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Autore: Raven_Stark22_    04/04/2022    1 recensioni
➤ AU: FANTASY/ROYALTY
➤ La storia viene narrata secondo il punto di vista di vari personaggi, quindi sonno presenti diverse ship del mondo di Haikyuu: Bokuaka-Kuroken-Iwaoi-Daisuga-Sakuatsu-Kagehina-Tsukkyiama-Tanakiyo-Matsuhana-Kyouhuaba ecc.
Il sogno di Bokuto è sempre stato quello di diventare un cavaliere: si è esercitato per anni con la spada, ha assistito a numerosi duelli durante le fiere cittadine e si è nascosto dietro le mura per osservare i maestri insegnare ai nobili come affrontare l'avversario.
Proprio quando l'opportunità di realizzare il suo desiderio sembra giungere alle porte, uno sconosciuto in cerca di aiuto si rifugia nella stessa locanda dove sta cenando Bokuto.
Il ragazzo racconta di provenire da un regno lontano e di dover portare a termine un compito di massima segretezza che prevede un lungo viaggio nei luoghi più pericolosi del continente.
Toccherà a Bokuto e ai suoi compagni affrontare scontri e creature sovrannaturali per impedire una guerra catastrofica tra i regni.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto, Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo, Tooru Oikawa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Akaashi si svegliò a causa di una leggera pressione sul braccio.

Il suo collo scricchiolava, dolorante.

Non si ricordava quando i suoi occhi si erano chiusi, quindi la stanchezza lo aveva colto all'improvviso.

Non poteva nemmeno dare la colpa alle notti insonni, visto che l'uomo misterioso e la radura della Karasuno avevano smesso da un pezzo di infestare i suoi sogni.

Si sfregò gli occhi con una mano e impiegò qualche secondo per mettere a fuoco la stanza.

Le pareti erano di un bianco freddo, così come le lenzuola del lettino su cui dormiva Bokuto.

Accanto alla sua sedia, una figura in penombra era addolcita dalla luce delle candele.

-Yo.-

Akaashi raddrizzò la schiena e dischiuse le ciglia. -Kuroo-san?-

-Mi spiace, ci hai preso in pieno.- il moro girò attorno alla sedia e si piazzò di fronte al lettino. -Come sta?-

Keiji si passò una mano tra i capelli e trattenne uno sbadiglio.

-Kita-san è tornato per controllarlo e gli ha somministrato uno sciroppo antidolorifico. Non si è ancora ripreso, ma se la caverà.-

-Lo so.-

-È forte.-

Kuroo posò lo sguardo su di lui e la sua espressione sembrò ammorbidirsi.

-Perchè non vai anche tu a dormire?-

-Sto bene.-

-Hai preso sonno sulla sedia.-

-Ho detto che sto bene.- rispose Akaashi, schietto. -Non che possa davvero interessarti, in ogni caso.-

La bocca di Kuroo si ridusse ad una linea sottile. -Vorrei scusarmi per tutto, Akaashi.-

Il ragazzo inarcò un sopracciglio, invitandolo a continuare.

-So di essermi comportato un po' da stronzo, ma...-

-Un po'?-

-Lasciami finire, diamine. Sotto le apparenze sei un infame tanto quanto lo sono io.-

Akaashi accennò l'ombra di un sorriso, ma si affrettò a nasconderlo.

-Non penso che questo casino sia colpa tua.-

-Bugiardo.-

-Dico davvero!- sollevò le mani in segno di resa. -La verità è che ho solo paura che Kenma e Bokuto ci rimettano la pelle. Voglio dire, puoi biasimarmi?- indicò il corpo davanti a loro e Akaashi si sentì sprofondare.

-Tutta questa storia mi ha dato alla testa.- proseguì -e ti ho usato come sfogo.-

-Non vi ho mai costretti ad accompagnarmi.-

-Lo so, lo so. Ma era la cosa giusta da fare. É ancora la cosa giusta da fare.-

Il peso sulle spalle di Akaashi, in qualche modo, si alleggerì.

-Perdonami, non sono una cattiva persona. Voglio dimostrarti che di me ci si può fidare.-

Keiji spostò lo sguardo su Bokuto e si concentrò sul suo petto ansante che si alzava e abbassava ad un ritmo ipnotizzante.

-So di tua sorella. Mi dispiace molto. Quello che le è capitato è inaccettabile.-

Kuroo sussultò, ma poi rilassò la schiena.

-Già. Te lo ha detto Bo, immagino.-

Akaashi annuì.

