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Autore: Brume    10/03/2022    5 recensioni
Avevo abbozzato questo scritto poco dopo aver finito "un bicchiere ed un matrimonio di troppo". Non sapevo se proporlo o meno; tuttavia, dopo una breve rilettura...ho pensato potesse essere un divertente seguito. Pochi capitoletti davvero, senza pretese: vedremo Oscar ed Andrè alle prese con un piccoletto di pochi mesi ed una nonna molto, molto agguerrita!
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Marron Glacé, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La sera arrivò presto annunciata da riflessi  dorati  che, grazie ad un gioco di angoli,  entrarono senza chiedere il permesso nel grande loft  sito all’ ultimo piano di quel palazzo e, soffici , leggeri,  andarono a posarsi sulle superfici che man mano incontravano. Anche se la loro fonte  non era quasi mai visibile poiché nascosta da altre costruzioni, la magia lasciava comunque gli occupanti senza fiato.

Oscar e André si erano trasferiti  da poco tempo in quel luogo; fu una scelta necessaria.
Con l’ arrivo del piccolo Alexander ,  tre mesi e mezzo prima, la famiglia si era ingrandita ed inoltre, l’ attività che la madre di Oscar era intenzionata ad avviare prese  –  con somma soddisfazione – immediatamente ed inaspettatamente piede ergo, i progetti erano stati rivisti…e la presenza in loco di Oscar resa necessaria più che mai. Anche Nonna e Victor, contro ogni previsione, rimasero nella città degli emirati.
Non solo il loro inusuale – e  felice -  matrimonio proseguì portando allegria e felicità; ma arrivò anche una certa ed ulteriore serentià economica. L’ uomo, infatti, affascinato dalla possibilità di far conoscere le sue stravaganze in un ambiente così dinamico ed internazionale , accettò la proposta che un connazionale gli fece, ovvero quella di  aprire un Salon all’ interno di uno dei molteplici resort a cinque e più stelle. Quindi… a distanza di un anno da a quella serata alcolica di Andrè - dal quale poi scaturì tutto –  e tratte le dovute somme, in tutti i senti, si poteva ben dire che tutto procedesse a gonfie vele. La felicità aveva fatto visita a tutti loro e si stava anche trattenendo, a quanto pare. Non potevano che esserne grati. Almeno fino a quella sera.

 Si, quella sera che aveva regalato loro un così bel tramonto.



“André, per favore…potresti rispondere tu, al telefono?”

Oscar si era appena seduta sul divano , situato nella zona centrale del grande open space. Era appena tornata da un incontro di lavoro e si stava godendo il piccolo, che quel giorno non era riuscita a portare con sé. André,  indaffarato a spedire alcune mail di lavoro per conto della moglie, si alzò; si guardò intorno e , visto il telefono, lo afferrò.
Era Nanny.
“Nonna, che piacere sentirti. Non ti abbiamo più vista da sabato scorso, stai bene? Sei andata a fare quella visita di cui avevi bisogno?” domandò  sorridente. Con pochi passi raggiunse Oscar e le si sedette accanto. Alexander allungò la manina paffuta verso il padre, che l’afferrò e baciò.

“….si, mio caro… sto bene. Ma non vi chiamo per questo…” rispose la donna, con voce insolitamente cupa.

André si insospettì ed il suo viso si fece preoccupato.

“E’ accaduto qualcosa? Devi darmi una brutta notizia?” domandò con il cuore che batteva all’ impazzata. In quell’ istante nella sua mente passarono le più disparate cose, rabbuiando il suo animo.

“A me no. A Victor…” rispose la donna.
André si alzò in piedi.
“Cosa è successo a…co-co-cccoso?” esclamò, lasciandosi sfuggire il nomignolo che da tempo gli aveva affibbiato ogni qual volta parlava con Oscar dell’ uomo.

Oscar sgranò gli occhi.  Coso?Che stai dicendo, André, ti sei ammattito? Pensò.

“André, ti prego, non chiamarlo in questo modo “ lo redarguì la nonna “ …ti prego, ascoltami: è una cosa seria. Victor…Victor è stato rapito.
RAPITO?” fece eco Andrè, cominciando a fare avanti ed indietro per la stanza.
Oscar si alzò in piedi a sua volta e, posato Alexander ormai addormentato nella sua culla portatile, lo raggiunse. Preoccupata, guardò il marito.

