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Autore: ChrisAndreini    26/02/2022    1 recensioni
Leonardo non è mai stato un tipo molto ambizioso. Certo, ha i suoi sogni e le sue speranze e le sue passioni, ma di certo non ha mai pensato che un giorno sarebbe finito in un universo parallelo a lottare per salvarsi la vita in mezzo a principi, cavalieri, spie di città nemiche e disapprovazione dei nobili e paesani.
Ma oh, uno deve sopravvivere come può, e se diventare il cuoco reale potrà allungargli la vita di qualche giorno, vale la pena ricevere occhiatacce.
Dopotutto, la via più veloce per il cuore di qualcuno passa per il suo stomaco, giusto?
Non che Leonardo, dichiaratamente omosessuale, abbia intenzione di fare stragi di cuore, sia mai!
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rainbow Cookies'
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La censura anti-spoiler è potete nella prima parte del ballo

 

Negli ultimi due giorni che precedettero il compleanno della principessa Opal, Leo aveva avuto ben poco tempo per pensare a semidei, dei, partenze o conflitti con la Storia, perché tutte le sue energie si erano concentrate solo ed esclusivamente per la preparazione del buffet e l’istruzione delle cuoche.

E la cosa gli andava benissimo, perché aveva la scusa per dire a sé stesso: “Tranquillo, Leo, penserai a tutti i problemi appena finisci il ballo. Poi capirai cosa fare, per ora lavora!”.

Che è più o meno quello che mi sono detta io per tutta la sessione: “Tranquilla Chris, penserai dopo alle venti storie che non aggiorni da mesi, ora pensa a studiare”.

…posso confermare che è un metodo molto fallibile, se non proprio fallimentare.

Non che sia male concentrarsi su un problema alla volta, bisogna fare ordine nelle priorità.

Ma non pensate neanche per un secondo che i problemi spariscono, perché poi quando finisci la sessione le venti storie che non aggiorni da mesi sono ancora lì ad aspettarti.

Ma sto tergiversando, scusate.

Leo aveva ancora due capitoli per concentrarsi sul ballo prima di dover pensare ai suoi problemi, e aveva tutta l’intenzione di goderseli.

E di lavorare al meglio per rendere il compleanno della principessa perfetto.

-A che punto sono le portate iniziali? Dobbiamo uscire tra venti minuti e devono essere calde!- Leo stava girando in mezzo ella cuoche sommerse di lavoro controllando ogni cosa insieme a Mildred, la sua ancora di salvezza in un lavoro molto più grande di lui.

-L’ultimo vassoio è in cottura- rispose Jane, pratica.

-Iniziate già a prepararvi per il servizio. Il gruppo F si occuperà di servire le portate e girare per la sala, ricordate di comportarvi sempre in maniera ottimale- Mildred aveva davvero le redini in mano. Nella sua vita aveva organizzato centinaia di banchetti, era una fuoriclasse.

Okay forse centinaia no, ma parecchi.

Più di chiunque altro in quella stanza.

Il lavoro di Leo era ormai praticamente nullo, dato che non gli permettevano di cucinare, né di controllare tutti.

Per fortuna non doveva neanche servire in mezzo alla sala, quindi non rischiava di fare enormi figuracce con i nobili.

-Leo, il re e la regina vogliono che tu ti occupi del servizio nella sala- lo informò Mildred, mezzo secondo dopo che Leo ebbe elaborato quel pensiero.

-Non dovrei restare nell’ombra per via del fatto che sono un ragazzo, benedetto, e invitato alla seconda parte del banchetto?- chiese Leo, usando la logica.

Su Mildred non funzionava granché bene.

-È una richiesta del re e della regina. Non dare nell’occhio, fai giusti inchini e non parlare con nessuno a meno che tu non venga interpellato. Tranquillo, i servitori, alle feste, non attirano alcuna attenzione e vengono in fretta dimenticati- Mildred gli diede una pacca sulla spalla, gli affidò un vassoio, e lo spinse insieme ad alcune cuoche e alcuni maggiordomi nella sala.

Leo non capiva perché il re e la regina volessero che andasse in giro prima del tempo. Logicamente non aveva alcun senso.

Io ho due risposte da darvi a questa domanda: 

La prima, quella ufficiale, è che il re e la regina volevano testare le capacità di Leo anche in mezzo ai nobili, o congratularsi di persona con lui per il banchetto, o spingerlo ad incontrare Daryan… insomma, avevano dei motivi logici e inattaccabili;

La seconda, quella reale, ma non ditelo a nessuno, si chiama “motivi di trama”.

Non posso mica passare l’intero primo capitolo del ballo lasciando Leo in cucina!

Ci sono troppe cose interessanti che possono accadere ad un ballo reale!

All’inizio, però, tutto fu piuttosto tranquillo.

Leo iniziò a servire, facendo avanti e indietro dalla cucina, e l’atmosfera non era molto diversa da quella al ristorante stellato dove aveva lavorato una volta come cameriere. Era abituato al servizio e alla finta cortesia davanti a clienti ben più ricchi e importanti di lui, quindi, aggiungendoci giusto un inchino ogni tanto, era piuttosto facile mantenere il contegno e la professionalità.

Il primo vero incontro degno di nota avvenne quando Leo portò personalmente al tavolo del buffet la rivisitazione della pizza fatta in modo più elegante e nobile. Non era la pizza vera, ma Leo non era di certo il primo ad aver reso la pizza un piatto stellato. Sto guardando te, Chef Cracco.

Venne subito presa da nobili curiosi, e fatta passare in giro per l’elegante sala che sembrava davvero uscita da un libro. 

Pochi minuti dopo, Leo fu avvicinato dalla festeggiata.

-Leo!- che lo chiamò gioiosa attirando l’attenzione di un paio di persone, che osservarono il ragazzo con sorpresa e curiosità.

-Buonasera principessa Opal, e buon compleanno. Che Jahlee la protegga- Leo si affrettò a fare il professionale e il distaccato, per non attirare l’attenzione su di sé, e riuscì ad eseguire un inchino profondo perfetto.

