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Autore: Raven_Stark22_    24/03/2022    1 recensioni
➤ AU: FANTASY/ROYALTY
➤ La storia viene narrata secondo il punto di vista di vari personaggi, quindi sonno presenti diverse ship del mondo di Haikyuu: Bokuaka-Kuroken-Iwaoi-Daisuga-Sakuatsu-Kagehina-Tsukkyiama-Tanakiyo-Matsuhana-Kyouhuaba ecc.
Il sogno di Bokuto è sempre stato quello di diventare un cavaliere: si è esercitato per anni con la spada, ha assistito a numerosi duelli durante le fiere cittadine e si è nascosto dietro le mura per osservare i maestri insegnare ai nobili come affrontare l'avversario.
Proprio quando l'opportunità di realizzare il suo desiderio sembra giungere alle porte, uno sconosciuto in cerca di aiuto si rifugia nella stessa locanda dove sta cenando Bokuto.
Il ragazzo racconta di provenire da un regno lontano e di dover portare a termine un compito di massima segretezza che prevede un lungo viaggio nei luoghi più pericolosi del continente.
Toccherà a Bokuto e ai suoi compagni affrontare scontri e creature sovrannaturali per impedire una guerra catastrofica tra i regni.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto, Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo, Tooru Oikawa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quando i contorni degli alti alberi si fecero meno nitidi e il sole scese basso nel cielo, Suna pensò che potessero tutti finalmente abbassare la guardia.

-Abbiamo setacciato il bosco per più di due ore!- Si lamentò Atsumu, crollando drammaticamente sulle ginocchia. -Non c'è più alcuna traccia dei Tsuchigumo. Voglio solo tornare a casa e dormire.-

Suna non poteva dargli torto.

Erano rimasti confinati in quella radura per tutto il pomeriggio e nessun demone millenario aveva più fatto capolino tra i pini.

Il gruppo di Akaashi stava sistemando gli ultimi preparativi per la partenza mentre i restanti si erano radunati ai piedi della collinetta.

Polvere e fili d'erba si erano appiccicati sulle gambe di Rintarou e la stanchezza si era accumulata sulle sue spalle.

-Vogliamo assicurarci che il villaggio si trovi al sicuro.- Rispose Aran, portando le mani sui fianchi e apparendo più spaventoso di quanto non fosse.

-Non è compito vostro.- Intervenne bruscamente Sakusa Kyioomi.

Gli occhi dell'intera banda si spostarono sul ragazzo dai riccioli scuri.

-Hey!- Fece Atsumu, improvvisamente carico di energia -Ti hanno salvato la vita, odioso ingrato.-

L'agente si limitò a fissarlo con astio senza portare avanti il suo discorso.

Era già la quinta volta che Suna una e i gemelli Miya finivano per imbattersi in quello specifico gruppetto di autorità cittadine.

Ormai erano a conoscenza dei loro nomi, delle tecniche e persino di qualche punto debole.

Gli agenti che davano la caccia alla banda di kitsune erano condannati a perderne le tracce sempre prima di aver scovato il loro nascondiglio.

Nel corso di più di dieci anni il trio era riuscito a seminare nemici ben peggiori, ma la squadra di Motoya non aveva mai perso l'occasione per metterli in difficoltà.

Durante uno scontro, Sakusa era addirittura riuscito ad imprigionare uno dei loro, Kosaku Yuto, ed era stato necessario l'intervento di Kita per liberare il compagno.

Forse avevano perso molte battaglie, ma non avevano mai smesso di dare loro la caccia.

-Sono corsi in aiuto dei tuoi amici.- Lo corresse Kinuko, che aveva lo stesso sguardo furente del fratello. -Questo non comporterà alcuno sconto di pena. Siete pur sempre dei ricercati che devono pagare per i loro crimini.-

Con il passare degli anni, Suna era diventato estremamente bravo a mantenere il controllo delle proprie emozioni.

Lo stesso non si poteva dire di Atsumu.

La kitsune si posizionò con un balzo di fronte all'autorità cittadina e si avvicinò senza alcun timore alla lancia sguainata contro il suo petto.

