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Autore: sg199885    30/03/2022    7 recensioni
STORIA INTERATTIVA (ISCRIZIONI MOMENTANEAMENTE CHIUSE) Una nuova minaccia grava sul mondo: due perfidi cattivi, da far impallidire Papillon, stanno cercando il miraculous che spezza i sortilegi per liberarsi dalla loro prigionia.
La custode dei miraculous che vive in Italia sta cercando nuovi portatori per la battaglia imminente.
Chi saranno i nuovi eroi di Roma? Sarete voi a deciderlo!
"...io sono l’ultima superstite della mia generazione, e per far sì che i poteri degli altri due custodi assopiti si risveglino devo creare una situazione di pericolo: l’assenza di almeno uno dei tre custodi; per essere più chiara, per permettere a voi eroi, di trovare il libro magico che vi permetterà di scoprire tutti i vostri poteri e le profezie antiche che vi guideranno nella vostra battaglia, io devo andare incontro alla morte.-
- allora non è stata uccisa, si è sacrificata… - dedusse la più piccola mentre già le lacrime le rigavano il volto.
- non piangete per me, ho avuto una vita lunga e piena, e non escludo di poterci incontrare ancora una volta… non dimenticate una cosa, giovani guerrieri della giustizia: finché resterete insieme, finché combatterete come una cosa sola, nessun nemico potrà sconfiggervi! – li incoraggiò, - rendetemi fiera di voi!"
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PREFAZIONE: questo periodo di mia assenza non è stato, per me, particolarmente semplice: in Covid-19 ha colpito duramente casa mia, e solo dopo una lunga ed avvilente crociata siamo di nuovo, per fortuna, tutti in salute; proprio per questo ho voluto richiamare, anche se in minima parte, in questo capitolo una scena che ritrae un quadro di una camera di ospedale piena fino allo stremo di vittime di ogni tipo perché il Corona virus, come un potere magico, non risparmia nessuno aldilà di ogni differenza. Spero, nel mio piccolo, di aver portato un momento di riflessione in cui tutti noi possiamo tornare a riapprezzare il lavoro dei nostri ufficiali sanitari come facevamo all’inizio di quest’incubo e di cui, ahimè, negli ultimi mesi pare esserci scordati.


IN THE PREVIOUS CHAPTER:
A Parigi Fiore incontra Marinette ed Adrien e dopo aver subito il rifiuto da parte di Gabriel, combatte al fianco degli eroi parigini l’akumatizzato “Mangiamore” aiutando Chloé a resistere all’insidio di Papillon, ma commette un errore che porta alla cattura del maestro Fu. A Roma Luna cade vittima del potere del Serpente e finisce in ospedale dove si rende conto di non aver ricevuto indietro il suo Miraculous da Jos, nel frattempo Diego, Astreo e Aurora si preparano alla battaglia finale contro le Stelle Malefiche.
Presa dallo sconforto, White Dove cade vittima del potere della Farfalla e nasce un nuovo, temibile cattivo da sconfiggere: Raven.
 
CAPITOLO 17:

RAVEN

PARTE 1 - schegge

 
Subire una perdita fa parte della vita… ma ci sono anche cose positive! Aspettati l’inaspettato, e accettalo! Ogni prima volta è un’avventura, e chissà dove ti porteranno queste avventure.
 Trova le persone a cui affidare il tuo cuore proprio come loro fanno con te. Quella fiducia a volte viene tradita, ma può sempre essere riguadagnata.
Si, a volte la strada può essere tortuosa, ci si può anche perdere lungo la strada, ma con l’aiuto delle persone giuste, troverai sempre la tua destinazione.
-  Marinette Dupain Cheng –
 
Simba Wa Moto e Yatagarasu atterrarono con il favore delle tenebre al Cimitero del Verano e si intrufolarono in una cripta dove, con pochi ed agili movimenti, scoperchiarono due sarcofagi e vi si calarono all’interno.
- Molto bene augurale direi, calarsi a sonnecchiare in una bara prima di intraprendere una missione suicida. – ironizzò il ragazzo con il suo solito cipiglio allegro.
- Dobbiamo custodire i nostri corpi in un luogo sicuro prima di lasciarli e partire con il solo spirito alla volta della Cattedrale Oscura. – spiegò pragmatica l’orientale tradendo, tuttavia, l’agitazione con un lieve tremolio nella voce.
- Andrà bene. – cercò di rassicurarla, per quanto potesse, l’eroe.
- E’ il momento allora… OCCHIO ASTRALE!
 
- Come è… come è potuto succedere?! – sbottò esasperata Ayaka che non riusciva a smettere di camminare a zig zag con le mani tra i capelli o meglio, tra quel cespuglio di rovi che Jos pretendeva di chiamare “capelli”.
- E’ un inconveniente da tenere in conto quando si usa il potere della Civetta senza conoscerlo a fondo! – la redarguì il piccolo gufetto.
- Nobile Palmm, come possiamo rimediare a questo casino? – chiese stranamente serio Jos, mentre legava i lunghi e fluenti capelli del suo nuovo corpo in una crocchia disordinata. – Basterà usare di nuovo l’Occhio Astrale e tornare nei nostri rispettivi corpi facendo più attenzione, giusto? – domandò speranzoso.
- Non ne sarei così sicuro… disordini dello spirito come questi sono più complicati di quanto possono sembrare apparentemente. – lo smentì il Kwami.
- Non possiamo lasciare campo libero al nemico proprio ora che il nostro attacco lo ha indebolito. Dobbiamo insistere e dobbiamo tornare alla carica! – si impose la ragazza, - Croow, Trasformami! – ordinò al proprio Kwami, ma il corvo rimase fermo e spaesato al suo posto accanto al compagno leoncino.
- Ora il Miraculous del corvo ce l’ho io, geniaccio… - le fece notare beffardo Jos rigirando tra le mani affusolate il diadema del Corvo.
- E va bene allora, dovremo combattere entrambi con altri poteri… Scarr, trasformami! – invocò quindi il potere del Leone su di se, ma anche in quel caso non successe una beneamata minchia.
- E ora che succede?! – latrò esasperata calciando con violenza il pavimento marmoreo del mausoleo.
- Il potere dei Miraculous interviene sia sul corpo che sullo spirito, ora che sono entrambi divisi, temo che nessuno di voi due possa trasformarsi…  - spiegò placidamente il Kwami della combustione.
- Non ci posso credere… - realizzò Ayaka accasciandosi al suolo sconvolta, portandosi le ginocchia al petto. - E’ tutta colpa mia, ho peccato di presunzione, ed oltre ad averti esposto ad un pericolo mortale, ora siamo entrambi indifesi! – scoppiò alla fine mentre le lacrime le rigavano il volto.
- Ehi! – la chiamò Jos accovacciandosi accanto a lei e prendendo il suo (o il proprio? Ah, che casino!) viso tra le mani per guardarla negli occhi. - Non puoi crollare, non ora, ho bisogno di te. – la incoraggiò. - Non ne usciremo se ti arrendi ora e poi…
- E poi? – chiese la ragazza tirando su con il naso.
- E poi non fare la femminuccia nel mio corpo!
Incredibilmente, anche se era decisamente il momento peggiore da quando erano diventati eroi due anni prima, la risata cristallina della sua compagna risuonò, e il leone capì che c’era ancora una speranza.


