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Autore: MusicAddicted    23/02/2022    5 recensioni
AKA Le Avventure di JJ&KK!
Killgrave si incammina sul lungo e tortuoso sentiero della redenzione, tra uno scivolone e l’altro.
Jessica cerca di mantenerlo sulla retta via, tra un battibecco e l’altro.
Se volete farvi strada fra quintalate di fluff, situazioni tragicomiche e una spruzzata di romanticismo, siete i benvenuti ;)
Teoricamente sarebbe il sequel della miniserie ‘Stupid Christmas Time!’ … ma se volete la reader’s digest version: Kevin sta cercando di rigare dritto. Per lei. Sempre per lei.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Jones, Kilgrave, Malcolm Ducasse, Trish Walker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questo capitolo partecipa alla Fast Challenge: Treni de ‘Il Giardino di EFP’

Prompt Utilizzati:
2. Treno in partenza
6. “Adoro quando prende velocità”
14. “Niente snack su questo treno.”
18. Bacio prima di partire.
24. Rincorrere il treno o chi c’è sopra.
35. Biglietto smarrito.


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bannerino creato per l’occasione:


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AKA You bought the ticket, take a ride!



 

“Mr. Killgrave, Jessica, il pranzo è servito.” li chiama Daniel dal soggiorno, per poi andare a prendere le pietanze da servire in tavola.

Kevin è seduto in salotto, quindi deve fare poca strada, è Jessica che invece si precipita fuori dal suo studio e il rumore dei suoi passi mentre corre rimbomba per la casa.


“Oh, finalmente, morivo di fame!” si siede a tavola la detective, senza troppi convenevoli, sollevando la cloche.


Un succulento piatto di costolette d’agnello marinate alle erbe fa la sua bella figura, con un impiattamento degno di uno chef stellato.
Non che a Jessica dell’estetica importi qualcosa, semmai è Kevin ad apprezzarla.

“Daniel, sei una benedizione in questa casa!” fa gongolare il cuoco Jessica, prima di apprestarsi a mangiare.

Sta per afferrare l’osso, ma poi vede Kevin usare le posate e a malincuore prova a seguire il suo esempio.

“Oh, per l’inferno maledetto, Jessica, sembra che tu stia subendo chissà quale tortura!” borbotta Kevin, mentre taglia la carne. “Se proprio devi… fallo!” le concede, anche se è una stilettata al bon ton che tanto ama.
Il punto è che ama molto di più Jessica.

Jessica lascia subito cadere le posate sul tavolo con un tonfo sordo.

“Grazie!” sorride, felice come una bimba, afferrando l’osso della prima costoletta e addentando la morbida carne saporita. “Ora sì che me la sto gustando davvero.” bofonchia, soddisfatta.

Sta per godersi anche la terza e ultima costina che ha nel piatto, meditando già di chiedere un bis o in alternativa rubarne una a Kevin, quando Ingrid fa il suo ingresso in sala da pranzo.

 “Fraulein Jessica, qualcuno richiede i suoi servigi.” annuncia la domestica.

“Mi hanno cercato al telefono?” domanda Jessica. “E comunque la domenica non accetto nessun caso nuovo.”

“Mia cara, guarda che oggi è giovedì.” le fa notare Kevin.

“Ma le costolette sono un pranzo da domenica, non da giovedì! Daniel mi manda in confusione.” borbotta lei.

“Dipendesse da te, mangeremmo tutti i giorni hamburger,” alza gli occhi Kevin.

“E dipendesse da te, mangeremmo tutti i giorni pasta Amatriciana, per lo più cucinata da me!” controbatte la detective, prima di rivolgersi a Ingrid. “Fingiamo comunque che sia domenica e dì a chiunque fosse al telefono di richiamare lunedì.”

“Non è al telefono, è qui fuori.” la informa Ingrid.

“Com’è possibile, mi stalkerano? Non c’è scritto questo indirizzo nel mio biglietto da visita!” si allarma Jessica, temendo per lo più una brusca reazione di Killgrave che non gradisce estranei a casa sua.

“Non si tratta di nessun estraneo, è Fraulein Patricia, sua sorella.” svela l’arcano la cameriera.

“Ma non potevi dirlo subito? Falla entrare,” la sprona Jessica e Ingrid non se lo fa ripetere.

