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Autore: Harry Fine    07/06/2021    4 recensioni
Iselen Surana, Runaan Mahariel, Aida Tabris, Persephone Cousland, Micah Brosca e Aura Aeducan vivono ognuno la propria vita, tutti bloccati dai loro problemi e deliziati dai loro affetti. Nessuno di loro sa chi siano gli altri, ma molto presto dovranno unirsi e affrontare il Flagello, la calamità peggiore che loro e il loro mondo abbiano mai visto e che minaccia di inghiottire ogni cosa, insieme ad un'improbabile compagnia di alleati, facendo tutto ciò che è necessario per salvare il paese che conoscono. Anche se il prezzo potrebbe essere troppo alto.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Alistair Therin, Custode, Morrigan, Nuovo personaggio, Zevran Arainai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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La torre del Circolo dei magi del Ferelden si stagliava minacciosa sopra le acque nebbiose del lago Calenhad. Era un edificio enorme fatto di pietre nere e lucide per l’umidità, che culminava in una guglia appuntita che bucavano le nuvole e con enormi finestre che davano sull'esterno. Ma all’interno, più precisamente in un magazzino dei sotterranei, Iselen Surana, un giovane elfo molto minuto di circa vent’anni, stava sbuffando per il nervoso dopo aver eliminato con un enorme spuntone di ghiaccio l'ennesimo di quegli schifosi ragni giganti.

Le sue lunghe orecchie appuntite fremevano e la pelle scura era madida di sudore per la corsa. La lunghissima treccia in cui normalmente raccoglieva i suoi capelli castano scuro era mezza sfatta e le sue lunghe vesti verdi erano sporche di polvere, brina e un icore non identificato dall'odore acre. Si ripeté per l'ennesima volta che stava facendo tutto questo per aiutare Jowan, quello che per lui era come un fratello, ma questo non migliorava il suo umore.

 

Quella giornata era iniziata nella maniera più strana possibile: un gruppo di Templari, I soldati della Chiesa che tenevano sotto controllo il Circolo, lo aveva praticamente strappato via dal suo letto nel bel mezzo della notte e lo aveva trascinato in una delle sale principali della Torre, dove era stato sottoposto al Tormento, l'esame finale a cui tutti i maghi si dovevano sottoporre per passare dallo stato di apprendista a quello di vero Incantatore.

Perché lui era proprio questo: un mago. Una persona capace di usare la magia a piacimento per piegare le leggi della natura con un semplice gesto della mano e perciò un mostro secondo la Chiesa e per qualunque persona che vivesse fuori dal Circolo.

E proprio per dimostrare che non avrebbe fatto del male a suddette persone, che sapeva difendersi dai sussurri maligni che popolavano i suoi sogni per tentarlo, era stato sottoposto al Tormento. Era stato spedito nell’Oblio, il luogo da cui nasceva tutta la magia: il mondo dei sogni, delle illusioni, degli Spiriti e dei Demoni, e tentato da uno di loro. Un demone della Superbia lo aveva avvicinato, nascondendo il suo vero volto mostruoso dietro l'aspetto di una persona innocente, e aveva provato ad usare le sue ambizioni e la sua voglia di aiutare gli altri maghi contro di lui.

 

Gli aveva prospettato la possibilità di diventare il Grande Incantatore, massima autorità nel mondo dei Circoli dei Magi, di avere un potere e un'influenza tali da poter schiacciare l’ordine dei Templari sotto il proprio tacco e liberare tutti gli altri maghi dalla loro presa e loro costanti abusi.

Non ci era cascato e questo era bastato: ora era un Incantatore a tutti gli effetti, anche se sarebbe comunque rimasto prigioniero di quella maledetta Torre per il resto della sua vita, condannato anche se non aveva mai fatto nulla di male. Ma era stata comunque una soddisfazione sapere di esserci riuscito. Aveva passato anni a prepararsi per quella prova, sempre abbassando la testa e comportandosi bene per evitare che qualcuno potesse prenderlo di mira.

 

 

Ma la vera svolta era arrivata quando le sue due migliori amiche, Solona Amell e Neria Radus, una bellissima ragazza alta e dai lunghissimi riccioli rossi e un'elfa dai capelli platino, maghe come lui che conosceva da quando aveva cinque anni, lo avevano portato nell'ufficio del Primo Incantatore Irving, il Capo del Circolo. E lì aveva fatto la conoscenza di una persona molto particolare: Duncan, il comandante dei Custodi Grigi del Ferelden, un uomo sui cinquanta dalla pelle scura come la sua e coperto dai segni di molte battaglie.

Aveva letto del suo ordine: erano un esercito di eroi che accoglieva tra le loro fila persone di ogni tipo e specie: umani, nani, elfi, dai tagliagole ai regnanti, tutti uniti dalla comune missione di eliminare la prole oscura, mostri corrotti creati, almeno secondo la Chiesa, secoli e secoli prima per punire i peccati dell’antico impero Tevinter.

