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Autore: Clodie Swan    16/03/2022    3 recensioni
Nel Regno di Oshiria una misteriosa entità nota come La Dama del Vento, miete vittime diffondendo il terrore. L'Accademia di Magia, su richiesta della Regina Deme, invia il suo mago più potente per combattere tale minaccia.
..."Sheeran rimase immobile per mantenere saldo l'incantesimo e sentì i brividi gelidi lungo la schiena quando delle dita scheletriche spuntarono davanti al suo viso come per ghermirlo. Il ragazzo trattenne il fiato mentre le dita gli sfiorarono con delicatezza il volto in una carezza gelida. La figura spettrale si ritrasse, si allontanò oltre il muro di nebbia e scomparve."
Ispirata al contest “La Dama del vento” indetto da Spettro94 sul forum di EFP.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2

La casa sull'albero

 

 

Karis non dovette fare molta strada. Sapeva già dove poteva essersi nascosto Sheeran.

Si fermò sotto un albero massiccio e dalla chioma più folta degli altri e dopo aver raccolto una ghianda, la lanciò in mezzo ai rami. La ghianda rimbalzò contro una superficie di legno facendo aprire un pannello. Karis si ritrovò tra le mani una scaletta di corda e cominciò a salire agilmente fino a ritrovarsi dentro una casetta di legno. Come aveva previsto, Sheeran era lì dentro sdraiato in terra a guardare il soffitto. Si era tolto il mantello e lo aveva arrotolato per usarlo come cuscino sotto la testa.

“Questa casa comincia a starti stretta di spalle.” disse la ragazza appoggiandosi con i gomiti all'estremità della botola.

Il ragazzo si girò a guardarla e le sorrise.

“Ammetto che non è stata una bella mossa scomparire all'improvviso davanti ai soldati del re” cominciò il giovane “Ma non mi è mai piaciuta la parola costringere.”

“Deve essere qualcosa di grave.” osservò Karis “Il capitano ha una lettera di Volkan per te.”

“Volkan?” Sheeran si mise a sedere e cominciò a riflettere. “Ma cosa possono volere da me? Io non ho alcuna esperienza.”

“Ma sai tante cose! Hai avuto il massimo dei voti all'Accademia.”

“Non ricordo di avertelo mai detto.” si schermì Sheeran.

“Ma io so che l'hai avuto, vero?”

Sheeran ridacchiò chinandosi verso di lei. “Può darsi.”

“Non mi aspettavo che quel mondo mi raggiungesse qui, Karis.”continuò facendosi serio. “Avevo bisogno di tempo, per riflettere. Non so ancora cosa voglio fare, chi sono veramente.”

Karis si sporse verso di lui e gli accarezzo la guancia. “Io so chi sei.”

Il ragazzo chiuse gli occhi e si appoggiò contro la mano di lei.

“Sheeran...” mormorò Karis dopo un attimo di silenzio.

Il giovane aprì gli occhi e sospirò. “No, Karis. Non possiamo. Ricordi cosa ha detto tuo padre? Preferisco che restiate amici ad una certa distanza. Anche se ci sono dei sentimenti...è impossibile.”

Karis tentò di protestare ma vi rinunciò. Ne avevano già discusso abbastanza.

“E poi tu hai già un pretendente.” aggiunse Sheeran con un sorriso amaro.

Karis s'infuriò. “Non ho avuto nessuna proposta ufficiale! Mio padre e Stryder hanno solo parlato. Tutto qui.”

“Quando i genitori parlano è per un motivo.” ribatté Sheeran “Ivan non è così male. Meglio dei suoi genitori, di certo. Ed è innamorato cotto di te.”

Karis salì gli ultimi gradini fino ad avvicinare il viso contro quello di lui.

“Ma non è di lui che io sono innamorata.” bisbigliò arrotolandosi tra le dita uno dei suoi riccioli.

Sheeran chiuse gli occhi e sospirò. Il suo respiro le scaldò il viso mentre posava la fronte sopra quella di lui.

Sheeran fu il primo a ritrarsi. “Non voglio illuderti. Non possiamo avere un futuro insieme.”

“Ma sei appena stato convocato dal re!” disse Karis fiduciosa “Deve pur contare qualcosa! Potresti diventare una persona importante. Mio padre potrebbe cambiare idea.”

