Serie TV > Wynonna Earp
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Autore: aurora giacomini    31/03/2022    1 recensioni
Nel buio qualcosa si muove, si nutre di oscurità e paura. Si nutre di colpe e rimpianti.
E' arrabbiata. Non ha pace.
-
La pubblicazione riprenderà quest'autunno/inverno; questo è il piano :)
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Nicole Haught, Nuovo personaggio, Waverly Earp, Wynonna Earp
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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N.d.A: Ehi, hai visto il film "Happiest Season" (perché l'abbiamo tradotto con "Non ti presento i miei"? Misteri italiani)? Sappi che ne parlo, in questo capitolo, e dunque contiene dello spoiler!


 


 

16



 


 


Il naso di Waverly si appoggiò alla guancia di Nicole, quello di Nicole contro quella di Waverly.

Le labbra dischiuse potevano quasi sfiorarsi. I loro respiri pesanti mischiarsi fino a confondersi.

Le mani di Nicole si appoggiarono ai fianchi della ragazza.

Le loro bocche aperte aspettavano un movimento. Qualcosa di piccolissimo. Millimetri.

Il cuore di Waverly martellava. Il sangue pompava così forte, l'assordava.

Gli occhi chiusi.

In quel mondo senza udito né vista, c'era spazio solo per l'odore e il tatto.

Nicole profumava di vaniglia e fumo di legna. La sua pelle era morbida e tiepida, ma risultava bollente al naso gelido di Waverly. Il tocco, attorno alla vita, delicato ma fermo.

C'era ancora un senso che aspettava la sua parte.

Waverly spostò la mano dalla giacca alla guancia di Nicole. Un movimento lento e delicato, eppure deciso.

Finalmente il labbro superiore sfiorò quello di Nicole. La bocca di Waverly si aprì, pronta a catturare quella della donna dai capelli rossi.

“Non farlo...” sussurrò Nicole.

Waverly si irrigidì e trattenne il fiato. Nello stesso istante si accese la luce dell'abitacolo.

Le mani di Nicole erano ancora sui fianchi di Waverly: non era stata lei.

Waverly si ritrasse completamente: “Scusami!”

Ruotò il busto e, senza alzare gli occhi su Nicole, aprì la portiera e corse fuori.

La donna si voltò verso i sedili posteriori e borbottò: “Avevo tutto sotto controllo...”


 

<)o(>


 

Waverly aprì la porta d'ingresso, la richiuse e ci appoggiò la schiena contro.

“Mio Dio...” esalò.

“Non sei riuscita a fermarla?”, chiese Wynonna, senza riuscire a nascondere un pizzico di delusione.

Waverly si voltò verso la sorella, seduta sul divano: “Ci sono riuscita anche troppo bene... credo...”

Il cuore continuava a martellarle nel petto e le ginocchia erano così morbide che minacciavano di abbandonarla.

“Credo che abbiamo fatto pace...”

Wynonna spalancò gli occhi e la sua bocca formò una O, distorta dal sorriso che cercava di distenderle le labbra. “L'hai baciata?” Sembrava una ragazzina pettegola.

“Um...” Sorrise e sbuffò fuori l'aria. “Quasi...” Una parte di lei sentiva il bisogno di confidarsi, di condividere quei fuochi d'artificio che continuavano ad esploderle nel petto. L'altra parte, invece, si sentiva in colpa: era qualcosa di privato e personale.

Non mi ha respinta... pensò, stavamo per... Dio!

Il suo cervello era troppo confuso e non prese in considerazione la cosa della luce. Non c'era spazio per quello.

Mi sono spaventata e sono scappata. Forse avevo paura che lei stesse per... non ne ho idea. Mi sono fatta prendere dal panico.

Mi sento meglio, però. Mi sento bene. Mi sento bene!

Sorridendo, andò in cucina.

Wynonna alzò le braccia; sulla sua faccia c'era dipinta un'espressione interrogativa e delusa: probabilmente aveva chiesto qualcosa a Waverly, ma lei, persa com'era nei suoi pensieri, l'aveva totalmente ignorata.


