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Autore: kikidabologna    05/09/2009    6 recensioni
Una semplice storia d'amore che culminerà nel matrimonio, e che incontrarà tradimenti e riappacificazioni. Dal capitolo 6: Harry aveva imboccato proprio in quel momento quel corridoio. E quale occasione migliore per farlo ingelosire ancor di più? Josh stava ancora blaterando quando Ginny lo tirò a sé e lo baciò con sfrenata, finta passione. «Disturbo?» Harry si era fermato esattamente di fronte a loro. Il suo tono tradiva il nervosismo. «Cosa vuoi?» domandò la rossa brusca, lasciando Josh e provvedendo subito a nascondere il compiacimento. «Devo parlarti. Puoi venire un attimo con me?» chiese freddo il moro, tendendole una mano. La gelosia gli si leggeva in faccia. Ginny non seppe mai quanto tempo rimase lì impalata come uno stoccafisso a fissare la mano di Harry. Fatto sta che una voce interruppe il fluente corso dei suoi dolci pensieri.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Come promesso, un nuovo capitolo…
»And  I’m telling You I’m not Going
7. INCUBI
 
Passò la notte sveglia a progettare trappole per Harry. Non quel titpo di trappole che ti fanno inciampare dentro una buca, ma una di quelle che ti fanno pentire amaramente di quello che hai fatto.
Però, quando finalmente si addormentò, fece un brutto sogno. Si svegliò di soprassalto intorno alle tre. Respirava affannosamente, tremava, era pallida e aveva la fronte imperlata di sudore. Si guardò intorno, ma vide solo la panoramica del dormitorio delle ragazze Grifondoro. Con ribrezzo riappoggiò la testa sul morbido cuscino e si rigirò tra le coperte scarlatte di velluto del suo letto a baldacchino. Alla sua destra Luna dormiva tranquillamente russando sonoramente. Ginny cercò di ricadere nel mondo dei sogni, ma non ci riuscì. Il vento fuori dalla torre soffiava forte e le chiome degli alberri scrosciavano al suo passaggio. La piccola Weasley si stancò di guardare fuori dalla finestra e decise di alzarsi, tanto non avrebbe più preso sonno. Si infilò le pantofole attenta a non far rumore e uscì in punta di piedi, richiudendosi cautamente la porta alle spalle. Quando fu sulle scale sfoderò la bacchetta magica e dopo aver bisbigliato “Lumos!” si diresse verso la sala comune. Le gambe le sembravano molli, e la testa le girava vertiginosamente; ma Ginny continuò a camminare impettita verso gli appartamenti dei professori. Quando fu davanti alla porta su cui spiccava la scritta dorata “H.Potter”, bussò tre volte, poiché era troppo stanca per usare la magia. Alcuni passi lenti e trascinati, lo scatto di un interruttore e il tintinnio della chiave nella toppa rimbombarono all’interno della stanza. Pochi secondi dopo la maniglia si abbassò e un Harry piuttosto assonnato si affacciò sulla porta.
«Ginny!» escalmò il ragazzo sconvolto, con la voce impastata dal sonno, «Che ci fai qui? Siamo nel cuore della notte, non dovresti gironzolare nei corridoi da sola!!»
Ginny si stropicciò gli occhi accecata dalla luce proveniente dall’interno, e più cercava di mettere a fuoco il volto di Harry, più quello sbiadiva.  Proprio come nel suo incubo.
«Harry… Ho fatto un brutto sogno…» mormorò, mentre i lineamenti nitidi del ragazzo diventavano sempre più confusi.
«Ginny, che c’è? Sei sicura di sentirti bene?» domandò il moro, di colpo più sveglio.
La sua voce tradiva la sua preoccupazione. Ma Ginny non gli rispose.
La testa le vorticava sempre più veloce, e ad un certo punto la ragazza svenne, accasciandosi al suolo. Fortunatamente Harry l’afferrò prima che sbattesse la testa, e, dopo essersela caricata in braccio, la trasportò fino al suo letto dove l’appoggiò dolcemente.
