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Autore: MaryFangirl    09/03/2022    1 recensioni
Anche le persone più forti a volte vacillano, Kai se ne renderà presto conto.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Kei Hiwatari, Takao Kinomiya
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati cinque giorni da quando Takao se n’era andato e, per la prima volta dopo molto tempo, Kai si sentiva perso. Takao era sempre stato colui che gli aveva dato un posto a cui appartenere, dopotutto, ma quel posto era improvvisamente scomparso insieme a Takao. Prima di allora Kai sarebbe stato disgustato da se stesso per aver ammesso una cosa del genere. Sarebbe stato arrabbiato con se stesso e con Takao, ma ne aveva passate troppe per continuare a pensare ancora in quel modo. Per una persona così notamente arrogante ed egocentrica, ci era voluto tutto il suo sforzo per lasciare andare Takao. Per tutta la vita gli era stato insegnato a rimanere concentrato sui suoi obiettivi e a non lasciare che nessun altro si intromettesse sulla sua strada, e una volta caito quanto Takao fosse prezioso per lui, il suo istinto iniziale era stato quello di tenerlo stretto e non lasciarlo mai.
 
Per una volta, però, Kai non aveva permesso al proprio egoismo di rovinare tutto. Aveva rispettato il desiderio di Takao facendo l’unica cosa che poteva, indietreggiando di un passo lasciando che Takao tagliasse tutti i legami tra loro. Kai aveva fatto delle scelte stupide in vita sua, ma non era un idiota e non era il tipo che cercava di ingannarsi. Takao non c’era più e non restava altro da fare che abituarsi. Aggrapparsi ai sussurri del passato e alle ombre dei ricordi era inutile e improduttivo. Almeno era quello che aveva cercato di credere prima di ritrovarsi a vagare in uno dei posti preferiti di Takao.
 
Fu più per abitudine che per altro che Kai si fermò vicino il canale dove lui e Takao un tempo avevano sostenuto tante sfide per allenarsi e, sedendosi lungo l’argine, non riuscì a scrollarsi di dosso la sensazione che niente risultasse più giusto.
 
Era cominciata quando Takao era passato per salutarlo. Non si era affatto comportato come al solito, e aveva turbato Kai più di quanto volesse ammettere. Takao non era mai stato così a corto di parole con lui, ma non era solo quello. Era apparso riservato, come se stesse deliberatamente tentando di mettere un po’ di distanza tra loro.
 
Non era affatto da Takao. Nessuno era mai riuscito ad avvicinarsi così tanto a Kai prima di Takao. Nessuno si era mai trattenuto con lui prima. Quando aveva incontrato Takao per la prima volta, Kai era stato sicurissimo che si sarebbero respinti a vicenda. Erano così diversi, dopotutto. Takao era in completo contrasto con la natura cupa e minacciosa di Kai, ma Kai aveva presto imparato che in Takao c’era di più oltre alla luce e ai sorrisi. Si era ritrovato ad essere attratto da quei sorrisi, quasi contro la sua volontà, e anche se avevano le loro differenze, riuscivano comunque a bilanciarsi a vicenda. Si erano persino resi conto di quanto avevano in comune e Kai sapeva che non avrebbe mai imparato né sarebbe cambiato così tanto se Takao non avesse esercitato la sua influenza su di lui.
 
Takao lo aveva introdotto in un mondo nuovo e spaventoso, così lontano da quello a cui Kai era abituato. Takao gli aveva insegnato cose che Kai in precedenza avrebbe deriso, cose che non avrebbe mai immaginato potessero plasmarlo così tanto. Aveva imparato a conoscere la fiducia, l’amicizia e il fair play e alla fine era arrivato anche a conoscere l’amore. Kai non si era mai accorto fino a che punto fosse arrivato prima di incontrare Brooklyn. Tuttavia, era stato più che combattere contro un degno avversario. Si era trattato di mettersi alla prova e finalmente arrivare ad accettare una volta per tutte le cose che riteneva più importanti.
 
