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Autore: Legeia    21/03/2022    0 recensioni
In un Presente alternativo, vari conflitti portano alla disgregazione delle nazioni in problemi interni ed esterni. In una si queste, un gruppo di persone di presenta come Agevolatori o Risolutori per le persone o enti su vari ambiti. Tuttavia cè qualcosa di più profondo e intricato che muove i personaggi principali sia tra loro che per i Continenti e le decisioni e scelte sono fondamentali per la questione cardine. Il futuro. P.S. storia scritta anni fa, mai ritoccata e modificata, così come era scritta.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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chapter 36 chapter 36

AVVISO. Ho notato come i capitoli precedenti hanno dei problemi di codice che non mi dava quando ho caricato, mancano le parti pensate e ci sono errori proprio di codice in alcune parti. Quindi ho deciso di ricaricare, per ora metto questo, ma ricaricherò mentre controllo ogni capitolo in una nuova fic dal primo capitolo e inserisco i capitoli man mano che li controllo, non posso togleire questi perchè devo controllare, e mi viene meglio così. QUindi tra poco troverete la versione veramente originale e senza problemi rispetto a questi, penso che colpa di Nvu, non saprei. nel caso questo è l'ultimo su questa sezione della fic, potrei caricare i nuovi nell'altra, e molti capitoli li dimezzerò, perchè vedo che sono troppo lunghi. Questo l'ho fatto corto, spero sia più facile seguirlo




L'uomo emise un lamento e poi si destò, aprì gli occhi di colpo e si gettò a sedere ma gli venne la nausea.
Mise a fuoco che si trovava in un vicolo, puzza di bruciato, qualcosa di orrendo nel naso di  pungente e di vicolo lo aggredirono. Ansimò e scosse la testa confuso, finchè non riconobbe da dove poteva vedere  il palazzo per cui un tempo lavorava. Imploso in varie zone, con sezioni e stanze che si vedevono da dove prima cèra la facciata.

"Norvil... ti chiami così?"

"L'uomo fece un balzo sul posto, era seduto su qualcosa che non comprese, e seguì la direzione della voce.

L'abito era uno per una festa leziosa come quella in corso nel palazzo. Nero, zona superiore con una scollatura quadrata con davanti un voillà centrale che partiva dall'interno,  decorativo e per coprire troppe spaccature. Un fiocco nero con una rosas al centro sovrastava l'arricciatura soprabordo  alla francese che girava per la sezione quadrata.Il pezzo del busto era chiaramente cucito ocn il sovragonna, che aveva un'apertura centrale, la ruota della gonna era stata fermata davanti in una fascia e i laterali scendevano piegandosi creando come un effetto tendina per lato a mostrare la gonna sottostante, con un bordino decorativo che seguiva le piegoline. La gonna sotto era di tessuto diverso e intervallata da rouches alla francese con una bordutura alta alla fine,  arricciata da dare ampiezza nonostante non fosse così tanto larga. Le maniche chiaramente non erano attaccate al vestito superiore, sembravano quasi un bolerino, corto e tondeggiante davanti con delle maniche lunghe e strette finchè non si aprivano  tantissimo dal gomito in giù, tutto in pizzo chiaro da far vedere il colore della pelle e l man tra quelle maniche semrbavano piccole.

"Cosa è successo?" domandò lui osservando quella tizia. Aveva i capelli sciolti con qualcosa nella zona della testa che luccicava ai movimetni, come delle catenine o qualcosa creando un disegno.

"Sei stato fortunato. Per caso, ti abbiamo trovato alla deriva  del centro dell'eplosione. Eri in uno stato terribile, sporco e ferito. Ci è voluto molto tempo per farti ricordare la tua vera forma con i nostri metodi...."

"Che cosa è successo! Là io.."

"Si, da qui si vede il Palazzo Foliege. O quel che ne resta. Poco male, era un pugno in occhio moderno, solo un ammasso di cemento fastidioso...." fece lei senza mostrare niente se non piattezza nella voce e constatando la cosa

"Che vuoi dire... e Jerome! E..."

"Chi rimarrà, sarà all'ospedale."

Ancora vide menefreghismo in lei.

"Tu chi sei? DA come sei abbigliata devi essere partecipante alla festa...."

"Io in una festa baccanale del genere... Phru! Io ero qui per un altro motivo..."

"E sarebbe?"

"Da quello che so tu non eri uno scagnozzo dell'idiota. NOn eri un braccio destro, ossia coloro che facevano materialmente le cose..."

"Io..."

"Cosa cè... sei preoccupato perchè... continui a guardare l'edificio"

"In quell'edificio lavoravo, avevo conoscenze..."

"ed erano buone conoscenze?"

"colleghi... lavoravo lì da molto... mi serviva... sono morti?!?"

"Cosa ti cruccia? Non mi sembra per loro..."

"E' tutto finito... tutto andato... sono perso..."

"E perchè mai... hai perso un lavoro, non la vita..." fece lei con un tono strano

"Cosa vuoi saperne tu! Non puoi capire!" mettendosi le mani ai capelli

"Ah, se gli altri lo dicono a me sono stronza e cattiva, senza cuore e non posso davvero capire... eppure quando si tratta di dirlo io, tutti che alzano le mani come se ciò che corrode me non fosse importante. Già, che posso saperne... io... di cosa significa non avere scopi, motivi, legame alla vita, quel senso di forza da voler vivere de merda ma comunque continuare a respirare... la vuotezza e il niente che ho dentro e intorno ame, persone che non ho vicino perchè non vedono me come normale, buona compagnia, meritevole o semplicemente fanno sempre a dirmi di cambiare ed essere fare cose come se fosse l'unica soluzione... hai ragione, che ne so io delle sofferenze..." camminando un pò intorno a guardare le cose

"... ma tu chi sei?"

"Prima dimmi che ti cruccia e te lo dirò"

"... perdendo questo lavoro sarò nella merda! Mi pagavano bene e potevo farcela... adesso non potrò avere possibilità, sono spacciato!"

"Ti servono soldi... per cosa? Debiti, mantenimento..."

"Non che cosa sia successo, ma senza quel lavoro... lavoravo da anni lì e la paga era buona per tenere il silenzio. Con quelli potevo pagarmi le cure..."

"E di cosa? NOn puoi tornare dalla tua famiglia o qualcuno...?"

"SOno gay, i miei mi hanno cacciato... e sono solo. Ero stato pronto ad accettare questo per rivelarmi con la famiglia ma mi hanno detto che ero un abominio e poi lui, la persona per cui avevo perso tutto mi ha... lasciato. E poi ho scoperto di avere un cancro. Ho iniziato cure lievi per vedere se non essendo di livello medio potevo liberarmene presto e senza..."

"Capisco... anche tu sei finito tra la feccia e gli invisibili per i giudizi degli altri... le mie informazioni erano giuste, quindi... e ora sei spacciato senza i soldi di quel politico marcio..."

"Sono finito! Senza soldi morirò non appena diventerà di livello alto... e finirò per strada... come è potuto accadere. COME!! COSA E' SUCCESSO??"

"È tutta colpa mia. La bottiglia  che ho buttato via per scherzo ha causato una devastazione. Ne ho la responsabilità."

"Come?" la fissò allucinato

"Sto cercando di aiutare un amico e... creare un universo dove, se il mio timore è reale esiste la reincarnazone, io no ndebba soffrire di nuovo e così altri! Starai davvero bene...?" cambiando tono ed espressione guardandolo

"Che... significa che sei stata tu?"

"Quel che ho detto! Durante la festa ho fatto avere dei messaggi ad alcuni elementi della politica, mafia, mercato nero e..."

"aspetta! quella riunione..."

"Esatto, durante una festa dei pezzi grossi si riuniscono in una stanza... E' così che agisco a volte. Circoscrivo il male in un luogo chiuso, come un vaso Pandora, e metto i soggetti in condizione di scegleire tra varie opzioni. Una bottiglia fintamente di vino ma che contiene dentro un innesco, colelgate ad altre in stanze vuote... e sono loro a decidere che fare. A quanto pare è accaduto qualcosa per cui la botrtiglia si è rotta o hanno trovato l'innesco in qualche modo e... BUM!"

"..." fissandola a bocca aperta "E... BOOM?!?" alzandosi in piedi traballante "Ma saranno morte dell epersone!"

"MORTE? AH AH AH AH " fece lei ridendo col viso al cielo e una risata come genuina da cattivo da film " Io non uccido, al massimo sono la scintilla che innesca la risoluzione di un evento. Come in questo caso. Non hanno accettato le opzioni di cambiamento e accordi con noi.... peccato per loro. Anche se non morti, sono di sicuro feriti da ricordarselo. E se no, a quest'ora tra il tuo risveglio e il nostro discorso...i miei staranno lasciando regali perpetui su di loro! Ed è solo l'inizio... partendo da questo chi di dovere troverà tantissimo materiale da ingabbiarli e far scoppiare scandali... ah, che goduria! E mi sono limitata... verrà fuori anche la loro combutta con la guerra in..."

"Hai fatto tu quello? Quelli che conosco che come me lavoravano per bisogno saranno feriti..."

"probabile"

"e io... mi hai ucciso! Tu mi hai ucciso!" urlandò come un disperato

"Si... se non avessi impostato quel piano, allora questa atrocità non si sarebbe verificata. Penso cheavrei potuto salvarli...MA ANCHE NO!" fece lei con un diabolico trentadue denti da sembrare pazza "Se avessi davvero pianto il mondo, avrei potuto scegliere di morire da sola. Ma sarei stata ipocrita come tutti quanti che dicono < ce ne stiamo alla larga e ci va bene il nostro orticello >. Peccato poi che quelli dopo di noi e peggio se davvero ci si reicnarna, avremmo e avrebbero trovato altra merda senza che il mondo e l'umanità cambiasse veramente. Non si può epurare totalmente il male, ma tenerlo sotto controllo e gestito si... un pò come in natura. Senza predatori o prede, l'equilibrio se ne va..."

"Ma quelle persone..."

"Levando i tuoi amici, tu sai chi erano veramente e cosa facevano? NO!? Allora non gettarmi ulteriori colpe oltre quelle che già ho..." fissandolo, mentre ogni mano stringeva un gomito "Credi che io non conosca le sofferenze del mondo? Cosa sia la solitudine? Il senso di impotenza? Di inutilità? Di niente? Del giudizio e comportamento degli altri che mi hanno rovinata? Del mio male interiore che mi spezza e rompe piano piano? Oh, si certo che lo so. E mi dispiace per il tuo problema ma voglio dirti prima una cosa..." avvicinandosi a lui.
E qualcosa catturò la sua attenzione di lato, mentre lei si avvicinanva.
L'uomo vide che effettivamente come gli era sembrato, cèra qualcuno nascosto in varie zone. Era un quartiere da bene ma le lampade dei lampioni dovevano essere esplosi forse per l'onda d'urto e loro due erano visibili tra loro per l'illuminazione esterna del palazzo accanto, di quello imlploso ancora accesa e diuna candela poggiata su una nicchia.

"Se muoio, qualcuno piangerà per me?qualcuno sicuramente non piangerà, e poi alla fine andrà a vivere con qualcun altro come... come se niente di tutto ciò contasse. Ciò che ero, mi sen tivo, provavo o meno, pensavo e tutto quanto... con la mia morte non avrebbe fatto differenza. I pochi che mi parlavano come quei due non facevano altro che dirmi o meglio darmi consigli che però con e per me non andavano bene, e non capivano... Non voglio questo. non voglio che vada da nessun altro con un giduizio su di me errato e che non... ero io!.se mi importasse di tutti, potrei scegliere di prendere quella roba pericolosa, il seme di tutti i conflitti e distruggerla o lanciarla sul fondo dell'oceano o in un vulcano, o un luogo così sconosciuto che... se era possibile, potevo farlo. E come il Master e la Fiamma  era  mio diritto farlo. Ma i soldi e ciò che l'umano considera prezioso perfino in tempi di guerra, e reggono le colonne dell'umanità, purtroppo, per me non sono niente. NOn cè nulla che  soldi e preziosi possono fare per darmi felicità e quel poco che desdieravo.
Solo questo avrebbe impedito a chiunque altro di morire. Il non seguire il Dio Denaro...  ma non l'ho fatto. E loro di rimando! All'epoca, non mi ero nemmeno accorta che fosse tra le opzioni che avevo. Perchè con molti, non ci sono opzioni e non possono cambiare. E quando le persone NON possono cambiare, la soluzione si splitta in due. O le elimini o le rendi incapaci... Salvarle e continuare con le trattative? Non ho provato a vederlo o a pensarci. Avevo preso tutte le mie scelte, il mio futuro, e le avevo messe da parte. Così come feci nella mia vita precedente. Ho distrutto quella possibilità con le mie stesse mani. Egoisticamente, ho portato il futuro di tutti con me, in quel vicolo cieco perchè così ho deciso di fare.Non chiedo il tuo perdono, odiami se vuoi. hai il diritto di disprezzarmi, per il resto della tua vita. E... oh, scusa! E' che sono arrabbiata con una persona che non mi reputa più amica e questa sera aveva voglia di spettacoli pirotecnici! Mi dispiace... ragazzo. ."

"Tu hai deciso per tutti?" risedendosi e stringendosi la testa con le mani quasi piangendo

"Se pensi... che io sia una cagna da fare del male, senza poi curarmi dei calcinacci ti sbagli... Non ti permetterò di mettere tutto il peso sulle tue spalle da solo. tutti questi peccati hanno le loro radici nei miei errori e fallimenti, o forse decisioni. Le scelte e decisioni, amico mio, sono le porte che ci conducono avanti nella nostra strada. .Sono stata io a mettere te su questa strada. questo risultato è il prodotto dei miei maneggi...io sono colei che ha creato quell'atrocità come altre. Avrei ucciso tutti, che fosse così o no, portandoli via con me. E invece ho solo mosso leggermente la mano, le ripercussioni saranno grosse ma senza che vengano con me... e se pensi che dopo che ti ho visto cadere da quella finestra, e la tua storia, io resti a fissare come da Dio o i santi senza agire... Oh, no! Di solito non lo faccio, io lascio la scelta se accettare la Mano o alcmeno un aiuto o no.... ma con te..." fece lei avvicinandosi al ragazzo e abbassandosi di gentto da far svolazzare stoffe e voilà, prendendogli il viso tra lemani "che tu lo voglia o no, vedo in te qualcosa di interessante e non sei oscuro, ma mi interessi. I tuoi genitori ti hanno cacciato per le stronzate? Fa niente, la famiglia non è SOLO quella di sangue, ma puoi trovarne una per te. La famiglia non è quella stronzata che per la gente sorregge la società. la famiglia è qualcosa di cruciare come il concetto di casa... e farò in modo che tu possa trovare entrambi. Seguimi e credi nel mio impegno e perfino il cancro con le nostre risorse si può eliminare. E magari puoi far vedere a chi ti ha portato dolore la tua nuova vita e felicità. Ti farò presentare a loro con un dono e un sorriso da < l'uomo più felice del mondo > e quello li farà rosicare..."

"Un dono...?"

"Ma certo! Per esempio..." fece lei sorridendo, muovendo la testa per guardare oltre la sua spalla e qualcuno apparve, era Kovacs con qualcosa in mano. "tu sai quando in Csi si analizzano le bottiglie e trovano cose? Sulla scena del crimine? Ecco, questo è quel vino! Dritto dritto e non rotto da quel posto lì, dietro di te, presa e preparata per donarla a chi ti ha rotto il cuore..."

"Non capisco..."


"Questo vino è esattamente il vino che rotolava accanto agli... come dire, carissimi signori che facevano cose brutte! Era tra loro, si è salvata... vedi? Un'atentica bottiglia da un disastro e magari morto, ma non è così... resta il fatto che è perfetta per cosa ha vissuto, da relagare a chi ha solo cattiveria nel cuore. SI! E' quel vino da una scena del crimine che trovo di gran gusto da donare a chi merita il peggio! Certo, questa è una decisione tua ma... voglio che mi segui! Voglio che abbandoni questa valle di lacrime con me, che superi la selva oscura per un nuovo tuo inizio! E che tu, per chi è come te, sia un faro al mio posto...." alzandosi e allungando la mano.

"Che cosa vuoi?"