 “A quanto pare passerò il Natale con voi.” Nicole richiuse la porta e si sbottonò la giacca. “Spero tu abbia qualche bottiglia in più, Wynonna, ho voglia di bere...” le confidò.

Wynonna fece del suo meglio per comportarsi normalmente. “Okay! Grande!” Fallendo miseramente. Un ampio sorriso le si disegnò in volto. Per tutto il tempo aveva sperato che sua sorella e Nicole trovassero un modo per chiarirsi. Erano giorni che sua sorella appariva spenta e sconfitta. Non voleva vederla così.

“Non guardarmi così...” bisbigliò Nicole. Le sue guance accolsero la comparsa delle due fossette. “Non fare la ragazzina.” Scosse la testa e si diresse verso la cucina, da dove i classici suoni domestici arrivavano ovattati.

Si appoggiò allo stipite della porta e osservò la schiena di Waverly.

“Serve una mano?” La vide irrigidirsi e appoggiarsi al lavandino.

“Ho appena messo il polpettone in forno...” La voce tremò leggermente di più quando aggiunse: “Puoi andare in salotto, se vuoi. Fra poco vi raggiungo...”

Nicole avanzò nella piccola cucina e si fermò alle spalle di Waverly.

“Sai qual è il modo migliore per sciogliere imbarazzi e tensioni?”

Così sfacciata...

“Qual è?”

Può un essere umano essere sempre padrone di se stesso?

Le appoggiò una mano sulla spalla: “Gli abbracci.” Il suo respiro divenne irregolare e si sincronizzò con quello di Waverly.

Si voltò lentamente, tenendo gli occhi fissi sui bottoni della camicia nera di Nicole.

“Io...”

“Non voglio che ti senta a disagio, okay? Va tutto incredibilmente bene, te lo giuro.” La mano libera le sfiorò il mento, incoraggiandola ad alzare il capo: “Non è successo nulla di brutto.”

Waverly alzò la testa. I suoi occhi, tuttavia, non ebbero il coraggio di incontrare quelli di Nicole.

Nicole soffiò l'aria fuori dalle narici. “Ah... Waverly Earp!” E la strinse. “Sono felice che le cose tra di noi siano più chiare.” La strinse più forte. “Sono felice che tu non sia più arrabbiata con me.”

Waverly ci mise un po' a reagire. Chiuse le braccia attorno ai fianchi di Nicole. Il suo orecchio era appoggiato al petto di lei: il cuore di Nicole batteva leggermente forte, ma era comunque un suono rilassante e rassicurante.

Un cuore così forte e vigoroso. Un cuore così non potrà mai smettere di battere, è impossibile, si sorprese a pensare. Credo che Nicole sia immortale...


 Raggiunsero Wynonna in salotto, che le accolse con un sorriso furbo.

“Che ne dite di un film natalizio? Una commedia romantica?”

“Buona idea! Prendo il PC, va bene?” chiese Nicole, indicando il tavolo a cui di solito Wynonna si sedeva per scrivere.

Wynonna alzò il pollice.

Waverly sorrise e andò a togliersi gli scarponi di Wynonna -che le confermarono di non essersi immaginata tutto- e raggiunse la sorella.

Nicole appoggiò il computer sul tavolino davanti al divano e si mise accanto a Waverly.

Scelsero un film con Kristen Stewart e Mackenzie Davis.


E' tutto così meraviglioso, pensò Waverly, il fuoco che scoppietta nel caminetto, un film simpatico, il Natale...

Nicole si spostò leggermente e le mise il braccio attorno alle spalle.

Mi correggo: ora è tutto meraviglioso...

Prese la mano nella sua e giocò con le sue dita.

Wynonna sorrise e tornò a concentrarsi sul film.

