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Autore: __eryn__    01/03/2022    1 recensioni
Edward è un diciassettenne attratto dagli stimoli e dall'adrenalina della vita. Questi ultimi li ricerca in una realtà spericolata composta da skate, uscite notturne, alcol e soprattutto... le droghe.
Edward è accecato da ogni tipo di droga, gli comportano la visione temporanea di un mondo alternativo fatto di desideri e pazzia.
I suoi genitori e gli amici hanno accettato il fatto che non possono più aiutarlo e che staranno solo guardare mentre ogni giorno si lascia morire...
Riuscirà a disintossicarsi e a riprendersi in mano la sua vita?
𝙎𝙏𝙊𝙍𝙄𝘼 𝘼𝙏𝙏𝙐𝘼𝙇𝙈𝙀𝙉𝙏𝙀 𝙄𝙉𝙏𝙀𝙍𝙍𝙊𝙏𝙏𝘼
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SEGUIRE IL PROIBITO

Passa tutta la notte su quel terrazzo, a pensare a quel 5 Novembre, una data che Edward non dimenticherà mai.
Tre anni fa dello stesso giorno successe l'inimmaginabile.
Accadde quel fatto imprevedibile, il motivo per cui Ed iniziò ad abusare delle droghe.
Il giorno in cui scappó di casa per la prima volta, la sera in cui lo fece e di cui se ne pentirà per sempre.
Il primo sbaglio che diventerà il suo peggior ricordo.
Quel 5 Novembre in cui rovinó tutto quanto.
Non era perfetto prima e ora non lo sarà più, ha infranto una regola e non può recuperare al suo errore chiedendo alla morte di riportare in vita un feto.
Quella sera è quella che non dimenticherà mai.
Quel giorno in cui sua madre non partorirà Adam.

Flashback 3 anni prima...

Edward, quindicenne, corre per il marciapiede che porta verso la sua scuola.
Passa davanti il garage senza nemmeno guardare, è in ritardo di quindici minuti.
Si precipita davanti il cancello chiuso e tenta di arrampicarsi per entrare mentre una ragazza con i capelli pieni di dread e una bandana verde lo guarda stranita.

<< Vuoi davvero entrare? Gioia, ormai ti faranno seguire le lezioni in seconda ora >> Dice lei mentre si prepara la sigaretta con il tabacco e la cartina.

<< Almeno provo, no? >> Domanda lui voltandosi verso la ragazza.

<< Ci tieni davvero così tanto? Perché non ce ne andiamo al parco, almeno copri il tempo! >>

Edward scende dal cancello e si siede sul muretto di pietra vicino a lei.

<< Non ti ho mai vista a scuola >>

<< L'ho mollata, vengo solo ogni tanto per vedere le nuove matricole >> Gli risponde per poi inumidire la cartina con la saliva e chiuderla.

Ci sono degli attimi di silenzio imbarazzanti interrotti dal meccanismo dell'accendino attraverso le dita della ragazza.

<< Accidenti non dirmi che si è inceppato! Hai da accendere? >> Gli domanda per poi sospirare.

<< Ehm no, non fumo >> Le risponde lui restando seduto vicino a lei.

<< Ma sei serio? Gioia, frequenti un liceo artistico e non hai mai provato a fumare? >>

<< Non posso, poi mia madre è anche incinta e non posso fumare a casa >>

<< E dov'è il problema? Ti metti al balcone o esci! Dimmi la verità, sono le scuse che ti hanno detto per non farti iniziare il vizio, vero? >> Gli domanda riuscendo finalmente ad accendersi la sigaretta.

<< Sì, credo >>

<< Ah piuttosto, non mi sono presentata, sono Ada! >> Gli porge la mano e lui la stringe.

<< Edward >>

<< Dai, prova >> Gli dice avvicinandogli la sigaretta ma il ragazzo si scansa un po' con il busto.

