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Autore: Missmilkie    08/03/2022    3 recensioni
Ok non ci stava ufficialmente capendo più niente. Peraltro lui disprezzava il baseball, era Akane quella brava in quello sport. Aveva trovato un’altra cosa in cui lei era migliore di lui nel giro di pochi minuti. Quanto adorava guardarla di nascosto durante l’ora di educazione fisica quando gli altri non lo vedevano. Ricordava ancora la prima pallina che lei gli aveva piantato in faccia. Che figuraccia che aveva fatto, i suoi super riflessi di artista marziale messi al tappeto da un bel visino in calzoncini corti.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2 – Ti piacerebbe


Casa Tendo.

A quelle grida strazianti tutta la famiglia si precipitò nella stanza per capire che cosa fosse successo.

Eppure a colazione era filato tutto liscio: nessuna frecciatina da parte di Ranma sul sex appeal della fidanzata, nessuna improvvisa incursione in casa delle ALTRE fidanzate, nessuna scenata da parte di Akane.

“Ragazzi va tutto bene? Mi avete spaventata!” Kasumi fu la prima ad affacciarsi scostando la tendina della cucina.

Ranma girò lo sguardo in direzione della maggiore delle sorelle. No, non andava affatto tutto bene. La sua mente venne violentemente catapultata a quel giorno maledetto quando, uscito dall’acqua della Nannichuan, aveva visto il suo corpo cambiare sembianze per la prima volta.

“Bambina mia ti prego parlami!” piagnucolò Soun afferrando in modo apprensivo quelle che erano le mani di Ranma.

Akane osservava la scena dall’esterno. Che cosa avrebbe dovuto rispondere a suo padre? Di quanto fosse strano vedere il mondo dalla sua nuova altezza? Oppure del bicipite muscoloso che si ritrovava attaccato al corpo e che non poteva fare a meno di ammirare?

“Ranma che cosa le hai fatto stavolta?” fece eco Genma puntando subito il dito contro il figlio. Evidentemente dava per scontato che la colpa fosse in qualche modo sua.

Akane e Ranma continuavano a fissarsi impalati trattenendo il respiro.

Era una situazione davvero assurda e dire che per loro le situazioni assurde erano all’ordine del giorno. Ma quella specie di inversione mente-corpo era stata talmente improvvisa che nessuno dei due riusciva a capacitarsi di come fosse potuto accadere.

Il loro silenzio non faceva che accrescere il pathos della situazione e, con questo, la preoccupazione dei membri della famiglia intorno a loro. Ma i loro sguardi in realtà si stavano parlando, mandandosi mute richieste di aiuto e tentativi di pianificare il da farsi.

(Non sono sicuro che sia una buona idea raccontargli quello che è successo)

(No infatti si creerebbe solo ulteriore entropia)

(Entro-che?)

(Significa confusione idiota)

(Sempre carina tu eh)

(Prima cerchiamo di capirci qualcosa noi)

Ranma fece un cenno di assenso in direzione di Akane, prima di sorpassarla con uno scatto e salire velocemente le scale.

“Sai quanto me ne frega se hai un appuntamento con Shampoo! Anzi sai che ti dico? Divertitevi!” le urlò dal piano superiore.

Ranma concluse la sua performance chiudendosi nella camera della fidanzata e sbattendo la porta.

 
Akane rimase un attimo interdetta a riflettere su quelle parole.

Com’è che la prima cosa che era passata per la mente di Ranma era stata quella gattaccia? Ma ci avrebbe pensato più tardi, perché adesso tre paia di occhi tra l’interrogativo e il deluso la stavano fissando. Doveva stare al gioco.

“E tu smettila con queste scenate di gelosia, sempre a fraintendere!” gridò a sua volta per poi dirigersi a grandi falcate verso il giardino.

“Amico com’è che si dice? Ah sì, l’amore non è bello se non è litigarello ahahah” scherzò Soun con Genma, sollevato dal fatto che si trattasse solo di ordinaria amministrazione. Era più che sicuro che i due avrebbero presto fatto pace, come accadeva sempre dopo i loro litigi. Il futuro della palestra non era in pericolo e non c’era motivo di preoccuparsi oltre.
 

Giardino di casa Tendo.

“Ma bene bene, e così l’infuso è finito nella tua tazza di thè, eh?” Happosai arrivò con facilità alle spalle di Akane. Non era del tutto sicuro che il suo infuso avesse davvero fatto effetto, ma quella poteva essere la spiegazione dietro al siparietto appena conclusosi tra i fidanzatini.

“Maestro ma di cosa sta parlando, cioè volevo dire, che diavolo vuoi vecchio?” si rigirò Akane sforzandosi di atteggiarsi come Ranma.