“Si, almeno così dicono i testimoni….”
Girodelle. Rapito. Testimoni.

“Nonna, aspettaci li. Ti raggiungeremo presto” disse; quindi chiuse la conversazione e fissò Oscar in piedi davanti a sé.

“Mi spieghi cosa è accaduto?” domandò quest’ ultima.

“La nonna afferma che Coso…Victor…sia stato rapito.” rispose infilando il telefono nella tasca dei jeans “ bisogna che…la si raggiunga presto. Credi sia un problema chiamare Sonia?”

“Non credo. Posso sentire subito il servizio di babysitting… Ma che hai intenzione di fare? Siamo stranieri, in un paese straniero. Non sarebbe meglio se ne occupi la polizia?” domandò.
André si allontanò per versarsi un bicchiere d’ acqua e si fermò, davanti alla finestra, pensieroso.
“Sicuramente, Oscar. Ma non posso lasciarla sola…” rispose.
“Non sto dicendo questo”  rispose lei dolcemente “ ma solo che…prima di fare e dire qualsiasi cosa, penso sarebbe meglio avvisare la polizia…”

Andrè annuì, silenziosamente.
 Oscar si allontanò per andare a darsi una sistemata e, dopo dieci minuti, tornò.

“ Il tempo che arrivi la ragazza mandata da Sonia e potremmo andare” disse; si avvicinò al figlio, poi. Notò che dormiva ancora beatamente.  Andrè la raggiunse.
“Avrei voluto coccolarti tutta sera, piccolino mio” disse la donna “ ma a quanto pare, non sarà possibile…”.
Andrè la abbracciò.

“Sei una madre fantastica, non crucciarti.” disse alla sua amata “ …non preoccuparti, domani avremo tutto il tempo che serve, per lui. Almeno lo spero…”
Con la mano sfiorò il viso del piccolino. Alexander rispose con una buffa smorfia, cosa che suscitò nei genitori un sorriso amorevole.

“Certo che… sei capitato proprio in una bella famiglia di matti” si lasciò poi sfuggire “ hai una bisnonna sposata con un uomo che ha l’ età del tuo papà… i tuoi genitori sono ex militari, ora commercianti in di Foie Gras, Beurre d’ Isigny e Blanquette de Veau…il tuo padrino è Alain…cosa chiedere di più dalla vita?” disse.
Oscar sorrise compiaciuta. Al contempo, il telefono suonò ancora.

Nanny.

“ André, sono io. Ascolta, dovete fare presto: Victor mi ha inviato un messaggio. Dice di..di essere stato preso in ostaggio da un emiro e che ora si sta recando, con lui, all’ Oasi di Al Ain” .
 
L’ uomo non fece nemmeno in tempo a rispondere: la tenera nonnina aveva chiuso di già la comunicazione.  Ma sta accadendo davvero? Si chiese.  Infine si rivolse alla moglie.

“Ecco, Oscar: la prossima volta che ti chiederò cosa io possa desiderare di più dalla vita, afferra quella scultura di arte moderna che ci ha regalato Fersen senior e lanciala qui, esattamente qui, poco sotto l’ occipite. Così non soffrirò e non penserò più” disse indicando con le mani la zona.
Lei lo fissò con aria interrogativa. Che stia andando fuori di senno pure lui?  pensò la donna.

“…che c’è, ancora?” gli domandò quindi, preoccupata.
“… devo darti una novità. Pare che le beau Victor sia stato rapito da una qualche emiro e, insieme, stiano andando ad Al Ain…” rispose André:
 
Oscar lo fissò, incredula.

“E’ uno scherzo, vero?” domandò.

Andrè tornò a sedersi sul divano e si prese la testa tra le mani.

“Nemmeno un po'. In ogni caso, ti prego, se dovesse esserci qualche novità ancora fai come ti ho detto. Non sono in grado di sopportare altro” rispose lui.
 
Oscar fissò la scultura, un gabbiano depresso che vegliava la compagna ferita.

“Effettivamente, André, quella scultura è davvero… orrenda” si lasciò sfuggire.
Raggiunse quindi il marito, cercando di sostenerlo con baci e carezze… ed insieme attesero l’ arrivo della donna che si sarebbe occupata di Alexander. 
   
 
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