<< Andiamo, mica morde eh >>

<< Non mi va >>

<< Quindi tu sei uno di quei ragazzi che hanno la vita senza preoccupazioni? Non ti sfoghi mai? >>

<< Non abbiamo così tanta confidenza per parlarne >>

<< Vuoi sapere la verità? A volte è più facile confidarsi con le persone a cui siamo meno vicini >>

Edward la fissa negli occhi e poi si decide a prendere la sigaretta tra le dita.
<< Come si fa? >>

<< È facile, inspiri il fumo, lo trattieni e poi lo espiri >>

Il corvino si porta alle labbra la sigaretta e inspira il fumo.
Spalanca gli occhi che si fanno immediatamente lucidi e tossisce via il fumo per poi passare la sigaretta alla ragazza.

<< Che merda è?! >> Esclama lui sputando a terra continuando a tossire.

<< Ha un sapore orribile >>

<< Beh ma ti senti meglio? >>

<< No >> Risponde lui per poi pulirsi le labbra umide di saliva con la manica della maglia.

<< Perché lo hai fatto male, dovevi trattenere il fumo >>

<< E come faccio? Non appena ci provo mi brucia la gola >>

<< Vedrai, sarà questione di abitudine >> Dice lei scendendo dal muretto.

La ragazza gli fa cenno di seguirla, così entrambi si dirigono verso il parco.
Per tutto il tratto di strada, Edward non fa che guardarla, sembra una ragazza così libera, senza responsabilità, un falco che vola libero senza ostacoli.

Edward si siede sull'altalena di un parco e dondola piano senza reggersi con le mani e Ada fa lo stesso per poi voltarsi verso di lui.
Lei nota il ragazzo prendere il cellulare e guardare una chat di un gruppo.
Ed sospira e pigia qualche tasto per poi rimettersi il cellulare in tasca.
Si accorge di essere fissato e gira lo sguardo verso di lei.

<< Chi era? >> Gli domanda la più grande.

<< Ma che ti importa >>

<< Wow, come siamo scorbutici, gioia >>

Edward rotea gli occhi e guarda altrove.

<< Smettila con questo "gioia", mi sembri mia madre >>

<< Scusami, "faccio il duro perché dentro sono ferito" >>

<< Eh? Ti metti a fare la psicologa ora? >> Chiede con un tono sarcastico guardandole gli occhi.

<< No, ma chi si comporta così lo fa per nascondersi, tu ti proteggi in un guscio. Sei una castagna! >>

Lui la guarda incredulo poi rotea nuovamente gli occhi guardando altrove.

<< Mi stai generalizzando, non sono come credi >>

<< Tu hai paura di quello che hai dentro vero? Con quelle occhiaie che hai sembra tu non riesca a dormire >>

<< È così, ma che c'entrano ora? >>

<< C'entrano eccome. Durante la notte sei lì, solo sul tuo letto, nessun suono, nessuna forma. Sei solo tu e i tuoi pensieri che si risvegliano e vengono alla luce. La mattina siamo talmente circondati dalle cose quotidiane, suoni e immagini, che i nostri pensieri sono gli unici a riposarsi e si svegliano nella notte quando c'è silenzio. È in quel frangente di tempo che dobbiamo fare i conti con noi stessi e capire lentamente chi siamo realmente >>

Ada espira via il fumo per poi continuare dicendo: << Prima mi hai fatto capire che i tuoi non vogliono che prendi il vizio del fumo. Ti dicono cosa dovresti fare e cosa è bene per te per farti stare tranquillo, non vogliono che tu trovi il piacere nel fare le cose proibite >> Dice lei fumando guardando il cielo.

Lui si volta verso di lei e assume un'espressione attenta.

<< Cose... proibite? >>

<< Com'è la tua vita, Edward? >>

<< Come dovrei risponderti? >>

<< Dicendomi la verità >>

Edward fa prima un sospiro, indeciso se risponderle, poi, però, parla: << Statica, credo >>

<< Come immaginavo, le tue giornate sono piatte, monotone e senza dinamismo. Non hai uno stimolo, ti manca l'adrenalina >>

<< Lo so, ma ogni volta che propongo qualcosa, i miei amici vogliono stare a casa a giocare ai videogame o andare al solito campo da basket a fare qualche partita, oppure alle feste. Mi adatto a loro, capisci che intendo? Faccio sempre le stesse cose >>

<< Cambia comitiva >>

<< La fai facile, non sono come te >> Confessa lui per poi guardare a terra.

