LA PRESENTE STORIA POTREBBE CONTIENE SPOILER RELATIVI ALLA QUARTA
STAGIONE, QUINDI FERMATEVI QUI SE NON VOLETE ROVINARVI LA SORPRESA.
*
Promises
*
Capitolo 2
*
Erano passati pochi giorni da quando Marinette era stata spogliata con l’inganno di tutti i suoi
kwami, tutti tranne due. I più importanti.
Adesso sulle spalle di Lady Bug e Chat Noir gravava il peso di una missione
ancora più grande, che non si limita al solo sconfiggere Papillon, ma anche
sottrargli uno ad uno i miraculous.
Non sarebbe stato facile, questo era innegabile, perché erano solo loro due
contro un esercito magico, e dio solo sa come quello squilibrato di Papillon li
avrebbe utilizzati, ma dalla loro parte avevano la fiducia di tutta la città di
Parigi e questa consapevolezza bastò a loro per infondere ancora ancora più
forza e coraggio.
Sarebbero caduti, certo, ma si sarebbero alzati in ogni caso.
Mano nella mano e più forti di prima.
Insieme. Loro due contro il mondo.
Lady Bug contemplava le stelle davanti a lei ed era quasi sicura di averne
visto una cadente. Attendeva il suo partener sul solito tetto, dopo essersi
dati appuntamento per mettere in atto una strategia per iniziare il loro piano
di conquista dei kwami.
La notte era ormai scesa e le luci che si intravedevano sulle finestre, una
alla volta si spensero.
Anche nelle strade stava calando il silenzio e da un paio di minuti sulla via
di sotto non si udiva più il passaggio di nessuna macchina.
Un alito di vento le mosse leggermente i codini, segno che il suo partner
era finalmente arrivato.
Lady Bug si voltò lentamente e si beò di quella visione appollaiata sul
comignolo per un breve istante che le sorrideva sghembo.
Non aveva mai visto Chat Noir sotto quella luce e si sentì avvampare quando
lui si mosse leggiadro e sicuro verso di lei con andatura lenta e sensuale,
rimanendo impalata come uno stoccafisso chiedendosi che cosa avrebbe dovuto
fare ora.
Salutarlo? Continuare a guardarlo come se davanti a lei ci fosse una statua
di un dio greco? In un solo istante perse tutta la sua sicurezza e persino le
parole, proprio come le accadeva quando incappava in Adrien.
Lady Bug deglutì il nulla. Cercò di muoversi, ma era impietrita. Il cuore
le batteva a mille e la battle suite
celava malamente il suo tremore. Le gambe divennero presto di gelatina, ma
cercò di non cadere all’indietro.
Per un attimo le mancò l’aria quando la distanza tra i due divenne minima.
“Buona sera, milady.” Le sorrise facendole una riverenza.
Lady Bug inspirò profondamente e si morse l’interno della guancia, in altre
circostanze gli avrebbe riservato la sua solita occhiataccia infastidita, ma
non questa volta.
“C-ciao, Cha-chaton!” Abbassò lo sguardo per la
vergogna.
Sentiva le sue guance incandescenti e la testa vorticarle per l’emozione.
Lady Bug dovette sedersi sul cornicione per non svenirgli tra le braccia.
“Stai bene?” Le chiese inarcando un sopracciglio preoccupato.
Chat Noir non aveva mai visto la sua insettina
ridotta in quello stato e pensò fosse colpa della missione che li attendeva.
Del resto era più che lecito esternare l’angoscia in certe situazioni, lui
cercava di nasconderla per non farla impensierire ancora di più.
“S-si. Scusami. Che dicevi?” Chiese smarrita guardandosi attorno.
“Ti ho salutata.” Rispose lentamente domandandosi se effettivamente Lady
Bug stesse bene o solo fingendo.
La coccinella si portò le mani all’interno dei capelli e venne subito
affiancata dal suo partner che si sedette accanto a lei cingendole la schiena
amorevolmente.