«Ginny…» le disse, scostandole un ciuffo ribelle dalla fronte.
Harry la guardò amorevolmente e dopo qualche minuto si alzò, andò in bagno e tornò con uno straccio imbevuto d’acqua. Delicatamente lo poggiò sulla fronte della rossa, che scottava terribilmente.
«Devo fare qualcosa, sta bollendo…» mormorò passandosi una mano sui capelli già troppo scompigliati.
Il moro si mise seduto sul letto a studiarla minuziosamente e il suo sguardo cadde sul pigiama a pois della ragazza, mentre una luce di malizia si accendeva nei suoi occhi.
«Forse dovrei spogliarla…»
  ***
 
 
Ginny si svegliò più presto del solito. Non sapeva perché, ma la testa le doleva terribilmente. Con uno sbadiglio abbassò lo sguardo sul letto su cui era stesa. Era sicura che non fosse il suo, perché era troppo morbido. Per i pochi secondi che seguirono il panico si impossessò di lei: evidentemente non si trovava nel suo dormitorio. Mentre si rodeva disperatamente in cerca di una spiegazione, una voce giunse dal bagno.
«Ti sei svegliata finalmente!! Sai che ero in pensiero per te? Per un istante ho addirittura pensato che fosse meglio portarti in infermeria!!»
«Harry!! Che ci fai tu qui?»
«Nel caso non lo avessi ancora notato, questa è la mia stanza…»
Ginny si guardò intorno smarrita. Non ricordava di essere mai stata nella camera di un professore. Ora che ci pensava: perché era nella camera di un professore?
La ragazza con suo grande disappunto si accorse di essere in biancheria intima. Perché?
Quando Harry tornò dal bagno istintivamente si sbrigò a tirare le lenzuola fin sopra il mento.
Harry indossava solo un paio di pantaloni, e dava piena mostra dei pettorali mozzafiato e degli addominali scolpiti. 
Vedendola rossa come un peperone Harry ridacchiò, fissandola maliziosamente.
Ginny rabbrividì al pensiero di quello che poteava essere successo quella notte.
«Non è come credi» spiegò lui, dato che la ragazza aveva frainteso, «avevi la febbre e mi è sembrato opportuno spogliarti…»
Ginny sbiancò e lo fulminò con lo sguardo, incredula.
Harry indossò frettolosamente una maglia, poi prese una sedia e la posizionò accanto al letto, adagiandocisi sopra e proseguendo: «E’ vero!! Sei venuta da me dicendo che avevi fatto un incubo e poco dopo sei svenuta. Allora ti ho fatto stendere sul mio letto e per raffreddarti ti ho tolto gli abiti superflui…»
«Non ti preoccupare, io ho dormito sul divano!!» Si affrettò ad aggiungere, notando l’espressione spaventata della ragazza.
Ginny sospirò sollevata.
Il moro era stupefatto.
«Davvero non ricordi nulla?»
«No…»
Harry si sporse sulla ragazza ancora distesa sul letto sotto le lenzuola, e appoggiando le mani nelle zolle di materasso libero le si avvicinò fino a quando i loro nasi distanziarono solamente pochi centimetri.
«Ti senti meglio ora?» chiese dolcemente.
Ginny non resistette. “Al diavolo la vendetta e tutto il resto” pensò. Con uno scatto afferrò convulsamente la maglia Harry e lo tirò a sé, trascinandolo sopra al proprio corpo e iniziando subito a baciarlo con un impulso a dir poco irrefrenabile. Harry, stupito, rispose al bacio solo dopo qualche minuto, salendo completamente sul letto e mettendosi a cavalcioni su di lei. Stava slacciando il gancetto del reggiseno senza staccarsi dalle sue labbra, quando un rumore inatteso fece sobbalzare entrambi.
Toc, toc.