-Arrestami, allora.-

Kinuko sussultò intimorita.

-Portami davanti al tuo capo.- Proseguì il ragazzo, facendo un passo in avanti. -E' questo che fate, no? Siete burattini. Eseguite gli ordini senza preoccuparvi di cosa sia giusto o meno.-

Uno spostamento d'aria fece rizzare i peli sulla nuca di Atsumu.

La lancia di Sakusa era già puntata sulla schiena della kitsune prima ancora che Suna potesse portare la mano alla cintura.

-La giustizia è relativa, Miya.-

Atsumu non si scompose.

-Forse è proprio questo il problema.-

L'agente non indietreggiò ma sembrò riflettere su quelle parole.

-Abbassa la lancia, Kiyoomi.-

Il ragazzo dai capelli chiari e le sopracciglia tondeggianti affiancò suo cugino e lo squadrò con due placide iridi sottili.

-Ci sfuggiranno di nuovo.- Ringhiò Sakusa in risposta.

-Cosa pensavi di fare? Catturare una quindicina di fuorilegge armati e scortarli fino al villaggio più vicino?-

Sakusa rafforzò la presa sul bastone e strinse i denti. -Credi davvero che ci lasceranno tornare in città senza combattere?-

Motoya appoggiò una mano sulla spalla del cugino e strinse il pugno. -Credi davvero di avere qualche possibilità contro tutti questi uomini?-

Atsumu roteò la testa e fissò il suo avversario negli occhi, come se volesse sfidarlo a fare un passo falso.

Sakusa sospirò irritato e lasciò cadere il braccio lungo il fianco.

-Saggia decisione, Omi-kun.- Lo provocò Atsumu, tirandogli una spallata mentre gli passava accanto per raggiungere i suoi compagni.

L'agente mantenne lo sguardo fisso per terra.

-Suna e Riseki.- Tuonò Aran, rompendo quel silenzio imbarazzante.

La kitsune e un altro ragazzo dall'espressione seria sollevarono lo sguardo.

-Voi due avete il compito di assicurarvi che nessuna delle autorità ci segua fino al nascondiglio. Resterete qui a tenerle d'occhio fino a quando sarà impossibile rintracciarci, dopodichè ci raggiungerete il più velocemente possibile. Siete i migliori a mimetizzarvi di tutta la squadra.-

Riseki fece un mezzo inchino al cospetto di Aran mentre Suna si limitò ad annuire.

-Togliete di mezzo i testimoni per poterci uccidere liberamente?- Domandò Kinuko.

Aran rilassò la schiena e le sorrise calorosamente: -Non uccidiamo e non siamo persone meschine, ma Atsumu ha ragione. Dovreste rivedere i vostri ideali di giustizia.-

-Assaltare le carovane dei i ricchi e derubare le casse del Re dovrebbe schierarvi dalla parte dei buoni? Quella che voi chiamate con questo nome non è giustizia.-

Aran inclinò la testa senza smettere di sorridere: -La vostra lo è?-

Kinuko strinse la mascella e ammutolì.

-Puoi ripetere la parte in cui mi dai ragione?- Si intromise Atsumu.

In tutta risposta, il ragazzo ricevette una pacca sulla testa da parte di suo fratello.

-Ahia, 'Samu! Questa volta ha fatto male!-

-Smettila di frignare per qualunque inconveniente.-

-Inconveniente? Sei stato tu a colpirmi!-

-Se vai avanti potrebbe scapparmi un altro imprevisto.-

-Hey, Ren.- Li interruppe Aran, indicando i sei ragazzi che li avevano accompagnati fino a quel punto della foresta. -Vai a chiamare i nuovi arrivati e dì loro di prepararsi a partire. Passeranno la notte al rifugio.-

-Che cosa?- Sbottarono i due gemelli Miya in contemporanea.

-Vuoi condurli fino al nascondiglio?- Si intromise una terza voce -Non è troppo rischioso?-

Aran superò i compagni con lo sguardo e il suo sorriso si trasformò in una smorfia di tristezza.

