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Autore: Harry Fine    09/04/2022    2 recensioni
Iselen Surana, Runaan Mahariel, Aida Tabris, Persephone Cousland, Micah Brosca e Aura Aeducan vivono ognuno la propria vita, tutti bloccati dai loro problemi e deliziati dai loro affetti. Nessuno di loro sa chi siano gli altri, ma molto presto dovranno unirsi e affrontare il Flagello, la calamità peggiore che loro e il loro mondo abbiano mai visto e che minaccia di inghiottire ogni cosa, insieme ad un'improbabile compagnia di alleati, facendo tutto ciò che è necessario per salvare il paese che conoscono. Anche se il prezzo potrebbe essere troppo alto.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Alistair Therin, Custode, Morrigan, Nuovo personaggio, Zevran Arainai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Rimasero in quella piccola Locanda altri due giorni, in attesa che i loro compagni tornassero dalla foresta, e Persephone passò quasi tutto il tempo a rimuginare su ciò che era accaduto negli ultimi giorni.
Scoprire l’appartenenza di Alistair e Aura a due stirpi reali così antiche era stata una sorpresa che aveva sconvolto più o meno tutti, eccetto Micah e Wynne, che aveva sempre quel suo sorriso calmo in viso, ma c'era dell'altro.

La conversazione tra le guardie che aveva origliato le aveva rivelato che non solo Howe e Loghain erano alleati, chiaro segno che il Teyrn aveva davvero perso la ragione, ma anche che stavano sottomettendo con la forza ogni Bannorn che si rifiutava di riconoscerli come nuovi padroni del Ferelden, costringendo la popolazione a fuggire anche se ormai la prole oscura stava dilagando. In poche parole, ciò che era accaduto a casa sua si stava ripetendo ancora e ancora. Ma c'era speranza.
La ribellione che era scoppiata nelle terre di Bann Loren dimostrava che il popolo non si sarebbe arreso e Andare ad aiutarli era un suo preciso dovere in quanto Cousland. Suo padre non l’avrebbe perdonata se non avesse fatto nulla, ed era anche un'occasione per far sapere ad Howe che era viva e pronta per lui! Ma più di tutto, sarebbe stato il momento adatto per trovare nuovi alleati per la lotta contro il Flagello.


Avevano già l'aiuto dei maghi, forse anche quello dei Dalish, ed era sicura che Redcliffe avrebbe volentieri partecipato allo sforzo dopo il risveglio di Arle Eamon, ma non era certa che sarebbe stato sufficiente per vincere contro la prole oscura, l'Arcidemone e gli eserciti reali. Si fidava dei suoi compagni, non aveva mai visto un gruppo più letale in combattimento, però se Teyrn Loghain avesse deciso di attaccare avrebbero avuto bisogno di più forze. Durante la guerra della liberazione aveva vinto scontri difficilissimi con pochi uomini solo grazie alle sue strategie geniali e le sue abilità di leader.
Anche per questo non si capacitava che il signore di Gwaren avesse deciso di schierarsi con quel Serpente traditore, però non aveva intenzione di tirarsi indietro. Al ritorno di Iselen e gli altri, avrebbe detto a tutti le sue intenzioni e sarebbe partita. Sperava solo che capissero perché doveva farlo.

Non voleva lasciarli di nuovo ad affrontare chissà quali prove terrificanti  per avere le Ceneri, ma era sicura che anche altri Bann si sarebbero opposti a Howe, rischiando che la guerra civile crescesse fino a indebolire il Ferelden in modo irreparabile, e tutti i loro sforzi per trovare quella reliquia non sarebbero serviti a niente se il Ferelden fosse stato distrutto dai suoi abitanti piuttosto che dalla prole oscura.


Uscì dalla piccola stanza che condivideva con Aura, scendendo le scale fino al salone della taverna, ormai deserta ad eccezione del proprietario, che fumava la pipa con aria pigra.
Quel posto Era poco più che un tugurio: piccolo, nascosto tra gli svariati edifici di Denerim e pieno di muffa, ma proprio per questo si era rivelato un nascondiglio perfetto: Nessuno si era accorto di loro anche se erano sotto il naso degli uomini di Loghain. Gorim aveva avuto un'ottima idea e li aveva aiutati anche di più. Era riuscito a inviare qualcuno di fidato ad informare i loro compagni della loro posizione appena sarebbero arrivati in città senza chiedere nulla in cambio.

