?!- disse schernendolo ferocemente.
Harold rimaneva bloccato e con le labbra serrate, ma respirava dal naso in modo veloce e pesante.
-Mi rendi anche difficile litigare!- continuò Leshawna gesticolando come se dovesse colpirlo da un momento all'altro. -Rischi di piangere, poi di avere un attacco d'asma, alla fine di rovesciare per lo stress! O non riesci a dire una parola o non si capisce un cazzo di ciò che dici! S-sei... sei...-
-Vuoi stare zitta?!- rispose Harold respirando affannosamente. Nel suo scattare in piedi aveva rovesciato la sedia per sbaglio, ma la gatta anziché scappare spaventata dal rumore, si avvicinò per osservare la situazione insolita.
Harold ci mise diversi secondi per riuscire a dire altro in modo comprensibile, ma Leshawna gliene diede il tempo. -E' grazie alla mia debolezza che puoi stare qui! Ti fa schifo? A-abbi la dignità di andartene!- nonostante sembrava dover crollare da un momento all'altro, per un attimo il ragazzo riuscì ad intimorirla.
-Perfetto! Tanto stare con te è un inferno! Non capisco come sia riuscita a sopportarti per...-
-Vattene! Fai le valigie e vattene!- il ragazzo la interruppe ripetendolo. “Vattene, vattene, vattene...” continuò a mormorare ossessivamente nascondendo il volto sbiancato fra le mani.
Leshawna sentiva il bisogno di prenderlo in giro, ma venne interrotta da Kunoichi che miagolava tirando la gamba di Harold, come se cercasse di attirare la sua attenzione per chiedergli il motivo di quel comportamento anomalo.
Distratto dalla gatta, il ragazzo non riuscì più a mantenere la rigidità e cominciò a singhiozzare e lacrimare.
Presa dalla foga, Leshawna stava per dargli una manata ma si bloccò in tempo con la mano alzata davanti alla faccia del ragazzo. Lui sembrò disorientato e amareggiato.
-Eh...- sospirò Leshawna. Odiava fino alla follia le persone che frignavano per fare le vittime durante i litigi, ma non poteva e non voleva colpirlo. “Sei tu che ti sei comportato di merda! Non io... finiscila!” non lo disse, non poteva ammettere di essersi sentita ferita.
Harold cercò inutilmente di darsi un contegno, ma balbettò. -L'amore può spingere a comportamenti stupidi, ma tu non puoi capirlo! Sei sempre stata con me per inerzia... Ti conveniva e basta... e non avevi nessun altro...-
-Ah sì? Come farei a tradirti se non avessi nessun altro, eh? E cosa vorresti dirmi? Che hai accettato un presunto tradimento per amore?- “Bugiardo! Non lo accetteresti se mi amassi, ma non dubiteresti neanche di me!” -Non è amore, è solo demenza e desiderio di umiliarsi!-
-Te l'avevo detto...- disse il ragazzo con una flebile risata disperata. -Tu non puoi capire.- si voltò staccando la gatta dalla gamba. -Fai le valigie e vattene.- ripetè un'ultima volta singhiozzando, poi si chiuse in bagno.
Kunoichi cominciò a prendere a pugni la porta come se si fosse offesa. Leshawna bussò con forza, istintivamente sentiva il bisogno di angosciarlo col rumore. Invece a spaventarsi fu Kunoichi che si gonfiò tutta e cominciò a soffiarle. Leshawna la imitò e partì una sorta di strana gara tra le due che venne interrotta da Harold:
-Vuoi direttamente un'ascia per bussare?!- esclamò Harold da dietro la porta.
-Non sono il lupo cattivo! E poi che razza di reazione è chiudersi in bagno?!-
-S-sei capace solo di criticarmi? Che persona triste!-
-Guarda che non puoi occuparmi il cesso!- per tutta risposta, Harold le fece arrivare le chiavi attraverso la fessura sotto la porta. -Idiota! E se io non volessi farti più uscire di la?!-
-Son cazzi miei! E poi, posso uscire quando voglio!-
-Sicuramente!- Dopo aver dato un'ultima botta con la mano, Leshawna se ne andò. Il suo istinto sadico e vendicativo attendeva impazientemente che Harold cominciasse a supplicarla disperatamente di farlo uscire dal bagno. Era come se la sua anima stessa avesse bisogno di quella scena. “Che idiota... Perchè mi ha dato la chiave mettendosi in questa situazione? Non riesco ad accettarlo!” pensò con amarezza. “In che altro modo pensa di usci... Cazzo, la finestra del bagno!”


Angolo dell'autrice:

Salve a tutti, mi scuso come al solito se non riesco a pubblicare più velocemente.
Spero che i punti di vista e le reazioni dei personaggi siano comprensibili anche se manca qualcosa. Descrivere pensieri e sensazioni irrazionali è complicato, ma spero di riuscirci almeno un po'.
Mi auguro che questo capitolo risulti di vostro gradimento. È ironico e accidentale che sia stato pubblicato proprio a San Valentino.
In realtà dovevo arrivare a questa parte della storia prima, ma sono pessima a prevedere la lunghezza dei capitoli pur sapendo cosa devo inserirci inoltre lasciare Roza in vita mi ha rallentato, ma ho preferito gestirla in questo modo.
Vi ringrazio per la lettura, spero possa risultare piacevole.
  
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