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Autore: Severa Crouch    18/02/2022    4 recensioni
Tom Riddle è il CEO della Legilimens Inc., rinomata società di software, famosa per le sue attività di profilazione approfondita. Pare che il programma della Legilimens sia in grado di conoscere i segreti più oscuri degli ignari utenti del web. Tom Riddle, però, ha anche un lato oscuro, è un famoso hacker noto nel dark web come Lord Voldemort che non esita a utilizzare le proprie risorse per abbattere la concorrenza o per procurarsi nuovi affari.
Per lui sognano di lavorare molti talenti, protagonisti delle one-shot di questa raccolta.
La prima storia "Come to the dark web" partecipa al contest “Vorrei incontrarti tra Cent’anni” indetto da Nirvana_04 sul forum Feriscelapenna.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Mangiamorte, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache babbane - Muggle!AU'
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Firewall
Bellatrix/Rabastan

Ci sono poche cose al mondo che Bellatrix adora più del brunch della domenica con Rabastan Lestrange, il suo migliore amico. Si vedono una o due volte al mese, rigorosamente di domenica - quando i rompiscatole stanno dormendo - ed è Rabastan a scegliere il posto, forte della sua carriera da giornalista di eventi e lifestyle. 

Questa volta l’ha trascinata in un hotel a Mayfair che ha una terrazza ristorante che, secondo le parole di Rabastan, le avrebbe quasi fatto dimenticare di essere a Londra, oppure le avrebbe ricordato che certi posti esistono solo a Londra.

“Prendi i pancake, mi raccomando,” l’ammonisce mentre attendono il tavolo. “Ho prenotato un tavolo riservato in cui poter chiacchierare con calma.”

“Credo che sia proprio lo scopo del brunch, quello di rilassarsi, no?” domanda prendendolo in giro. Rabastan le sorride e poi la cameriera torna per avvisarli che il loro tavolo è pronto e possono accomodarsi.

“È sempre un piacere vederla, signor Lestrange!” cinguetta mentre gli mostra il posto, “Ho scelto personalmente il tavolo migliore!”

“Grazie, lo apprezzo molto! Torno sempre nei posti in cui sono stato bene,” le risponde facendo un occhiolino e Bellatrix scuote la testa non appena vede la ragazza arrossire. Attende che la cameriera vada via e domanda: “Rab? Ma tu e lei…”

Rabastan si guarda intorno e si sporge sul tavolo, le sussurra sottovoce: “Mi ha fatto stare molto bene…”

“Sei il solito!”

“Ma non siamo qui per parlare della mia affollata vita sociale, ma della tua. Voglio sapere tutto. Lo sai che quell’idiota di mio fratello mi ha lasciato come un fesso alla nostra pasticceria francese e da allora mi evita?”

Bellatrix scuote la testa, la cameriera ha portato una bottiglia di acqua frizzante fresca e una caraffa di succo d’arancia. Rabastan alza lo sguardo verso di lei e le dice: “Cherie, possiamo avere anche dello champagne? La mia amica mi deve raccontare della sua rottura con mio fratello e dovremo berci su!” Se Bellatrix scuote la testa, la cameriera fa un sorriso enorme, forse sollevata dal sapere che Bellatrix non è la ragazza di Rabastan, forse è un messaggio in codice per chiederle delle attenzioni. Bellatrix è certa che i nodi verranno al pettine, ma il sorriso che la biondina rivolge a Rabastan fa intendere che sarà ben lieta di prendersi cura di loro. Dopo tutto, la cameriera li ha collocati all’interno, vicino le ampie vetrate che danno verso la terrazza, in mezzo a una cascata di piante e fiori che li fa sembrare in una serra, proprio come l’atmosfera che cerca di ricreare il ristorante.

“Champagne, french toast e pancake!” annuncia la ragazza poco dopo, insieme al tè per Bellatrix e l’immancabile caffè francese di Rabastan.

“Raccontami tutto!”

“C’è poco da raccontare, Rab, tuo fratello è un cretino.”

“E su questo siamo d’accordo, ma cosa ha combinato? Non è recuperabile la vostra situazione?”

“Ma sei matto? Lo sai che meditavo di lasciarlo da quasi un anno. Solo che ci sarebbero stati tutti i suoi mormorii, il suo Bella, ripensaci, e bla, bla, bla. Insomma, mi ha servito la rottura su un piatto d’argento ed era un peccato sprecarla.”

“Chiaro, ma perché proprio adesso?”