 
***
In cima alla Tour Eiffel, Raven osservava con occhio attento tutta Parigi che si estendeva sotto di lei e che presto sarebbe stata ai suoi piedi. Con un sospiro liberò i suoi poteri e dal suolo, magicamente, si innalzarono una miriade di specchi giganti, che si mossero levitando nell’aria scontrandosi e fondendosi fino a costruire un vero e proprio edificio, spigoloso e terrificante, in cima alla torre.
- Il labirinto degli specchi è pronto Papillon, - comunicò telepaticamente al suo nuovo alleato. - Puoi portare da me il guardiano.
- Eccellente Raven, ora devi solo usare i poteri che ti ho donato per auto incoronarti Regina! – le rispose mellifluo l’uomo, quindi si rivolse alla sua compagna: - Mayura, è il momento di sistemare il vecchio guardiano! – ma quella, annuendo, fu scossa da una violenta tosse e gli cadde tra le braccia. – Mayura!
- Tranquillo, sto bene… - si affrettò a rassicurarlo la donna.
- Di tutti i piani che ho elaborato, non ho mai voluto questo, - si scusò. – Ho bisogno di te un’ultima volta.
- Non incolparti, sin dal primo giorno sapevo che avrei fatto qualsiasi cosa per te. – dichiarò la portatrice del Pavone. - Piccola amok, dai di nuovo corpo al sentimostro di Papillon! – invocò il suo potere materializzando un enorme e terribile farfalla. – Sentimostro, sono Mayura, ora obbedisci a Papillon. – ordinò.
- Molto bene. – gongolò soddisfatto l’uomo salendo insieme a Mayura in groppa al proprio mostruoso sentimostro-farfalla, che con le sue zampe afferrò lo scudo che proteggeva Jade Turtle e lo sollevò in volo nel cielo notturno.
- Molto bene… - soffiò maleficamente la Regina della notte, rigirando tra le mani lo Specchio delle anime, rotto dal suo scatto d’ira ed ossidato ed annerito dall’akuma al suo interno. – E’ il vostro momento, schegge di specchio! - disse rivolgendosi direttamente ai minutissimi frammenti, quasi una sabbia scintillante, in cui il vetro dell’antico cimelio si era polverizzato, quindi le raccolse nel palmo della mano e ci soffiò sopra, liberandole nel vento. – Volate piccole mie, volate! D’ora in poi nessuno potrà fingere di essere chi non è, la vera natura malvagia del cuore degli uomini verrà a galla. E quando ogni parigino verrà colpito dal mio potere, non potrà fare a meno di far affiorare i cattivi sentimenti che albergano nel profondo del cuore! Ahahahahahah, AHAHAHAHAHAHAHA, AHAHAHAHAHAHAHAH!


 
***
Kenny incasellava un passo dopo l’altro, pensieroso, senza fretta alcuna di raggiungere il luogo dell’incontro fatidico.
- Oh, andiamo ragazzo, accelera! Non vedo l’ora di sgranchirmi un po’ stanotte. – lo pregò, eccitato, il suo Kwami dall’interno del cappuccio della sua felpa.
- Quanta impazienza. – sbuffò apatico il ragazzo.
- Non sai più come ci si diverte, ragazzo? – lo pungolò l’insettino.
- Non è per quello Crystall, anzi, non vedo l’ora di giocare un po’ con quei fessi dei nostri nemici e sfogare un po’ di stress, però… - confidò il ragazzo sulle spine.
- Se non sono gli avversari il problema, sono gli alleati, dunque? – afferrò immediatamente la furba creatura.
- Bingo… - assentì laconico Kenny, preoccupato di come sarebbe stato combattere ancora una volta al fianco di Maya dopo tutto quello che avevano passato, per i suoi sentimenti che ora, invece di unirli come avevano sempre fatto, li dividevano. Sbuffando frustrato, il destino volle che, alzando gli occhi al cielo, vide sulla sua testa sfrecciare quel pagliaccio con l’elmo da gladiatore che portava fra le braccia una ragazza.
Pietrificato, il ragazzo si rese conto che quella figura longilinea e formosa non gli era sconosciuta, anzi, l’aveva lambita più e più volte con lo sguardo fino a pochi minuti prima. Non v’era dubbio alcuno, quella era Aurora.
Rabbrividì alla consapevolezza che ci potesse essere solo una spiegazione del perché Gladiator avesse prelevato la ragazza da casa sua poco prima della battaglia definitiva: Aurora, la ragazza che aveva puntato con lo scopo di soffocare i suoi pensieri e poter finalmente accantonare quella storia assurda in cui Maya l’aveva trascinato in un angolo del cervello, era portatrice di un Miraculous.
Kenny ne era fermamente convinto: il destino era un gran bel sadico bastardo.