Quell'uomo non sembrava preoccupato dal fatto che lui fosse un mago, il primo che incontrava da quando era arrivato al Circolo, e anzi aveva visto uno scintillio nei suoi occhi. Gli aveva spiegato venuto alla Torre proprio per cercare altri maghi da portare alla fortezza di Ostagar, nelle Selve Korkari al Sud del Ferelden. Gli aveva parlato della grande orda di prole Oscura che si stava radunando lì e che il Re e il suo esercito si stavano preparando a combattere.

Però gli aveva anche detto della possibilità, in caso di una loro sconfitta, che si scatenasse un nuovo Flagello e lui aveva sentito una scossa di timore.

Il Flagello era la peggiore calamità che ci fosse in tutto il mondo, composta proprio da una gigantesca orda di prole Oscura e dalle loro armi, che travolgeva e distruggeva ogni cosa. Nel corso della storia era accaduto ormai quattro volte e ogni volta i danni, le morti e le perdite erano state incalcolabili. Erano tra i periodi più bui che molte popolazioni avevano visto


 

Per un attimo aveva seriamente pensato che fosse la sua occasione per uscire da quella prigione, per vedere il mondo che gli era stato negato per quindici anni, di poter finalmente usare come si deve le sue capacità di Guaritore Spirituale e dimostrare che i maghi potevano essere eroi.

Lo aveva anche raccontato a Neria e Solona dopo aver riaccompagnato Duncan nei suoi alloggi, ed entrambe lo avevano ampiamente incoraggiato, ma poi aveva incontrato Jowan, un giovane uomo dai capelli scuri lunghi fine alle spalle e la barba curata e ultimo membro del loro gruppo, e la situazione aveva iniziato a prendere una strana piega.

Non lo aveva mai visto così nervoso, e si era fatto subito dire cosa fosse successo. Lui lo aveva portato nientemeno che nella cappella e lì gli aveva presentato la sorpresa più grande della giornata: la responsabile della sua situazione, un'iniziata della Chiesa di nome Lily. Una sciacquetta che, a parer suo, si era intrufolata nel letto di Jowan per scappare da dei Voti di castità scomodi.

L'unica cosa buona che aveva fatto fino ad allora era stato rivelargli ciò che il Primo Incantatore Irving e il Comandante dei Templari Gregoir volevano fare al suo amico: ridurlo ad un Adepto della Calma, niente più che un guscio vuoto privo di poteri magici e di qualsiasi emozione, passione o desiderio. Quella era la punizione peggiore che un mago potesse subire e quei due si stavano basando su dei banali sospetti! 

Aveva deciso di aiutarli per il bene di Jowan, per non vederlo ridotto in quello stato. Peccato che poi avesse scoperto che quei due avevano intenzione di darsela a gambe insieme fin dal principio, lasciando lui, Neria e Solona indietro nonostante loro quattro fossero stati come fratelli per anni, e per di più lil piano in cui lo avevano incluso era talmente semplicistico da sembrare ridicolo.

 

Avrebbero dovuto introdursi tutti e tre nei sotterranei senza farsi vedere per arrivare alla stanza dove erano custoditi i filatteri, fiale di sangue dei maghi che potevano essere utilizzate per individuarli nel caso fossero riusciti a fuggire, e distruggere quello di Jowan. Ma per accedere alla stanza avevano bisogno di uno strumento chiamato “verga di fuoco”. E l’unico modo per averla era l’autorizzazione di un Incantatore anziano e quella a cui si era rivolto, Leorah, lo aveva costretto ad improvvisarsi come sterminatore.

Ma arrabbiarsi con lei sarebbe stato inutile, non era colpa sua se era finito in quella situazione. E anzi, gli aveva dato un modo per sfogare un po' la frustrazione, avrebbe dovuto esserle grato. Lui neanche era un tipo così rabbioso; normalmente sapeva sempre mantenere il controllo e il sangue freddo. C'era davvero chi lo definiva un vero e proprio pezzo di ghiaccio. Ma quel giorno la sua pazienza non era abbondante come al solito.


 

Appena venne fuori dal magazzino, la sua solita espressione calma stampata in viso e la treccia di nuovo a posto, l’incantatrice elfica gli sorrise con aria speranzosa. 《Già di ritorno? Hai risolto il… problema?》

《Si, non si preoccupi. Non dovrebbero più esserci ospiti indesiderati.》 Rispose l'elfo più giovane, porgendole poi l’autorizzazione per la verga.

 

La donna la prese e scarabocchiò la sua firma, porgendogliela. 《Ecco qua. E se un giorno ti servisse un mentore in più…》

《Grazie mille per l'offerta》 Rispose lui, afferrando il foglio e camminando rapidamente verso il magazzino gestito dagli Adepti della Calma, solo che andò quasi a sbattere contro un templare, un giovane biondo molto alto, muscoloso e, doveva ammetterlo, dannatamente attraente.

 

Lui gli rivolse un cenno di saluto. 《Surana. È un piacere vedere che tu abbia superato il Tormento.》

L'elfo cercò di ricordare il suo nome. Lo aveva già visto, un tipo così non passava inosservato, e spesso lo aveva sorpreso a fissare Solona mentre studiava o camminava per i corridoi e ad Arrossire come un ragazzino, ma non gli veniva in mente.