"Ti ho gettato in questo e da questo ti riporto alla vita. So esattamente cosa sta succedendo, so che vuoi davvero davvero scappare da questo dolore,  e ti chiedo di continuare a vivere. Vivi una vita buona e appagante. E te lo dico con forza e convinzione, con forza da chi sa e conosce quello sguardo. Lo intendo davvero e so chiaramente cosa intendo fare. Sarai un mio servo e ti curerai, e ancora lavorarai per noi e per gli altri spenderai parte della tua vita perchè trovino supporto e aiuto, e la comprensione di una possibilità in questo mondo di falsi. SU, vieni con me, ho delle cose da fare. E ti assegnerò un buon posto in cui lavorare..."

"Tu... tu sei la strega!!" fece di colpo con una voce da fumatore e rauco un uomo dall'altro vicolo. Lia si voltò pronta a ogni eventualità così come i tre, che il giovane vide sbucare da alcuni posti in ombra. Ma era solo un senzatetto che continuò come se vedesse un'apparizione di qualche tipo. Arrancò messo male sulle gambe finchè non finì sulle ginocchia, in lacrime.

"Sapevo che eri tu! Quel viso lo ricordo da quando hai preso quei due con te e poi il rifugio è stato assalito..."

"Quando! Quando il rifugio è stato assalito!" fece lei seria andandogli incontro ma Kovacs si frappose e la fermò.

"Mi dispiace!" fece l'uomo in lacrime "ma hanno due miei amici in mano" fece uscendo fuori un coltello "e mi hanno detto che se non ti uccidevo, uccidevano loro..." ansimando forte e agitando l'arma davanti a sè buttandosi verso Lia per colpirla.

Lia restò a guardarlo come se vedesse un insetto molesto e sfrontato. Rise e poi con un braccio scostò Kovacs e gli andò di nuovo incontro. Mentre lei si avvciinava lui agitava davanti l'arma chiedendo scusa finchè non chiuse gli occhi terrorizzato,  e si ritrovò il braccio ritorto ma senza voltato, rstando davanti a lei, e l'arma a terra.

"Caro amico mio, sono lieta che sei giunto da me accettando la proposta..." vedendolo sorpreso da strabuzzare gli occhi "Io sono la Strega del Gioco e dell'Equilibrio!" mentre l'uomo vedeva strane cose crearsi nell'aria, senza sapere che erano gli apparecchi che quei tre avevano posizionato ma per altri scopi "Adesso tu ed io ci facciamo delle confidenze..." mostrando nella mano libera un'arma che l'uomo non conosceva che sembrava reale e che lei spinse verso di lui, facendolo urlare dal dolore ma che non cèra "Ora scoltami bene" gli fece sussurrando "li ho visti che ti spiavano e io ho adesso colpito il tuo addome, ti ho ferito ocn la mia arma e se continui a urlare e fingere la tua morte,  penseranno di aver fallito e torneranno dai tuoi amici. E io andrò a sguarciare le loro interiora e spellare i loro visi... ci stai?"

"AAAHHHH" fece di nuovo l'uomo più spinto da qualcosa,  dalla paura,  che comprendendo.

Lia fece finta di estrarre l'arma, guardando l'uomo che fingeva accasciandosi a terra, come morto, rantolando. Quando lei alzò gli occhi questa volta sfrontatamente e li puntò sulle figure che erano in una strada distante ma potevano vederla, sorrise.

"Capo, questa sera mi sembra parecchio infuocata, è saggio allestire una Caccia in pochi attimi...."

"hai già provveduto ad allestire il cerchio con il supporto?"

"Si..."

"Bene... prendi quest'uomo fingendo che sia un cadavere e fatti dire ogni cosa, dove, quanti e il resto. Oggi non mi importa di sporcarmi questo abito, che si rovini... così Dorde saprà come prendo i tradimenti!" incamminandosi e dicendo quel nome più a se stessa che ad altri sussurrato solo quello, metnre voltava il capo e fissava negli occhi il ragazzo, augurandogli un benvenuto diverso e fuoriprogramma di quello che aveva deciso.
I tre si guardarono tra loro e Zidgi disse "perdonami, ma che è successo due giorni fa quando è uscita dalle stanze del leader, per essere peggio del solito? Sembra come all'inizio mentre era diventata pure una dei nostri... E quel ritratto che si è fatta fare, che sembra una depressa, rassegnata e vuota? A me fa venire l'ansia... Cosa è accaduto per arrivare a lei più incazzosa di prima? E ci stà dando sotto parecchio a sfogarsi, vero?"

 Kovacs sospirò mentre la vedeva andarsene pronta a dare il suo peggio per la rabbia che covava, per la caccia di quegli stronzi, mentre si chiedeva perchè aveva fatto fare quel dipinto, in cui lei era inclinata in avanti, reggendosi sulle ginocchia e l'altro sul bracciolo del divanetto, e le mani in posizioni diverse e uno sguardo così triste e sofferente, sconsolato, che quasi pareva parlare veramente di cosa potesse provare. Era quasi triste vedere quel dipinto con quell'espressione.


"Quindi mi stai dicendo che sei finito qui per questo?" fece Gask molti mesi dopo, tornando in quel punto di appoggio della volta prima, quando per scherzo quei tre gli avevano fatto rischiare la pelle con quel sangue finto.  E Kianta aveva divelto mezza finestrella, uscendo da quella stanza solo perchè Jd era giunto di corsa  e li aveva fatti sgommare via. Aveva fatto andar via solo i tre e Gask, restando con lei solo lui e cercando di smorzare la sua furia. Erano tornati il giorno dopo, senza dire niente sul tempo lontano dallo Chateau, e lei era rimasta nella Sala delle pianificazioni al fianco di Milan ma metetndo una sedia accanto alui,  così che avesse tutti e quattro i soggetti davanti, fissandosi occhi negli occhi restando impassibile come una bambola, tanto che chiedevano varie volte di assentarsi perchè improvvisamente malati. Non seppe, Gask, cosa le disse Jd o cosa fece per farla calmare, nè perchè persero così tanto tempo lontano dal ritorno, ma fino al fatto della metropolitana, lei non aveva proferito parola con nessuno tanto che quei tre non li degnava di uno sguardo, ma correva per i fatti suoi e loro accodati.

"Esatto, quel ragazzo ero io!" fece ridendo l'uomo al suo fianco. Era uno del gruppo fisso di quel  punto d'ancoraggio quando serviva una sosta, senza ricorrere alla Torre. Ed era uno di quelli che avevano appeso quel ritratto. "all'inizio speravo di avere quel dipinto. Quello dove traspariva tristezza e amarezza. Fu finito i giorni che letteralmente mi fece entrare nell'organizzazione e lo mise nella sala da tè che utilizzava di più. COn me aveva parlato parecchie volte in due giorni,  prima di mandarmi in gruppi di preparazione per ciò che sono ora. Era affabile, gentile, a volte spiritosa e pungente,  ricordo che eravamo seduti intorno al tavolino basso e vedevo dietro si lei, alla sua destra, quel ritratto. E a volte mi alzavo mentre lei rispondeva al telefono, quello antico di madreperla e lo fissavo da vicino. Era uno scorcio di stanza con un divano in uno stile particolare, bordo non so di che tipo color argento e frontale del bracciolo ampio e... ricordo che era solo imbottito senza i bottoni, ma era di velluto credo blu che constrava con l'abito. Dietro cèra una tenda pesante e con decori che non so dire e poi uno scorcio di un dipinto, forse.  Cèra anche un cuscino tondo visibile in parte dietro di lei, uguale al divano... che altro.... E lei era là,i capelli sempre in quel modo legati sopra e lasciati liberi sotto,  con dei fermagli strani e quell'abito. Ampio di sotto con tutti i decori arricciati alla fine.  Quello di Veròna avorio se ricordo il colore, con le maniche ampissime. Fu il primo di Veròna che indossò e fu ocnsiderato tale. Ricordo che mi disse che mi volle al suo fianco come accoglitore, usò questo temirne in italiano, non so perchè, ma diceva che per lei era un pregio essere un Accoglitorem ossia noi che teniamo questi Avamposti e accogliamo i membri per una sosta verloce... dando enfasi alla prima lettera e... e ogni volta che veniva, come ora viene lei, sebbene fosse un'altro Punto, la vedevo sempre e mi sembrava di osservare quel dipinto.
Anche la postura. Quel ritratto...Era seduta sulla parte finale di quel divano, il braccio destro sul bracciolo con la mano ten uta morbida, a msotrare gli anello. L'altra mano era sulle ginocchia e lei era come portata in avanti sistenendo sulle braccia, sembrava...  credevo sempre che fosse come se si reggesse solo sulla forza di quelle braccia, abbandonandosi  con il busto verso avanti. Pensavo seriamente che sembrasse come accasciata in modo pesante e stanco. E poi l'espressione. Un miscuglio di amarezza, tristezza, rassegnazione, sconforto, disperazione, angoscia, disillusione, avvilimento, afflizione. Ogni volta che lo vedevo pensavo a una parola di queste e alla fine sono diventate tutta una sola descrizione. Quando fu terminato, io ero per il giorno giorno allo Chateau. E iniziavo il mio ciclo di terapia. Subito, cosa mi aveva promesso fece. E quando finivo mi invitava nel salottino da tè con un sacco di cose buone e bevendo cosa mi piaceva, non importava cosa. E mi raccontò cosa erano coloro che aveva come bersaglio quella notte e perchè lo fece. Ricordo che mi aveva assegnato una delle camere non occupate della sezione dei Capitani e quando terminai il mio ciclo vincendo la malattia, mi portò con sè per vedere cosa facevano alcuni gruppi come questo. E mi disse ceh voleva istituire gruppi speciali per le persone che la società considerava diverse o sbagliate perchè avessero sostegno, un punto di contatto con vere persone e tante iniziative per portare la normalità nella pazzia della società bigotto-religiosa. Io sono in questa città il primo referente per le persone come me, ho aiutato e accompagnato molti lasciati soli,  ho permesso loro di continuare ad essere e sentirsi persone. E anche lui, è qui...." disse voltando un pò il capo verso un uomo di mezza età che portava roba dall'esterno.

"Aspetta... è il tizio che voleva accoltellarla?"

"Oh, si! E' una brava persona e insieme abbiamo seguito tutti i corsi e... adesso siamo qui! Ricordo che una volta gli disse, quando era venuta qui e aveva portato cibo per tutti, invece di cucinare noi qui o portato dalle Torri, fanno anche questo, qualcosa che mi fece pensare. Ma non per il senso, era chiaro e lo diceva sempre ma... disse < eravamo un popolo distrutto, sconfitto, estinto. ma con la magia che si ha dentro e la forza interiore, è possibile riemergere e bruciare come una stella nel massimo della sua fase. Brillare e accecare. far espandere la sua massa e luce così tanto da restare aggrappata senza voler andar via, anche se il soggetto non cè più! E' questo che noi, di gruppi diversi dobbiamo fare. Ma solo alcuni diveranno supernove..."

"E... cosè la supernova?" chiese lui mentre il vecchio rideva

"Una Supernova è una stella che esplode. L'esplosione di Supernova rappresenta l'ultimo atto, distruttivo e spettacolare. Durante l'esplosione viene liberata un'energia enorme e la stella diventa così luminosa da splendere più di una intera galassia... e quello è il mio stato. presto non ci sarò più, ma state sicuri che quel giorno appena avverrà, vedrete qualcosa" alzando gli occhi al cielo come se osservasse la volta celeste e non un tetto "il vostro ciclo è medio per lui e in espansione per te..." rivolto al giovane "e per voi cè ancora tanto, tanto tempo per pensare all'ultimo ciclo. Ma per me, è quasi giunto il momento. Ma non resterete privi di qualcosa, manterrete il lavoro, la posizione, ciò che potrete essere divendovi fedele al nostro ideale. Io non voglio seguire la politica e non intendo intromettervisi, perchè rispetto quei due, io cambierei così tante cose che partirebbero rivoluzioni, con la conseguenza però che chi le hs disolito non ha ragione come quelle del passato, ma in questo nuovo... sono solo gli imbecilli che corrono a protestare, chi per togliere diritti ad altri, chi pensa di subire cose che non esistono, chi vede il cielo  a scacchi ma penso che sia solo il loro cervello che fuma pietà per non essere utilizzato "facendoli ridere "resta il fatto c he vorrei solo... che crediate in cosa comunque resterà dopo di me. Con l'unificazione di tutti i paesi in un governo unico e centralizzato, seppur di cui si sa poco, non ci saranno guerre, questioni di espansione, di conflitti su chi ha la pietra di confine centimentri in là, il senso di patria considerando gli altri come diversi solo per dove sono nati, non pensando da nemici e divisi m a in coesione di sangue umano come tutti fratelli,... con cosa loro stanno facendo, niente guerre, mai più, mai più conflitti per conquistare o altri ameneità di un passato che deve restare tale. E con le Colonne e i Pilastri a guardia delle cose dall'alto, niente dittatori, neinte profittatori, ma ci sarà smpere qualcuno che controllerà chi ha posizione e responsabilià, e doveri..."

"E chi controllerà questi soggetti?"

"..." Lia sorrise, una volta tanto ne faceva uno, e guardò oltre la sua spalla mentre compariva Helias "ci sarà chi controllerà loro e se necessario agirà. Loro no nsono influenzati da elementi umani negativi ma così come questo, non cè rischio che loro comprendano malamente il senso di vita e umanità, cosa è giusto e cosa sbaglaito. Sono progettati e cresciuti perchè abbiano una mente super partes e gisuta. Ma a voi non interessa cosa cè su, a voi interessa vivere, tornare umani, credere e sapere che il mondo può essere bello e che può dare qualcosa... perchè non accada come con me. Molto prima io credevo che il mondo fosse bellissimo, e pieno di posti per me, si cèra anche il male ma.... io sentivo che il mondo potesse dare qualcosa, alla fine. E potessi trovare cosa sognavo.Di solito la gente ama stare al centro del mondo, ma io sognavo solo un angolo che fosse tutto il mio mondo... ma per me, non poteva esserci!  Poi compresi amaramente che per la società come era, ciò non poteva acacdere. E non avrei trovato nessuno che mi accettava per come ero... come si è visto!" mostrando l'espressione di quel ritratto, facendo una pausa

 "E che quei due in parte mentivano. < Cè per tutti! Continua a sperare! Cosa cerchi lo troverai! Chiedi a loro, so e sono sicura che loro sanno che cosa cerchi e possono darti risposte! >  E altre stronzate! Ho lottato, ho cercato, ma per chi è come me, cè poco a questo mondo. E come fu per quella opera per me in cima, l'opera magna, come lei disse a lui, il mondo che tu vedi e in cui apaprtieni è troppo meraviglioso e magnifico, per crederci per me e per viverci... ma non ho mai smesso di pensare a chi finiva come me. Ecco perchè ho accettato da quei due il compito di essere il contenitore di Veròna. perchè ella agisca e spiani la strada per il mondo del domani, per qualcuno che possa essere la mia speranza. E anche per tutti voi, per tutte le vostre, di categorie. Uno della categoria dei diversi, come me, ma considerati peggio perchè stronzi in sottana dicevano che qualcosa lassù non li voleva. Ma li aveva creati lui, così! "

"Grazie per cosa hai fatto per noi, e quelli prima di noi che abbiamo incontrato. Senza di te non saprei davvero cosa avremmo fatto e... grazie per chi aiutiamo noi, grazie a te. Le persone che sono commosse per l'aiuto per arrivare a pagare le bollette e avere il minmo di civile, per i bambini che altrimenti non avrebbero scuola e modo di studire, i parchi e luoghi per loro anche al chiuso perchè siano sicuri e protetti e..."