Lui e Aura avevano passato tutto il tempo a raccontarsi cosa avevano passato una volta saliti in superficie, mentre Micah li prendeva in giro in continuazione chiamandoli "piccioncini", e lei stessa aveva pensato più di una volta che il nano provasse qualcosa di profondo per la loro amica, nonostante avesse detto di essere sposato ormai e di avere addirittura un figlio in arrivo.


Si sedette al bancone, accanto a Wynne, che stava leggendo un pesante tomo dalle pagine ingiallite, mentre Alistair ordinava qualcosa da mangiare.
Guardarlo le metteva una certa ansia. Dopo tutto quello che era successo tra loro erano riusciti a riappacificarsi, però adesso gli stava per dire che aveva intenzione di recarsi a combattere con dei ribelli piuttosto che a cercare le Sacre Ceneri, e sapeva che questo non gli avrebbe fatto piacere.
《Qualcosa ti turba, figliola?》 Domandò Wynne con un sorriso appena accennato sulle labbra. 《Posso sentire che da qualche giorno il tuo spirito è inquieto.》
La ragazza la guardò per un secondo, sgomenta, ma poi le mostrò un sorriso sollevato. Quella donna le ricordava molto sua madre: capace di leggerla come un libro aperto e capire subito quando qualcosa non andava. 《In realtà io…》 Iniziò a dire, ma fu interrotta dal rumore della porta che si apriva, facendo entrare Iselen, Runaan, Morrigan, Zevran, Sten, Leliana e un'altra strana elfa che non aveva mai visto prima.

Era bellissima. La sua pelle era color carbone, il viso aveva tratti dolci, delicati e ben disegnati, con labbra morbide e un mento aguzzo. Il fisico era minuto, sinuoso e elegante e i capelli erano neri e corti. E i suoi occhi erano il dettaglio più incredibile: uno dei due era blu scuro, ma l'altro dorato. Il suo naso vibrava, come se percepisse ogni odore, mentre il suo sguardo guardingo saettava da tutte le parti, in cerca di dettagli o… vie di fuga. Non sembrava contenta di trovarsi lì.
《Siamo arrivati, finalmente.》 Sentì Zevran commentare allegramente, rivolgendo a tutti loro uno dei suoi soliti sorrisi smaglianti. 《Come va?》
《Ci siete riusciti allora!》 Esclamò Alistair sollevato, mentre Runaan annuiva.

《Si. Ora i Dalish combatteranno con noi. Abbiamo guarito i cacciatori e Ci siamo conquistati la loro fiducia.》 Rispose, anche se sembrava esserci una nota amara nella sua voce, più del solito.
《E lei chi è?》 Domandò invece Micah, accennando alla bizzarra elfa con gli occhi eterocromatici.
《Mi chiamo Aida.》 Si limitò a rispondere lei, continuando a guardarsi intorno con aria attenta.

《Ci ha aiutato ad eliminare la minaccia dei lupi mannari e quando ha chiesto di venire con noi, abbiamo accettato.》 Spiegò brevemente Leliana, sedendosi, mentre Gorim la fissava ad occhi sgranati.
Lupi mannari!? Maledizioni!? Quella gente parlava di cose praticamente uscite dalle leggende come se fossero delle banalità. Con che razza di persone viaggiava la sua signora?!


《Piuttosto, avete fatto progressi riguardo le ceneri?》 Chiese Runaan alla corvina, notando il disagio di Aida
Lei annuì. 《Abbiamo trovato degli appunti in casa di Fratello Genetivi  che dicevano che l’Urna dovrebbe trovarsi ad Haven, sulle Montagne Gelide, e un uomo che si spacciava per l'assistente. Crediamo che provenisse proprio da questo villaggio e che avesse il compito di sviare chiunque andasse a cercarlo.》

《Spero che ci sia una mappa. Conoscendovi, immagino che il nostro unico possibile informatore sia morto.》 Commentò Morrigan con sufficienza e Alistair le scoccò un’occhiata di fuoco. 
《Scusaci se ci difendiamo quando un eretico matto ci attacca.》 Rispose, grondante di sarcasmo.

