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Autore: LadyHeather83    06/04/2022    4 recensioni
ATTENZIONE: LA STORIA CONTIENE SPOILER INERENTI ALLA QUARTA STAGIONE
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Chat Noir fa una promessa a Lady Bug. Una promessa che intende mantenere ad ogni costo, perchè sa che lei è la persona perfetta per ricoprire il suo ruolo.
Ora sono davvero solo loro due insieme contro il mondo.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Felix Agreste, Gabriel Agreste, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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LA PRESENTE STORIA POTREBBE CONTIENE SPOILER RELATIVI ALLA QUARTA STAGIONE, QUINDI FERMATEVI QUI SE NON VOLETE ROVINARVI LA SORPRESA.

*

Promises

*

Capitolo 2

*

Erano passati pochi giorni da quando Marinette era stata spogliata con l’inganno di tutti i suoi kwami, tutti tranne due. I più importanti.

Adesso sulle spalle di Lady Bug e Chat Noir gravava il peso di una missione ancora più grande, che non si limita al solo sconfiggere Papillon, ma anche sottrargli uno ad uno i miraculous.

Non sarebbe stato facile, questo era innegabile, perché erano solo loro due contro un esercito magico, e dio solo sa come quello squilibrato di Papillon li avrebbe utilizzati, ma dalla loro parte avevano la fiducia di tutta la città di Parigi e questa consapevolezza bastò a loro per infondere ancora ancora più forza e coraggio.

Sarebbero caduti, certo, ma si sarebbero alzati in ogni caso.

Mano nella mano e più forti di prima.

Insieme. Loro due contro il mondo.

Lady Bug contemplava le stelle davanti a lei ed era quasi sicura di averne visto una cadente. Attendeva il suo partener sul solito tetto, dopo essersi dati appuntamento per mettere in atto una strategia per iniziare il loro piano di conquista dei kwami.

La notte era ormai scesa e le luci che si intravedevano sulle finestre, una alla volta si spensero.

Anche nelle strade stava calando il silenzio e da un paio di minuti sulla via di sotto non si udiva più il passaggio di nessuna macchina.

Un alito di vento le mosse leggermente i codini, segno che il suo partner era finalmente arrivato.

Lady Bug si voltò lentamente e si beò di quella visione appollaiata sul comignolo per un breve istante che le sorrideva sghembo.

Non aveva mai visto Chat Noir sotto quella luce e si sentì avvampare quando lui si mosse leggiadro e sicuro verso di lei con andatura lenta e sensuale, rimanendo impalata come uno stoccafisso chiedendosi che cosa avrebbe dovuto fare ora.

Salutarlo? Continuare a guardarlo come se davanti a lei ci fosse una statua di un dio greco? In un solo istante perse tutta la sua sicurezza e persino le parole, proprio come le accadeva quando incappava in Adrien.

Lady Bug deglutì il nulla. Cercò di muoversi, ma era impietrita. Il cuore le batteva a mille e la battle suite celava malamente il suo tremore. Le gambe divennero presto di gelatina, ma cercò di non cadere all’indietro.

Per un attimo le mancò l’aria quando la distanza tra i due divenne minima.

“Buona sera, milady.” Le sorrise facendole una riverenza.

Lady Bug inspirò profondamente e si morse l’interno della guancia, in altre circostanze gli avrebbe riservato la sua solita occhiataccia infastidita, ma non questa volta.

“C-ciao, Cha-chaton!” Abbassò lo sguardo per la vergogna.

Sentiva le sue guance incandescenti e la testa vorticarle per l’emozione. Lady Bug dovette sedersi sul cornicione per non svenirgli tra le braccia.

“Stai bene?” Le chiese inarcando un sopracciglio preoccupato.

Chat Noir non aveva mai visto la sua insettina ridotta in quello stato e pensò fosse colpa della missione che li attendeva.

Del resto era più che lecito esternare l’angoscia in certe situazioni, lui cercava di nasconderla per non farla impensierire ancora di più.

“S-si. Scusami. Che dicevi?” Chiese smarrita guardandosi attorno.