《Mi chiamo Cullen.》 Lo aiutò lui. 《Ero uno dei Templari che hanno assistito al tuo Tormento.》

《Ah. Immagino che sia stato un dispiacere per te e i tuoi amichetti non potermi passare a fil di spada.》 Commentò glaciale lui, le braccia conserte e l’autorizzazione stretta in mano.
 

L'altro gli rivolse uno sguardo offeso. 《Non a tutti i Templari piace uccidere i maghi. Io non ho mai fatto del male a nessuno di voi. Secondo me voi siete qui per essere protetti e studiare la vostra magia al sicuro dal mondo esterno. Ed è compito dei Templari lasciare che lo facciate.》 Disse, mettendo il petto in fuori e mostrando l'emblema della spada fiammeggiante dell'ordine Templare stampato sull'armatura.

Iselen alzò un sopracciglio. Quel tipo non sembrava esattamente aggressivo, anzi appariva piuttosto tranquillo per un templare, ma era abbastanza certo che entro un paio di anni e con abbastanza lyrium, il minerale magico che tutti i soldatini della chiesa assumevano per contrastare i maghi, sarebbe diventato paranoico, rabbioso e cinico come il Comandante Gregoir, se non peggio. Quelli attraenti spesso si rivelavano i peggiori, lo aveva sperimentato sulla propria pelle.
 

《Si. E immagino che a certi giovani Templari biondi piaccia soprattutto “proteggere" le belle maghe dai capelli rossi, come la mia amica Solona.》 Gli disse, prendendolo in contropiede.

Il Templare arrossì di colpo, probabilmente cercando di trovare una risposta coerente, ma l'elfo lo superò senza degnarlo di una seconda occhiata. Aveva perso troppo tempo e Jowan e Lily lo stavano aspettando.


 

Andò velocemente da Owain, l'adepto della Calma che si occupava del magazzino, e prese la verga di fuoco, il tutto cercando di non guardare il simbolo del sole della Chiesa marchiato a fuoco sulla sua fronte, il tratto distintivo di tutti gli Adepti della Calma così come le loro vesti grige e la loro assoluta incapacità di provare emozioni.

Non poteva sopportare il pensiero che i templari potessero ridurre così qualsiasi mago, che potessero togliere loro ogni scintilla di vita. Avrebbe tanto voluto farla pagare a tutti quelli che si divertivano ad usare il rito come minaccia per poter fare quel che volevano a ciascuno di loro senza rischiare di essere denunciati. E pensare che Jowan stava rischiando di diventare così era una motivazione più che sufficiente per spingerlo a rischiare la pelle con quell'assurdo piano, anche se non poteva negare che ancora gli bruciasse il fatto che il suo migliore amico volesse lasciare lui, Neria e Solona dentro quella gigantesca gabbia.

 

E parlargli non sarebbe nemmeno servito: aveva occhi e orecchie solo per Lily, quindi qualunque cosa gli avessero detto, non l’avrebbe nemmeno ascoltato.

Ma cercò di non pensarci troppo una volta tornato nella cappella, dove mostrò ai suoi “complici” la verga di fuoco.

 

《Ci sei riuscito!》 Esultò Jowan.

《Ho solo dovuto ammazzare una dozzina si ragni giganti.》 Commentò Iselen con un mezzo sorriso, prima di tornare serio.

Stavano per infrangere tutte le regole del Circolo: se Gregoir e i suoi li avessero scoperti, sarebbero morti tutti quanti e lui non aveva intenzione di andare all'altro mondo per mano di un templare.

《Andiamo allora. Molto presto saremo liberi.》 Disse l'iniziata, avviandosi con loro verso le porte dei sotterranei, dove si trovava la stanza dei filatteri.


 

**


 

Appena varcarono la soglia che portava alle cantine, Jowan tirò un sospiro di sollievo e Iselen fece altrettanto. Quantomeno lì sotto avrebbero dovuto essere al sicuro dai Templari e i loro sguardi, però stavano perdendo troppo tempo. Avevano impiegato quasi un'ora per arrivare là sotto pur di riuscire ad evitarli.

《Andiamo. Non c'è tempo da perdere.》 Disse l'elfo, sentendo già il mana muoversi attraverso le dita nel caso fosse scattata qualche trappola, pronto a trasformarlo in lame di ghiaccio o spuntoni di roccia per trapassare qualsiasi nemico si fosse presentato.

Ma invece si ritrovò davanti una porta, piuttosto ampia e pesante, ma non sembrava avere nulla di speciale.


 

《La Chiesa chiama questo ingresso la “Porta della Vittima”. È formata da duecentosettantasette tavole, una per ognuno dei primi templari. È un modo per ricordare i pericoli rappresentati da chi è maledetto dalla magia.》 Spiegò l'Iniziata con aria saputa.

Iselen su limitò ad aggrottare le sopracciglia. Questa storia della “Maledizione" gliel'avevano ripetuta da quando aveva cinque anni e aveva scoperto I suoi poteri. Preti e Templari gli avevano detto che la sua magia era una punizione del Creatore e che avrebbe dovuto sopportare quel fardello per una vita intera. E se da piccolo ci aveva stupidamente creduto, sentendosi un mostro, ora non sentiva altro che orgoglio verso le proprie capacità. Aveva dedicato la sua vita a diventare un guaritore spirituale, una delle branche della magia più complicate, e aveva imparato a guarire anche le ferite e le fratture peggiori. Per una cosa del genere, lui nutriva solo orgoglio.