“Mi dispiace interrompere il vostro  tête-à-tête,” esordisce Trish, raggiungendoli.

“Guarda che non c’è nessun fottuto tête-à-tête fra me e lui, né nulla di anche solo lontanamente romantico!” si affretta a precisare la detective, ma viene solo accolta dall’espressione scettica della sorella.

“Già, Jessica non mi ha nemmeno ancora baciato oggi.” precisa Kevin, offeso nel suo ego.

“Beh, sta’ pur certo che Jessica non ti bacerà tutto il giorno!” gli anticipa la mora, acida. “Ma non stare lì in piedi, Trish, accomodati, ti faccio portare un piatto.”

“No, ti ringrazio, non riuscirei comunque a mangiare niente, sono troppo preoccupata e ho lo stomaco chiuso.” si morde le labbra la bionda.

Osservandola meglio, Jessica nota l’aspetto un po’ emaciato e le occhiaie di chi non dorme da almeno due giorni.

“Che succede, Trish? Problemi sul lavoro?” indaga Jessica, ma l’altra scuote la testa.

“Magari non ti danno il permesso di far l’editoriale che vorresti? Sai che potrei far cambiare idea ai tuoi capi molto facilmente…” si offre Killgrave.

“Sono abbastanza determinata da imporre le mie idee da sola, quindi grazie, ma no grazie!” replica la speaker.

“Hai un fan un po’ invadente? Uno stalker che ti infastidisce?” ritenta Jessica.

“Malcolm.” si decide a confessare Trish.

“Malcolm è il tuo stalker invadente?” si stranisce l’altra.

“Beh, Patsy, invitarlo a dormire nel tuo letto più e più volte potrebbe averlo inteso come segnale equivoco… ma del resto mandare messaggi contrastanti dev’essere una cosa di famiglia.” commenta Kevin, ammiccando verso Jessica, che preferisce far finta di niente.

“Volete smetterla, tutti e due? Intendo dire che è Malcolm, il mio ragazzo Malcolm, la causa della mia preoccupazione sempre più crescente!” precisa la speaker, un po’ scorbutica.

 

“Ma se praticamente convivete!” la guarda perplessa la detective.

“Non nelle ultime settimane, ci vediamo a stento e anche quelle poche volte che è con me non sembra davvero presente, come se pensasse ad altro.” mugugna Trish. “Io… io credo che abbia un’altra e che mi stia tradendo.”

Jessica deve fare uno sforzo tremendo per non scoppiare a riderle in faccia.

“Malcolm che ti tradisce? Ma non dire cazzate!”

“Non lo vedo da tre giorni, potrebbe essere ovunque, con chiunque!” insiste sua sorella. “E poi, scusa, non è quello che dici tu il novanta per cento delle volte a chi ti ingaggia per indagare sul proprio compagno scomparso?”

“Beh sì, ma il dieci per cento delle volte l’obiettivo delle mie ricerche o è coinvolto in un brutto giro o è già morto!”

“Cazzo, Jess, è questo il tuo modo di sollevarmi il morale?”


“Ma che c’entra, scusa? Tu mica sei una mia cliente!”
 

“Beh, sto per diventarlo. Sono venuta qui per ingaggiarti, voglio che tu tenga d’occhio Malcolm e che poi tu abbia il coraggio di dirmi la verità, qualsiasi essa sia.”

“Jess sarà molto felice di indagare sul Tossico per te, Patsy, e poi io ho proprio bisogno di un dodicesimo caso da risolvere per arrivare alla bacheca.” sorride Kevin, mentre Trish lo guarda senza capire.


“Scusa un attimo, quand’è che avrei accettato? E soprattutto perché dovrei tirarmi appresso anche te?” lo guarda storto Jessica.
 

“E dài, Jess, quale migliore occasione per insegnarmi l’arte del pedinamento? Un buon aspirante detective deve avere anche quello nel suo curriculum.”

“Sinceramente non so se della tua frase mi stupisce più ‘aspirante detective’ o ‘buon’.” borbotta Trish, strappando un sorriso alla sorella e un’occhiataccia a Kevin.

“Diglielo, Jess!” la sprona lui con un tono lamentoso, come un bambino offeso.

