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Autore: Fiore di Giada    12/03/2022    0 recensioni
[Sandokan]
Eppure, perché non riesce ad allontanarsi dal confortevole e sincero abbraccio di Macassar?
Gli occhi dell'uomo si riempiono di lacrime, mentre le sue mani sfiorano la schiena del piccolo principe. La domanda di Sandokan strazia il suo cuore.
Gli ricorda gli affetti da lui perduti in quell'immonda carneficina.
Ma non può negare la consolazione della speranza a quel bambino sofferente.
— Sì, torneremo nel Kiltar. — mormora, mentre il palazzo in fiamme si allontana sempre più dalla loro vista.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Implacabili, le fiamme si levano verso il cielo e accendono il cielo d'un rossore sanguigno, come se fosse sorto un secondo sole.
Con un sordo crepitio, circondano il palazzo, chiudendolo in una morsa mortale e proiettano il loro bagliore vermiglio sul mare.
Sandokan, seduto su una barca, osserva, gli occhi sbarrati dal terrore. In quel luogo, sono chiusi i suoi ricordi.
In quel palazzo, ha vissuto la sua infanzia e adolescenza, cullato dall'amore dei suoi genitori e dei suoi familiari.
E, in quel momento, le fiamme, portate dagli uomini bianchi, stanno consumando tutto.
Gli pare quasi di sentire nell'aria, malgrado la distanza, l'olezzo penetrante della carne umana.
Un conato di vomito scuote il suo corpo e il bambino si piega su se stesso, sputando saliva. Suo padre è sempre stato un monarca giusto e buono.
Non ha mai portato danni agli uomini bianchi.
Perché lo hanno attaccato? Perché hanno ucciso tutti quanti?
Il suo respiro accelera e il suo cuore martella le costole, dilaniando il suo petto. Vuole allontanare lo sguardo da quello spettacolo orribile.
Ma i suoi occhi sono prigionieri di un incantesimo perverso.
Non può non guardare la fine della sua famiglia e del suo regno, condannati a svanire dalla cattiveria degli uomini bianchi.
Macassar scuote la testa e lo abbraccia. Il suo figlioccio, in quel momento, gli sembra una statua priva di calore.
E non può permettere che perda il suo cuore nobile.
Quel bambino, strappato precocemente alle sue radici, ha bisogno di un affetto stabile e sicuro.
Non deve precipitare nella tenebra della follia.
Suo padre gli ha affidato il suo tesoro, il suo bambino, e lui deve permettergli di crescere libero da ansie, per quanto possibile.
Sandokan, per alcuni istanti, resta rigido, poi si abbandona all'abbraccio dell'uomo. Non è papà, ma, in quel momento, gli pare di trovare il calore di una famiglia.
Sente la premura e l'affetto sincero di Macassar.
Quell'uomo ha a cuore la sua salvezza e, di solito, lui non si sbaglia.
E ha bisogno di un punto fermo.
Eppure, perché non basta?
Macassar, torneremo nel Kiltar? — chiede il bambino.
Stringe gli occhi e cerca di frenare le lacrime. Non deve piangere.
La sua infanzia è finita con la distruzione della sua famiglia, per mano degli uomini bianchi
Le lacrime non sono degne di un principe che è stato detronizzato dall'ingiustizia.
Eppure, perché non riesce ad allontanarsi dal confortevole e sincero abbraccio di Macassar?
Gli occhi dell'uomo si riempiono di lacrime, mentre le sue mani sfiorano la schiena del piccolo principe. La domanda di Sandokan strazia il suo cuore.
Gli ricorda gli affetti da lui perduti in quell'immonda carneficina.
Ma non può negare la consolazione della speranza a quel bambino sofferente.
Sì, torneremo nel Kiltar. — mormora, mentre il palazzo in fiamme si allontana sempre più dalla loro vista.

   
 
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