"Non devi ringraziarmi. Ho sempre pensato che tanto ho, tanto dò. Credo nell'idea che è possibile imamginare, sognare, costruire e creare i luogi più straordinari e giusti della terra, ma per farlo occorrono sempre le persone perchè ciò diventi realtà, e le stesse che vi credono per mantenerli. E non fermatevi come tutti all'apparenza, ma scendete dal treno dopo, alla sostanza. Ese un giorno avrete figli, ricordate una cosa. Dovrebbero sentirsi onorati e genitori e guide di vita chi insegna che quelli che li producono nel corpo, perchè i secondi sanno solo dare la vita, ma chi li cresce e condivide conoscenza e cultura, morale e il giusto, loro, sono quelli che danno l'arte di vivere ed essere. E siateci. Esserci è il regalo che non ha forma, ma che vale più dell'oro o molte altre cose... a meno che non vi dicano che è meglio qualcosa cambi "con amarezza "....E se vi dicono che non valete niente, ricordate a quelle persone che loro, umani,  osno gli unici che pagano per vivere sulla terra..." con un ghigno "E, tornando a un discorso, Victor Hugo afferma tre cose. Un futuro ha diversi nomi. Per i deboli si chiama l'irrangiugibile, Pe ri paurosi si chiama ignoto. per i coraggiosi si chiama opportunità. Fra pochi giorni io no nci sarò più, ma vorrei solo che voi comprendiate che il mio ciclo di esistenza si esaurisce non perchè sono debole, ma perchè sono rassegnata e stanca. ma non permettete che altri, a meno che non siano me, lo siano. Siate chi non cè mai per gli altri. Date ascolto a chi ne ha bisogno. Voce a chi non l'ha. Mano a chi vorrebbe rialzarsi ma non riesce per varie cose. la vicinanza a chi è solo e via dicendo. perchè tutti possano.... Non dimenticate mai il vostro passato e chi siete ora, ma non per me, ma per voi stessi. Avete creduto, vi siete fidati e avete lottato tanto per essere qui oggi. E domani altro. Anche se da noi ti sei salvato veloceemtne, e ringrazia la scienza e i nostri medici, ragazzo, hai combattuto contro pregiudizi e i momenti di paura e ansia. Complimenti per chi sei adesso, sicuro, capace, che non arretra anche nei momneti difficili..." facendo un applauso " e a te, baldanzoso amico più grande, tu che ricordo bene accasciato in un angolo a chiedere l'elemosina mentre eri invisibile e ingnorato, che ti vedevi scacciato e deriso, sei stato pronto però a pensare ad altri come te in difficltà e hai creduto che per salvarli era necessaria uan scelta. E per fortuna che ero io, direi..." ridendo "adesso sei un uomo.  non sei più il perduto e vuoto essere con la testa sul prospetto degli angoli,  dove speravi in una buona giornata almeno per mangiare e... ti sei impegnato e ora sei qualcuno che è pure amato e considerato dai membri dei gruppi di questa città,  sia nostri che di quelli che sono come eri tu, ed aiuti. Tu e gli altri che eravate ciò che sono chi soccorrete, adesso siete di nuovo persone e tanto avete avuto, ovviamente con il vostro impegno, e tanto date. Anche poco meno, quanto vi sentite ma fatelo. O il mondo sarà solo una giungla e un campo di battaglia.Quello che fa male è proprio questo! Il concetto di giugnla e campo di battaglia! A questo mondo ci sono persone capaci che devono sgomitare e lottare contro chi non ha problemi a schiacciarti per il proprio tornaconto, schiacciando te che sei capace di quello per balzare in cima. Ti usano, ti sfruttano e tutto quanto ma sono loro ad andare ancvanti perchè utilizzano ogni metodo stronzo per scavalcarti anche se sei tu che meriti... non esiste vera meritocrazia e valorizzazione delel qualità vere! Tutto è in mano di squali e profittatori!"

" E... quindi? Cosa hai intenzione di fare?"

"Vuoi la verità? Io non farò più niente! Ho deciso di non voler fare più niente tranne rari casi,  come te e chi ho scelto dopo, lasciando alle persone il vero peso di tutto! Ho già fatto così tanto, io da sola, che perfino Bill Gates a confronto si è sforzato poco. E non scherzo"

"Si, lo so. Hai bonificato zone degradate, aiutato genitori che non riuscivano a dar da mangiare ai figli e spingendoli per migliorarsi con i tuoi aiuti. Hai istituito gruppi di sorveglianza solo con uomini di questa organizzazione per la salvaguardia di ogni settore delle città, anche a causa di incidenti e situazioni assurde..."

"trovare ragazze morte al centro della ,schiacciate perchè gettate fuori la macchia, con evidenti segni di tentativi di abusi per te è normale? le rapine? I tentativi di abusi? Gli accoltellamenti e..." sospirando

"E le persone ti ringraziano. Hai aiutate scuole in difficoltà in ogni angolo del mondo che potevi, centri per bambini e ragazzi che un tempo si chiamavano orfanotrofi. Di sonne abusate e sole. Cliniche e centri di cura per poveri ed emarginati che non potevano curarsi e rischiavano la morte. Hai spremuto gli attributi ai gruppi di assicurazioni perchè parecchie volte avevano frenato la burocrazia aspettando che la gente morisse di malattia per non pagare e hai inscenato una truffa, non truffa in vero senso, ma per portarli in giudizio con prove con mail e telefonate. Hai preso ogni dato che potevi perchè questa organizzazione lo permette, di centri di ricerca e farcaceutici che sfruttavano i deboli e poveri per i loro test senza indicare danni e problemi di uso dei prodotti. E posso continuare. Hai ridato agli avvocati una strigliata sul rubare letteralmente soldi per reati minori intesi come furto di cibo per necessità, ferimenti e uccisioni per legittima difesa contro anni di abuso senza che nessuno facesse neinte..."

"Ho solo trovato assurdo che persone che non potevano permettersi niente si ritrovavano con avvocati d'ufficio troppo oberati e menefreghisti e per avere l'aiuto che magari meritavano prima, dovevano pagare migliaia di euro di risarcimento per le prestazioni dell'avvocato per rubare del cibo per mangiare almeno una volta!. Ma ora sono stanca, davvero, di impegnarmi per sistemare cose che alla maggior parte della gente non interessa sistemare. Se una ringrazia, cento quasi osno stizzite che hai fatto qualcosa. Che non comprende cosa ho detto e fatto e prosegue nello stesso modo di omertà e proprio tornaconto. Cosa ho fatto, gli altri sfasciano perchè... Milan e Dorde hanno intenzione di proseguire cambiando le persone col tempo, piano piano, tempo al tempo, ma come la natura umana insegna, con gente che figlia e insegna l oschifo e poi cno il gruppetto si influenzano tra loro crescendo come mentecatti... che facciano cosa vogliono! Ora che so che non troverò in nessun luogo, il posto per me, dove io posso essere io, e che a nessuno veramente piaci tu come sei,  e se cambia qualcosa, casca il mondo e devi essere tu a cambiare perchè a loro vada bene... che se vadano a quel paese. Non giungeranno mai così a un mondo giusto e migliore. Che si sforzino pure, fino alla fine, che si divertano! Vorrà dire che resterò io da sola..."

"però... è da quando ti conosco che hai quell'espressione e quel ritratto accentua tutto. Sei sicura di voler..."

"Ho promesso di mantenere solo cordialità di lavoro, va tutto bene. Ma io sono un esempio del fatto che non tutti posson trovare il loro paradiso e almeno un angolo di felicità. Con persone preziose. perchè se chi ti sta intorno inizia ad avere qualche picchio strano e per sistemar ela cosa dicono a te di cambiare e non loro, sempre e solo tu... allora non è luogo per te! Ma io non sono voi, vi siete ingrati e va tutto bene. Finchè resterete nell'organizzazione, almeno lì voi avrete il rispetto e considerazione che meritate. E quando non ci sarò più, ci sarà qalcuno altro che mi sostituirà...."

"E poi quel giorno nel salottino da tè in cui stava sempre. Io ero là perchè mi aveva invitato a seguirla dopo un incarico di Veròna, quindi ero per alcuni giorni allo Chateau. E da come avevo capito, non parlava più e ne si intratteneva con quelli che prima erano i suoi amici. Si comportava in modo cordiale e relativamente gentile, ma vi stava alla larga da altro. La vidi un pò più in confidenza con Jd ma di poco. Ogni volta che compariva Milan, lei non lo guardava neanche in volto, ho saputo però che gli ultimi giorni fu più cordiale da quei tre. Per qualcosa che si erano detti e poi... se ne andò. DA quello che mi disse Kovacs, gli ultimi giorni aveva deciso di smetterla con i conflitti, almeno quei pochi giorni rimanenti. Ma disse anche che glieli fece pesare, quelli prima" sorridendo "ogni volta che guardo questo ritratto ricordo l'altro, con quell'espressione di rassegnazione e... semplicemente mi dispiace per lei..:"

"E come mai hai questo ritratto?"

"non sono l'unico. Molti di noi che aiutò o salvò e fece entrare nell'organizzazione... come dire, protestammo per la sua morte. non sapevamo come, ma disse solo che parte di lei sarebbe morta e avrebbe trovato la pace, come doveva essere da tempo. E ci disse che se avessimo visto per caso qualcosa di strano, che sembrava lei, non dovevamo credere agli occhi. Gli occhi, diceva sempre, possono trarre in inganno. A meno che non sia io a tornare da voi, io me ne andrò. Il resto, non sono io! E così le chiedemmo di darci almeno un ricordo e quando lo facemmo, ricordo ancora che quei tre stavano scaricando i ritratti che lei utilizzava per fare la pernacchia al mondo. Così diceva "ridendo "il mondo non mi voleva e desiderava cancellarmi? Questo mi dicevano, non valevo niente e tanto meno esistere. E così prima di morire, voglio che ovunque si girino, mi vedano e fissino quel sorriso carogno. VOGLIO CHE SI SENTANO MINACCIATI DAL MIO SORRISO CAROGNO! E nulla potranno fare per togliermi dai muri! ovunque io sarò esposta, prendono soldi per tenere quello attaccato, quindi cè multa se osano toccare o eliminare un bene privato ovunque siano. Così pagheranno due volte. Questo disse quell'ultimo giorno che la vidimo. Aevva già salutato molti ma noi che aveva tirato fuori dalla melma come diceva, eravamo un grosso gruppo che aveva riunito per una Lezione unica per tutti, eravamo tantissimi, e salutarci. Quando osservammo quella fila e un'altra fila fila, e ancor auna di ritratti pronti per essere distribuiti, le chiedemmo di lasciarne qualcuno per noi. Come ricordo. Lei non sembrava convinta, ma... guardandoci stranita, disse < ok, anche se non so a che vi serva un ritratto di qualcuno che per tanti è stata solo un peso. Scegleite il tipo di ritratto, sono tre diversi e... se li volete! > come se lo trovasse strano. E alcuni di noi ne hanno preso uno e lo tengono come noi nel Nodo o in altri modi , come chiamate quesi luoghi di sosta per non andare nelle torri e operare in molti punti delle città. E' una sorta di ringraziamento da parte nostra anche se lei non ci credeva. Anche per cosa combinò con i miei..."

"nel senso?"

"Vuoi snetire? ora te lo leggo" fece, prendendo il suo phonvlet e aprendo un'immagine "ha mandato ai miei delle bottiglie con stampe di mani rosse e grosse rosso cremisi... capisci?" guardandolo negli occhi per dire < hai collegato? > " e un biglietto. questo due volte che io sappia,  per aggiornarli di come stavo e qanto fossi diventato ricco e soddisfatto... E ho riso leggendo la scritta nella foto, ha consegnato lei stessa vestita da fattorino con tanto di cappellino, e quando loro hanno aperto e preso il cesto con le bottiglie che spuntavano , e una bottiglia tipo marmellata con lumache vive dentro che strisciavano con dei fori sul tappo bianco, si è fatta fare da Kovacs delle foto in successione dall'apertura della porta a lei che faceva il gesto medio davanti ai miei, a favor di telecamera,  confusi per poi andarsene. Cè proprio il fotoshooting, e no nsai quanto ho riso e ho qui una con il biglietto, mentre nella dopo loro lo leggono e dice...< Io sono felice, ho provato la felicità che ogni persona umana dovrebbe sentire dentro. E che è una delle cose vere da raggiungere. Mi auguro che la vostra vita sia mesta, rognosa, tedia e peggiore di ciò che io non voglio augurarvi, solo per dimostrarvi che i pregiuzi non pagano. ora ho il mio equilibrio, e voi per fortuna non ne fate parte, perchè consumerete in rancore e bigotteria il mio ossigeno. Che le vostre convinzioni malate vi diano il peggio con millemila rimorsi e rimpianti. E SOLI COME CAROGNE.  Fin nell'anima. Un Kiss dal figlio che vi amava ma voi non meritate niente. > Ho riso per giorni, giuro! "

"Sembra molto da Kianta questa cosa"

"Anche tu hai notato certi comportamenti che sembrano suoi? Ma veramente lei non ricorda, perchè a volte ho provato a dire delle cose che l'altra avrebbe riconosciuto e ricordato, non celava se non quando fingeva per la feccia, quindi se mi avesse guardato in un certo modo, avrei capito. Ma lei davvero non ricorda, è solo che pe qualcosa della metne a detta di Kovacs, alcune cose, piccole,  sono rimaste... Però come ho detto a volte è... guardando questo, quel viso, rivedo sempre quell'altro ritratto che non so che fine fece e il suo essere demoralizzata tanto da contare i giorni e sperare di giungere a quel giorno. Quando non la vidimo più, capimmo che era morta. Poi in varie zone, perchè noi che lavoriamo in questi Nodi o Avamposti, ci incontriamo, abbiamo periodi di pausa e torniamo allo Chateau e... scoprimmo che cèra qualcuno che le somigliava che se ne andava in giro. All'inizio non ci parlava ne altro e non capivamo, poi scoprimmo la verità da quei tre. Non era la stessa persona. E infatti capitò che nel refettorio la fermassimo e... sembrava così innocente e diversa da quella che conoscevamo. Gentile, cordiale si ma come fosse una persona senza... cosa le dava tutto addosso... Kovacs diceva . E così fu. Abbiamo mantenuto buoni rapporti e lei sa, non poteva non vedere il ritratto, che molti di noi conoscevamo Lei, ma non le importa di sapere niente. L'ho sempre trovato strano e una volta diede una mezza rispsota. < Io sono io, non ha senso crucciarmi per chi è morto che non sono io. Non sento il bisogno di sapere chi ero perchè non mi sento altri che me stessa, non qualcun altra. >  E così per tutti Lei restò morta e Kianta un'altra persona. Credo, non sono sicuro che sia anche dovuto a quel giorno."

"Quale?"

"qualche giorno prima di andarsene, ho saputo poi che il giorno successivo a questo di cui parlo, aveva fatto una mezza pace con Milan, andando a vedere la nave scuola dell'organizzazione. L'hai mai vista? Io no, ma ho saputo che dopo aver discusso lei accettò di esser epiù elastica ma non so che dissero..."

"Parli sempre di quel g iorno a cui ti riferivi"

"Si, quel giorno. Ero con lei in una delle sale ed era vestita anni trenta, le piaceva a volte ricevere persone in stile come una mini festa per invogliarli a interessarsi meglio dell'incontro e... era prima di un clietne. Aveva questi abiti e scarpe in stile anni trenta, aveva già i capelli corti e quindi aveva la fascia con decori e piuma di quegli anni, orecchini e beveva qualcosa parlando con me. Dopo quell'incontro dovevamo tornare a questo nodo o avamposto. E poi aprì la porta lui, il leader. Dopo un'occhiata lei distolse lo sguardo e non lo guardò più, io ero sul divanetto davanti quel ritratto, quello che io chiamo sempre Rassegnazione e... vedendo l'aria che tirava tra lui serio e quasi arrabbiato e lei senza degnarlo di uno sguardo... me ne andai. Ricordo però che chiusa la porta sentì il leader arrabbiato e discussero. Non so cosa si dissero ma ore dopo io e lei eravamo qui e poi tornò allo Chateau, e il giorno dopo in una mezza pace tra loro, lui le mostrò la nave scuola..."

"E cosa ne pensavi di lei?"

"..." il giovane sorrise a Gask " ti dico una delle cose che affermava molte volte. Imparare ad accettare non vuol dire rassegnarsi, è diverso ma molti non lo capiscono ecco perchè non sanno distinguere tra quelli come me e altri, ma semplicemente non perdere energia e forza dietro a situazioni che non è possibile cambiare, anche in quel mometno, se alla fine ti va bene a metà cosa hai. Se non è qualcosa per cui sei contro totalmente, puoi anche imparare ad accettare. E poi ci sono quelli come me. Che non vogliono imparare ad accettare perchè se cè possibilità di cambiare e migliorare, che senso ha fermarsi e proseguire dove ti mandano? Siamo in un gioco a binario? No, nella realtà... è tutto cambiabile, affrontabile per soccombere alla rassegnazione. Devo dirti altro?"

"ma io..." ma entrò Kianta borbottante con i tre che seguivano ridendo

"Poi ne parliamo, intanto leggiti questo, era un testo della recita per Veròna che qualcuno doveva pronunciare" e gask lesse.