Aura alzò gli occhi al cielo. A volte quei due sembravano beccarsi come una coppia di bambini, ma Iselen si girò verso di lei. 《Quale sarebbe la via più veloce per arrivare a questo villaggio?》
La nana tirò fuori la mappa rudimentale, mostrandola ai presenti.  《Ci metteremmo troppo tempo a piedi e dovremo procedere anche al buio per fare in tempo.》
Sapeva che era molto pericoloso saltare troppe ore di sonno, la stanchezza avrebbe potuto ucciderli se non avessero fatto attenzione, e non avrebbe mai proposto una cosa del genere, neanche ai suoi uomini dell'esercito nanico, ma Arle Eamon aveva i giorni contati e se fosse morto, loro avrebbero perso tutto.

《Allora direi che è il caso di partire al più presto è farla finita con questa storia.》 Dichiarò Micah.
Aura annuì e si rivolse a Gorim. 《Grazie per il tuo aiuto, amico mio. È stato bellissimo rivederti.》

Lui si inchinò. 《Vorrei avervi potuto aiutare quando contava davvero, mia signora. Non ho impedito la vostra condanna e ora non posso venire con voi. Sono stato un fallimento come secondo.》
Aura gli mise una mano sulla spalla. 《Sei stato il migliore che potessi desiderare, Gorim. Che la Pietra ti protegga e ti porti felicità.》 Disse, per poi guardarlo allontanarsi dopo un ultimo inchino.


《Tutto bene, mia cara?》 Le Domandò Wynne.
《Si.》 Annuì lei. 《È solo… vederlo andare via di nuovo è una sensazione strana. La mia vita è cambiata rispetto a quello che avevo sempre immaginato. Se tutto fosse andato bene ora sarei ad Orzammar con lui a discutere di strategie e invece...》

《Tu e lui eravate… intimi?》 Chiese lei delicata.
《No. Io… lui era fantastico, il migliore amico e secondo che potessi volere, ma niente di più.》 Rispose lei scuotendo la testa. In cuor suo, forse si era resa conto che Gorim provava un affetto più profondo della semplice amicizia nei suoi confronti, ma lei non aveva voluto illuderlo. Lo amava davvero, come se fosse un altro fratello per lei, ma non c'era mai stato niente di più. Sarebbe stato troppo crudele dirgli qualcosa di diverso.


《Beh, a questo punto direi che è il caso di trovare la maniera più veloce per arrivare al villaggio di Haven e andare via di qui.》 Disse Aida, parlando per la prima volta da quando si era seduta.
Quando le avevano detto di essere diretti verso Denerim una volta lasciato l'accampamento dei Dalish, aveva sentito un brivido lungo la schiena e l'impellente bisogno di fuggire. Quella città era stata il teatro del momento peggiore della sua vita. Le lacrime di Shianni, il modo in cui avevano ridotto lei e le altre, la morte di Nola, la risata crudele di Vaughan erano impresse nella sua memoria. Persino camminare col volto coperto su quelle strade la faceva sentire in pericolo. Non solo era ancora ricercata per omicidio, ma l'Enclave era a due passi. Sapere che suo padre, Shianni e Soris fossero lì… le faceva venire voglia di scappare ancora di più e il più lontano possibile.
Non voleva sapere che era successo qualcosa di orribile a tutti loro per colpa sua la faceva solo stare più male.

Ci fu un assenso generale verso le sue parole, il che le fece tirare un sospiro di sollievo, e tutti si alzarono, ma Persephone li fermò prima che uscissero
《Io non posso venire con voi, mi dispiace.》
《Come!? Perché no?》 Chiese Alistair confuso, mentre anche Iselen alzava un sopracciglio.
La corvina si morse il labbro. 《Nelle terre di Bann Loren, è scoppiata una ribellione contro Howe. A quanto pare, quel verme sta cercando di uccidere tutte le persone che si oppongono a lui e Loghain, anche se si tratta di persone importanti come altri Teyrn, Bann o Arle, e io non posso restare a guardare mentre altre persone subiscono quello che è successo alla mia famiglia.》
《Ma… Eamon si può occupare di questo no? Appena sarà sveglio…》

