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Autore: Yuki Ishimori    05/09/2009    3 recensioni
Qualcosa di strano è avvenuto sotto la pioggia, qualcosa che potrebbe far terminare ogni cosa.
Capitolo 5: Doumeki si trovava in uno spazio immenso, decisamente troppo grande per poter essere davvero la stanza precedente.
Mosse un altro paio di passi, che risuonarono nel nulla, rimbalzando però contro pareti invisibili.
Poi, improvvisamente, l'incubo ebbe inizio.
Il pairing è, ancora una volta, Doumeki/Watanuki
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hanareru Cap 2
CAPITOLO 2:
INCUBI


Doumeki lo accompagnò fino a casa, senza una parola. Aveva semplicemente sorpassato il tempio, continuando a coprirlo con l'ombrello rosso.
Watanuki sapeva il perché di quel gesto. Per una volta non gli fu difficile capire le intenzioni dell'arciere: era preoccupato per lui, per quello che doveva essere successo e che l'altro ragazzo non voleva dirgli.
Il più piccolo aveva più volte spiegato che “davvero non è successo nulla” ma le parole rimanevano inascoltate e non credute, forse per la voce con cui erano pronunciate, un po' troppo debole rispetto al normale.
Lo sguardo dorato rimaneva fisso su di lui, ad indagare sulle sue condizioni. Ma non avrebbe trovato nulla solo guardando perché a livello fisico stava bene.
Non era ferito e non si sentiva debole, e, in più, non percepiva in sé niente di anormale.
Forse era questo che spaventava di più Watanuki. Perché qualcosa era successo davvero.
Anche se non lo avrebbe mai ammesso, avere Doumeki vicino in quel momento lo faceva stare più tranquillo.
L'altro ragazzo entrò anche in casa, ma alla fine dovette cedere.
Watanuki sembrava non avere niente di strano e forse, se lo avesse lasciato riposare, al mattino sarebbe stato più tranquillo.
Perché per Watanuki era difficile capire Doumeki ma per quest'ultimo non lo era capire l'altro: era chiaro come il sole che il più piccolo fosse spaventato.
Ma forse era solo stanchezza.
Non che Doumeki ci credesse davvero, ovviamente.
“Se ti succede qualcosa chiamami.” la voce atona celava la preoccupazione ma lo sguardo intenso che si scambiarono fece capire a Watanuki che per qualunque cosa avrebbe dovuto chiamarlo.


Ora, in casa da solo, preparava i tre bento per il giorno dopo. Cucinare lo aveva rilassato e aveva distolto il suo pensiero da quella goccia.
Le tende delle finestre, tutte tirate, nascondevano la pioggia che ancora cadeva.
Era tardi e Watanuki era davvero stanco.
Si lavò, si infilò il pigiama e andò in camera sua. Raccolse la sveglia che giaceva ancora a terra e la puntò per il giorno dopo.
Il sonno lo accolse quasi subito, trascinandolo nelle sue spire, accompagnato dal rumore di un imminente temporale.