< Stolti, radunatevi sotto la pulsante Fiamma. Ella balugina nell'oscurità ghermendo e mostrandosi. Ella sovrasta l'oscurità, sempre. Venite, con le trombe del lamento che echeggian fino al cielo, le stelle, nell'Eden e nel mare. Riecheggiando e mugghiano in bufera il suo intervento per valli e colline. Date fuoco alle corone degli Dei e offritele sull'altare del destino, affinchè Ella le imbrigli. E il suo agire diventi corpo. perchè tra noi giuga nel pieno della sua perfidia di bellezza. Dal profondo degli abissi, scivolando nel vento, urlando dal cuore della terra e schioppettando ridendo nelle fiamme. DA lì vien la Grande Maga che rovescia il mondo e lo rivolta. Muta la ragion e il cuore. Divide le genti e ne unifica altre.  E giudicando giunge e gestisce. Modella e glorifica la vita. Fra poco verrà il giorno del giudizio. Invocate il suo nome, con omaggio, odio e ammirazione. E vi darà i suoi favori capricciosi.  >






Bucovina, Ucraina - casa di un soggetto ormai pronto per essere portato nei Campi. Un'ora dopo il loro intervento

"UFFH"
Gask vicino Kovacs mentre Cinque giocava al chirurgo. E Kianta era spalmata sul divanetto.

"Scusami, ma che ha?"

"Ah, il solito te l'ho detto! Siamo con questa famiglia che le ha fatto quello scherzo con la bara e ora stringe i denti per ripicca."

"Ma..."

"Gardala, le sta dando fastidio come al solito! E... Oh! si  è alzata" disse a gask, mentre una sorta di nebbia divideva la zona con la famiglia e Cinq e loro.

"KOVAACCSS!" fece lei come un bambina capricciosa "prendimi le altre scarpe, stò morendooo!" fece lei alzando le gonne per mostrargli quelle che indossava.

"Di nuovo probloemi con i bordi? le hanno sfregato troppo?"

"Io non posso mettere queste scarpe da donna e lui non lo capisce. Ho sempre tutta la zona dove i bordi sfregano rovinata! Fa male!"

"Aspetti..." prendendo dalla borsa un paio di scarpe di ricambio più comode e accollate, in stile bambola rispetto le altre "queste dovrebbero andare" abbassandosi e cambiandole il paio con le altre

"Manca ancora molto prima che finiamo?" brontolò lei scocciata

"non molto, il farmaco che abbiamo loro sommistrato facendoli bere durerà ancora e sebbene Cinq non faccia poi molto come torture, per loro sarà prenedrsi una botta del crack peggiore e vedere il peggio che potrebbero mai immaginare. per ora staranno vedendo diavoli che li infilzano o altro." ridendo

"Ben gli stà... è solo che sebbene Cinq stia facendo poco e cè poco sangue, io lo sento! E mi dà fastidio con il sistrema chimico... quando finisce?"

"Davvero inizia a starle stretto il compito di Veròna?" le chiese sistemando l'altra scarpa

"..." Gask la vide fare un broncio come una bambina "inizio a stufarmi di far sentire...

... una crudeltà stupenda. Una sublime furia. con un potere misterioso.Quel vaso di Pandora che lei deve continuare a riempire e colmare per proteggere il nuovo mondo..."

"Si lo so" rispose a Kovacs che usava le parole di Milan  "però diventa pesante vedere qualcunoche porta sofferenza a qualcuno...." come desolata

"perchè non lo fa lei?" rise l'uomo, prendendola in giro

"è solo che... continuo a pensarla per certi versi ocme all'inizio..." e Kovacs capì che volesse dire, quando si era svegliata "ma poi mi prende la voglia di far ,loro piangere tutto, e poi mi torna la frustrazione perchè no nsarebbe giuro, e poi di nuovo..." muovendo le mani come se volle strangolar euna gallina, cosa che loro non facevano con i loro animali

"o è come si sente quando vede far male a qualcuno e inizia a sentirsi male?"

"NNHH" fece lei e Kovacs balzò via, facndola spaventare

"Se deve vomitare, me lo dica!!" fece disperato l'uomo, mentre Kianta teneva la bocca aperta per lo stupore e Gask rideva

"ma...! ma...!" balbettò lei offesa

"Scusi, è solo che quando inizia a stare male ho sempre paura che le venga da...  beh, ora come si sente?

"come sempre! guardami! come ti sembro mentre vedo uno stronzo punzecchiato prima di mandarlo là? Ora come ora non so se davvero credere e consideare Veròna come vuole Milan e come Lei accettò... "

"la funzione di veròna esiste per un motivo..."

"SI! Lo so..."  fece lei subito cotnrariata voltando la schiena, poi debolmetne come triste, partendo verso la poltrona impettita "E comunque! Quello che avete detto poco fa... vi curo!" fece lei voltandosi funesta a squadrarli e poi tornando alla poltrona

"Che cosa..."

"E' in uno di quei moemtni confusi in cui non sa cosa fare! oggi deve esserci qualcosa che la disturba in questa cerimonia da sentirsi in colpa, accade..." fece l'altro ocme se fosse un fatto normale

"E le capita spesso? Voglio dire, oltre quando sono con voi. Ho notato che a volte si comporta..."

"per come si è svegliata, ha maturato una dolcezza capricciosa su tante cose, ma è ferrea che far del male fisico è sbagliato. Ma sono momenti"

"Non capisco..."

"Che le apparenze ingannano. Noi la conosciamo bene da tempo, e per lei Veròna è una sorta di peso. Capisce e crede nella sua funzione, ma in tutto fuorchè questo. Queste cerimonie, sebbene prima di partire sembrasse smaniosa di avviarla... la prosciugano. A volte quando inizia a sentirsi male per la pressione di cosa i ragazzi del gruppo di Cinq fanno o... le torture non le piacciono. Se per ira o il momento si ferisce qualcuno esempio con un coltello, non le succede niente, come quel tizio che si è ferito a un braccio con il vetro da vedere fin nell'osso... ma se cè da assistere alla soffernza..." scuotendo il capo" un pò come l'altra, ma lei si faceva forza dicendo che era la sua punizione assistere alle sue stesse decisioni. E meno male che non vomita... comunque poi deve stare a riposare del tempo per riprendersi! ma tu lo sai! Ricordi il nostro scherzo col sangue finto?" ridendo e dandogli una gomitata, mentre Gask fumava dentro









Dorde era infuriato, Milan aveva fatto un casino. Per fermare un conflitto aveva aveva promesso un accordo monetario e di vendita armi che lui però, obiettava. Odiava scendere a compromessi con quella gente e invece di fare come lui e suo fratello erano abituati, avevano ascoltato Lia, secondo la quale dare una corda immaginaria che si traduceva in un boccone ghiotto per la controparte, anche sperando di fregarli, era non solo divertete per come poi avrebbero rigirato la cosa, ma era molto vantaggioso per loro. Offuscandoli con oggetti e denaro perchè fossero loro alleati, spingendoli a una resa temporanea mentre li seducevano per poi deburli come le prostitute di bassa lega era un giochetto che no nsmetteva di divertire.
Aveva funzionato, non poteva dire di no, avere alleati che pensavano di aver trovato la gallina dorata finchè mentre agivano niziava il piano vero e proprio contro di loro che si ritrovavano in mutande, letteramente così li aveva ridotti lei l'ultima volta privandoli perfino degli abiti, era andato a segno.
Non andavano però là dove portavano chi giudicavano, ma in luoghi specifici dove li trattavano in determinati modi, facevano loro discorsi e studiavano anche con camere nascoste cosa faceva e dicevano, per inquadrarli e decide cosa farne. Molti li liberavano, altri li arruolavano, altri ancora promettevano di fare qualcosa per chi stava loro a cuore se diventavano consapevoli che il mondo che conoscevano,  e come impugnnare le armi non fosse solo distruggere e uccidere, potesse cambiare. E loro con tgutto ciò. Altri Lia li sfidava cogliendoli nel loro orgoglio maschile, a volte di persona, altre volte con vere e proprie sfide di forza o astuzia in campi specifici con armi, a salve, ma chi vinceva decideva per il perdente. E Lia lasciava sempre al fato, dopo mille congetture e studi sulla qeustione, la risoluzione. Era in questo modo che aveva trovato gente interessante per certi gruppi dell'organizzazione detti i Tori. Gli sfondamenti, come li chiamavano, l'avanguardia. E la cosa assurda era che trovavano la sfida inziale, la perdita o la vittoria e comunque un posto tra loro divertente dicendole che lei sapeva come ci si divertiva.  Solo che lei non era pazza, agiva perchè lo sembrasse e si divertiva da morire ad apparire cattiva, terrorizzante, distruttiva e pericolosamente capricciosa, loro lo erano perchè stronzi dentro.
E loro restavano a seguire i suoi ordini, prendendo una paga e dei doni quando a lei giravano, liberando i loro istinti ocme premio per la Caccia. NOn quella per il Groove, ma la sua. Aveva notato, Lia, che i militari tendenvano a sentirsi vivi sul cmapo di battaglia, nell'azione, nelle situazioni, quando si giocava per pois come spegnersi se non troppo legati alle regole militari... e così si divertiva a lanciare il paradosso di San Pietroburgo. un paradosso legato al calcolo delle probabilità che descriveva un gioco d’azzardo che aveva, controintuitivamente, una vincita media di valore infinito. Questo paradosso venne proposto per contestare il concetto di speranza matematica ,ovvero che il valore atteso  o speranza matematica veniva considerata la somma giusta da pagare per partecipare a una scommessa. Il valore era intrinseco o reale, li sfidava o sfidava se stessa per le variabili di riuscita. Scommetteva direttamente con loro, non importava per lei la vincita o la perdita, ma voleva dimostrare come anche il fato a suo parere potesse essere rigirato con piccole variabili se per qualcosa, in quel frangente la scommessa, si era concentrati 3 volte di più in cosa si faceva. A volte per variare prometteva anche qualcosa che non le andava a genio, giorni liberi, feste, compagne di serate offerte da Madame, premi o elementi per le loro armi personali e via dicendo.
Ma non faceva  caso per ingozzare i maiali ocme diceva, ma metteva sempre dei discorsi metnre sentivano con i loro cervelli occupati per i premi e la foga di vincere, le varie informazioni, così che penetravano man mano giorno dopo giorno. Voleva vedere se la coscienza poteva essere toccata a piccoli tocchi ogni giorno finchè non vi erano risultati o altro. E così faceva con la gente che prendevano dai gruppi militari sciolti, li teneva con sè insieme ai tre quando serviva perchè guardassero cosa lei faceva di contro il loro modo di fare.
E a loro piaceva quando come Strega, si avventurava nei posti pericolosi per dare la Mano a chi era invinsibile o fuori la società o per portare aiuto al bisogno, senza niente in cambio, e nel frattempo diceva loro "investire nel futuro o il futuro vi investirà" e ancora "siete pronti? siete caldi? avete i muscoli ben scattanti? In questo momento stanno arrivando le rogne a cui desiderio sia data una lezione di vita. Questo mondo è fatto perchè sia una giungla dove cane mangia cane, squalo mangia pescetti e via dicendo. Ossia che chi è in alto schiaccia gli altri. Per loro è così, solo che invece di prendersela con i veri squali della sociatà che rovinano gli altri, picchiano e fanno del male a chi è già niente per questo mondo. Vi ho voluto con me perchè avevo bisogno di voi e le vostre abilità. Ma non per distruggerlo questo mondo, ma farlo rinascere. Tutti voi, come noi, abbiamo avuto una vita di merda che ci ha portati ad essere quel che siamo, tranne i fango dentro. Quelli sono irrecuperabili... ma..! Vi sto donando la possibilità di giocare con dei leprotti che pensano loro... di essere come voi! Correte alla Caccia, e vi ricordo senza morte, o vi frizzo le palle...!" fece eli categorica facendoli ridere, sebbene sapessero che era vero "avete tutti questi spazi e limitrofi, potete prendere tutto l'equipaggiamento che volete... stupitemi! Datemi uno spettacol odegno degli applausi e ammirazione! Voi da me avete ottenuto rispetto, considerazione, ascolto e trattamenti nei vostri riguardi che mai in vita vostra. MI auguro che no bnvogliate tornare al prima... vero?"

Il grosso problema per DOrde, mentre si sistemava l'asciugamano in vita, era lavorare come sempre fatto. Preparare il piano, mandare gl ispecialisti e procedere poi a studiare i cocci di cosa restava. Lei invece no e Milan per come era, si divertiva allo stesso modo, osservare come erano riusciti ad avvicinarsi nei modi più disparati prendendo tutti per i fondelli. Quei due sapevano farsi consiglaire da esperti per i raggiri e come apparire sicuri di ciò che si stava dicendo e a Dorde non piaceva. Lia gli diceva che era solo colpa del suo lavoro e alla mentalità del senza pensare a chi è dalla parte opposta, cosa fa, cosa pensa e via dicendo. A volte il cavallo di troia, gli diceva con un sorrisone, è sempre efficace così il millenario potere della < pesca >. Vecchi luoghi comuni? No, no, affermava lei scuotendo la testa. Verità imprenscindibile e sacrosanta. E Dorde alzava gli occhi al cielo.

NOn sapeva se aveva fatto male a dirle, sussurrlarle, perchè si decidesse a diventare così. "Ma io sono così perchè così gli altri mi hanno plasmata, amico mio!" con aria innocente e sbattendo le ciglia "io sono colei che era etichettata in mille modi solo perchè diversa. io ero colei che subiva di tutto e se si ribellava, finiva tra le altre cose a scuola, nel banco a solo. COme la feccia. E il mio peccato? NOn accettare di portare una maschera, di essere schiacciata dovendo accettare che educazione significa essere la pirla di turno, sentirsi dire cose orribili o vedere come erano dentro quelli di uci mi dicevano < vedi? cerca di essere come lei > e poi erano sol ofalse e capaci di celare il male con un'areola e basta. Ogni volta che entravo a scuola e mi sedevo in quel banco a solo, solo perchè non accettavo di essere niente sotto degli altri... e poi mi dicono perchè comprendo e capisco quelli che si alzano la mattina disperati e vorrebbero far saltare la scuola con insegnanti e stronzi dentro... so io cosa ho passato e come ancora sono. E quindi, se tu mi dici che posso far uscire tutto ciò che si è creato a causa degli altri, a discapito della vera me stessa, eprchè ho capito che neanche qui ocn voi posso esserlo... sei tu, amico mio, il fautore di colei che ti sta di fronte".
E Dorde sospirava. Si lamentava solo di come lei rigirasse tutto, e si comportasse come se ogni cosa fosse uno spettacolo teatrale per sfogare cosa aveva dentro, seppur in parte fosse colpa sua. Ma diversamente da Milan, la vedeva come qualcosa che eruttava come un vulcano.
E di nuovo per lei era lui il solo ad essere troppo abbottonato.
"Dorde, so come la pensi ma... comprendi anche che in questo lavoro hai contro delle persone, cervelli, non animali di cui sei sicuro il comportamento. Cogliere di sorpresa l'altro è il modo per farcela, non cè verso. COn le armi moderne o sei sforacchiato subito o aggiri e sforacchi tu qualche ginocchio, fine ndo la cosa con meno danni. Ma se vai di faccia armi in pugno mostrando le tue intenzioni... "

E la cosa che lo faceva sospirare stanco, mentrte Milan si divertiva come un pazzo elogiandola e dicendole che era stato uno squisito spettacolo come quelli russi, o dei balletti geogiani molto focosi, studiati e con combattimneti. E lei diventava con loa dissociazione l'incubo di molti, lei era l'antagonista centrale. In apparenza,  sembra una persona particolarmente crudele, che si dilettava della morte violenta delle persone che meritava un giudizio e un castigo e si divertiva a giocare a giochi mentali per il proprio divertimento. Anche se a volte assumeva il personaggio di una nobildonna dignitosa e matura, era altrettanto pronta a scavare in mille modi elemernti e situazioni oscene e terrificante, liberarsi  in risate maniacali, e in entrambi i casi con un calibro piuttosto teatrale con tanto di attori secondari intorno a lei e trucchetti ritenuti dozzinali e apparecchiature sofisticate ma facevano il loro laovro.

