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Autore: Vallentyne    31/03/2022    1 recensioni
Lei e Ryo coppia. Seeeee, come no. Figuriamoci... Se c’era una sola persona in tutta la prefettura di Shizuoka in grado di darle l’orticaria era lui. Non riusciva a capire come avessero potuto anche solo immaginare una simile assurdità.
Lui e Yukari come coppia. Ah. Ah. Ah. Bella battuta, non c’è che dire. Quella strega. Se c’era una ragazza in tutta la scuola che gli stava sulle palle era proprio lei. Petulante, e anche aggressiva.
La nascita della storia d'amore tra Ryo e Yukari, così come me la immagino io. Con qualche riferimento alla versione originale così come ci è stata presentata nel manga, ma con un po' di fantasia.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ryo Ishizaki/Bruce Arper, Yukari Nishimoto/Evelyne Davidson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Qualche mese dopo

A marzo l’anno scolastico terminò. Yukari non superò il test di ammissione all’università ma cominciò a lavorare in una scuola dell’infanzia.
“Sai” confidò un pomeriggio a Sanae mentre passeggiavano in un parco “Alla fine sono soddisfatta. Nessun rimpianto. Avevo provato il test senza impegnami troppo perché in realtà non ero nemmeno sicura di voler affrontare un percorso di studi lungo.” Esitò, rallentando il passo e scrutando l’amica. Sanae sembrava pensierosa. Proseguì “Mi piace molto l’idea di cominciare a lavorare presto e di diventare indipendente.”
Sanae le sorrise, incoraggiandola a continuare. Yukari si strinse nelle spalle “E poi in un asilo! Mi è sempre piaciuta l’idea di lavorare con i bambini!” E fece una giravolta, pareva sprizzare gioia da tutti i pori.
“Tu ci sai fare con loro” annuì l’amica “Sono proprio contenta per te!”
“Certo che ci so fare con loro! Tutti questi anni come manager sono stati un ottimo allenamento, no?” fece l’occhiolino e scoppiò a ridere.
Sanae scosse la testa “Sei la solita! Chissà se ti sentisse Ishizaki…”
Yukari si bloccò e un leggero rossore le imporporò le guance, ma si riprese subito “Uff, si arrabbierebbe e mi risponderebbe per le rime, come ha sempre fatto, no?”
L’amica incrociò le braccia al petto “Non ne sono così convinta, non più almeno.”
Yukari rimase immobile, all’erta. “Che cosa intendi dire?”
“Beh, Yukari” rispose Sanae “E’ da mesi ormai che non succede più. Io ti osservo e ti ascolto, lo sai. E sì, sono mesi che tu non fai battute in presenza di Ryo, al massimo quando lui non c’è”
“Lo pensi veramente?” chiese mordicchiandosi il labbro e guardandola negli occhi. Sanae si sorprese nel leggere preoccupazione sul viso dell’amica. Annuì prendendole le mani tra le sue.
Yukari deglutì e continuò “Se n’è accorto anche qualcun altro? Che tu sappia, intendo…”
“Non lo so. Io e Kumi ne abbiamo parlato qualche volta, come immaginerai. Ma non ho idea se qualcuno dei ragazzi se ne sia accorto e se ne parlino tra di loro… onestamente mi stupirei, a volte non sembrano poi troppo svegli!” La rassicurò facendole l’occhiolino. Yukari parve sollevata.
Sanae capì che forse non era il momento di insistere. Non voleva forzare l’amica a confessare dei sentimenti che probabilmente voleva tenere nascosti, almeno per ora. Non importava, le andava bene anche così. Si sedettero su una panchina, e finirono per parlare di Tsubasa.

 

La nazionale giovanile, nel frattempo, era impegnata in ritiro in previsione delle qualificazioni asiatiche al World Youth. Era un obiettivo ambizioso, ne erano tutti ben consapevoli fin dall’inizio. Non avevano però idea degli innumerevoli ostacoli che avrebbero incontrato sul loro cammino, né degli sforzi che sarebbero stati loro richiesti per superarli.
In quel momento Ryo era stremato dalle sessioni di allenamento di Minato Gamo, preoccupato di essere scartato e di venire sostituito da un altro candidato al posto di difensore della Japan Youth, e piuttosto risentito nei confronti di Ken Wakashimazu che pareva essere andato fuori di testa. Ma soprattutto era angosciato dalla prospettiva di affrontare la sfida che li aspettava senza quei giocatori e amici che erano già stati allontanati dal nuovo allenatore.