-Ti ha detto anche che sono stati due mercanti del Fukurodani ad ucciderla?-

Keiji si pietrificò sul posto. -Cosa?-

Kuroo non rispose.

-Ha parlato di due mercanti.- balbettò -Ma non ha mai specificato la provenienza.-

L'altro sorrise, un velo di tristezza calato sugli occhi. -Certo che non l'ha fatto.-

Akaashi chinò il capo.

-Sono mortificato.-

-Non devi. Non sono così stupido da pensare che tutta la tua gente sia così. Solo... puoi capire la mia iniziale diffidenza.-

Tornò a regnare il silenzio.

Questa volta, l'aria non era più tesa e quella quiete aveva un che di confortante.

Akaashi non era sicuro di aver conquistato la piena approvazione di Kuroo, ma avevano fatto grandi passi avanti.

Per il momento, andava bene così.

-Bokuto-san vuole diventare un cavaliere. Dovrà affrontare di peggio, quindi è inutile pensarci troppo. Rischierà la vita in ogni missione.-

-Me ne farò una ragione.- concordò l'altro. -Ma si tratta pur sempre del mio migliore amico.-

Akaashi puntò gli occhi sul viso del ragazzo e inclinò gli angoli della bocca.

-Perciò... Kenma?-

Alla sola menzione del suo nome, le orecchie di Kuroo si tinsero di rosso.

-Cosa vuoi sapere?-

Le labbra di Akaashi rimasero sigillate, però si distesero ancora di più.

Kuroo sbuffò infastidito e tornò a guardare il lettino dell'infermeria.

-Perciò... Bokuto?-

Questa volta, fu Akaashi ad arrossire.

-Non so di cosa tu stia parlando.-

Oh, lo sapeva eccome.

-Certo, ed è per questo che hai passato la serata ad aspettare che si svegliasse.-

Il battito di Akaashi era accellerato.

Giocherellò distrattamente con le dita e fece di tutto per nascondere la sua reazione.

-Dico sul serio, amico. Sei qui dentro da quattro ore. Vai a prendere una boccata d'aria.-

-Improvvisamente sei diventato un medico?-

-No, mi sono solo stancato della tua presenza.-

Akaashi rise genuinamente e fu contento di vedere che anche Kuroo era più rilassato.

-E va bene.- cedette -Chiamami appena si risveglia.-

-Mi ucciderebbe se non lo facessi.-

Akaashi roteò gli occhi al cielo e uscì dalla stanza, ignorando le farfalle che gli stavano distuggendo lo stomaco.

L'aria che si respirava all'esterno era densa e fredda.

La roccia della caverna era così umida che gli abitanti del piccolo borgo erano costretti a girare muniti di vestaglie pesanti e coperte.

Akaashi si strinse nel suo mantello e l'aria calda del suo soffio si condensó.

Raggiunse l'edificio che la banda dell'Inarizaki aveva gentilmente concesso ai nuovi arrivati e si infilò direttamente nella sua camera.

Lo stile era quasi rustico e il letto di paglia ricordava molto quello di una taverna.

Kita e gli altri avevano depositato degli abiti pulti sopra la cassapanca di ciascuna stanza.

Si diede una lenta rinfrescata e cambiò i vestiti.

Studiò il suo riflesso allo specchio e sistemò la cinghia della cintura.

Il suo aspetto non era diverso da quello di qualche settimana prima, ma lo sguardo sembrava quasi più maturo.

Camminó fino alla piazza, le facciate ricche di balconi che gli scorrevano accanto senza che ci prestasse particolare attenzione.

La principale fonte di luce, al di fuori delle lanterne dei passanti, consisteva in un grande falò appiccato al centro del villaggio.

Quando Akaashi raggiunse la piazza, le fiamme avevano già divorato gran parte della catasta di legno sottostante.

Doveva essere il punto di raduno per la gente locale, a giudicare dal numero di persone che si erano raggruppate quella notte.

Una melodia dal ritmo vivace proveniva da una coppia di musicisti, intenti a rallegrare l'atmosfera servendosi di un tamburo e un menestrello.

Dietro di loro, gli adulti chiacchieravano o seguivano in silenzio il gioco di ombre che le fiamme proiettavano sul pavimento.

Una ragazza si scusó per avergli urtato il braccio e inseguì la sua amica all'interno del cerchio di giovani che danzavano allegramente attorno al fuoco.

Tutti gli abitanti sembravano andare d'accordo tra di loro, divertirsi e festeggiare senza preoccupazioni.