 
***
Castel Sant’Angelo aveva avuto, fino a quel momento, un destino. Un destino atipico nel panorama di monumenti della capitale: mentre tutti gli altri venivano travolti, ridotti in rovine, spogliati per riciclarne il materiale, attraverso un serie ininterrotta di trasformazioni che lo avevano portato da monumento funerario ad avamposto fortificato, da oscuro e terribile carcere a splendida dimora rinascimentale che aveva accolto Michelangelo, aveva accompagnato le sorti e la storia di Roma per quasi duemila anni.
E anche quella sera sarebbe stato teatro dell’ultima battaglia, la resa dei conti che avrebbe pesato sulla vita di decine di centinaia di innocenti.
Dolphy Titan osservava mesto dalla cima della lanterna della Cupola di San Pietro il luogo dove tra poco avrebbero dato battaglia ai propri nemici, nella testa rimbombavano decine di domande assordanti, e un nodo di pesantezza gli attanagliava lo stomaco. Perché quando la notte arriva, e la luce delle stelle è così flebile a rischiarare l’oscurità, le paure e i dubbi diventano mostri d’ombra che sembrano invincibili. E quale bagliore può scacciarli via? La luce del coraggio, forse? Della speranza?
Perso nei suoi pensieri, sobbalzò quando Gladiator atterrò con un balzo alle sue spalle portando in braccio la ragazza bionda che già una volta aveva combattuto con loro.
- Credo di soffrire il mal d’aria… - ammise Aurora reggendosi la testa che le girava.
- Non c’è tempo per sentirsi male, abbiamo bisogno di te! – le disse concitato il più grande rivelandole finalmente il motivo del suo rocambolesco sequestro: - I nostri nemici hanno attaccato, e ora tante persone sono in pericolo di vita. Dobbiamo combattere, sconfiggerli e costringere quel viscido serpente a rompere il suo maleficio a costo di strangolarlo!
- Perché… perché io? – chiese dubbiosa la ragazza, sentendo le guance imporporarsi.
- Che significa “perché tu”? – domandò di rimando confuso Astreo.
- Non sono stupida… tutti i notiziari parlano di voi, so benissimo che un’altra ragazza ha avuto il Miraculous dell’Orso… E non credo possa aver fatto peggio di quanto ho fatto io l’altra volta… - rivelò mentre, in imbarazzo, si fissava le punte di piedi.
- Ehi. – la chiamò severo Diego, - Tutti sbagliamo, nessuno è perfetto… te lo dice uno che ultimamente non fa che combinare casini. Ma non importa quante volte faremo la cosa sbagliata o quanto gravi sono i nostri errori, conta cosa uno fa per rimediare! – la rassicurò deciso. - Quindi ora prendi questa cavolo di collanina, trasformati e fai del tuo meglio!
Aurora sfiorò dubbiosa la semplice catenina dorata, con cinque perle d’ambra al centro, e da questa sbucò una scintilla di luce che volteggiò in aria e rivelò un piccolo e tenero orsacchiotto.
- Auch – sbadigliò – Il tempo del letargo è finito, a quanto pare!
- Io… - temporeggiò, piena di dubbi ed incertezze, la bionda, poi però si decise: - Ok, ma fatemi fare una cosa prima… - chiese prendendo velocemente il cellulare e digitando un numero che conosceva a memoria. - Avanti andiamo, rispondi… - implorò mentre si torturava un’unghia.
Nel frattempo, al di là delle Alpi, Vaen aveva ripreso la sua meditazione in riva alla Senna, sperando di non venire interrotta dal trambusto che inaspettatamente caratterizzava quella città… Insomma, possibile che ovunque andasse quella storia assurda degli eroi e dei cattivi la perseguitasse? Voleva solo farsene una ragione, meditare profondamente finché non avesse ritrovato la pace pur sapendo che non sarebbe mai stata più speciale… ecco, quando finalmente i rumori della civiltà si stavano affievolendo, e il suo spirito innalzando, un dolore pungente all’occhio la distrasse.
Maledetto granello di polvere, faceva un male cane!  Come se non bastasse, la vibrazione del telefono la deconcentrò definitivamente.
- Per tutte le cime dell’Himalaya! – imprecò pronta ad assalire lo scocciatore, poi però si stupì di vedere sul display il nome della sua migliore amica… insomma, Aurora era al corrente che non avrebbe dovuto disturbarla durante il suo viaggio spirituale, allora perché la stava chiamando?
- Pronto? – decise di rispondere dopo alcuni secondi di esitazione.
- Ehi… - le disse semplicemente l’altra dall’altro capo della cornetta.
- E’ successo qualcosa di grave? – domandò preoccupata la tailandese.
- No anzi… mi dispiace disturbarti, so che non avrei dovuto farlo, però… - temporeggiò titubante Aurora.
- Però? – insistette Vaen.
- Ecco… devo fare una cosa importante, stanotte e… volevo sentire la tua voce, tutto qua. – rivelò insicura di quanto le potesse dire per non metterla in pericolo.
- Un’altra di quelle “cose” di cui non mi puoi parlare? – intuì subito la guerriera.
- Esatto, e lo so che ti dà fastidio e ti senti messa da parte, ma sarebbe molto importante, per me, sapere che sei dalla mia parte… - si sfogò mentre una lacrima solitaria le solcava il volto, e il silenzio dall’altra parte le torceva il cuore.
Vaen sbuffò, divertita… curioso come uno faccia di tutto per allontanarsi da qualunque distrazione pur di riflettere e capirci qualcosa della vita, e poi la vita stessa ti folgora con un’illuminazione del tutto inaspettata: sapeva benissimo come si sentiva in quel momento, riconosceva quella sensazione che si irradiava come un pizzicore sottopelle dandole decine di brividi di eccitazione e fierezza.
Vaen si sentiva speciale. Si sentiva speciale perché tra miliardi di persone nel mondo, Aurora aveva scelto lei in quel momento, e in tutti i momenti che avevano vissuto insieme prima di allora, e in tutti i momenti che avrebbero ancora vissuto da lì in poi.
E non aveva bisogno di una maschera per essere speciale ed importante per qualcuno, lo era semplicemente perché qualcuno le voleva bene.
- Io sarò sempre dalla tua parte, qualsiasi cosa accada, dovunque tu sia, se succede qualcosa di brutto, io verrò a riprenderti. – le promise mentre una lacrima scendeva dall’occhio ferito.
- Grazie, e buona fortuna. – la salutò la bionda.
- Buona fortuna a te, vai e spacca tutto, qualsiasi cosa sia. Ci rincontreremo presto. – la rassicurò l’altra mentre attaccavano la telefonata.
Dopo aver riposto il telefono nella tasca, Aurora prese un grande respiro: era pronta, Callisto stava per tornare, e non si sarebbe fatta mettere in ginocchio una seconda volta.
- Otto, trasformami!
Nel frattempo, con un flebile sorriso sul volto, Vaen osservava le acque scorrere nel fiume placide, e stringeva a se il cellulare come se fosse la cosa più preziosa che possedesse al mondo, poi però un pizzicorio irritante la svegliò dalla sua contemplazione beata, nel punto esatto in cui la lacrima si era seccata sul volto.
Passandosi una mano sul viso, la ragazza si ritrovò tra le dita, con orrore, quella che sembrava una scheggia di specchio.