“Andrà tutto bene, vedrai.” La sua voce era calda e sensuale, entrò nella
testa della sua partner come una dolce melodia facendole abbandonare la testa
sulla sua spalla.
“Ti dispiace se resto così?” Le uscì fuori in un soffio.
“No.” Chat Noir l’avvicinò ancora di più al suo corpo.
Rimasero in quella posizione per un tempo indefinito senza che nessuno dei
due proferisse parola.
Avrebbero voluto dirsi tante cose, confessarsi i loro più reconditi
segreti, e perché no, anche rivelare le loro identità, perché erano ben
consapevoli che giunti a questo punto avevano un bisogno smisurato l’uno dell’altro
e che avevano la necessità di essere sempre in costante contatto.
Che quel pazzo avrebbe potuto colpire da un momento all’altro e che c’era
il pericolo di ritrovarsi a combattere da soli. Non era la prima volta che ad
esempio, Chat Noir non si presentasse ad una battaglia.
Ma ancora non sapevano come avrebbe agito Papillon e il timore che uno dei
due venisse akumatizzato, con il rischio di tradire l’altro,
era ancora molto alto e giunti a questo punto aspettare ancora un po' non avrebbe
cambiato nulla.
“Ho paura!” Gli sussurrò Lady Bug incrociando le dita con le sue, per stringerle
ancora più forti perché lui non la lasciasse andare.
“Non devi!”
“Non sappiamo che cosa ci aspetta. Forse è una cosa più grande di noi e
dovremo lasciare perdere.”
“Ti ho fatto una promessa, milady! E la manterrò, costi quel che
costi.” Chat Noir le alzò il volto con due dita, aveva bisogno di guardarla
negli occhi “… Papillon non vincerà. Saremo noi a farlo, come ogni volta.”
“Potremo sempre esprimere un desiderio, no? Dico, se le cose si mettessero
male.” Nemmeno Lady Bug sa esattamente da quale cassetto del cervello le era
uscita quell’idea malsana e priva di logica.
Era ben consapevole che non lo avrebbe potuto fare, che avrebbe significato
perdere molto di più, ed infatti Chat Noir la riportò sulla retta via.
“Non si metteranno male.” Si alzò di scatto stringendo i pugni lungo il
corpo.
“C’è una possibilità e lo sai bene anche tu!”
Chat Noir rilassò le dita della mano e fece un bel respiro profondo, non
poteva rischiare di perdere le staffe e finire per litigare con lei, no, quella
era l’ultima cosa che voleva.
Il suo compito era rimanerle accanto ed infonderle coraggio, o meglio,
farle tirare fuori la grinta che al momento aveva soppresso, lasciando spazio
alla tristezza e alla commiserazione.
“Dobbiamo pensare anche ad un piano B, se il piano A fallisse.” Continuò
lei singhiozzando.
“Non abbiamo nemmeno un piano A, e tu sei passata già al piano B?”
“Alla soluzione più facile, nessuno si farà male” Convenne lei rimanendo
seduta.
Lady Bug si passò una mano sulla faccia e sbuffò. Non le piaceva nemmeno a
lei l’idea del piano B e sapeva bene che il suo partner non avrebbe approvato,
ma doveva almeno provarci.
“E chi te lo dice?”
La coccinella si morse il labbro inferiore ed alzò le spalle.
Sentì gli occhi pizzicare ed alcune lacrime cadere dal lato di essi.
“Non so cosa fare ora.” Il panico la stava assalendo di nuovo, proprio come
quando aveva realizzato che l’intero contenuto della Miracle
Box che custodiva gelosamente le era stato rubato con l’inganno.
Lo stomaco iniziò a contorcersi e contrarsi. Voleva solo vomitare e ritornarsene
a casa a piangersi addosso, ma prima avrebbe rinchiuso Tikki
da qualche parte, non aveva voglia di sentirla parlare e dispensare consigli.
Lo guardò con un’espressione smarrita cercando in lui tutte le risposte di
cui aveva bisogno, le bastava anche soltanto una parola e sei sarebbe ritornata
a galla.