Akaashi non si sarebbe mai aspettato di assistere ad uno spettacolo simile.

Se non fosse stato abituato alla rigida corte del Fukurodani, avrebbe quasi pensato di sentirsi a casa.

-Aka-chan!-

Solo allora Keiji si accorse della presenza di Oikawa.

Il mago si stava sbracciando, per attirare la sua attenzione, seduto sopra un tronco mozzato che fungeva da panca.

La mano sinistra era coperta da una fasciatura bianca.

Si avvicinò al ragazzo e salutò Iwaizumi con un cenno del capo.

-Hey, Akaashi. Come sta Bokuto?-

-Meglio. Si risveglierá a breve.-

Iwaizumi parve soddisfatto della risposta, ma Oikawa inarcó un sopracciglio.

-Non sei rimasto con lui?-

-Kuroo-san mi ha scacciato.-

Il mago ridacchió e Iwaizumi gli diede una leggera gomitata sul busto.

-Dai, smettila.-

-Ah, voi due idioti.- continuó Oikawa, fingendo di asciugarsi una lacrima.
-Siete adorabili.-

Akaashi finse di non aver sentito. -Dove si trova Kenma?-

Il biondino fece capolino dalle spalle di Iwaizumi.

Le dita erano impegnate a connettere insieme rettangoli di legno dalle diverse forme e combinazioni.

-È rimasto con noi tutto il tempo.- spiegò Oikawa.

-Solo perchè tu lo sappia,- disse il ragazzo, senza mai staccare gli occhi dal rompicapo -ho iniziato ad ignorarvi a partire dai primi dieci minuti.-

-Ouch. Questo non è molto carino. Non lamentarti se domani mattina ti svegli con un Ahuiztol nel letto.-

Kenma roteò gli occhi al cielo, ma cambiò discorso: -Non posso credere che riusciremo a dormire su un letto vero. Sembrano passati secoli dall'ultima volta che ho riposato decentemente, alla taverna.-

-Già- ricordò Akaashi -Anche se siamo stati costretti a scappare nel cuore della notte. Dovremo riportare i soldi ai signori Tanaka e scusarci con loro.-

Gli occhi di Kenma emisero un guizzo impercettibile.

-Pensi che alcune guardie stiano ancora setacciando i confini del Nekoma?- chiese, tornando a concentrarsi sul gioco di legno.

-Non so come ragioni Wakatsu.- ammise -Però mi auguro di mettere fine a questa storia prima che possa farlo lui.-

Kenma non aggiunse altro.

-Torno nel dormitorio.- annunciò poco dopo, alzandosi dal tronco.

-Vai a dormire così presto?- gli domandò Oikawa.

-In realtà, ho pensato di andarmene nel momento in cui hanno iniziato a suonare. Odio la folla.-

Non lasciò a nessuno il tempo di contestarlo e si infilò svelto nella massa.

-Dovremmo andare a cercarlo?- intervenne Akaashi.

Negli occhi di Oikawa brilló una scintilla di divertimento.

-Lasciamo che sia Tesu-chan a farlo.-

-Sei incorreggibile.- commentò Iwaizumi.

-Per questo mi adori.- lo provocò Oikawa con un occhiolino.

Iwaizumi sbuffò scocciato, ma Akaashi si accorse che non lo aveva contraddito.

-Quello è Atsumu?- domandò invece la guardia, indicando un gruppetto poco più in là.

-C'è anche la bambina che gli è corsa incontro all'ingresso.- constatò Akaashi.

-Oh miei dei. Hanno le mele caramellate?- Oikawa afferrò una manica del suo amico e lo trascinò verso le kitsune.

-Shittykawa! Smettila di tirare!-

-A dopo, Aka-chan!-

Keiji li salutò con un sorriso divertito e si sistemò sul tronco vuoto.

Rimase ad osservare le fiamme e la loro luce calda per quelle che gli sembrarono ore.

Il fumo si alzava alto per dissolversi nella fredda notte invernale.

Si ricordò del primo fuoco che aveva acceso assieme al suo nuovo gruppo e gli tornò in mente la leggenda delle danzatrici di sua madre.

Ne era passato di tempo, da allora.

In quelle due settimane di convivenza, aveva imparato a conoscere qualità e difetti di tutti i suoi compagni.

Oikawa era forte ed intelligente, ma si era costruito una maschera per celare la sua insicurezza.