Prima di allora, l’idea di conoscere persone e permettere loro di conoscere lui lo avrebbe terrorizzato, ma in quel momento l’unica cosa che aveva spaventato Kai era l’idea di tornare a come era stato un tempo.
Quando aveva vinto, aveva provato più un senso di soddisfazione e sollievo che di superiorità. La miserabile esistenza di Brooklyn aveva ricordato a Kai fin troppo dolorosamente com’era stata la sua una volta. Era sempre stato così isolato, così spaventato dall’entrare in contatto con qualcuno o far entrare qualcuno, ma quando si era paragonato a Brooklyn, Kai aveva scoperto di aver guadagnato molto più di quanto avesse perso. In un certo senso lui e Brooklyn erano stati uguali, ma Kai possedeva molte cose che Brooklyn non poteva nemmeno sperare di capire, cose che lui stesso non sarebbe mai stato in grado di comprendere senza Takao.
 
Come Garland aveva avvertito, Brooklyn aveva mostrato a Kai l’inferno. Kai aveva osservato quegli occhi verdi senza fondo e non aveva trovato nient’altro che la promessa di dolore e sofferenza. La solitudine era stata quasi insopportabile e se non fosse stato per Takao, Kai avrebbe continuato ad andare alla deriva, impotente, in una corrente gelida senza speranza e senza significato. Se non fosse stato per Takao, Kai sarebbe rimasto perso per sempre, ma Takao lo aveva tirato fuori dal suo incubo e gli aveva mostrato la strada, proprio come tante altre volte. A Kai era sempre stato insegnato a non dipendere da nessuno tranne che da se stesso, ma poi aveva incontrato Takao. Takao lo aveva abbracciato, accettato e gli era stato vicino. Aveva condotto Kai alla luce, e grazie a lui Kai aveva trovato la sua vera forza.
 
Erano tutti i motivi per cui una vita senza Takao sembrava sbagliata, come se una parte di Kai fosse scomparsa ora che Takao non era più presente a guidarlo. Non gli sembrava giusto essere da solo ora, e la mancanza della voce allegra di Takao che parlava di un argomento a caso faceva sembrare il silenzio innaturale.
 
Sentendo il bisogno di qualche rumore, Kai raccolse un sasso vicinò e lo gettò in acqua, contando il numero di salti prima che scomparisse sotto la superficie. Takao probabilmente lo avrebbe imitato se fosse stato lì, e avrebbe trasformato qualcosa di innocuo come i lanci dei sassi in un’altra competizione tra loro. Kai quasi sorrise a quel pensiero, e si sdraiò sulla schiena, appoggiando la testa sulle braccia e fissando il cielo, ma anche quello servì a ricordargli cosa gli mancava. Se Takao fosse stato con lui, molto probabilmente avrebbe paragonato le nuvole ad animali da fattoria, o avrebbe tentato di mettersi in mostra spiegando in maniera completamente sbagliata il ciclo dell’acqua e il suo funzionamento.
 
Il suono di qualcuno che chiamava il suo nome fu una gradita distrazione, anche se fu alquanto sorpreso quando vide Kyoju che lo salutava dal ponte. Non rispose, ma aspettò che Kyoju si avvicinasse, alzando un sopracciglio e fissandolo freddamente mentre Kyoju spostava il suo onnipresente laptop da un braccio all’altro.
 
“Non sei venuto a salutare Takao all’aeroporto” disse Kyoju, con espressione sia preoccupata che delusa, “era piuttosto triste”
 
“La supererà” disse Kai blando, distogliendo lo sguardo dal ragazzo e fissandolo sull’acqua.
 
“Lo pensi davvero?” chiese Kyoju, “pensi onestamente che sarà così facile?”
 
Non amando la sua perspicacia, Kai non disse nulla. Kyoju sospirò e si sistemò gli occhiali.
 
“Ti dispiace se mi siedo?”
 
Kai sollevò una spalla e Kyoju si accomodò. Kai notò che si teneva a distanza. Tutti i suoi ex compagni di squadra l’avrebbero fatto, per nervosismo o per rispetto. Tutti tranne Takao.
 
“C’è silenzio ora che se n’è andato” disse pigramente Kyoju, strappando un filo d’erba e arrotolandolo tra le dita, “troppo silenzio, in realtà”
 
Kai voleva dire che stava pensando esattamente la stessa cosa, ma tenne la bocca chiusa. Non era proprio dell’umore giusto per le chiacchiere, né sentiva il bisogno di un confidente.
 