Chat Noir le tese la mano invitandola a prendere per rialzarsi.
Il suo compito era quella di farla ragionare, di darle la carica di cui
aveva bisogno.
Anche lui aveva paura. Paura di fallire e di deluderla. Perché l’ultima
cosa che Chat Noir desiderava era quella di vedere la sua amata insettina morire dentro e cadere in un baratro di
oscurità. Lui sarebbe stata la sua luce, il suo faro di speranza. Quello per
cui valeva lottare.
“Lo so io!” Quando Lady Bug strinse la sua mano, una scossa percorse tutto
il suo corpo.
Chat Noir si sentì pervadere da un senso di libertà appagante e piacevole,
un lieve tremore mosse la sua mano che Lady Bug fermò accarezzandogliela con
delicatezza.
Non si erano mai sfiorati in quel modo ed i loro corpi non erano mai stati
così vicini.
Si guardarono negli occhi ed entrambi capirono di volere la stessa cosa: azzerare
ogni distanza possibile e immaginabile.
Le loro bocche erano vicinissime, potevano sentire i loro fiati caldi solleticare
la pelle del viso e i loro nasi sfiorarsi inspirando la loro essenza.
Entrambi i cuori battevano all’impazzata attendendo il momento fatidico in
cui le loro bocche si sarebbero incontrate ed assaporate.
“Il nostro amore ha fatto questo!” Un campanello d’allarme suonò nella testa
di Lady Bug che la costrinse ad allontanare da lei Chat Noir premendo le mani
sul suo forte petto.
“Qual è la tua idea?” Lady Bug si inumidì le labbra, avrebbe voluto tanto
baciarlo, ma doveva evitare ad ogni costo che Papillon lo akumatizzasse
e Parigi sprofondasse letteralmente nel caos.
Non conosceva bene le dinamiche che aveva portato Chat Noir ad essere
infettato dall’akuma di Papillon, forse lei lo aveva
deluso perché gli aveva confessato di essere ancora di un altro e non l’aveva sopportato…
in ogni caso era inutile pensarci ora e doveva assolutamente evitare di causare
altri problemi, e se Chat Noir ne avrebbe fatto le spese, lei non se lo sarebbe
mai perdonato.
Gli voleva un bene immenso e l’ultima cosa che desiderava era fargli del
male.
Chat Noir deglutì e sospirò per l’occasione mancata, sentiva che lo voleva
anche lei e la vibrazione che aveva avvertito mentre le stringeva la schiena,
ne era la prova.
Fremeva sotto le sue carezze e per la prima volta si stava lasciando
andare, ma qualcosa era andato storto e non capiva cosa, forse aveva fatto lui
una mossa azzardata, oppure si era semplicemente fatta prendere da un momento
di debolezza a causa di quella situazione che stavano vivendo.
In ogni caso, Chat Noir non avrebbe indagato oltre.
“Pensavo di andare a far visita al cugino di Adrien Agreste, Felix.” Disse
d’un fiato “… sicuramente sa qualcosa, e non escludo che sia stato lui a sottrarti
i miraculous per darli a Papillon!”
Lady Bug sgranò gli occhi, era la stessa idea che aveva avuto anche lei, ed
infondo era la prima cosa sensata da fare.
“E se fosse lui Papillon?” Azzardò questa ipotesi che sapeva già non
trovare radici da nessuna parte, ma qualcosa la doveva pur sempre sapere.
Chat Noir sbuffò ed alzò le spalle “Non lo so… non credo… sappiamo che
Papillon è una adulto e Felix è un ragazzo… posso chiederti una cosa, insettina?”
“Dimmi”
“Perché hai dato il miraculous del cane a Felix?”
Era la sua curiosità a parlare, ma se voleva essere preparato all’incontro con
suo cugino, doveva saperlo ad ogni costo.
Ed ecco una domanda a cui Lady Bug non voleva rispondere e che la fece sussultare.
“Credevo fosse Adrien Agreste.” Fu la prima cosa che le uscì di getto,
plausibile in ogni caso.