Iwaizumi sapeva mantenere il sangue freddo, ma faticava a mantenere il controllo della rabbia.

Kuroo era astuto, ma si dimostrava troppo apprensivo nei confronti di Kenma.

Kenma era perspicace, ma non possedeva alcuno spirito di iniziativa.

E poi c'era Bokuto.

Akaashi lo aveva inquadrato dal primo istante in cui si erano incontrati quella notte, al pub.

Aveva offerto il suo aiuto senza chiedere niente in cambio.

Era pronto a sacrificare la sua vita solo per salvare i suoi amici.

Akaashi chiuse gli occhi.

Nella sua testa, l'immagine del ragazzo sanguinante era ancora vivida.

Quando il Tsuchigumo aveva spalancato le chele per tranciare il suo corpo, Akaashi si era lanciato contro di esso senza la minima esitazione.

Il suolo pensiero di poter perdere Bokuto gli aveva dato la spinta necessaria per affrontare una battaglia che avrebbe sicuramente perso.

Si prese la testa fra le mani e soffocò un singhiozzo.

Gli era stato affidato un incarico troppo faticoso.

Non poteva permettersi di crollare, ma non sapeva per quanto ancora sarebbe riuscito a sostenere tale peso.

Voleva fermare Wakatsu da solo ma, per vincere, gli servivano i suoi compagni.

Era tutto così dannatamente impossibile.

-Ti va di ballare?-

Scosse la testa senza nemmeno sollevare lo sguardo.

-'Kaashi.-

Il suo cuore perse un battito.

La mascella scattò in alto così velocemente che rischiò di staccarsi dal collo.

-B-Bokuto-san?-

Lo scudiero distese le labbra e Akaashi pensò che quel sorriso catturasse più luce del falò.

-Stai bene? Perchè ti ho visto seduto in un angolo e ho pensato che-oh.-

Le braccia del più piccolo lo attirarono in una stretta disperata.

Akaashi reagì d'impulso, affondando la faccia nella spalla di Bokuto.

Il ragazzo indietreggiò impacciato e ricambiò l'abbraccio con un po' di timore.

-Mh, 'Kaashi? Cosa succede?-

Keiji non rispose e le mani di Bokuto iniziarono ad accarezzargli dolcemente la schiena.

-Stai bene.- constatò con un filo di voce.

-Certo che sto bene. Sono il migliore, ricordi? Non mi lascio battere da uno stupido insetto.-

Akaashi appoggiò il mento sulla sua spalla.

-I ragni non sono insetti, Bokuto-san.-

Riuscì a percepire il suo disappunto anche da quella posizione.

-Cosa? Sì, invece. Hanno tante zampe e... sono piccoli.-

-Sono arancinidi.-

-Te lo sei appena inventato. Non esiste una parola del genere.-

Akaashi aumentò l'intensità della presa attorno al suo corpo.

-Mi sei mancato, Bokuto-san.-

-'Kaashi, mi stai uccidendo.-

-Sfrontato.-

-No, letteralmente.-

Akaashi balzò all'indietro come se fosse appena esploso qualcosa, ma le braccia di Bokuto continuarono a stringergli la schiena.

-Scusa! Mi ero completamente dimenticato della ferita e-oh dei, mi dispiace così tanto.-

-Tutto okay.- borbottò Bokuto, con un sorriso forzato. -Kita mi ha assicurato che mi sarò ripreso nel giro di qualche giorno.-

-Stai soffrendo?-

-E' un dolore sopportabile. Non ti mentirei, Akaashi.-

Quando si sciolse dall'abbraccio, il volto dello scudiero era arrossato.

-E comunque, non avevi bisogno di preoccuparti. Non me ne sono andato per così tanto tempo.- farfugliò, visibilmente a disagio.

Akaashi era sicuro che il suo cuore gli stesse giocando brutti scherzi, perchè non riuscì a ricambiare il contatto visivo.

Bokuto tese una mano in avanti e il ragazzo la fissò, perplesso.

-La mia proposta è ancora valida.-

Keiji fece un passo indietro e scosse la testa.

-Io non ballo.-

Bokuto sbattè ripetutamente le palpebre.

-Beh, non ancora.-

-No, davvero, io...- si bloccò appena le dita dello scudietro si intrecciarono con le sue. -Bokuto-san.-

Il ragazzo finse di non aver sentito e iniziò a trascinarlo verso il falò.

-Non mi piace ballare.- sottolineò ulteriormente.