“Perché quell’idiota non solo si era innamorato di un’altra, ma aveva iniziato a uscirci senza dire niente a nessuno e la poveretta nemmeno sapeva che lui era fidanzato.”

“Cose che capitano,” disse Rabastan ridacchiando, lo sguardo corse verso la cameriera, Bella scosse la testa e mandò giù un sorso di champagne. “Questo va bene per le cameriere, ma la povera sventurata è una collega di lavoro, la sua vicina di ufficio.”

“No!” L’espressione sconvolta di Rabastan strappò un sorriso a Bellatrix. 

“Ebbene sì, per questo lui ora ha l’aria da cane bastonato. Ora, pare che lei gli stia dando una seconda chance, ma devono andarci piano e lui obbedisce!” Bellatrix assapora il pancake, chiude gli occhi mentre la bontà di quel piatto le scende per la gola. “Oh, cielo, è delizioso!” esclama. “Che ti avevo detto?” domanda Rabastan trionfante. “Sono una meraviglia! Anche il french toast non è male.”

“Ad ogni modo, non parliamo più di Rod, chiudiamo il capitolo e pensiamo ad altro!”

“Ad esempio?”

“Al lancio della nuova release e al fatto che Tom Riddle è fantastico. Lavorare con lui è qualcosa di grandioso, il modo in cui legge il codice sorgente…”

“Dillo che vorresti essere violata da lui come un sistema operativo…” la prende in giro Rabastan.

“Oh, Rab, lui troverebbe tutte le porte aperte, l’antivirus spento, può entrare nel mio sistema quando vuole e riprogrammarlo!” 

“Caspita, Bella, ma cosa vi fanno respirare alla Legilimens, sottoneria? Rod si è rincoglionito, ma era sulla buona strada, ma tu?”

“Smettila, Rab! Tu  non puoi capire! Vedrai, quando faremo la conferenza stampa per il lancio della nuova versione, lo conoscerai e mi saprai dire.”

“Guarda che lo conosco già. Rod, benché tu non voglia accettarlo, ci lavora insieme da anni e alcune volte è venuto anche a cena a casa nostra.”

“E perché io non c’ero?”

“Chiedilo a Rod. Forse ti aveva già rimpiazzata!”

Quella frecciatina fa più male del previsto a Bellatrix che stringe il tovagliolo sulle ginocchia e si alza di scatto urlando: “Certo che sei proprio uno stronzo, Rabastan!” Bellatrix, però, viene fermata, Rabastan la riporta al proprio posto. “D’accordo, scusa! Allora, quando me lo presenti?”

Bellatrix scuote la testa e non riesce a impedirsi di sorridere mentre confessa: “Vorrei che fossimo già al punto in cui posso presentartelo… invece la situazione è complicata.”



 

“Ha un’altra?” domanda Rabastan che in quel groviglio di relazioni inizia a perdersi.

“No, ma è ossessionato dal lavoro.”

“Ma ti ha notata.”

“Sì, ma non credo che lui sia il tipo da provarci. Sono solo una ragazzina ai suoi occhi.”

“Non direi se ti ha voluta al suo fianco. Sai, credo che tu sia troppo disponibile. Lui sa che può averti quando vuole, non c’è la sfida. Insomma, se prendi i tuoi esempi da nerd, che gusto c’è a violare un sistema aperto?” Il modo in cui Bellatrix sgrana gli occhi gli strappa una risata e gli conferma che la sua amica ha bisogno di una mano per gestire la strategia di comunicazione nei confronti del suo target. Rabastan le rifila un sorriso complice e le suggerisce: “Non dimostrarti troppo disponibile, diventa misteriosa. Insomma, tu hai dato dei segnali, se lui non li ha colti, puoi pensare che non sia interessato e guardarti intorno, no?” Ridacchia mentre gli viene in mente l’esempio perfetto. 

“Prendi esempio dalla tipa per cui ha perso la testa per Rod. Lei gli ha rinfacciato il modo in cui si è comportato, gli ha detto di non fidarsi di lui e lui è con le orecchie basse pronto a fare ogni cosa che lei desideri. Vedi? Funziona!”

Bellatrix beve il suo té con aria pensierosa, fa un lungo sorso mentre i suoi ricci scuri le circondano il viso. Rabastan si domanda in qual momento cosa le passi per la testa, ma non deve attendere molto. 

“Hai impegni oggi pomeriggio?” domanda improvvisamente.

“Ai suoi ordini, mademoiselle! Cosa hai in mente?”