<< Eppure ci vuole un attimo a fare amicizia. Io ci stavo provando attraverso il fumo e guarda caso, anche se tu non fumavi, ci siamo trovati a parlare e siamo usciti insieme >>

I due si voltano verso l'altro e Edward capisce che la ragazza ha perfettamente ragione.

<< La mia vita mi piace, è piena di adrenalina e sono sicura che è quella che vorresti fare anche tu >> Sorride lei.

<< È così, ma non so da dove iniziare >>

<< È qui che entro in campo io! Vieni con me >> Esclama lei alzandosi con un balzo dall'altalena.

Edward scende e guarda l'orario dal cellulare.

<< Innanzitutto, oggi si salta scuola >> Gli dice la ragazza sfilando dalle mani il cellulare di Ed.

<< Ma sei matta? Se lo scopre mio padre... >>

<< Già ti arrendi? E se non lo scoprisse? Segui il proibito >> Dice lei indicandosi con il pollice.

<< Sei una pazza >> Sospira lui per poi seguirla.

<< Una pazza che ti cambierà la vita >>

Edward la segue raggiungendo la macchina di Ada e si siede vicino a lei.

Oggi tutto può cambiare, tutto può accadere.

Sente che da questo momento la sua vita sta per avere un nuovo inizio, finalmente può far vedere a gli altri chi è davvero, vivere.
Lui vuole l'esterno, vedere cosa c'è fuori, fare cazzate e divertirsi senza responsabilità, ma d'altro canto non voleva rimanere da solo.
Oggi, questo è possibile, tutto grazie a quella ragazza che sta guidando la macchina, restando seduta vicino a lui.

Edward guarda fuori il finestrino abbassato e ci sporge il braccio.
Ada accende la radio della macchina e inizia la canzone dei Nirvana: "Territorial Pissings".

<< Li ascolti spero >> Dice Ada ruotando il manubrio.

<< Ovvio >> Dice lui guardandola con un sorrisetto e la ragazza fa lo stesso.

<< Gotta find a way, a better way, I′d better wait >> Esclama il corvino cantando il ritornello della canzone muovendo la mano come se stesse suonando e anche Ada viene rapita dal ritmo della canzone e si mette anche lei a cantare a squarciagola fino a quando non arrivano nel posto.

I due scendono dalla macchina ed entrano in un'area che sembra riservata, ma a quanto pare è molto familiare per i tossici di quel quartiere.
Il suolo è coperto di bottiglie di birra vuote e altre rotte, i muri sono imbrattati di scritte neon e disegni allucinati.
È un posto silenzioso, ricoperto di cemento con dei davanzali di pietra.

<< Ma quanto rischiamo che ci vedano? >>

<< Troppo ahahah >> Ride lei saltellando sul posto.

Lei gli fa cenno di avvicinarsi e poggia qualcosa sul tetto della macchina.
Lui si avvicina ma come nota quel fazzoletto con la cocaina sopra decide di indietreggiare.

<< Non voglio esagerare >>

<< Vuoi divertirti al 50%? >>

<< No, ma se torno a casa e sono fatto poi è un casino >>

<< L'effetto mica è permanente, durerà solo qualche ora, dai prova >>

Ada gli fa vedere come sniffarsi la cocaina e lui, con un po' di incertezza, si avvicina.

<< Prova, tutta la striscia >>

<< Tutta? >>

<< Sì >>

Edward ci prova ma non appena sente la cocaina entrargli nel corpo, avverte una sensazione di prurito al naso e strizza gli occhi.

<< Oddio... >>

<< La sensazione di nausea passa, dai vieni >>

Lo fa salire sul davanzale di pietra con lei e decide di mettere la musica alta di volume.
I due, in piedi, iniziano a ballare un po' a caso, mosse senza senso con le braccia e con dei saltelli su loro stessi.
Alternano momenti di completo svago a momenti di tranquillità a fumarsi una sigaretta, o almeno Edward ci prova.
Si mettono a giocare con le loro ombre riflesse, si fermano cercando di realizzare delle mosse sia singole che combinate.
I due urlano i loro nomi a vicenda giocando con l'eco che va sempre più scemando.