-Quante volte l'hai fatto?-

-Io... uh.-

Il sorriso vittorioso sulla faccia di Bokuto gli suggerì che lo scudiero sapeva esattamente a che gioco stesse giocando.

-Non puoi obbligarmi a fare qualcosa contro la mia volontà.- cercò di sembrare autoritario, ma ormai avevano già raggiunto il semicerchio di giovani che si muovevano davanti al fuoco.

Bokuto inarcò un sopracciglio e Akaashi si accorse di come si stesse sforzando a reprimere una risata.

-Allora vai pure.-

Keiji aggrottò la fronte, ma non si mosse di un passo.

Non riusciva a credere di aver perso ben due volte contro di lui.

Bokuto sollevò il braccio e fece volteggiare Akaashi sotto di esso.

La musica era stata sovrastata dalle urla eccitate dei ragazzi, ma nessuno dei due ci fece caso.

-Visto?- Bokuto parve fin troppo compiaciuto. -Non è difficile.-

-Hm.-

Lo scudiero scoppiò a ridere e iniziò a spostarsi seguendo traiettorie circolari.

Le voci erano diventate meno fastidiose di quanto si era immaginato.

Dopo un po', Akaashi rilassò le spalle e si lasciò guidare dallo scudiero.

-Già, non è poi tanto male.- ammise.

-Vuoi provare un casquè?-

-Mi rimangio tutto.-

Il sorriso di Bokuto era così contagioso che persino lui finì per cedere.

Danzarono a ritmo della ballata fino a confondersi con gli altri abitanti.

-Non dovresti avvisare anche gli altri? Sono tutti in pensiero per te.-

-Chi? Iwa e la strega cattiva?- Bokuto scrollò le spalle e si lanciò un'occhiata alle spalle. -Sembra si stiano divertendo, assieme a quei ragazzini. Li disturberò più tardi.-

Quando una mano si posò sul suo fianco, Akaashi sussultò.

-Va bene?- domandò l'altro, esitante.

Keiji avrebbe desiderato sciogliersi a quel tocco, ma si contenne.

Spostò le dita verso l'alto e si aggrappò ad una spalla del ragazzo.

-Sì. Immagino di sì.-

Gli occhi di Bokuto erano radiosi.

Spinse leggermente Akaashi verso il suo petto e continuò a muoversi lateralmente.

Il ragazzo sperò solamente che Bokuto non fosse abbastanza vicino da poter sentire il suo battito.

-'Kaashi.-

Sollevò il mento e incontrò quello sguardo dorato che infestava i suoi sogni da una settimana.

-Sì, Bokuto-san?-

-Grazie per aver aspettato. Kuroo mi ha raccontato tutto.-

Le sue guance presero fuoco e fu costretto a nascondersi dietro un'espressione indifferente.

-Era il minimo che potessi fare.-

-No, non è vero.- Bokuto suonò spaventosamente serio. -Non è vero, e lo sai anche tu.-

Akaashi aprì la bocca per ribattere, ma si accorse di essere rimasto a corto di parole.

-Significa molto per me.- proseguì lo scudiero -Però non dovevi.-

-Ma volevo farlo.- Sottolineò il ragazzo. -Quando ti ho visto ferito, nella radura, io...-

Si morse la lingua per trattenere l'emozione.

Bokuto era sano e salvo davanti al suo naso, ma il ricordo del Tsuchigumo gli faceva ancora troppo male.

-Ho pensato, sì insomma...- deglutì -ho pensato di averti perso.-

Koutaro non disse nulla.

Akaashi si lasciò sfuggire un sospiro angosciato.

-Se fossi morto, io avrei dato di matto.- realizzò, dando voce ai suoi pensieri.

-Non siamo una tua responsabilità, lo sai.-

-Non ha a che fare con la mia coscienza!- alzò la voce. -Io non voglio... non posso perderti, Bokuto-san.-

Il corpo dello scudiero fu percorso da un brivido.

Akaashi chiuse gli occhi e aspettò che il ragazzo si fermasse.

Questa volta, aveva decisamente corso troppo.

Sono stato così stupido.

Perchè non aveva frenato la lingua prima che fosse troppo tardi?

Ora Bokuto lo avrebbe lasciato da solo a crogiolarsi nei suoi rimpianti.

Ma, con sua grande sorpresa, lo scudiero non smise di danzare.

-Grazie, 'Kaashi.-

Keiji lo squadrò stupito e Bokuto inclinò la testa, rassicurante.

I ciuffi spettinati erano appiccicati sulla fronte e il fuoco si rifletteva nelle iridi come uno specchio.