Tuttavia, man mano che la storia procedeva del loro piano, e smetteva i panni di Veròna alla fine, metteva a riposo quella Personalità, interagendo ocn gli altri in modo differente. NOn era come un politico con una parte che era presa da lui e continuava con ciò anche nel privato. Se sembrava che fosse allo stesso modo, la gente si sbagliava.  Col tempo abbassava sempre di più quella facciata, mostrando un lato più gioioso e leggero di lei creata in anni, finendo per essere ancora legermente fredda ma bonacciona e gioviale come una ragazzina, essendo paragonata da Dorde qualche volta, a qualcuno che lontano da casa come fugge dalle maglie della società e si rilassa, vivendo la giovinezza come doveva la sua età. Ma lei non aveva vissuto veramente certe parti della sua vita. E  Veròna lui la vedeva nel lato disumano come una bambina ingenua che ama giocare con i giocattoli senza la paura di romperli e anche con un potere così grande che a malapena si rende conto di poterlo gestire.  Un essere così terrificante che anche nel mondo spirituale è temuta dal cielo all'inferno, come una delle più crudeli streghe mai esistite su chi merita il peggio, proteggendo e supportando i giusti. veròna, come la plasmò lei dandole corpo! A volte è molto composta e maestosa, un pò come Lia stessa quando faceva la dura e più grande di mente, e altre volte molto ignobile e satanica con risate inquietanti e un sorriso demoniaco. il suo carattere e i suoi sbalzi d'umore erano molto evidenti. Vi erano dei momenti in cui era infinitamente dolce e affettuosa con chi aiutava e supportava e questo er amolto da Lia negli stati calmi,  ed altri invece dove si trasformava nella strega che faceva piovere sangue dal cielo e rivoltava la terra. E se perdeva la pazienza, era dimostrato come potevatrasformarsi in un vero demonio su chi era così marcio che perfino Lucifero, diceva lei, si cagava addosso per lo schifo di certi soggetti. < Cavolo, sembrava impazzita tutta di botto > il commento di alcuni ma Dorde stesso sapeva che era colpa sua. < Dai corpo ai tuoi incubi > diceva, e la rabbia e gli scatti la portavano a chiamare < servi > tutti quanti. Il problema di Lia prima e metteva un pò in Veròna,  era quello di essere accettata, tanto è che alla fine obbliga alcuni ad accettare la sua esistenza come la Punitrice e colei che tiene in mano i fili della loro vita, così come Lia stessa cercava e desiderava per quella che era da altri. < Chi sono io >  Chiedeva sempre sia Lia con tutti che come Veròna,  alla fine. La risposta in quel caso per la  prima < la bomba che sta per esplodere >, per la seconda .

"Benedetta ragazza!" fece l'uomo preoccupato di cosa combinava sempre.
Come il giorno prima. Lui aveva deciso di sostituire il fratello metnre agiva in altri modi con dei clienti cileni, per più giorni e aveva ricevuto una visita dal governo brasiliano. Una donna, un maggiore,  era giunta allo chateau come messaggera per dei contratti di scambio e vendita. Nel mentre avevano il visto libero per fare cosa gli interessava nel paese. Specchietto per le allodole come lei pensava. E Lia aveva fatto cosa lui aveva chiesto, si era abbigliata da militare, donna, con gonna e tacchi. Non lo faceva mai da donna, tranne quando glielo chiedeva o sapeva che chi aveva di fronte preferiva le convenzioni.
la cosa che l'aveva fatta incavolare era...che tutti gli uomini dell oChateau si dimostrarono rispettosi e ubbidienti a questa persona. Si erano preparatiper apparire come regolamento per gli ospiti. File, righe e formazioni specifiche per mostare cosa loro volevano. E gli altri si aspettavano. Perfino le squadre di controllo a cavallo con divise ed elmi ispirati ai carabinieri. "A loro piace l'apparenza e il nostor è lasciare a bocca aperta? EH? Guarda! Dei figurini!" diceva Lia mentgre le divise con tanto di cappe o mantelli giravano a piedi o cavallo o mezzi moderni solo loro. Dorde attendeva nel suo studio, già nervoso di suo perchè diceva loro la gente del freddo è pazza per il freddo, la gente del troppo caldo  pazza per il troppo caldo. Lui la vedeva così, cosa che faceva ridere di gusto Lia. Anche se lo ammoniva di andare oltre il merobianco o nero "ricordi la statua che hai sfacciatamente messo nel tuo studio di pittura? Ecco, quello hai detto che doveva essere un'altra con lo stesso tema, un memorandum che le cose non possono essere come si crede". Avevano discuss molte volte su questo tema. Quel girno lei andò ad icontrare la donna e si fermò, nera di rabbia. Tutti si comportavano come dovevano, sempre, anche con lei! E invece con quella donna tutti perfetti, puliti, stirati, seri e con gesti e saluti perfetti al millimentro. Smosse le labbra inspirando forte mentre i tre dietro di lei ridevano.
Lia giunse in divisa senza gradi, pure quello diceva? e la donna prima la trattò come una recluta ma poi comprendendo chifosse, le porse i rispetti dovuti. Si chiarirono e sembravnao intendersi, alla fine.
Lia chiarì che non portava gradi perchè si aspettava che gli alti irconoscessero il suo potere e posizonesezna doverli sbandierare. perchè era facile guardare che grado aveva un'altro e pensare "devo portargli rispetto perchè è sopra di me e finisce male" ma così non era il rispetto e l'onore meritati. Lei andava oltre certe cose e disse alla donna che per lei era un ospite che valeva quanto il generale o il presidente stesso, senza vedere che posizione occupasse.
Così invitò l'opiste da Milan aka Dorde, dopo aver occhiato malissimo tutti.  poi quando la donna sparì dentro si avvicinò al peggiore e questi le disse che sembrava solo una bambola cresciuta troppo. Venne schiaffeggiato e invece di una ramanzina lei sorrise. SI fece dare da Kovacs un tablet e disse loro di vedere cosa aveva aprto, vedendoli in circolo su cosa stava avviandosi, un video.
Nel mentre Zidgi le portò cosa aveva cheisto, passandole una bottiglia con cannetta o salvagoccia come per l'olio o aceto ma più larga e metnre questi erano impegnati, fece tre volte intorno a loro a cerchio svuotando la bottiglia con movimenti a onde. Qualcuno si accorse dell'odore di benzina che utilizzavano, ma le teste si voltarono quando lei prese un cerino, strisciò la capocchia del fiammifero attraverso lo sfregamento con il fosforo e zolfo controla  la superficie ruvida sul lato della scatola. La fiamma si innescò e quando tutti la fissarono negli occhi, lei fece fare una piccola parabola per creare fiamme che li circondarono.

"Allora... carisssimi!" fece lei girando intorno prendendo da uno dei tre un ogegtto. Un saccoccio di tessuto  comee i vecchi portamonete medievali con chiusura a laccio. Lo aprì e camminando, fissandoli, prese pizzichi e infiammò la benzina che ancora avvampava intorno al gruppetto.

"non posso certo  obbligarvi a rispettare me, e i miei ordini, la mia posizione data dall'altissimo vostro Leader... anche se vorrei capire come potete voi scimmie pensanti vedere qualcuno come l'altissimo da rincogliorvi quando appare... ma togliamo questo... lo scherzetto di oggi con l'ospite... me lo ricorderò. Un conto è non potervi far inchinare perchè non è da me!   ma farvela piangere si!!! Perchè se il leader dà una posizione, si presume che la gente capisca come e perchè e capisca me e cosa faccio... se volete esser stronzi, giochiamo...!!!"

"LIA!!!"

Lia sobbalzò, alzando la testa. Dorde, anche se tutti lo credevano Milan, urlava dalla finestra del suo studio, o meglio suo e del fratello. Ormai lei li sapeva riconoscere da piccole cose, ma se Milan era infuriato e la rimproverava, era Dorde. Quello era sicuro.

"Jd mi diceva che stavi..."

"Sei stato tu a dirmi che dovevo sistemar ela questione e discutere con loro. Non mi ascoltano... visto che non hanno intenzione di calcolarmi, allora è meglio che facciano come i martiri. Si considerano portatori di parola del loro ammutinamento? Giovanna D'Arco is the way!!!"

"Che dici!!" le rispose mentre i capelli gli scendevano ai lati del viso e la coda bassa pendeva "Adesso tu sali, incontriamo insieme l'ospite e... meno male che il salottino dove è servita non affacciava qui. Lia, per la madre! Ti ho sempre chiesto di non fare i tuoi teatrini personali per far penetrare i tuoi messaggi, sai che IO li trovo eccessivi. Torna a come sei, non agisci sempre con diplomaziona?...evita di fare Veròna anche in situazioni come queste... quindi, adesso, sali!!!" dandole come ordine

"Eh, ma allora neanche voi sapete che volete!" lamentandosi e muovendosi ocn le braccia con la polvre del sacchetto a sacco che cadeva sulle fiamme rianimandole "prima mi dite una cosa, se agisco come voglio non vi va bene, Veròna la create e non va bene, se faccio le cose da me no, come le faccio diverse no....! anche voi volete..."

"SALI!!! BENEDETTA RAGAZZA quando sei puntigliosa!"

"Mai una volta che possa stare tranquillo!" fece Dorde andando direttamente all'armadio di fronte il suo letto, aprendolo.

"Esagerato! Gli altri lavorano al tuo posto e hai sempre da recriminare..."

Dorde sussultò e si voltò, tenendosi l'asciugamano stretto in vita, dicendo senza accorgersene "Cosa ci fai qui!"

Lia era stesa simil Paolina Bonaparte del Canova sul letto di Piume di Dorde, non di Milan. Gli appartamentei che tutti presumevano essere di una persona sola, in realtà erano per due. Quindi Appena entrati dalla seconda porta del piano, la zona privata di Milan, si aveva a sinistra la stanza armadio con tutto ciò che aveva, da scarpe ad accessori ad abiti e completi più di pregio di quelli negli armadi di fronte i letti. DOpo il salottino vi erano la stanza di Milan, poi si passava in quella di Dorde ma nessuno lo sapeva, e poi il bagno era l'ultima stanza in fondo. E per raggiungerlo bisognava passare davanti il letto di Dorde, anche se era Milan e il fratello non cèra. Seppur le porte, nessuno di loro passava per il corridoio ma dalla porta comunicante a due ante.
Lia aveva sempre detto la sua su questa cosa, ma a loro andava bene così, era raro che fossero insieme, i due fratelli, e quando cèrano Dorde si nascondeva camminando non per i corridoi, a meno che non fossero ben preparati da agire nello stesso momento evitando di far capire qualcosa, quindi uno faceva una cosa e l'altro si presentava come Milan, o il maggiore sfruttava i passaggi segreti per muoversi nel grande edificio senza essere visto.

"Che razza di domanda! Ero venuta per un saluto! Bel modo di accogliermi! E poi..." fece lei scendendo e andandogli incontro di botto, e gli strinse le braccia al collo al settimo cielo "Questa mattina ho trovato delle cose che il pasticcere ha chiamato Semla e Vínarterta. Ha detto che la colazione di oggi era un test per dolci da servire agli ospiti alla festa e..."

"Si..." cercando di slacciarla dal suo collo ma difficilmente "e come ti sono sembrate..." ma lei al solito saltellava contenta quando era su di giri per qualcosa, facendolo con Jd, Milan, Lui, perfino Lubo, facendogli venire lo scossone a ogni saltello, sempre stretta

"a vederli sembravano tipo zeppole ma più piccole e più colorate, e la panna, o altri gusti e decori e quelli che sembrano goielli!!!... e poi quella strana torta bicolor a trati!! Li hai provati? Davvero sono svedesi??!??"

"OOH" si inalberò lui facendo stranire lei che slacciò l'abbraccio e lo fissò senza capire "camlmati per favore e stai buona, ed esci per ora!" voltandole le spalle

"E perchè!?! Che succede, stai male? ero venuta per..."

"Ti sembra il momento?" fece lui come se indicasse una cosa ovvia allargando le braccia indicandosi

"E quindi?" fece lei inclinando la testa curiosa fissandolo con l'asciugamano e i capelli sciolti "sono passata a salutare ieri Milan di prima mattina e non..."

"Beh, ora vorrei che tu aspettassi fuori! Milan è Milan, e tu sei tu e... aspettami!"

"Ma avevo portato delle cose nella borsa di là che..."

"Lia!"

"Mi spieghi che problema cè? Qualsiasi situazione fosse non mi avete mai detto niente, anzi abbiamo parlato e discusso..."

"Mi fai cambiare? Vai..." insistente e senza più pazienza

"EHHH! tutti pudici e poi dicono di me, però... come se l'uomo avesse chissà cosa da celare rispetto la donna, che devo sentire! Come le altre volte non avrei mica guardato, come se non avessi con te e Milan, guardato negli occhi perchè non mi interessa niente del maschio" sbottò lei guardandolo come offesa per poi voltarsi e gettarsi di schiena sul letto con i piedi verso la porta "Va bene, guarda! Mi metto così e per fare la corretta,  mi copro anche gli occhi, guarda...!?!" fece come a prenderlo in giro, sistemandosi di schiena come un gatto che cercava la posizione e poi coprendosi gli occhi, sorridendo.

"..." lui sospirò e si apprestò a cercare qualcosa da mettere "questa tua mania di spiaggiarti come una foca sui nostri letti...! Seriamente..."

"Siete voi che avete problemi. Questi letti a piume, e sono felice che siano da animali morti, mi sarei incazzata molto se erano da spiumaggio di soggetti vivi... mi è bastato vedere quei video di orrore di cosa fanno a quelle bestie più volte, da vomito... e sapendo che..."

"sapendo...!" fece lui non credendoci "stai parlando di letti di uomini. Cosa ti fa credere che ci dormiamo solo" scherzando come sempre ma questa volta serio

AH AH AH" rise lei divertita "rispetto gli uomini intorno a noi, almeno adesso vanno alla casa della Seta, voi non state certo qui con qualcuna... e meno male!"

"Altrimenti non entreresti, lo so"

"EH!... e comunque anche se Milan è più attivo dei nosti uomini stessi, non viene qui e di certo non tu. IN questo momento sono un letto rifatto poco fa, mentre ti aspettavamo dal volo notturno,  con lenzuola e fino al copriletto nuovi di lavanderia..."

"E lo sai perchè hai controllato il procedimento di pulizia o non saresti lì sopra... ho capito" fece lui indossando fino alla camicia mentre lei dondolava con i fianchi coprendosi ancora gli occhi

"non sono mica scema! E comunque io ho un concetto diverso dei letti rispetto a voi"

"Che in pochissimi, penso, farebbero... pensare il letto come luogo di riposo non solo per dormire ma rilassarsi ma ambiente intimo ma nel tuo senso... "

"la gente ha un senso del rilassarsi completamente diverso. Cè chi considera il sesso rilassarsi... e convididere l'intimità, quella che loro considerano tale. Io no! Per me condividere un letto è tutto fuorochè quello. Solo con chi ho più confidenza condividerei il letto, e non intendo stare qui sopra" fece lei rotolandosi fino a mettersi sulla pancia, pogiando il mento sui palmi, stando sollevata col busto a ridergli tranquillamente.

"Tu sai che questo modo di vedere le cose..."

"Cosa... è infantile?"

"Affatto. Così come il tuo desiderio di avere il tempo di quacuno e quindi condividere quella che per te è la vera intimità di una persona con qualcuno, non è infantile. Solo il bisogno di ricercare e sperare in qualcosa che ti è mancato totalmente e che brami..."

"bramavo! Molte cose ormai non hanno piùsenso, ormai è tardi.."

"Comunque non è infantile voler condividere dei luoghi con chi consideri importante o come lo consideri, ma non puoi pensare che anche gli altri la vedano così! Sei sempre stata sola, prima per gli altri e poi su tua decisione, non intendevo infantile, ma di norma tu lì non potresti stare, visto che il letto è mio..."

"AH-ha! cosa mi stai dicendo di grazia, Dorde, perchè mi sembra che la tua sia una frecciatina..."

"..." fissandola metnre sceglieva calzini e abbottonata la camicia, frugava per decidere che mettere poi "voglio dire..."

"Oggi metti uno spezzato! Sembra sempre che tu debba sposarti, sei meno sgargiante di Milan, per fortuna, lui indossa abiti dai colori sparafleshanti o damascati che secondo me lo attozzano!"

"mph!" fece Dorde non contenendosi, ogni volta no sapeva perchè ma a ogni sua esternazione gli veniva da ridere

"Sono seria!" fece lei nel suo modo quasi infantile di rispondere quando prendeva in giro "non lo slanciano ma lo rendono... tarchiato? Rettangolare?"

