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Autore: Silvy7s    18/02/2022    1 recensioni
Dopo un anno in cui la normalità non era più quella che si conosceva, dove i sorrisi venivano nascosti dalle mascherine, dove un solo abbraccio poteva essere pericoloso, Vera sperava di poter ritrovare il sorriso spensierato di un tempo. Le restrizioni legate al Covid-19 venivano man mano allentante e si cominciava a respirare una leggera aria di libertà ma per la diciannovenne l'incubo era appena iniziato. Una semplice pallina scoperta per caso all'interno del seno stava per stravolgerle la vita.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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L'aria fredda di gennaio era tagliente come un rasoio ma questo non fermò me e la mia migliore amica dal fare la nostra solita passeggiata al lago. Uno dei pochi lati positivi del dover sempre indossare la mascherina era che proteggeva il volto dal freddo. 
- Allora come sta andando con Katy? - chiesi alla mia amica. 
I suoi occhi color caffè si illuminarono a quelle parole e il suo volto si aprì in un sorriso.
- Molto bene direi - rispose
Ero contenta che avesse finalmente trovato qualcuno che la completasse dopo tutte le delusioni passate, avevo il presentimento che questa ragazza fosse quella giusta non appena me l'aveva presentata.
Ricordo ancora perfettamente il giorno in cui incontrai Ylenia, eravamo all'asilo e lei era nella sabbiera a giocare, o meglio, a litigare con un altro bambino perché le aveva distrutto il castello di sabbia, non aveva un'aria molto rassicurante all'epoca, nonostante fosse minuta aveva i capelli corti e ricci che le ricadevano sul volto donandole un'espressione minacciosa, una volta che imparavi a conoscerla, però, diventava un'amica inseparabile e i nostri sedici anni di amicizia lo dimostravano, non sarei mai riuscita a superare certe cose senza di lei, come per esempio la scomparsa di mia nonna. Per me era stato davvero un gran brutto colpo, soprattutto perché avevo solo dieci anni. 
Lei era sempre stata come una seconda madre per me, quando i miei genitori lavoravano ero sempre con lei, mi faceva giocare, cantavamo, la aiutavo a cucinare, a sistemare, preparavamo le torte insieme, quando se ne andò mi sembrò di essere sprofondata nel vuoto.
Mentre ero persa nei miei pensieri sentii il telefono vibrare nella tasca dei miei jeans neri, era una chiamata in arrivo da un numero sconosciuto e risposi sperando che fosse qualcuno che mi contattava per lavorare. 
- Pronto? - 
- Salve la contatto dalla communication service, abbiamo ricevuto il suo curriculum e vorremmo proporle un colloquio di lavoro, lei sarebbe disponibile? - rispose una voce squillante dall'altro capo del telefono. 
- Si certo – dissi entusiasta sotto allo sguardo curioso della mia amica 
- Perfetto, riuscirebbe a venire qui domani pomeriggio alle quattordici? - chiese
Io acconsentii felice così mi indicò la via in cui recarmi e un recapito telefonico da contattare in caso di problemi. 
Dopo qualche istante cominciarono a venirmi dei dubbi, non ricordavo di aver spedito il curriculum a quell'azienda ma mi misi l'anima in pace pensando che tra tutti quelli che avevo inviato probabilmente mi ero dimenticata di quella società. 
- Allora chi era? - mi chiese Ylenia
- Un'azienda, mi hanno chiamato per un colloquio da fare domani – esultai 
- Stai attenta però, stanno girando tantissime truffe in questo periodo – mi avvertì 
- Lo so, domani al colloquio vedrò di cosa si tratta, se non sembra una cosa seria lascio perdere ok? - 
- Va bene, per qualsiasi cosa chiamami, va bene? 
- Va bene -. 
 
Tornai a casa e, durante la cena, informai i miei genitori della chiamata che avevo ricevuto nel pomeriggio, anche loro però mi misero in guardia su una possibile truffa ma ero più che sicura che non lo sarebbe stata, mi avevano parlato di un lavoro di ufficio ed io ero stata molto attenta agli annunci in cui mi candidavo, selezionavo solo quelli di addetti alla vendita e receptionist. 
Andai a fare una doccia prima di mettermi a dormire, preparai il bagnoschiuma ai fiori di magnolia e thè bianco, uno dei miei preferiti, insieme ad uno scrub all'albicocca. 
Mi posizionai sotto al getto d'acqua caldo e cominciai a massaggiare tutto il corpo con lo scrub fino a quando passando sulla zona del seno sentii una strana massa all'interno, il mio cuore saltò un battito e il fiato mi si mozzò. Sembrava non avere una forma precisa, erano tante palline attaccate l'una all'altra e si spostava facilmente sotto la pelle. Nella mia testa si fecero strada mille paure e dubbi, il mio cuore accelerava sempre di più i battiti facendomi venire il fiatone. Volevo urlare a squarciagola, chiamare mia madre e chiederle cosa fosse ma feci un respiro profondo e tentai di calmarmi. Dovevo assolutamente fare il colloquio di lavoro e se avessi avvisato i miei genitori non mi avrebbero lasciata andare convincendomi a prenotare subito una visita.
Ancora avvolta nell'accappatoio e circondata dal profumo del bagno doccia, sentivo il mio cuore correre all'impazzata mentre la mia testa rimbalzava da un pensiero negativo all'altro.
Indossai il pigiama e mi trascinai nel letto sperando che almeno il colloquio del giorno dopo sarebbe andato bene.
 