-Uno di loro è ferito.-

Suna scrutò attentamente il gruppo per individuare la maglia insanguinata di Bokuto.

Il ragazzo era ancora capace di reggersi in piedi, ma la pelle aveva assunto una sfumatura verdastra che non prometteva niente di buono.

-La ferita è già infetta, ma Kita saprà come guarirlo.- Spiegò Aran -Il minimo che possiamo fare è ospitarli per una notte. Avete promesso di mostrare loro il Muro, giusto? Viaggiare al buio non è sicuro, specialmente dopo questi misteriosi attacchi.-

Ren esitò ancora prima di muoversi verso di loro.

-Sei sicuro che Kita sarà d'accordo?-

Aran passò in rassegna tutti i presenti soffermandosi di proposito sulle tre autorità cittadine, dopodichè sorrise con gentilezza.

-Kita non ha mai lasciato morire qualcuno in difficoltà.-

Ren annuì con poca convinzione ma si gettò tra gli alberi.

-Porterete degli sconosciuti direttamente nella tana del nemico?- Li schernì Kinuko.

Aran le diede le spalle e iniziò ad arrampicarsi oltre l'altura.

-Abbiamo un solo nemico.- Disse -E coincide con una condizione di vita che porta i miserabili a lottare ogni giorno per la sopravvivenza. Qualcosa contro cui dovreste combattere anche voi.-

Le kitsune che si erano radunate iniziarono lentamente a seguire Aran verso il sentiero.

La massa si disperse oltre la collinetta e molti dei ragazzi venuti in soccorso assunsero sembianze animali per spostarsi con più facilità.

Kinuko li maledì sottovoce e si lasciò cadere sul terreno a gambe incrociate.

Motoya si allontanò dal cugino e si sistemò al fianco della ragazza, lo sguardo perso nel vuoto.

-AKI!- Chiamò a gran voce.

Dopo qualche secondo, una macchia rossiccia comparve nella penombra per correre incontro al suo padrone.

-Bravo cucciolo.- Mormorò distrattamente quando il cane lo ebbe raggiunto.

L'animale scodinzolò allegramente fino a quando le pupille nere non si posarono sul corpo di Suna.

-Buono.- Gli ordinò il proprietario, accarezzandogli la testa per mantenerlo seduto.

-Ci vediamo dopo, Rin.- Lo salutò Osamu, che era rimasto indietro assieme al suo gemello.

Suna sollevò il mento in risposta e diede le spalle ai due ragazzi.

Atsumu indugiò ancora prima di ricongiungersi ai suoi compagni e si scambiò un lungo sguardo d'intesa con Sakusa Kyioomi.

-Verrò a prenderti, Miya.- Lo minacciò l'agente, ma il suo tono di voce aveva perso sicurezza.

Atsumu accennò un sorriso spento e privato della sua solita spensieratezza. -Non prenderti impegni che non puoi mantenere. Finirei per restarci male, sai?-

Sakusa non aggiunse altro e distolse lo sguardo.

Forse era stata solo un'impressione di Suna, ma gli era sembrato che le parole di Aran avessero centrato il segno.

Aveva notato una luce diversa nei suoi occhi, solo che non avrebbe saputo spiegarne il motivo.

-'Tsumu!- Chiamò il fratello da dietro.

Il biondo salutò Suna con un gesto della mano e si affrettò a raggiungere il resto della banda.

Riseki si lasciò sfuggire un sospiro sommesso: -Ne avremo per le lunghe, eh?-

Suna piegò le gambe per sedersi sul suolo.

Il rumore di zoccoli gli disse che il gruppo di Akaashi si era già inoltrato nel profondo del bosco.

Il ragazzo scrollò le spalle e permise alla tensione di scivolare via.

-Non che avessi di meglio da fare.-

×××××

-Quanto manca all'arrivo?-

-Ti ospitiamo nel nostro nascondiglio segreto e hai pure il coraggio di lamentarti?-

-Non mi sto lamentando- Mise in chiaro Kuroo -Penso solo che Bokuto abbia bisogno di riposare e mi chiedevo quando sarebbe stato possibile.-

-Dai, fratello.- Lo scudiero sorrise per cammuffare la fitta di dolore. -Non sono messo così male.-

A giudicare dagli sguardi preoccupati dei suoi amici, il ragazzo concluse di non essere riuscito nel suo intento.