 
***
Era fatta, era tutto perfetto.
Grazie a Matteo avevano individuato il momento più adatto per agire, erano riusciti a mettere all’angolo la vecchia megera, gli eroi erano in inferiorità numerica e ben presto avrebbe avuto tra le mani due Miraculous nuovi di pacca. Ancora non avevano deciso come spartirseli, ma Kyros sentiva già da un po’ di essere particolarmente interessato al potere della civetta.
Quello che doveva fare, in quel momento, era solo l’ultima mossa per assicurarsi la vittoria oltre ogni ragionevole dubbio: doveva aumentare i poteri di almeno uno dei suoi compagni come aveva aumentato i propri per merito del Libro dei Miraculous, ma quali? Dopo un breve discernimento, decise che la meno pericolosa era proprio colei che era più votata alla causa, Merlin.
Sfogliò velocemente il tomo fino a che non trovò l’immagine dipinta in china di un uccello dal lungo collo sinuoso che si feriva il petto con il becco per sfamare del suo sangue i propri piccoli, e si apprestò a leggere l’incantesimo sottostante.
Non puoi continuare ad usarmi per il male, non è giusto!
Lo redarguì la voce che aveva imparato a riconoscere, e ad ignorare, come quella del libro.
La magia ha il suo prezzo, se usi i miei incantesimi per il male ne pagherai lo scotto!
Provò ancora ad avvisarlo, ma il greco non si lasciò intimidire e pronunciò le fatidiche parole:
Sangue al sangue ti chiamo con la voce,
sangue al sangue torna qui veloce.
Sangue reale
che curi ogni male,
In te scorre il potere
per scoprir di ognuno il più grande dolere.


 
***
Luna, avendo ormai recuperato le forze, si era alzata dal proprio letto ed osservava, mesta, la fila interminabile di brande occupate da decine e decine di persone di ogni età, sesso ed estrazione sociale imprigionate in quello che sembrava un sonno senza più risveglio: la sua mente registrò con un gusto amaro la presenza di una donna abbigliata di un tailleur di ottima fattura accanto a quello che sembrava essere un barbone, di due anziani ai cui anulari luccicavano vecchie fedi d’oro, di un ragazzo sulla trentina con ancora addosso la tuta da jogging e persino di una giovane donna con una pronunciata pancia da gravidanza.
Era uno spettacolo terribile, un’ecatombe senza un’apparente via d’uscita che mieteva vittime ogni secondo che passava ad osservarle, che arrivavano una dopo l’altra in una corsa contro il tempo dei medici, infermieri e personale di quel reparto che lottavano con tutte le loro forze contro un nemico di cui non sapevano nulla e contro cui erano impotenti.
Tutte vite appese al filo della speranza trattenuto saldamente nelle mani di eroi di cui lei, povera piccola ingenua, non faceva più parte. Forse i dubbi di Palmm su di lei all’inizio erano fondati, la vecchia Edda non avrebbe mai e poi mai dovuto affidare un Miraculous ad una preadolescente come lei.
La ragazza strinse forte i denti e soffocò i singhiozzi del pianto che le scuotevano il petto, come aveva fatto a ridursi così? Doveva essere in prima linea in quel momento, con i suoi compagni a fare tutto ciò che era in suo potere per salvare tutti quegli innocenti che riponevano in loro l’ultimo barlume di speranza.
Caduta in ginocchio per lo sconforto, mentre copiose lacrime le bagnavano il viso, istintivamente la sua mano corse al petto a stringere il pendente d’argento che adornava la sua collana: una vecchia catenina logora ed ossidata, con un ciondolo a forma di cuore, tutt’altro che prezioso, che però nascondeva un tesoro inestimabile: la foto della sua mamma. Luna si ricordava benissimo quando l’aveva presa per riporla la dentro… aveva sgraffignato una foto del matrimonio dei suoi ritagliando il volto gioioso della giovane donna scatenando le ire di suo padre, che però si era commosso quando aveva rivelato di voler tenere sempre con se quel ritaglio perché terrorizzata dal pensiero di poter, crescendo, dimenticarsi della sua mamma.
La ragazza si asciugò le lacrime e contemplò quelle fotografia sbiadita, osservò la gioia e l’amore nell’espressione che era stata catturata, e si sforzò di ricordare la donna così come era: dolce, protettiva, saggia, determinata.
Determinata, si, perché sua mamma non si era mai arresa, fino all’ultimo giorno aveva amato la vita con tutte le sue forze, e non si era mai abbandonata ad un attimo di sconforto.
Che cosa avrebbe detto di lei, vedendola così? Si sarebbe arrabbiata, sarebbe stata delusa, ne era certa. Non le aveva insegnato ad arrendersi no, e neanche a piangersi addosso. Doveva reagire.
 Asciugate le lacrime e rimessasi in piedi, Luna si guardò intorno e decise che quello non era più il suo posto. Ci mise alcuni secondi ad individuare la finestra, infilò il cappotto, aprì lo stipite e si lasciò colpire dal vento gelido sul viso.
Era il momento di combattere, di tornare ad essere Owl Maiden, di tornare ad essere un’eroina. Doveva solo capire da che parte iniziare.