 
*********
 
Alla fine di maggio il Giappone ospitò le partite della prima fase di qualificazione che avrebbe visto la squadra della Japan Youth affrontare le nazionali di Taiwan, Guam e Thailandia.
Yukari, Kumi e Sanae erano in tribuna. Sembrava loro di essere tornate ai vecchi tempi. Il ritorno di Tsubasa dal Brasile aveva riempito di gioia Sanae che ora era in grande spolvero e guidava il tifo del loro gruppo a cui si erano aggiunti gli ultras della Nankatsu.
Yukari ebbe un tuffo al cuore all’inizio della prima partita quando vide i giocatori entrare nello stadio visibilmente ammaccati. Ryo aveva addirittura una fasciatura in testa. Scambiò sguardi preoccupati con le altre ma non ebbero modo né il tempo di parlarne. Cercò di osservarlo senza dare troppo nell’occhio. Lo trovò migliorato, e quando si distinse per un’azione che portò al goal di Matsuyama fu molto fiera di lui.
Le era mancato. Non si erano visti per parecchio tempo, impegnati su fronti diversi e lontani. Chissà se anche lui aveva mai pensato a lei. Le scappò un sorriso. Abbondonò questi pensieri travolta dall’urlo dello stadio quando il fischio finale sancì la fine della partita.
Furono sempre lì, durante tutte i tre incontri, a sostenere la squadra di casa. A soffrire e gioire insieme ai giocatori, a gridare il loro supporto. Furono patite memorabili. Per Yukari fu anche un’occasione preziosa di godersi la compagnia delle amiche e degli amici, ex compagni di classe e no, che ormai non poteva più frequentare come prima.
Già, prima. Quante cose erano cambiate in pochi mesi. Lei ormai si sentiva irrimediabilmente proiettata verso l’età adulta, il lavoro le dava grandi soddisfazioni ma la impegnava molto di più della scuola e aveva inaugurato il suo personale processo di emancipazione. Peccato che la mia vita sentimentale sia rimasta indietro pensò corrucciata.
 
*********

Ad agosto venne inaugurata la seconda fase di qualificazione in Indonesia. Si recò in aeroporto con Sanae e Kumi per salutare i giocatori in partenza. Trovarono lì anche alcune delle ragazze che avevano conosciuto durante la famosa cena con la squadra e alcuni genitori. Era emozionata, aveva anche un po’ di magone ma lo celò abilmente dietro qualche battuta e qualche risata, e pareva riuscire ad evitare Ryo che sembrava cercarla continuamente con lo sguardo. Ma proprio all’ultimo momento, quando ormai stavano per andarsene, se lo ritrovò davanti.
“Ciao Yukari”
Lei arrossì violentemente.
Accidenti.
Beccata.
Proprio adesso, davanti a tutti.
Voglio scomparire.
Posso scomparire?
Magari mi metto a correre velocissima verso l’uscita... Sì, certo, ottima idea.
No.
Calma.
Inspira e poi espira. Ce la puoi fare.
Ce la fai.

Deglutì, sollevò lentamente lo sguardo e lo guardò negli occhi. Sentiva il suo cuore batterle violentemente nel petto. Cercò di ignorare le sensazioni che la stavano travolgendo e di ricomporsi.
“Ciao Ryo”
Silenzio. Lui schiuse le labbra per dirle qualcosa ma lei lo precedette “Beh, in bocca al lupo! Fatevi valere, vi vogliamo in finale!” Si accorse che il tono di voce con cui le erano uscite quelle parole non sembrava il suo, era più acuto, e oltretutto le sembrava di aver quasi urlato.
Ho urlato? Ma davvero?
Per fortuna accorse Kumi a salvarla. La prese a braccetto e esclamò “Ciao Ryo! Fate buon viaggio, noi vi raggiungeremo la prossima settimana!” e la sospinse verso l’uscita.
 
Mezz’ora dopo
 
I ragazzi erano nell’area imbarco e stavano aspettando di salire sul loro volo. Taki e Izawa si sedettero ai lati di Ryo e non persero tempo “Certo che Yukari oggi era proprio carina!” Ryo si irrigidì “Che cosa vuoi dire Mamorou?” L’amico sospirò “Detto in parole povere, a scanso di equivoci, è evidente che lei abbia una cotta per te. Ed è carina. Per cui, se posso permettermi di darti un consiglio da amico, datti una mossa”. Ishizaki non ribatté. Rimase lì seduto a guardare un punto non ben precisato di fronte a sé finché non fu ora di salire a bordo.
 
Le tre ragazze erano sedute al tavolino di un bar. Yukari aveva capito che era inutile continuare a fingere che fosse tutto normale, dopo il siparietto di poco prima non avrebbe convinto nessuno. E poi, stringendosi nelle spalle, pensò che Sanae e Kumi erano le sue migliori amiche, che si fidava di loro, e sentiva un gran bisogno di confidare i suoi sentimenti.
“Cosa pensi di fare?” le chiese Kumi.
“Non lo so, non lo so davvero. Anche se trovassi il coraggio di dichiararmi – e non lo trovo -, ho il terrore di fare una figuraccia…” confessò.
“Perché figuraccia?” indagò Sanae.
“Temo di non piacergli. Temo che mi risponda che non gli interesso, che magari ha già una ragazza, che…” Ma Sanae la interruppe alzando una mano “Io non credo. Non credo proprio sia impegnato, non si è mai visto Ishizaki con una ragazza fissa. E no, non ci credo che tu non gli piaccia. Io ho visto come ti guarda”
“Come guarda tutte le ragazze che respirano” ribattè acida Yukari.
“Se è per quello non solo le ragazze, io direi anche il cibo!” stemperò Kumi.
Non poterono fare a meno di scoppiare a ridere.
   
 
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