-Opal, contegno- le sussurrò la regina, in tono gentile ma fermo, arrivata insieme al marito nell’accorgersi dell’attenzione che la figlia aveva appena attirato.

-Giusto, giusto, scusate- Opal sorrise imbarazzata, e cercò di essere distaccata e professionale a sua volta. Indicò a Leo le pizze rivisitate che aveva assaggiato poc’anzi e che lui teneva ancora sul vassoio.

-Volevo soltanto complimentarmi con le cuoche per questi COSI PAZZESCHI!! Cosa sono, Leo?! Perché non me li hai mai fatti assaggiare prima?!- il contegno venne mantenuto per cinque secondi, facendo fare facepalm ai suoi genitori.

-Meglio spostare la conversazione in un luogo più appartato, tesoro- la incoraggiò suo padre. Raggiunsero un angolo della sala poco frequentato, e Opal riuscì ad esprimere tutto il suo amore verso la pizza rivisitata.

-È tipo la terza cosa più buona che tu abbia mai fatto! Dopo le crepes e i biscotti arcobaleno! …no, aspetta, la quarta, dato che anche le tue torte sono degne di nota, e anche i muffin, e la panna cotta… okay, diciamo che è la cosa salata più buona che tu abbia mai fatto!- iniziò a parlare ad oltranza, saltellando da una parte all’altra.

-Concordo che è davvero una pietanza degna di nota, ma non era nel menù, quando l’hai preparata?- si intromise la regina, più professionale.

-Oh, era una sorpresa per la principessa. Mi è stata richiesta dal principe Daryan- spiegò Leo, giustificando il suo essere andato fuori menù.

Sperò di non essere arrossito al pensiero della serata pizza con il principe dove lui gli aveva fatto quella richiesta.

-Daryan ti ha espressamente richiesto un piatto?- il re sembrava incredulo.

-Ehm… l’avevo cucinato per il compleanno di Anna. Originariamente è un piatto popolare, ma l’ho rivisitato per renderlo più appetibile anche per la nobiltà- spiegò Leo, senza andare nel dettaglio di come Daryan fosse stato coinvolto.

-Daryan ha assaggiato un piatto popolare fatto per il compleanno di Anna, quando?- insistette la regina, incredula quanto il marito.

-Ehm… gli ho portato una pizza nel suo ufficio, per fargliela assaggiare. Era avanzata…- spiegò Leo, sempre senza aggiungere troppi dettagli, tipo che l’aveva praticamente obbligato, e imboccato, ed era stato romantico e… no, nope, nah ha, era stata una cosa normalissima che non c’era motivo di raccontare!

-L’hai portata a Dary e non a me? Pensavo di essere comunque io la tua Lindberg preferita!- la principessa Opal fece il muso, offesa.

-Ehm… sì, no, cioè… io…- Leo non sapeva che dire, perché era davanti a tre Lindberg e non voleva mettersi a fare preferenze.

Per fortuna venne tratto in salvo da forse l’ultima persona che avrebbe voluto entrasse nel discorso, ma anche l’unica che potesse salvarlo, ovvero il quarto Lindberg.

-Voleva farmela assaggiare così che io potessi dare l’approvazione per farti una sorpresa al tuo compleanno. È ovvio che sei tu la Lindberg preferita, Opal- Daryan lo raggiunse alle spalle e sorrise alla sorella. Poi prese una pizza rivisitata dal vassoio di Leo e l’assaggiò.

-Ho fatto bene ad approvare- disse, annuendo, prima di allontanarsi di nuovo, senza dare il tempo a Leo di ringraziarlo, salutarlo o anche solo guardarlo con amore… amore che NON provava nei suoi confronti, sia chiaro!

-Oh… capisco! È il tuo regalo di compleanno per me?!- chiese Opal, tornando a sorridere a Leo.

-Credo sia più che altro un regalo congiunto da parte mia e di suo fratello, principessa- Leo provò a togliere metà della responsabilità che Daryan gli aveva appena addossato. Alla fine era stata un’idea di Daryan di rivisitare la pizza e presentarla al banchetto. Leo voleva soltanto farla assaggiare a lui, dopotutto. E poi aveva comprato un regalo vero, per la principessa.

-Awwwww- 

-Ohhhh-

-Interessante- 

Furono i commenti, quasi contemporanei, di Opal, della regina e del re, in ordine.

Leo iniziò a guardarsi intorno cercando una scappatoia, ormai del tutto certo di essere diventato più rosso dei suoi capelli, ma non trovò nessuna scusa per allontanarsi.

Per fortuna la regina sembrò intuire il suo disagio.

-Non ti tratteniamo oltre, devi lavorare dopotutto. Parleremo nuovamente nella seconda parte della serata- lo congedò, dandogli una pacca incoraggiante sulla spalla.

-Questo lo prendo io, grazie!- Opal accettò di congedare Leo, ma gli prese il vassoio dalle mani.

-Non puoi mangiarli tutti, Opal- suo padre provò a fermarla, ma lei era già corsa via, decisa a mangiare tutte le pizze rivisitate che le fossero capitate sottomano.

-Ricorda che ci sono altre pietanze in arrivo!- le fece presente il re, inseguendola.

La regina ridacchiò.

-Sei veramente un tesoro per questa famiglia, Leonardo. Ottimo lavoro con il buffet!- gli sorrise, prima di lasciarlo al suo incarico… e a parecchi sensi di colpa.

Leo cercò di ignorare i propri problemi e pensare solo a servire, cucinare, coordinare e dimenticare che di lì a un mese avrebbe detto addio a tutti per sempre.

Ripeto, non è il modo giusto, ma voleva godersi il banchetto e concentrarsi su un problema alla volta.

Purtroppo per lui, alla fine del compleanno i problemi sarebbero solo aumentati.

Ma non faccio spoiler.

 

Dopo circa un’ora dall’incontro con la famiglia reale, Leo stava giusto iniziando ad abituarsi alla situazione e a prendere il ritmo, quando si sentì cingere le spalle, e per poco non lanciò il vassoio con gli stuzzichini di pesce addosso alla persona che lo stava attaccando.