“C’è un incontro di hacker, facciamo a gara a risolvere problemi, ci sfidiamo in velocità nella violazione di un sistema o nella generazione di uno script, ti va di accompagnarmi?”

“Ci sarà Tom?”

“Forse.”

È interessante scoprire il sottomondo nerd, pensa Rabastan mentre Bellatrix lo guida in un edificio anonimo in un vicoletto di Soho. Sono nel pieno centro di Londra, ma in quel vicolo minuscolo sembra di trovarsi in piena periferia. 

Rabastan si guarda intorno. Per l’occasione ha indossato un jeans e una felpa scura, adattandosi al pessimo look degli informatici. Bellatrix, invece, ha delle influenze punk, si definisce cyberpunk con il chiodo di pelle nera e un top che lascia ammirare il suo meraviglioso decolté. In quel momento, Rabastan pensa a quanto sia un idiota suo fratello che si è lasciato scappare una ragazza del genere. Bellatrix si volta e gli sorride mentre fa strada e saluta persone che Rabastan nemmeno conosce.

Vanno dritti verso un tavolo, Bellatrix sfila il suo zaino ed estrae il computer. L’atmosfera è strana, le luci sono basse tendenti al verde, l’aria è densa di fumo di sigarette e altre sostanze. Bellatrix sorride a due tizi che sembrano esaltati all’idea di vederla.

Il primo è un uomo alto e grosso, dai lunghi capelli scuri che viene chiamato Antonin, mentre l’altro è più giovane, Rabastan crede che sia un suo coetaneo. Si chiama Evan e osserva Bellatrix con occhi azzurri e sguardo famelico. Rabastan vorrebbe appenderlo al muro per quanto gli sta sul cazzo in quel momento. Poi, Bellatrix si volta verso di lui ed esclama: “Rab, ti presento Antonin Dolohov ed Evan Rosier, loro sono i miei colleghi sviluppatori alla Legilimens!” Continua con le presentazioni: “Ragazzi, lui è Rabastan Lestrange, il fratello di Rod, quindi niente battute su quel caso umano del mio ex.”

“Bella, sei tu che le fai di solito,” le ricorda Dolohov. “E Rodolphus non è un caso umano. Se non fosse stato per lui, non so dove saremmo a quest’ora.”

Bellatrix sbuffa: “Suvvia, il mondo è pieno di avvocati, non è mica l’unico.”

“È l’unico che non è scappato quando Tom gli ha spiegato cosa intendesse fare e che ha accettato la sfida di renderlo un progetto legale.” 

Rabastan ascolta divertito. Ci sono retroscena della vita di suo fratello che non conosce, riservato com’è sempre stato, ma gli fa piacere sapere che goda di una simile considerazione. “Mi par di capire che tu conosci molto bene Rod,” gli dice Rabastan.

“Sì, eravamo io, lui e Tom all’inizio. Solo noi tre e man mano siamo cresciuti. All’inizio lui curava tutta l’amministrazione della Legilimens: i contratti, i bilanci, le comunicazioni, la fatturazione, i rapporti con i fornitori e il fisco. Puoi solo immaginare il lavoro che ha fatto.”

Bellatrix sbadiglia annoiata e apre il computer. “Vediamo di divertirci un po’.”

“Che cosa siamo venuti a fare?” domanda Rabastan mentre si guarda intorno.

Evan socchiude gli occhi incuriosito. Ha smesso di fare lo stronzo da quando ha scoperto che è il fratello di Rodolphus. “Di cosa ti occupi di preciso?”

“Sono un fotografo e un giornalista,” spiega loro. “Qualcuno direbbe anche che sono uno scrittore.”

“Beh, fossi in te non proverei nemmeno a pensare di scattare foto. Potresti finire molto male. Se dovessi scrivere di questi incontri, lo stesso.” Rabastan aggrotta la fronte perplesso: “Dove mi trovo di preciso?”

Bellatrix interrompe il suo chiacchiericcio con Dolohov davanti lo schermo del pc ed esclama: “Ma te l’ho detto, siamo a un party di hacker.”

Evan scoppia a ridere: “Le hai descritto questa cosa come un party? Ci credo che è confuso!” 

“Beh, è molto meglio dei party, qua ci si diverte!”