Sheeran scosse tristemente la testa. “Sai come la penso su queste cose, comunque non cambierebbe nulla. Anche se il re mi coprisse d'oro, alla gente non importerebbe. Ai loro occhi resterei sempre un mago. Non potrei mai darti quello che desideri, Karis.”

“Non è vero.” protestò la ragazza anche se in fondo sapeva che aveva ragione. Lo aveva visto lei stessa fin da quando Sheeran era un bambino e conosceva i discorsi della gente.

I maghi erano temuti e a volete rispettati, ma erano tenuti ad una certa distanza di sicurezza dagli umani. Non si era mai sentito di maghi che avessero sposato delle umane. Era proibito. Si diceva anche che per loro il tempo non scorresse come gli umani: Sheeran sarebbe rimasto per sempre giovane o avrebbe vissuto per centinaia di anni.

“Cosa accadrebbe se tu non andassi con gli uomini del re?” chiese Karis cambiando argomento. “Credi che passeremmo dei guai?”

Sheeran si rianimò felice di parlare d'altro. “Non lo permetterei. Andrò a farci due chiacchiere e leggerò quello che mi ha mandato a dire Volkan. Forse riesco a convincerli a lasciarmi in pace.”

“Secondo te perché sono qui?”

“Non lo so, ma non credo sia nulla di buono.” lo sguardo di Sheeran si fece cupo. Ho un brutto presentimento.”

 

***

Quando Sheeran fece ritorno alla fattoria trovò i soldati intenti a rifocillare i cavalli con della biada che Ioan aveva premurosamente offerto loro. Il capitano era seduto sotto un albero servendosi da un vassoio di cibo che Lindis stava facendo girare tra quegli ospiti inattesi. Maties stava chiacchierando a tutto spiano saltellando e gesticolando come il suo solito, eppure il cavaliere non sembrava infastidito dalla vivacità del bambino, semmai il contrario. Lo ascoltava divertito, mentre consumava il suo pasto, rideva dei suoi piccoli aneddoti e rispondeva con pazienza alle sue domande.

Aveva un aspetto molto più rilassato, si era tolto perfino l'elmo e aveva abbassato il cappuccio di maglia dando a Sheeran la possibilità di studiarne meglio il volto. Era un uomo su trenta, trentacinque anni al massimo, alto e vigoroso come si addiceva ad un soldato. Aveva dei grandi occhi azzurri, delle labbra morbide, una carnagione chiara leggermente colorita dal sole, segnata da piccole cicatrici.

Quando sorrideva al bambino gli si formavano delle piccole rughe d'espressione intorno agli occhi e il suo viso s'illuminava. Eppure Sheeran poteva intravedere un velo di tristezza nel suo sguardo, appena percettibile.

Percorse gli ultimi passi insieme a Karis, finché l'uomo si accorse di lui e si alzò andandogli incontro con le braccia dietro la schiena, rivolgendogli un sorriso divertito.

Sheeran notò che zoppicava leggermente alla gamba sinistra ma lo mascherava molto bene.

“Nobile mago” esordì il capitano compiaciuto “Vedo che avete finalmente deciso di onorarci con la Vostra presenza. Credete che potremo parlare adesso, o sono previsti altri numeri di sparizioni?”

Sheeran arrossì leggermente. “Vi chiedo scusa per prima, ma mi avevate colto alla sprovvista.”

Karis raccolse il vassoio vuoto e facendosi accompagnare dal fratellino li lasciò soli. Non prima di aver rivolto a Sheeran un sorriso di incoraggiamento.

“Vediamo di presentarci come si deve adesso.” propose il capitano. “Sono Sir Herrol Goldmind, figlio del Conte di Stonehewer. Capitano nell'esercito reale di Re Rohwen I di Oshiria.”

“Io sono Sheeran.” rispose semplicemente il ragazzo. “Nessun nobile mago, niente titoli, niente voi.”

L'uomo lo accontentò senza protestare “Come vuoi, figliolo. La questione è urgente, Sheeran: il regno ha bisogno di aiuto e l'Arcimago Volkan ha indicato te come la persona adatta a quest'incarico.” Concluse la frase porgendogli una pergamena arrotolata chiusa con con un prezioso sigillo rosso.