-Ti ho cercato tutta la sera, amico!- esclamò l’attaccante, in tono giocoso, prendendo uno stuzzichino e stabilizzando il vassoio di Leo.

Il cuoco non aveva mai sentito quella voce, e quando si girò a guardare la persona che lo teneva ancora stretto si rese conto che non l’aveva mai vista in tutta la sua breve e intensa vita. Perché se ne sarebbe sicuramente ricordato, dato che era parecchio particolare.

Era un ragazzo di circa la sua età, con pelle color caramello, brillanti occhi azzurri, e capelli blu come l’oceano.

A differenza dei nobili intorno a loro, non era vestito in modo particolarmente elegante. O meglio, lo era sicuramente stato, ma adesso la cravatta era sfatta, la camicia leggermente sbottonata, e la giacca era poggiata su una spalla, spiegazzata.

-Credo abbia sbagliato persona- Leo si affrettò a ritirarsi, in imbarazzo, accennando un inchino medio.

Il ragazzo tolse la mano, per rispettare i suoi spazi, ma non perse il sorriso smagliante.

-Sbagliato? Non potrei mai sbagliarmi, Leo. Wow! Hai i capelli più corti di come che mi ricordassi, e… nah, l’altezza è lì, non sei cresciuto nel frattempo, piccoletto- iniziò a ridacchiare e a prenderlo in giro scherzosamente, come se fossero vecchi amici.

Leo non sapeva come reagire.

Non sapeva neanche chi fosse quella strana persona.

Cercò di fare mente locale sui nobili di cui Persian gli aveva parlato, ma non li aveva mai descritti. L’unica cosa che gli aveva detto era che avrebbe riconosciuto i semidei, nel caso… un momento.

Leo ripensò a Giada, dai capelli rosa.

Quel tizio aveva i capelli blu.

Non esistevano tinture per capelli in quel mondo.

-Semidio…?- iniziò a supporre, in un sussurro.

-Payas! Teoricamente questo è il nostro primo incontro, in effetti. Scusa, ero così ansioso di vederti che mi stavo quasi dimenticando questo piccolo particolare- si presentò, sistemandosi i capelli all’indietro.

Okay, quindi era il semidio figlio di Kalea, quello che viaggiava nel tempo… questa cosa confondeva Leo ancora di più.

-Ci siamo conosciuti… nel futuro?- provò a supporre. Aveva sempre odiato i viaggi nel tempo. Creavano troppi casini nei media ed erano pochi autori a saperli gestire bene.

-Sei perspicace, piccolo…- mentre diceva la successiva parola, la sua voce non uscì, come se fosse stato messo in muto. Sgranò gli occhi, sorpreso -Ops, stavo per fare spoiler. Grazie al cielo non posso cambiare le cose, altrimenti il mio impatto nel passato potrebbe essere devastante- borbottò tra sé, poco preoccupato però.

-Okay… è stato un piacere, devo tornare a lavoro- Leo cercò di scrollarsi il semidio di dosso prima di avere un mind blown.

-Ti accompagno in giro, sono curioso di vedere come te la cavi all’inizio della tua…- di nuovo venne silenziato da una forza misteriosa -Eddai, non era uno spoiler tanto grave, non ho mica detto che…- di nuovo silenzio. Ridacchiò tra sé -Meglio parlare d’altro… allora, sei cuoco reale in questo momento, giusto? Come procede la vita a palazzo?- Payas iniziò a seguirlo, come una cozza attaccata allo scoglio (e considerando che viene dal regno marino, è una metafora stupenda).

-Eh… meravigliosamente. I regnanti si prendono cura di me al meglio- Leo diede una risposta standard perché non si sarebbe messo a raccontare i fatti suoi a quel tizio sconosciuto. Per tutta risposta il semidio assunse un’espressione maliziosa.

-Beh, so che…- silenzio -…si prende molta cura di… oh, non ancora? Strano, pensavo che…- silenzio-… fin dall’inizio… okay, mi sono perso dei pezzi. Perché queste cose ovvie sono spoilers?- si chiese da solo, molto confuso.

Leo iniziava ad interessarsi.

-Cosa è spoiler?- chiese, poi scosse la testa -Non fa niente… devo lavorare, se non vuole mangiare qualcosa, la prego di lasciarmi servire altre persone- provò nuovamente a congedarlo con professionalità.

-Oh, allora fammi assaggiare un’altra delle tue prelibatezze. Scommetto che la tua cucina era la migliore dei sette regni già allora… adesso… insomma, c’è qualcosa di fatto da te personalmente? Con il...- silenzio -…oh, non hai ancora ricevuto…- silenzio -…peccato-.

-Ho perso il conto di cosa è stato fatto da me e cosa no, tranne i biscotti arcobaleno che può trovare al tavolo del buffet. Ora, se vuole scusarmi- Leo tentò un’ultima volta a scrollarselo di dosso, con un inchino medio, ma Paytas lo fermò a metà movimento.

-Oh no, ti prego, non darmi del tu e non inchinarti, mi fa troppo strano. Dovrei essere io a…- silenzio -…capito, capito, non parlo di questa cosa. Mia madre mi ha sempre detto di stare attento alle mie parole, ma… ehi, dove stai andando?!- mentre parlava molto tra sé, Leo provò ad approfittarne per scappare, ma Payas aveva le gambe più lunghe delle sue, e lo raggiunse in fretta.

-Scusa, siamo partiti con il piede sbagliato, devi essere confuso- cercò di recuperare la situazione, e Leo decise di assecondarlo.

Capire qualcosa del futuro poteva essere una buona idea.

-Estremamente confuso, non sono fan dei viaggi nel tempo- ammise, a disagio.

-Sì, beh, ricominciamo dall’inizio, okay? Ci tenevo un sacco a conoscerti prima dell’altra volta e a fare amicizia, non voglio mandare tutto a monte per aver scelto un momento sbagliato- per la prima volta dall’inizio di quella strana conversazione, il semidio sembrava davvero preoccupato, come se perdere l’amicizia di Leo potesse essere una delle cose peggiori al mondo.