“E si rimorchia?” domanda Rabastan che cerca di mettere a frutto il tempo che ha promesso di dedicare a Bellatrix. “Dipende dai tuoi gusti,” gli dice Dolohov ridacchiando. Evan scoppia a ridere: “Beh, di programmatrici come Bella ce ne sono ben poche…”

“E lei è tutta nostra!” aggiunge Dolohov allungando la mano sulla spalla nuda di Bellatrix. La mano viene prontamente allontanata dalla stessa Bellatrix e Rabastan le dà un’occhiata ammonitrice. Vorrebbe ricordarle del firewall, ma Bellatrix sembra troppo presa dal contesto in cui si trova. 

C’è un momento in cui i neon verdi che attraversano gli ambienti si spengono, rimangono accese solo le luci azzurrine dei pc. Subito dopo, alcuni schermi posti sulle quattro pareti, che fino a quel momento proiettavano sfondi astratti, si animano con scritte di benvenuto che si inseguono dando l’illusione che la stanza inizi a vorticare. C’è un conto alla rovescia che parte e una voce metallica che interrompe il vociare confuso dei presenti.

“Siete pronti?” domanda retorica. Un boato di esaltazione sorprende Rabastan che non comprende l’eccitazione. “Se siete qua è perché siete stati selezionati!” Un misto di risatine tra il compiacimento e lo scetticismo si agita in risposta. Evidentemente, non tutti sono della stessa idea. “Vediamo se avete la stoffa per diventare i migliori!” Lo schermo proietta stringhe di codice, si apre una finestra contenente un modulo e la voce annuncia: “Avete cinque minuti per iscrivervi alla prima sfida.” Il vociare viene sostituito dal rumore di dita che picchiettano sulle tastiere seguito da Bellatrix che esclama con voce tremante: “Non ci credo. Lui è qui.”

Antonin ed Evan alzano lo sguardo verso lo schermo e sorridono emozionati. Rabastan non ha mai percepito tanta eccitazione nell’aria. Pian piano, un mormorio che ripete “Lui è qui” si diffonde tra quelle parti di cemento grezzo, mentre sguardi nervosi ed eccitati corrono alla ricerca di quel fantomatico lui. Rabastan si china verso Bellatrix e le sussurra imbarazzato: “Lui chi?”

“Lui!” lo rimprovera Bellatrix, quasi indignata dalla sua ignoranza. “Lord Voldemort.” Le sopracciglia di Rabastan si aggrottano ancora di più. “E chi è?”

“Santo cielo, Bella, ma gli ignoranti non te li puoi scopare fuori di qui?” domanda Evan offeso. Lancia uno sguardo ad Antonin e gli dice: “Accompagnamolo fuori, non è degno di respirare la stessa aria!” 

Rabastan incrocia le braccia e si siede. Lancia uno sguardo torvo ad Evan e gli dice: “Io non vado da nessuna parte. Vorresti avere campo libero con Bella, eh? E invece no.”

“Lo vedremo, Lestrange. Tuo fratello è sparito, ed era meglio di te. Sparirai anche tu.” 

Rabastan sta per replicare quando Bellatrix gli dice: “Rab è il mio migliore amico, Evan, non dire fesserie. Non va da nessuna parte. È venuto qua per imparare.” Evan e Rabastan si scambiano uno sguardo di reciproco disprezzo. Rabastan, allora, decide di giocare le sue carte. Siede accanto a Bellatrix rivolgendo un’occhiata divertita ai due che sono alle prese con i rispettivi portatili, allunga un braccio sullo schienale di Bellatrix e si avvicina. Intercetta per un istante lo sguardo perplesso di Bellatrix e le sussurra: “Il firewall, Bella.”

Un sorriso incurva le labbra di Bellatrix. Ha compreso la sua strategia e decide di assecondarla. Nel frattempo, ha violato il sistema. 

Osservare Bellatrix superare le sfide, una dopo l’altra, è qualcosa che ha dell’incredibile. Le sue guance si arrossano e gli occhi sono illuminati da un entusiasmo che non le ha mai visto, un’esaltazione che non credeva le appartenesse. Rabastan la trova ancora più bella e non comprende come Tom Riddle possa resisterle. 

“Complimenti, Bella.” 

Una voce maschile alle spalle di Rabastan interrompe il flusso di pensieri. “Sei qui con il tuo fidanzato?” domanda. Rabastan volta lo sguardo e incontra quello sarcastico di Tom Riddle. “Rabastan, non credevo che avresti fatto qualcosa del genere a Rodolphus!” esclama divertito. 

Rabastan si alza e lo stringe a sé: “Ciao, Tom, è un piacere rivederti.”

