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Autore: postumana    18/03/2022    1 recensioni
Un giovane amore diviso che cresce e si consuma nella stellare atmosfera delle Cascate di Cosma, dove gli amanti cercano rifugio dalla terribile minaccia dei Corpi Bianchi.
"Untitled - Cosma" è un racconto breve che sto pubblicando anche su Wattpad; qua riunisco i capitoli già usciti, raggruppandoli secondo la suddivisione originale per offrire una lettura più scorrevole.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il caffellatte; Alma andava matta per il caffellatte. Appena sveglia, a metà pomeriggio, la sera prima di andare a letto… Lo avrebbe bevuto ad ogni ora. Amava il tepore della tazza e il sapore dolce e vischioso che rimaneva sul palato. Meglio ancora con un po’ di miele. Se in casa, poi, c’era anche qualche biscotto, magari appena sfornato dalla nonna, ecco, non poteva proprio controllarsi: doveva per forza correre nella cucina dalle finestre piccole e mettere un pentolino a scaldare sui fornelli in penombra.
Perché ci pensava adesso? Non era una riflessione concreta, un’analogia formulata con parole reali. Era che avere Ivo vicino era come tornare a casa e sentire la fragranza di cannella dei biscotti, ed era che più toccava il suo corpo e più assaggiava la bocca morbida, la lingua impalpabile, più cresceva la voglia di continuare, e di spingersi ancora un po’ più in là.
La frenava ancora una certa reticenza, sempre più simile a un fastidio irrazionale che a una vera preoccupazione. Blocco dopo blocco, però, Ivo l’aiutava a smontare i suoi muri di soggezione, e Alma stava adorante ad osservarli crollare. Erano sempre le Cascate di Cosma ad accompagnare i loro passi, quando giù in paese fingevano a malapena di riconoscersi tra la folla. Nel mondo comune di passi veloci e di gente divisa, la consapevolezza del pericolo superava di gran lunga il desiderio. I Corpi Bianchi captavano la felicità con precisione militare; nessuno dei due voleva essere toccato, né avrebbe sopportato di vedere le algide membra calare sull’altro col loro dono ferale.
Sentivano, invece, che l’acqua stellare delle cascate li proteggeva, come tutti quelli che vi cercavano rifugio. Non c’era sollievo più grande di quella fragile, temporanea illusione di salvezza.
Tanto grande che, un passo dopo l’altro, in una splendida notte Alma era riuscita a spogliarsi. L’attesa di quel momento – che pure doveva arrivare – era stata ansiosa. Gli indumenti sparivano a poco a poco. Gli occhi degli amanti, se capitava che si soffermassero, lo facevano col massimo rispetto, quasi con reverenza, come se lei fosse un’antica statua in un museo. Quelli di Ivo, invece, s’illuminavano come tempeste d’estate, ed erano contenti di ogni nuova scoperta, mai impazienti, mai frenetici, progressi come spettacoli della natura.
Sotto tutti quegli occhi, la vergogna si ridimensionava, rimpiccioliva ancora, c’era e taceva sotto il bisogno incalzante di sentire le tracce bollenti che le dita di Ivo lasciavano sulla sua pelle.
Tremava, Alma. Aveva imparato tutto dell’amore, alle Cascate, guardando coloro che già lo conoscevano e ascoltando la voce di Ivo col cuore che batteva di vita e di eccitazione. C’erano cose che non capiva, che da sola non avrebbe mai potuto figurarsi, e altre che a tratti riportavano a galla insicurezza sopite che doveva sforzarsi di ricacciare indietro. Con Ivo, ognuna di quelle cose diventava un formidabile atto sacro che Alma avrebbe ripetuto per millenni, trascendendo il ricevere, facendosi dono lei stessa, celebrando la vita che s’imponeva in due emanazioni che diventavano una…
E capiva perché tutti i grandi, in paese, sembravano tristi e tenevano sempre gli occhi bassi. Se le Cascate di Cosma avessero liberato l’essenziale di vita che custodivano, nessuno avrebbe mai potuto sfuggire ai Corpi Bianchi.
Mancava solo una cosa da fare. Ivo le aveva assicurato che non era importante, che l’avrebbe aspettata per tutto il tempo necessario. Ma era importante, no? Anche se lui non lo diceva, era il fulcro di tutto quanto, dell’esistenza stessa, se da un istante all’altro si poteva consumare in un fiotto improvviso di tenebra.
