Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: frenzazero    06/04/2022    4 recensioni
Si riparte da qui.. con qualche anno in più, qualche ruga in più, e qualche esperienza in più!! Ma l’amore per alcune cose non finisce e non cambia mai, come ad esempio per Oscar e Andrè. Ispirata dalle canzoni di Raffaella stavolta, mi è venuto di nuovo lo schiribizzo di buttarmi a capofitto nello scrivere di loro, con “Ti ammazzerei” in cuffia sul tapis roulant, ho deciso di ripartire. Con in realtà anche la spinta di una cara amica. Stavolta però, parto da Andrè. Un foglio trovato per caso e soprattutto aperto e letto, può fare dei danni o può risolverli? Chi si fa i fatti propri campa 100 anni, si suol dire, ma forse può essere un aiutino per campare meglio....
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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E' proprio il caso di dire chi non muore si rilegge....ihihihihihihi, ho avuto problemi di computer, di ingresso qui sul sito dal computer ed infine anche di ispirazione, ma domenica riguardando le ultime puntate del cartone animato, mi si è sbloccata la vena artistica, se cosi si puo dire, e ho partorito una breve ff, e mi sono ributtata in queste mie due lasciate cosi nell'oblio... spero che rispolverando un pò questa storia possa continuare a piacervi!!! E' un capitolo ancora di passaggio eh, ma insomma almeno mi sono sbloccata.. speriamo vi piaccia e non deluda le vostre aspettative!!! 



Tante domande, tanti dubbi e tanti pensieri ultimamente riempivano casa  de Jarjayes, dalla testa dura di Oscar, alla testa tra le nuvole di Andrè alla testa della dolce ma super attenta e preoccupata Nanny. Erano stati giorni molto frenetici,  a malapena riusciva a vederla la sua bambina, e quando riusciva a intravederla le si riproponeva ogni volta davanti la medesima immagine: occhi spenti, persi e sguardo a terra, vuoi dalla stanchezza, vuoi dal troppo lavoro, vuoi dalle pene d’amore… sapeva molto bene quanto quel damarino di Fersen, non facendo nulla, l’avesse colpita in pieno in quel suo enorme ma celato cuore, non immaginava però fino a questo punto, fino a vederla così affranta, pensierosa e poco attenta a ciò che la circondasse.

D’altro canto trovava anche molto strano il comportamento del suo bambino, sfuggente, assente e sempre di corsa, nonostante nel suo lavoro di attendente fosse impeccabile  e onnipresente, stava finendo di fare queste scombigliate riflessioni intrecciate tra di loro sui suoi bambini presi singolarmente, quando vide dall’alto della scalinata principale della villa quei due bambini rincasare, chi da sinistra e chi da destra, nonostante fossero rientrati insieme dalla reggia, unico punto fermo in questa confusione. Si nascose un pelino dietro alla colonna per poter seguire meglio ciò che aveva attirato la sua attenzione e il suo sesto senso, eccoli li belli come non mai, quasi fossero uno lo specchio dell’altro. Camminata sicura, mani lungo i fianchi, capelli lucenti al sole e occhi brillanti, pure il riflesso che ne usciva da li era uguale, riflesso verde e pensieroso per lui, riflesso azzurro e pensieroso per lei. Ma la cosa più sconvolgente era vedere ora il riflesso verde in quei pozzi azzurri ed il riflesso azzurro in quelle immensità verdi, tingersi di rosso, rosso  fiamma, improvvisamente accendersi all’unisono.Ed eccola li anche quell’elettricità nell’aria dell’essere uno di fronte all’altro, a pochi passi di distanza, occhi incollati, sorrisi aperti e guance colorate, in quel preciso istante quelle  due figure che lei intravedeva singolarmente non esistevano più, quei sguardi assenti, veloci, spenti, lasciavano spazio a quella luce che illuminava loro e tutto cio che li circondasse, quell’onda elettrica giunta in modo rimbombante a lei fin lassù accuattata come una ladra.  “eh no, eh no, cosi non va proprio bene” mormorava stringendo senza neanche aggorgersene quella colonna fredda e cercando di allungare le sue orecchie per carpire cio che da li a breve sarebbe successo, viste le premesse.

