“U..Una settimana fa..”
Sento il cuore perdere di battiti. Una settimana è passata da quando lui se n’è
andato. Io.. non so che pensare, che dire. Mi sento talmente spaesata. Eppure i
miei ricordi sembrano ancora più lontani. Sento un groppo in gola, ma non
voglio piangere. Non posso farlo per Bill. Dobbiamo essere forti e sostenerci a
vicenda. Ma essere forti è difficile in queste situazioni. E il bambino?? L’ho
perso sicuro?? Io… io non so niente. E poi quel bambino…era l’unica cosa che mi
rimaneva di Tomi. Era il nostro
bambino. La mia mano scende fino ad arrivare al mio ventre. Bill nota il mio
movimento e abbassa lo sguardo. Mi abbraccia. Io lo stringo forte. Nonostante
tutto è un angelo. Gliene sarò sempre grata. Mi sta aiutando tanto, troppo in
questo momento. Lui.. sta mettendo da parte il suo dolore per stare vicino a
me, per non farmi stare male. Affondo il viso nel suo petto. Inspirando il suo
profumo e cercando di trattenere inutilmente le lacrime. Per calmarmi cerco di
concentrarmi sui battiti del suo cuore. Non ce la faccio. È inutile, tutti gli
sforzi che faccio sono vani. Klaudia è ancora lì, sulla porta. Sembra che stia
aspettando qualcosa. Ma cosa?? Io di ‘sta situazione non ci sto capendo più
niente. Tom è morto da una settimana, Kla e Bill hanno litigato per chissà
quale motivo ed io.. io sono sempre più confusa. Sempre più disorientata. Sempre
più persa. Sempre più stordita. Non so più
cosa fare, cosa pensare, cosa credere. Mi sento talmente sola in questo
momento. Potrei avere chiunque accanto, ma mi sentirò così fino a quando non ci
sarà LUI al mio fianco. Ma lui non c’è più, quindi devo farcela da sola. Vorrei
poterlo vedere per l’ultima volta. Vorrei poter andar via con lui. Ma non
potrei mai lasciar Bill, qui, da solo, indifeso. Non potrei mai fargli un torto
del genere. E poi come la prenderebbe Tomi?? S’incazzerebbe di sicuro. Ogni
volta che mi tagliavo, lui mi dava uno schiaffo. Ma sapevo che ogni volta che
mi dava quegli schiaffi, era come se lo dava a se stesso. Infatti, tornava dopo
dieci minuti e, abbracciandomi, mi chiedeva scusa. Io e lui ci conoscevamo da
una vita, ma non ha mai capito perché lo facessi. Non ha mai capito perché cambiavo
ragazzo con la stessa frequenza in cui cambiavo le mutande. Non ha mai capito
che io in quei ragazzi cercavo qualche somiglianza con lui. Eppure, non ho
trovato la “felicità” fin quando lui non ha deciso di mettersi la testa apposto
e cercare di impegnarsi in una relazione seria. Da quando stavamo insieme io
non l’ho fatto più. Non ho toccato più un rasoio, e se l’ho fatto è stato solo
per depilarmi. Avevo paura che lui mi lasciasse, che quel sogno potesse cadere
dall’alto dei cieli.
Abbraccio Bill. Abbracciare lui è come se stessi abbracciando Tomi.
“Non vedi come l’hai ridotta??”