"Rettangolare... "

"Almeno tu hai completi che secondo me sono molto più.... meno... i usoi sono eleganti e di ottima qualità, gli starebbero bene se non fossero colori così... meh"

"E immagino che tu glielo abbia detto"

"Sempre..." salzando gli occhi al cielo, dondolando le gambe in maniera giocosa "ma non sente! sembra pronto per i balli in maschera per quanto mi riguarda, quando si mette quei tessuti, per un ballo in maschera a Venezia...comunque se ti da fastidio che io stia qui sopra, scendo..."

"..." la fissò togliendo gli occhi dalla selezione di abiti appesi, con un 'epressione che fece sospirare lei, scendendo dal letto come urtata ma facendolo come un'attrice di Burlesque sorridendogli cattiva.

"Lia... so che abbiamo chiuso quel discorso in macchina e vorrei..." ma si fermò guardando oltre l'anta aperta perchè qualcosa di fastidioso come un trascinamento rimnbombava per la stanza.
La vide tirarsi dalla stanza di Milan una poltroncina dalla cornice in legno e imbottitura a bottoni ben gonfia fino all'angolo tra la porta e l'armadio. La trascinava entrando lei dalla camera del fratello dal didietro e strattonandola da un bracciolo rigido.
Quando ebbe finto e posizionata dove voleva, vi si sistemò con il sedere sulla seduta, le gambe sul bracciolo vicino la porta e la testa all'indietro sull'altro, a guardarlo all'incontrario.

"Potresti evitare..." fece lui come scocciato "lascia stare!"

"Cosa cè? Sei diventato assurdo. Sul letto no, sulla poltroncina no, e se vengo a salutare avete tutti i problemi... ma prima non accadeva!"

"Dopo la doccia? Cambiandomi?" stringendo le ante dell'armadio

"E' sempre stato così!" fece lei senza capire

"E' solo che ti comporti in un modo..."

"E sarebbe? Cosa ti turba? O ti disturba?" enfatizzando certe parole, continuando a guardarlo all'incontrario ben sistemata e dondolando le gambe, le braccia una sopra la spalliera e l'altra nel vuoto

"A volte non so se ti preferisco arrabbiata e come una matrona cattiva e... o chiudere gli occhi e lasciarti fare quando ti vengono questi momenti..."

"Momenti... che sarebbe adesso? Dorde, mi offendi! Mi stai dicendo che per come sono, se mi metto così... cosa! Cosa ti turba? perchè quella faccia?"

"Non mi abbracciare più! E... Chiuditi la camicia per cominciare!" fece lui rimproverandola

"EH?" fece lei come un verso sollevando la testa per guardarsi "EEEHHH! Ho un paio di bottoni aperti del colletto, che si vede!! Sei serio?" domandò sfrontata, chiudendo solo uno dei bottoni, lasciando il colletto aperto

"Ti vedevo da qui alla pancia, contegno ragazza!!" avvicinandosi per aprire l'altra sezione a doppia anta dell'armadio vicino a lei alla ricerca di qualcosa, nascondendola alla vista

"grazie! per poco non mi battevi l'anta sulla testa. NERVOSETTTOOO!" facendo la gatta morta con la vocina dolce "non credo proprio che potessi vedere qualcosa perchè sai che non indosso solo camicia di questo periodo, quindi taci. Bugiardo!!"

"..."

"tu e tuo fratello siete uguali, non sapete decidervi per cosa mettere, che santa pazienza!" fece lei saltellando in piedi e raggiungendolo, infilando la testa sotto il suo braccio, ancora sulle ante a tenerle, sbuffando contro gli abiti "guarda qui che hai dentro e sei peggio di una donna. Io faccio in pochi minuti, voi due invece..."

"Tu metti abiti comunque simili e semplici, per un uomo vestirsi ed essere presentabile è..."

"AH AH AH" rise lei di gusto volteggiando a braccia aperte dietro di lui "cosa devo sentire! Ti sei mai messo un bustino da donna? I tacchi alti? Le parigine o calze con chiusura sulla coscia che seppur moedrne e con bordo in silicone, sono un fastidio? La coppetta? I reggiseni? I..."

"Ho capito! Ma non hai idea tra donne e uomini, un uomo quanto..."

"SEH SEH, ma taci! Cè una cosa che mi fa ridere invece... il fatto che scambiandovi restate un minimo voi stessi e...chi ha occhi però, è divertente quando le donne con te cadono in brodo di giuggiole per come appari, mentre quando poi ti sostituisce Milan, lui che è più frizzante "ridendo di gusto "coem quel primo giorno qui, che incontrai TE al municipio e poi nello studio, quando mi desti quelle siringhe, ma al mio ritorno era Milan a tirare d'arco e parlarmi come un ragazzino, raccontandomi la sua vita... e si notava la differenza. .."

"Era nascosto ne passaggio segreto perchè l'avevo avvisavo che tornavo di corsa e ci siamo scambiati d'abito velocemente prima che tornassi..."

"Buffoni!" gli fece come un sussurro all'orrecchio "Anche dal fatto che tu tieni una voce come... mh... un doppiatore, nel senso che siete simili anche in questa ma tendi a farla calma, bassa, decisa e alle donne dicono piace, mentre lui è più... frizzantino! E vorrei tanto vedere le facce delle donne quando si trovano lui al tuo posto la volta dopo, e lo vedono come è anche se, cè da dirlo, le accappotta tutte comunque... ma è troppo divertente quando sono prese da unoche pensano sia, e si riaspettano, questo Marcantonio affascinante... mh forse con voi no, sembrate diversi da apparire più come...meno... " facendolo restare imbambolato con la testa a fissarla metnre lo decretava come opposto al significato del termine perchè seppur con muscoli aveva l'aspetto di un nobile elegante"comunque, si apettano te e poi... ecco il vulcanico Milan, riconosciuto in lungo e in largo come eccentrico per certe cose! Perchè non posso usare una mosca per vedere!!!" fece lei divertita

"..." brontolando senza lei capire cosa dicesse

"E mi sono immaginata, sai, quando loro parlavano con te, voi... e dicevano...< Potrei sapere adesso chi sei? Con chi ho l'onore di essere in due?
Io sono il poeta Milàn. L'aria lieta in questa vità!" iniziò lei a imitare quel musical facendo voltar e Dorde a fissarla, mezzo scocciato ma mezzo divertito, menter si esibeva, conoscendo e fissando le prove al teatro, quella rappresentazione,  finchè non gli si avvicinò cantando a lui facend doppio personaggio " Ah, si? Tu che vivi di poesia. Tu che leggi e scrivi saprai Milàn che nome è... Ma che nome afoso, che ha.…Chi lo porta? chi mai sarà?" girando intorno a lui come un'attrice poggiandogli smepre le manisu spalla e schiena " E' colui che amo e amerò. E' latino sai, detto tra noi , MIlàn è la luna e adesso lo sai..." cantando quel brano del Musical di notre Dame, che le piaceva solo come base, e Dorde abituato a sentirlo anche da Jd che lo suonava, mentalmente senza volerlo, seguiva con in testa il motivetto "Chi mai sarò l'uomo che mi attrae, se prima credevo fosse diverso..." prendnolo in giro ma lui niente, fissava rigido i capi davanti di nuovo, le mani sulle ante, da un pezzo

"Dorde!!?!! ci sei???" fece lei vedendolo ancora e sempre fisso davanti l'armadio con le mani sulle ante per tenerle aperte, non guardandola"IIOOOOHHH IUUUHHH Io sarei qui!!!" muovendo la mano vicino a lui

"Che cè? Che hai?" chiese lui voltandosi col viso arrabbiato verso di lei

"Tu non mi consideri, per poco sono sicura non mi cacci via di nuovo... e io che pensavo di andare a fare qualche scherzo ad Alaric ma adesso non mi va...."

"Quale questa volta?" allontanandosi per andare oltre la sua stanza verso l'armadio-cabina all'inizio della sua sezione, quella bella stanza solo per contenere i loro abiti, scarpe e ogni accessorio imamginabile che non entrava negli armadi. Lia restò ferma dove era, ridendo malignamente mentre lui proseguiova dandole sempre la schiena e sparendo stanze dopo passando per ogni stanza dalle porte comunicanti.
COme per Milan, fissò le due sezioni aperte e prese ciò che pensava gli andasse bene e lo sistemò su un lato del letto, quello verso il bagno, mentre Milan entrava dalla porta opposta e di fronte.

"Che fai... " fece lui col broncio

"Mi sembravi... che è quella roba?"

Dorde posizionò il gancio della gruccia sopra gli abiti in una sezione dell'armario, inserendo il gancio sulla barra. Si voltò e guardò lei che addentrava un'unghia ridendo divertita.

"Non metto quello, oggi devo..:"

"per chi è quel completo? EhHHH???" muovendo le sopracciglia nel discorso con fare complice e divertito

"IN che senso?"

"ma come... questo completo è uno di quelli migliori che tieni di là. Un bel blu elettrico con tutti i rilievi e ricami sbrillucicosi a swirl e..."

"è solo un completo elegante..."

 "..." ridendo "troppo di classe, e fine, e raffnato con i ricami per tutta la giacca e panciotto. Davvero bello e particolare, ma non per ogni giorno... a chi devi apparire, tirato a lucido?" avvicinandosi a lui coe per sentire un segreto

"nessuno! Oggi voglio mettermi questo"

"Ahhhhhh! Mh...Cè una cosa che mi osno sempre chiesta..."

"cosa..." stancamente mentre preparava la camicia con il coleltto adatto alla giacca con collo coreano, pronto a cambiarsi

"Vedi, mi domandavo anche da quella discussione in macchina...."

"..." lui alzò gli occhi ma non la fissò di nuovo in nessun momento

"se Milan ha il casotto da caccia personalizzato... pacchiano!" bofonchiò in segno di fastidio, cosa che fece ridere lui "... ed è il luogo dei suoi tête-à-tête, il tuo qualè?" fece lei buttandosi di schiena sul letto con i piedi verso l'armadio, ridendo nel vederlo agitato per gli abiti distesi vicino a lei che sobbalzarono

"LIA!! "

"Cosa...! per i vestiti o per la domanda? Me lo son chiesta, visto che ti nascondi e... hai qualche stanza segreta? Usi il tuo studio di pittura? Sei come famosi pittori, tra cui Picasso, che si faceva carrellate di donne una appresso all'altra metnre... sopra la tua testa le persone ignare riflettono e pregano nella Casa delle Lapidi senza invocare un dio?" muvendo le mani come se stesse castando un incantesimo come nei film

"Lia..." scocciato e agitando le braccia come per calmarsi "vuoi alzarti? devo cambiarmi, forza, fuori!!"

"Uh!" fece lei offesa  soffiando via aria gonfiando le guance come stanca"cosè ora questa cosa del pudore... e poi dite a me! Non si può...!"

"Vai!" perentorio dandole le spalle "non cèrano i test di David di... OUH"

Come una valanga, mentrte parlava, si era ritrovato lei ad aggirarlo per andargli di fronte, così da investirlo come una sorta di abbraccio con braccia al collo,  facendolo rovinare sui vestiti. lei però non era andata giù con lui ma rideva e fissandolo gli diceva "Uhm, a vedere avevo ragione io! No, il blu non ti sta, oggi verde!"

"Che cosa... Ah!" fece lui prima adirato da volerla rimproverare e poi vedendosi gettare sulla testa una giacca verde oliva con decori meno raffinati, e più sul colletto e bavero sul classico.

"Mh... direi spezzato, quindi questi sono... EEHH!" espirò lei di colpo

Dorde arrabbiato nero,  la prese con un braccio intorno alla vita e la sollevò, mettendola gentilmnete ma con velocità davanti la porta comunicante tra la sua camera e quella del fratello e la rimproverò.

"Basta!!" veedndola voltarsi calma e composta con un sorrisetto  da truffatrice e gli occhi su di lui ma il viso un pò abbassato, come faceva quando combinava qualcosa o si divertiva "so bene cosa stai facendo.Con noi tutti qui sei così ma basta con me! Ti stai vendicando..."

"NO!" fece lei come fosse ovvio e dopo averla squadrata socchiudendo gli occhi  si arrabbiò ancora

"Allora lo fai per provocarmi e studiarmi. Non farlo con me! Ti avevo chiesto di.... la smetti!?!" fissandola malamente mentre questa con le mani dietro la schiena si ruotava un pò col busto come facendosi i fatti suoi "non importa cosa fai, non farlo. Sei più aperta e tranquilla, e questo va bene, meno tirata e scontrosa, ma non...Fallo per rispetto, non scherzare con me. Se lo facessi a MIlan lui..."

"se la ride! Siamo amici! Scherza con me per tutto...non pensa certo che ci provi ocn lui" ridendo come se fosse una cosa assurda "con lui non serve, non funziona perchè lui come i nostri cavalli addestrati, sa quando è il momento... è mio amico ma non mi sento di spiengermi a tnato, come il trucco per capire se avevi le lentine, quello non lo avrei mai fatto con lui..." mentre lui cambiava faccia "e comunque penserebbe che al solito sto provando qualcosa per Veròna e si divertirebbe a darmi i suoi pareri... E' stato lui a dirmi che..."

"NOn voglio sapere!" andando sulla sua soglia e prendendo le due ante della porta pronto per chiudere

"non mi hai fatta finire..."

"Dorde è infantile, allegrotto e..."

"OOOOHHH! Stai usando un mio elemento ma nel modo sbagliato! AH AH AH !" ridendo divertita, per poi afferrare i bordi delle ante e fissarlo negli occhi "allegrotto non è inteso di solito qualcuno come Milan, che ama diveretirsi e tutto ciò che figoso, quando non ha ragazza vicino. Allegrotto vuol dire altro..."

"Quel che è! Lasciami solo!"

"Mh! detto da chi entra nella mia camera..."

"SOno entrato solo due volte" parlando dallo spiraglio delle ante come per dire che non valeva

"... tre!"

"Eh..." confondendolo finchè non si mise a riflette e ammise "Tre.... ma solo la prima volta a sorpresa, ho sempre bussato, IO..." le disse in tono paternale di rimprovero per dirle cosa doveva fare

"QUindi gli amici come noi non entrano senza bussare? Io pensavo di si, e fissandoli mentre..."

"E' successo quella volta per studiarti quando non cèra nessuno in giro e fu solo quella notte, e ancora me lo..."

"Non so, a te piacerebbe se io entrassi nella tua stanza la notte e mi sedessi davanti a te a fissarti?" con un tono e volto complottari

"Vuoi farmela pagare per le..."

"Sarebbe uno scherzo, ma qui vengo e resto con voi per amicizia e perchè mi va! Vengo volentieri. O non verrei, ma lo sai. Così come ti ho colto di sopresa con quello scherzo per vedere le lentine perche sapevo che tu non eri Milan, perchè con te no ho avuto problema ma era solo appunto per..."

"E NON FARLO PIU'" facendola sussultare per poi fare sguardo arrabbiato come quando si spazientiva

"Voi uomini siete davvero impossibili!vedete robe dove non ci sono....vi sembra sempre che le femmine lancino segnali, percepite cose... vedete cose! Voi uomini pensate di avere il pisello d'oro e che valga tutto l'importante che voi due siate soddisfati..."

"Di cosa parli" nervoso, setnendo il telefono che squillava ma lasciandolo fare a vuioto

"Milan e con lui Madame, hanno questa fissa di trovare amici a tutti, e intendo in quel senso. Facendo come farebbe un maschio con una donna gay dicendole < senti, io so che se provi con me, cambi idea subito >. Ma io sono io, io ho i miei motivi per non volere nessuno..."

"E hai il tuo modo di pensar ele cose, lo so, ora mi lasci..."

