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Autore: paiton    04/02/2022    1 recensioni
In una valle pacifica, Illigar è una città gestita da un governo di Nani e Stregoni. Re Garring, detto anche il Nobile, è benvoluto dai cittadini in quanto è sempre riuscito a mantenere la pace. La città sorge in una valle: a sud abbiamo il Mar Cristallo mentre a nord si ergono le montagne di Drekoik. Urum Voldran è un altra città della valle, famosa per il suo palio, governata da uno dei tanti cugini del Nobile Garring mentre Fordan è più lontana e separate dagli altri centri abitati da una foresta insidiosa e pericolosa. Tale foresta ha reso gli scambi commerciali fra le città sempre più difficoltosi tanto che negli ultimi anni i mercanti si sono limitati a scambiare solo beni molto rari e introvabili, quali erbe medicinali, oggetti magici e pietre preziose. L'avanzata della foresta e delle bestie selvatiche rende rischioso avventurarsi fino a Fordan e i cittadini, preferiscono di gran lunga vivere al sicuro nel proprio regno.
Il racconto continua nella sezione Fantasy "Il ritorno di Dhaitus parte II" e nella sezione Fantascienza "Alla ricerca di Dhaitus"
Benvenuta lettrice e benvenuto lettore!
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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Dopo circa quattro ore Draco sveglia i due belli addormentati, il Sole è già uscito dal mare ed i suoi raggi iniziano a scaldare i fuggitivi.
 
“È ora di dare il vostro contributo all’attraversata!” Il mare odora di purezza, non si può dire la stessa cosa della gamba di Frittun che invece puzza di fogna a cielo aperto; tuttavia l’aria è satura di ossigeno e un branco di pesci argentati guizzano felici fuori dall’acqua.
 
Bran si sveglia subito attivo, ha ripreso le energie e inizia a rovistare nel suo grande zaino da cui estrae un abito variopinto. Non spiccica parola proprio come colui che si è appena svegliato ma si sente un genio: forse stava pensando alla sua veste anche in sogno. Si toglie gli spallacci dell’armatura e indossa una camicia d’orata decorata da un ricco jabot verde smeraldo e polsini entrambi di pizzo, poi si lega una fascia violetto ornata di merletto che ricade fluente sul petto.
 
Mentre finisce di sistemarsi i calzoni di colore rosso acceso e di agganciare allo zaino tutti i pezzi dell’armatura, gli altri tre lo guardano stupefatti, ammutoliti, soprattutto Darean che dopo essersi lavata la faccia a piene mani con l’acqua salata inizia a schiaffeggiarsi per vedere se sta ancora dormendo.
 
“Così, quando ci vedranno da lontano non ci riconosceranno” Spiega soddisfatto Bran impettito cercando lo sguardo dei compagni “e anche se ci avvisteranno ci lasceranno in pace! Sembriamo dei cantastorie!”
 
Appena finisce di parlare, orgoglioso della sua idea ode le canzonatorie parole di Draco “Non condividerò il viaggio con esseri vestiti in questa maniera allucinante!”
 
“Fidati di me, mi ringrazierai presto. Le più grandi idee non sono state comprese nell’anno in cui sono emerse dalla mente degli uomini”
 
“Spero vivamente che quei colori sgargianti non attirino i pirati, se mi arrivano delle frecce addosso, per prima cosa ti butto in mare…” dopo la sua dichiarazione Draco si appoggia sul fianco, per coprire le sue spesse palpebre squamate dalla fastidiosa luce del sole mentre la barchetta ondeggia a destra e a sinistra cullata dalle onde. Frittun inarca un sopracciglio vedendolo così conciato, poi si corica pancia all’aria e si stende un piccolo asciugamano da viaggio sulla testa.
 
“Io dormo, non svegliatemi per almeno quattro ore”
 
Darean, ancora pietrificata nei movimenti, prova a parlare “Ee… nel malaugurato caso di un attacco… tu non hai l’armatura… sei vulnerabile!”
 
“Ma chi vuoi che ci attacchi! Siamo senza soldi e non trasportiamo oggetti di valore… Tranquilla… non ci sono pericoli… Riusciamo a vedere fino all’orizzonte, avremo il tempo di prepararci in caso di necessità.”
 
I due iniziano a remare e la vista affinata della mezzelfa scorge la terraferma, in lontananza, attraverso la foschia mattutina.
 
 
Voltock è appena partito assieme a due arcieri e tre guardie del re con tutta la ciurma; le vele sono state spiegate a dovere per raccogliere il poco vento che soffia sulla costa.
“Ci metteremo quattro ore di questo passo…” Sbofonchia il generale del Nobile Garring parlando col capitano della nave.
 
“Le do ragione signore, il vento è molto debole. Questo è un fattore positivo, significa mare calmo” Risponde a tono lui.
 
Accarezzando la sua folta barbona nera “Sarò sincero con te, non penso che siano stati quei quattro beoni… la gattabuia avrà fatto il suo sporco mestiere, sicuramente si saranno impauriti… se non ci diranno la verità possiamo sempre farli passare sotto l’ala del saggio Yugi. Saprà cavagli fuori qualche verità con le sue pozioni…”
 
Il capitano ha un aspetto pensieroso: “Li avete rinchiusi senza essere sicuri che siano effettivamente stati loro?”
 
