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Autore: birdylove    25/03/2022    2 recensioni
Finale alternativo di "Echi in tempesta" ambientato subito dopo che Ofelia è riuscita a far uscire Thorn dallo specchio. I due innamorati dovranno ora affrontare il loro futuro insieme, ma sarà così facile? In fondo, Ofelia stessa pensa che "Thorn aveva veramente il dono di metterla sottosopra. Un attimo prima combatteva contro il desiderio di abbracciarlo, in quel momento combatteva contro l'impulso di prenderlo a schiaffi" (da "La memoria di Babel"). Infatti, nonostante abbiano appena salvato il mondo dall'Altro, Thorn è deciso a risolvere le questioni lasciate in sospeso quando aveva abbandonato il Polo, perciò si consegnerà alla giustizia e annullerà il matrimonio con Ofelia come aveva detto sulla collina quella sera. Ofelia ha ora un solo pensiero: e poi?
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Berenilde, Ofelia, Roseline, Thorn
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Ciao a tuttə, questo capitolo sarà breve e forse poco interessante, ma conto di pubblicare la parte su Ofelia tra pochi giorni e poi finalmente arriverà quello sull’appuntamento (spero ahaha)! Anche questo, come il precedente vede protagonisti Thorn e Berenilde, come sempre spero che vi piaccia, fatemelo sapere!
 
Berenilde non si era limitata a consigliare Thorn, si era offerta anche di organizzare il tutto, tuttavia quando il ragazzo scoprì cosa aveva escogitato la zia era tutt’altro che contento. La dama, ovviamente, aveva pensato ad organizzare qualcosa nel suo stile, su una delle spiagge più frequentate di Sabbie d’Opale, noleggiando uno dei cavalli più belli di Chiardiluna con la sella intessuta da fili d’oro, la criniera impreziosita da diamanti… insomma tutti dettagli volti ad attirare su di loro quanta più attenzione possibile. Tutto ciò che Thorn non voleva per il suo appuntamento con Ofelia.
“Oh, insomma” ribatté Berenilde davanti all’espressione arcigna del nipote “voi due avete pur sempre salvato il mondo dal collasso, vi meritate un po’ di visibilità. Inoltre, non credo che qualche dettaglio scintillante abbia mai fatto male a nessuno, renderebbe solo il tutto più romantico”.
“Non ho intenzione di cavalcare un cavallo con diamanti nella criniera. Non perché la mia virilità ne risentirebbe, sia chiaro, ma perché vorrei mantenere gli sfarzi della Corte il più lontano possibile dalla mia vita e da Ofelia. Quell’ambiente non ci ha portato niente di buono” disse Thorn in tono piatto.
“Avevo messo in conto un tuo possibile rifiuto, motivo per cui mi ero lasciata un’altra possibilità. Ho prenotato una visita in una scuderia per oggi pomeriggio, spero che mi vorrai accompagnare” rispose Berenilde.
Thorn strinse gli occhi e annuì impercettibilmente, sospettava che Berenilde avesse in mente qualcosa, raramente la zia si arrendeva così facilmente.
 
Arrivati alla scuderia vennero scortati alle stalle dal proprietario che proveniva dal vecchio mondo, quindi da quello che era stato nel Rovescio per tutti quegli anni. Alla vista di Thorn, l’uomo rimase senza fiato; sapeva chi era dai giornali, ovviamente, era a lui che doveva la sua libertà.
“Signor Thorn che onore avervi qui, se avessi saputo che sareste venuto oggi vi avrei riservato un’accoglienza migliore, purtroppo però essendo domenica è giorno di riposo per i miei dipendenti. La signora è vostra madre?” disse l’uomo tutto d’un fiato, troppo preso dall’emozione per ricordarsi di presentarsi.
“Sono sua zia, ho prenotato io”, rispose Berenilde per lui. Thorn, fedele a se stesso, si era limitato a gelare l’uomo con il suo sguardo che, ora più che mai, sembrava di ghiaccio.
“Ah, vogliate scusarmi, non ne ero a conoscenza. Desiderate fare prima un giro per la tenuta?” chiese l’uomo, sempre con tono affabile.
“No” rispose Thorn, secco. “Ci faccia vedere direttamente i cavalli”.
“Vi assicuro, signore che è veramente un bellissimo posto da visitare, soprattutto in una bella giornata di sole così” continuò l’uomo non lasciandosi intimorire dall’imperscrutabilità di Thorn.
Thorn, dal canto suo, non lo aveva nemmeno fatto finire di parlare che già si stava dirigendo verso le stalle, avendo visto il cartello che le indicava.
“Perdonatelo” sussurrò Berenilde all’uomo, ma non così piano da non farsi sentire da Thorn, “è nervoso per un appuntamento romantico”.
“Oh certo, si tratta della signorina Ofelia, vero? Certo, avevo letto sui giornali che il signore aveva insistito per annullare il matrimonio che si era svolto in prigione, vero? Ma come mai? Cosa era successo?” chiese in fretta l’uomo a Berenilde. Tuttavia, quest’ultima non ebbe il tempo di rispondere.
“Lasciateci soli, per favore”. La voce di Thorn era ferma, intransigente. L’uomo rivolse un breve sguardo a Berenilde, ma questa volta non insistette oltre e si allontanò.
“Odio chi non si fa gli affari propri” sibilò Thorn rivolto alla zia.
“Volevi proprio fare come ai vecchi tempi vero?” gli chiese Berenilde. “Come quando eri piccolo e ti accompagnavo a lezione di equitazione e guardavamo insieme i cavalli”. Berenilde alzò un braccio per accarezzargli il viso, lentamente, convinta che si sarebbe scostato. Ma Thorn non lo fece. In quel momento aveva di nuovo 10 anni, i suoi fratelli ancora non lo odiavano del tutto, in quel momento perdonò un po’ se stesso per gli errori commessi.

 
  
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