 
***
Ladybug sospirò, sedendosi per la prima volta dopo ore ed ore di perlustrazione che non avevano portato a niente di fatto: sia il Maestro Fu che White Dove sembravano essere scomparsi nel nulla.
Dopo la lite che aveva portato alla fuga della colomba, i suoi due amici erano partiti al suo inseguimento e lei, umiliata e sconfitta, aveva ripreso i Miraculous del Drago e dell’Ape, ordinando a Chat Noir di portare le due ragazze al sicuro prima di iniziare le ricerche.
Stanca ed avvilita, si portò le ginocchia al petto ripensando a tutto ciò che aveva sbagliato e, nel mare dei pensieri, le sovvenne l’immagine di Luka, che l’aveva trovata un attimo dopo la rottura della sua trasformazione vicino la giostra del Guardiano, e nelle braccia di cui, in un momento di debolezza, si era tuffata trovandole infinitamente calde ed accoglienti, un porto sicuro dalla burrasca del mondo.
Ma lei si era allontanata un attimo dopo, perché lei amava Adrien, no? E allora perché in quel momento l’unica cosa che desiderava era che Luka l’abbracciasse ancora?
Sospirando, alzò gli occhi in alto e vide che il cielo su Parigi si era addensato di tetre nubi, e una specie di strano nevischio cadeva lento dal cielo. Il suo sesto senso le suggerì che c’era qualcosa di strano e corse subito al riparo sciogliendo la trasformazione.
- Quella non è neve, è un potere oscuro generato da Papillon! – l’avvertì preoccupato l’esserino rosso. Marinette si guardò intorno preoccupata, mentre sempre più persone, in strada, si piegavano so loro stesse per il dolore dopo aver alzato gli occhi al cielo per osservare meglio quello strano fenomeno atmosferico; in un lampo di genio si accorse che i fiocchi di neve magica erano abbastanza leggeri da rimanere a galla sul pelo della Senna, per cui diede a Tikki uno dei macarons magici e si trasformò in AcquaBug.
- Dovevo immaginare che Papillon avesse in mente altro, la battaglia non è finita! – si disse, pronta a combattere nuovamente.


 
***
Chat Noir aveva messo tutto se stesso nella ricerca disperata del Maestro Fu, un po’ per senso del dovere, un po’ per egoismo dettato dal voler accantonare i pensieri che gli frullavano per quella testa felina che si ritrovava… inevitabilmente, però, aveva fallito su tutti i fronti: del Guardiano neanche l’ombra e non riusciva a smettere di pensare al bacio che Katami gli aveva dato… era tutto così confuso, ma perché? In fondo lui era innamorato di Ladybug, no? Ma quello era e sarebbe rimasto per sempre il suo primo bacio…
Il gattone fu riscosso dai suoi pensieri, mentre si reggeva la testa tra le mani, da un rumore sordo di uno schianto e poi da delle urla, quindi si guardò attorno e vide che il caos era scoppiato in città, tutti sembravano impazziti e qualcosa di oscuro pioveva dal cielo.
- Plagg, trasformami! – ordinò preso dal panico.
- Svelto ragazzo, in acqua! – intimò la creaturina di rimando.
- Bene, è ora di pranzo. – non se lo fece ripetere due volte Adrien tirando fuori il formaggio magico dalla tasca della camicia, - AcquaPlagg, trasformami!
Tuffatosi nella Senna, poco lontano da se individuò AcquaBug e si precipitò da lei:
- Ladybug! – la chiamò.
- Chat Noir! – gioì l’eroina scorgendolo arrivare verso di se, gli si precipitò tra le braccia singhiozzando ed esclamò: - Per favore abbracciami!
L’uomo gatto, irrigidito dalla reazione della compagna, la scostò con delicatezza, allungò il suo bastone e lo usò per osservare oltre il pelo dell’acqua e, tra il caos che stava devastando Parigi, scorse in cima alla Tour Eiffel una strana costruzione che sembrava essere a metà tra un nido di veste giganti e una palla da discoteca gigante anch’essa. Chiunque fosse il loro nemico, quello era il suo covo.
- Avevi ragione, ogni singolo abitante di Parigi sembra essere impazzito, è una catastrofe! E si dia il caso che io sia esperto di cata-cose. – la informò senza perdere la sua ironia.
- E’ colpa mia, avrei dovuto capire quanto Chloè tenesse ad essere Queen Bee, avrei dovuto dirle di ritrasformarsi prima di andare dal Maestro, non avrei dovuto sbottare in quel modo! Ero confusa, mi spiace così tanto sono… sono proprio una delusione! – si sfogò, frustrata, Marinette.
- Ehi, l’importante è salvare il Maestro Fu prima che sia troppo tardi, ma ci serve una Ladybug concentrata! Dimentica ciò che è successo! – la fece rinsavire il gatto.
- Grazie Chat Noir, ci sei sempre per me! – lo ringraziò, grata, la coccinella.
- Sempre. – assicurò Chat Noir.
- Ok, non abbiamo un minuto da perdere… abbiamo un obiettivo ma ci servono rinforzi. Se davvero Papillon ha la Miracle Box… - rifletté l’eroina, - possiamo chiedere aiuto a Silver Claw e Cernus, ma avremo bisogno anche di due persone a cui affidare il Drago e l’Ape.
- Ok, è il momento di combattere, andiamo! – partì Chat Noir stringendo, saldamente, la mano guantata di rosso.


 
***
Silver Claw atterrò con un lungo balzo su un tetto parigino, piegandosi poi sulle ginocchia per placare il fiatone.
- Vuoi aspettarmi o no?! – le chiese Cernuus raggiungendola sullo stesso tetto, con un fiatone se possibile ancora più affannoso.
- Tu non capisci… - sospirò la lupa, - non sento più il suo odore, è sparita nel nulla! – lo mise in guardia.
- Vedrai che c’è una spiegaz… ahi! – provò a consolarla il ragazzo interrompendosi perché qualcosa che fluttuava nell’aria gli era entrato dolorosamente nell’occhio non coperto dal ciuffo.
- Ho un orribile presentimento… - confidò preoccupata l’altra.
- Ma su, che cosa vuoi che possa succedere? – si strinse nelle spalle, ottimista, il cervo, ma non appena finì di pronunciare codesta frase giunse ai loro orecchi un coro di urla, frastuoni e piccole esplosioni. Sporgendosi dal parapetto, videro con stupore che tutti i cittadini si erano riversati per le strade, si mischiarono in risse violente, auto che si scontravano, vetrine di negozi che venivamo distrutte e depredate.
- … stavi dicendo? – commentò con un’alzata di sopracciglio Andrea.
- Sembra… sembra che è caduto il cielo! – si rese conto, allibito, Davide.