«Oh no!!» bisbigliò Harry digrignando i denti, maledicendo mentalmente chiunque avesse osato bussare alla porta.
«Aprà questa porta, Potter!!»
Presi dal panico i due ragazzi si staccarono immediatamente, e Harry, agitato, fece appena in tempo a lanciare sopra la ragazza il mantello dell’invisibilità quando la porta si spalancò di botto.
Era Gazza. Con un enorme mazzo di chiavi in mano.
«Mrs. Purr dice di aver visto qui dentro studentessa » disse il vecchio custode cercando di sbirciar la stanza dietro all’imponente figura di Harry che intanto si era piazzato davanti a lui.
«Hmm…  no, qui non c’è nessuno… E ora, se vuole levare il disturbo…»
Harry fece per chiudere la porta, ma Gazza, con un movimento secco, mise un piede tra il battente e lo stipite, così da poter tenere aperta la porta di uno spiraglio.
«Mrs. Purr dice che qualcuno si è intrufolato qui dentro!!» ripeté, alzando la voce.
«Mrs. Purr avrà sbagliato. Ascolti, qui dentro ci sono solo io. Se vuole controllare…»
Harry aprì la porta del tutto, rivelando la camera disordinata e … vuota.
«Hmm…» mormorò Gazza sconcertato.
Alzò il piede che teneva aperta la porta e fece per compiere un passo dentro la stanza ma Harry ne approfittò e gli richiuse violentemente la porta in faccia.
«E’ andato via?» chiese timidamente una voce femminile.
«Sì»
Ginny sollevò il mantello e lo fece scivolare sotto il letto, dove Harry lo teneva di solito.
Harry sospirò e si diresse verso il letto.
«Allora, dov’eravamo rimasti?» domandò la ragazza con malizia, abbassandosi la spallina.
Harry la fulminò e con un cenno della testa le indicò l’orologio attaccato alla parete.
«E’ tardi, ho lezione tra cinque minuti» disse freddo.
«Amore ti sei arrabbiato?» domandò la ragazza preoccupata, mettendosi a sedere.
Harry la fissò per un momento e poi prese dall’armadio la sua vestaglia e gliela lanciò.
«Mettiti questa, sei mezza nuda e fa ancora freddo fuori» disse se possibile ancora più gelido.
Ginny gli scoccò un’occhiataccia e dopo aver allacciato la vestaglia si diresse i bagno con disappunto.
«Già, sembra di essere al polo nord…» aggiunse ironicamente, piuttosto seccata dal comportamento del ragazzo.
Harry fece una smorfia e si infilò il maglione dalla testa, prendendo poi sottobraccio il mantello nero e dirigendosi verso l’uscita.
«Chiudi la porta quando esci » ricordò bruscamente a Ginny prima di varcare la soglia diretto verso l’aula professori.
Ginny grugnì qualcosa che Harry prese per un “sì”, così si avviò fuori dalla stanza per i lunghi corridoi brulicanti di studenti già pronti in uniforme.
Improvvisamente Ginny, forse a causa del comportamento freddo di Harry,  decise di riprendere la vendetta. Aveva la prima ora buca quella mattina, così preferì di fare con comodo, nel bagno, e di attardarsi per farsi più carina che poteva. Voleva apparire incantevole alle lezione di Harry, per farlo arrabbiare. Pensò anche di fare la svampita con qualche ragazzo, tanto per esagerare. Appena ebbe finito di lavarsi fece comparire sulla mensola del bagno la sua fedele trousse, dalla quale attinse parecchi chili di fard, mascara e rossetto. Quando finalmente fu pronta, roteò la bacchetta e la sua uniforme comparì in uno sbuffo di polvere bianca, già lavata e stirata.
Erano quasi le 8.50 quando si decise a uscire, perché non le andava di fare colazione. O meglio, lo voleva ma non osava, ancora preoccupata per quello che le aveva detto Bonnie sul suo aspetto fisico. Fu felice però di trovare un pacchetto di cracker mezzi sbriciolati sul comodino di Harry, assieme a parecchie noci per Edvige II.