“Trish, devi sapere che Killgrave sta lavorando sodo da mesi per diventare il mio assistente e devo ammettere che è più bravo di quanto immaginassi; ma quel che è più importante è che sta facendo un uso corretto dei suoi poteri.” lo accontenta Jessica, regalandogli un mezzo sorriso.


“Questo solo perché ho un’ottima insegnante,” le sorride svenevole Kevin.

“E poi avete pure il coraggio di dirmi che non ho interrotto nulla di romantico?” alza gli occhi Trish. “E comunque, Jess, io ero rimasta al fatto che volevi assegnargli solo casi di poco conto per umiliarlo…”

“Jess!”

Di nuovo quel tono lamentoso.

“Ha davvero importanza come e perché sia iniziato tutto? Non conta forse di più tutto il bene che hai fatto fino ad oggi?” controbatte la detective.

“Appunto, sai quanto bene in più farebbe rassicurare la tua cara sorellina? Patsy, consideralo già fatto.”

“Grazie mille per aver risolto il mio problema, siete stati velocissimi!” si prodiga in ringraziamenti fin troppo entusiasti Trish.

“Maledetto significato letterale!” impreca Killgrave.

“Per quanto sarei tentata di lasciar andare via mia sorella con questa convinzione che abbiamo già risolto il caso… riaggiusta tutto e dille che sì, accettiamo.” si arrende Jessica e lui obbedisce, felice per quella decisione.

“Ma sappi che non ti renderò affatto le cose facili: hai voluto la bicicletta? E  mo’ pedala!” mette in guardia Killgrave, non appena Trish si congeda.

“Sono pronto a tutto, mia cara. E poi se mi piacessero le cose semplici non mi sarei innamorato di te.” mormora lui.

“Visto che sei già così dolce, mi prenderò pure la tua porzione di dessert!” gli rinfaccia lei, anche e soprattutto per cambiare argomento.

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“Sono quasi le dieci e ti suggerirei di coricarti a un’ora piuttosto ragionevole,” commenta Jessica quella sera, raggiungendo Kevin che sta passeggiando in giardino.

“Io pensavo che stamattina con Patsy stessi solo scherzando, per fare un po’ la dura davanti a lei e invece… veramente non mi hai baciato per tutto il giorno.” si imbroncia lui. “Davvero hai intenzione di mandarmi a dormire così insoddisfatto?”

Jessica per tutta risposta gli si avvicina sinuosa.

“Oh, Kevin,” mormora dolcemente, appoggiando le mani sulle sue spalle, la sua bocca a un soffio da quella del persuasore.

Questo prima che lei lo sollevi di peso e con una mira calcolata lo faccia atterrare sulla morbida chaise longue qualche metro distante da lì.

“Devi imparare a non essere sempre così ottimista.” sogghigna compiaciuta, rientrando in casa.

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“Hai dieci minuti per lavarti, vestirti e farti trovare all’uscita, il taxi sarà qui a momenti!” irrompe Jessica nella stanza di Kevin facendolo sussultare.

Ancora un po’ fuori fase, si mette a sedere sul letto, guardando la radiosveglia sul comodino.

“Mio dio, Jessica, ma sono le quattro del mattino… è legale svegliare qualcuno… a quest’ora?” protesta fra gli sbadigli.

“Quale parte di ‘non ti renderò le cose facili’ non era chiara? Muoviti, pelandrone, non c’è tempo da perdere. Ti aspetto giù.”

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Sul far delle cinque di mattina, Jessica e Kevin sono appostati nascosti dietro a delle macchine alla 485 West 46th Street di Hell’s Kitchen.

“Prima ancora del pedinamento ci sono gli appostamenti, è bene che familiarizzi anche con questa fase,” lo istruisce Jessica, mentre Kevin fatica a tenere gli occhi aperti. “Per prima cosa devi avere molta pazienza, ma in questo non posso farti da mentore.” sbuffa lei, facendolo ridere.

Dal suo borsone a tracolla la detective estrae qualcosa di fondamentale.
“Caffè, litri di caffè, per tenerci svegli. Questo a te, il mio è corretto… e non rompere perché questa settimana ho ancora un bonus serata alcolica, facciamo che lo faccio diventare una mattina.” puntualizza lei, rigirandosi fra le mani la sua borraccia termica nera, ma Kevin è tutto intento a osservare quella viola che lei gli ha consegnato.