 

《Come la possiamo aprire?》 Chiese Jowan, guardandosi nervoso intorno e cercando di sentire se qualcuno si avvicinava.

《Prima, la parola d'accesso. L'ho ottenuta da un templare che ha recentemente accompagnato un mago nei sotterranei.》

 

《E non ha sospettato che avessi un secondo fine?》 Chiese Iselen dubbioso, incrociando le braccia.

《Siamo amici, abbiamo chiacchierato più di una volta. È abbastanza giovane ed è un bravissimo ragazzo.》 Rispose l'altra.

《Va bene, ma per favore facciamo in fretta. Più tempo stiamo qui, più possibilità ci sono di essere scoperti.》 Li sollecitò l'elfo, guardandosi intorno con aria circospetta. Forse erano quei corridoi tanto angusti a metterlo in agitazione, ma voleva arrivare alla stanza dei filatteri e farla finita. soprattutto perchè sentire che quella ragazza aveva approfittato della fiducia di qualcun altro per fuggire non faceva altro che alimentare la sua convinzione che stesse solo sfruttando Jowan per sbarazzarsi dei suoi obblighi verso la Chiesa.

 

Lily annuì e si rivolse verso la porta. 《Spada del Creatore, Lacrime dell'Oblio.》 Pronunciò e qualcosa sembrò scattare, segno che la parola d'accesso aveva funzionato. 《Ora, deve sentire il tocco del mana. Andrà bene qualsiasi magia, ma facciamo in fretta.》

I due maghi sorrisero complici e puntarono le mani sulla porta, che si spalancò con un lampo di luce e tutti e tre passarono attraverso.


 

《Iselen… va tutto bene?》 Domandò Jowan, mentre avanzavano davanti a Lily per proteggerla in caso di pericolo. Il suo amico gli sembrava teso, lo poteva capire perché si stava torcendo la treccia. Lo faceva solo quando era molto stressato o preoccupato. O quando leggeva un libro molto appassionante.

《Sono solo nervoso per tutta questa situazione. E vorrei che Solona e Neria fossero qui con noi. Con il loro aiuto saremmo già passati attraverso questo sotterraneo. E magari saremmo potuti fuggire tutti insieme.》 Disse, il tono vagamente velenoso.

 

L'altro abbassò gli occhi. 《Mi dispiace. So che abbiamo sempre sognato di fuggire tutti e quattro insieme, ma è stata… una sorpresa. Avrei voluto parlarvene prima, ma non sapevo che Lily sarebbe rimasta con me e non volevo coinvolgervi in un piano improvvisato così su due piedi.》

Iselen gli rivolse uno sguardo glaciale, quel piano era improvvisato anche adesso, ma poi gli poggiò una mano sulla spalla. 《Ascolta, non mi ha fatto piacere sapere che vuoi lasciarci qui, ma non permetterò a nessuno di farti del male. Specialmente non a Gregoir e ai suoi. E magari un giorno riusciremo a fuggire tutti e ci rivedremo. Lo sai che potrai sempre contare su di me.》


 

Il suo amico sorrise leggermente. Iselen sotto sotto era generoso come pochi: sembrava sempre così freddo e distaccato, ma in realtà non aveva mai conosciuto una persona più gentile di lui. Ma la tenue aria di allegria che avevano ricreato si spense quando incontrarono la seconda porta: stavolta non c'erano parole di accesso o riti da eseguire, ma nulla sembrava in grado di aprirla. Anche la Verga di Fuoco si era rivelata inutile: il fascio di fiamme aveva colpito la maniglia ed era svanito senza fare nulla.

《Abbiamo bisogno di un piano alternativo.》 Commentò l'elfo con la sua solita aria gelida, guardandosi intorno, mentre Jowan muoveva le mani con aria preoccupata.

《Iselen, hai notato? Qui non si può usare la magia.》

《Cosa?》 Chiese lui, muovendo le dita per creare dei cristalli di ghiaccio, ma non accadde nulla. Il mana non riusciva a prendere una forma concreta e capì il perché non appena osservò la porta più da vicino.

Era coperta di rune di Lyrium, chiaramente opera dei Templari, e sembravano sortire lo stesso delle loro aure antimagia: annullavano ogni tipo di incantesimo nelle vicinanze.


 

《È vero. Siamo senza poteri.》 Commentò, cercando di non mostrare quando questo lo facesse sentire messo a nudo e indifeso.

《E allora che cosa facciamo?! Senza magia siamo senza difese. Ecco perché Irving e Gregoir usano semplici chiavi quando scendono quaggiù. Siamo perduti!》 Gemette Lily, guardandosi intorno preoccupata e pallida come un lenzuolo.