La mattina successiva la passai al telefono con Ylenia, ero agitata all'idea di avere un altro colloquio nel quale avrei potuto sfigurare per la mia poca esperienza e lei provava a calmarmi in tutti i modi senza successo. 
Decisi di optare per un outfit semplice ma molto elegante: indossavo dei pantaloni neri a sigaretta, un maglioncino dolcevita bianco e una giacca formale nera, tutto completato con una collana lunga argentata e delle Adidas bianche. 
Presi il pullman e passai l'intero tragitto con le cuffiette nelle orecchie e la musica al massimo, non riuscivo a smettere di pensare alle domande che avrebbero potuto farmi, avevo addirittura fatto delle ricerche su internet per prepararmi il più possibile. 
Quando arrivai al posto indicato non sembrava molto rassicurante, era lontano dalla strada principale e privo di lampioni quindi di sera non era sicuramente il luogo migliore in cui stare mentre la facciata del palazzo era trasandata con pezzi di stucco che cadevano qua e là. Feci un respiro profondo ed entrai. 
L'interno era completamente diverso a ciò che c'era fuori, era moderno ed evidentemente era una sede appena costruita, tutto sui toni del bianco e del grigio. 
All'ingresso c'era un enorme scrivania con alle spalle una vetrata con il logo dell'azienda e una receptionist molto gentile che mi accolse con un gran sorriso. 
- Ciao sei qui per il colloquio giusto? - chiese, riconobbi subito la stessa voce che avevo sentito il giorno prima al telefono
- Si – risposi e mi fece accomodare su delle sedie nella stessa sala dopo avermi fatto compilare il classico modulo che chiedeva se nei giorni passati si era stati a contatto con una persona affetta da COVID-19 o se si erano manifestati i sintomi, una cosa normale negli ultimi anni.
Accanto a me c'era una donna sulla trentina, molto probabilmente anche lei lì per il mio stesso motivo. 
Nell'attesa scrutavo attentamente tutto ciò che mi stava intorno, davanti a me c'era l'ufficio dove si tenevano i colloqui, aveva una grande vetrata che dava sull'ingresso quindi si vedeva benissimo tutto ciò che accadeva al suo interno. 
Mentre mi guardavo in giro cominciai anche a fantasticare su quale potrebbe essere stato il mio lavoro, magari mi avrebbero affiancato alla ragazza che stava proprio di fronte a me, o magari in un ufficio tutto mio a gestire gli appuntamenti. 
Nei miei pensieri si fece strada la voce di un uomo che mi chiamava 
- Signorina Bianco mi segua pure – mi esortò un ragazzo giovane. 
A causa della mascherina riuscivo a vedere solo i suoi occhi azzurri come il ghiaccio, aveva i capelli castano chiaro riportatati da un lato e indossava un abito molto elegante, aveva circa venticinque anni, non uno di più. 
- Allora signorina Bianco, posso darle del tu e chiamarla Vera? - chiese gentilmente 
- Certo, nessun problema - risposi cercando di mantenere la calma
- Vedo dal suo curriculum che come esperienza ha tre anni relativi all'alternanza scuola lavoro che da quel che vedo però non è in un ambito a contatto con il pubblico - 
- No, però sono una ragazza molto aperta all'apprendimento e soprattutto imparo molto velocemente – spiegai 
- Noi stiamo cercando due figure, una che si occupi della parte a contatto con i clienti e l'altra che gestisca l'agenda e prenda gli appuntamenti. Lei avrebbe una preferenza tra queste due posizioni nel caso? - domandò 
- Come le dicevo prima apprendo molto velocemente quindi non avrei nessun problema ad adattarmi sia ad una che all'altra - 
- Bene, che ne dice se le fisso una prova tra un paio di giorni? - mi propose 
Il mio cuore saltò un battito, finalmente qualcuno interessato ad assumermi, non mi sembrava vero. 
- Va bene, nessun problema – affermai 
 
Ci accordammo per la prova e non appena raggiunsi la fermata del bus chiamai Ylenia per raccontarle tutto. 
Lei si insospettii per le poche domande che mi fece il capo e in effetti anche a me sembrò strano, non mi aveva chiesto quasi nulla ma non gli diedi molto peso, sembrava un'azienda seria e non mi preoccupava la posizione che avrei ricoperto dato che si trattava semplicemente o di ricevere i clienti o di dar loro appuntamento telefonicamente. 
Quando arrivai a casa raccontai tutto ai miei genitori, anche loro erano un po' titubanti ma decisero di lasciarmi provare ugualmente, non potevo lasciarmi sfuggire un occasione simile.
Per la felicità non pensai nemmeno più a quella strana massa che avevo sentito nel seno la sera prima ma mettendomi il pigiama ci feci nuovamente caso. Era rimasta invariata e continuava a spostarsi con facilità sotto alla pelle. Anche in quel caso decisi di non dire nulla a nessuno altrimenti mi avrebbero sicuramente impedito di fare la prova per portarmi all'ospedale o da qualche specialista.
 
 
   
 
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