-Bokuto-san, evita di fare sforzi inutili.- Gli ordinò Akaashi.

Lo scudiero si acquietò.

Non che fosse incapace di prendere decisioni da solo, eh.

Semplicemente, non poteva contraddire Akaashi.

Una sensazione schiacciante al torace gli mozzò il respiro.

La ferita causata dal Tsuchigumo aveva riaperto la cicatrice dello scontro con i soldati del Nekoma e Bokuto avvertiva un bruciore al petto ad ogni benchè minimo movimento.

-Già, come quello di mentire.- Lo rimproverò Kuroo, per poi rivolgersi di nuovo ad Atsumu: -Allora?-

La kistune sollevò una mano e l'intero gruppo di bloccò sul posto.

Akaashi tirò le redini del cavallo e Bokuto venne quasi catapultato in avanti.

-Cosa succede?- Chiese Iwaizumi, che si era perso parte della conversazione per badare alla fasciatura di Oikawa.

Il mago si sporse dal cavallo e corrugò la fronte: -Siamo in pericolo?-

Osamu passò accanto ai due ragazzi per raggiungere il fratello e scosse la testa.

-Non più. Il rifugio si trova proprio qui.-

Oikawa strabuzzò gli occhi e mormorò un debole "Oh".

Le kitsune rimaste più indietro avevano finalmente raggiunto quel gruppo così numeroso e si erano bloccate in attesa di ordini.

Un ragazzo dall'aria annoiata si mise a sbadigliare mentre due banditi si fermarono ai piedi di Uma per accarezzargli la criniera.

Una creatura ancora sottoforma di volpe assunse sembianze umane senza curarsi degli occhi incuriositi dei nuovi arrivati.

-Qui... qui dove, di preciso?- Insistette Kuroo.

La strada proseguiva in modo rettilineo, ma nessun membro della banda sembrava intenzionato a continuare in quella direzione.

Bokuto si guardò attorno, confuso quanto il suo migliore amico.

Si erano fermati in un luogo a dir poco paradisiaco.

La vegetazione era più fitta da quelle parti, ma i cespugli erano troppo bassi per poter nascondere qualunque costruzione.

Un piccolo torrente si immergeva all'interno di una gola oltre la quale si riusciva a scorgere il salto di una cascata.

Le rocce imponenti erano ricoperte di rampicanti e, per un attimo, Bokuto scambiò il canyon per il Muro di cui aveva parlato la donna del villaggio.

L'acqua scivolava dolcemente sulla parete rocciosa facendo brillare il fiumiciattolo e la piccola pozza ai suoi piedi di una calda sfumatura autunnale.

La valle non era affatto ampia, eppure Bokuto si sentiva così piccolo ed insignificante in confronto a quella meraviglia naturale.

L'atmosfera fiabesca lo lasciò talmente incantato da dimenticare il motivo per il quale avevano fretta di nascondersi.

Atsumu sorrise in modo provocatorio: -Se fosse stato così facile trovarci, saremmo tutti a marcire in prigione da un bel pezzo.-

-Vi siete serviti della magia per mimetizzare il vostro covo segreto?- Ipotizzò Akaashi, scendendo elegantemente dal suo destriero.

-Nulla del genere.- Rispose il gemello, storcendo la bocca -E non chiamarlo covo, ci fai sembrare i cattivi che tramano piani loschi all'insaputa del protagonista.-

Bokuto si sarebbe messo a ridere, se una forte fitta al petto non lo avesse lasciato completamente senza respiro.

Si piegò in due e boccheggiò disperatamente alla ricerca di ossigeno mentre le sue mani si macchiavano di rosso.

-Bokuto-san!-

-Bo!-

Il ragazzo chiuse gli occhi e cercò di cacciare indietro le lacrime.