Alma lo desiderava. Ormai voleva aprire quell’ultima porta; un’altra volta, l’aveva trattenuta la paura. Non di sbagliare, non del rifiuto. Temeva soltanto, con tutto quel che aveva vissuto finora, che sarebbe stato troppo; di non essere capace di reggere tanto.
La mano di Ivo si ritrasse, andò a bagnare la coscia di Alma. Un brivido di meraviglia le percorse la schiena esposta.
«Va tutto bene?» ansimò Ivo preoccupato. «Vuoi andare via?»
Gli occhi di lei si riempirono d’allarme.
«Ti prego» sussurrò, aggrappandosi senza fiato alle sue dita. «No
 Le cascate scrosciavano luce. Le orecchie di Alma erano piene del loro frastuono, cento volte più sensibili ai rumori per il portentoso effetto di un cuore vicino all’esplosione. Aveva molto caldo, ma il pensiero di allontanarsi da Ivo per cercare un po’ di sollievo non la sfiorò mai.
Guardandola, il turbamento del ragazzo a poco a poco si disfece, le palpebre si rilassarono in una comprensione estatica e solenne. Sembrava voler dire qualcosa che non sapeva come esprimere. Allora, scelse un modo diverso di suggellare quell’inizio. Le sue dita scure s’insinuarono tra i capelli di Alma, si adagiarono sulla nuca, e con una foga ancora incredula che accostava le labbra dei due sbocciò il primo fiore di passione; le ciocche furono strette in una presa decisa.
Per Alma, il mondo non aveva mai girato più veloce; sentì che le sue creature non erano mai state così vivaci, dinamiche, presenti; e, insieme, le parve che tutto, alle Cascate di Cosma, si fermasse, la stessa acqua nivea e fulgida calmata nel picco dell’attenzione. Percepiva i respiri di tutti, placidi o ritmati, soffi marini e venti in tempesta, perché erano parte di lei come lei lo era stato di loro, e adesso era l’unica cosa esistente, lei con Ivo, l’unità scissa che riabbracciava il creato intero. Era puro momento, era una linea di luce che attraversava la storia e milioni di storie preesistenti e future; Alma era la vita stessa.
Ed era vita Ivo. Lasciò impronte indelebili su ogni centimetro di Alma, e poi la adagiò sul prato. Piccola, universale. Ogni cellula in fermento aspettava la sua guida.
Furono insieme, veramente insieme, finalmente insieme, con una facilità meravigliosa, una ferita atroce dissipata dall’avanzare del momento. Un contrasto che, all’inizio, lasciò Alma da sola, serrata nel buio rossastro della mente in disperata ricerca di comprensione, uccellino frenetico in una gabbia. Un suono le raschiò la gola; tornò la luce. Non era sola: c’era Ivo con lei, c’era Ivo in lei, fisico, mentale, anima e cuore, che spingeva piano per tornare armonia.
L’aria si sospese nel petto; le sensazioni sconosciute che avevano sopraffatto Alma con forza di maremoto vennero scomposte in unità più piccole, tutte parte interconnessa dell’unica esperienza per cui in quell’epoca, in quel frammento di mondo, valesse la pena vivere. Le conobbe, diede loro un nome…
…E qualcosa di ancora più immenso e inesprimibile discese come un fulmine, elettrizzando il corpo, amplificando i sensi, portando Alma sull’orlo di lacrime profonde che sgorgavano dalle inconoscibili verità dell’universo. Non vedeva il volto di Ivo – lei era il volto di Ivo e i gesti del suo corpo –, ma sentiva la stessa sublime commozione attraversarlo a ondate di energia che non poteva, non si sarebbe mai esaurita.
Presto, l’unione si completò. Alma sentiva nuove mani sfiorarle i seni, nuove carezze che esploravano la pelle, e nuove singolarità che chiedevano psiche e saliva. Donne e uomini, pelli scure e chiare, dono e richiesta; Alma e Ivo non tralasciarono nulla, restando sempre insieme, perché la loro fusione poteva accogliere tutti gli elementi del totale, creando uno spazio infinito e completo nella perfezione di un attimo illimitato.
Quella notte, quell’eternità incendiata in un secondo, Alma scoprì il fare l’amore come atto universale di abbandono e fiducia, e scoprì il puro piacere che era l’essenza e la connessione prima dell’umanità intera.
Le sfolgoranti Cascate di Cosma piovvero a consacrare gli amanti.
   
 
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