“Mi hai comprato una borraccia. Una viola.” gongola, spostando lo sguardo da Jessica alla borraccia, ripetutamente.

“Beh sì, ieri pomeriggio sono uscita, l’ho vista in un negozio e ho pensato sarebbe stata indicata per te, per motivarti un po’ di più… ma ora non farne un affare di stato!” risponde sbrigativa lei.

“Prima quel maglione inguardabile, poi quel costume di Santa Clause eccessivo. Questa è la prima volta che mi regali qualcosa che mi piace, Jess, permettimi di farne un affare di stato!” gongola lui.

“Bene, allora bevi il tuo caffè e non rompere.” fa spallucce lei, bevendo il proprio. “E poi vedi di non perdere mai di vista l’obiettivo. Questo ti sarà utile,” prosegue, allungandogli un binocolo. 

Kevin prova a usarlo, mettendo a fuoco l’ingresso del condominio di Jessica.

“Non è viola e soprattutto non è un regalo, è più un kit di dotazione per ogni aspirante detective.” ci tiene a precisare lei.

“E cos’altro prevede il kit?” domanda il persuasore, divertito.


“Un biglietto della metro pronto da utilizzare, se il soggetto dovesse muoversi, perchè, fidati, Malcolm non è certo tipo da taxi.”

Il resto è solo questione di attesa, un’attesa più o meno lunga, dato che richiede quasi un’ora.
Ed è proprio Kevin ad accorgersi che sta succedendo qualcosa, mentre Jessica sembra essersi assopita per qualche secondo.

“Chloe, ci siamo!” la chiama, facendole riaprire gli occhi giusto in tempo per scorgere Malcolm lasciare l’edificio.

“Lascialo proseguire, lo seguiremo a debita distanza, tanto sono pronta a scommettere che stia andando alla metro.” lo istruisce a bassa voce, lasciando che il suo ex vicino di appartamento abbia un certo margine. “Come cazzo mi hai chiamato prima?” gli chiede subito dopo.

“Beh, ricordi quella serie che ho visto dove c’era quella bellissima ragazza che ti assomiglia ma è più elegante? Si chiama così e ho pensato che sentirmi fare il tuo nome avrebbe potuto insospettire Malcolm,” si giustifica il persuasore.

“Uhm, stai diventando fin troppo bravo,” borbotta lei, compiacendolo, per poi decidere che Malcolm sia già a debita distanza. “Muoviti, Alec, seguiamolo.”

“Uh?” la guarda confuso lui, mentre si incamminano, senza farsi scoprire.

“Beh, tu non lo vuoi un nome di copertura se dovesse servire? Stavo facendo una prova e ho pensato a quel poliziesco che ti piace tanto.” lo fa sorridere lei.

“Sai, credo che sia la prima volta che salgo su una metro,” borbotta Kevin, che ha anche provato l’entusiasmante esperienza di convalidare quell’abbonamento giornaliero. “Sono abituato a Land Rover, Porsche,BMW, Mercedes…”

“Benvenuto nella vita vera, Super Dandy!” gli rinfaccia lei, riesumando un nomignolo che gli aveva precedentemente affibiato.

Tuttavia, Jessica perde ogni voglia di scherzare quando Malcolm scende.

Brownsville. Non mi piace, cazzo, non mi piace per niente.”

“In effetti non ha la reputazione di essere un gran bel quartiere,” capisce a cosa lei alluda Kevin, mentre seguono Malcolm senza dare nell’occhio.

Basta un quarto d’ora di camminata perché lui arrivi a una struttura dall’aspetto un po’ decadente, dove qualcuno lo sta aspettando fuori.

Jessica e Kevin si sono appostati al muretto all’angolo, in modo da riuscire a sentire i loro discorsi.

“Sei in ritardo.” si lamenta il losco figuro.

“I mezzi pubblici non sono mai una certezza.” controbatte Malcolm. “Allora, hai ancora quel lavoro per me?”

“Sì, ma ti dovrai sporcare le mani.”

“Non è mai stato un problema.” si sfrega il naso Malcolm.

Jessica traffica di nuovo col suo borsone.

“Svelto, tieni, cerca di fare delle foto decenti… considerando tutte quelle che mi hai scattato in giro per il mondo, dovresti aver la mano ferma.” giudica lei, affidandogli la sua preziosa Nikon.