Akaashi pensò di non aver mai visto un sorriso capace di brillare anche al buio.

-E comunque,- riprese l'altro -anche tu devi promettermi che non morirai.-

Il moro distolse faticosamente lo sguardo.

-Devo prometterlo?-

-Certo. Ci facciamo promesse a vicenda.-

Akaashi sorrise. -Ce la metterò tutta per sopravvivere, allora.-

Bokuto parve soddisfatto.

Continuarono a ballare anche quando la maggior parte degli abitanti era già tornata nella propria abitazione.

Mentre le note musicali accompagnavano i due ragazzi, Akaashi decise che avrebbe fatto di tutto per mettere in salvo i suoi amici.

E, soprattutto, non avrebbe permesso a nessun mostro di portarsi via Bokuto.

Perchè, quella sera, aveva capito che non si trattava di una semplice cotta adolescenziale.

Quella sera, si rese conto che i suoi sentimenti celavano qualcosa di molto più profondo.

×××××

-Problemi di insonnia?-

La testa di Kenma scattò fulminea verso la voce di Kuroo.

-Cosa ci fai qui?-

-Intendi sul balcone di casa nostra?-

-Hai capito perfettamente.-

-Sono venuto a dirti che Bokuto si è svegliato.- spiegò il ragazzo -penso stia flirtando con Akaashi, o qualcosa del genere.-

Kenma annuì appena, come se nulla potesse più stupirlo.

La luce di una fiaccola accarezzava dolcemente la curva del suo viso.

Kuroo si avvicinò con un po' di esitazione, non sapendo se si trattasse di una buona idea.

-Se ti sporgi in avanti si vede una parte della piazza.- suggerì Kenma.

-Vuoi per caso approfittarne per spingermi giù dal terzo piano?-

Kenma abbozzò l'ombra di un sorriso. -Può darsi.-

Un po' della tensione accumulata in quei giorni si sciolse.

Tetsurou pensò che la città, sotto la luce della luna, sarebbe stata mozzafiato.

Le case si arrampicavano vicino alle pareti della caverna e le stradine si articolavano fino a svanire nel buio.

-A cosa stavi pensando?- chiese, avvicinandosi. -Sembravi molto concentrato.-

-A un po' di cose. Sai se l'oro bianco è un metallo pregiato?-

Kuroo si bloccò a metà strada. -Cosa?-

Kenma sbuffò, annoiato.

-Non è qualcosa che si possono permettere in molti, o sbaglio?-

-Uh, si ottiene mescolando oro giallo e altri materiali, però... è molto raro e difficile da creare, sì. Perchè questa domanda?-

-Curiosità.- tagliò corto l'altro.

Kuroo preferì non indagare ulteriormente.

Si appoggiò con la schiena al parapetto e passò una mano tra i capelli di Kenma.

-Bisogna schiarirli di nuovo.- constatò.

Il più piccolo allontanò lentamente la sua mano e Kuroo si sentì trafiggere dal suo sguardo.

-Hai detto che volevi parlare.-

Kuroo sentì formarsi un groppo alla gola. -L'ho detto.-

-Sono tutt'orecchi.-

Tetsurou non aveva mai temuto le altezze ma, all'improvviso, gli parve di soffrire di vertigini.

Afferrò il corrimano con entrambe le mani e aumentò la stretta.

-Non intendo più fuggire, Kenma.- disse -Perciò dovrai ascoltarmi molto attentamente, perchè non avrò il coraggio di ripeterlo un'altra volta.-

Il corpo di Kenma fu scosso da un leggero brivido.

-Non avrei mai dovuto ignorarti. Sono scomparso senza darti alcuna spiegazione.-

Kenma sfubbò, ma lo lasciò continuare.

-Il fatto è che...- prese un respiro profondo. -quando Oikawa mi ha stregato, ho visto delle cose. Non so come funzioni la sua magia, ma ciò che mi ha mostrato è stato un duro colpo da incassare. Tipo, tanto duro.-

L'altro ascoltò in silenzio.