“Ti ho salutata.” Rispose lentamente domandandosi se effettivamente Lady Bug stesse bene o solo fingendo.

La coccinella si portò le mani all’interno dei capelli e venne subito affiancata dal suo partner che si sedette accanto a lei cingendole la schiena amorevolmente.

“Andrà tutto bene, vedrai.” La sua voce era calda e sensuale, entrò nella testa della sua partner come una dolce melodia facendole abbandonare la testa sulla sua spalla.

“Ti dispiace se resto così?” Le uscì fuori in un soffio.

“No.” Chat Noir l’avvicinò ancora di più al suo corpo.

Rimasero in quella posizione per un tempo indefinito senza che nessuno dei due proferisse parola.

Avrebbero voluto dirsi tante cose, confessarsi i loro più reconditi segreti, e perché no, anche rivelare le loro identità, perché erano ben consapevoli che giunti a questo punto avevano un bisogno smisurato l’uno dell’altro e che avevano la necessità di essere sempre in costante contatto.

Che quel pazzo avrebbe potuto colpire da un momento all’altro e che c’era il pericolo di ritrovarsi a combattere da soli. Non era la prima volta che ad esempio, Chat Noir non si presentasse ad una battaglia.

Ma ancora non sapevano come avrebbe agito Papillon e il timore che uno dei due venisse akumatizzato, con il rischio di tradire l’altro, era ancora molto alto e giunti a questo punto aspettare ancora un po' non avrebbe cambiato nulla.

“Ho paura!” Gli sussurrò Lady Bug incrociando le dita con le sue, per stringerle ancora più forti perché lui non la lasciasse andare.

“Non devi!”

“Non sappiamo che cosa ci aspetta. Forse è una cosa più grande di noi e dovremo lasciare perdere.”

“Ti ho fatto una promessa, milady! E la manterrò, costi quel che costi.” Chat Noir le alzò il volto con due dita, aveva bisogno di guardarla negli occhi “… Papillon non vincerà. Saremo noi a farlo, come ogni volta.”

“Potremo sempre esprimere un desiderio, no? Dico, se le cose si mettessero male.” Nemmeno Lady Bug sa esattamente da quale cassetto del cervello le era uscita quell’idea malsana e priva di logica.

Era ben consapevole che non lo avrebbe potuto fare, che avrebbe significato perdere molto di più, ed infatti Chat Noir la riportò sulla retta via.

“Non si metteranno male.” Si alzò di scatto stringendo i pugni lungo il corpo.

“C’è una possibilità e lo sai bene anche tu!”

Chat Noir rilassò le dita della mano e fece un bel respiro profondo, non poteva rischiare di perdere le staffe e finire per litigare con lei, no, quella era l’ultima cosa che voleva.

Il suo compito era rimanerle accanto ed infonderle coraggio, o meglio, farle tirare fuori la grinta che al momento aveva soppresso, lasciando spazio alla tristezza e alla commiserazione.

“Dobbiamo pensare anche ad un piano B, se il piano A fallisse.” Continuò lei singhiozzando.

“Non abbiamo nemmeno un piano A, e tu sei passata già al piano B?”

“Alla soluzione più facile, nessuno si farà male” Convenne lei rimanendo seduta.

Lady Bug si passò una mano sulla faccia e sbuffò. Non le piaceva nemmeno a lei l’idea del piano B e sapeva bene che il suo partner non avrebbe approvato, ma doveva almeno provarci.

“E chi te lo dice?”

La coccinella si morse il labbro inferiore ed alzò le spalle.

Sentì gli occhi pizzicare ed alcune lacrime cadere dal lato di essi.

“Non so cosa fare ora.” Il panico la stava assalendo di nuovo, proprio come quando aveva realizzato che l’intero contenuto della Miracle Box che custodiva gelosamente le era stato rubato con l’inganno.

Lo stomaco iniziò a contorcersi e contrarsi. Voleva solo vomitare e ritornarsene a casa a piangersi addosso, ma prima avrebbe rinchiuso Tikki da qualche parte, non aveva voglia di sentirla parlare e dispensare consigli.

