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Autore: EleAB98    28/02/2022    2 recensioni
Malcom Stone è un pretenzioso caporedattore, nonché affascinante quarantenne con una fissa smodata per le belle donne. Ma arriverà il giorno in cui tutto cambierà e l'incallito casanova sarà costretto a fare i conti con i propri demoni interiori, e non solo quelli... Riuscirà mai a guardare oltre l'orizzonte? Ma soprattutto, chi lo aiuterà nell'ardua impresa?
[...]
Gilberto Monti è un giornalista affermato. Oltre a ricoprire una posizione lavorativa più che soddisfacente, ha appena esaudito uno dei suoi più grandi sogni: sposare la donna che più ama. Ma è davvero tutto oro quello che luccica?
[...]
Alex Valenza, un reporter piuttosto famoso, è alle prese con una drammatica scoperta che lo porterà a chiudersi, a poco a poco, in se stesso. A nulla sembra valere il supporto della moglie. Riuscirà a ritrovare la serenità perduta?
*Opera Registrata su Patamù*
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo I – Felona e Sorona*



Quel familiare tintinnio di chiavi lo fece sobbalzare, ma d'altra parte lo confortò, regalandogli quel pizzico di sollievo che tanto anelava. L'amore della sua vita era finalmente tornato a casa. L'uomo sollevò il capo e si voltò verso la porta della cucina, del tutto spalancata. Un cordiale sorriso gli fu sufficiente affinché abbandonasse all'istante carta e penna, nonché le solite scartoffie che popolavano il tavolino, decorato da una simpatica tovaglia a fiori – proprio come il grazioso vestito che indossava la sua compagna.

«Amore mio! Menomale che sei qui!» L'uomo scattò in piedi e le tolse dalle mani la grossa busta della spesa posandola sul tavolo, quindi la strinse forte a sé. Chiuse gli occhi. «Ti aspettavo con ansia, sai?» mormorò, il viso nascosto sul collo di lei, qualche ribelle ciuffo di capelli a sfiorargli il viso. Aveva temuto di rimanere solo per un'altra, infelice nottata, e quel pensiero lo aveva spaventato a morte. Non appena prese a mordicchiarle con dolcezza il lobo dell'orecchio, la donna si scostò da lui. Di colpo, assunse un'espressione di sincero pentimento. «Mi dispiace tanto, Gilberto, non volevo farti preoccupare. So che è già molto tardi, però... avevo soltanto bisogno di riflettere per qualche ora, non volevo ferirti.» Nel pronunciare quelle parole, si avviò distrattamente verso la dispensa, come fosse alla ricerca di qualcosa.

«Sono io che mi devo scusare, tesoro mio», rispose l'altro, seguendola con lo sguardo. Osservò le sue movenze e continuò a sorridere. Come al solito, rimase incantato nel vederla trafficare con i barattoli della marmellata e gli aggeggi da cucina. D'altronde, lo aveva sempre colpito come lei fosse in grado di trasformare qualsiasi gesto ordinario in un qualcosa di assolutamente inedito. O magari, era proprio lui a vedere il tutto in una luce nuova. Da quando si era innamorato, in effetti, non aveva fatto altro. «Non avrei dovuto farti pressioni su quell'argomento», riprese, tornando alla realtà. Le si avvicinò da dietro e, con aria timida, le cinse la vita. «La mia colpa è quella di amarti troppo. Se solo potessi, starei sempre accanto a te.»

La donna s'irrigidì. «Gilberto, io non—»

«Shh... lo so, mia cara. Lo so che hai bisogno di tempo, e so anche che siamo entrambi un po' stressati in questo periodo. Ma i miei sentimenti per te non sono affatto cambiati. Mi spiace soltanto che abbiamo litigato per una sciocchezza.» Gilberto le diede un casto bacio sulla guancia, cercando di soffocare la sua vocina interiore – che tutto gli diceva, tranne che quanto accaduto la sera prima fosse una scemenza. E lo attestava il fatto che la sua donna avesse deciso, senza se e senza ma, di passare l'intera nottata a casa della madre. Scacciò quel pensiero, deciso a non lasciarsi trasportare dalla negatività. «Cerchiamo di venirci incontro, mmm? Che ne dici?»