Questo confuse Leo ancora di più. Cosa era successo nel futuro per giustificare tale reazione?! Leo era, in fin dei conti, solo un cuoco di un altro mondo che sarebbe andato via entro un mese.

-Okay, okay… mi chiamo Leonardo, sono cuoco qui, e sto lavorando, comunque, quindi davvero non posso troppo stare a parlare, e vengo da Lumai- si presentò velocemente, posando il vassoio nel tavolo del buffet e controllando la situazione. Servivano altre pizze e altre crepes.

La principessa Opal era passata di lì.

-Ceeeeeerto, Lumai- Payas gli fece un occhiolino complice.

Leo perse un battito. 

Un’altra persona era a conoscenza delle sue vere origini? Quindi non erano solo Giada e Jahlee.

Che gli dei fossero tutti a conoscenza della cosa, e pertanto anche i semidei?

Era plausibile, solo che… Leo non sapeva più come comportarsi.

-Per curiosità, quando ci siamo conosciuti nei giorni di un futuro passato?- chiese, dando al semidio la sua più totale attenzione.

Doveva essere entro un mese, dopotutto.

Perché in un mese sarebbe tornato a casa e non avrebbe più messo piede nei sette regni.

…in teoria.

Degli spoiler, a Leo, in quel momento avrebbero fatto molto comodo.

-Troppo tardi per i miei gusti, per questo sono tornato indietro. Ma se avessi saputo che un…- silenzio -…fosse a Jediah sarei corso qui anche nel passato presente! A mia discolpa, sono davvero in pochi ad essersi accorti del tuo arrivo - silenzio, per un bel po’ -Devo davvero piantarla! Scusa. Comunque ti trovo bene, mi fa piacere. Crisi esistenziali a parte- Payas prese il volto di Leo e lo fissò con le sopracciglia aggrottate.

In effetti Leo era ormai al punto di rottura.

Cercava di fare ordine nella sua testa alle informazioni, ma gli mancavano troppi pezzi, e non faceva che confondersi sempre di più.

Alla fine sospirò, e si scansò.

-Lasciamo perdere gli spoiler. Tieni, un biscotto arcobaleno. Ne sono rimasti pochi- prese uno dei suoi famosi biscotti e lo porse a Payas, anche per farlo smettere di parlare.

Il semidio si illuminò.

-Oh, grazie!- lo assaggiò, e sospirò sognante -Sono proprio come li ricordavo! Che meraviglia!- 

Leo non trattenne un sorrisino soddisfatto.

-Ti ringrazio, e… mi fa piacere che tu abbia fatto tutto questo casino per conoscermi, ma… non ti aspettare troppo. Sono solo un cuoco- gli fece presente, in un sussurro.

Payas gli scompigliò i capelli.

-Non mi aspetto nulla, Leo. Io so già tutto… o quasi. E non vedo l’ora che arrivi il nostro incontro ufficiale! Quando non avrò paura di cambiare qualcosa di un futuro che, spero di poterlo dire, mi piace parecchio- gli fece un occhiolino, poi guardò un punto alle spalle di Leo, e sgranò gli occhi, spaventato.

-Meglio che io vada, non voglio proprio incontrarli!- disse in modo enigmatico, prima di prendere un altro biscotto e scappare via.

Leo non sapeva che pensare dell’incontro appena avuto, e decise di tornare alla sua strategia di concentrarsi solo sul lavoro.

Ebbe circa ventitrè secondi di pausa, prima di sentire una voce chiamarlo alle sue spalle.

-Leonardo!- si girò di scatto, e il suo sguardo si incrociò ad un ragazzo dall’altra parte della stanza, dagli abiti eleganti e i capelli rosso fiamma che sembravano davvero delle fiamme anche per il modo in cui erano sistemati.

Fu tutto quello che Leo riuscì a notare prima di sentire una voce nella testa.

“Fregato! Ah! Ora non puoi più scappare!” e questa volta fece davvero cadere il vassoio, per fortuna vuoto, che aveva appena preso in mano.

Si portò una mano alla testa, confuso.

“Sei un imbranato! Che ci trova Yu in te non lo capisco proprio. Bah! Vieni qui!” continuò la voce in testa.

-Chi parla?- Leo si guardò intorno, troppo agitato per fare due più due, e incrociò nuovamente lo sguardo del tizio dai capelli di fuoco, che gli fece cenno di avvicinarsi.

Non aprì bocca, ma Leo sentì nuovamente delle parole in testa.

“Non fare una scenata e vieni qui, voglio guardarti storto mentre ti minaccio!” disse in tono tutt’altro che rassicurante, con parole anche tutt’altro che rassicuranti.

Ovviamente Leo, che era una persona intelligente che non si buttava dritto nel pericolo… fece dietro front e cercò di scappare in cucina.

…wow, è una decisione quasi intelligente, per una volta.

Inutile, ma sempre meglio che andare verso un tizio che ti ha appena minacciato di minacciarti.

“Ehi, non ci provare! Ora che il collegamento è formato non si può recidere, idiota!” la voce nella testa, che Leo finalmente intuì fosse il semidio Remington, figlio del dio di Valkrest, non gli lasciò tregua.

Leo non si voltò per vedere se tale semidio lo stesse inseguendo, e si limitò a cercare di mettere abbastanza distanza tra loro con la speranza che il collegamento si sarebbe reciso in qualche modo.

Speranza destinata ad infrangersi.

Si sentiva un idiota!

Lo sapeva che sarebbe dovuto stare attento a non incrociare lo sguardo delle persone.

Ma si era distratto tra il lavoro e gli strani incontri, e non ci aveva più pensato.

Prima di raggiungere la cucina, Leo andò a sbattere contro una giovane donna super elegante con delle pietre preziose tra i capelli, e sentiva già in bocca il sapore di un’esecuzione per avere avuto l’ardire di scontrarsi con una nobile, quando, sollevando la testa, si rese conto che la persona super elegante che aveva colpito era Giada.

…PEGGIO!

No, anzi…

-Il tuo ragazzo mi sta seguendo!- esclamò senza logica, nascondendosi dietro di lei in cerca di protezione.