 
***
Raven osservava con malefica soddisfazione il disastro che aveva provocato, beandosi del frastuono caotico che giungeva fin sul suo rifugio.
- Raven… - la chiamò Papillon giungendo a cavallo del suo schifoso destriero, il quale con malagrazia gettò all’interno del labirinto degli specchi la sfera protettiva che avvolgeva il Mastro Fu. – Fanne buon uso. – si raccomandò l’uomo porgendole la Miracle Box.
- Molto bene. – annuì la strega poggiando il manufatto su un piedistallo di vetro, dopodiché tornò al suo balcone e si rivolse al suo “popolo”: - Miei sudditi, io sono Raven, la vostra regina, e questo è il mio volere. Che tutti i portatori di Miraculous vengano a me!
Il suono della sua voce, portato dal vento, raggiunse le orecchie dei giovani Alya Césaire, Nino Lahiffe, Katami Tsurigi, Luka Couffaine, Max Kanté e Kim Le Chien i quali, ipnotizzati, abbandonarono le liti che il potere oscuro di Raven aveva scatenato e si diressero ai piedi della torre di Parigi, dove specchi magici li portarono, volando, in cima al covo dei malvagi.
- Prendete i vostri Mirculous! – ordinò severa la ragazza, notando che due di loro non si mossero. – Due gioielli non sono qui dentro, Papillon. – dedusse. – Trasformatevi! – ordinò invece ai quattro che avevano evocato i confusi Kwami.
- Trixx, trasformami. – disse apaticamente la ragazza.
- Sass, squame striscianti.
- Kaalki, al galoppo.
- Suppu, trasforma. – le fecero eco i tre.
- Volpe Rabbia, Venom, Bucefalus, Monkey Slave, un tempo eravate al servizio di Ladybug e Chat Noir, ma da ora in poi sarete le mie guardie reali, - li chiamò la Regina, - A voi spetta l’accoglienza dei nostri “ospiti”… - soffiò malefica. – Ladybug, Chat Noir ora userò le vostre stesse armi contro di voi per sconfiggervi, e vi pentirete di esservi rivoltati contro di me!


 
***
Assicuratisi che quella strana nevicata fosse giunta al termine, Ladybug e Chat Noir uscirono dall’acqua,  ritrovandosi immediatamente circondati da parigini fuori controllo e schiumanti di rabbia pronti ad assalirli.
- E ora che facciamo, non possiamo far loro del male… - si rese conto sulle spine la coccinella.
- Beh, non mi sembra che qualcun altro sia dello stesso parere, Mylady… - commentò scettico il gatto, indicando con il mento qualcuno che, a colpi di una strana forma di arte marziale, atterrava chiunque le venisse addosso nonostante fossero decine. Immediatamente, Marinette si stupì riconoscendo la stessa strana ragazza che aveva atterrato Mr. Piccione giorni prima.
- Ferma! Non far loro del male, sono civili sotto incantesimo! – la supplicò l’eroina.
- Credi che non lo sappia?! – ringhiò Vaen spedendo al tappeto il comandante della polizia locale. – Ma devo pur difendermi no? Sto cercando di neutralizzarli senza far loro troppo male prima che si uccidano l’un l’altro. – rivelò.
- Insettina… - la chiamò il gatto, - so che di solito sei tu a scegliere chi è degno di portare un Miraculous, ma questa ragazza mi sembra essersi distinta in già due occasioni e…
- Lo so. – acconsentì Ladybug, - Vaen Sanjuan – la chiamò. – so che hai detto una volta di non fidarti degli eroi, e ti capisco… Proprio oggi ho avuto la prova che anche i supereroi possono sbagliare, ma a chiunque può succedere quindi, se vorrai regalarci la tua fiducia, avremmo bisogno di te. – le disse porgendole una collana la cui vibrazione per la tailandese era inconfondibile: si trattava di un Miraculous.
- Sai… -le rispose con un sospiro, - qualche ora fa ti avrei detto categoricamente di no, però ho capito grazie ad un’amica che non è un superpotere a rendere una persona speciale, ma è far parte di qualcosa di speciale, che rende speciale… quindi sì, sono pronta ad aiutarvi!
- Vaen, ti consegno il Miraculous del drago con il potere del vento, del tuono e dell’acqua, usalo per il bene superiore e prometti di restituirlo a missione conclusa. – disse solenne l’eroina porgendole il gioiello.
- Salute a te, Maestra, io sono Longg, per trasformarti devi solo dire “Longg, scatena la tempesta”. – le spiegò il Kwami.
- Longg, scatena la tempesta! – invocò la ragazza venendo subito avvolta dalla trasformazione quantica.
Una tuta aderente rossa che la ricopre dal collo fino si piedi, con un disegno di spire di drago color oro che le avvolge tutto il corpo come un serpente e una fascia in scaglie legata alla vita.
Le mani sono protette da dei guanti artigliati con le unghie d’oro e dei piccoli aculei sulle braccia, stivali neri che ricordano le zampe di un drago con artigli d’oro.
La maschera nera con motivi rossi le copre il volto e quattro corna ricurve lei si formano sulla testa. I capelli sono raccolti in una lunga treccia con sfumature rosse e oro.
- Ladybug, Chat Noir! – li chiamò Silver Claw precipitandosi verso i tre seguita da Cernuus. - Abbiamo cercato White Dove ovunque, ma non l’abbiamo rintracciata, siamo terribilmente preoccupati! – sospirò.
- E fai bene ad esserlo… - sospirò a sua volta Marinette, - abbiamo avuto a che fare con Papillon decine e decine di volte ma solo due… solo una volta è riuscito a creare un cattivo così potente… - spiegò.
- Quando ha akumatizzato un portatore di Miraculous. – concluse il ragazzo riferendosi a Queen Wasp, non potendo sapere di quanto egli stesso si era trasformato in Chat Blanc nella linea temporale alternativa.
- Non può essere… è terribile! – si rese conto Andrea cadendo in ginocchio. – E’ colpa mia, tutta colpa mia!
- Non essere sciocca! – la rimproverò Ladybug, - Se la colpa è di qualcuno, quella sono io. Ma se restiamo qui a commiserarci non otterremo niente, dobbiamo invece lottare per salvare la vostra amica e Parigi! – li incoraggiò. – Ora dobbiamo solo decidere chi di noi unirà il suo potere a quello dell’Ape, dal momento che tutti i cittadini sono impazziti, è un processo rischioso e…
- Credevo di aver dimostrato che c’è una sola Queen Bee! – la interruppe una voce alle sue spalle e, voltandosi, l’eroina riconobbe la petulante compagna di classe.
- Chloé?! Non sei sotto l’effetto del maleficio anche tu? – si rese conto, confusa.
- Credo sia così odiosa di natura che nessun potere magico potrebbe creare di peggio… - dedusse Chat Noir sussurrandole all’orecchio.
- E va bene allora, sarai Queen Bee questa volta, ma dovrà essere l’ultima, perché abbiamo ormai la certezza che è troppo pericoloso per te e per la tua famiglia che tu sia un’eroina. – acconsentì Ladybug.
- E va bene allora… - rispose la bionda straordinariamente accondiscendente, - se deve essere il mio gran finale, che sia in grande stile!
- Molto bene squadra, - li radunò l’eroina-coccinella. - E’ l’ora degli eroi! 
 