L'altra si voltò verso di lui. Accennò un sorriso. «Tu sai che mi fido ciecamente di te, non è così?»

«Certo che sì, Megan. Altrimenti non vivresti sotto lo stesso tetto con me, no?» L'uomo le strinse la mano sinistra e se la portò in bocca, un altro bacio a suggellare il patto siglato con la sua Megan. «Mi sei mancata tanto, questa notte. Non avrei sopportato di restarmene solo un'altra volta. Lo so, la nostra situazione non è delle più tipiche, ciononostante—»

«Capisco bene come ti senti. E mi dispiace veramente. Però non posso fare altrimenti. Per il momento, non mi sento ancora a mio agio a...» Megan abbassò lo sguardo. «Insomma... lo sai già, no?»

Gilberto annuì, comprensivo. Ammetteva quanto la cosa lo addolorasse e lo rendesse, il più delle volte, nervoso e irritabile, ma sapeva anche che l'amava. L'amava più della sua stessa vita. E anche se quel suo per il momento gli pareva sempre più un'eternità, non poteva privarsi della speranza di poter esaudire, facendo appello alla pazienza e alla perseveranza, il suo desiderio più grande. «Certo che sì. Non c'è bisogno che tu ti ripeta. Tra l'altro, il fatto che tu sia tornata mi rende davvero felice», rispose, un altro bacio sulla guancia. «Ma adesso dimmi... com'è andata la tua giornata? Io ho cercato di stilare alcuni rapporti, però...» Scrollò le spalle, decisamente insoddisfatto. «Comprenderai che non ho fatto altro che pensare a noi due e... a quello che è successo ieri sera.»

Megan gli accarezzò i folti capelli neri. «Non volevo che finisse così, dico davvero. Soltanto che—»

«Non parliamone più, okay? Te l'ho già detto o no che sono disposto a tutto per te? Dai, raccontami qualcosa. Com'è andata oggi?»

«In redazione c'era parecchio lavoro, ma sono riuscita a cavarmela anche senza il tuo aiuto», asserì Megan, con un guizzo di soddisfazione. «Domattina uscirà un'edizione tutta nuova di The Cars, a tiratura limitata. Proprio come piace a te.»

Gilberto assottigliò leggermente gli occhi azzurri. «La sua è per caso una dichiarazione d'amore, signorina Rossi?» azzardò, soffocando una risatina.

Megan ricambiò a malapena quello sguardo così penetrante, concentrandosi sulla cravatta scura di Gilberto. «Nulla sarebbe stato possibile senza di te. Ti sono davvero grata per avermi dato l'opportunità di tornare a scrivere e a pubblicare i miei articoli.»

L'uomo tornò serio. «Ehi! L'ho fatto solo perché nessuno più di te lo merita. Certo, non posso negare che per me sia stato amore a prima vista e che questo sia stato un incentivo in più perché tu mettessi piede nella mia azienda, però... avevi troppo talento e lasciarti scappare sarebbe stato un sacrilegio. Sono orgoglioso che tu faccia parte della squadra.»

«Due anni sono tanti», asserì lei, giocando con il colletto della camicia di Gilberto. «Credevo che la mia firma non sarebbe più comparsa da nessuna parte. Ho vissuto un periodo davvero infernale. E poi, quando meno me l'aspettavo... sei arrivato tu.»

Gilberto annuì con orgoglio. «Eh già, mi amor. E mi dispiace comunicarti che non ti libererai facilmente di me», esclamò. Con estrema lentezza, si avvicinò alle labbra di Megan. Sfiorò il suo viso con la punta del naso e ne inspirò l'odore. Oh, sì, abbiamo tutta la vita davanti, si disse, emozionato. «Me lo dai un bacio?» soffiò, più speranzoso che mai. Sarebbe impazzito senza di lei.