Sheeran la prese tra le mani riconoscendo lo stemma dell'Accademia: il drago che sputava fuoco sullo sfondo di una A ed una M maiuscole. L'Accademia di Magia. Sheeran passò delicatamente un dito sopra il sigillo che si dissolse e scomparve al suo tocco, sotto lo sguardo stupito di Goldmind. Sheeran non perse tempo a dargli spiegazioni e lesse in fretta quanto gli aveva mandato il suo maestro.

“La Dama del Vento?” chiese subito dopo guardando incredulo Goldmind. Ne aveva sentito parlare ma non aveva ancora compreso la vastità di tale fenomeno.

“Miete sempre più vittime, in ogni parte del regno. Nessuno riesce a comprendere cosa sia questa misteriosa entità, né come fermarla. Nemmeno l'Accademia ha saputo darci una risposta. “

Sheeran cominciò a tremare sconvolto.“Ma deve esserci un errore! Io mi sono diplomato un anno fa! Non ho alcuna esperienza sul campo. Non so niente di questa Dama. Se nemmeno Volkan sa cosa fare come potrei riuscirci io?”

Goldmind aggrottò le sopracciglia “Non vi da nessuna indicazione nella sua missiva?”

“Non capisco!” balbettò il ragazzo mostrando la pergamena “Dice che sono l'unico che può fermarla, ma non mi dice come! Che cosa dovrei fare?”

“Cerca di calmarti adesso, figliolo.” intervenne Goldmind. “Potresti cominciare a fidarti del tuo maestro. Sono stato anch'io un giovane alla sua prima missione e successivamente ho mandato anch'io dei giovani a combattere. Se è arrivato il momento e chi ti ha addestrato ti dice che sei pronto, allora sei pronto. Affila le armi e fai quello che ti è stato insegnato.”

Sheeran lo guardò perplesso. “Non sono esattamente un soldato.”

Goldmind gli sorrise. “A modo tuo sì, lo sei, mio caro.”

Sheeran si mise a riflettere per qualche secondo. “Se mi rifiutassi di venire con voi, gli Handers passerebbero dei guai?”

Goldmind si passò una mano nei capelli. “Disubbidire ad un ordine del re non è mai una buona idea. Intendiamoci: io non farei mai del male a questa famiglia. Ma potrebbero mandare qualcun altro...”

Sheeran annuì e poi espose la sua decisione. “Va bene. Verrò con voi nella capitale. Mi porterete prima all'Accademia e mi lascerete parlare con l'Arcimago Volkan. Lui saprà cosa fare. Chiariremo questo malinteso e manderà qualcun altro. “

Goldmind lo fissò dubbioso ma approvò la decisione. “L'Accademia è di strada, non ho nulla in contrario a fare tappa lì. Trovo anch'io una buona idea che tu parli con il tuo maestro. Se ci mettiamo in viaggio subito, arriveremo a Victra entro domani sera. ”

Sheeran guardò verso la fattoria e con una fitta di dolore si arrese alla partenza.

“Prendo le mie cose.”

***

 

Un cambio d'abito, un libro d'incantesimi, erbe e spezie per le pozioni, un cavallino intagliato che gli aveva regalato Maties ed un fazzoletto su cui Karis aveva ricamato per lui dei fiorellini blu. Mise tutto nella sacca e se la issò sulla spalla.

Quando uscì dal granaio trovò Goldmind e Ioan intenti a discutere sulle provviste per il viaggio: il fattore insisteva per regalargli qualcosa mentre il capitano era deciso a pagare. Alla fine la spuntò quest'ultimo adducendo il fatto che il re aveva fornito loro il denaro per rifornire le loro scorte ed era certo che non avrebbero potuto trovare prodotti migliori. A quel punto Ioan e sua moglie avevano ceduto senza troppe difficoltà.

“Abbiate cura del ragazzo, milord. E´ un bravo figliolo.” si raccomandò Ioan con il cappello in mano in segno di riverenza.

Goldmind gli sorrise con calore “Ne sono sicuro. Lo scorterò al palazzo reale sano e salvo, ve lo prometto.”

Sheeran ascoltò sorpreso. Non aveva mai sentito nessuno, tanto meno un cavaliere di alto rango, parlare con loro con tanto riguardo.

Si fece avanti per ricevere l'abbraccio commosso di Lindis, accompagnato da lacrime.