“E perché volevi dare un miraculous ad Adrien
Agreste?” Convenne lui, più per ego personale, che per altro.
“Ecco… vedi…” Balbettò non sapendo che dire, poi ricordò il particolare che
l’aveva portato da lui “… non era stato colpito dal potere di Risk, e quindi
era la persona perfetta per la nostra missione, avevamo bisogno di un elemento
che riuscisse a ragionare a mente fredda e non solo perché dettato dalla foga
del momento.” Era fiera di sé stessa, finalmente qual gatto troppo curioso se
ne sarebbe stato zitto.
“E come facevi a saperlo?” Chiese saccente incrociando le braccia al petto.
“Mmm… perché ero andata a salutarlo alla
stazione!” Rispose con semplicità convinta di non alimentare ulteriore curiosità.
“E perché sei andata a salutarlo alla stazione?” Incalzò nuovamente facendo
irritare questa volta Lady Bug.
“NON SONO AFFARI CHE TI RIGUARDANO!”
Chat Noir sogghignò “Sei una sua fan?” Gli piaceva quando aveva la faccia
imbronciata.
“BASTA! E anche se fosse non te lo dirò mai!” Alzò il mento in segno di
offesa, anche se… non le dispiaceva essere punzecchiata.
“Messaggio recepito, milady” Alzò le mani in segno di resa ed
entrambi scoppiarono a ridere, una risata liberatoria e sana che fece
dimenticare a tutti e due il peso che ora avevano sulle spalle ed isolare dal
resto del mondo.
“Verrò anch’io con te da Felix, infondo quello scherzo lo ha giocato a me!”
Disse Lady Bug tornando lucida e determinata.
“Mmm… non credo sia una buona idea… potrebbe aspettarselo
e giocarci un tiro mancino. Felix è furbo e calcolatore e non fa niente per niente.
Secondo me ci sta proprio attendendo al varco, ma noi dobbiamo essere più
scaltri. Andrò a sondare il terreno.”
“Tu non vuoi che venga con te perché hai paura che lo prenda a pugni!”
“Lo faresti?”
“E me lo chiedi? Certo!”
“Meglio che vada da solo, allora. Sono più diplomatico e so far ragionare
le persone.” Usò il suo fascino per convincerla.
“Io gli tirerei in testa lo yo-yo solo per avermi fatto credere di essere
Adrien Agreste… che stupida sono stata per non accorgermene.” Lady Bug si morse
il labbro inferiore per la vergogna, lei avrebbe voluto capirlo, li sa
perfettamente distinguere, soprattutto per la luce dei loro occhi.
“Dai insettina, non fare così, per un
occhio inesperto è impossibile capire chi è l’uno e chi è l’altro.” Chat Noir
le posò amorevolmente le mani su entrambe le spalle.
Lady Bug avrebbe voluto dirgli tante cose, del tipo che si sbagliava, che
lei era innamorata di Adrien e che per questo la sconfitta bruciava di più perché
non era stata in grado di riconoscere il ragazzo che amava. Forse. Perché giunta
a quel punto non lo sapeva nemmeno lei se fosse la verità.
Si strinse al petto di Chat Noir facendosi cullare dal battito del suo
cuore “Sei sicuro che vuoi andare da solo da Felix?” Poteva essere pericoloso e
se gli fosse accaduto qualcosa non se lo sarebbe mai e poi mai perdonato.
“Fidati di me.” Le sussurrò.
“Sempre.”
*
Continua
*
Angolo autrice: Buongiorno e buon
mercoledì! Eccovi il secondo capitolo di questa storia, oggi dedicato tutto
interamente alla Lady Noir *_* e spero come sempre vi sia piaciuto.
Volevo ringraziare chi ha lasciato un segno del suo
passaggio per quanto riguarda il capitolo precedente e devo dire di essere
piacevolmente sorpresa per aver ricevuto tanti consensi.
GRAZIEEEE!!!!
Vi do come sempre appuntamento alla prossima volta, un
abbraccio enorme.
Erika