“E tu dove vai?” la guarda stranito Kevin.

“Cerco di capirci qualcosa.” risponde prima di darsi lo slancio e muoversi dalla scala antincendio.

Kevin riesce a scattare un paio di foto prima che Malcom entri nell’edificio fatiscente col tizio misterioso al seguito.

“Niente, è tutto oscurato o coperto da teloni, non sono riuscita a vedere nulla, sentivo solo rumori di trapani o qualcosa del genere…” gli fa il report Jessica, di ritorno una decina di minuti dopo.

“Queste son le foto, se zoommi la seconda il tizio si vede abbastanza nitido, magari manda la foto a Costa, così controlla se ha dei precedenti,” le consiglia lui, consegnandole la macchina fotografica.

“Ottimo lavoro e gran suggerimento,” si complimenta lei. “Per quel che ne sappiamo, Malcolm potrebbe star lavorando a un tunnel che porta al caveau di qualche banca o far sparire un cadavere o chissà che altro!” si agita lei.

“Aspettiamo che esca, magari farà altri movimenti,” commenta Kevin. “Non è che nel borsone hai messo qualcuno dei giochi di società che mi avevi chiesto?” la fa ridere.

“Quando si fanno gli appostamenti bisogna rimanere vigili e concentrati. Già mi vedo Malcolm che se ne va indisturbato mentre tu ed io litighiamo su chi ha fatto più punti a Scarabeo o cose simili!”

Quando però passa più di un’ora e mezza Jessica quasi un po’ si pente di non aver pensato a quell’alternativa e invidia sottilmente il libro che invece si è portato appresso Kevin.

“Me lo fai leggere un po’ con te?” chiede annoiata, avendo deciso di non usare nemmeno il cellulare per risparmiare batteria.

“Tsk, tsk, non sia mai che tu non rimanga vigile e concentrata!” è la sagace risposta del persuasore, che continua a leggere.

Jessica deve combattere la noia solo un’altra decina abbondante di minuti, prima di vedere uscire Malcolm.

“Eccolo, vediamo dove va adesso,” mormora, osservandolo col binocolo. “Ma… si è cambiato, prima aveva una t-shirt rossa, ora una bianca… cos’ha può aver fatto di tanto incriminante da sbarazzarsi della maglietta che aveva? Forse l’ha imbrattata di sangue?”

“Seguiamolo, forse avremo le risposte.” commenta Kevin, che ha imparato a mantenere la giusta distanza di sicurezza.

Il viaggio in metro stavolta li conduce alla stazione di Pennsylvania.

“Oh, merda, è salito sul treno per Port Washington, che parte fra dieci minuti, non abbiamo molto tempo.” impreca Jessica, precipitandosi a una biglietteria elettronica, dove fa ritorno cinque minuti dopo con due biglietti di seconda classe.

Kevin regge il suo come se lui fosse Superman e lei gli avesse appena dato un pezzo di criptonite.

“Seconda classe?!” si lagna indignato.

"Muovi quel tuo culo snob e non rompere, il treno sta per partire!" Impone lei e a lui non resta che obbedire. "Lui è salito verso metà carrozza, dovremmo ritrovarlo facilmente."

"Già, quei capelli sono uno scempio ma se non altro utili a riconoscerlo!" le strappa un sorriso Kevin.

"Visto che stiamo per avvicinarci oltre a cambiarci i nomi suggerirei anche di cambiare parlata, io d'ora in poi parlerò in questo modo ed eviterò ogni tipo di parolaccia,ihih," gli spiega Jessica assumendo un tono squillante, un pò da ochetta. "Tu non ce la fai proprio a sopprimere il tuo fortissimo accento, vero?"

"Oh beh, dopo tutte quelle puntate del poliziesco, vuoi che parli Scozzese? Posso farlo l'accento Scozzese."

"Sarebbe perfetto, tesorino. " ribatte melliflua lei, con un'altra risatina, mentre individuano l'obiettivo delle loro ricerche, prendendo posto tre file dietro di lui.

“No, non ci credo, dimmi che non lo stai facendo davvero,” borbotta Jessica, quando vede Kevin estrarre la sua pochette viola e usarla come coprisedile.

“Almeno mi siedo su qualcosa che mi piace, l’opzione era sedermi in braccio a te, bambola!” replica lui, in perfetto accento Scozzese.

