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Autore: DonutGladiator    19/03/2022    0 recensioni
Raccolta di flashfic
1. Al bar (Aizawa/Toshinori)
2. Festival (Izuku/Ochaco/Tenya)
Genere: Angst, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al COWT12
M2: Errare humanum est perseverare autem diabolicum

Pensava di essere una persona solare.
Certo, un po’ burbera, specialmente con chi non meritava il suo rispetto, ma tutto sommato fino alle scuole medie aveva avuto molti amici con cui passare il tempo. Forse però amici non era il termine più adatto. Non li aveva mai più risentiti da quando avevano cambiato scuola...
Lui non li aveva mai cercati, ma nemmeno loro si erano fatti vivi...
Di certo poteva dire che le sue superiori però non erano iniziate nel migliore dei modi, nella sua classe c’era uno strano clima e Deku – quella nullità – non faceva che aggravare continuamente il suo umore, impedendogli di farsi delle vere e proprie amicizie. O almeno era quello che si era ripetuto per tutta la prima parte dell’anno scolastico.
Aveva scacciato tutti coloro che gli si erano avvicinati. Aveva mostrato il suo lato peggiore, allontanando anche chi – forse – avrebbe voluto diventare suo amico. Era ricaduto negli stessi schemi.
In tutto quel tempo una persona stranamente gli era rimasta vicino, ed era la persona che meno si sarebbe aspettato.
Lo aveva trattato male sin dall’asilo e lui continuava a girargli intorno, come la Luna girava intorno alla Terra. Perché quel ragazzino – a lui nettamente inferiore – aveva continuato a stargli addosso e a tentare di raggiungerlo?
Quale masochismo intrinseco provava nell'avvicinarglisi ogni volta?
Gli aveva urlato nuovamente contro quella mattina, in classe, mentre lui diceva una delle sue solite frasi fatte da eroe – la parte che più di lui lo infastidiva.
Bakugo ormai aveva capito perché manteneva quell’atteggiamento nei suoi confronti. Deku aveva qualcosa di diverso dalle altre persone che aveva incontrato, un’aura di bontà che fastidiosamente sprigionava da tutti i pori.
Non aveva mai finto di essere preoccupato per qualcuno, non aveva mai nascosto una subdola intenzione dietro una parola gentile, era sempre stato onesto con se stesso e con gli altri.
Un sempliciotto forse, ma un sempliciotto che lo mandava fuori di testa per il modo in cui si sviliva davanti al prossimo.
Urlargli contro era l’unico modo che conosceva per rispondere a tono a quella fastidiosa gentilezza.
Quella volta però Deku aveva reagito in maniera diversa dal solito.
Sembrava veramente esserci rimasto male per ciò che aveva detto, lasciandolo per una volta senza parole, conscio che forse i suoi modi burberi potevano infastidire – ferire – qualcuno.
Era la prima volta che aveva veramente guardato gli occhi di Deku, prima splendenti, poi abbassarsi al suolo, intristiti dalle sue parole.
Lo aveva ferito, lo aveva ferito e si era per un istante fermato, per poi ridargli le spalle e non pensare più a quello che aveva detto per il resto delle lezioni. Solo all'uscita, notando che scappava via senza dargli nemmeno uno sguardo.
E allora, per una volta, aveva ripensato a quanto gli aveva detto.
Era la verità e a volte, si sa, la verità fa male.
Sai Katsuki, so che tu pensi di essere un ragazzo onesto nel dire sempre ciò che pensi, però, a volte, bisognerebbe pensare ai sentimenti del prossimo… alcune parole, per quanto veritiere, andrebbero levigate, sai, per evitare di ferire qualcuno.
Glielo aveva detto per la prima volta sua madre quando lui le aveva raccontato che aveva fatto piangere Deku per una sua uscita sul suo non avere un quirk. Non aveva mai compreso appieno quelle parole, ma da allora, sua madre, gliele aveva ripetute più volte, in sfumature diverse, quando veniva a conoscenza di alcune sue marachelle.
Lui si era sempre difeso dietro l’essere onesto con tutti ma forse c’era effettivamente qualcosa di sbagliato nel modo in cui si rivolgeva al prossimo, così come stava imparando nel corso di recupero.
Poteva diventare forte quanto voleva, ma se non smussava i lati di quel carattere non avrebbe potuto comunque raggiungere l'obiettivo che si era prefissato sin da bambino.
Non si era ancora stufato nel ricadere sempre negli stessi errori?
Quel suo carattere burbero, quelle parole così oneste da ferire gli altri, l’arroganza, potevano essere levigate. Ci avrebbe provato.
Magari non sarebbe riuscito immediatamente ad andare d’accordo con tutti, ma avrebbe tentato.
Un eroe non deve solo salvare le persone con i fatti, ma anche con le sue parole.
Quella mattina, prima di uscire dal dormitorio, lo aspettò.
Non gli chiese scusa o come stesse, ma rimase al suo fianco per tutto il tragitto, ascoltando assurde teorie e offendendolo solo raramente.
Dal canto suo, Midoriya non disse niente riguardo il giorno prima, dopo un primo momento di confusione nel vederlo sull’uscio e nel fare la strada insieme, decise di approfittare di quell’insolito incontro con il suo Kacchan.
Il sorriso sul volto di Deku era tornato di nuovo a splendere.
   
 
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