Non era per niente a proprio agio nel rivolgersi alla gente in modo così sgarbato. È vero che si trattava di un vecchio maniaco, ma le avevano da sempre insegnato a portare rispetto agli anziani, a maggior ragione se si trattava di un maestro di arti marziali.

“Akanuccia mia non fare la finta tonta, so benissimo cos’è appena successo anche perché sono stato io ad architettarlo… solo che non doveva andare a finire così maledizioneee!” si lamentò Happosai prima di scoppiare a piangere come un bambino.

Proprio come quando veniva scoperto con le mani nella marmellata, dove la marmellata era un sacco pieno di biancheria intima femminile.

A quell’uscita Akane drizzò le antenne. Forse c’era una spiegazione all’inspiegabile.

“Tu cosa? In che senso saresti stato tu ad architettarlo? E che cosa c’entra adesso il thè?” chiese smarrita mentre cercava di afferrarlo.

Ma il vecchio fu più veloce. Con una delle sue mosse riuscì a scapparle via dalle mani e, saltando di tetto in tetto, scomparve dalla visuale.

Akane maledisse le abilità del maestro. Nemmeno il corpo di Ranma poteva niente contro di lui.

Le era sfuggito, è vero, ma almeno aveva carpito un’informazione utile: quel disastro non era successo per caso ma era opera di Happosai. Questo significava che poteva esserci un modo per far sì che le cose tornassero a posto. Esisteva sempre un antidoto, no?

 
“Questi fianchi sono ancora più larghi di quanto non sembrassero” appurò Ranma facendo capolino dalla veranda.

“Ranma, ma insomma!” Akane si voltò verso di lui con sguardo accusatorio.

“Ci troviamo in una situazione letteralmente tragica! Cerchiamo di fare commenti costruttivi e…oh adoro il modo in cui mi cade questo vestito. Ho fatto proprio bene a fidarmi di Yuka, tu pensa che stavo per lasciarlo in negozio” constatò subito dopo guardando il suo corpo con occhio critico.

“Commenti costruttivi dicevi, eh?” chiese Ranma sollevando un sopracciglio mentre incrociava le braccia sotto il seno.

A quella mossa Akane si precipitò verso il fidanzato.

“Hey tu, vedi di non toccarmi le tette!” lo accusò Akane. E con uno schiaffetto ben assestato sulle mani, costrinse Ranma a sciogliere la posizione.

“Stai scherzando spero!” domandò Ranma scioccato.

“Beh c’eri andato molto vicino maniaco!” urlò Akane di rimando mettendo il broncio.

“Se, ti piacerebbe” le rispose sfidandola.

“Scusami!?” Akane serrò i pugni offesa.

“Ti ricordo che convivo da anni con un corpo femminile. Mi sono visto e toccato un sacco di volte e ti assicuro che un paio di tette non mi fa nessun effetto. E poi, detto tra noi, il tuo fisico non lega neanche le scarpe al mio in versione femm…”

Ranma non fece in tempo a vedere il suo braccio contrarsi, né a vedere Akane caricare il pugno, né infine a schivare quel colpo perfettamente piazzato nello stomaco con una precisione chirurgica.

Come in un incontro di pugilato trasmesso a rallentatore, una bella ragazza con il caschetto strabuzzò gli occhi piegandosi in avanti per poi finire a pancia in su sul prato curato.

Ranma giaceva dolorante ad almeno cinque metri di distanza dalla casa.

“Ommioddio scusami non volevo!” Akane riaprì gli occhi portandosi le mani sulla bocca preoccupata.

“Ma sei sce…” Ranma fece per tossire, cercando di ricordare come si respirasse.

Akane lo raggiunse con un salto chinandosi su di lui.

“Come minimo mi verrà un livido adesso, forza fammi vedere” disse Akane iniziando a sbottonare il bel vestito che nel frattempo si era sgualcito.

“Ferma stupida!” Ranma ansimò interrompendo quel contatto.

“Hai idea di cosa sembri tutto questo visto da fuori? Vuoi farmi passare per un mostro!?” continuò mentre, con non poca fatica, cercava di mettersi seduto sull’erba e ricomporsi come meglio poteva.

“Io… mi dispiace davvero è che lì per lì non ci ho visto più e non ho pensato che adesso… beh mi dispiace” Akane appariva realmente mortificata.

“E così è questo che si prova a stare dall’altra parte di un incontro contro il sottoscritto, eh? Cavoli, giuro che non l’ho visto nemmeno arrivare il tuo pugno, o meglio dovrei dire il mio pugno!” esclamò Ranma compiacendosi della propria forza fisica. Se non altro quel povero corpicino si stava riprendendo dal piccolo indicente.

