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Autore: paiton    14/03/2022    1 recensioni
In una valle pacifica, Illigar è una città gestita da un governo di Nani e Stregoni. Re Garring, detto anche il Nobile, è benvoluto dai cittadini in quanto è sempre riuscito a mantenere la pace. La città sorge in una valle: a sud abbiamo il Mar Cristallo mentre a nord si ergono le montagne di Drekoik. Urum Voldran è un altra città della valle, famosa per il suo palio, governata da uno dei tanti cugini del Nobile Garring mentre Fordan è più lontana e separate dagli altri centri abitati da una foresta insidiosa e pericolosa. Tale foresta ha reso gli scambi commerciali fra le città sempre più difficoltosi tanto che negli ultimi anni i mercanti si sono limitati a scambiare solo beni molto rari e introvabili, quali erbe medicinali, oggetti magici e pietre preziose. L'avanzata della foresta e delle bestie selvatiche rende rischioso avventurarsi fino a Fordan e i cittadini, preferiscono di gran lunga vivere al sicuro nel proprio regno.
Il racconto continua nella sezione Fantasy "Il ritorno di Dhaitus parte II" e nella sezione Fantascienza "Alla ricerca di Dhaitus"
Benvenuta lettrice e benvenuto lettore!
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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Il Re scende lentamente dai gradini di marmo bianco, appoggiando prima la punta e poi il tacco del piede mentre la sua armatura aurea sferraglia ad ogni passo, fino a raggiungere la loro altezza con il viso;
Silenzio tombale nella sala reale, anche i due consiglieri stregoni attendono impazienti.
 
“Ebbene… cos’avete da raccontarmi?” chiede loro in maniera molto calma e pacata
 
Frittun fa un passo avanti inchinandosi, poi guarda il Nobile Garring e spiega “Chiediamo perdono Sire, ci deve essere un malinteso. Stavamo bevendo alla locanda di Giuseppe poi ci siamo risvegliati rinchiusi nell’isolata prigione in mezzo al Mar di Cristallo, è possibile che ci abbiano drogati… noi non sappiamo dove sia finita la sacra Ascia di Pratt” finito di parlare ritorna indietro, in riga con gli altri.
 
Lo sguardo del sovrano incrocia quello di Voltok, poi ruotando il capo a sinistra osserva Yugi che annuisce in risposta.
L’attesa si fa sempre più insopportabile per Darean che inizia a temere per la sua vita e per quella dei suoi amici. Trovarsi dentro al castello con tutte quegli individui così forti e pericolosi, la fa sentire impotente, una trappola senza via d’uscita; una voragine si sta aprendo nel suo petto, le fa male il cuore.
 
Il Re percepisce subito la sua insicurezza “Vuole aggiungere qualcosa signorina?”
 
In quel momento un corvo nero sorvola in diagonale la sala e va a posarsi sulla spalla di Iftikar.
 
Darean che ha seguito la traiettoria leggiadra del volatile risponde: “quell’uccello nero era con noi sull’isola, ci osservava!”
 
A quel punto sia il sovrano che il grasso stregone si voltano di scatto verso Iftikar sgranando gli occhi; quest’ultimo dopo aver urlato
“Maledettaaa!” con un odio intriso di malvagità, stringe il suo bastone, poi lo fa roteare fra le mani veloce e si crea una densa coltre di fumo tutt’intorno. I presenti rimangano sbigottiti, le guardie si avvicinano velocemente al Re mentre Yugi ha già puntato il suo scettro, la cui sfera apicale inizia a creare delle piccole venature azzurre, in direzione dell’altro stregone e urla: “E’ stato lui!”.
 
Piano piano la coltre di fumo inizia a disperdersi nell’aria e niente rimane, neppure il corvo, solamente spazio vuoto.
 
Il Nobile Garring chiama a raccolta i quattro generali, mentre le guardie cambiano formazione e cercano di origliare.
Nessuno ormai è più interessato ai prigionieri: Frittun continua ad osservare il saggio Yugi che scende le scale, fa molta fatica a muoversi… è obeso.
 