Sta succedendo tutto così in fretta... voglio dire, ormai sono dieci giorni che conosco Nicole, ma... il nostro rapporto ha appena assunto un significato completamente diverso. Adesso possiamo provare a capire chi siamo insieme.

Avrei voluto non sprecare tutto questo tempo. No, non è stato tempo sprecato... Tutto accade per una ragione... l'ha detto Nicole. Ora comincio a capire il senso. Ora ha un senso.

La prima cosa che ho pensato di lei, è che fosse davvero strana. Poi, osservandola ritta nel mio salotto, a parlare con Wynonna, ho pensato fosse incredibilmente bella. Ho pensato che la sua persona emanasse austerità e calma, controllo e tristezza. Nicole è una donna consapevole di sé, ma, allo stesso tempo, ha dei modi giocosi, quasi infantili. Nicole è un gioco di contrasti. Contrasti armoniosi.

Forse è stato amore a prima vista. Forse è la mia anima gemella. Forse non è stato troppo superficiale e fisico, quel qualcosa che mi ha spinta a provare attrazione per lei: ho visto qualcosa dentro Nicole, qualcosa che mi ha spinta a volerla conoscere. Conoscerla davvero. Non ci sono ancora riuscita come vorrei, ma forse quello che ho mi basta. Forse per ora è abbastanza.

Nicole ha visto la morte, letteralmente. Mi chiedo se sia questo ad aver reso i suoi occhi così tristi. Penso che la morte sia triste, forse è l'abbinamento che più riconosco come verità. La morte, come la descrive lei, ha un altro significato, ma comunque non ha mai escluso la tristezza.

Nicole ha visto la morte.

La morte è un'entità fisica, non solo un concetto. Questo mi spinge a farmi delle domande. Se la morte è una.... dea? Allora quali altri dei esistono? Esistono altri dèi? Forse queste mie riflessioni sono blasfeme, ma non siamo nel Medioevo, giusto? Ho il diritto, forse il dovere di farmi delle domande. Inoltre, non vedo perché l'esistenza di altri dèi debba escludere l'esistenza di Dio. Non ho mai visto Dio, ma non ho neppure mai visto la morte... dunque... Non so perché o come sono arrivata in questo labirinto di pensieri, ma non so neppure se li voglio soffocare.

Sono stata educata a credere che Dio esiste. Io non so se Dio esista o meno, però so di avere il diritto di chiedermelo. La risposta, forse, non cambierebbe nulla. Assolutamente nulla. D'altra parte, è una questione di fede, non di logica e neppure di consapevolezza.

Un atto di fede.

Esattamente come con Nicole.

“Guarda, secondo me Abby doveva mettersi con Riley”, stava dicendo Wynonna, “Harper l'ha davvero chiusa in un dannato armadio, metaforico, ma pur sempre buio e soffocante.” Alzò le braccia e continuò con la sua disamina: “Non m'interessa se alla fine tutto si è chiarito: è il come siamo arrivati a quel punto ad essere sbagliato. Non è stato un gran film, mi ha fatta innervosire.”

Abby? Tutto sembra così connesso...

“Posso non trovarmi d'accordo?” Nicole si voltò verso Wynonna, guardandola da sopra la testa di Waverly. “Capisco il tuo punto, ma io la trovo una vicenda credibile. Umana. La paura ci spinge ad essere diversi, a comportarci in modo che noi stessi potremmo non riconoscere. La paura ci fa scattare un meccanismo di difesa che potrebbe risultare davvero egoista. E' egoista, e grazie al cielo! Questo film non parla semplicemente della relazione di due giovani donne, è un film sulla paura, anche se probabilmente non era l'intento degli scrittori, sceneggiatori o chiunque abbia concepito il progetto, ma è quello che hanno ottenuto.

Poteva esserci una coppia etero, una coppia mista, qualunque cosa, il risultato sarebbe stato il medesimo: una rappresentazione davvero cruda e realistica della paura. L'errore è stato quello di ambientare il film forzatamente a Natale, dal momento che poteva essere ambientato in qualsiasi periodo dell'anno. L'altro errore è stato quello di non approfondire gli altri personaggi, che risultano così incompleti e disarmonici.