-Buonasera anche a te, Leo. E poi… CHE?! CHE RAGAZZO?!- lo salutò lei, guardandolo storto e poi guardandosi intorno.

-Oh dei, Remi!- seppellì poi il volto tra le mani, capendo in fretta la situazione.

-Resta qui! Ci parlo io!- lo incoraggiò a stare fermo, e scomparve tra la folla prima che lui potesse chiederle qualsiasi cosa.

Leo rimase ad aspettarla circa diciotto secondi, poi tornò in cucina perché, ricordiamolo, stava ancora lavorando.

Mentalmente maledì i motivi di trama che l’avevano costretto a presenziare al ballo anche durante la prima parte, e tornò a servire i nobili.

“Wow, che ribelli che sono i tuoi pensieri” gli sussurrò sarcastico Remington in testa, dimostrando di potergli leggere il pensiero anche a quella distanza.

Era peggio di Edward Cullen.

“NON OSARE!”

E invece osa, tiè!

 

Ormai la metà serata di avvicinava, e Leo avrebbe voluto ritirarsi nelle sue stanze e fingere di stare male per evitare di continuare ad andare in quella sala.

Purtroppo aveva fatto una promessa alla principessa, quindi doveva necessariamente tornare come ospite quantomeno il tempo di ballare con lei.

E per il momento aveva ancora mezzora di lavoro andando avanti e indietro.

-Ti prego, Mildred, non farmi tornare lì, cucinerò altre crepes! Farò dei biscotti! Fammi fare qualcosa in cucina!- stava pregando il suo capo, con i suoi migliori occhi da cucciolo.

-Posso prendere io il suo posto- Anna provò ad aiutarlo.

Leo afferrò al volto l’occasione:

-Sì! Anna è in gamba e amichevole! Sicuramente fa inchini migliori dei miei!- e non aveva rapporti complessi con quasi tutti i semidei invitati.

-Non ho dubbi al riguardo, ma mi è giunta voce che due ospiti importanti hanno espressamente richiesto di parlare con te, e non posso farci nulla- Mildred alzò le spalle, dispiaciuta ma con le mani legate.

Uffa, ma quello era il compleanno della principessa, o la serata “Tutti contro Leo”?!

Chi lo voleva disturbare, adesso?!

“Noi, brutto screanzato! Yu ti aveva detto di restare fermo!” gli arrivò una voce in testa.

Era davvero fastidiosa.

-D’accordo, d’accordo, vado- Leo cedette, prese uno degli ultimi vassoi della serata, e si avviò per l’ennesima volta al patibolo… cioè… nella sala da ballo.

Erano più o meno la stessa cosa.

Incontrò Giada e Remington subito fuori dalla cucina, a braccia incrociate e con la stessa espressione irritata.

-Giada, ti ha posseduto per caso?- fu il primo commento del cuoco, preoccupato che la sua migliore amica fosse stata traviata da un potere di cui Leo non conosceva i dettagli.

-Come ti permetti?!- si irritò Remington, infiammandosi, per fortuna non letteralmente.

-Remi, sta zitto!- Giada lo fermò con un gesto della mano.

Lui fece il muso, e alzò gli occhi al cielo.

Ci furono alcuni secondi di silenzio in cui si lanciarono occhiate con vari livelli di fastidio reciproco.

Leo faceva passare lo sguardo da uno all’altro come se fosse una partita di tennis… dove i due tennisti erano immobili o la pallina era invisibile.

-…bene, io andrei a lavorare- provò a tirarsi fuori dopo qualche secondo, Giada lo prese per un braccio.

-Fermo lì, prima Remington deve fare una cosa importante!- lo posizionò davanti al semidio, che lanciò a Leo un’occhiataccia.

-No, non lo farò- borbottò.

-Sì che lo farai! Spezza la connessione immediatamente- gli ordinò Giada, decisa.

-Oh, sì! Mi piacerebbe molto che tu spezzassi la connessione!- esclamò Leo, a cui non piaceva affatto sentire quella voce nella testa.

-Mi ha paragonato a Edward Cullen!- si lamentò Remington -È una mente da tenere sotto controllo!- 

-L’hai paragonato ad Edward Cullen?- chiese Giada, voltandosi verso Leo e guardandolo sorpresa.

-È la prima persona che legge i pensieri che mi è venuta in mente! E non avevo idea che sapesse chi fosse Edward Cullen!- provò a giustificarsi Leo.

Giada scoppiò a ridere.

-Visto?! Te l’ho sempre detto che sei peggio di Edward Cullen!- iniziò a prendere in giro l’amico -Ha sentito tutti i miei pensieri mentre leggevo Twilight, alle medie- spiegò poi a Leo, che inarcò le sopracciglia.

Remington fece il muso, ma alzò gli occhi al cielo come se quella discussione l’avessero avuta centinaia di volte e ne fosse davvero stanco.

Un momento… quei due erano rimasti in contatto anche quando Giada era nel mondo reale? Quindi i poteri funzionavano anche lì?!

Beh, certo, dopotutto il portale funzionava.

Quindi teoricamente Leo aveva una benedizione anche nel mondo reale. Figo!

Anche se non era il momento di ponderare queste cose.

Doveva stare attento a quello che pensava.

Tipo, non doveva pensare che Remington era mille volte peggio di Edward, che il suo collegamento con Giada era più inquietante che romantico, anche se un po’ romantico lo poteva essere. 

In ogni caso, Remington non gli piaceva particolarmente, al momento.

“Il disprezzo è reciproco! E sta lontano da Yu se non vuoi che ti faccia pentire di aver messo piede in questa dimensione!” sentì Leo nella testa.

Ahhhh! Era uno yandere!

“Non sono uno…”

-Giada, il tuo ragazzo mi bullizza!- Leo fece immediatamente la spia, nascondendosi dietro di lei.

-Non è vero, sta mentendo!- si difese Remington.

“Ti ammazzo se ci riprovi, piccoletto!” continuò le minacce.