-Mi dispiace di essere stato così freddo nei tuoi confronti, ma ero scioccato.-

-Avresti potuto parlarmente.- si intromise Kenma, bruscamente. -Siamo amici da quando avevi cinque anni. Per te questo non significa niente, vero?-

Kuroo sgranò gli occhi e portò le mani in avanti. -Cosa? No! Io sono infinitamente grato per quello che la tua famiglia ha fatto. La nostra amicizia è tutto, per me.-

-Davvero?- il tono di Kenma era accusatorio. -Perchè allora non mi hai detto niente?-

-Non ci sono riuscito!-

-Però Bokuto lo sa.- l'amarezza di Kenma era tagliente com un pugnale. -A lui l'hai detto, giusto?-

Kuroo cercò di frenare l'istinto che gli diceva di seppellire Kenma tra le sue braccia e si sforzò di mantenere la calma.

-Tu non capisci...-

-No?- Kenma parve particolarmente irritato. -Oikawa padroneggia la Magia Rossa. É stato un incantesimo d'amore a ridurti così.-

Il respiro di Kuroo gli morì in gola.

-Non so che cosa tu abbia visto, ma ti avrei aiutato, Kuro. Sai che l'avrei fatto.-

-Mi dispiace.-

-Ti avrei aiutato in qualunque caso.-

Negli angoli dei suoi occhi si stavano formando già le prime lacrime.

-Ne saremmo usciti assieme, trovando una soluzione. Perchè ti avrei aiutato, nonostante tutto. Nonostante io...- si bloccò a metà frase e sigillò le labbra.

Un debole barlume di speranza si accese in Kuroo.

-Nonostante cosa?-

Kenma scosse la testa e guardò altrove. -Non importa.-

-Kenma.-

-Cos'hai visto?- la voce era rotta dalla tristezza. -Almeno questo puoi dirmelo?-

Kuroo si morse il labbro inferiore.

I sentimenti contraddittori lo stavano soffocando dall'interno.

Aveva mantenuto il suo segreto per anni e anni.

Non riusciva più a mentirgli.

-Il lago di Dalim.-

Kenma inarcò un sopracciglio. -Quello dove facevamo il bagno da bambini?-

Kuroo annuì. -Eravamo in acqua. Ci stavamo divertendo. Ad un certo punto mi sono girato, ma tu non c'eri più.-

Kenma divenne bianco come un cadavere e Kuroo pensò che gli fosse tornata memoria di quell'episodio.

-Stavi annegando.- ricordò Kuroo, con orrore. -Ho cercato di riportarti in superficie, ma continuavi ad affondare. Mi sono svegliato solo perchè ti ho sentito pronunciare il mio nome.-

Kenma indietreggiò con un'espressione terrorizzata.

Kuroo sentì le guance pizzicare.

Pensava di essersi abituato al rifiuto, ma continuava a fare male.

-Hai...- Kenma deglutì a vuoto. -Hai visto me?-

-Mi dispiace così tanto, Kenma.- scoppiò il ragazzo -Non avrei mai voluto farti questo. I-io capisco, okay? Non hai bisogno di giustificarti o...- le parole gli uscivano inconrollate dalla bocca. -Mi va bene così, davvero. Non voglio che le cose cambino tra di noi perchè non potrei mai sopportarlo.-

Kenma lo squadrò come se si trovasse davanti ad un pazzo e Kuroo pensò di aver toccato il fondo.

Le serate passate a struggersi, i pianti soffocati nel cuscino, le bugie raccontate a sè stesso.

Mentre Kuroo sprofondava, la verità veniva finalmente a galla.

-Puoi prenderti tutto il tempo che ti serve.- aggiunse -Ma non tagliarmi fuori dalla tua vita, ti prego.-

-L'incantesimo di Oikawa.- la voce di Kenma sembrava quella di un estraneo. -Ti paralizza, perchè ricrea un scenario straziante che coinvolge la persona di cui sei innamorato.-

Kuroo sussultò. Il biondo era un ragazzo intelligente, ma persino al sua conoscenza aveva un limite.

-Come fai a saperlo?-

Le iridi feline, per un breve istante, tremolarono.

-Perchè anche io sono stato colpito dal maleficio.-

-Cosa?- sbottò Kuroo. -Oikawa ti ha-

-Sono stato io a chiedergli di farlo.- lo interruppe. -Volevo capire che cosa avessi passato di tanto traumatico.-

Dalle labbra di Kuroo sfuggì una risata amara.

-Kuro.-

-Beh, ora lo sai.-

-Kuro. Ho visto te.-

Il ragazzo smise di respirare.

Aveva chiaramente sentito male.

O almeno, questo è quello che il suo cervello continuò a ripetergli nel minuto successivo.

-Cos'hai detto?- trovò la forza di sibilare in un sussurrro.

Kozume chinò la testa e i ciuffi dorati gli ricaddero sopra la fronte.