 

L'elfo si trattenne dell’alzare gli occhi al cielo. 《Non è questo il momento di farsi prendere dal panico. Guardate.》 Disse indicando una porta alla fine del corridoio sulla destra. 《Quella porta dovrà pur condurre da qualche parte.》

《Ne sei certo Iselen? Potrebbe andare ovunque tranne che nella stanza dei Filatteri.》 Disse Jowan con aria spaventata.

《A questo punto siamo andati troppo in là per fermarci.》 Disse lui, andando avanti e brandendo la verga in mano. Probabilmente l'idea più sicura sarebbe stata tornare indietro, ma rinunciare adesso sarebbe stata una condanna per tutti loro.


 

Quella serratura si sciolse come burro e la porta si aprì subito dopo, dando su un altro corridoio, un po' più largo, in cui si potevano vedere varie librerie distrutte nelle alcove, libri stracciati o bruciati per terra, i mobili sfondati e coperti di ragnatele. Sembrava che ci fosse stato uno scontro lì dentro, o che qualcuno avesse distrutto tutto di proposito.

I tre guardarono curiosi quel disastro, ma un inquietante cigolio li fece girare di scatto, giusto in tempo per vedere quella che sembrava un'armatura viva menare una gigantesca spada a due mani contro di loro.

 

Iselen reagì in un secondo. Una spessa barriera luminosa li avvolse tutti e tre, parando il colpo, mentre Jowan evocava un proiettile elettrico che mandò in mille pezzi l'armatura con un sonoro clangore.

《Ce ne saranno altri. State attenti.》 Disse l'elfo, scambiandosi uno sguardo di intesa con il moro, entrambi con le mani alzate e pronti a ridurre in cenere qualsiasi nemico gli si fosse parato davanti.

E infatti non tardarono ad arrivare: una mezza dozzina di armature gli corse incontro, impugnando spade, Spadoni, lance, asce e martelli, però i due maghi non si fecero impressionare.

Una spessa coltre di ghiaccio si propagò dalle mani dell'elfo, avvolgendo l'armatura che aveva provato ad attaccarlo in arabeschi gelati che la ridussero a niente più che schegge di metallo insieme al suo spadone, mentre il suo amico ne mandava in pezzi un’altra con una intensa scarica elettrica in pieno petto.

Le quattro armature rimanenti cercarono subito di far avanti tutte insieme, ma Iselen poggiò la mano sul pavimento e la pietra di cui era composto obbedì al suo volere, diventando molle come sabbie mobili, fagocitandoli abbastanza da permettere al suo amico di finirli con l'ennesimo fulmine.


 

《Almeno è un viaggio eccitante.》 Provò a scherzare il mago più alto, anche se Lily non rise affatto.

《Andiamocene via di qui. Queste cose sono risultati della magia, non sono figli del Creatore.》 Disse, guardando le armature con gli occhi sbarrati come se fossero chissà quale mostruosità, nonostante fosse la sola a pensarla così.

Anzi, se avesse avuto il tempo, Iselen non sarebbe stato dispiaciuto se avesse potuto dare un’occhiata a quale Runa o incantamento permetteva a delle armature vuote di muoversi e combattere come esseri viventi: era una magia di altissimo livello, chissà chi le aveva incise. Ma si impose di rimanere concentrato. Per quanto tutto in quel sotterraneo gli facesse venire voglia di fermarsi a studiare, C'era in ballo la loro vita.


 

**


 

Dovettero abbattere giusto qualche altra guardia, tutte ridotte a ferraglia dal suo ghiaccio e dai fulmini di Jowan, ma appena girato l’ultimo angolo si ritrovarono in una gigantesca stanza strapiena di libri, mappe, lenti, sfere armillari, cristalli e artefatti di vario genere su delle grosse librerie di legno.

Ad entrambi i maghi brillarono gli occhi davanti a quello spettacolo. Loro due, Neria e Solona Erano vissuti tra i libri magici per tutta la vita, divorando tomi su tomi, ma quella sezione era strapiena di volumi che non avevano mai visto, custodi di chissà quali formule e rituali antichi. E una cosa che li aveva sempre uniti tutti e quattro era l'estremo interesse per tutte le conoscenze magiche, come dimostravano le ore passate in biblioteca a divorare ogni tipo di contenuti, anche quelli non esattamente approvati dalla Chiesa. Era lì che si trovavano le formule e gli incantesimi più importanti e potenti.

 

E dai titoli che c’erano su quegli scaffali, si potevano distinguere persino dei volumi che provenivano dal famigerato Tevinter, la terra del Nord in cui erano i maghi a regnare e che veniva usata come esempio di corruzione per la popolazione del Sud del Thedas.

Molte volte da ragazzini loro due e le loro amiche avevano fantasticato di vivere lì, nella Terra dove la loro magia non sarebbe stata un marchio di inferiorità, ma di superiorità, dove avrebbero potuto imparare tutto ciò che la Chiesa e I Templari tenevano nascosto, ricevendo un giorno il titolo di Magistri ed entrando nella loro nobiltà fatta di intrighi e magia. Anche se Iselen e Neria non si erano mai fatti illusioni. L’elfo sapeva di essere il miglior guaritore tra gli allievi del Circolo, probabilmente il migliore in generale, ma la loro specie nel Tevinter non era trattata con gentilezza, maghi o no. Erano semplicemente Schiavi senza volto e facilmente sostituibili. Probabilmente solo Solona sarebbe riuscita a diventare una magistra se davvero fosse andata lì, ma ciò non toglieva il fatto che quei libri erano pieni di segreti che lui e Jowan avrebbero voluto imparare.