Una mano calda si strinse attorno al suo avambraccio per donargli conforto ma la voce di Akaashi suonava debole e distante.

-Non c'è più tempo!- Esplose Oikawa, stizzito -Abbiamo bisogno di portarlo da questo Kita di cui avete parlato.-

-Bene.-

Aran si fece avanti verso la cascata sotto lo sguardo frenetico di tutti i presenti.

Rispetto alla parete a strapiombo, persino la sua stazza risultava ordinaria.

-Cosa stai facendo?- Sbottò Kuroo -Il nostro amico deve assolutamente...-

-I gemelli vi accompagneranno al cospetto di Kita. Noi penseremo a portare dentro i cavalli.-

Il ragazzo immerse un piede dentro il torrente e il suo gesto fu seguito da un secondo passo.

-Lo vedete quello spiraglio di luce tra la cascata e la roccia bagnata?- Chiese, indicando il potente getto della cascata. -Dovrete passarci in mezzo.-

Il silenzio che seguì fece credere a Bokuto di aver perso definitivamente l'udito.

-Amico- Borbottò Oikawa, gli occhi fissi sulla cascata -Il vostro capo è pazzo da legare.-

-E' un passaggio segreto, razza di idiota.- Disse Atsumu -La roccia è cava.-

-Passo.- Annunciò prontamente Kenma.

-Sto con il piccoletto.- Si intromise Iwaizumi -Sembra una cosa rischiosa e metà di noi sono feriti, l'altra metà ha esaurito le energie.-

Atsumu fece le spallucce. -Allora morirete.-

Osamu roteò gli occhi al cielo: -Sii più gentile.-

-Allora morirete. E' stato bello. Ciao.-

-Ah, al diavolo.- Sbuffò Kuroo, smontando dalla sella del suo cavallo.

Il ragazzo si avvicinò a Bokuto e si passò un braccio sopra la spalla.

-Ce la fai a scendere?- Gli sussurrò.

Lo scudiero annuì e con le forze rimaste si diede una leggera spinta.

Kuroo lo agguantò prima che potesse sbattere la faccia contro il suolo e si caricò tutto il suo peso su una gamba.

-Mfph- Sbuffò il moro -Cavolo se pesi.-

-Sono i muscoli.-

-Sta' zitto.-

Una terza mano gli cinse il fianco e Bokuto ci mise qualche secondo a capire che appartenesse ad Iwaizumi.

-Ce la fai a camminare?-

Bokuto sorrise con riconoscenza e annuì.

I due ragazzi si trasciarono dietro il peso morto fino a quando l'acqua ghiacciata del torrente non sfiorò le caviglie dello scudiero.

-Brrr...- Mormorò Iwaizumi, tirandosi in punta di piedi -Si gela.-

-Reazione sorprendente per qualcuno che entra in un fiume al tramonto durante la stagione invernale.-

-Io ci provo a difenderti contro Oikawa, ma tu stai rendendo i miei sforzi molto difficili.-

Un brivido scosse la schiena di Bokuto e i due compagni smisero subito di battibeccare.

-Coraggio.- Intimò Iwaizumi, e spise gentilmente il ragazzo vicino al getto della cascata.

Gli schizzi d'acqua gli colpirono violentemente la fronte e la sensazione di umidità lo riportò momentaneamenete cosciente.

-Dobbiamo... girarci attorno, giusto?- Chiese conferma Kuroo.

La voce spazientita di Atsumu giunse da dietro: -Il passaggio è abbastanza grande da permettere a due cavalli di passare in contemporanea. Non avrete problemi.-

Tetsurou esitò ancora un istante, poi strinse la presa sul suo migliore amico e avanzò verso il punto in cui la corrente si staccava di netto dalla parete rocciosa.

Da quella prospettiva, in effetti, lo spazio di transito appariva più considerevole di quanto non fosse sembrato da lontano.

Kuroo tese la mano in avanti e quasi cadde quando la sua mano incontrò il vuoto.

-Al tre?-

Bokuto e Iwaizumi annuirono.

