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Autore: My Pride    01/03/2022    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Hot weather Titolo: Hot weather
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 1586 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Bruce Wayne, Jonathan Samuel Kent

Rating: Arancione
Genere: Generale, Slice of life, Commedia

Avvertimenti: What if?, Slash
Solo i fiori sanno: 35. Rosa rosa: dolcezza
Just stop for a minute and smile: 41. "Vieni a darmi una mano!"


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    Con il sole che filtrava dalla finestra attraverso le tende che avevano dimenticato di chiudere, Jon aprì gli occhi e si stiracchiò con un languido sbadiglio, sollevando un angolo delle labbra in un sorriso nel vedere Damian ancora addormentato al suo fianco.
    Dopo essere ritornati a casa dalla missione estenuante che la notte prima li aveva coinvolti con la Lega, Damian aveva cominciato a liberarsi della sua uniforme da Robin stanza dopo stanza, partendo dal mantello. Se l'era fatto scivolare via dalle spalle e aveva lanciato uno sguardo piuttosto eloquente a Jon, dando vita ad un ghignetto divertito prima di abbandonare il mantello sul pavimento dell'ingresso insieme ai guanti, calciando letteralmente via gli stivali mentre si incamminava in soggiorno; lì non aveva esitato a slacciare la cintura multiuso e a liberare dalle asole i bottoni della casacca rossa e oro, lasciandola scivolare in terra per mostrargli la schiena nuda prima di fargli un occhiolino furbo e andare verso il bagno.
    Il giovane Superboy era rimasto ad osservare quel modo di fare imbambolato come uno scemo, riprendendosi per volargli dietro nell'esatto istante in cui dei pantaloni neri avevano fatto capolino dall'angolo in cui Damian era sparito. Le mattonelle della doccia ricordavano ancora dolorosamente la notte di passione che ne era susseguita, ma a nessuno dei due era dispiaciuto romperne un paio pur di trasformare l'adrenalina della battaglia in un desiderio quasi stordente.
    Jon sorrise, un po' imbarazzato al ricordo. La notte precedente Damian era stato più disinibito e voglioso del solito, e aveva dovuto faticare non poco a stargli dietro nonostante tutta la sua resistenza kryptoniana. Ma si era goduto ogni attimo, ogni morso sulla pelle e ogni gemito sfuggito dalle labbra carnose del compagno, fino al culmine della passione che era esplosa tempo dopo. Al pensiero si sporse verso il viso di Damian per sfiorargli un angolo della bocca con un bacio, cingendogli meglio la vita con un braccio mentre sentiva quel corpo aderire contro il suo. Sentire il suo respiro regolare aveva il potere di calmarlo e, nonostante l'afa dovuta a quella calda mattinata estiva, non aveva la minima intenzione di sciogliersi da quell'abbraccio. Sarebbe potuto restare lì a letto anche per tutta la giornata.
    «Mhn...» Damian provò a stiracchiarsi, muovendo un braccio per poter poggiare una mano su quella di Jon, ferma sul suo addome. «...sei appiccicoso», sussurrò con voce impastata dal sonno, ma non si mosse.
    «'Giorno anche a te», ridacchiò Jon nello strofinare il naso nell'incavo del collo del compagno, il quale si lasciò sfuggire un brontolio sommesso.
    «Lasciami dormire, Kent».
    «Ma come, i pettirossi non erano...»
    «...uccelli mattinieri? Lo so, lo so», bofonchiò, schiaffandogli una mano in faccia. «Ma questo pettirosso ha tutte le intenzioni di dormire ancora, visto quanto mi hai arruffato le penne stanotte».
    Jon rise, una risata così cristallina che persino Damian, nonostante il sonno, non poté fare a meno di sorridere un po'. «Lo dici come se fosse stata tutta colpa mia», rimbeccò divertito, sporgendosi quanto bastava per baciarlo tra collo e clavicola, dove spuntava il segno un po' livido di un succhiotto. E Damian lo scacciò di nuovo con una mano, fingendosi infastidito nell'affondare il viso nel cuscino ancora una volta.