Intorno a lui c'è solo buio, il rumore della pioggia sembra lo perseguiti. Ma non è colpito da essa, perché lì non sta piovendo.
I suoi passi rimbombano su pareti invisibili, spandendosi in uno spazio che sembra immenso.
Watanuki vaga nel buio, sapendo di non essere al sicuro.
Infatti davanti a sé percepisce improvvisamente degli spiriti: una gigantesca nube, densa e ancora più scura del buio.
Istintivamente si allontana ma i demoni non sembrano volerlo seguire.
Ringhiano e strisciano, fluttuano, espandendosi e contraendosi, come un'enorme medusa nera.
Ma i suoi tentacoli non cercano di catturare Watanuki, che si avvicina.
All'improvviso un gemito strozzato sembra squarciare il buio. E poi un altro, più forte.
Inizia a correre, verso quella figura che ora riesce a intravedere. È accasciata a terra, mentre i tentacoli di quell'enorme demone si stringono attorno a lei.
Grida, questa volta. Un grido corto, di dolore.
Watanuki accellera, sa che deve fare di tutto per salvare quella persona.
Poi un urlo, straziante, riempe quell'oscurità, un urlo che sembra non dover finire mai.
Il ragazzo si tappa le orecchie, quel grido è troppo doloroso e continua e continua...
Gli occhi gli si riempiono di lacrime, mentre già inizia a singhiozzare. Quella voce così familiare non dovrebbe provare tanto  dolore!
Il grido si fa più alto, ora, più forte.
Quel ragazzo urla, sconvolto dal dolore, mentre lo spirito ormai si avvolge strettamente intorno a lui, i suoi piedi non toccano più terra.
Poi, improvvisamente, con un ultimo roco gemito, si zittisce.
Il silenzio che segue è spaventoso, opprimente.
“NO!!” quel ragazzo deve riprendere a gridare! Se grida vuol dire che è ancora vivo! Vuol dire che Watanuki è ancora in tempo...
Poi un suono terribile, ancora peggio del grido, ancora peggio del silenzio.
Il rumore di ossa che si spezzano, tutte, tutte insieme.
Quando finalmente Watanuki lo raggiunge è troppo tardi, il demone lo ha stritolato.
Con i suoi tentacoli lo alza, porta quel ragazzo che il moro non riesce a vedere fino alla bocca, spalancata, il corpo ormai così terribilmente simile ad un bambolotto rotto.
Lo ingoia.
L'ultima cosa che Kimihiro vede, le lacrime che scorrono incontrollate sulle guance, è il vestito del ragazzo, uno yukata.
Poi, tutto si fa buio.

Watanuki si svegliò, spalancando gli occhi, quelle immagini che ancora gli riempivano la mente. Si alzò a sedere di scatto, il respiro accellerato da quello che, capì, era stato un incubo.
Si alzò, le gambe che gli tremavano quasi non sostennero il suo peso.
Andò alla finestra, aprendo le tende. Le nubi non lasciavano capire che ore fossero.
Chi era quel ragazzo? Nel subconscio del sogno lo sapeva, ma ora non lo ricordava.
Eppure era consapevole che fosse qualcuno che lui conosceva.
Con il respiro ancora irregolare si diresse nuovamente verso il futon.
Si sedette e chiuse gli occhi, cercando di calmarsi.
“ È stato solo un sogno... è stato solo un sogno...”.
Continuò a ripeterlo ma la paura  non sparì.
Sobbalzò quando la sveglia, pochi minuti dopo, iniziò a suonare.
Piano si alzò e la spense. Andò in bagno e si guardò allo specchio: il suo viso rispecchiava in pieno la nottataccia passata.
Sospirando si preparò per iniziare un nuovo giorno.


Le nubi erano cupe e pesanti, preannunciavano pioggia che però si faceva attendere.
Watanuki passò davanti al tempio di Doumeki, dove una curiosa ansia lo assalì. Senza capire bene il motivo entrò nel grande giardino, cercando con lo sguardo il compagno.
“Oi.” Una mano si appoggiò sulla sua spalla e il ragazzo, spaventato, saltò in alto di almeno mezzo metro.
“Ma si può sapere che ti prende?!? Ancora un po' e mi fai venire un infarto, idiota!!”
“Sta zitto. Sei tu che sei entrato qui.” ribatté imperturbabile l'altro, portandosi la mano all'orecchio, mentre con l'altra reggeva una scopa. Indossava uno yukata.
Watanuki si irrigidì, ma poi si distrasse quando scoprì l'arciere che lo guardava fisso in viso.
“C-che c'è?” chiese allora, arrossendo un poco.
“Dormito male?” chiese con voce atona Doumeki.
“Ma che ti importa?!?” ribatte stizzito Watanuki.
“Rispondimi.”
Il tono del maggiore era serio. Non si era dimenticato dell'incidente della sera prima e voleva capire se le due cose potessero essere collegate.
“SI! Contento??” ma lo sguardo dell'arciere si fece ancora più intenso e Watanuki, non riuscendo più a reggerlo, interruppe il contatto visivo.
“Incubo. Ora sei soddisfatto o devi rimanere a guardarmi così ancora per molto?!?”.
La voce, tornata alle altezze di sempre, diminuì la preoccupazione di Doumeki.
“Resta qui. Vado a cambiarmi e andiamo.”.
Detto questo si girò e lasciò Watanuki piantato lì in giardino.
Ovviamente dopo gliene avrebbe dette quattro a quel maleducato!