-Sembrate dei bambini! E Leo, Remington non è il mio ragazzo, smettila!- Giada alzò gli occhi al cielo, e poi sussurrò a Leo arrossendo appena.

Remington la sentì, e grugnì infastidito, arrossendo appena anche lui.

“Mmmm, per ora…” fu un pensiero troppo silenzioso perché Leo lo capisse del tutto, quindi lo ignorò.

-Okay… il tuo ex-ragazzo mi bullizza!- Leo si corresse.

“Piantala, idiota!” sentì l’avvertimento. 

-Basta parlare di questo!- li interruppe Giada, categorica.

-Remi, spezza il collegamento! Leo, non provocare Remi! Dovete andare d’accordo se volete passare il prossimo mese insieme- cercò di fare da mediatrice.

-Non voglio passare il prossimo mese insieme a lui!- dissero insieme Leo e Remington, indicandosi come il meme di spidermen.

-Bene, Remington, allora non verremo a Valkrest dopo il banchetto- lo minacciò Giada, prendendo le parti di Leo.

-Non riesco a credere che dopo diciassette anni in cui non ci siamo visti e abbiamo solo parlato mentalmente, tu sei qui solo per questo idiota!- Remington la prese sul personale, incrociando le braccia e lanciando a Giada un’occhiata piuttosto ferita, oltre che arrabbiata.

-Sono fatti vostri, io mi tiro fuori…- Leo, che già aveva sofferto di imbarazzo totale a stare in mezzo alla dinamica padre-figlia della sua migliore amica, cerco di ritirarsi almeno da quella conversazione tra ex.

Ex-migliori amici, ex-ragazzi, ex-qualsiasi cosa fossero, Leo non voleva averci niente a che fare.

“Bravo, vattene così evito di recidere il collegamento, muahahahah” lo incoraggiò Remington nella sua testa.

-Ripensandoci… prima il tuo amico e compagno semidivino deve rompere qualcosa, giusto?- Leo accolse il suggerimento, provocando il figlio di Veer, che lo guardò storto.

“Tu non sopravvivi un altro mese qui, stanne certo!” lo minacciò.

-Giusto! Remi, spezza il collegamento, e poi parliamo del prossimo mese- Giada colse al volo l’occasione.

Remington sospirò, si avvicinò a Leo, e gli diede uno schiaffo sulla testa.

-Ahi! C’era bisogno?- chiese il cuoco, offeso, massaggiandosi il punto d’impatto.

-No, ma è stato divertente. Collegamento spezzato, ma cerca di non guardarmi negli occhi o potrei ricrearlo, se volessi- lo prese in giro Remington, con un sorrisino vittorioso.

Due secondi dopo sgranò gli occhi, e si girò disgustato verso Giada.

-Non ci pensare neanche! Che schifo!- mise almeno un metro di distanza tra lui e Leo.

Giada ridacchiò appena.

-Non ho idea di cosa tu stia parlando- fece la finta tonta.

Per voi lettori interessati, Giada aveva appena pensato una cosa del tipo: 

“Remington/Leo, Enemies to lovers, 40K, slow burn” che notoriamente sono tag di fanfiction.

Giada ne scriveva, e soprattutto ne leggeva, a bizzeffe, su vari siti, soprattutto Ao3.

-Grazie di aver interrotto il collegamento. Ora che è tutto risolto, godetevi la serata, vado a lavorare- Leo provò nuovamente a togliersi dalla situazione, ma quello non era il suo giorno fortunato, perché Giada lo interruppe.

-Aspetta, Leo, volevo… sentite, siete partiti con il piede sbagliato, ma vorrei davvero che riusciste ad andare d’accordo. Siete i miei due amici più importanti, e, Remi… lo sai che…- si interruppe, e fissò Remi negli occhi, probabilmente comunicando mentalmente.

-Che ci trovi in questo tizio?- chiese Remington, incredulo, scuotendo la testa -Non riesco a capirlo e non lo capirò mai!- sembrò rifiutarsi di aprirsi.

Leo non avrebbe avuto problemi a fare una tregua, dato che non gli piaceva avere nemici, soprattutto in un mondo fantasy magico dove lui valeva come un chicco di riso, ma Remington non sembrava dello stesso avviso.

-Va bene, ho capito- Giada sospirò, e si girò verso Leo.

Sembrava stesse per dirgli qualcosa di intenso e pessimista del tipo “Siamo fregati, Leo. Senza l’aiuto di Remington morirai entro pochi giorni per qualche motivo che non ho intenzione di spiegarti”.

Invece si limitò a prendere una pizza rivisitata che Leo aveva rifatto e che stava sul vassoio in mezzo ad altre, e si fiondò contro Remington, costringendolo a mangiarla.

Dopo circa un minuto di lotta libera, Remington perse, e fu costretto a mangiare la pizza.

Leo non riuscì a non pensare che almeno con il principe lui era stato più gentile quando lo aveva costretto.

Ma sapeva che Giada era fatta così, quindi non ne rimase molto sorpreso.

Remington deglutì, con espressione impassibile, poi si girò verso Leo, che lo guardò in attesa.

“Sei davvero un idiota! Ti avevo detto di non guardarmi più negli occhi!” sentì la voce nella sua mente.

Leo si coprì la faccia con la mano libera. Se n’era completamente dimenticato.

Remington ridacchiò appena, poi sospirò, e si voltò verso Giada, con sguardo addolcito.

-Siccome è completamente spacciato senza il nostro aiuto, accetto di ospitarvi a Valkrest prima della vostra partenza. Mi fa piacere che hai deciso di stare da me questi giorni- sorrise a Giada, che ricambiò con un abbraccio.

-Grazie, Remi!- 

Ohhhhh! Non era yandere!

Erano due tsundere!

Awwwww!

“Sta zitto idiota!! Posso sempre cambiare idea” Remington si staccò dall’abbraccio e gli tirò un’altro schiaffo sulla fronte, meno violento stavolta, per recidere di nuovo il collegamento mentale.

Leo abbassò immediatamente lo sguardo, cercando di non rifare lo stesso errore di prima, soprattutto per evitare altri schiaffi.