“Rei tornerà in Cina la prossima settimana” continuò, “Max ha detto che rimarrà con suo padre ancora un po’, ma sua madre vuole che torni negli Stati Uniti. Nessuno di noi ha visto Daichi da quando Takao se n’è andato e Hiromi-san si sta preoccupando. Penso che starà bene, ma...” si interruppe e rilasciò il piccolo stelo, guardandolo fluttuare nella brezza, “sembra che stiamo tutti cadendo a pezzi senza Takao a tenerci insieme”
 
Ancora una volta Kai si sentì a disagio per il modo in cui Kyoju sembrava aver colpito nel segno per la seconda volta in qualche minuto, e il suo tono fu un po’ più tagliente di quello che intendeva quando parlò.
 
“Kinomiya ha scelto la sua strada” disse, stringendo inconsciamente la mano destra a pugno, “nessuno di noi ha il diritto di interferire”
 
“Anche se pensi che stia sbagliando?” chiese Kyoju.
 
Kai girò la testa così velocemente che quasi si provocò un colpo di frusta, e anche se non poteva impedire di mostrarsi sorpreso alla domanda inaspettata, si costrinse ad apparire disinvolto quando rispose.
 
“Perché dici così?” fece, leggermente sospettoso suo malgrado.
 
“Lo dico perché sembra che qualcosa stia cambiando in Takao” disse Kyoju, “forse non sono affari miei, ma non mi sembrava che volesse davvero andarsene. Sicuramente era entusiasta quando parlava di esplorare con suo fratello, ma paragonandolo a come si comporta prima di un torneo...in qualche modo sembrava che non parlasse col cuore”
 
“Tu non pensi che abbia preso la decisione giusta” disse Kai, conoscendo la risposta prima che Kyoju aprisse bocca, “pensi che abbia fatto la scelta sbagliata, ma non hai cercato di trattenerlo”
 
“L’hai detto tu stesso” gli ricordò Kyoju, “Takao ha scelto la sua strada. Non spetta a me contraddirlo”
 
“Allora perché stiamo avendo questa conversazione?” disse Kai con tono piatto, “perché stiamo discutendo di Kinomiya se è già andato via?”
 
“Perché non riesci a smettere di pensare a lui” disse Kyoju, il suo sorriso si addolcì appena, “ho ragione?”
 
L’espressione di Kai si incupì e si voltò rapidamente, accigliandosi.
 
“Kai, voglio aiutarti” disse Kyoju, la voce che diventava più forte e sicura, “e in cambio voglio che tu aiuti Takao”
 
“Perché?” chiese Kai, “che motivo hai di fare una cosa del genere?”
 
“Perché sei mio amico” disse Kyoju con pazienza, “lo è anche Takao e mi fa male vedere entrambi soffrire. Penso davvero che dovresti andare da lui”
 
“Perché?” ripeté Kai, “perché io e non tu?”
 
“Perché sei tu quello più importante per lui” disse Kyoju, “non provare neanche a negarlo. Sei la ragione per cui Takao si impegna tanto. Sei la ragione della sua forza e senza di te-”
 
“Non ha bisogno di me” lo interruppe Kai, ma riuscì solo a far alzare la voce di Kyoju.
 
“Non è vero!” disse con veemenza, “sei tutto per lui! Quando il signor Daitenji aveva impostato il sistema a due nell’ultimo torneo, non hai idea di quanto Takao fosse felice! Sperava di combattere insieme a te, e non ha parlato d’altro. Poi te ne sei andato per unirti alla Neo Borg e sai cos’ha fatto? Ha pianto! Ha pianto e ha minacciato di lasciare la squadra!”
 
Kai, che già lo sapeva, rimase in silenzio. Inoltre sembrava che Kyoju non avesse ancora finito.
 
“Ha pianto” ripeté Kyoju, piano, “e non era la prima volta. Sai quanto potere hai su di lui, Kai? Sai che tipo di effetto hai su di lui?”
 
Kai rimase ancora in silenzio.
 
“Penso di poter capire perché Takao abbia sentito il bisogno di andarsene” disse Kyoju dopo un momento, “è combattuto tra ciò che vuole ciò che pensa ci si aspetta da lui. Sotto tutte le sue vanterie e atteggiarsi, in realtà è piuttosto insicuro. Ecco perché ha bisogno del sostegno delle persone più importanti per lui. Ecco perché voglio che lo aiuti. Mi addolora ammetterlo, ma tu puoi fare molto di più per Takao di quanto possa fare io”
 
“Anche se volessi, come potrei?” chiese Kai, “come posso trovarlo?”
 
