CAPITOLO 15
VOLTERRA
Pov Edward
Cosa
avrei fatto non fossi riuscito a fermare Jusper?
Chiudo gli occhi e sospiro
profondamente per calmarmi.
Sto riportando Bella a casa. Mi guarda ed anche se
non posso
leggere i suoi pensieri, so che è arrabbiata. Ha tutti i motivi per
esserlo.
Non è stata una buona idea rinchiuderla in una stanza con 7 vampiri.
Quando capiro’ che siamo pericolosi?
Pur essendo “vegetariani” rimaniamo
comunque dei vampiri:
mostri che uccidono per sangue.
Deve odiarmi in questo momento
ed il mio cuore si frantuma a questo pensiero.
-Hai
intenzione di continuare ancora per tanto?- è arrabbiata si e tanto.
Si capisce
benissimo dal tono che ha appena usato,
ma non capisco la sua domanda, cosa sto
facendo?
Deve intuire la sia confusione dal modo in cui la sto guardando.
–
Dico, hai intenzione di tormentarti ancora per tanto?- dice tagliente.
Ora
mi sto arrabbiando io. Siamo arrivati.
Fermo la macchina nel vialetto di casa
sua.
-Ti rendi conto che poteva succedere un disastro peggiore
di quello che è
avvenuto?- stringo le mani sul volante
immaginando i canini di Jusper affondare
nel collo
della ragazza che amo seduta di fianco a me.
-Si,
ma non è successo.- dice sempre più arrabbiata
– Quindi ora, secondo il tuo
pessimismo cosmico cosa dovremmo fare?
O meglio, cosa dovresti fare tu?
Lasciarmi? Abbandonarmi?
Rendermi libera per salvare la mia vita, la mia anima?
Riportarmi a casa e sparire?- mi guarda con aria di sfida. Sono sbalordito.
Come fa a saperlo? Come fa a sapere che l’ho pensato?
Mentre mio padre la
medicava io già pensavo di riportarla a casa
e poi sparire per sempre. Recarmi
a Volterra
e porre fine a questa mia vita che senza di lei non meriterebbe di
essere vissuta.
Mi ha cosi colto di sorpresa che abbasso lo sguardo e non dico
nulla.
-Edward-
il suo tono si è così addolcito che sembra un balsamo
per il mio cuore ferito.
I miei occhi cercano i suoi e sta sorridendo.
-Edward Cullen non farlo. Non
pensare che scomparendo dalla mia vita
tu mi faccia un favore o che tu possa
rendermi libera. Il mio cuore ti appartiene.
Nulla riuscirà a renderlo libero
se non potrà vivere l'amore che prova per te.
Sono legata a te per l’eternità.-
Mi accarezza ed io mi faccio curare le ferite
dal suo tocco leggero. Mi
abbraccia e non posso fare altro che stringerla a me.
-Hai
giurato Cullen ricordalo. Insieme.-
incatena i suoi meravigliosi occhi color
cioccolato ai miei castani dorati
ed io non ho più scampo. Mi ritrovo a
sussurrare
-Lo giuro- prima di catturare
le sue labbra
e bere la bevanda immortale che solo lei può offrirmi: l'amore.
Pov Bella
Edward
è appena andato via. Spero che non scompaia.
Ha nuovamente giurato, ma so
quanto il suo pessimismo cosmico
possa essere deleterio.
La
mia mano è sulla maniglia della porta di ingresso,
sto per entrare in casa, ma
nuovamente vengo attraversata
da un brivido che non ha equali.
Se quello
provato stamani nella cucina dei Cullen mi aveva bloccato il respiro,
questo mi
blocca il cuore. Istintivamente porto una mano al petto
cercando di far
ripartire in qualche modo l'organo che mi tiene in vita.
Faccio respiri lenti e
riesco a riprendere il controllo del mio corpo,
ma non del motore pulsante.
Possibile? Tutto oggi deve capitare?
Entro titubante in casa augurandomi che Charlie non ci sia,
anche se è una
speranza vana: la macchina è nel vialetto.
Il
brivido continua e sembra sempre più potente.
Dall'ingresso vedo parte del
salotto. Charlie è seduto al tavolo.
Alza gli occhi su di me. Quello che vedo
non mi piace proprio per nulla.
Mio padre sembra sull'orlo di una crisi. Gli
occhi sono vacui
ed è bianco come un lenzuolo. -Charlie- sussurro avvicinandomi,
-cosa succed….- le parole mi muoiono in gola.
Jane ed Alec sono seduti al
tavolo nel salotto di casa mia con mio padre. I
l brivido non mi abbandona.
Jane
si alza e porgendomi la mano mi viene incontro.
-Isabella Swan, quanto tempo. –
mi dice afferrando la mano
che involontariamente le ho offerto. Se Alec non
fosse seduto vicino a mio padre,
avrei voglia di prenderla a sberle. Il suo
viso trasuda antipatia e cattiveria da ogni poro.
-Stavamo
appunto aspettandola. Suo cugino Charlie è stato davvero ospitale.-
guardo
Charlie e cerco di capire se gli abbiano fatto del male.
Vorrei Edward fosse
qui, o Jacob. Si forse Jacob sarebbe meglio.
Potrebbe staccare la testa a morsi
a questi due succhia sangue.
Quel sorriso ironico che Jane mi riserva prima o
poi
glielo strapperò dal viso con le mie stesse mani insieme alla testa.
-Siamo
qui per riportarla a casa- mi giro di scatto a guardarla allibita
ed il suo
sorriso diventa ancora più grottesco.
-Come stavamo spiegando al sig. Swan, c’è
urgente bisogno di lei in Italia.
L'avvocato Aro la invita a ritornare, ci sono
stati ulteriori sviluppi
nella sua situazione familiare che hanno la massima urgenza,
e necessitano della sua presenza. Tra un'ora dobbiamo essere in aeroporto.-
Quanto
gode? La vedo la felicità che rende vivi quegli occhi non morti.
È felice per
il dolore che sente provenire da me e da Charlie.
Mi
accompagna in camera, mentre Alec tiene compagnia a Charlie.
Cosi è sicura che
io non faccia qualcosa che possa mettere a rischio
la vita di mio padre. -Sbrigati-
mi dice tagliente -Aro ci aspetta.
Non è per nulla soddisfatto del tuo
operato.-
Metto alla rinfusa qualcosa nello zaino, lasciando la maggior
parte
delle mie cose. Ho tutta l’intenzione di tornare a vivere qui.
Sono
sulla porta di casa. Charlie sta per piangere ed anche io.
Non siamo avvezzi
noi Swan in queste situazioni.
Lo abbraccio di slancio. Lui ricambia il mio
abbraccio
e borbotta qualcosa che non afferro. Sento Jane scalpitare.
Non so se per farla irritare ancora di più o
cosa,
ma prolungo il mio abbraccio.
-È
ora.- dice infatti irritata la vampira.
Lascio un bacio sulla guancia di mio
padre.
Prima di allontanarmi da lui, sussurro -Ti voglio bene papà-
mi
allontana leggermente per fissarmi negli occhi,
quegli occhi che gli ricordano qualcuno.
Edward me lo disse una volta: Charlie si scervella per ricordare
dove abbia già
visto i tuoi occhi. Lo stringo nuovamente.
Mi
allontano e senza guardarmi indietro salgo in macchina
seguita da Jane. Mentre
Alec abbandona il vialetto di casa mia,
guardo Charlie sul porticato di casa
che si asciuga una lacrima.
Se conosco mio padre prenderà decisioni ed Alice le
vedrà.
Sorrido.
Volterra sto arrivando.