-Non ho detto nulla- provò a giustificarsi -Sarà meglio che torni a lavoro, devo ancora sistemare alcune cose prima di ritirarmi- provò poi a congedarsi, con un inchino medio.

-Okay. Raggiungici appena sei libero. Non puoi andare troppo in giro- si fece promettere Giada.

Remington si avvicinò a lui per prendere un’altra pizza.

Leo fece di nuovo l’errore di guardarlo negli occhi.

Era più forte di lui! Non era abituato ad evitare lo sguardo delle persone!

“Non raggiungerci. Fammi godere la mia migliore amica per una sera” gli ordinò Remington, anche se sembrava quasi una preghiera.

Leo annuì.

Alla fine capiva cosa significasse stare lontano da qualcuno per troppo tempo e voler stare con quella persona più tempo possibile una volta riabbracciata.

“…mmm, bene” Remington gli tirò una schicchera sulla fronte, spezzando per la terza volta il collegamento, e poi si allontanò con Giada.

-È davvero un idiota- Leo lo sentì sussurrare.

-Sì, ma è il mio idiota, okay?- ribatté Giada.

-Pensavo di essere io il tuo idiota- si lamentò lui.

-Posso avere due idioti di mia proprietà- ridacchiò lei.

Poi furono troppo lontani dal campo uditivo di Leo perché lui potesse sentirli.

Ma una cosa era certa: vedeva il potenziale di ship, nonostante Remington fosse partito con il piede sbagliato!

Se solo anche Leo avesse avuto la fortuna di poter stare con il ragazzo che gli piaceva.

NON CHE CE NE FOSSE UNO AL MOMENTO!!

Cercò di non pensarci più, e tornò a lavoro.

 

Un lavoro che durò poco più di altri dieci minuti, prima che Leo fu congedato e costretto a partecipare come ospite.

Se come cameriere aveva attirato così tanto l’attenzione di ospiti super importanti e potenti, non voleva neanche immaginare come sarebbe andata come ospite ufficiale, vestito bene.

E si stava giusto finendo di vestire, in uno stanzino vicino alla cucina perché non voleva perdere troppo tempo tornando in camera, che sentì bussare alla porta.

-Chi è?- chiese, confuso.

-Sono Anna, posso entrare? Volevo aiutarti con i capelli. Ho il gel che mi avevi chiesto- si annunciò la cuoca.

Leo si era quasi dimenticato, ma qualche giorno prima aveva chiesto, più per curiosità che per vero interesse, se ci fosse del gel per capelli in quel mondo. Era stato discreto con la formulazione della domanda per non destare sospetti, ma la risposta era stata positiva, e Anna si era offerta di aiutarlo con i capelli per il ballo.

-Certo, entra, sono praticamente pronto- Leo la incoraggiò ad entrare, finendo di abbottonarsi la giacca.

Lo stanzino era piuttosto piccolo, ma erano piuttosto minuti anche loro, quindi non sarebbe stato un problema.

-Oh, peccato…- borbottò lei, molto tra sé.

-Peccato? Perché?- chiese Leo, voltandosi nella sua direzione e sorridendole confuso.

-No, niente. Mi dispiace di non poterti aiutare anche in questo- si spiegò lei, arrossendo appena.

Ultimamente Anna era molto ansiosa di aiutarlo, molto più del solito.

Era sempre stata molto carina con Leo, come anche Mary e Jane, ma ultimamente si metteva sempre in prima linea qualsiasi cosa gli servisse.

Gli faceva piacere, ma lo metteva anche un po’ a disagio. Dopotutto non era un bambino bisognoso di attenzioni.

…beh, sì, era bisognoso di attenzioni perché rischiava di morire ad ogni passo, ma aveva già Alex, Giada e Mildred che lo proteggevano, aiutavano e rimproveravano per la sua idiozia, quindi non gli serviva anche Anna che facesse le prime due cose.

Però era comunque felice di ricevere il suo aiuto, se le faceva piacere aiutarlo.

-So ancora vestirmi per fortuna, anche se ammetto che sono terrorizzato di rovinare questo bellissimo vestito. E non credo mi stia così bene- commentò Leo, guardandosi nello specchio scheggiato che aveva sistemato su un mobile pericolante.

-Stai benissimo, Leo… ti aiuto con i capelli. Siediti lì- Anna lo incoraggiò ad accomodarsi, e Leo eseguì.

La luce era fioca, lo spazio era stretto, e Anna stava minuziosamente sistemando i capelli del ragazzo con delicatezza e movimenti ben calcolati, ma Leo era troppo omosessuale per capire il potenziale romantico di quel setting, quindi rimase sorridente e ignaro di quello che stava succedendo nel cuore della ragazza davanti a lui, rossa come un pomodoro e con le mani leggermente tremanti che però cercava di tenere ferme per non rovinare il suo lavoro.

-Leo… c’è una cosa che vorrei dirti- verso la fine dell’operazione, la ragazza ruppe il silenzio, con voce incerta.

-Certo, Anna, dimmi tutto- Leo la incoraggiò a parlare, avvicinandosi appena per mostrarle la sua totale attenzione, e facendole battere il cuore ancora più forte.

A sua discolpa, bisogna dire che la sua omosessualità era così palese nel proprio mondo che non aveva mai avuto a che fare con ragazze cotte di lui che lo confondevano per un etero.

-È… è una cosa difficile da dire, ma… sento che se non lo dico oggi, potrei perdere per sempre l’occasione di farlo- continuò lei, torturandosi le mani sporche di gel, e non riuscendo a guardare Leo negli occhi.

Leo temette che avesse capito tutto circa il suo licenziamento imminente.

-Hai ancora qualche giorno, ma… non avere paura, Anna. Sai che puoi dirmi qualsiasi cosa- le mise le mani sulle spalle, preparandosi ad una batosta, ma sperando che non fosse niente di troppo negativo.