E Probabilmente, Se solo avessero potuto, avrebbero trascorso lì dentro mesi a studiarli, divorando pagine su pagine, ma Lily li riportò bruscamente alla realtà.

 

 

《Per favore non toccate quei libri, potrebbe essere pericoloso. Se sono stati nascosti qui sotto ci sarà senza alcun dubbio una ragione.》 Disse, la voce sempre più stridula a causa del nervoso.

《Probabilmente li hanno messi qui perché nessuno voleva che si venisse sapere che nel prestigioso Circolo del Ferelden vengono conservati dei libri del Tevinter.》 Commentò Iselen senza battere Ciglio, mentre la ragazza impallidiva solo a sentire il nome.

 

Lui però non la degnò di uno sguardo, la sua attenzione calamitata da un luccichio dentro un armadio. Andò ad aprirlo e dentro ci trovò un set di cinque bastoni magici finemente intarsiati.

《Jowan, vieni a vedere.》 Disse, prendendone uno di legno chiaro che terminava con una grossa sfera azzurra e dalla lunga lama alla base, muovendolo nell'aria e facendo abbassare drasticamente la temperatura nella stanza.

Il suo amico prese quello accanto, un bastone di legno ritorto attorno ad una gemma violacea, gli occhi brillanti di eccitazione all'idea di tenere tra le mani un vero bastone incantato per la prima volta.

Era infatti proibito a tutti gli apprendisti e maghi di portare bastoni nei corridoi, solo gli Incantatori Anziani potevano farlo liberamente senza temere conseguenze, ma in una situazione come la loro avere delle armi era sempre una buona idea. E poi, avevano già violato ogni regola del Circolo, un'altra non avrebbe fatto molta differenza.

 

Lily intanto, sempre più simile ad un pesce fuor d'acqua, si soffermò a guardare una bizzarra statua dalle fattezze canine che puntava contro una parete. 《Cosa è questa?》 Chiese.

《Dovrebbe essere un altro cimelio del Tevinter. Credo che queste statue venissero utilizzate per catalizzare e potenziare la magia.》 Rispose Jowan, osservandola da vicino.

 

《Perché mai ci saranno tanti manufatti del Tevinter qui?》 Si chiese l’iniziata, mentre Iselen osservava la statua con aria pensosa.

《Ehi Jowan, aiutami a spostare quella libreria, ho un'idea.》 Disse, posizionandosi dietro la statua con la verga di fuoco in mano appena ebbero spostato il mobile.

 

L’elfo la puntò contro la statua, che assorbì la fiamma ed emise subito dopo un raggio che abbatté la parete con uno scoppio assordante e sollevando un polverone tremendo.

《Muoviamoci presto. Qualcuno avrà sicuramente sentito il rumore.》 Disse Iselen, attraversando la parete e trovandosi in una gigantesca stanza con mensole e mensole stracolme di fiale rosse.

《La stanza dei filatteri!》 Esclamò Jowan emozionato, iniziando subito a cercare il proprio insieme a Lily in mezzo alle decine di filatteri lì presenti. Fortunatamente non erano troppe come avevano pensato all’inizio.

 

 

Vennero fuori altre armature animate durante la loro ricerca, ma ai due maghi bastò un colpo dei loro nuovi bastoni per ridurle a ferraglia contorta e tornare alla ricerca sempre più impaziente, fino a quando Iselen non notò una fialetta col nome dell'amico scritto sopra su un tavolo un po' lontano rispetto alle altre mensole.

《Jowan vieni! È qui!》 Disse vittorioso, prendendolo tra le dita, mentre l'altro mago accorreva con i occhi brillanti di gioia, strappandogli di mano la fialetta e mandandola in mille pezzi sul pavimento.

《Sono libero. Sono libero!》 Esclamò lui con le lacrime agli occhi, talmente contento che anche l’elfo gli mostrò un piccolo sorriso. L'idea che almeno uno di loro fosse a un passo dalla libertà gli scaldava il cuore, specie davanti a quella scena.


 

《Sono molto contento per te Jowan. Vorrei solo poter distruggere anche il mio.》 Disse, pensando a come il suo filatterio fosse già nella capitale e ben fuori dalla sua portata, come quelli di tutti i maghi che avevano superato il Tormento. Con quello, qualsiasi templare avrebbe potuto trovarlo e riportarlo al Circolo se fosse fuggito.

《Ah, sono sicuro che potresti sbarazzarti di tutti i Templari che ti daranno la caccia. Tu, Solona e Neria siete tutti più bravi di me con la magia e anche più svegli, sono sicuro che ve la cavereste benissimo.》 Rispose convinto l'amico. Ed era vero. Iselen e Solona Erano i migliori maghi che avesse mai visto: erano gli apprendisti personali di Irving e più dotati nella magia di chiunque altro alla Torre. Lui un talento simile poteva solo sognarlo.