Stavano tornando a casa come il giorno precedente. La dolce Himawari era davvero occupata e per un po' non avrebbe potuto tornare con loro.
“Aah che sfortuna!!” Watanuki proseguì con i suoi pensieri ad alta voce “ Se al tuo posto ci fosse la dolce Himawari-chan anche un tempo così nuvoloso sarebbe comunque splendido! E invece mi tocca sopportare te, dannato Doumeki!” disse guardando male l'innocente ragazzo che camminava affianco a lui.
Il quale, perso nei suoi pensieri, non lo stava minimamente ascoltando.
“Ehi tu! Quando qualcuno ti parla dovresti come minimo...”
“Com'era?”.
Watanuki fu preso in contropiede.
“Com'era cosa? Secondo te cosa dovrei capire da uno che, con sguardo vuoto mi dice 'Com'era?'” disse allora, imitando malamente la voce del compagno, stizzito dal suo vizio di fare il criptico.
“Il sogno.” rispose Doumeki, sorvolando sul resto della frase di Watanuki.
“Era un normale incubo! Pieno di demoni e robaccia altra! Ma che razza di domanda è?!”. Per la seconda volta non volle dirgli niente, nascondendo quindi il vero cuore dell'incubo: quel ragazzo che non era riuscito a salvare.
Per fortuna arrivarono al negozio di Yuuko-san, prima che Doumeki  potesse continuare.
Entrarono entrambi e Watanuki fu immediatamente assalito da una palletta nera e due ragazzine, che gli finirono addosso.
“Bentornato Watanuki, bentornato Watanuki!!” canticchiarono Maru e Moro.
“Che brutta faccia che hai, Watanuki che si scrive come primo d'aprile!” salutò “educatamente” Mokona.
Il ragazzo stava subito per ribattere quando una voce più adulta lo precedette.
“Mokona ha ragione!”. Il viso di Yuuko-san aveva il solito sorriso malizioso. “ Incubi per caso?”, la voce falsamente disinteressata.
Watanuki non si prese nemmeno la briga di rispondere, perché ovviamente, la strega sapeva già tutto.
Forse persino il contenuto del sogno stesso era già conosciuto. Ma con Doumeki vicino non volle indagare.
“Oh Doumeki-kun ci sei anche tu!” disse la strega con voce fintamente sorpresa, girandosi verso il ragazzo. Il giovane saluto con un semplice gesto della mano.
“Tsk, come se non lo sapesse già!” borbottò il più piccolo.
L'occhiata che gli lanciò la strega avrebbe potuto incenerire un muro. Watanuki sentì un brivido gelido passargli sulla schiena.
“Bene allora già che siete qui avrei una commissione da farvi fare!” esclamò la strega battendo le mani e con un grande sorriso sul volto. La voce con cui la donna disse quelle parole fece scorrere un piccolo brivido persino a Doumeki.


Alle 11.30 Watanuki tornò finalmente a casa, distrutto.
Non solo era quasi stato mangiato per l'ennesima volta ma dopo, finita la “commissione”, aveva dovuto preparare la cena per tutti (compreso il dannato Doumeki) e poi una marea di stuzzichini per accompagnare una marea di sakè.
Come uno zombi si preparò per andarsene difilato a letto.
Pochi minuti dopo era già profondamente addormentato.