-Tre!-

Kuroo prese un respiro profondo e si gettò in avanti portandosi appresso gli altri due compagni.

Uscirono dalla parte opposta illesi.

La montagna era davvero cava e la cascata copriva il buco come una coperta, impedendo alla luce di entrare.

Il vicolo continuava per pochi passi e dava su uno spazio misteriosamente illuminato.

-Quando dici al tre - Sbottò Iwaizumi, spolverandosi l'armatura dai rimasugli di polvere -Devi anche contare fino a tre.-

Atsumu fece la sua comparsa poco dopo, seguito a ruota dal fratello.

-Kita ci starà aspettando in piazza.- Disse Osamu, superando il gruppo e indicando loro la strada da seguire. -Se la cava bene con... strani intrugli e pozioni magiche. Probabilmente, nella sua vita precedente era un erborista.-

-O un contadino.- Ipotizzó Atsumu.

-Un secondo.- Fece Iwaizumi, aggrottando le folte sopracciglia -Avete detto... piazza?-

Quando il passaggio si aprì sul resto della caverna, non fu più necessaria alcuna specificazione.

La grotta si presentava come una gigantesca sala i cui conorni svanivano a vista d'occhio.

Gli ultimi raggi del sole filtravano da qualche buco sul soffitto e delineavano le maestose pareti alte quanto le torrri di un castello.

L'eco di centinaia di voci rimbombava in tutta la cavità amplificando il mal di testa di Bokuto.

Il ragazzo dovette ancorarsi ai due amici che lo stavano sostenendo per poter reggere quella vista.

File di abitazioni a graticcio con intelaiature in legno si estendevano verso l'orizzonte, occupando tutto lo spazio disponibile all'interno della caverna.

Le travi disposte in verticale oppure obliquamente giocavano in contrasto alle strade tra loro perpendicolari fino a formare una vera e propria griglia.

Sculture contorte erano esposte sulle pareti dei piani inferiori, mentre quelli superiori sporgevano in avanti rispetto al piano terra.

Tonalità di rosso acceso e giallo ocra erano diffuse per tutte le strade ma, di tano in tanto, spiccava anche il blu delle decorazioni.

A Bokuto era bastato uno sguardo su quelle vie suggestive per iniziare a respirare la quotidianità degli abitanti dentro quelle pareti.

Le vecchie case si interrompevano solo per un breve tratto, dando vita ad una piazza circolare riempita di mercatini e bambini che si rincorrevano a vicenda.

Ovunque posasse lo sguardo botteghe di artigiani, panettieri, vasai o negozi di ebanisti catturavano la sua visuale.

Se in precedenza Bokuto aveva avuto l'impressione di trovarsi in una favola, ne aveva appena avuto la conferma.

-E'... - Iwaizumi degutì a fatca mentre i suoi occhi guizzavano da una parte all'altra della caverna -Tutto questo è reale?-

-Avete costruito una città scavata nella roccia?- Kuroo straabuzzò gli occhi e il suo sorriso da scherno svanì del tutto -E' a dir poco impressionante.-

Bokuto avrebbe concordato volentieri se non fosse stato sul punto di lasciarci le penne.

-Come...-

Lo scudierò si voltò per incontrare l'espressione meravigliata di Oikawa.

Dietro di lui, Kenma ed Akaashi sembravano essere rimasti ancora più colpiti.

-Come siete riusciti a far passare le travi per il buco di entrata?-

Kenma sospirò affranto e lo stesso fece Iwaizumi.

Osamu sbattè ripetutamente le ciglia mentre Atsumu si schiaffeggiò la fronte con una mano.

-Tsum-Tsum!- Chiamò la voce squillante di una bambina.

Il Miya-biondo sorrise raggiante alla nuova arrivata e le scompigliò affettuosamente i capelli.

-Arisu!-

La ragazzina superò la kitsune con lo sguardo e fissò i presenti con uno sguardo interrogativo.

-Sai per caso dove si trova Kita?- Le domandò Atsumu.

Lei tornò a concentrarsi sul più grande e indicò la strada principale.