“Mangia, mi raccomando.” disse Lindis trattenendo un singhiozzo. “E appena puoi scrivi. Ce la faremo leggere dal prete.”

Sheeran si addolcì. “I ragazzo ormai sanno leggere.” le ricordò accennando col capo a Maties e Karis.

“Me ne dimentico sempre!” esclamò la donna commossa “Sei stato un bravo maestro e hai lavorato tanto.”

Ioan lo abbracciò. “Qui sarai sempre il benvenuto. Grazie di tutto quello che hai fatto per noi.”

“Grazie a voi di avermi ospitato.” rispose Sheeran

Quando il fattore lo ebbe lasciato andare, Sheeran si rivolse verso Karis che attendeva in disparte con le mani appoggiate sulle spalle del fratellino.

“Cercherò di tornare presto.” esordì confuso. Non sapeva bene come comportarsi. Di certo non poteva abbracciarla o stringerle la mano davanti ai genitori di lei.

“Forse riuscirò a tornare per la festa del raccolto. “ le disse cercando un modo per rallegrarla.

“Certo che tornerai: hai promesso di ballare con me.” disse per tutta risposta Karis.

Gli adulti ridacchiarono mentre Sheeran arrossì.

“Non sono un bravo ballerino, ma farò del mio meglio.”le disse solennemente.

“Io so che puoi farcela.” rispose lei semplicemente. Sheeran non capì bene se si riferisse al suo ritorno o alla missione affidatagli. Karis aveva lo sguardo triste ma gli stava sorridendo serena.

“Sheeran” chiese Maties impaziente. “Devi andare lontano?'”

“Si, amico mio, devo.” rispose Sheeran inginocchiandosi.

“Come il semino?”

“Già.”

Maties era un bambino sveglio e intelligente, Sheeran sapeva che sarebbe voluto andare con lui.

“Prometto che ti racconterò ogni cosa al mio ritorno. E ti porterò un regalo.”

Il bambino gli dedicò il suo sorriso sdentato più raggiante e lo abbracciò.

Poi Maties si rivolse al capitano. “Da grande voglio diventare anche io un cavaliere.”

Goldmind prese il suo elmo e glielo calò sulla testa. Al bambino stava talmente grande che gli copriva tutta la testa fino al collo. La sua risatina risuonò dentro l'elmo.

“Avrei proprio bisogno di uno come te.” disse Goldmind. “Preparatevi signori, avrete concorrenza.” Gli uomini del drappello, già in sella pronti a partire ridacchiarono. “Quando avrai l'età giusta ne riparleremo con tuo padre.”

Il capitano si infilò l'elmo e dopo aver salutato di nuovo la famiglia Handers, montò agilmente sul suo destriero, un magnifico frisone dal mantello lucido di colore grigio. Sheeran ricordava di averne visti diversi all'Accademia, quando venivano in visita delle personalità. Gli uomini della scorta invece montavano dei comuni palafreni.

“Hai un cavallo, figliolo?” chiese il capitano rivolgendosi a Sheeran.

“No, non ce l'ho.”ammise il giovane. Gli Handers ne avevano solo uno che serviva a trainare il carro o l'aratro e non glielo avrebbe certo portato via.

Goldmind non si scompose. “Sali in sella dietro di me. Te ne procureremo uno.”

Sheeran non aveva molta esperienza con i cavalli, aveva sempre viaggiato a piedi, qualche volta aveva guidato il carretto quando ce ne era bisogno. Ma grazie all'aiuto del capitano che gli afferrò il braccio, tenendolo saldo, riuscì a issarsi in groppa al magnifico destriero.

“A presto.” disse rivolto un ultima volta alle persone che nell'ultimo anno gli avevano fatto provare cosa significasse sentirsi a casa. Il cavallo cominciò ad avanzare seguito dagli altri cavalieri e prese la strada di uscita dalla fattoria.

“A presto, Sheeran, porta tanto frutto!” gli gridò dietro Maties con entusiasmo che nel frattempo era salito in braccio al padre per guardarlo meglio mentre si allontanava.

Come il semino. Sheeran, commosso, sorrise un'ultima volta al bambino salutandolo con la mano, e si affrettava ad asciugare una lacrima che all'improvviso gli stava rigando la guancia.

  
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