Bellatrix apre la bocca sorpresa e domanda: “Tu lo conosci?”

“Ma scherzi? Dopo tutti gli anni che ha lavorato con Rod? Certo che lo conosco! A dirla tutta, io gli ho fatto la prima intervista!”

Tom Riddle annuisce divertito, guarda Rabastan e gli domanda: “Ti alzi?”

“Perché?”

“Perché Bellatrix è sprecata accanto a te.”

Quello stronzo di Evan Rosier ridacchia divertito e si attira uno sguardo gelido di Tom che lo induce ad abbassare lo sguardo e tornare a scrivere sul pc. Rabastan però non ci sta a incassare così facilmente, è venuto per fare il firewall, così si avvicina a Bellatrix e guarda Tom negli occhi, come per sfidarlo. “Mi piacerebbe,” gli dice, “ma vedi, sono qui per imparare da Bellatrix.”

“Puoi imparare da Antonin,” ribatte con un tono di voce freddo.

“Ma Bellatrix mi ha invitato.” Rabastan è deciso a non mollare, sa riconoscere il nervosismo mascherato e Tom lo sta detestando. 

“Rab, ti prego, spostati. Vai da Tony,” gli ordina Bellatrix. Rabastan sospira, alza le mani e si sposta mentre Evan continua a ridacchiare. “Non c’è un cazzo da ridere, Rosier.”

“Resteremo solo io e te, Bella,” le dice Tom. “Alla fine di questa serata, chi perde dovrà pagare penitenza.”

“In che modo?” 

“Lo scoprirai.”

La verità, pensa Rabastan, è che Tom Riddle ha la chiave di cifratura di tutti i sistemi di Bellatrix. Non c’è firewall che possa tenere di fronte a un attacco di tale intensità. Bellatrix diventa come creta tra le sue mani che la modellano. Il resto della serata lo trascorre osservando Tom che si avvicina sempre di più a Bellatrix, che le sussurra parole nell’orecchio mentre gli altri sfidanti man mano lasciano il campo. Le prove diventano sempre più difficili con il passare delle ore e alla fine, proprio come aveva predetto Tom, sullo schermo ci sono solo i nomi di Lord Voldemort e BlackHat51.

Dopo l’ultima sfida, sullo schermo rimane solo il nome di Lord Voldemort e il volto di Bellatrix è colmo di eccitazione. Rabastan non ha mai visto nessuno tanto eccitato dopo aver perso. Prima di andare via, Lord Voldemort si china su di lei e le lascia un pacchetto. Rabastan riesce a sentire che le sussurra: “Aprilo quando sei a casa e mandami un messaggio.”

Bellatrix annuisce eccitata e quasi nemmeno lo saluta. Corre a casa, mentre Tom si intrattiene con Evan e Antonin. Rabastan si unisce al loro invito a bere qualcosa di migliore dei cocktail di terz’ordine che servono in quella bettola. 

Aveva quasi dimenticato di essere a Soho. Pochi metri dopo è nel cuore pulsante di Londra. Tom Riddle li porta in un cocktail-bar dove servono drink miscelati per l’occasione e Rabastan si sorprende che ci siano così tante modelle in giro. Tom guarda i tre uomini e dice loro: “Vedete tutte queste modelle? Approfittatene per scopare, perché lunedì non vi voglio vedere fare i cretini con Bellatrix.”

“Che problema c’è nello scherzare con Bella?” domanda Rabastan, deciso a provocare fino in fondo. Se la sua amica ha abbassato le difese, lui è deciso a sondare il terreno per lei, così, continua provocatorio: “A quanto mi risulta, è una donna libera.”

“Non proprio.” Lo sguardo di Tom è gelido. “Ti ho già detto che non sei alla sua altezza.”

“Lascia decidere a lei.” Rabastan insiste, ignora il silenzio terrorizzato di Evan e Dolohov, li vede iniziare a guardarsi intorno, mentre Tom non sposta lo sguardo di un millimetro da lui. Il lampeggiare dello schermo del telefono lo distrae. Tom gli sorride divertito. “Buona serata, Lestrange. Devo andare.” Ruota un dito per indicare ciò che li circonda e gli sussurra: “Approfittane. Non essere testardo come tuo fratello."

Rabastan scoppia a ridere. A quanto pare, Tom ha deciso di passare all’azione. Gli occhi di Rabastan si soffermano su una biondina dai boccoli morbidi che gli sorride. Forse, la sua serata è appena migliorata.



 

 
   
 
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