“Ranma non è il momento di auto-elogiarsi adesso, dobbiamo trovare Happosai. Subito!” disse Akane concentrata.

“Che c’entra il vecchio adesso?” domandò Ranma confuso.

“Tutto questo casino è opera sua. Me lo ha confessato prima che tu scendessi, deve averci fatto bere uno dei suoi intrugli” le spiegò lei.

Ranma rifletté su quella spiegazione, ma restava comunque una domanda.

“Ma scusa, a che scopo invertire i nostri corpi?” chiese.

“Non lo so e non mi interessa più di tanto in questo momento. La cosa importante è trovarlo e con lui trovare il modo di tornare normali. Su avanti, è scappato da quella parte!” concluse Akane.

Fece quindi per spiccare un salto sulle mura del giardino, ma si fermò un attimo prima di sollevarsi da terra.

Ranma era già in vetta alle mura, anche se non era riuscito a salirci con un unico salto come al suo solito. C’era arrivato vicino, ma aveva dovuto riprendersi aiutandosi a salire con le braccia.

“Certo che hai l’agilità di un comodino… ma che ci fai ancora lì?” le domandò squadrandosi dall’alto verso il basso.

“Ecco io…” tentò Akane. Era visibilmente in difficoltà.

“Avanti, col mio corpo sarà un gioco da ragazzi saltare. Ci riusciresti anche ad occhi chiusi. Anzi no evita, la tua innata goffaggine potrebbe mettere in difficoltà persino il mio fisico” la stuzzicò Ranma.

“Ranma, esattamente quante tazze di thè hai bevuto a colazione?” chiese Akane senza osare guardarlo negli occhi.

“Eh?”

“Uff non penso di resistere…” si lamentò Akane.

“Ma si può sapere che ti prende adesso?” domandò Ranma corrugando la fronte.

“Ecco io… oh maledizione… non so come dirlo… io insomma… devo fare pipì!” confessò lei stringendo le gambe l’una contro l’altra e nascondendo la faccia tra le mani.

Akane era il ritratto della sofferenza.

“Ok vai in bagno, io ti aspetto qui” commentò Ranma non capendo il motivo di tutte quelle moine.

“Ma dico sei scemo? Secondo te come dovrei fare a… sì insomma hai capito, non farmelo dire ti prego!” proseguì Akane.

Per lei era così evidente il motivo del proprio imbarazzo, possibile che Ranma fosse così tonto?

Con un balzo Ranma scese accanto a lei continuando a fissarla.

“Ho intenzione di toccare questo corpo il meno possibile e, di certo, non dalla cintura in giù!” mormorò Akane gesticolando con le mani in modo eloquente tra lo schifata e l’imbarazzata.

Più esplicita di così.

“Hai capito quello che ho detto?” chiese dubbiosa.

“BUAHAHAHAHAHAHA!” Ranma scoppiò in una fragorosa risata rotolando sull’erba del prato. Finalmente aveva compreso.

Quella situazione era davvero spassosa, non aveva mai visto Akane tanto in difficoltà. Per una cosa così sciocca poi.

“Smettila! Guarda che io sono seria uff!” lo riprese Akane mentre si mangiucchiava un’unghia vergognosa.

“Ok ok scusami, è solo che è troppo divertente… e togli subito quella mano dalla bocca! Non farmi fare versi da femminuccia!” la rimproverò stavolta lui.

“Sì ma io sto scoppiando…” continuò a lagnarsi Akane.

“Lo capisco, però dovresti proprio andare in bagno. Voglio dire… è imbarazzante anche per me, ma non vedo davvero altre soluzioni” rispose Ranma grattandosi la nuca.

Che strano sentire finire i capelli all’altezza del collo. Forse doveva prendere in considerazione l’idea di tagliarli. In fondo il baffo di drago non costituiva più un problema da tempo, però il codino era pur sempre un suo tratto distintivo…

“Ranma, torna sulla terra e ti prego fa qualcosa!” lo chiamò Akane che ormai stava praticamente piangendo.

“Cosa? Ah sì, fammi pensare…” Ranma si guardò intorno alla ricerca di un’idea qualsiasi.

“Non ho tutto questo tempo…” adesso Akane aveva preso a saltellare.

SPLASH!

Una secchiata di acqua fredda investì Akane in pieno.

“È freddaaa!” gridò lei colta di sorpresa.

“Però, fa un certo effetto vederlo da spettatore” constatò Ranma mentre teneva in mano un secchio vuoto.

Non era male assistere alla sua trasformazione senza doverla subire.

“Oddio grazie!” gridò Akane volando in casa in direzione del bagno.

Ranma osservò la fidanzata correre via mentre rifletteva sul fatto che il primo problema era stato risolto.

Quanti altri ne avrebbe portati la loro inversione?

 
   
 
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