    «Mia non lo era di certo, J», volle aver ragione in tono saccente. Sapeva di essersi... lasciato andare parecchio la notte precedente, e ne portava ancora i segni, ma nessuno di essi sembrava dispiacergli. Forse gli dava un po' fastidio il livido sul sedere per essere stato sbattuto contro le mattonelle del bagno, però a quello poteva resistere. In fin dei conti l'impeto di Jon - quello stesso Jon che solitamente era un po' timido e fin troppo gentile persino a letto - l'aveva eccitato oltre ogni limite. L'aveva afferrato sotto le cosce e sollevato da terra con una facilità così disarmante, prima di inchiodarlo contro la parete, che per un attimo lui era rimasto interdetto, non avendo mai visto quel lato così impetuoso del giovane kryptoniano; e, una volta ripresosi dallo stordimento iniziale, l'aveva baciato con passione e gli aveva avvolto le braccia intorno al collo, facendo lo stesso con le gambe intrecciate intorno ai fianchi. L'acqua scrosciante aveva facilitato tutto il resto.
    A quel suo stesso pensiero, Damian si stiracchiò fra le braccia di Jon. Sì, okay, forse la colpa era stata anche un po' sua, ma a chi importava? Se l'erano spassata alla grande. Così, con uno sbuffo divertito, si voltò quel tanto che bastava per sfiorare un angolo della bocca dell'altro, scansandolo da sé senza dar peso alla lamentela bambinesca che si lasciò sfuggire prima di mettersi seduto sul bordo del materasso, dove si massaggiò le spalle indolenzite.
    Jon se ne approfittò subito e si inginocchiò dietro di lui, avvolgendogli i fianchi con un braccio muscoloso. «E adesso dove vorresti andare?»
    «Da nessuna parte in particolare».
    «Mh... allora resta a letto ancora per un po'», sentenziò nel finire col tirarlo nuovamente fra quelle lenzuola, lasciando scappare a Damian un'esclamazione sorpresa nel ricadere all'indietro contro di lui.
    Rotolarono sul letto tra baci, imprecazioni e tocchi fugaci, finché non fu Damian stesso a finire a cavalcioni su di lui per squadrarlo da quella posizione con un'espressione che Jon non gli aveva mai visto. Aveva ancora i capelli scarmigliati e le pallide cicatrici che aveva sembravano luccicare alla luce che filtrava dalla finestra, ma il ragazzo non sapeva dire se fosse solo una sua impressione, stregato dalla visione che il compagno gli stava mostrando, o se fosse colpa delle goccioline di sudore che solcavano impudentemente quella pelle leggermente scurita dal sole. E il modo in cui quel corpo nudo premeva contro il suo di certo non lo aiutava a pensare razionalmente.

    «Dami, cosa...»
    «Shh. Zitto», intimò Damian nel far scivolare indice e medio lungo le guance per carezzargli il viso, sfiorandogli con la punta delle dita la linea carnosa del labbro inferiore. Indugiò un po' ad un angolo della bocca, riprendendo la sua corsa per carezzare i lineamenti decisi del suo volto, quella pelle dura come la pietra che sapeva anche diventare malleabile sotto i suoi tocchi, accennando un sorrisino nell'avvertire quel lieve accenno di barba mattutina che gli cingeva il mento. Di solito Jon cercava di farla sparire il prima possibile - aveva sempre rifiutato categoricamente di farsi cresce la barba, nonostante Kon lo prendesse in giro dicendogli che senza di essa sembrava un bambinetto -, ma quella mattina non era riuscito nel suo intento e a Damian la cosa faceva un po' ridere.
    Allargò il sorriso che aveva preso forma sulle sue labbra e, pur sentendo i muscoli di Jon irrigidirsi un po' e avvertendo quel suo sguardo curioso su di sé, continuò a scendere con quelle dita, percorrendo i lineamenti di quel collo longilineo fino ad arrivare proprio al centro del petto, dove premette l'intero palmo della mano. E sul volto del giovane kryptoniano fece capolino quell'espressione imbarazzata che Damian aveva cominciato ad amare. 