Harper non ti sta simpatica, ma è il personaggio più realistico e umano. Harper è reale, forse è questo ad infastidirti, dal momento che quello che ti aspetti, forse vuoi, è un'opera completamente di fantasia. Desiderio incoraggiato da tutti gli altri personaggi...

Abby è il personaggio a cui ci leghiamo, con cui ci troviamo ad empattizzare, perché alla maggior parte di noi esseri umani è stato spezzato il cuore. Ma anche noi abbiamo spezzato il cuore a qualcuno, e se non l'abbiamo fatto, almeno una volta nella vita abbiamo agito con la paura al nostro fianco, a guidare le nostre azioni e scelte. Questo non ci piace ammetterlo, non ci piace che ci venga ricordato, per questo tendiamo a fare muro al personaggio di Harper: lei rappresenta qualcosa di cui ci vergogniamo.”

Credo di voler riguardare il film, pensò Waverly, ero nei miei pensieri e me lo sono persa quasi tutto, ma è il discorso di Nicole a rendermi curiosa.

Wynonna era concentrata sui titoli di coda, ma solo in apparenza: il suo sguardo perso suggeriva che stava pensando alle parole di Nicole. Infatti poco dopo disse: “Quindi tu riesci ad accettare questo tipo di messaggio e comportamento perché la paura non infetta la tua persona?” C'era un che di infastidito, nel tono, come dimostrava anche la scelta delle parole: quasi ironicamente formali.

Nicole soffiò fuori l'aria dalle narici e sulle sue guance comparvero le due fossette.

“Ti sbagli. Sono una persona divorata dalla paura, per questo la riconosco nella sua forma più pura.” Si alzò per mettere un legno nel caminetto.

Nicole e paura? Perché è un abbinamento che non riesco a vedere? Non mi risulta vero... pensò Waverly.

“Ho agito e agisco”, proseguì Nicole, osservando le fiamme avvolgere il nuovo venuto, “in preda ad un costante terrore.”

“Perché non sembra?” Anche Wynonna non vedeva il collegamento, il punto d'incontro.

“Perché l'accetto.” Si voltò verso di loro: “Io accetto di avere paura. Anche in questo momento provo paura: è una serata meravigliosa e la sto trascorrendo assieme a due persone che non mi sono minimamente ostili. Sto per condividere un pasto e dell'alcol in vostra compagnia, fra chiacchiere e spensieratezza. Una prospettiva bellissima che mi scalda dentro.”

“E quindi?”, sbottò Wynonna, allargando le braccia. “Non vedo perché tu debba avere paura. Quella che descrivi è una sensazione che, per quanto mi riguarda, non ha nulla a che vedere con la paura.”

“Ho paura di non meritarlo. Ho paura di non meritare questa sensazione di calore e felicità. Ho paura che sarò punita, per questi momenti così piacevoli.” Guardò Wynonna e aggiunse: “La paura è irrazionale, oggi. Abbiamo paura di cose che non minacciano la nostra vita, molto spesso. Forse è a causa del fatto che, nel tempo in cui ci troviamo, l'unico altro reale pericolo sono le altre persone. Siamo in vetta alla catena alimentare e difficilmente qualche altro predatore è attorno a noi. Ma non temiamo per la nostra vita, spesso e volentieri, non temiamo di essere divorati o uccisi, temiamo solo di essere feriti, umiliati o... chi lo sa?” Si concentrò di nuovo sulle lingue di fuoco. “Riconosco la mia paura, la riconosco come irrazionale. Non smetto di sperimentarla, ma posso chiamare le cose col loro nome, questo mi fa sentire decisamente meglio. Mi dà l'illusione del controllo. Di conseguenza riesco a controllarmi e agire come una persona quasi normale. La paura è così intrinseca in me, che non è possibile scinderla, distinguerla da me o in me.”