È di nuovo in quello spazio buio, ma questa volta i demoni sono dietro di lui.
Lo inseguono, spaventosi e ringhianti.
Watanuki corre ma il fiato inizia a mancargli, le gambe a fargli male. Non vuole essere preso perché altrimenti morirebbe.
Lì in quello spazio buio e immenso non sarebbe arrivato nessuno a salvarlo.
Ma ormai non ce la fa più, i demoni cominciano ad avvicinarsi.
Si sente schiacciato dalla loro presenza maligna e inizia a sentire freddo.
Poi inciampa. Cade rovinosamente a terra.
Non riesce a rialzarsi e a continuare a correre.
Morirà lì, solo.
Gli spiriti si avvicinano sempre di più, ormai lo circondano completamente.
Si uniscono in un'unica entità, vagamente umanoide.
Un braccio si trasforma in una fumosa eppur letale lama, che si punta contro di lui.
Watanuki si prepara a salutare la vita.
Il braccio carica il colpo e il ragazzo chiude gli occhi.
Ma, invece di sentire quella gelida lama, qualcosa di caldo schizza sul suo viso.
Alza la mano, sfiorando una di quelle macchie mentre un odore disgustoso inizia a diffondersi nell'aria, un odore metallico.
Watanuki apre gli occhi osservandosi le dita, macchiate di un liquido rosso e denso, lo stesso che inizia a spandersi sul pavimento davanti a lui, giungendo a macchiargli le ginocchia.
Il ragazzo si accorge di un rumore che rimbomba, amplificato.
Gocce che cadono. Molte, grosse e dense gocce che cadono.
Il liquido rosso scuro ormai gli ha inzuppato completamente i pantaloni, mentre quell'odore si spande ovunque.
Alza gli occhi, Watanuki. Perché si è accorto di una sagoma in piedi davanti a lui.
È da lui che arriva quel liquido, gli bagna completamente il vestito, uno yukata ormai rosso.
Guidato da una volontà non sua, Watanuki è costretto ad alzare lo sguardo. Non vorrebbe farlo, non vuole vedere quello che ha davanti.
La lama nebulosa attraversa da parte a parte il corpo di quel ragazzo, leggermente piegato su di essa, il sangue che gocciola copioso sul pavimento. Le mani, sporche del suo stesso sangue, si appoggiano alla spada, conficcata nel suo stomaco.
Poi questa viene ritratta, con un rumore viscido e stridente. L'emorragia si fa  immediatamente più potente.
Il demone scompare, scomponendosi in grandi bolle mollicce che fluttuano via.
Poi, dopo alcuni attimi di immobilità assoluta, le gambe del ragazzo cedono.
Cade all'indietro.
Watanuki, incapace di fare alcunché, prende il ragazzo, appoggiandolo sulle sue gambe.
Lo vede in viso.
Due occhi dorati si fissano nei suoi, ormai bagnati di lacrime, due occhi che si stanno spegnendo, a causa del sangue che ora scorre copioso tra le gambe di Watanuki.
Un sorriso increspa il volto di solito impassibile, un sorriso per essere riuscito a salvare l'altro, anche se a costo della vita. Disperato, il giovane cerca di fermare l'emorragia. Ma è inutile. Il sangue gli sporca completamente le mani ma continua a uscire.
Guarda nuovamente il volto dell'altro ragazzo. Appena in tempo.
L'ultima scintilla se ne va da quegli occhi, di nuovo puntati in quelli di Watanuki.
Ora sono spenti e vuoti, velati dall'arrivo della morte. Il respiro cessa, il cuore si ferma. La vita ha abbandonato quel corpo.
Tutto è immobile.
Poi l'assoluto silenzio viene spezzato da un urlo.
Watanuki piange e grida ancora. Un grido lungo, ininterrotto.
E continuerà quel grido, fino a che  non avrà più un briciolo di voce, più aria nei polmoni.  
Fino a quando la morte non verrà a portare via anche lui...



CONTINUA


Note dell'autrice
Eccomi con il secondo capitolo! Ho notato che il titolo ha creato parecchia preoccupazione...! Eh eh ^.^
Ecco, da qui le cose iniziano a complicarsi.
Capirà Watanuki, di solito lento come una lumaca in certe cose, a capire il perché di questi sogni? Li rivelerà a qualcuno?
E dal prossimo inizieranno degli stani effetti collaterali...
Okay basta così!
Spero che questo capitolo vi abbia soddisfatto e ringrazio di cuore tutte le ragazze che hanno commentato.
E soprattutto naco chan che ha messo la storia fra le seguite e cry_chan per la promessa di seguirmi fino alla fine... ci conto eh!!
Ricordo che i commenti sono sempre ben accetti!
Anche perché non so come me la sono cavata con l'inizio della parte angst... mi affido a voi... U_U


Bene! Al prossimo aggirnamento! ^^

                                                 
Yuki Ishimori
  
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