<< Ada!! >>

<< Edward!! >>

<< Ahahah >>

Il ragazzo comincia a vedere doppio, i colori neon delle scritte prendono vita e contornano Ada e gli oggetti intorno a sé.
Il ragazzo fa dei giri su se stesso per vedere quella realtà immaginaria che lo circonda.
Edward non si era mai sentito così bene prima.
Ora è libero, inizia a fregarsene delle preoccupazioni e delle responsabilità, in quel momento sta ridendo e se la sta spassando come non mai.
Si sdraia sul davanzale di pietra insieme a lei lasciando le gambe fuori e le alterna su e giù.

<< Ho la bocca asciutta >> Si lamenta lui.

<< Birra? >>

<< Sono minorenne >>

<< E allora? Ahahah, aspetta qua! >>
Ada fa per rientrare in macchina per prendere le birre e Edward l'aspetta fuori.

Vede l'orario: 13 e mezza.

<< Il tempo vola quando ti diverti >> Sussurra per poi voltarsi a sinistra.

Strizza un po' gli occhi per poi notare una persona in divisa dirigersi verso di loro con un cane piuttosto grosso.
Il ragazzo spalanca gli occhi e inizia a correre verso Ada.

<< Ada, Ada, Ada, dobbiamo andarcene >> Dice lui di fretta, chiamando più volte l'amica.

Comincia a sudare ed entra velocemente in macchina e lei fa lo stesso notando anche lei l'uomo.

<< Ehi! Uscite dalla macchina >>

<< Cazzo cazzo cazzo >> Edward si mette le mani nei capelli e Ada accende immediatamente la macchina.

<< Fai retromarcia cazzo! >>

<< Ci sto provando! >>

<< No! Sei andata avanti! >>

<< Ah eccola ahahah >> Ride lei facendo velocemente retromarcia.

<< Siamo morti, fottuti alla grande >> Si ripete Edward con le mani sul viso e le gambe che gli tremano.

<< Ci sta ancora dietro? >> Domanda Ada continuando con la retromarcia.
Edward si volta dietro ed esclama: << Sì, cazzo! >>

Ada spinge più forte il pedale e riescono ad uscire dal cancello.

<< Siamo salviii >> Gioisce Ada per poi ridere.

<< Ahah che paura cazzo >> Ride anche lui per poi sospirare sollevato.

<< Te la stavi per fare sotto ahahah >>

<< Eh vorrei vedere! >>

Edward sente l'adrenalina, il cuore a mille da sentirlo anche fuori dal petto, il sudore sulla fronte e il corpo tremare.
È un'adrenalina che gli piace da matti.

Passano i minuti in macchina, con la vista su un vasto lago.
La musica alla radio questa volta è molto tranquilla.
Edward continua a guardare fuori il finestrino e Ada ogni tanto si volta per guardarlo.
È la prima volta che vede uno sguardo così diverso da tutti gli altri, quel velo di malinconia viene illuminato dalla prima luce calda dell' autunno.

<< Perché non lo hai fatto prima? >> Gli chiede e il ragazzo si volta verso di lei.

<< Fatto tutto questo intendi? >> Le domanda e lei annuisce con la testa.

<< Perché non voglio far preoccupare i miei genitori, poi soprattutto ora che mia madre è incinta >>

<< Per accontentare loro ti stai nascondendo. Me lo hai detto tu che quello che eri prima di oggi non sei tu >>

<< Lo so... >>

<< Non ha senso così. Stasera ti vengo a prendere a casa dopo le 23 >>

<< Non è tardi? >>

<< Scherzi? Ma quanti anni hai? >> Gli chiede lei continuando a seguire la direzione del dito di Edward mentre gli indica la strada per casa sua.

<< Quindici >>

<< Ah, va beh dai. I tuoi non lo sapranno. Tu digli che dormi e poi usciamo di nascosto >>

<< Uhm... non lo so >>

<< Segui il proibito >> Sussurra lei e l'altro sospira.

