*** Yukari ***
Lo odio.
Ryo Ishizaki io ti odio e ti prenderei a schiaffi. Brutto cretino che non sei altro. Hai rovinato tutto.
Piangeva soffocando i singhiozzi nel cuscino.
Le fantasie romantiche che aveva ricamato per quasi un anno erano state spazzate via in cinque minuti di battute infelici. Per strada. Davanti a tutti.
Lei era arrossita veramente quando Ryo come uno scemo le aveva chiesto di appartarsi con lui... Che figuraccia.
Ma cosa gli era saltato in mente? Si divertiva a umiliarla forse? E quando le aveva detto che piuttosto che uscire con lei avrebbe spiato le donne nude nel bagno pubblico dei suoi?
Schifoso, un porco schifoso.
Era nauseata ma anche gelosa in modo ridicolo. Un miscuglio di emozioni spiacevoli non ben definite le stavano avvelenando la mente e il cuore. Prese a pugni il materasso continuando a piangere finché non si addormentò sfinita.
*** Ryo ***
Sono un cretino, un vero cretino.
Perché la mia lingua è più veloce del mio cervello e mi fa fare certe figuracce?
Ho distrutto ogni possibilità di uscire con Yukari. Che pirla. Quando è arrossita ero compiaciuto, avevo capito subito che Taro e Mamorou non si sbagliavano, era evidente.
Ma poi lei si è risentita ed ha reagito male, per un attimo ho rivisto la Yukari di una volta e ne ero quasi contento ma non avevo il controllo sulla situazione, è stato più forte di me, ho sentito questo impulso fortissimo di ribattere e l’ho sparata grossa.
Lei era furente. Accidenti se era furente. Stringeva i pugni e urlava, pareva avere le lacrime agli occhi.
A un certo punto non ce l’ho fatta più, ho capito che potevo solo peggiorare la situazione se avessi parlato ancora e così le ho voltato le spalle e me sono andato con le mani in tasca.
Ero arrabbiato anch’io. Con lei, con me stesso, con il mondo.
L’ho fatta grossa. Stavolta non so come potremmo recuperare lo strappo.
*** Yukari ***
La mattina seguente si svegliò con il mal di testa. Si specchiò e vide che il pianto le aveva lasciato gli occhi gonfi. Aveva un’espressione desolata. Cercò di darsi una sistemata lavandosi il viso con l’acqua fresca e pettinandosi i capelli. Avrebbe dovuto recarsi all’asilo di lì a poco, non poteva indugiare troppo.
Incamminandosi si ripromise di dimenticare la scenetta avvilente del giorno prima, non ne avrebbe più parlato con nessuno. E soprattutto avrebbe dimenticato Ryo. Avrebbe seppellito quelle sciocche fantasie da ragazzina e sarebbe andata avanti.
Aveva solo 19 anni, e una vita intera davanti a sé.
Lo odio.
Ryo Ishizaki io ti odio e ti prenderei a schiaffi. Brutto cretino che non sei altro. Hai rovinato tutto.
Piangeva soffocando i singhiozzi nel cuscino.
Le fantasie romantiche che aveva ricamato per quasi un anno erano state spazzate via in cinque minuti di battute infelici. Per strada. Davanti a tutti.
Lei era arrossita veramente quando Ryo come uno scemo le aveva chiesto di appartarsi con lui... Che figuraccia.
Ma cosa gli era saltato in mente? Si divertiva a umiliarla forse? E quando le aveva detto che piuttosto che uscire con lei avrebbe spiato le donne nude nel bagno pubblico dei suoi?
Schifoso, un porco schifoso.
Era nauseata ma anche gelosa in modo ridicolo. Un miscuglio di emozioni spiacevoli non ben definite le stavano avvelenando la mente e il cuore. Prese a pugni il materasso continuando a piangere finché non si addormentò sfinita.
*** Ryo ***
Sono un cretino, un vero cretino.
Perché la mia lingua è più veloce del mio cervello e mi fa fare certe figuracce?
Ho distrutto ogni possibilità di uscire con Yukari. Che pirla. Quando è arrossita ero compiaciuto, avevo capito subito che Taro e Mamorou non si sbagliavano, era evidente.
Ma poi lei si è risentita ed ha reagito male, per un attimo ho rivisto la Yukari di una volta e ne ero quasi contento ma non avevo il controllo sulla situazione, è stato più forte di me, ho sentito questo impulso fortissimo di ribattere e l’ho sparata grossa.
Lei era furente. Accidenti se era furente. Stringeva i pugni e urlava, pareva avere le lacrime agli occhi.
A un certo punto non ce l’ho fatta più, ho capito che potevo solo peggiorare la situazione se avessi parlato ancora e così le ho voltato le spalle e me sono andato con le mani in tasca.
Ero arrabbiato anch’io. Con lei, con me stesso, con il mondo.
L’ho fatta grossa. Stavolta non so come potremmo recuperare lo strappo.
*** Yukari ***
La mattina seguente si svegliò con il mal di testa. Si specchiò e vide che il pianto le aveva lasciato gli occhi gonfi. Aveva un’espressione desolata. Cercò di darsi una sistemata lavandosi il viso con l’acqua fresca e pettinandosi i capelli. Avrebbe dovuto recarsi all’asilo di lì a poco, non poteva indugiare troppo.
Incamminandosi si ripromise di dimenticare la scenetta avvilente del giorno prima, non ne avrebbe più parlato con nessuno. E soprattutto avrebbe dimenticato Ryo. Avrebbe seppellito quelle sciocche fantasie da ragazzina e sarebbe andata avanti.
Aveva solo 19 anni, e una vita intera davanti a sé.