“Quando hai tempo di pensare a tutta questa roba?” Wynonna si alzò, diretta verso la cucina per controllare la cottura del polpettone.

“Dovremmo sempre trovare del tempo per parlare con noi stessi, prenderci del tempo per dirci cosa abbiamo capito, di raccontarci le nostre paure e verità. Come potremmo, altrimenti, parlarne con gli altri?”

“Pare giusto.”

Wynonna scomparve in cucina e nel salotto regnò il silenzio; fino a quando Waverly disse:

“Hai paura anche di... noi?” Le era costata molta fatica porre quella domanda.

Nicole le sorrise e la raggiunse sul divano.

“Come suona dolce... noi. E sì”, la guardò negli occhi, “anche terrificante. Sappiamo entrambe che un giorno partirò e tutto questo finirà, ma abbiamo scelto di vivere quest'esperienza, giusto?”

Waverly aveva smesso di ascoltare a “un giorno partirò”.

“Waverly... era necessario che lo dicessi, lo capisci, vero? Non voglio prendermi gioco di te. Non voglio prometterti un castello che non ho mai cominciato a costruire.”

“Ma... noi due... voglio dire... che senso ha? Se un giorno partirai, tutto questo ha senso?”

“Dimmelo tu. Non voglio ingannarti, non voglio farti del male. Mi piaci, Waverly Earp, mi piaci moltissimo e mi infondi una calma senza eguali, ma sono un uccello nato libero di volare via.”

Lei annuì lentamente, guadagnando tempo e controllo di sé.

“Pensi che potrei essere il tuo nido? Pensi potrò essere abbastanza per non farti volare via? Non voglio imprigionarti: voglio solo essere una scelta.”

“Hai mai pensato che potrei essere io, la tua prigione?”

Waverly si voltò a guardarla. Aveva un'espressione così confusa. “Io sono disposta ad appartenerti...” disse infine. “Non ho grandi desideri di libertà, al contrario... forse desidero trovare una scatola in cui chiudermi e sentirmi al sicuro.”

“Perché ti concederesti a me con tanta facilità? Intendo dire, non sono nulla per te. Nessuno.”

“Provo qualcosa per te, in caso non si fosse capito...”

“No, questo mi era chiaro dal principio”, sorrise. “Ma quello che provi per me non è amore.”

“Perché è ancora una lotta?”

“Sei attratta da me perché sono di bell'aspetto. Sono una donna insolita e, suppongo, affascinante. I miei modi ti infondono sicurezza -quando non ti faccio arrabbiare-. Sono dolce e divertente. Inoltre la mia, chiamiamola così, diversità poteva scatenare in te due reazioni: paura o attrazione.”

“Stavi per baciarmi... o comunque non ti stavi tirando indietro...”

“E così.”

“Perché? Perché se sai che non ci sarà mai nulla, fra di noi?”

“Stavo per fare una similitudine con un dolce”, ammise, “poi mi sono resa conto che sarebbe risultato estremamente freddo e superficiale. Ora non so cosa rispondere.” Si passò la mano fra i rossi capelli. “La cosa più onesta da dire, con ogni probabilità, è che voglio vivere quest'avventura con te, ma sono disposta a reprimere le mie voglie e i miei istinti. Non ti obbligherò mai a fare nulla, è importante che tu lo sappia. Possiamo semplicemente essere amiche. L'amicizia è qualcosa di prezioso, qualcosa in cui sono brava.”

“Non voglio essere tua amica...” voglio trovare il modo di farti scegliere di non partire.

“Accetterò qualunque tua decisione, con la speranza che tu-” Nicole trattenne il respiro mentre un'altra paura si univa alla sua.

Le mani di Waverly le avevano catturato il volto in una morsa gentile ma ferma.

Ancora una volta, il suo viso si avvicinava.

Questa volta nessuno avrebbe accesso la luce...

“Il polpetton- Cazzo... Scusate!”

.... ma c'era Wynonna.

  
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