«Habibi», esordì con dolcezza, in un tono che Jon non ricordava di avergli mai sentito, tanto che fu capace di fargli perdere un battito per un momento ed ebbe poco dopo l'impressione che il suo cuore si fosse del tutto fermato. Non aveva idea di che cosa gli avesse detto, ma aveva pronunciato quella parola con una tale devozione, arrotondando il suono di ogni singola lettera, che il ragazzo quasi restò senza fiato.  
    Approfittando di quel momento di smarrimento, Damian chinò il capo verso di lui, indugiando sul suo viso come se volesse godersi quell'espressione. Gli piaceva sorprenderlo e confonderlo, e non avrebbe mai pensato che lo avrebbe anche trovato eccitante. Scese un po' a lappargli il collo e premette maggiormente il corpo contro l'altro, sentendo l'erezione esigere attenzioni. «Adesso lasciami fare una doccia. Una vera doccia», rimbeccò contro la sua pelle, e Jon poté benissimo sentire il ghignetto che gli incurvava le labbra.
    «Gh... e va bene. Ma non metterci troppo», esalò. Gli costò uno sforzo immane, ma riuscì a non far tremare la voce.
    «Non contarci, Kent», lo schernì il giovane Wayne, scendendo dal letto con un salto aggraziato per avviarsi verso il bagno e mollarlo in quelle condizioni come se nulla fosse.
    Eccitato, Jon tergiversò un po', muovendo ritmicamente una gamba nuda su quel groviglio di lenzuola nello gettare uno sguardo nella direzione in cui era sparito Damian. Dovette mordersi più volte il labbro inferiore, raschiando con i denti contro di esso al punto che quasi non si rese conto di averlo arrossato, prima di darsi mentalmente dell'idiota e scendere dal letto, inciampando quasi nei suoi stessi piedi per affrettarsi. E, quando raggiunse il bagno, non si meravigliò poi molto nel vedere Damian che, a braccia conserte, se ne stava con la schiena appoggiata al muro. Il sorriso sulle sue labbra era così beffardo che avrebbe voluto cancellarglielo con un bacio infuocato. Accidenti a quel pettirosso.
    «Mi stavo giusto chiedendo quanto tempo ci avresti messo per raggiungermi, J. Quindici secondi netti, hai battuto il tuo record», esordì sarcastico nel fissarlo dritto negli occhi. «Dovrei lavarmi la schiena. Perché non vieni a darmi una mano?», chiese con un ghignetto nell'invitarlo con un dito, ritrovandosi ben presto nuovamente intrappolato tra le mattonelle della doccia e il corpo di Jon, le cui dita vogliose non avevano perso tempo a strizzargli i glutei.
    Più tardi si sarebbe probabilmente pentito di tutto quell'impeto, ma per il momento avevano decisamente di meglio da fare
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Nel mio immaginario, quando Damian si sente a proprio agio può anche comportarsi come un pettirosso un po' biricchino con la persona che ama, sì. Insomma, il caro Robin non è mai stato estraneo ai flirt (anche se a modo suo, soprattutto durante le prime run e soprattutto con i suoi strani modi), e anche nel recente fumetto che lo vede protagonista, cerca di impressionare fanciulline varie (che ci riesca o meno, poi, è un altro paio di maniche)
Tanti bei paroloni per dire che, sì, Damian che cerca di fare presa sul lato voglioso di Jon - che di contro immagino molto composto - mi diverte un sacco, anche perché Jonny-boy indifferente non lo è di certo.
In ultimo, ma non meno importante, Damian chiama Jon "mio amato" in arabo proprio per far sì che lui non lo capisca. Non ancora, almeno. Deve ancora fare i conti con quel sentimento che prova, nonostante non perdano occasione per... giocare. E, sì, siccome parte delle origini di Damian sono arabe... nel mio immaginario quando Damian è stra-incazzato impreca in arabo, e rivolge anche parole d'amore in arabo quando è stra-sicuro di ciò che prova per qualcuno. Nessuno mi farà cambiare idea su questa cosa
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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