“Andrè…” tono canzonatorio accompagnato da un mezzo sorriso 

“Oscar…” rispose battendo i tacchi e tenendo ben strette le braccia sui fianchi 

“E’ passato un pò di tempo dall’ultima volta che abbiamo duellato, o almeno mi avevi proposto di farlo, ma è andata come è andata insomma…  o rimembro male?” facendo una smorfia ammiccante

“Io rimembro solo che ti sei arrugginito e ti sei rallentato caro Andrè… non è bello battersi sapendo già di vincere, suvvia…” ancheggiando in modo così femminile ed involontario provocando in Andrè un pericoloso avvicinamento di viso, e appoggiando una mano su un fianco per fermare quell’andamento 

“quel che rimembro io è differente, io rimembro una tua sonora scivolata su di me, e meno male che sono io l’arrugginito…” fissandola da così vicino che Oscar senti il cuore bloccarsi all’istante 

“ Vo gli a mo ri pre n de re da do ve si a mo sci vo la ti…. nono, volevo dire da dove abbiamo lasciato e cioè da come ti batterò senza scampo?” aveva balbettato parole confuse a caso ma si era ripresa con la sua battuta finale, tentando l'ardua impresa di risultare impassibile e sicura di sè,  nonostante l'unica sicurezza al momento fosse proprio il blocco dei battiti del suo cuore.

Facendosi più vicino Andrè, quasi ad un soffio dall’orecchio le rispose

“Mi piacerebbe battermi e vincerti una volta per sempre, ma devo occuparmi di Cesar e poi la nonna giorni fa mi aveva chiesto di aiutare una cameriera in alcune faccende domestiche, Oscar….” 

a quelle parole sentirono un tonfo provenire da dietro la colonna in cima alla scalinata e solo un urlo

“Madamigella Oscar, Andrè, Madamigella Oscar per te!”

Presero subito le dovute distanze e Voltarono piano piano il loro viso verso quel suono rimbombato dovunque nell’ingresso, e trovarono un corrispondente viso furente ed accigliato della nonna che ripresa dalla caduta, si era alzata in piedi sbucando da quella colonna, con braccia appoggiate ai fianchi, posizionandosi di fronte ai suoi bimbi, sovrastandoli dall'alto, due bimbi colti in flagrante a commettere qualcosa di più grande di loro. 

Scese precipitosamente a due a due gli scaloni, prese per l’orecchio quell’omaccione del suo bambino e guardando madamigella Oscar con il suo sguardo imbarazzato le disse: “Non ti preoccupare bambina mia, ci penso io a questo screanzato di mio nipote” stringendo ad ogni parola di più quel suo orecchio “ecco perchè ti voleva ammazzare un pò di tempo fa Madamigella, non per quella lettera eh,  ti diverti a farla cadere e a farle male eh?” e mentre lo trascinava via  non diede il tempo nè ad Andrè nè  ad Oscar di risponderle, sentiva solo inveire e blaterare la nonna “no no Andrè, così no, avevo percepito eh, ma non questo, non lei, tu, no, no. D’ora in poi dopo il lavoro passerai il tuo tempo con Amelie, lo sapevo eh, eh si che lo sapevo, ma non pensavo cosi, tu, ma come ti sei permesso di andare oltre quelle righe scritte in un momento di confusione….che le hai fatto?” scuotendo desolata la testa

Questa ultima domanda arrivò ben chiara e precisa alle orecchie di Oscar che, scambiandosi furtivamente l’ultimo sguardo con Andrè, giratosi prima di essere accompagnato dolcemente dalla Nonna fuori dalla casa, si pose la stessa domanda. “Che mi hai fatto?” “e soprattutto chi è questa Amelie?”  prosegui’ a voce alta stringendo i pugni e battendo i piedi 

“eh no, nonna, eh no lo dico io a te, ma che ne sai della lettera?” 

   
 
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