 

Iselen voleva rispondere, ma Lily lo interruppe. 《Per favore, andiamo. Non ne posso più di questo posto.》

L'elfo avrebbe voluto gelarla in quel preciso istante, ma la ignorò, troppo contento per Jowan, che salì le scale quasi di corsa verso l'uscita. Solo che appena aprì la porta, il suo sorriso si trasformò in una smorfia di paura quando vide un manipolo di Templari in armatura e con le spade sguainate pronti ad attenderli, con Gregoir ed Irving in testa e con Neria e Solona proprio dietro di loro.

 

 

I due maghi guardarono le loro amiche con la stessa espressione sorpresa che loro gli stavano rivolgendo, ma il Comandante dei Templari attirò la loro attenzione. 《Allora è vero. Un'iniziata in combutta con un mago del sangue. Sono molto deluso, Lily.》 Avvicinandosi, sovrastandola con la sua imponente figura.

Jowan si mise subito di fronte alla ragazza per proteggerla, ma il Comandante gli rivolse un'occhiata di puro disgusto. 《Sembra spaventata, ma in pieno possesso della propria mente. Non è manipolata dalla magia del mago del sangue, quindi.》 Continuò, voltandosi poi di nuovo verso Irving. 《Avevi ragione, Irving. Questa iniziata ci ha tradito. La Chiesa la punirà in maniera esemplare.》

 

Il suo sguardo si posò poi su Iselen, che aveva già la mano ben stretta intorno al bastone, pronto a difendersi. 《E questo elfo, Incantatore da poche ore e già si fa beffe delle regole del Circolo!》

《Non è colpa sua!》 Intervenne Jowan. 《È stata una mia idea! Non punite Iselen! L'ho coinvolto io!》

《Jowan, no.》 Lo zittì il più giovane. Era grato all'amico per aver cercato di difenderlo, ma dopotutto la colpa era di tutti.

E se dovevano combattere per uscire da lì, sarebbero passati sui cadaveri di Gregoir e dei suoi Templari, su quello di Irving e tutti gli altri che avrebbero provato a fermarli. E sapeva che Neria e Solona li avrebbero aiutati: poteva già vedere una grossa sfera di fiamme ardere sul palmo della maga dai capelli rossi, apparentemente puntata su di loro, ma in realtà diretta alla schiena di Gregoir.
 

 

Lui, paonazzo di rabbia e ignaro della minaccia, continuò a latrare. 《Come comandante dell'Ordine dei Templari, condanno questo schifoso mago del sangue a morte.》 Portò la mano sinistra dietro le spalle, ad afferrare l'elsa dello spadone ben saldo sulla schiena. 《E questa iniziata che si è presa gioco della Chiesa sarà mandata ad Aeonar.》

Lily divenne bianca come un lenzuolo, gli occhi lucidi mentre vedeva vari Templari avvicinarsi. 《La... la prigione dei maghi! No, vi prego, no!》

 

《No! Non vi permetterò di toccarla!》 Urlò Jowan, estraendo una piccola lama scintillante dalla veste e calandola sul proprio palmo. E quello che successe dopo fu il caos. La temperatura nella stanza crollò e il Velo, la barriera tra il mondo reale e l’Oblio, si assottigliò drasticamente, mentre decine e decine di tentacoli rossastri si sollevavano attorno a Jowan, travolgendo Irving, Gregoir e tutti i templari presenti, tramortendoli sul colpo e lasciando Iselen, Neria e Solona a bocca aperta.

Ma la più sconvolta di tutti era Lily. 《Magia… magia del sangue. Avevi… avevi detto di non aver mai…》

 

Jowan si girò, gli occhi sbarrati e lucidi e la fronte madida di sudore. 《Si… ammetto di aver usato la magia del sangue. Pensavo che mi avrebbe reso più potente, ma… ti giuro che smetterò. Rinuncerò a tutta la mia magia per te Lily, ti prego vieni via.》

Iselen vide chiaramente la ragazza farsi indietro, l'espressione disgustata, mentre gli occhi di Jowan diventavano licidi. 《Io… non so chi tu sia, mago del sangue. Stammi lontano.》

Ormai lacrimoni enormi scendevano lungo il volto dell'uomo, che si girò a guardare i suoi amici uno dopo l'altro, mentre i Templari iniziavano a riprendere conoscenza.
 

Solona fu la prima ad accorgersene e non esitò ad agire. 《Jowan, scappa via di qui presto!》 Lo esortò, mentre lui la fissava sbigottito.

《Ragazzi… non siete…?》

《Non sappiamo nemmeno cosa dirti ora.》 Gli rispose Neria, anche lei con gli occhi lucidi. 《Ma va via di qui prima che si sveglino o morirai!》


 

Il giovane rivolse ad Iselen un ultimo sguardo pieno di rimpianto e disperazione e poi guardò Lily piangere, ma non esitò più; corse via attraverso le enormi porte poco distanti proprio mentre gli uomini Gregoir iniziavano a svegliarsi, guardandosi intorno confusi.