-Che snob del cazzo!- è quello che vorrebbe rispondergli Jessica, ma si ricorda il ruolo che deve ricoprire.

“Come sei previdente, tesorino!” ridacchia, con la voce quasi in falsetto, sedendosi di fianco.

È solo questione di pochi minuti prima che il treno parta.

Jessica si gode un po ' il viaggio, soprattutto quando il treno comincia a macinare chilometri su chilometri.

"Adoro quando prende velocità. " sorride.

Il tono può anche essere artefatto, ma nel contenuto è sincera.

"Cosa provi quando salti?" le chiede di punto in bianco Kevin, sottovoce, per non farsi sentire.

In passato il suo interesse a riguardo verteva più su quali fossero i limiti della ragazza, più volte l'aveva testata senza curarsi se lei fosse d'accordo o meno.

Ma quali fossero le sue sensazioni non gliel'aveva mai chiesto.

È questo a stupirla.

"È un pò come questo treno: via, via prendo velocità anche io e mi lascio alle spalle ogni pensiero o preoccupazione, in quei pochi ma preziosi istanti sono libera," spiega lei, col suo tono normale, ma con l'accorgimento di farlo sottovoce. "Non mi riferisco a quando lo faccio perché devo inseguire qualcuno o devo scappare...o quando è uno stronzo a ordinarmelo, fino quasi allo sfinimento, " rivanga il passato lei e la coscienza selettiva di Killgrave sembra far capolino, facendolo guardare a terra senza dir una parola. "Parlo di quando lo voglio fare io, per me, per staccare da tutto, per toccare le nuvole o le stelle, per trovare un minimo di aspetto positivo a tutto lo schifo che mi è successo." conclude, con la voce un pò rotta.

"Oh, Chloe, vieni qui, ragazza mia," parla con accento Scozzese Kevin, tirandola a sé.

Lei non si divincola perché in fondo di quell'abbraccio ne ha bisogno.

Se è vero che è poco abituata a quando Kevin mostra le proprie fragilità lo è ancora meno a mostrare le sue.

"Grazie, Alec, tesorino. " ricorre nuovamente alla sua 'voce da indagine ' lei, separandosi.

"Peccato che l'unica volta che hai saltato trasportando anche me io ero svenuto."

"E tu come lo sai?" si sbalordisce lei, tanto da parlare col suo tono normale, per di più ad alta voce.

-Jessica?!- sobbalza Malcolm, in procinto di girarsi.

Jessica però non si fa cogliere impreparata.

"Ooh, vieni qui Alec!" torna a parlare artefatta, baciando Kevin in modo che lei rimanga di spalle e le sue mani gli coprano parte del volto.

Ovviamente Kevin non ci prova nemmeno a protestare,semmai fa di tutto per approfondire quel bacio, senza che trovi molta resistenza.

Sentendola parlare così, sentendo quei nomi diversi, ma soprattutto vedendo cosa quella coppia stia facendo e tutto il trasporto che ci stanno mettendo, Malcolm analizza nuovamente la situazione.

- Oh, andiamo, quante ragazze coi capelli neri esistono? Milioni. E quanti uomini eleganti? Un'infinità. Non sono loro. NON possono essere loro!- si rigira tranquillizzato.

“Si è voltato, pericolo scampato.” le sussurra all’orecchio Kevin, separandosi da lei.

Jessica lo guarda quasi divertita.

“Che c’è?” inclina la testa lui, confuso.

Stavolta è lei che gli bisbiglia all’orecchio.

“Dalla posizione in cui eravamo, solo tu potevi vedere Malcolm. Avresti potuto avvisarmi che si era girato in qualsiasi momento, ti avrei potuto baciare più a lungo e invece… mi hai detto la verità.” gli fa notare lei.

“È una cosa da eroe tutta questa sincerità?” mugola lui.

“Non necessariamente, però ti fa onore.” gli accarezza il viso lei.

Il viaggio prosegue fra le varie fermate. Malcolm rimane a bordo e così fanno anche Jessica e Kevin.

Dalla sua borsa provvidenziale, la detective estrae un pacchetto di patatine.

“Ci voleva!” bofonchia soddisfatta, cominciando a mangiarle.

“Me ne dai qualcuna?” si fa contagiare dal suo languorino Kevin, ma rimane a bocca asciutta.