Dopo qualche minuto, Ada accosta ad un marciapiede per far scendere Edward.

<< Mi sono divertito un sacco >> Le confessa con un sorriso sul viso.

<< L'ho visto. Ci vediamo stasera >> Detto così, Ada si allontana con la macchina e Edward sale a casa.

<< Bentornato Ed, com'è andata a scuola? >> Chiede sua madre avvicinandosi a lui.

<< È... è andata tutto bene >> Mente lui ma è abbastanza convincente da convincerla.

<< Lavati le mani e vieni a mangiare che ho già preparato >> Sorride lei e lui accenna un "ok" con un movimento verticale della testa dall'alto verso il basso.

A tavola ci sono spesso scambi di sorrisi anche con il padre, sorrisi che da quel momento diventeranno solo un bel ricordo per Edward.

Passa l'intero pomeriggio a pensare ad Ada e alla loro mattinata insieme.
Alle pazzie che hanno fatto insieme, al rischio, all'adrenalina, a come si sia divertito grazie a lei e alla droga.
Vorrebbe farlo ancora, e ancora.
Per la prima volta ha sentito di aver vissuto davvero. Si era finalmente sentito se stesso.

Si sdraia prono sul letto e indossa le sue cuffie mettendo con il volume alto "About a girl" dei Nirvana, prende un foglio e la penna e comincia a scrivere.
Butta giù tutte le idee che gli vengono in mente, parole che trasforma in frasi che arrivano al cuore delle persone, nell'inconscio e fa smuovere tutte le emozioni come una montagna russa.
Da versi caldi si passa a quelli più duri, c'è un'altalena di sensazioni che si esprimono in quel testo.
Ad Edward piace scrivere testi per essere adattati alla musica, molto spesso scrive anche la melodia da suonare con la sua chitarra.
È creativo, ma non ci crede molto, ma sa di essere bravo a scrivere.

Continua a scrivere fino a quando non si addormenta per la stanchezza.
Ma il sonno dura fino a quando non sente un suono ripetitivo sulla sua finestra.
Edward si alza dal letto e si stropiccia gli occhi con le dita.
È curioso di capire cosa fosse quel suono, non poteva essere il vento.
Porta la mano sulla maniglia e apre lentamente la finestra ma riceve in fronte un sassolino tirato dal basso.

<< Scusa!! >> Alza la voce Ada che si trovava sotto.

<< Che ci fai qua sotto? >> Gli chiede lui massaggiandosi la fronte.

<< Ma come? Non ti ricordi? >>

Edward cerca di ricordarsi e si gratta la nuca.

<< Dovevamo uscire! Vieni giù! Ti aspetto! >>

<< Ma che ore sono? >> Domanda lui ancora un po' intontito per essersi svegliato da poco.

<< Le 23, forza scendi! >>

<< Ma cazzo ho saltato la cena! >> Esclama Edward mettendosi le mani nei capelli.

<< Ma che stavi facendo? >>

<< Ho dormito >> Dice mentre si cambia velocemente i vestiti buttando a terra la maglia.

Scende lentamente dalla finestra e poggia i piedi sul marciapiede.

<< Non si torna più indietro >> Sorride lei per poi prendergli il polso e correre verso il Craig, il garage dove si radunano tutti coloro come Ada.

Arrivati lì nota che ci sono diversi adolescenti divisi in coppie a correre con un carrello della spesa con il compagno dentro di esso o chi se ne sta in gruppo a fumare erba o bere la birra.
È un clima "tranquillo", hanno messo anche la musica tramite i cellulari, l'aria è un po' affuscata per via del fumo, non c'è troppo casino, a parte il suono di chi cammina sopra il suo skate.

<< Avei dovuto portare anche il mio >> Dice Edward con un tono basso guardando quello skate.

<< Ehi Jacob! Guarda chi ho portato! >> Esclama Ada salutando l'amico con la mano.

<< Un novellino? >> Chiede Jacob avvicinandosi a lui.

<< Sono Jacob >> Gli porge la mano e il più basso gliela stringe.

