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Autore: Vallentyne    25/03/2022    1 recensioni
Lei e Ryo coppia. Seeeee, come no. Figuriamoci... Se c’era una sola persona in tutta la prefettura di Shizuoka in grado di darle l’orticaria era lui. Non riusciva a capire come avessero potuto anche solo immaginare una simile assurdità.
Lui e Yukari come coppia. Ah. Ah. Ah. Bella battuta, non c’è che dire. Quella strega. Se c’era una ragazza in tutta la scuola che gli stava sulle palle era proprio lei. Petulante, e anche aggressiva.
La nascita della storia d'amore tra Ryo e Yukari, così come me la immagino io. Con qualche riferimento alla versione originale così come ci è stata presentata nel manga, ma con un po' di fantasia.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ryo Ishizaki/Bruce Arper, Yukari Nishimoto/Evelyne Davidson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Qualche settimana dopo

Avevano appena terminato l’allenamento.

Ryo stava entrando negli spogliatoi con i compagni di squadra. Erano cresciuti parecchio in quegli ultimi tre anni, sia come squadra che come individualità. Quell’anno era stato scelto all’unanimità come capitano, a riconoscimento del suo personale percorso di maturazione - sportiva e non solo - e aveva tutte le intenzioni di onorare la fiducia che gli era stata riposta. A breve sarebbe cominciato il torneo nazionale delle scuole superiori e l’obiettivo era non solo quello di arrivare alla finale ma di battere finalmente la Toho, che aveva vinto il titolo per due anni successivi e puntava certamente al terzo.

Mentre si cambiava dopo aver fatto la doccia rifletté che in squadra il morale era alto e sembravano tutti determinati e fiduciosi nelle proprie possibilità, erano un gruppo eterogeneo e ricco di talenti sebbene la mancanza di Tsubasa Ozora si facesse sentire. Da quando era partito per il Brasile si era interrotta la lunga serie di vittorie consecutive della Nankatsu, il sogno di imbattibilità si era frantumato sotto i colpi possenti di Kojiro Hyuga.
Pffff.
Va beh, quell’anno avevano arricchito il loro arsenale offensivo con Shun Nitta, che, sebbene fosse più giovane, non mancava certamente né di talento né di grinta. Sì, ne era sicuro, stavolta si sarebbero tolti alcune soddisfazioni.

“Allora sabato cena tutti insieme? Prenoto per le otto?” chiese per avere la conferma dei presenti. Era da settimane che parlavano di organizzare un’uscita insieme prima dell’inizio del torneo.
“Senti Ryo, possiamo allargare l’invito a qualcuno che non fa parte della squadra?” domandò Izawa.
“Che intendi dire Mamoru? L’allenatore è già dei nostri”
“No, in realtà io intendevo dire se possiamo invitare le ragazze”

Ryo rimase interdetto.
“Le manager?” chiese poi, per essere sicuro di aver inteso correttamente le parole del compagno.
Izawa rispose “In realtà io pensavo di chiedere alla mia ragazza di accompagnarmi, se non scoccia a nessuno. E magari, per non far sentire lei a disagio, dire a tutti di portare le fidanzate, chi ce l’ha ovviamente. Possiamo anche invitare le manager comunque”
Taki si inserì “Sì a me sembra un’ottima idea. Dato che sono pronto vado subito ad avvisarle”
Ryo restò in silenzio per un attimo, poi si riprese “Beh, devo sapere per quante persone prenotare. Quante sono le ragazze in più?”

Si ritrovò a camminare accanto a Taro per tornare a casa.
L’amico capiva che c’era qualcosa che lo stava turbando ma non voleva essere invadente e preferì lasciare che fosse Ryo a parlarne, se avesse voluto.
“Non immaginavo che Izawa avesse la ragazza” esclamò ad un tratto. “E non è neanche l’unico! Hai sentito?”
Taro annuì “Sì, ho sentito”
Ryo ricominciò “Io pensavo che solo Tsubasa e Sanae stessero insieme, o boh, non so neanche se stanno insieme, lei non si confida di certo con me e lui vive dall’altra parte del mondo.”
Taro sorrise, poi disse “Beh, alla fine oltre al calcio e alla scuola alcuni riescono a trovare il tempo anche per altro…”
“Noooo, non mi dire che anche tu…”
“Io non ho intenzione di invitare proprio nessuno Ryo, stai tranquillo!” Taro gli fece l’occhiolino.
Ryo non sembrava rasserenato dalle parole dell’amico. Riflettè per alcuni minuti e poi sbottò “Devo trovarlo anch’io, il tempo”

Tornato a casa si ritrovò a pensare ai discorsi con Taro e con gli altri.
Voleva avere la ragazza?
Probabilmente no. Non ci si vedeva a fare smancerie, ad accompagnare un’ipotetica fidanzata a fare shopping – inorridì solo al pensiero - o peggio, a qualche doppio appuntamento con una delle sue amiche e un altro tizio sconosciuto, a fare telefonate chilometriche la sera...
Per dirsi cosa poi?
Però c’erano altre cose che lo interessavano parecchio.
Non che fosse completamente digiuno di esperienze eh, qualche sbaciucchiamento con palpate più o meno approfondite c’era stato negli ultimi tempi ma erano per lo più occasioni sporadiche che si presentavano ad alcune feste e non avevano strascichi. Mordi e fuggi, colpisci e scappa, una botta e via.
Sospirò. Pensare a certe cose stava cominciando a fargli effetto nelle parti basse. Indugiò sopra l’elastico delle mutande indeciso, accarezzandosi pigramente.
Poi, non avrebbe saputo dire come e soprattutto perché, si ritrovò a pensare a quella befana di Yukari.

Quella sera pensò a lei intensamente, a una Yukari birichina e spudorata come non avrebbe mai creduto possibile.

   
 
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