«Solo uno», replicò Megan dopo un po', alternando lo sguardo tra gli occhi lucenti di Gilberto e quella bocca, così desiderosa di assaporare la sua. Senza pensarci troppo, gli concesse un breve bacio e provò a staccarsi da lui, ma Gilberto approfondì immediatamente quel contatto e la tenne ancorata su di sé. La donna schiuse appena le labbra, lasciandosi guidare da lui. «Scusami tanto», le disse ancora, tra un bacio e l'altro. Risalì sulla sua schiena, timoroso ed eccitato allo stesso tempo. Provava un desiderio talmente forte nei suoi confronti, che a stento riusciva a trattenersi quando erano soli. Che fossero in ufficio o in casa loro, i pensieri di Gilberto confluivano sempre : desiderava ardentemente scoprirsi sempre più uomo insieme a lei, manifestare appieno quegli impulsi naturali che da mesi lo tormentavano... amare la sua donna in tutto e per tutto. E non soltanto perché stare con Megan fosse per lui una novità. Il fuoco della passione, ne era certo, l'avrebbe accompagnato per molti anni a venire. A dire il vero, sperava tanto in un per sempre. «Sei bellissima. Un vero spettacolo», continuò, la voce roca e il respiro più corto – simbolo di una crescente e palpabile eccitazione.

A quelle parole, Megan si scostò di nuovo da lui e gli diede le spalle. «Nemmeno tu sei poi tanto male», rispose lei, con tono monocorde. Riprese a trafficare con le posate e si dileguò dalla sua stretta. «Ma credo sia arrivata l'ora di cenare, non pensi?»

Gilberto sospirò e alzò le mani, in segno di resa. Ma nella sua testa non si vergognò affatto ad ammettere quanto l'espressione concentrata della sua lei lo trascinasse spesso fuori dai binari. «D'accordo, come non detto. Hai vinto tu. Agli ordini, generale!»

Megan alzò gli occhi al cielo, poi si concesse una breve risata. L'uomo la seguì a ruota, ma mentre si accingeva a sparecchiare la tavola dei suoi gingilli, le diede un tenero buffetto sulla guancia. «Sei sicura che è tutto a posto?»

«Non ti serbo rancore, Gilberto. Te lo posso assicurare.»

L'uomo le baciò la fronte, quindi tornò in soggiorno. Sistemò il plico di fogli che stringeva tra le mani dentro la cartelletta che teneva sulla scrivania. Sospirò. Sperava con tutto il cuore che Megan non gli stesse mentendo e che, dietro quel sorriso incoraggiante, non si nascondesse che parte di un mondo. Un mondo pieno di gioie ed emozioni; un mondo tutto da scoprire.

 

N.d.A: Okay, forse in questa sede è più che necessario spendere due parole riguardo l'inizio di questa seconda parte. Forse sarete rimasti un pochino spiazzati, ma è proprio così. Sono passati quasi tre anni dall'ultima volta che Megan e Malcom si sono visti, e quindi... be', non c'è bisogno di dirvi a cosa abbia portato questo distacco. Di sicuro, avrete notato anche un cambiamento di stile, infatti sono passata dalla prima alla terza persona. Ma non temete, perché posso assicurarvi che ritroveremo Malcom nel prossimo capitolo (sì, avrei tutta l'intenzione di sperimentare alternativamente la terza e la prima persona), in una veste che non sarà completamente nuova, ma... per certi versi, lo sarà!

Vabbé, adesso mi dileguo, prima che possa confondervi ancora di più le idee! Ammetto che scrivere questo capitolo mi ha appagato molto (ho intenzione di trattare una tematica abbastanza delicata e magari, a tratti, anche "inverosimile", per certi versi; ma questo lo scopriremo più avanti!), per quanto la situazione ivi descritta vi possa apparire strana! Ma forse lo sapete meglio di me... la vita è imprevedibile e, alle volte, al fine di "ritornare alle origini"... ne deve passare di acqua sotto i ponti!

Come sempre, un abbraccio e... alla prossima!

Eleonora
 

*Felona e Sorona: il titolo del capitolo è stato preso a prestito da un album rock progressive de Le Orme (1973), dal titolo omonimo. Si tratta di un concept album i cui diretti protagonisti sono proprio Felona e Sorona, due pianeti immaginari, contrapposti da un lato e complementari dall'altro. Mentre Felona viene illuminato dal Sole, Sorona è immerso nelle tenebre. 

[Ps: Prendete questo titolo come una sorta di "indizio" per... tutto quello che verrà!]

   
 
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