“Per questioni di grande importanza come questa non si può lasciar nulla al caso. Non abbiamo trovato né prove che siano stati loro né possibili collaboratori, nessuna traccia… o sono dei veri professionisti…” il suo sguardo incrocia quello del timoniere “ma non mi sembra davvero…”
 
La truppa continua a navigare sul grande veliero in un mare piatto finché si ode forte e chiara la voce della vedetta
“C’è una piccola barca che si muove in direzione della costa! Due rematori, uno dei quali non sembra delle nostre terre!”
 
“Scendi da lì sopra e fammi vedere con il cannocchiale!” Ordina tempestivo il comandante. Il nano si cala veloce giù per le corde e porge il dispositivo ottico a Voltock.
 
“Ha ha ha! Ma che abito strabiliante! Raggiungiamoli capitano, è solo una piccolissima deviazione che non farà perdere troppo tempo”
 
“Certamente generale, ai suoi ordini!”
 
Il veliero inizia a virare in direzione della piccola barchetta a remi che tenta di allontanarsi.
 
 
 
“Contro il veliero siamo spacciati, è inutile dirlo. Dobbiamo arrenderci e sperare che la mia tattica funzioni” Constata Bran.
 
Darean inizia a sbattere il remo per svegliare gli altri due: “Sembra che la nave dell’esercito di Garring stia venendo dalla nostra parte, fuggire è impossibile…”
 
La grande barca affianca la bagnarola avanzando molto lentamente; il generale impettito risalta rispetto al resto della truppa, il suo sguardo è tagliente, la sua armatura argentata e lucida. Bran non da loro il tempo di parlare e intona: “Da terre lontane noi vienam per cantar le istoire! …”
 
“Bel tentativo Bran Latewind” Lo blocca istantaneamente il generale Voltock “Sotto i miei ordini hanno portato te ed i tuoi compagni di bevute a riflettere nelle prigioni isolate di Garrisland. Non so come abbiate fatto a fuggire ma sicuramente vi ho sottovalutati! Prendeteli!” Urla ai suoi uomini.
 
Mentre le guardie scendono in mare con una delle scialuppe di salvataggio Draco applaude assonnato “Complimenti per la tua idea geniale”
 
Le tre guardie legano le mani ai prigionieri e li fanno sedere su di una panchina di legno.
“E adesso raccontatemi come mai vagate per il Mar di Cristallo! Voglio sapere tutto per filo e per segno!” Ordina Voltock con gli occhi che sprizzano fiamme di rabbia “Cos’avete fatto alle mie guardie!? Sapete che Grullo è uno dei tanti cugini del Re vero!?”
  
 
Dal porto vengono stipati come sardine su di una piccola e scomoda carrozza di legno, con finiture spartane; il cocchiere li trasporta per la strada principale che taglia a metà la città di Illigar, sono scortati da guardie reali e arcieri elfici che li affiancano trottando a cavallo. Passano prima per la via sabbiosa sulla costa, poi per i campi dorati di mais, fino ad arrivare dentro le mura della città.
 
Tutti i passanti si bloccano alla vista di quello schieramento di soldati armati e borbottano fra loro.
 
Entrati nelle mura del castello il cocchiere ferma i cavalli ed i quattro ladri vengono obbligati a seguire, con passo svelto, il lungo corridoio all’interno della fortezza reale; le pareti laterali sono di pietra grezza e tante fiaccole accese illuminano ora i dipinti degli avi barbuti in posa, ora lo stemma della casata (tale simbolo rappresenta una possente ascia che taglia in due parti uguali un’incudine; il significato di questo simbolo, tuttavia, è narrato in un'altra storia e sarà raccontato un'altra volta)  
 
“Che belle colonne di marmo, guarda le venature violetto” sussurra Darean dopo essere entrata per il grande portone massiccio che chiude la sala reale.
 
Passano in mezzo a due righe di guardie, sono almeno venti per parte, tutte in possesso di un’ascia e una lucida armatura, immobili sull’attenti e in attesa di ordini.
 
“Avrei apprezzato di più la struttura architettonica e le finiture se ci trovassimo in una posizione migliore della nostra” sdrammatizza Draco con un filo di voce
 
“Silenzio!!” Urla Voltock girandosi indietro
 
Il Re stava discutendo con Iftikar, uno stregone molto alto e slanciato, quasi scheletrico, che indossa sempre una tunica viola e stirata con un grande cappuccio e  Yugi, basso ma imponente, che porta vesti apparentemente povere di colore marroncino chiaro, i suoi occhi sono coperti dagli zigomi cicciosi e dal sopracciglio cadente, capelli bianchi e spettinati. La voce cattiva del generale fa spostare la sua attenzione su Bran Latewind, Darean, Tolmek Frittun e Draco Ringoon.
 
Garring li pietrifica con lo sguardo dall’alto della scalinata, uno per uno, la sua armatura è d’oro lucente, il suo carisma si percepisce dal silenzio che si è appena creato nella sala.
   
 
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