“Come tu prima hai condiviso il tuo libro?” scocca la sua frecciatina lei, allontanando il sacchetto dalla sua portata.

“Niente snack su questo treno!” viene raggelata dalla voce gracchiante del controllore che sembra essersi materializzato dal nulla.

Killgrave fissa per qualche secondo il controllore e Jessica aspetta fiduciosa il suo intervento.

“La mia ragazza non lo sapeva, mi scuso io per lei e pongo subito rimedio.” provvede il persuasore, strappandole di mano il sacchetto di patatine per gettarlo tra i rifiuti.

“Passi per questa volta, ma fate più attenzione!” ringhia il controllore, andandosene.

“Certo che sei un gran bastardo!” impreca lei, a bassa voce.

“Sbaglio o Chloe non doveva dire parolacce?” la punzecchia lui, allo stesso modo.

“Fidati che è al cento per cento solo un’incazzatissima Jessica a parlare!”

“E comunque, tsk, tsk, mia cara, mi sorprendi, tu per prima dovresti spronarmi a usare il mio potere il meno possibile!”

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Il treno giunge a Port Washington in perfetto orario.

Malcolm scende dal treno e Kevin e Jessica non lo perdono di vista, finché dopo una breve passeggiata arriva a destinazione, davanti a quella che deve essere una delle gioiellerie più prestigiose.

Jessica scatta delle foto di lui che entra.

“Dannazione!” impreca, tirando un pugno al muretto dietro dove si sono nascosti, facendo sgretolare l’angolo di un mattone.

“Che c’è?”

“So che Trish per un loro mesiversario gli ha regalato una collana d’oro. Scommetto che la sta impegnando per procurarsi un’altra dose, forse i soldi dei lavoretti precedenti non gli sono bastati,” ringhia lei. “Ma quando esce di lì mi sente!”

“Jess, no! E la copertura?”

“Fanculo la copertura! Abbiamo raccolto informazioni a sufficienza.”

 

Circa un quarto d’ora dopo, quando un Malcolm piuttosto soddisfatto esce dalla gioielleria si ritrova sollevato e spinto contro a un muro dalla forza di un uragano.
Un uragano di nome Jessica.

“Non ti permetterò di rovinarti la vita!” sbotta lei, facendogli sbattere la nuca contro il muro, per enfatizzare il concetto.

“Jess?! Allora sul treno eri tu… e non eri sola!” capisce lui, cercando di guardarsi attorno, prima che anche Killgrave esca allo scoperto.

“Sei stato il mio primo pedinamento, Tossico!” gongola lui.

“Non sono più un Tossico!” precisa Malcolm, con fervore. “Quanto al resto, Trish non avrà il carattere più docile del mondo, ma non sto rovinando la mia vita, semmai voglio darle un senso.”

Jessica allenta la presa su di lui, in preda alla confusione.

“Ma come? Cosa… cosa sei entrato a fare in quella gioielleria?”

Per tutta risposta, Malcolm estrae il suo cellulare, mostrando delle foto specifiche.

“Lo vedi? Non è stupendo? Sotto una certa luce ricorda le sfumature che assumono a volte gli occhi di Trish,” spiega, indicando orgoglioso le foto di uno splendido anello in oro giallo con un’acquamarina incastonata. “Ho convinto la commessa a tenermelo da parte, ogni volta che posso vengo a versare una rata. Sto anche facendo qualche lavoro extra di falegnameria, come.. ti ricordi quando quel poliziotto psycho ha fatto quella sparatoria in casa tua? Chi ti ha rimesso tutto a posto?” continua lui, mentre Jessica vorrebbe solo che si aprisse una voragine e la inghiottisse.

Ancora di più quando arriva la domanda che più teme.

“Piuttosto, voi due… che ci fate qui? Mi stavate seguendo?” si acciglia Malcolm.

“Io… noi… lei…” incespica Jessica.

“Sì, ex Tossico, ti stavamo seguendo… perchè io ho chiesto a Jessica di darmi una lezione di pedinamento e lei ha scelto di partire da un soggetto familiare… te.” la salva in corner Killgrave.