  
***
Sul ponte Sant’Angelo, Merlin respirò a pieni polmoni l’aria carica di elettricità e tensione, beandosi di quella sensazione di quiete prima della tempesta che, da vera guerriera, l’esaltava anziché intimorirla. Ripensò a tutte le ore, le giornate, gli anni spesi per diventare la miglior ballerina, la miglior ginnasta, e si promise che in quell’ora fatidica avrebbe messo a frutto tutte le sue doti e le sue capacità per vincere e sbaragliare i nemici.
- Salve. – salutò, laconica, individuando immediatamente il fruscio che le ali di Dragonfly avevano prodotto,  anche se il ragazzo si era impegnato ad arrivarle alle spalle il più silenziosamente possibile.
E, silenziosamente, il giovane le si mise al fianco scrutando vigile l’orizzonte.
- Voglio sperare che, anche se non siamo più vicini come prima, possa contare su di te stanotte. – si appurò lapidaria la ragazza.
- Se pensi che mi farei battere solo per farti dispetto, allora non hai imparato per niente a conoscermi… - commentò un po’ divertito, un po’ ferito dalla diffidenza della compagna. – Sono in ballo, dunque devo ballare, - si strinse nelle spalle, - vedrò di vincere e di trarre qualcosa di positivo da tutto questo manicomio. – assicurò ricevendo solo un cenno del capo in risposta.
- Compagni… - si annunciò mellifluo Idra atterrando con un balzo alla loro destra.
- Cavalleria… - gli fece eco Faunus atterrando alla loro sinistra. – Pronti per le danze? – chiese divertito.
- Mai stata più pronta per un ballo in vita mia, - rispose la ragazza, divertita dalla citazione inconsapevole di quel piccolo irritante caprone alla sua vita privata. – Ho un “passo a due” in sospeso con il pagliaccio dall’elmo di bronzo, non vi immischiate. – avvertì.
- Te lo lascio volentieri… - assicurò Matteo.
Proprio in quel momento, sull’altro capo del ponte, giunsero i tre eroi di Roma: Gladiator affiancato dal Sirenetto e dalla ragazza con il potere dell’orso che la volta precedente avevano messo al tappeto senza troppi problemi, e Faunus iniziò a pensare che sarebbe stato più semplice del previsto.
- Non avrebbero dovuto essere in quattro? Forse c’è qualcuno nascosto. – sibilò Idra mentre le due fazioni si avvicinavano l’un l’altra.
- Lo scopriremo subito. – lo tranquillizzò l’ariete. - Ehilà, avete lasciato un po’ di quote rosa a casa? – li derise, sicuro di provocare una reazione nel guerriero.
- Fareste meglio a farvi i fatti vostri, siamo fin troppi per ridurvi in polpette. – ringhiò irato Gladiator.
- Nessun agguato, sono solo in minoranza. – dedusse furbescamente Matteo.
- Finitela con le chiacchiere e mostrateci quello per cui siamo qui! – insistette, spazientito, Diego.
- Come desideri amico mio. – acconsentì Kyros facendo un passo verso di loro, stese la mano dinanzi a se e, lentamente, una sfera di energia luminosa come un faro, grande come un pallone da calcio,  si condensò tra le sue dita. – Ecco le regole, - spiegò lanciando la sfera in alto nel cielo, dove si fermò fluttuante, - il primo che la prende, vince. Fine delle regole. 
- Mi piace questo gioco… - si complimentò divertita Merlin prima di lanciarsi, con un urlo di battaglia, verso l’argentino pronta a colpirlo con un calcio volante che però, sorprendentemente, non arrivò a segno.
- Non così in fretta, carina. – ringhiò Callisto frapponendosi tra i due e afferrando la nemica per la caviglia. - Oggi sono io la tua rivale! – precisò e, afferrandola con più forza, roteò su se stessa e la lanciò lontano come un peso morto. Sotto gli occhi spalancati di Kenny, Maya volò per tutto il ponte, schiantandosi con violenza sul Castello, rimanendo coperta da una nuvola di polvere e detriti.
- La nostra storia che va a farsi benedire… - esalò, sconcertato, Dolphy Titan osservando il monumento deturpato.
- Però… - commentò, soddisfatto, Gladiator.
- Non mi farò sconfiggere due volte… non farò affidamento solo sul mio potere, ma sulle mie forze. – promise, combattiva, Callisto.
- Non la sottovalutare, è ancora in partita. – avvisò il leader e la ragazza annuì, prima di balzare lontano, verso Castel Sant’Angelo, verso la sua nemica.
- Resta concentrato. – ammonì Idra notando lo sconcerto e la rabbia di Dragonfly. - Dobbiamo vincere, tu affronterai il pesciolino, io e Faunus ce la vedremo con il più pericoloso. – ordinò ricevendo da entrambi un cenno di assenso. – Molto bene, che le danze abbiano inizio!
 
***
Raven contemplava assorta il frutto dei suoi poteri dilagare per la città mentre, alle sue spalle, Jade Turtle riprendeva fiato dopo che Papillon e Mayura avevano momentaneamente interrotto l’attacco al suo scudo defilandosi chissà dove.
- Ribellati al potere di Papillon, sei forte, puoi farlo! Combatti! – la esortò, stremato, il vecchio Fu.
- Non ho niente per cui combattere, ormai… - obiettò, mesta, la ragazza. – la giustizia, l’amicizia, l’amore… non sono più ideali in cui credo. 
- Non puoi smettere di credere, finché hai un cuore che batte! – esalò il maestro prima di accasciarsi al suolo, stremato.
- Non mi basta avere un cuore per provare dell’amore. – sbuffò, amaramente divertita, Fiore.