" ma sono stupidi entrambi! Si, almeno tu riconosci che io sono io e cè un perchè dietro le cose, e una di queste non mi fa provare neinte....se io avessi sentito qualcosa o deciso che desideravo il pisello d'oro di qualcuno, non avrei certo aspettato gli approvcci dell'altro, questo lo sai. Non me ne sarei fatta problemi così come entrare e dire e facendo io.  E poi che ci voleva a dire dei segnali, come < vuoi essere il mio pancake e io il tuo sciroppo d'acero>  oppure ancora, ti va di pensarti  lo scoglio e io la sirenetta? Milan per  scommessa li ha usati e... non so come cavolo abbia fatto a vincere comunque! Milan ci ride sempre su questo e..." fece lei sconvolta dalla cosa grattandosi la testa, finchè no fece un salto

"..." fissandola in un certo modo, chiudendo la porta così forte da farla spaventare"... adesso vengo, vai..." dall'altra parte

"Ma non cè niente che mi sproni in questo con nessuno, quindi se prima nessuno di voi faceva problemi, perchè adesso? NON VI SIETE MAI FATTI PROBLEMI ANZI, mi chiedevate per discutere le cose tra un viaggio e l'altro di stare con voi e ce ne fregavamo di tutto!!!! Siete venuti da me, io da voi, siamo stati insieme tantissimo tempo senza problemi ne pudori, a passare il tempo insieme in mille cose e... e ora mi cacci via?!? Mi devo arrabbiare!?" alla porta chiusa

Dorde si passò una mano sulla faccia e si affrettò a vestirsi. La sua parte originale, la lei interiore,  non aveva i concetti di tutti gli altri su vicinanza, intimità e tutto ciò che lui cercava di tenere saldi. Anche se prima così come suo fratello e Jd, non aveva avuto questioni a cambiarsi davanti a lei, o con lei ad aspetttarli mentre si facevano la doccia nelle stanze, anzi, con lei era sempre stato tutto c osì naturale come con una sorella co cui si ha un'affinità da sempre su tutto da essere la complice e amica numero uno. . Era diventata una cosa normale per loro come se fosse una di loro. ma... Se erano amici più che con Dorde e Jd da parte di lei,  lavoravando più loro insieme tranne quando tornava dal generale, era impossibile starle dietro perchè on riusciva a gestirla. E la questione era la facilità e tranquillità con cui si comportava, la semplicità che era rispetto quando era di malumore, arrabbiata e simili, con loro come pari e simili, che era diventata difficile da un pò, per non verrla sponetanea e forse spumeggiante. cosa che lui no nsapeva gestire. Non sapeva descrivere quel suo lato, ma era troppo allegro e... come definirlo? Che la preferiva fredda, calma, pacata, rilassata ma pericolosa.
Da quando aveva mostrato le sue carte e capito l'inghippo suo e di suo fratello, avevano fatto un accordo. Sarebbero stati loro stessi se da soli e niente più trucchi o segreti. E lei lo stava facendo, ma il suo sè interiore nascosto che usciva fuori con lui, era troppo diverso da quello che lui accettava nelle persone. Si era accorto che stava solo sfogando anni e anni di solitudine e repressione tutta in una volta, ma non era abituato e sapeva, come gesitre qualcuno come lei totalmente al contrario di una perosna,e  ragazza, normale. E i suoi comportamenti seppur sinceri e naturali, avevano elementi diversi dal normale, per lui, che gli rendevano difficile trattarla e starle vicino perchè tutto era cambiato troppo velocemente, e lei era sempre entusiasta e pronta agli scherzi, spumeggiante. Senza la corazza che aveva messo e la rendevano la Lia seria e dura, cèra qualcuno sotto che era troppo per uno come lui da gestire. Una cosa era quando lo era con Jd, Lubo, Alaric e altri come quei quattro. Era sponetanea e naturale si, ma come un vulcano in eruzione su mille cos eche non ci si aspettava che lui si sentiva incompetente nel vederla in quel modo e...

Dopo essere arrivato alla camicia, si fermò con i brividi. Strani rumori nella camera di suo fratello.
Dubbioso corse alle sezioni della porta e le aprì, scoprendo Lia che faceva qualcosa tra la testiera del letto e la parete del fratello.

"COSA FAI!!" la rimproverò scioccato "se Milan scopre che gli hai..."

"Come se io potessi rovinare qualcosa!"

"... ti uccide!"

"Oh!" facendo la scioccata e ingenua "io pensato che volessi farlo tu!"

"COSA?!" NO! Avevamo detto in macchina che non..."

"Prego, dimmi...." fece lei monella metnre verso la pediera spingeva il letto verso il muro di nuovo

"Cosa stai facendo, che hai fatto?"

"NON ANDARE!" fece lei preoccupata e Dorde senza i pantaloni la aggirò e andò a controllare nel putno dove era lei prima, fissando lo spazio tra testiera e muro possibile mentre erano addossati

"Cosè quella roba che hai messo?" alungando le mani per tirare di nuovo la testiera ma toccando i cuscini,  e spostandoli per avere maggior gioco con le braccia, da sotto di questi saettarono in aria delle cos ecolorate. Dopo un salto che lui , e le risate di lei, vide quei papercraft cinesi che dopo averli incollati e completati si piegavano e appena si toglieva il peso di sopra, saettavano cmoe molle per tornare in 3d.
La vide ridere di gusto e la fissò adirato.

"Cosa..." fece lei buttandosi sul copriletto di Milan con le mani sul mento reggendosi sui gomiti e le gambe che ballavano "avanti, dimmi tutto, sono qui attentissima!"

"LLIIIAA!" andando verso di lei arrabbiato per prenderla ma lei rotolò via e si portò dal lato dove lui era prima, facendolo diventare furente

"Ti avevo chiesto di regolarti un pò!. Ti tenevo buona bonariamente e chiedendoti di contenerti...!"

"contenermi per cosa? Neanche ti sto saltando addosso" con un sorriso carogno

"NOn farlo! Avevamo promesso...!"

"Mh!" fece lei sedendosi su un angolo del letto e accavallando le gambe "se non sbaglio, e rinfrescami la memoria, tu stesso oltre tuo fratello avete detto che io sono sfaccettata come carattere. E la me originale cè... nel profondo. E tu sai che la parte che si mostra tua partner fedele e matronale, come mi definisci, è una parte del mio carattere, venuto fuori per odio e rabbia... "

"NOn è vero, in parte anche quella sei tu! Anche quella sei tu! Ma da quando abbiamo deciso di essere noi stessi senza maschere, sei impossibile! E stai andando oltre..."

"E mi dici anche che non accetti l'altra parte di me, l'originale...? Quando prima ti ho fatto compagnia a discutere di OGNI Cosa senza problemi pure enlla zona delle vasche giù? hai bevuto? Ti sei drogato?"

"Non è questo. E' solo che ho l'impressione che tu stia sfogando anni di repressione perchè sola in modo troppo ricercato e volutamente esagerato, non affettato come quando..."

"..." facendo il gesto italiano con le mani a goccia e le labbra in una smorfia come per dire < ma che stai dicendo > "E cosè che ti turba? Parlami, siamo amici...usa il linguaggio umano perchè a questo serve!"

"Ecco! Siamo amici, calmati un pò!"

" ma calmarmi da cosa! Non ho fatto neitne! Stavamo scherzando fino a poco fa!" lei sbattè le palpebre alcune volte come non si aspettasse ciò, aggrottò le sopracciglia e fece un broncio offeso. "Mi stai dicendo che la mia parte vera, originale, ti urta perchè... cosa, infantile, sfacciata, fa qualcosa che a te non garba? Cosa...!"

"Vorrei che evitassi certi atteggiamenti, basta! Non andare oltre..."

"Prima vorrei chiederti una cosa...  hai forse dimenticato le volte che ci siamo fatti compagnia, e parlo con te, non di Milan...che abbiamo passato in quella stanza di là, quella... ricordi" indicando la camera di letto di lui "quando mi dicevi spacciandoti Milan o lo faveva lui, che non usandola la tenevi da parte SE saresti mai venuto, e  mi facevi usare quello stesso letto per stare comoda mentre disctevamo con i tablet e i computer, studiavamo le cose, vedevamo filmati e..."

"non..."

"secondo parole tue, perchè è per il tempo passato insieme che ho capito la magagna di voi due, ti piaceva la mia compagnia e non ti dava fastidio che usassi quel letto per stare comoda, perchè le piume sulla trapunta... ricordi che mi dicevi che era intonso e per il caro fratello ma lui non veniva mai, dallo strano nome di Dorde, e che abbiamo giocato a scacchi, altri giochi di logica e strategici, preparato piani, discusso di ogni cosa senza problema..." snocciolando indicando con le dita davanti a lui

"Si, lo so, lo so..." fece lui voltando le spalle

"EHI, non andare. Milan lo sa che quando fingevi dormivi nel suo letto e chissà!!! magari dopo che me ne andavo, quel letto, ti ci infilavi? EH?" come ad accusarlo, ma per vedere che diceva

"MA NON....!!!  Non urlare!!" fece lui tornando come un pazzo verso di lei cercando con le mani di zittirla, correndo poi sempre senza pantaloni alla porta verso il corridoio e chiudendola "sai bene che gli uomini sono pettegoli peggio delle donne, sono peggio,  e se sentono qualcosa, ci ricamano sopra... "

"Uh, adesso ti brucia, eh?!?" lo perse in giro

"Ascolta bene..."

"No, ascolta TU! Lo trovo offensivo il tuo comportamento perchè mi stai dicendo che come sono normalmente, la me vera, non ti piace! Serio serio? Tu che mi dicevi di far uscire... ME!?!" battendosi le mani sul petto senza far rumore "Quello che non capisco è che cavolo ti succede! Perchè non posso essere più me stessa con te? Lo sono anche con Milan..."

"NOn è la stessa cosa"

"..." fissandolo malamente "parla, usala la bocca, parliamo sia in inglese che italiano, anche russo, ma non dici mai le cose chiare!! E' da un pò che ti da fastidio se io..."

"fammi vestire e poi... poi ne parliamo..."

"Ok, va bene... vestiti e ne discutiamo, anche se è sempre come abbiamo fatto e..." seguendo e parlando animosamente con le mani come f aceva sempre

"NO!" voltandosi appena superata la soglia della sua camera "tu resta lì, im cambio e vengo..."

"..."

Lei rimase con la bocca aperta sconvolta, mentre lui cercava di rirpendere le ante della porta aperte per chiudere, lasciandola fuori, nella camera del fratello

"Sei serio!? per me non ci sono problemi, che vuoi che sia ma... dicendomelo così? Che sono Attila che ti devasto la stanza? NOn siamo in twilight dove i vampiri fanno sesso devastando le camere..."

"fammi vestire e vengo"

"e da quando mi cacciate fuori solo perchè vi vestite! Io vado, ma mi stai cacciando come se avessi fatto chissà che... Da quando siete pudici... cosè ti sei fatto di steroidi e hai la mastite? Hai seno di fuori come una donna e devi essere tutto vestito? Hai cambiato sesso e..."

"shh" fece lui allungnado le mani sul suo viso per zittirla "dimmi che non stai giocando di nuovo come fai, anche se è una cosa che per te è d'amicizia e intima, con qualcuno con cui ti fidi... ma no! Quando mi cambio, resti lì, ok?"

"Con quale piede ti sei svegliato stamattina?"

"FAMMI VESTIRE!" le fece urlando lasciandola fuori sbattendo le porte

Silenzio dall'altra parte e lui corse al resto degli abiti.

"Oh nando, esci fuoriii!!! Mi stò rompendo daiiii! Se non vuoi uscire te, eddai esci, te ne stai dentro ormaaaaiii!!!"  fece lei alla porta, cantando, in italiano e lui rimase con la cravatta solo messa intorno al collo a sentirla punzecchiare, giocosa come faceva solo con le persone per lei vicine, facendogli gli scherzi. Sospirò e alzò gli occhi al cielo.

"Resta lì!"

"OK CIAAAOOO!" con un colpo alla porta sempre cantando.

"Se ne è andata nel salottino..." pensòl a voce alta lui, sospirando rilassato

Passarono minuti, passi ovattati

"Per favore, so che lei lì' dentro! La gente si stà chiedendo dove sei!!" mentre lui fissava la porta sorpreso ma ridendo, non risuciva molte volte a non ridere su cosa lei combinava, fosse stata un'altra era infantile e scioccherella, anche fastidiosa ma lei mischiava serietà a gioco ed era solo comica ma lui non poteva reggere "Mi dicono che è solo una fase, è il malumore del giorno, non badarci... sono proprio qua fuori per te! E tu mi chiudi questo legno quando prima non era così..." cantando una canzone diversa

"..."

"Nando, sono distruttaaaaa. Dove cacchio sei finito?!?!? Io sto cercando di essere forte per due, e te..te ne freghi, fammi entrarrrhhh....."

"mph" ridendo metnre ancora si vesitva, per non ridere andava così lento che pareva stare a sistemarsi da ore

"lo so che anche tu sei solooooo! E insieme andava tutto beeeen! Allora smuoviti perchè, se non vuoi tornare a come eri, io sono qua fuori ancorrrrhhh!" cantando

"sempre teatrini! Non ti avevo chiesto di aspettarmi fuori? Non eri andata nel salottino?" le disse fingendo di essere arrabbiato

"MA IO SONO FUORI!!!" fece lei offesa "Per me va bene aspettare nel salottino ma cè modo e modo! se è così allora..."

Lui corse a  sistemarsi davanti lo specchio, così da farla smettere di scherzare e prenderlo in giro. Ma appena fissò bene la cravatta prima di mettere gli accessori nel taschino della giacca, sentì la maniglia abbassarsi. Voltandosi uno spiraglio era aperto, perchè non aveva chiuso a chiave e la vide solo fino agli occhi e faceva capolino. Lui fermandosi, iniziò fissandola come rimproverandola.

"Dico solo che se le cose stanno così, non vengo più e non parliamo più, e non ti aiuto più, anche nel vestirti che ti sei messo proprio quello che oggi non ti stava!! Se mi dicevi in altri modi e termini < guarda, vediamoci al solottino, lo preferisco perchè per ora... preferisco così. > o ancora < mi piacciono i letti sistemati e non abusati, incontriamoci di là > e io non avrei  mai più maltrattato il tuo letto! Come nei film con gli avvisi sui cosi non maltgrattati, te lo lasciavo intonso e mi godevo un tè e dolci di là... O altri modi per dirmi che ti sentivo meglio e a tuo agio in ambienti meno intimi... e io, capito!  E poi non ti faccio più entrare da nessuna parte dove sono io, come camera mia,  e non ti chiedo più e mai più di chiudermi i vestiti e i lacci..."

"Siamo a questo?" fece lui mezzo ridendo

"SI! E ti lascio queste cose che ti avevo portato ma tenevo da parte, te la vedi tu!" lasciando oltre lo spiraglio a terra degli oggetti che andava ammonticchiando "E visto che a nessuno piace la me vera, o non importa, qualsiasi io sia originale ocome sono diventata, vado a fare altro! E' chiaro che veramente non cè modo di trovare qualcuno che trova me, in ogni mia parte, meritevole di amicizia e vicinanza. Che non mi accetta e mi chiede di non essere me! Sei cambiato e vuoi la privacy, lecito, ma cè modo di dirlo e agire! E ti avrei accontentato...E nessuno di voi capisce quanto mi fa male, e ancora di più quando la gente cambia, gente con il gamberetto, e non posso essere me stessa come abbiamo discusso in macchina, perchè hanno quelle rogne che io odio!!! E chi ci resta sotto, perdendo tutto? IO! Con Rò fu così, l'unico con cui mi sentivo di parlare e comportarmi come con te, ma niente doveva esserci di più altrimenti non potevamo sentirci. E io abbozzo sempre! E ci rimetto smepre io! Quel che si dice fa male!! La solitudine fa male. Il rifiuto fa male. Perdere qualcosa fa male. Essere trattati in una certa maniera come hai fatto tu..."

"..." sospirando

"Vi vengono le fisime e quella che si sente dire smepre di non essere se stessa, di non giocare o agire come le viene..." facendo aumentare la montagnola di roba che comprendeva cibo, oggetti color argento, di plastica, scatole e cose rettangolari,  fogli e altro mentre lui rideva coprendosi la bocca con la mano, sebbene si sentisse in colpa per cosa lei diceva "E se con te non posso essere me, è chiaro che chiudo qui. Anche con te. Già con Rò, Zay e Ric fu così perchè iniziavano a dirmi di non essere e comportarmi da me, che dovevo essere o fare così e poi cosa mi scrissero nelle mail... continuerò ad esser me stessa con Milan e basta. Con lui non ci sono problemi, non ha il picchio del secondo cervello e posso dire e fare cosa voglio perchè almeno lui..."

"Lia, smettila di dire..."

"NO! Jd è quel che è, ora anche te con le stronzate, Milan e Madame che rompono con la storia dei rimpianti e che dovrei provare e vivere tutto o avrò solo rimpianti... oltre gli altri. Sono io che mi porto i vecchi, non ho bisogno di fare cose che non voglio o mi sento perchè tutti mi dicono che vivere da materiali, significa sfruttare cosa abbiamo di materiale, e capire le cose in prima persona. Mi basta la teoria e cosa ho visto, e con voi che fate così e mi tenete alla larga quando prima eravamo amici e nel mio senso..."