“Potremo provare a svignarcela adesso” consiglia Draco con un sussurro  
 
Darean è concentrata sull’ascolto “Sto origliando…” il suo padiglione auricolare sinistro si muove leggermente verso l’esterno del capo “il Re ha appena detto che nulla di buono si prospetta per la città… si stanno preparando…vogliono difendersi da un attacco”
 
“Ben appunto! Mi sembra che abbiano problemi più importanti da risolvere!” il draconide insiste nel convincere gli altri a fuggire, sa che da solo non riuscirà a scappare:
 
“Singolarmente non abbiamo speranze di lasciare il castello ma con un piano ben architettato possiamo farcela…”
 
In quel momento nota un bellissimo vaso d’oro, con incastonate pietre preziose; i suoi occhi si illuminano come due rubini e in men che non si dica ha già inserito il bottino dentro allo zaino, senza che nessuna guardia lo abbia notato.
 
“Ma sei totalmente cretino!?” Urla sottovoce Darean “Ci hanno appena scagionato… non siamo più i loro principali sospetti da tre secondi e gli hai già grattato l’argenteria!? Vuoi farci uccidere tutti o ancora peggio vuoi morire chiuso in quella fetida prigione sull’isola sperduta??!” furiosa, la ranger, infila le dita sottili che si muovono veloci dentro allo zaino di Draco fino ad afferrare il vaso dalle forme gentili… estraendolo rimane sbalordita per la precisione dell’artista che lo ha creato.
 
“Prendetevi pure quella reliquia come premio per la vostra fedeltà al Nobile Garring, al suo governo e a tutto il nostro amato Regno, nonché ai suoi premurosi abitanti, certamente!” li interrompe Yugi osservandoli da sotto le sopracciglia “siamo costretti a reclutare tutti gli abitanti in forze…  la nostra città è in pericolo…”
 
Dopo un attimo in cui si tocca la fronte con rammarico continua a parlare: “Le spie ci hanno informato di un complotto ai danni del Re, ma non siamo riusciti a trovare abbastanza informazioni a riguardo… da tempo non ci fidiamo più di Iftikar, lui aveva tentato di infangare anche il mio nome tanto che sua maestà aveva iniziato a temere chiunque! Finalmente si è rivelata l’identità del traditore e pensiamo che anche Maverik sia in combutta… non torna in città da settimane.”
 
Guardando Darean con aria orgogliosa afferma: “Voi avete dimostrato di essere coraggiosi! Iftikar è potente e avrebbe potuto uccidervi per molto meno… vi siete fatti un nemico potente e adesso avete bisogno della mia protezione. La guerra si avvicina ogni minuto di più!” Alza le mani al cielo: il semplice saio sale in alto lasciando le calzature di cuoio dello stregone scoperte e visibili. Un’aurea di polvere di stelle scende dall’alto e ricopre Frittun, Darean, Draco e Bran. Loro si sentono subito rinvigoriti e rinforzati.
 
“Vi abbiamo assegnato al generale Voltok che ormai vi conosce bene! Non deludetelo, mi raccomando.”
 
Yugi si avvicina, camminando molto lentamente verso il consiglio, volta loro le spalle e si allontana.
“Possiamo uscire dal castello adesso?” chiede Draco mentre i suoi amici restano attoniti.
 
“Siete liberi” sancisce il grasso stregone mentre alza un braccio al cielo “Ma quando udirete le trombe affrettatevi a ritornare qui al castello armati”.
 
Appena lo stregone smette di parlare, una guardia del Re si palesa davanti a loro con un mazzo di chiavi e senza spiccicar parola li libera dalle catene.
 
Sulla via ciottolata del ritorno camminano tra edifici edificati decenni prima, muri di dura e grigia roccia “Siamo ancora in tempo per fuggire dalla città prima che accada il peggio… le guerre sono sempre sbagliate quando gli interessi in gioco non ci riguardano direttamente”
 
“Draco… questa faccenda ci riguarda direttamente e le battaglie sono sempre sbagliate… abbiamo fatto incazzare uno degli stregoni più potenti del continente che, al momento, ci vuole uccidere” sottolinea Frittun
 
“Io non ho fatto la spia, e stata Darean a svelare l’inghippo”
 
Bran cerca di far ragionare il draconide: “Abbiamo svelato la sua identità, e questo è stato un bel punto a nostro favore. Ci hanno lasciato addirittura quel costosissimo vaso come pegno per il nostro contributo! È la nostra occasione per riscattarci, non possiamo buttarla al vento! Non capita a tutti di avere così tanta fortuna.”
 