Lo guardò con un’espressione smarrita cercando in lui tutte le risposte di cui aveva bisogno, le bastava anche soltanto una parola e sei sarebbe ritornata a galla.

Chat Noir le tese la mano invitandola a prendere per rialzarsi.

Il suo compito era quella di farla ragionare, di darle la carica di cui aveva bisogno.

Anche lui aveva paura. Paura di fallire e di deluderla. Perché l’ultima cosa che Chat Noir desiderava era quella di vedere la sua amata insettina morire dentro e cadere in un baratro di oscurità. Lui sarebbe stata la sua luce, il suo faro di speranza. Quello per cui valeva lottare.

“Lo so io!” Quando Lady Bug strinse la sua mano, una scossa percorse tutto il suo corpo.

Chat Noir si sentì pervadere da un senso di libertà appagante e piacevole, un lieve tremore mosse la sua mano che Lady Bug fermò accarezzandogliela con delicatezza.

Non si erano mai sfiorati in quel modo ed i loro corpi non erano mai stati così vicini.

Si guardarono negli occhi ed entrambi capirono di volere la stessa cosa: azzerare ogni distanza possibile e immaginabile.

Le loro bocche erano vicinissime, potevano sentire i loro fiati caldi solleticare la pelle del viso e i loro nasi sfiorarsi inspirando la loro essenza.

Entrambi i cuori battevano all’impazzata attendendo il momento fatidico in cui le loro bocche si sarebbero incontrate ed assaporate.

“Il nostro amore ha fatto questo!” Un campanello d’allarme suonò nella testa di Lady Bug che la costrinse ad allontanare da lei Chat Noir premendo le mani sul suo forte petto.

“Qual è la tua idea?” Lady Bug si inumidì le labbra, avrebbe voluto tanto baciarlo, ma doveva evitare ad ogni costo che Papillon lo akumatizzasse e Parigi sprofondasse letteralmente nel caos.

Non conosceva bene le dinamiche che aveva portato Chat Noir ad essere infettato dall’akuma di Papillon, forse lei lo aveva deluso perché gli aveva confessato di essere ancora di un altro e non l’aveva sopportato… in ogni caso era inutile pensarci ora e doveva assolutamente evitare di causare altri problemi, e se Chat Noir ne avrebbe fatto le spese, lei non se lo sarebbe mai perdonato.

Gli voleva un bene immenso e l’ultima cosa che desiderava era fargli del male.

Chat Noir deglutì e sospirò per l’occasione mancata, sentiva che lo voleva anche lei e la vibrazione che aveva avvertito mentre le stringeva la schiena, ne era la prova.

Fremeva sotto le sue carezze e per la prima volta si stava lasciando andare, ma qualcosa era andato storto e non capiva cosa, forse aveva fatto lui una mossa azzardata, oppure si era semplicemente fatta prendere da un momento di debolezza a causa di quella situazione che stavano vivendo.

In ogni caso, Chat Noir non avrebbe indagato oltre.

“Pensavo di andare a far visita al cugino di Adrien Agreste, Felix.” Disse d’un fiato “… sicuramente sa qualcosa, e non escludo che sia stato lui a sottrarti i miraculous per darli a Papillon!”

Lady Bug sgranò gli occhi, era la stessa idea che aveva avuto anche lei, ed infondo era la prima cosa sensata da fare.

“E se fosse lui Papillon?” Azzardò questa ipotesi che sapeva già non trovare radici da nessuna parte, ma qualcosa la doveva pur sempre sapere.

Chat Noir sbuffò ed alzò le spalle “Non lo so… non credo… sappiamo che Papillon è una adulto e Felix è un ragazzo… posso chiederti una cosa, insettina?”

“Dimmi”

“Perché hai dato il miraculous del cane a Felix?” Era la sua curiosità a parlare, ma se voleva essere preparato all’incontro con suo cugino, doveva saperlo ad ogni costo.

Ed ecco una domanda a cui Lady Bug non voleva rispondere e che la fece sussultare.