"Quello che vogliono dirti è... non ti senti, non vuoi provare cosa provano gli altri e che non comprendi? Non vuoi sentirti una persona nell'essere baciata, accarezzata, abbracciata nel modo in cui desiderano gli altri? Questo ti chiedono. Il provare anche quel tipo di intimità, per cui ..."

"Inizi anche tu!?! O lo dici per altro motivo? Cosa siamo due ragazzine adolescenti che si chieodno comè essere accarezzate su tutto il corpo o in altri luoghi, consdividere certe parti del corpo con l'altro, scoprire che significa contorcersi appena sotto il peso di un uomo? O l'essere il master di ruolo nella cosa? Capire che significa un abbraccio e mani sulla schiena o scapole da qualcuno? o condurre il gioco e sbottonare la camicia dell'altro e far scorrere le mani sotto il tessuto? E poi cosa, dai snocciolami altre cose che me li appunto per portarli dai ragazzi che adorano scrivere adesso per nuovi libri con rating rosso!"

"Quello che voglio dirti è che non puoi restare come sei, non ti fa bene. Vogliamo ricordare le volte che per vedere gli abusi su certe donne dal vivo o video ti sei sentita male da tremare e avere reazioni di panico senza respirare? Lo sanno in pochi visto che comuqnue riuscivi a uscire da sola ma dovevi fermarti in un angolo da sola e calmarti. Credi che sia una cosa buona ogni attacco di tremarella e terrore? Gli uncubi che ti vengono nella testa in quei momenti? Ringrazia che ci fossimo io, Milan, Jd o i capitani e basta, perchè sappiamo da dove ti vengono e come agire, ma non ti fanno bene. Che siano reminescenze di tue vite passate, come te ne sei uscita da quei episodi con Rò... che importanza ha? Ogni volta che qualcuno ti si avvicina in un certo modo tu esplodi nel panico se supera una certa soglia, tremi da impazzire e hai bisogno di calmarti o sei in panico da stare peggio per come cerchi di respirare. Se non superi questa cosa, non andrai da nessuna parte. Ma tu lo sai, ti vedi nello specchio quando hai quei sintomi, come ti vedi le mani quando tremano come folli, loro come tutta te stessa come se morissi di freddo, e i flash nella testa che non sai da dove vengono. Non so bene Madame e Milan ma... non ti serve a nientefignere che non esista il problema e cancellare ogni cosa che ti tuo corpo ti urla. Dimentichiamo anche il tuo segreto!?! E le volte, rare, ma accadono quando qualcosa ti fa star male così tanto da esplodere in un pianto infinito silenzioso e non ne esci se non ore dopo? Il tuo corpo ti odia? NOn riesce a contenerti, lo so, ma forse tanto pensiero negtivo non hanno mio fratello e la sua amica. Forse pensano che è una cosa naturale, della natura  proprio stessa, che ti chiede di sperimentare alcune cose che..."

"Fanculo!"

"Se viene soppressa così tanto ci deve essere un  controllo maniacale sulla persona, essere represse da giovani in confronto alle tue idee liberali e positive sul concetto per altri e cosa affermi che non avresti problemni ne altro SE tu..."

"Stai sviando da un pezzo da un problema molto più serio! CHI MI ACCETTA? CHI MI VEDE PER COME SONO? CHI NON VUOLE CHE IO CAMBI SOLO PERCHE' PENSANO CHE NON DOVREI ESSERE IN UN CERTO MODO COSE SE FOSSI CHE SO UN AMANTE DI BAMBINI, UN KILLER, UNA..."

"Non intendevo..."

"Chi sono IO? Chi sono io, tra le varie persone? Io, chi sono veramente? Quale è il mio nome? Chi vedo, allo specchio? Come chi, dovrei muovermi nel mondo? ect... IO devo accettare VOI per come siete e cosa pensate che io debba e fare di ME! Ma VOI non accettate niente di me, non mi riconoscete e nè...


"Stavo dicendo..."

"SO CHE COSA DICEVI!" fece lei con un colpo alla porta "che io non dovrei dire che non mi sneto, non voglio, che non dovrei avere paura, non dovrei tremare su cose che dovrebbero essere naturali. Ma come fai TU a dire a me, come tutti quanti voi in generale con cui ho scambiato certe cose mentre voi facevate lo stesso con le vostre, di fare, tentare, pensare, non aver paura... siamo sempre là! Dovresti essere al mio posto come anima o Personalità per sapere il terrore e l'orrore al sol pensiero e l'ansia, il respiro che mi manca quando pensavo, non ora più, a certe cose per capire come mi dicevano tutti! Io non voglio sapere, se non sono io a volere quella cosa, non me ne fotte niente neanche più provarla solo per... E tuti continuate con la scusa della voce amica! Di come quello che dite di provare è da cani! E parlo di quello che conosco. E cosa è significato aver detto si a qualcuno che sentivo e vedevo come con te, Milan, Jd e...capire anche solo quando mi abbracciava che non capivo ccosa dovessi provare mentre tutti mi dicevano quello che provavano loro, e io restavo come un carciofo con la domanda < e cquindi, ora? Dovè questo che dovrei provare?!? >... tu no eri me metnre mi veniva da piangere con una disperazione dentro che non si potrebbe neanche spiegare. Per me non è possibile! Di forza non posso! Non mi viene! Non è per me! Se non sono io a volerlo, desiderarlo, non ho intenzione di ripercorre  quel delirio di terrore e attacchi di panico! Quindi smettila anche tu!"

"Ma...   di altro. Cosa significa sentire il calore di una persona vicina, o come per sempre quella canzone del musical, quando sbagli sempre la parte di Fiordaliso e invece di dire < e non ha moralità, è un soldato e scappaerei ma più mi stringe e più mi attrae,  e mi avrà e per la vita mi amerà > e invece per uno scherzo a Milan ti esce ormai sempre e solo < e non ha moralità, è un soldato e scappaerei ma più mi srtringe e più mi attrae, e mi avrà e con le mani mi amerà > e lui ci ride sempre perchè ogni volta quando viene riproposto al Teatro infondo alla sala tu canticchi vicino a lui e sbagli smepre quel pezzo. E non capite comè una pres ain giro su di lui ti abbia fatto ricordare la strofa sbagliata. Ecco, ti prendo ad esempio quel pezzo. Tu sai che significa essere amati con gesti d'affetto o semplici carezze, non importa dove? Come ci si sente a sentire i snetimenti dell'altro a partire da questo? O dare un bacio leggero sulle labbra e sperare che l'altra le dischiuda per approfondire il bacio e condivdere un momento che..."

"E tu l osai, a quanto pare! Bene, buon per te! Ma non farmi la morale, cazzo, perchè anche se non so che significa non ti azzardare a dirmi cose per stornzate tue! Non ci provare dopo che è da mezz'ora oggi e giorni che  continui a buttarmi fuori da ogni stanza facendomi snetire un'idiota!" fece eli acida e arrabbiata "Non mi abbracciva mai nessuno, e quando lo faceva Rò mi chiedevo cosè che dovessi provare. E quindi? Ora che per voi sono troppo io, non ha senso più parlare di questo! Resterò solo partner di lavoro e basta. Non accadrà che io cada nella disperazione e senso di schifo e nullità come fu con lui. Nè con te, nè con Milan e ne altri. Non mi interessa più sapere come un uomo tocca una donna che sia una mano sulla spalla, o un abbraccio o altro, smettetela di rompere e guardate la vostra di vita! E pure mi cacciate via in modi assurdi, senza considerare come posso sentirmi, con un tono vergono, qquando prima vi andava bene... Da oggi potete scordarvi ogni forma di amicizia!"

"Aspetta, mi metto le scarpe..."

"LE SCARPE!!! Io parlo e tu pensi alle scarpe!! Oltre che camminare con i piedi nudi e i calzini per terra perchè voi non usate cambiarvi le scarpe per il dentro...! Ho capito, basta, vaffanculo tieniti questa roba che doveva servirci per queste due sere che eri qui e statti per i cavoli tuoi. Sempre la stessa storia. Non posso avere nessuno accanto, non posso vivere l'affezione come mi sento e desidero, non posso avere come dono il tempo di q1ualcuno,  non posso avere le persone vicine perchè io essendo io non dò cosa gli altri vogliono o non sono cosa si aspettano e vogliono, perchè incapaci di gestire persone diverse da quelle che si preferisce. Considerate solo il fisico, ma l'amore non è solo quello. E' un fattore di cuore, testa e anima, ce la metto pure...! perchè sef ossimo tutti senza genitali, si scoprirebbe che l'amore è qualcosa che esiste al di fuori di questi, e del sangue! Come fu per quella persona di quella opera che per me è magna! Ma no! Facciamoci venire i complessi perchè per uno scherzo per controllare la mia teoria, tutto è cambiato! e A RESTARE SOLA RESTO SEMPRE IO!!!! Ma nessuno capisce, nessuno comprende, nessuno ha empatia e considerazione da capire il mio, di lato. Siete tutti lì, col vostro, dal vostro, e non dal mio e alla fine non ho altra scelta se non mandarvi al diavolo  e restare sola! Come ho già fatto d'altronde, quindi per me non cambia niente, ripiombo solo nella solitudine nera, ma guarda, ci sono abituata così tanto che neanche mi procura più dolore..."

"Aspetta!"

"E ancora quei due che dicono a me offesi che loro vivono cose e non sono presi dalla lista della spesa, lo so che pensano che io sbaglio, che io faccio cose errate e via dicendo. Tutti quanti alla fine mi avete affossata e non capite, ed è per questo che non accetto di lavorare con voi anche nella politica.Siete tutti e sarete sempre e solo una delusione così come dicevano tutti di me! Sepre trattata come una che sa dare solo una delusione, non raggiugnere e mantenere le aspettative, tuti vogliono che cambi perchè sia come vogliono, ma solo io devo farlo! Gli altri tranquilli sempre uguali, sempre io ad essere la fessa di turno a cambiare ed essere...E anche quell'opera che amo, la prima in assoluto dove cè quella deficiente nazi che tra l'altro festeggia il compleanno lo stesso mio giorno, e quanto mi sono incazzata quando l'ho scoperto, e che la persona che le prende il nome è come me! E lui nel finale. Non intendeva ferirla ed era davvero in una situazione terribile, ma la verità è che l'ha ferita e l'ha quasi spinta al suicidio. E quella storia dove cè lei, come me, come Babydoll,  ci ricorda molte volte di stare attenti con le nostre azioni, di essere consapevoli delle persone intorno a noi, e questo è solo uno dei tanti casi in cui lo fa. Non è necessario essere malvagi per ferire una persona oltre ogni immaginazione. A volte non hai nemmeno bisogno di voler davvero ferire quella persona, basta che apri la bocca!!!. A volte, per distruggere la vita di un'altra persona è sufficiente non pensare alle conseguenze che le tue azioni potrebbero avere su quella persona. Sia nella versione in carta che in particolare nella versione VN di questa scena, Lui sa esattamente cosa sta succedendo, sa che lei vuole davvero davvero morire, sa che non vuole nemmeno vivere e lui le chiede di continuare a vivere. Dice anche diverse varianti di pentirs per i peccati vivendo una vita buona e appagante. Per uno di questi tentativi, dice di averlo detto con forza perchè credeva che lei lo seguisse. Lo intende davvero e sa chiaramente cosa intende fare. Ed è lui poi che si sobbarca tutto perchè non accetta fino alla fine anche se lei non poteva essere salvata... quando dice di non ricordarsi di lei, dopo averla omaggiata, commemorata, dato un Saluto in tutte quelle parti per poi il finale, quanto ha fatto male!... Penso che sia un bel messaggio con il primo ma la realtà non è logica! E siete tutti stronzi! E per quanto mi riguarda col cazzo che ti aiuto a salvare stronzi e merde che meriterebbero di stare dove stanno! Noi ci facciamo il culo e la gente, vaffanculo si fa i cazzi suoi nel suo orticello e il resto chi ce ne frega, sono solo gli altri stronzi a stare nella merda e quelli giustamente diventano egoisti e pensano a lorocon il poco che possono... e andando avanti così col cazzo che si cambia questo mondo, quindi tenetevelo e lavorate voi! Io me ne sbatto fuori!!! Non voglio avere a che fare fuori da cosa ho accettato, non mi interessa come è il mondo là fuori ormai, se sta bene, se con i cambiamenti anche se utilizziamo ancora i nomi dei paesi vecchi..."

"ti avevo chiesto di aiutarci per la questione politica..."

"IO NON AIUTO" fece arrabbiata infilando la mano di nuovo dalla porta aperta, prendendo dalla montagnetta roba e tirandogliela, ma senza mettere la testa dentro  per sfregio, e si accorse che sembrava piangere, cosa rara e solo quando non reggeva più qualcosa di troppo doloroso "fate sempre a pensare solo al vostro modo di vedere le cose, dicendo che sono IO che lo faccio come se fosse un peccato, o qualcosa di sbagliato, o se le cose vanno come vanno su e contro di me, SONO SOLO IO!!!!" piangendo amaramente "ma fate i buonisti rigidi con me!E poi vi aspettate cose e se non potete averle dite che sono io che sono cambiata come un'accusa! ora sono di nuovo sola e spero che siate tutti felici del continuare a fare ed essere come quelli che diciamo di voler cambiare, ma tenete tutto uguale! DI farmi soffrirte anche voi ma no, sbaglio io! E vorreste cambiare il mondo? Basta! E' chiaro che per te tutto è cambiato da non poter più passare del tempo con me, come noi prima, ho deciso, statti per i fatti tuoi se è questo che vuoi, che io da oggi stò sola, fanculo anche con Milan e altri! a! Almeno lui mi trattava come ME!" sbattendo prima la porta per chiuderla e poi continuare a lamentarsi ma piangendo.

Dorde con il pettine in mano andò alla porta, ma la trovò chiusa. Aveva chiuso a chiave da fuori.

"Andiamo! Apri, sono pronto" ma la sentiva in preda a quel pianto che le capitava rare volte e che sfogava in una volta sola per molto tempo, silenziosa ma si capiva da come respirava "Mi hai..." ma un colpo alla porta lo fece sobbalzare

"..." non emetteva mai i versi del pianto ma sapeva che stava piangendo, ma si accorse che non era all'altezza della sua testa, ma con l'orecchio capì che doveva essere o seduta a terra o accovacciata a disperarsi senza emettere suono.

Gaurdò la pila di oggetti accanto a lui e poi il telefono gli squillò, che teneva sul comò oltre il letto. Andò là, vide di chi era la chiamata e quasi gli cadde di mano quando un altro colpo forte contro la porta gli fece prendere un colpo. POi il suono della chiave, forse prima non si era sentito per il modo irato con cui avev asbattuto le due ante insieme.

COn il pettine in mano e il cell in un'altra si accostò alla porta guardingo, perchè si apriva verso di lui, ma la sentì tirare su col naso, respirare forte e poi  solo sentendola camminare.

Dorde buttò sul letto il pettine e corse alla porta, ma lei era giù nel corridoio che andava verso i tre che le facevano da ombre. Kovacs e Zidgi erano più sopra, l'altro più sotto.
Erano sugli scalini in attesa come sempre e quando la videro le fecero spazio per scendere e commentarono.

"Capo che è successo? Che ha?"

"niente! Tutto va come sempre deve andare, per gl ialtri... andiamo dall'eschimese!"

"Da chi andiamo?" Django chiese da più sotto

"L'eschimese" fece Kovacs

"OH!SI! quel protettore ma che chiamiamo amichevolemente pappone strafatto,  che ama ancora mettersi le pellicce giganti e le catene d'oro che sembrano quelle dei cessi... Capo, per favore, me lo fascia fare, mi faccia strappare da dosso allo stronzo per cosa fa la..."

"puoi fare tutto quello che vuoi, la me cattiva è dispostissima" gli fece passandogli davanti, seria e rigida e dura, lasciandolo interdetto mentre gli altri alzavano le spalle.

Dorde si arrabbiò e sbattè la porta che dava sul corridio così forte da sembrare che si staccasse, per guardare la sua porta e vedere, sull'anta chiusa,  un messaggio appiccicato con scritto <  fanculo i vostri ormoni del cazzo, impiccatevi >.

"... la porta!!!" fece lui a denti stretti




   
 
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