“Kai, dimentichi chi sono” disse Kyoju, una nota divertita nella voce mentre apriva il computer, “non sarà affatto un problema per me rintracciarlo”
 
Kai fissò Kyoju mentre iniziava a picchiettare sulla tastiera, le labbra leggermente increspate per la concentrazione. Era facile dimenticarsi di Kyoju e lasciarlo in secondo piano, ma ogni tanto metteva in chiaro che era importante per la squadra tanto quanto Takao o chiunque altro, a volte di più. Forse non era un blader di livello mondiale, ma c’erano molte altre cose che sapeva fare, e la sua competenza e dedizione erano assolutamente ammirevoli. Kyoju sembrò percepire di essere osservato e guardò Kai con un’espressione consapevole.
 
“Ti stai chiedendo perché lo faccio, vero?” domandò astutamente, “in realtà è proprio come ti ho detto prima. Takao ha bisogno di aiuto e tu sei l’unico che può darglielo. Non sopporto di vedere nessuno di voi così smarrito. Inoltre” aggiunse, con il sorriso che si allargava, “Takao ti avrebbe urlato per esserti arreso ancora prima di iniziare”
 
Quindi era quella l’amicizia, pensò Kai, mentre Kyoju continuava a scrivere. L’aveva buttata via così facilmente, ma per qualche ragione gli era sempre tornata in mente. Kyoju era suo amico tanto quanto Takao, e non solo. C’erano anche Rei e Max e anche Hiromi non esitava mai quando si trattava di dare una mano. Improvvisamente l’idea di riavere Takao non sembrava poi così impossibile, in fondo. Forse era sbagliato che Kai interferisse, ma Takao non aveva fatto la stessa identica cosa per lui?
 
“Oh, quasi dimenticavo” Kyoju si chinò, lasciando perdere per un momento la sua ricerca, frugando nella tasca dei pantaloni, “dai questo a Takao quando lo vedi, ok?”
 
Kai tese automaticamente una mano e quasi sussultò di sorpresa quando Kyoju lasciò cadere Dragoon nel suo palmo.
 
“Takao mi ha detto di conservarlo prima di andarsene” spiegò, “ma ho la sensazione che sarebbe molto più felice se gli venisse restituito”
 
Kai chiuse convulsamente le dita attorno al metallo liscio, stringendolo come un’ancora di salvezza. Era più leggero e piccolo di Dranzer, ma ciò non sminuiva affatto l’incredibile potere che conteneva. “L’ha lasciato” mormorò, posando l’altra mano su quella che reggeva Dragoon e portandole entrambe al petto, cullandolo teneramente.
 
“Riportaglielo, ok?” disse Kyoju, rivolgendo a Kai il sorriso più luminoso. “Mi fido di te. So che puoi farcela”
 
Kai strinse gli occhi, con la determinazione sui suoi lineamenti, alzandosi in piedi. La sua mente era lucida per la prima volta da giorni, e ora che aveva trovato di nuovo uno scopo, niente lo avrebbe fermato o rallentato.
 
“Vado” disse bruscamente, senza nemmeno accorgersi quando Kyoju saltò in piedi pochi secondi dopo.
 
“Aspetta un minuto!” gridò, cercando disperatamente di stargli dietro, “non ti ho ancora detto dov’è!”
 
Kai si fermò e Kyoju quasi gli rovinò addosso. L’espressione sul viso di Kai era quasi comica quando si rese conto che stava iniziando il viaggio senza avere alcun indizio su dove andare, ma la nascose rapidamente con uno dei suoi soliti cipiglio, che diresse a Kyoju.
 
“Ebbene?” abbaiò, “qual è la mia destinazione? Dimmelo così posso iniziare prima che sia troppo tardi”
 
Kyoju annuì, obbediente, incerto se sentirsi sollevato o preoccupato per Takao. Quando Kai decideva qualcosa, era praticamente impossibile dissuaderlo, non che nessuno avesse mai avuto voglia di provarci quando si lanciava in modalità ‘nessun prigioniero’. Nessuno tranne Takao.
 
Erano davvero più simili di quanto sapessero.
  
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