“Proprio così. Ne hai imparate di cose direi, no, Kevin?” sta al gioco lei. “E grazie a te per esserti prestato, Malcolm, anche se non lo sapevi. Certo, avrei potuto fargli pedinare Trish, ma c’è poco brivido nell’andare negli studi radiofonici o a qualche pranzo d’affari, tu sei stato più fantasioso.”

“L’importante è che non diciate nulla a Trish, voglio che sia una sorpresa. Quando avrò pagato anche l’ultima rata dell’anello, la porterò a cena nel suo ristorante preferito e..” sogna ad occhi aperti il futuro sposo.

“Tranquillo, il tuo segreto è al sicuro.” garantisce la detective.

“Un momento… non è che poi se impara tutto lui mi ruba il lavoro?” si adombra Malcolm, guardando storto Killgrave.

“Tu sei il mio socio, lui è il mio apprendista, a lui non do nemmeno uno stipendio,” semplifica lei.

“Buono a sapersi. Ora farò ritorno a casa e gradirei che la smetteste di seguirmi. Mi è bastato quello che ho visto nel viaggio di andata. Jessica, vogliamo parlare di come hai baciato Killgrave?” la guarda sconvolto Malcolm.

“Non c’è niente che non farei per non far saltare una copertura!” fa spallucce lei, cercando di non dar troppo peso alla cosa.

“Vorrà dire che Jess e io ci godremo un po’ Port Washington, in attesa di prendere il treno di ritorno più tardi.” decide per tutti Killgrave, mentre Malcolm si allontana.

“Ma sì, una passeggiata possiamo anche farcela, magari anche pranzare qui, tanto i biglietti del ritorno non hanno un orario fisso.” approva Jessica.

“Quali biglietti?” fa il finto tonto lui.

“Quelli che ti ho affidato prima.”

“Oh, che sbadato, mi saranno scivolati dalla tasca della giacca mentre seguivamo l’ex Tossico!” finge di rammaricarsi lui.

“Killgrave!” lo rimprovera lei.

“Ma posso sempre parlare con il controllore e convincerlo che abbiamo biglietti da prima classe: sedili spaziosi, giornali, aria condizionata regolabile, per non parlare del cibo e delle bevande inclusi, immaginaci a sorseggiare champagne, un po’ come quando abbiamo preso l’aereo.”

“Ma non dovevo spronarti a usare il tuo potere il meno possibile?”

“Beh, non quando può essere a vantaggio di più persone…”

“Tipo?” lo scruta lei, con le mani sui fianchi.

“Te… e me.” replica innocentemente lui, strappandole un sorriso.

“Andata! In questo caso non c’è pericolo che incrociamo la strada con Malcolm, tanto vale che il treno lo andiamo a prendere subito.” suggerisce lei. 

“Per quanto mi sarebbe piaciuto fare questa gita di mezza giornata con te qui… okay.” acconsente lui, seguendola. “Almeno me lo dai un bacio prima di partire?”

“Scordatelo, ne hai già avuto uno prima!” puntualizza lei.

“Ma quelli erano Alec e Chloe,” le fa notare lui, con un sorriso da schiaffi. “Noi possiamo fare meglio di quei due dilettanti.” mormora, scostandole una ciocca dal viso.

“Mostriamo loro come si fa!” lo tira a sé lei per un bacio che ha tutte le intenzioni di voler durare a lungo, anche a rischio di perdere quel treno.

TBC

Vi sono piaciuti Alec e Chloe? XD
Ovviamente, hanno fatto tutto quei due e io ormai lascio loro carta bianca o viola e nera che sia!

Non mi importa se possono sembrare OOC, amo far vivere loro tutte queste situazioni e nella mia mente quei due funzionano perfettamente così ^^’

E sono contenta di esser tornata a scrivere anche di Trish e Malcolm, li adoro <3

Momento autoreferenzialità: quando Jessica chiama Killy ‘Super Dandy’ è un riferimento all'omonima one shot/missing moment che ho scritto per il Flufftober, così come quando parlano dei giochi di società e un accenno a un altro missing moment che si chiama ‘AKA Come Quando Fuori Piove’ ;)

Ringrazio di vero cuore la Fast Challenge: Treni , del Giardino di EFP, per essere stata così ispirante, questo capitolo altrimenti non credo sarebbe mai nato.
E posso dirvi che porterà a conseguenze, che vi aspettano nel prossimo capitolo ;)

Liberi di dirmi quel che più vi aggrada.

   
 
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