Il Comandante fu il primo a riprendersi dallo sgomento, ma appena vide l'elfo dalla pelle scura, rilasciò una delle sue micidiali aure Antimagia e i suoi sgherri fecero altrettanto, facendo venire una forte nausea a tutti i maghi attorno a lui, rivoltando i loro stomaci e privandoli temporaneamente dei loro poteri.

 

Il più giovane strinse forte il bastone, tentando di rimanere in piedi, sentendo solo la sequela di insulti vomitati da Solona prima che la mano dell'uomo si chiudesse intorno al colletto della sua veste. 《Ti sei preso gioco di tutte le leggi del Circolo. Hai aiutato un mago del sangue a fuggire e distruggere il suo filatterio, probabilmente con l'aiuto delle tue amiche qui dietro. Che cosa hai da dire a tua discolpa!?》

L’altro lo guardò dritto negli occhi, ignorando il senso di nausea che sentiva e tirando fuori tutto il suo coraggio e la rabbia covata per anni.  《Non avrei mai permesso ad uno di voi bruti in armatura di ridurre il mio amico ad un guscio vuoto. Voi Templari ci trattate come se fossimo dei mostri fin da bambini. Abusate di noi, ci picchiate, minacciate e se un mago vuole provare ad avere un discorso civile con voi, lo riducete ad un involucro senza pensiero proprio! Mago del sangue o no, sono felice di averlo aiutato e lo rifarei. Puoi punirmi come ti pare. Ma sappi che Neria e Solona non sapevano nulla, quindi non osare toccarle con quelle mani luride!》

 

Gregoir era talmente rosso di rabbia da somigliare ad un pomodoro, una grossa vena pulsava sulla sua tempia. Lo lasciò andare malamente e Sembravapronto a trapassarlo con il suo spadone, ma una spada e un pugnale si intromisero veloci tra di loro, mentre Duncan atterrata a passo di danza davanti a Gregoir, la sua divisa blu coi Grifoni sul pettorale bene in vista.

《Aspettate un attimo per favore.》 Disse lui, col il suo classico tono Pacato, come se non stesse impedendo una vera e propria esecuzione.

《Questa faccenda non ti riguarda, Custode. Questo elfo ha infangato il Circolo aiutando un mago del sangue a fuggire e distruggere il suo filatterio. È un crimine contro tutta la Chiesa ed il Creatore stesso. Noi non possiamo permettergli di andare impunito!》

 

《Dove voi vedete un traditore, io vedo un giovane dal grande talento che ha continuato a difendere i propri amici anche davanti alla morte. Sono venuto qui cercando una Recluta che si unisca ai custodi grigi e l'ho trovata. Perciò, invoco il diritto della Coscrizione su questo ragazzo. Mi prenderò io la responsabilità di quanto è accaduto e lo porterò con me ad Ostagar per combattere la prole oscura al fianco del Re.》

Iselen sgranò gli occhi a quelle parole, mentre Gregoir sembrava seriamente sul punto di avere una crisi isterica, rimettendosi a blaterare chissà che sciocchezze su tradimenti e sul “premiare un criminale". Ma non ci fece caso perché Solona e Neria lo travolsero in un abbraccio spacca ossa.

《Tu e Jowan siete stati davvero due stronzi a non dirci nulla. Quando sono venuti a Chiamarci siamo morte di paura. Temevo che vi avrebbero ucciso! O peggio!》 Lo riprese bonariamente la prima con gli occhi lucidi, tenendolo stretto a sé.

《Non sai quanto eravamo preoccupate per voi! Volevamo cercare una maniera per aiutarvi, ma con Gregoir vicino non potevamo fare nulla. E adesso andrai via di qui! È fantastico!》 Aggiunse la seconda, anche lei commossa, mentre l'elfo le accarezzava la testa e stringeva l'altra ragazza con un braccio.
 

《Grazie ragazze. Io… non so nemmeno cosa dire. Uscirò davvero di qui!?》 Chiese ancora senza crederci al custode, che annuì con una risatina.

《Si. Però dobbiamo partire ora purtroppo. Quindi ti consiglio di salutare le tue amiche, finché puoi.》 Disse, accennando alle due ragazze, che Iselen strinse di nuovo a sé.

《Non è un addio, ve lo prometto. Un giorno tornerò qui e vi porterò entrambe via da questa gabbia, e vivremo la vita libera che abbiamo sempre sognato. Tenete duro fino ad allora》 Sussurrò, per poi avviarsi verso l'uscita accanto a Duncan senza nemmeno degnare di uno sguardo Irving e Gregoir.
 

E appena varcata la soglia, sentì l'aria fredda del Ferelden pungergli le guance per la prima volta in quindici anni e un vero sorriso entusiasta si aprì sul suo volto mentre si girava verso Duncan. Era Libero. Dopo così tanti anni era libero finalmente! Poteva sentire l'aria esterna, i suoi profumi, visitare luoghi che fino ad allora aveva solo sognato!

《Ora dove andiamo?!》 Chiese, cercando di contenersi.

《Andremo nella foresta di Brecilian prima di unirci alle forze del re. Devo incontrare una mia vecchia conoscenza.》

 

 

   
 
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