-Kenma.- insistette con urgenza.

-Ho visto il tetto del casolare crollare addosso alla tua famiglia. E tu sei rimasto sotto le macerie.- spiegò.

Kuroo cercò inutilmente di mettere assieme una frase di senso compiuto.

-Ma io quella notte sono sopravvissuto.-

Kenma gli lanciò un'occhiata fugace e tornò a fissare il pavimento.

-Aspetta.- la testa di Kuroo stava pulsando. -Aspetta un secondo.-

Avanzò di un passo verso il ragazzo che, spaventato, indietreggiò.

-Questo significa che...-

L'affermazione rimase sospesa nel vuoto.

-Kenma.- Kuroo stava tremando dalla frenesia. -Se l'incantesimo di Oikawa ti mostra la persona di cui sei innamorato, vuol dire che tu... tu davvero...-

Kenma si irrigidì di colpo.

Sollevò lentamente lo sguardo e annuì impercettibilmente.

Kuroo era sicuro che il suo volto stesse rivelando una bramosia incontrollabile.

-Dimmi che mi ami.- sputò fuori.

Gli occhi di Kenma erano sbarrati.

-Cosa?-

-Fallo.- non gli importava più che la sua richiessa suonasse disperata. -Fallo, perchè non potremo più tornare indietro dopo quello che sto per fare.-

Il respiro di Kenma aumentò assieme al battito di Kuroo.

Gli occhi sempre scrupolosi si posarono sulle labbra del moro e Tetsurou pensò di poter collassare a terra.

-Ti amo.- sussurrò, così piano che si perse nel vento.

Ma per Kuroo era sufficiente.

Si avventò sulle labbra del più piccolo con la stessa furia che aveva represso nel corso degli anni.

Kenma ansimò un verso di sorpresa, ma si lasciò trasportare nel bacio.

Avvolse subito le braccia attorno al collo del più grande e lo attirò verso di sè.

Le mani di Kuroo si spostarono sulla sua vita sottile.

Dopo tutto quel tempo trascorso a straziarsi, stava finalmente baciando il ragazzo che lo teneva sveglio la notte.

I due si separarono solo per respirare pesantemente.

Si guardarono negli occhi, i loro nasi ancora attaccati.

A Kuroo sembrava di vivere un sogno.

-Kenma.- chiamò, come per assicurarsi che non fosse solo frutto della sua immaginazione.

Il più piccolo non fece in tempo a rispondere che Tetsurou lo aveva già ingabbiato tra le sue braccia, spingendolo all'indietro.

La schiena di Kenma venne premuta contro il muro.

-Kuro?- la domanda era incerta.

Il secondo bacio fu più ardente del precedente.

Aveva smesso di essere una richiesta e si era trasfomato in un desiderio impetuoso.

-Hm- si lasciò sfuggire Kenma, sulle sue labbra.

Kuroo fu animato da una scarica di adrenalina.

Si staccò dalla bocca del ragazzo e respirò affannosamente sul suo collo.

Quando depositò un bacio casto sopra la sua cavicola, il corpo di Kenma si contorse.

La lingua di Kuroo si mosse coraggiosamente sulla pelle esposta dal colletto.

Il biondo si lasciò sfuggire un gemito di sopresa e Kuroo si sentì pericolosamente sicuro di sè.

-Kuro.- mormorò Kenma, aggrappanodosi alle sue spalle.

Un sorriso diabolico illuminò l'altro ragazzo.

-Che cosa?-

Si abbassò per strofinare il naso dell'incavo del suo collo e Kenma sussultò.

-Non qui.- sibilò, a denti stretti.

Kuroo non riuscì a reprimere un ghigno eccitato.

-Vuoi forse entrare?-

Scostò appena il colletto e gli sfiorò la spalla con il labbro inferiore.

Kenma reagì spingendolo lontano con entrambe le braccia.

Kuroo non disse nulla, ma la sua espressione tradì ogni intenzione.

-Il gatto ti ha mangiato la lingua?- scherzò.

-Ti odio.-

-Non è quello che hai detto poco fa.-

Kenma sospirò, ma non aveva affatto l'aria di una persona esasperata.

Kuroo lo prese come un invito ad avvicinarsi.

-Te lo chiederò di nuovo, gattino.- si divertì a punzecchiarlo. -Vuoi entare oppure no?-

Quando le sue dita gli sfiorarono delicatamente la guancia, Kenma rabbrividì.

-Sì.- disse tutto d'un fiato.

   
 
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