-Vi stavamo aspettando tutti in piazza.-

-Ottimo!- Fece il ragazzo, spingendo delicatamente la bambina verso la giusta direzione. -Perchè non vai avanti? Prometto che ti raggiungerò appena avrò parlato con Kita.-

La ragazzina lo squadrò con occhi supplichevoli: -Ci sarai per il falò, vero?-

Atsumu le fece l'occhiolino. -Una promessa è una promessa.-

La bambina rispose al sorriso e saltellò allegramente verso la piazza.

-Cos'era quello?- Chiese Oikawa, con una smorfia di disgusto a incorniciargli il volto.

-Affetto.- Tagliò corto il ragazzo -Qualcosa con cui non hai dimestichezza.-

-Ragazzi- Li interruppe Bokuto, che aveva perso del tutto la sensibilita alle ginocchia. -Penso di poter svenire da un momento all'altro.-

-Giusto.- Kuroo si riscosse dallo stato di shock e iniziò a camminare tra due la file di case.

Bokuto si affidò alla sua presa salda e fece di tutto per restare sveglio.

Ignorò le occhiate sconvolte degli abitanti e fece finta di non vedere alcuni sguardi inorriditi.

La gente si teneva a debita distanza come se fossero affetti da qualche virus contagioso e i più coraggiosi osservavano la scena senza correre in loro soccorso.

-Atsumu?- Chiamò uno sconosciuto tra la folla che si era radunata in piazza -Questi chi sono?-

-Non ora.- Rispose bruscamente il gemello Miya -Qualcuno ha visto Kita?-

Gli abitanti si guardarono come se il ragazzo potesse spuntare fuori da un momento all'altro.

Una fitta straziante pari a dieci accoltellate obbligò Bokuto ad accasciarsi sul pavimento.

Ormai il dolore era diventato così insopportabile che lo scudiero non provò neppure a frenare le lacrime.

Le sue palpebre si erano fatte così pesanti che Koutaro distinse a malapena la figura atletica posizionata di fronte a lui.

-Portatelo sul lettino dell'infermeria.- Ordinò una voce profonda a lui sconosciuta.

Due paia di braccia si strinsero attorno al suo corpo nel momento in cui il ragazzo fu trascinato nel mondo dei sogni.

×××××

-E' stato un comportamento irresponsabile.-

Gli occhi di Aran saettarono sul volto impassibile di Ren.

Il ragazzo che aveva appena parlato era l'unica kitsune coetanea ai più grandi della banda.

Atsumu si era sempre tenuto a debita distanza dalle questioni che riguardavano l'incolumità del piccolo villaggio.

L'idea che la loro libertà potesse finire da un giorno all'altro lo terrorizzava, ma garantire che la sicurezza non fosse stata compromessa non era compito suo.

Eppure, per una ragione a lui ancora ignota, si era ritrovato in un angolo della sala udienze per assistere al litigio di tre superiori.

Aran incrociò le braccia, ma scelse di rimanere in silenzio.

-Voglio dire...- Si affrettò ad aggiungere l'altro -i nuovi arrivati potrebbero rivelare a chiunque dove ci nascondiamo. Per noi sarebbe la fine, lo capisci?-

Kita aprì gli occhi e le iridi marrone opaco squadrarono il ragazzo dalla testa ai piedi.

I capelli grigi cadevano disordinati sulla fronte e le estremità scure sembravano più lunghe del solito.

Indossava un completo color prugna e un paio di guanti neri che gli conferivano quasi un aspetto spaventoso.

Il loro capitano non si mosse dalla sedia ma scostò una ciocca chiara che pendeva appena sopra gli occhi.

-Mi fido del buonsenso di Ojiro.-

Aran accennò l'ombra di un sorriso ma non si scompose.

Ren sospirò affranto e alzò le spalle: -Come preferisci.-

Diede le spalle ai due ragazzi e percorse a grandi passi l'intera sala fino all'uscita.

-Poi non dite che non vi avevo avvertito.-

La porta si richiuse al si richiuse al suo passaggio con un sonoro tonfo.