<< Edward >>

Dopo quella stretta di mano, il suo mondo inizia a trasformarsi.
Jacob lo fa sedere vicino a lui e a Oliver.

<< Prova a rollare questa >> Gli dice porgendogli la cartina aperta con al suo interno il tabacco e la marijuana.

Edward guarda spesso i suggerimenti di Ada cercando di copiarli ma il risultato non è il massimo.

<< Wow... bella schifezza >> Dice il più alto iniziando a ridere.

<< Devi dargli tempo! È la prima volta che lo fa! >>

<< Ahahah, ma io scherzo! >> Jacob dà una pacca sulla spalla a Edward che lo fa sobbalzare.

Il corvino prova a fumarsi la canna ma comincia a tossire.

<< Imparerai a fumare come si deve >> Dice il più grande dandogli un'altra pacca.

Edward si gira dall'altra parte per poi notare un ragazzo che si inietta l'eroina nella vena del braccio.
A quel punto l'adolescente volta immediatamente lo sguardo altrove corrucciando la fronte e strizzando gli occhi per quella visione.
Ingoia un conato che stava per buttarsi via dalla sua bocca ma riesce a contenersi.

<< Ma che schifo >> Sussurra con ancora la visione di quel ragazzo che si stava drogando con una siringa.

<< Come che schifo! Ahahah! Secondo me ti piacerà >> Esclama Jacob prendendogli il polso per avvicinarlo a sé.

<< N-no no no no >> Edward scuote la testa nel panico.

<< Jacob, non voglio che diventi una ossessione come la nostra. Volevo solo farlo divertire un po' >> Lo difende Ada separando i due per poi dare una canna al più piccolo.

A quel punto il più grande rotea gli occhi e il corvino cerca di godersi la serata.

Passa del tempo lì con loro, si sente bene e crede già di far parte della loro grande famiglia.
Si diverte a "fumare", o meglio tossire, l'erba per vedere una realtà alternativa e a divertirsi come mai aveva fatto prima.

All'improvviso Edward sente il cellulare vibrare nella sua tasca, così arriccia il naso e prende in mano lo smartphone.
Ada si volta verso di lui e lo vede impallidirsi in un attimo.

<< Edward, che succede? >> Gli domanda avvicinandosi a lui.
Il ragazzo si volta verso di lei con gli occhi spalancati dall'adrenalina e dall'ansia.

<< È mio padre, cazzo lo sa, lo sa >>

<< Calmati Ed! Vedrai che se glielo spieghi capirà >>

<< Spiegare cosa! Sono uscito di notte senza che lo sapessero! Che mi invento? Non posso dire di essere qui >> Esclama Edward nel completo panico.

<< Se non gli rispondi è peggio! Potrebbero chiamare qualcuno per cercarti >> Gli dice Ada cercando di tranquillizzarlo accarezzandogli la schiena.

A quel punto Edward clicca il pulsante digitale e avvicina lo schermo del telefono all'orecchio.

<< P-Papà >> Balbetta con le lacrime agli occhi, questa è la prima volta che ha trasgredito una delle loro regole.

<< Edward ma dove sei?! >>

<< Con... con un'amica >> Confessa mordendosi il dorso della mano.

<< E quando ce lo volevi dire, eh?! A quest'ora poi?! Tu non puoi neanche immaginare cosa è successo qua a casa! >> Il padre di Edward alzava la voce al telefono e dal suo tono si capisce benissimo che è infuriato.

<< Mi dispiace, mi dispiace tanto, non lo farò più. Ve lo prometto >> Singhiozza il ragazzo e Ada lo guarda preoccupata.

<< C-cosa è successo a casa? >> Domanda lui balbettando.

<< Tua madre era venuta in camera tua e quando ha visto che non c'eri si è messa a correre per chiamarmi ma tu hai lasciato la tua maglia a terra davanti la porta ! >> Continua la voce del padre con un tono ancora più irato e la voce più alta: << È scivolata a terra per colpa tua!! Siamo corsi all'ospedale e per colpa tua... >>

Edward sente suo padre che tira su con il naso, in quel momento capisce benissimo cosa sia successo.
Sua madre ha perso il suo bambino.