Era appena uscita quando qualcuno la chiamò. Ginny si voltò: era Hermione.
«Ehi, ciao Herm!», la salutò allegramente. Hermione non rispose, ma quando le fu abbastanza vicina alzò una mano e la colpìin piena faccia. Fu uno schiaffetto da niente, ma a Ginny parve fare molto più male. Come una pugnalata al cuore.
«A cosa devo questo?» domandò sorpresa.
«Ginny, sei la mia migliore amica, ma non hai capito un bel niente. E Harry è per me come un fratello, non sopporto di vederlo soffrire così!» disse tutto d’un fiato.
«E guarda come sei conciata…» aggiunse sprezzante squadrandola dal trucco alla camicetta non proprio abbottonata alla perfezione. Dov’era la Ginny acqua e sapone che conosceva?
«Sei venuta qui solo per dirmi che stai dalla sua parte?» domandò acida Ginny.
Hermione sospirò. Non valeva nemmeno la pena rispondere a quella domanda.
«Lui ti ama molto. Pensi davvero che ti abbia lasciato per Romilda?»
Ginny aprì bocca, ma Hermione la bloccò.
«No. Invece di farti ogni ragazzo della scuola, prova ad aprire gli occhi e a guardare in faccia la realtà. Oltre agli occhi prova anche ad aprire il manuale scolastico, qualche volta…» e detto questo girò i tacchi e se andò.
E Ginny rimase lì, a massaggiarsi la guancia.
 
Non c’ho messo molto ad aggiornare questa volta, vero?? ^^. Hermione è stata un po’ dura, ma a Ginny ci voleva una bella lavata di capo, vero?
Ringrazio:
Erikappa: Ma ciao!!! Hai ragione a dire che anche Romilda è un’alunna… Solo che io mi ero dimenticata di dire che Romilda, invece di riprendere la scuola e finire il settimo anno si era ritirata prima, era andata a fare l’aiuto-bibliotecaria in biblioteca… Sono stata proprio una sciocca a non averlo detto prima *me sbatte la testa sul tavolo* Mi dispiace sul serio! Comunque come hai detto tu nella tua recensione a Harry non gliene frega niente di Romilda e la usa solo per vendetta… Grazie ancora per la recensione e per i complimenti, e non ti preoccupare se non hai recensito il capitolo ancora prima!!! Un bacione!! <3<3<3
_HarryGinny_: Hai proprio ragione! Ha davvero superato il limite! Che ne dici, gliela facciamo una bella multa salata? Ma guarda il lato positivo: più i due si arrabbiano, più si innamorano l’uno ddell’altra… Per questo vogliono vendicarsi… ^_^” un tantino complicato vero? Grazie per la recensione! Un bacione anche te!!! A presto <3<3
Emydema: cia-auuu (eh sì, sto ascoltando Shakira…), emips!!! Non ti preoccupare, la pace arriverà!!! Un po’ tardi, ma arriverà… Nel frattempo incrocia le dita, d’accordo?? E sì, Romilda rovina sempre il quadretto… ma mi libererò presto di lei…muhahah! Basta anticipazioni… Un bacio<3
Penny Black:  Ciao!! Ti ringrazio molto di aver recensito, mi ha fatto molto piacere! Come te anch’io trovo la situazione…interessante. Davvero. Non credo ci siano altre parole per la confusione che sto scrivendo! E le conseguenze fai bene a temerle, anche perché tra di loro rientra anche un potenziale soggiorno al san mungo di uno dei protagonisti…. *si cuce la bocca* Ho già detto troppo!! Cmq hai visto che in questo capitolo è saltata fuori Herm, come avevi predetto?? E’ scontato che senza il suo aiuto quei due non avrebbero risolto niente… Grazie ancora per la recensione!! Un bacio!! <3<3
 
Ora devo andare, ci vediamo al prossimo capitolo!!!
  
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