NOTE D’AUTORE

Bentornati fagottini al cioccolato! Non sono morto, sono ancora qui (purtroppo XD) dopo un periodo non proprio al top, quale modo migliore di ripartire se non con voi che mi date sempre un sacco di energie positive? Ebbene, siamo alle porte di una grande battaglia, come andrà a finire? Ho già le mie idee in mente, ma come al solito sarete voi a decidere! Anche in questo caso ci sono degli stralci dell’episodio originale con dei dialoghi riportati, ma meno fedelmente rispetto al precedente capitolo; ho voluto bypassare le scene in cui Marinette e Adrien si trovano faccia a faccia con Luka e Katami perché non trovavo il modo giusto per descriverle, ma non me la sono sentita di ignorarle e quindi ho inserito dei rimandi/riferimenti. La più grande differenza rispetto all’episodio canon, escluso ovviamente lo switch di antagonista, è il cambio di scenario, infatti la nostra storia non si ambienta subito dopo la “scena del terrazzo” ma la notte stessa, quindi c’è un gap di alcune ore che non viene descritto nei minimi dettagli, magari in futuro potrebbe diventare un missing moment, chi sa.
1) MOMENTO ESTER EGG: come vi avevo preannunciato, e rimandato per cause di forza maggiore, questo capitolo celebra il Festival della canzone italiana! Sparsi per i capitolo ci sono 5 versi tratti da 5 canzoni di questo Sanremo 2k22, il primo che le azzeccherà tutte e 5, vincerà un premio. Nel frattempo un applauso a HARRY FINE per aver indovinato per primo l’ester egg dello scorso capitolo, la citazione de “I Promessi Sposi” riferita a Gertrude, la monaca di Monza, la “sventurata” che rispose al richiamo del suo aguzzino, il perfido Egidio. Avendo vinto, ecco un piccolo spazio pubblicitario:

 
 
Iselen Surana, Runaan Mahariel, Aida Tabris, Persephone Cousland, Micah Brosca e Aura Aeducan vivono ognuno la propria vita, tutti bloccati dai loro problemi e deliziati dai loro affetti. Nessuno di loro sa chi siano gli altri, ma molto presto dovranno unirsi e affrontare il Flagello, la calamità peggiore che loro e il loro mondo abbiano mai visto e che minaccia di inghiottire ogni cosa, insieme ad un'improbabile compagnia di alleati, facendo tutto ciò che è necessario per salvare il paese che conoscono. Anche se il prezzo potrebbe essere troppo alto.
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3981062&i=1

2) MOMENTO INTERATTIVITA’: a questo punto, cruciale, ripeto la stessa domanda dello scorso capitolo: come si comporterà/anno il tuo/i tuoi OC? Se credete che la descrizione mandata precedentemente calzi ancora, avvisatemi e non inviatemi nulla, se invece volete aggiungere e/o modificare qualcosa alla luce degli ultimi avvenimenti, fatelo pure.

3) MOMENTO SONDAGGI: allora, so che avevo promesso due sondaggi a capitolo, ma avendo ancora due os da recuperare, per il momento interrompiamo i sondaggi secondari finché non mi sarò rimesso in pari, quindi parliamo solo della storia principale: quale dei seguenti personaggi minori vorresti veder avere più spazio nella storia?
- Hans e Greta Manni
- Michele (fratello gemello di Aurora)
- Hala (la custode che ha dato a Fiore lo specchio)
- la dottoressa
- la Famiglia di Diego
- Pietro e Milena, i fratelli di Matteo
- la madre di Kyros
Potete votarne due e saranno scelti i più votati.

4) FANART&MUSICA: in questo capitolo molto denso di avvenimenti, e di preparazione allo scontro più duro, non c’è stato spazio per inserire una canzone, anche se tuttavia la musica è sempre presente grazie al nostro Trivia!Sanremo, però –uditeudite- abbiamo scovano un’altra bravissima artista che da oggi fa compagnia a Sapphir Dream nel team delle “illustratrici” di questa mia piccola storia. Sto parlando di TalesofaFairy, che ci ha generosamente regalato tre Fanart, ovvero i volti dei suoi due personaggi, Maya e Kenny, e la trasformazione di Merlin, vi allego i Link:
 
https://www.flickr.com/photos/195167034@N05/shares/9fQgBa      - Merlin
https://www.flickr.com/photos/195167034@N05/shares/39ChY1      - Kenny
https://www.flickr.com/photos/195167034@N05/shares/E25bQ6     - Maya

5) VARIE ED EVENTUALI: che dire, volevo innanzitutto ringraziare tutti coloro che, senza saperlo, con qualche piccolo messaggio mi hanno tenuto compagnia e tirato su il morale in un momento non molto bello, vi voglio bene <3 non so bene se ci vedremo con un aggiornamento prima o dopo pasqua, ma prometto di aggiornare la serie di os, quindi se non lo fate ancora, inseritela tra le seguite/preferite/ricordate per non perdervi neanche un aggiornamento!
A presto,
baci,    SG

 
IN THE NEXT CHAPTER:
- sei troppo debole per trasformarti! – l’avvisò, preoccupato, Palmm volandole vicino.
- i miei amici sono tutti in pericolo, non posso rimanere con le mani in mano, voglio combattere anch’io. – si oppose, decisa, la più piccola.
- la fanciulla ha ragione. – si intromise Joseph notando, con un pelo di imbarazzo, quanto la voce di Ayaka risultasse più autoritaria della propria. – ma sarebbe imprudente mandarti sul campo di battaglia senza l’artiglieria adeguata. – si rese conto avvicinandosi al proprio corpo sfilando dal collo muscoloso il medaglione del Leone per riporlo a quello più esile di una sorpresa Luna. – per stanotte hai una nuova portatrice, Scarr. – disse al suo Kwami
- sei forse impazzito del tutto?! – sbottò Ayaka afferrandolo per le spalle.
- rendo solo il favore. – si impose, fiducioso, rivolgendole un sorriso divertito.
- non vi deluderò, lo prometto. – si intromise, orgogliosa, Luna. – Palmm, Scarr, unitevi! –

 
 
   
 
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