“Quale fortuna? Quella di morire per la loro battaglia? Chissà cosa c’è sotto… Ma se ci hanno imprigionati ingiustamente e abbiamo anche rischiato di prenderci delle asciate! Vi siete già dimenticati del blob che ci voleva digerire!? Mi sembra il minimo che ci abbiamo lasciato questo piccolo e prezioso trofeo! Potrei rivenderlo per due o trecento ori al massimo…”
 
Darean vuole tentare di convincerlo in tutti i modi, sarebbe un grosso rischio anche per Draco non favorire dell’aiuto di Yugi, e si sente colpevole di averli messi tutti nei guai.
 
“Fai pure come vuoi, se hai paura ti capisco… il nostro territorio non vede guerre da due generazioni, è ammissibile che tu abbia paura” ribatte Darean con un sorrisetto dipinto sul viso.
 
“Non è questione di coraggio… semplicemente non voglio intromettermi in una battaglia… cosa ci guadagno? Non ho nessuno da proteggere qui… la mia famiglia è al sicuro sulle montagne”
 
“Potresti proteggere me, non mi posso tirare indietro” dopo l’ultima affermazione lei corre in avanti veloce per raggiungere il monaco ed il guerriero; loro tre hanno appena attraversato la grande porta scavata nella pietra che antecede la piazza principale: le persone ignare camminano da una parte all’altra per fare compere, c’è chi è in viaggio per lavoro e chi si reca all’osteria a pranzare, c’è chi ha appena ritirato il suo nuovo arco da caccia ma un’immagine sovrasta tutto il resto, quella di Barum il Bardo.
 
Un grande drappo raffinato, tessuto a mano che raffigura il cantante all’opera con il suo dulcimer, è affisso su una grande parete; sullo sfondo una pianta rampicante di glicine con bei fiori lilla.
 
Draco è rimasto indietro, pietrificato dalle parole proferite dall'amica; a questo punto non è più solo un’amica e tra sé e sé si sta chiedendo cosa potrebbe trovare di tanto interessante in lui…
 
“Vado a comprare delle pozioni, avete bisogno di qualcosa?” Chiede Frittun agli altri due “Ma Draco dov’è finito?”
 
“Un elisir di vitalità per me” chiede Bran porgendogli il denaro
 
“Ho già tutto quello che mi serve” risponde la donzella “grazie mille”
 
Mentre il monaco si allontana urla “Ci ritroviamo qui tra mezz’ora al massimo!”
 
“Volo a cercare qualche freccia dalla punta perforante o qualcos’altro di magico se lo trovo, arrivo subito!” Darean invece vuole correre dall’arciere.
 
Dopo qualche secondo “Ben arrivato Draco! Stavi lottando con Maverik il malvagio? Gli altri sono a far rifornimento per la battaglia.”
 
Visibilmente sovrappensiero, sguardo assente “Mi ero fermato a cercare acquirenti per il vaso da vendere…”
 
“O certo! Bella mossa! E hai trovato qualcuno interessato?”
 
“Macché… Hei! Ma quello lì che dorme sulla panchina dell’osteria non è Barum il Bardo?!” e indica un personaggio con vesti pregiate, schiena appoggiata sulla panca, arti a penzoloni sui lati e testa piegata all’indietro. “Sta russando forte è! Guarda come si vede bene l’ugola! Nell’effige dovevano mettere la vite coi grappoli, altro che il glicine!”
 
“Portiamolo a casa. Oggi dev’essere il nostro giorno fortunato, che onore aiutare un così famoso e talentuoso artista di strada”
 
Bran e Draco hanno appena rimesso a letto il bardo, sentono le trombe suonare e si guardano sbalorditi “Non so se sono psicologicamente pronto” dice il primo
“Non possiamo mica abbandonare Frittun e Darean”.
   
 
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