<< Papà... m-mi dispiace tanto >> Sussurra Edward cercando di tirar fuori le parole dalla bocca.

<< Fai una cosa buona e almeno presentati in ospedale. Sono incazzato nero con te, ma si può sapere perché cazzo non ce lo hai detto?! >>

Suo padre continua a sfogarsi con lui e Edward scoppia a piangere e si porta la mano sugli occhi.
Non riesce a dire nulla, dalla sua bocca escono solo dei singhiozzi e nella sua mente si ripete di aver ucciso il piccolo Adam che doveva ancora nascere tra pochi mesi.
Un dolore straziante gli fa contorcere lo stomaco che lo costringe a stringersi e a chiudersi come un riccio.
Il suo corpo trema, il suo viso è colmo di lacrime trasparenti che scendono sulle sue guance bollenti.
Il suo cuore batte all'impazzata, riesce a sentire ogni singolo battito cardiaco che vuole spingersi fortemente fuori dal petto.

<< Ed, ti accompagno io all'ospedale >> Gli dice Ada accarezzandogli i capelli.

Edward copre il viso nelle ginocchia continuando a piangere e a stringersi il tessuto del pantalone.

<< Ed... vieni? >> Sussurra lei scansandogli una ciocca dalla fronte e lui fa cenno di sì con la testa.

Lei lo aiuta ad alzarsi e lo porta all'ospedale dove Edward abbracció fortemente la madre scoppiando nuovamente a piangere.

...

Il tempo dopo quell'accaduto sembrava rallentarsi e Edward decise di annullarsi definitivamente, non avendo alcuna intenzione di tornare indietro.

La sua vita era stata stravolta.
Suo padre gli chiese il perdono per avergli urlato quel giorno ma ad Edward non importava più di quello, non era suo padre a renderlo così disperato, ma sentiva che la colpa era solo di se stesso per sentirsi responsabile della morte di Adam.

I mesi passano trascinandosi i suoi dolorosi giorni.
Edward restava rintanato nella sua stanza senza parlare con nessuno, iniziò a smettere di mangiare per giorni, a dimagrire drasticamente, bruciò nel fuoco del camino tutti i suoi testi e le sue melodie, cancelló i suoi sogni, cominció ad avere notti insonni, ad avere costantemente l'umore a pezzi, a incidersi il suo dolore mentale sui suoi delicati polsi con delle lamette.
Usciva solo per comprarsi la droga, per fuggire da quel groviglio di emozioni che continuava a reprimere dentro di sé e per poter dormire fuori con l'aria quasi gelata.
Ha già fatto la sua nottata al freddo, con Nicholas, con lui non era stato da solo quella volta, peccato, però, che quel biondino c'è stato solamente quel giorno.
Alternava qualche notte fuori casa, dicendosi di meritare di prendersi qualche influenza per il gelo, e altre le passava dentro la sua camera, da solo, a riversare le sue lacrime sulla federa del cuscino.

Il tempo non voleva saperne di accelerare.
Lentamente le ore diventavano giorni, i giorni diventavano mesi e i mesi in lunghi e pesanti anni...

<< Edward, che fai? Esci? >> Chiede suo padre preoccupato per lui vendendolo uscire dalla sua stanza, vedere quel gesto per lui è diventato raro.

Suo figlio annuisce senza dire altro avvicinandosi alla porta di casa.

<< Dove vai? >> Domanda sua madre con le sopracciglia abbassate preoccupata di dove volesse andare a quell'ora di tarda sera.

<< A farmi un giro >> Dice sbrigativo e a voce bassa.

<< Tesoro, perché non esci quando c'è il sole? Aspetta domani >>

Ma Edward sa bene che non doveva farsi un giro, bensì doveva andare a prendere la sua dose quotidiana di droga.
Mente a loro con una scusa, una delle tante scuse, è diventato un bugiardo ormai, così tanto bravo da convincerli a farlo uscire di casa credendo di fargli liberare la mente con quella camminata, di farlo uscire per "il suo bene"...

   
 
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