“Credevo fosse Adrien Agreste.” Fu la prima cosa che le uscì di getto, plausibile in ogni caso.

“E perché volevi dare un miraculous ad Adrien Agreste?” Convenne lui, più per ego personale, che per altro.

“Ecco… vedi…” Balbettò non sapendo che dire, poi ricordò il particolare che l’aveva portato da lui “… non era stato colpito dal potere di Risk, e quindi era la persona perfetta per la nostra missione, avevamo bisogno di un elemento che riuscisse a ragionare a mente fredda e non solo perché dettato dalla foga del momento.” Era fiera di sé stessa, finalmente qual gatto troppo curioso se ne sarebbe stato zitto.

“E come facevi a saperlo?” Chiese saccente incrociando le braccia al petto.

Mmm… perché ero andata a salutarlo alla stazione!” Rispose con semplicità convinta di non alimentare ulteriore curiosità.

“E perché sei andata a salutarlo alla stazione?” Incalzò nuovamente facendo irritare questa volta Lady Bug.

“NON SONO AFFARI CHE TI RIGUARDANO!”

Chat Noir sogghignò “Sei una sua fan?” Gli piaceva quando aveva la faccia imbronciata.

“BASTA! E anche se fosse non te lo dirò mai!” Alzò il mento in segno di offesa, anche se… non le dispiaceva essere punzecchiata.

“Messaggio recepito, milady” Alzò le mani in segno di resa ed entrambi scoppiarono a ridere, una risata liberatoria e sana che fece dimenticare a tutti e due il peso che ora avevano sulle spalle ed isolare dal resto del mondo.

“Verrò anch’io con te da Felix, infondo quello scherzo lo ha giocato a me!” Disse Lady Bug tornando lucida e determinata.

Mmm… non credo sia una buona idea… potrebbe aspettarselo e giocarci un tiro mancino. Felix è furbo e calcolatore e non fa niente per niente. Secondo me ci sta proprio attendendo al varco, ma noi dobbiamo essere più scaltri. Andrò a sondare il terreno.”

“Tu non vuoi che venga con te perché hai paura che lo prenda a pugni!”

“Lo faresti?”

“E me lo chiedi? Certo!”

“Meglio che vada da solo, allora. Sono più diplomatico e so far ragionare le persone.” Usò il suo fascino per convincerla.

“Io gli tirerei in testa lo yo-yo solo per avermi fatto credere di essere Adrien Agreste… che stupida sono stata per non accorgermene.” Lady Bug si morse il labbro inferiore per la vergogna, lei avrebbe voluto capirlo, li sa perfettamente distinguere, soprattutto per la luce dei loro occhi.

“Dai insettina, non fare così, per un occhio inesperto è impossibile capire chi è l’uno e chi è l’altro.” Chat Noir le posò amorevolmente le mani su entrambe le spalle.

Lady Bug avrebbe voluto dirgli tante cose, del tipo che si sbagliava, che lei era innamorata di Adrien e che per questo la sconfitta bruciava di più perché non era stata in grado di riconoscere il ragazzo che amava. Forse. Perché giunta a quel punto non lo sapeva nemmeno lei se fosse la verità.

Si strinse al petto di Chat Noir facendosi cullare dal battito del suo cuore “Sei sicuro che vuoi andare da solo da Felix?” Poteva essere pericoloso e se gli fosse accaduto qualcosa non se lo sarebbe mai e poi mai perdonato.

“Fidati di me.” Le sussurrò.

“Sempre.”

*

Continua

*

Angolo autrice: Buongiorno e buon mercoledì! Eccovi il secondo capitolo di questa storia, oggi dedicato tutto interamente alla Lady Noir *_* e spero come sempre vi sia piaciuto.

Volevo ringraziare chi ha lasciato un segno del suo passaggio per quanto riguarda il capitolo precedente e devo dire di essere piacevolmente sorpresa per aver ricevuto tanti consensi.

GRAZIEEEE!!!!

Vi do come sempre appuntamento alla prossima volta, un abbraccio enorme.

Erika

 

 

 

  
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