-Vado a parlare con lui.- Disse Aran, muovendosi subito nella stessa direzione.

-Non prendertela. Non puoi biasimarlo se fatica a riporre fiducia nel prossimo.-

-Lo so.- Rispose Aran, fermandosi davanti all'uscio -Ma voglio comunque provarci.-

Kita chinò il mento e Aran lo interpretò come un segnale di approvazione.

Quando il ragazzo fu scomparso dietro una delle colonne, Kita sembrò finalmente notare la presenza di Atsumu.

-Posso passare in un secondo momento.- Si offrì la kitsune.-Se siete così indaffarati forse...-

-Non importa, Atsumu. Sono io che ti ho convocato qui.-

-Giusto.- Ricordò il gemello, avvicinandosi intimorito alla scrivania.

Kita lo osservò per quelle che gli parvero ore interminabili.

Atsumu si grattò la testa, visbilmente a disagio: -Allora, cosa volevi sapere?-

-Ojiro e tuo fratello mi hanno già dato tutte le informazioni.-

-Ottimo!- Esultò il ragazzo, per poi inarcare le sopracciglia. -Quindi perchè volevi vedermi?-

Kita indicò la sedia di fronte a lui e Atsumu si accomodò sull'unico posto libero.

-E' per lo scherzo alla signora Bohuzuki?- Atsumu sentì che stava iniziando a sudare freddo. -Non potevamo sapere che fosse allergica all'Urtica Dioica.-

-E' un altro modo per chiamare l'ortica, Atsumu.- Kita si prese la testa tra le mani come se quel nome gli stesse riportando in mente spiacevoli ricordi. -Una pianta urticante.-

Atsumu aprì la bocca per difendersi, am Kita lo zittì con un gesto della mano.

-Non sei qui per questo, comunque. Vorrei che accettassi una mia proposta.-

-Quale?-

Kita prese un respiro profondo.

-La sicurezza della banda e di tutta questa gente si trova nelle mie mani. Il mio è un lavoro a tempo pieno e comporta quotidianamente dei pericoli.-

Atsumu assotigliò gli occhi. -... Okay?-

-Spero che possiate contare su di me ancora per parecchi anni, ma potrebbe succedermi qualunque cosa da un momento all'altro. Anche sparire completamente dalla vostra vita.-

-Perchè dovresti-

-Sto parlando ipoteticamente, ma ho bisogno di affidare tutto quello che abbiamo costruito ad un mio sostituto.-

Gli occhi scuri di Kita si fermarono su quelli di Atsumu.

-Voglio che sia tu a prendere il mio posto.-

Atsumu spalancò gli occhi, incapace di formulare una sola frase a senso compiuto.

Scosse la testa mentre i pensieri cercavano di connettersi tra di loro.

-I-io? Aran è il tuo braccio destro. E' molto più adatto come successore!-

Kita gli sorrise dolcemente: -Ojiro è un buon amico e sicuramente possiede ottime qualità per essere un leader. Però io lo sto chiedendo a te, Atsumu.-

Quel discorso non aveva alcun senso alle sue orecchie.

-Non capisco. Perchè qualcuno come me dovrebbe mai...-

-Forse non hai le stesse doti intellettive di Osamu, ma sei astuto e cogli facilmente le debolezze dei tuoi avversari. Ti sarà sicuramente indispendabile l'aiuto dei tuoi amici, ma in questi anni ti ho visto agire con attenzione e premura nei confronti dei tuoi compagni e la tua determinazione mi ha portato a sceglierti come successore.-

Atsumu aprì la bocca per contraddirlo, ma tutte le parole gli erano morte in gola.

Kita aveva scelto lui come prossimo capitano.

-Sono...- Aveva la gola secca e faticava ad esprimersi. -Sono onorato.-

-Bene.- Kita si mise in piedi. -Vado a vedere come sta il ragazzo ferito in infermeria. Tu raduna i suoi amici e assegna loro una camera.-

-Cosa devo dire?-

Il ragazzo gli sorrise calorosamente. -Che sono i benvenuti nell'Inarizaki.-

   
 
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