-Lo so, Leo, proprio per questo, io… sai, non ho mai conosciuto nessuno come te… sei così gentile, e divertente, e incoraggiante, e i tuoi piatti sono i più buoni del castello. Non che il tuo talento abbia a che fare con quello che provo per te, non è questo, solo… oh, devo dirlo e basta…- il pensiero di Leo, durante quel discorso, cambiò dal “sta cercando di convincermi a restare, che carina” al “oh no, oh no, non si starà confessando, vero?” in pochi secondi.

Finalmente anche lui si rese conto del potenziale etero romantico di quella situazione.

Ma prima che potesse fermare Anna in qualche modo, trovare una scusa, o chiedere aiuto a Remington con i suoi poteri telepatici, anche se il collegamento era ormai interrotto, Anna concluse la sua confessione.

-Leo, tu mi piaci!- alla fine Anna non lasciò spazio a dubbi.

Leo cercò comunque di inventarsi dei dubbi.

-Come amico?- chiese, con un sorriso terrorizzato.

-N_no, cioè, sì, anche, ma… come più che semplice amico. Io… ho una enorme cotta per te. Ricambi i miei sentimenti?- Anna si spiegò prima che Leo potesse trovare una scappatoia, o interromperla, o farsi venire un mente un discorso di senso compiuto.

-Io… Anna…- Leo non friendzonava una ragazza da anni. L’ultima volta era stata tipo alle medie, o forse addirittura alle elementari. Non era mai stato popolare in generale, e poi era seriamente troppo gay. Le ragazze non ci provavano proprio.

-Prima che tu risponda, prenditi un po’ di tempo per pensarci. Possiamo prenderla con calma, uscire dopo il lavoro, andare al mercato, stare un po’ insieme e…- Anna intuì dove quel “Anna…” sarebbe andato a parare, e cercò di salvarsi in calcio d’angolo.

Leo però non poteva darle false speranze.

Non le dispiaceva l’idea di uscire dopo il lavoro, andare al mercato e stare un po’ insieme all’amica, ma era solo un’amica, e sarebbe sempre rimasta solo un’amica, per lui. Non poteva fingere che non fosse così.

Doveva essere diretto e conciso.

-Anna, mi dispiace tantissimo. Tu sei una ragazza meravigliosa, e ti voglio un sacco bene, ma non posso accettare i tuoi sentimenti romantici- mise le cose in chiaro, nel tono più gentile che riuscisse a tirare fuori.

Anna abbassò la testa, con le lacrime agli occhi.

-Ti piace qualcun altro, vero?- chiese, il suo tono tradiva dei singhiozzi.

Quella non era proprio la serata di Leo, maledizione!

-Sì, no, aspetta, non è questo, il fatto è che io sono… sono…- Leo sapeva di non avere nulla da temere con Anna.

Era una brava ragazza, era gentile, non lo aveva mai giudicato per il fatto che fosse un uomo e stesse in cucina.

Eppure, quando si ritrovò a pochi secondi dall’ammettere la propria sessualità in quel mondo che Leo era ancora convinto fosse intrinsecamente omofobo, non riuscì assolutamente a far uscire le parole.

Non poteva rischiare.

Non voleva rischiare.

E non perché pensasse che avrebbero trovato un modo per ucciderlo o torturarlo. Dopotutto aveva la protezione sia di Giada che di Jahlee.

No, Leo non voleva avere la certezza che le persone a cui si era avvicinato di più durante quel mese, non l’avrebbero più accettato una volta scoperta la sua sessualità.

Sarebbe dovuto andare via presto, e voleva andare via con un bel ricordo di quelle persone.

Un ricordo doloroso, forse, perché non le avrebbe viste più, ma un buon ricordo comunque.

-Ho capito… non preoccuparti- Anna si alzò, interpretando il silenzio di Leo come un invito ad andarsene perché non aveva una vera scusa da rifilarle.

Leo la fermò.

Meritava una giustificazione.

-Anna, non sei tu, davvero. Tu sei meravigliosa, il problema è mio, perché sono…- no, Leo non riusciva a dirlo. Era come se la voce gli fosse sparita in gola.

Poi gli venne un colpo di genio.

Un modo semplice ed efficace per liberarsi di tutti i suoi problemi in una volta sola: 

-…Sono già sposato!-  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

LEO WTF?!

Allora, questo capitolo è la parte uno del ballo, la prossima parte arriverà molto presto perché non voglio far passare troppo tempo tra le due parti. E poi perché, eh, ci sarà una cosa molto importante nel prossimo capitolo :3

Parlando di questo…

Intanto scusate se è così breve, ma avendo diviso il ballo in due le cose che dovevo scrivere in questa prima parte sono diminuite. Mi rifarò nel prossimo capitolo, giuro.

Intanto le pizze hanno avuto successo con la famiglia reale, ma Daryan non si è visto granché in questo capitolo. Che stia evitando Leo?

Poi… Leo ha incontrato un po’ di persone importanti.

Payas sembra conoscerlo, essere un suo grande amico, e sa un sacco di spoiler sul futuro, che sia tra una settimana, un mese o un futuro molto lontano, questo non lo sa, ma è certo che in futuro riuscirete, spero, a concludere le frasi che ha silenziato.

Remington, d’altro canto, lo odia a pelle e si sente minacciato da lui.

Onestamente hanno più alchimia Leo e Remington di Leo e Payas, ma shhhh, non ditelo al semidio dell’acqua, che potrebbe rimanerci male, dato che è un simp di Leo, lol.

Giada è la mom friend, ma questo si era già capito quando è stata introdotta nello scorso capitolo, e sembra avere con Remington un rapporto piuttosto complicato, ma comunque amichevole e pieno di flirt.

E sembra anche tenere nascoste molte cose a Leo, mmmmm.

Infine… Anna… Anna… Anna… che mi combini?! Ma non la senti l’omosessualità di questo simpatico protagonista?

E Leo avrebbe potuto dire un tranquillo “Mi dispiace, ma sono gay” e chiuderla lì, e invece… a quanto pare ora è sposato.

La rete di imbrogli e bugie si fa sempre più fitta.

Chissà come reagirà Anna.

E se la voe si spargerà.

Se dovesse raggiungere le orecchie di Daryan le cose potrebbero farsi complesse.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Un bacione e alla prossima :-*

   
 
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