La giovane scosse la testa. 《Alistair, ci vorranno giorni per arrivare ad Haven. E anche di più a tornare e curare l'Arle. Non possiamo affidarci solo a lui per comporre un esercito. Ci servono altri alleati contro il Flagello e contro chi accusa voi custodi di tradimento e questo è il modo migliore per ottenerli.》
《Ma Persephone… è molto rischioso. Se Howe sapesse che sei viva, manderà di certo altri assassini ad ucciderti per finire ciò che ha iniziato.》 Disse Leliana cupa, ma lei ghignò.
《Ho tutte le intenzioni di fargli sapere che sono viva. Voglio che sappia che non si libererà di me Tanto facilmente e che gliela farò pagare per quello che ha fatto alla mia famiglia e alla mia casa.》 

《Però andare da sola sarebbe troppo avventato.》  Si intromise Wynne. 《So che non cambierai idea, perciò Io verrò con te. La mia magia ti sarà utile.》
《E allora andrò anch’io.》 Si offrì Aura con aria sicura. 《So come pensano i nobili e ho già guidato eserciti. Inoltre, sarà un piacere aiutarti, amica mia.》

Persephone le guardò entrambe, confusa e vagamente commossa, mentre Alistair le osservava tutte e tre a bocca aperta. Però poi iniziò a pensare.
La ragazza lo aveva aiutato e sostenuto sempre, sopportando persino le accuse di quella megera di sua sorella, e lo aveva perdonato quando aveva scoperto le sue origini e lo aveva aiutato a capire che c'erano persone che lo avevano amato senza pensare al suo sangue reale. Dopo tutto questo, come poteva negarle il proprio sostegno?
《E allora ci sarò anche io lì con voi.》 Disse infatti.
La corvina sbarrò gli occhi. 《Ma Alistair, le ceneri...》

L’altro sorrise Sornione. 《Sono certo che Iselen e Runaan riusciranno a trovarle. Anche io voglio mostrare al popolo che i custodi stanno lottando per loro. E poi… te lo devo: mi hai aiutato in un momento difficile e sei la persona migliore che conosca. Non ti lascerò sola proprio ora che ti serve aiuto.》
La ragazza si sentì arrossire, per poi rivolgersi ai loro compagni. 《Ce la farete anche senza di noi?》
《Figurati. Ormai è una prassi.》 La prese in giro Runaan, con un ghigno tra il seccato e il divertito.

《Recupereremo le ceneri, lo giuriamo.》 Affermò invece Leliana con un sorriso, mentre Zevran annuiva.
《E se troveremo qualcosa di valore al tempio, faremo in modo di “preservarlo”》 Ghignò Micah, mentre Sten sbuffava e Iselen abbassava il capo.
《Buona fortuna a tutti voi allora. Ci rivedremo a Redcliffe appena tutto sarà finito. E… cercate di rimanere vivi.》 Decretò col solito tono calmo.
Alistair gli diede una pacca sulla spalla e Persephone sorrise, assicurandogli che sarebbero tornati tutti interi, ed uscì insieme alle loro compagne


**


Arrivare fino ai pendii delle Montagne gelide aveva richiesto meno tempo del previsto grazie alla forza dei loro cavalli, che avevano galoppato senza sosta per giorni per portarli a destinazione, ma lì era iniziata la parte più difficile del viaggio.
La temperatura era scesa drasticamente mentre si avvicinavano alle montagne e ora dovevano superare a piedi il crinale e il freddo sembrava aumentare ad ogni passo, mentre vortici di neve spazzavano impietosi i sentieri brulli e i valici della catena montuosa, e trovare il passaggio giusto per arrivare al villaggio di Haven seguendo la mappa di Genitivi era stata un’impresa. Tutto sembrava uguale in quel posto.

L'unica fortuna era che tutti loro si erano muniti di mantelli pesanti prima di partire da Denerim, ottimi per proteggersi dal gelo e soprattutto adatti anche al combattimento, e ormai, dopo quasi due giorni interi di cammino, doveva mancare poco a destinazione.
《Secondo voi come sarà questo posto? Se è così ben nascosto, devono tenerci tanto alla loro privacy.》 Commentò allegramente Zavran.
《Io spero solo che preparino zuppe calde.》 Ringhiò Micah, avvolta fino agli occhi nel suo mantello e con le mani e il naso intirizziti. Tra lo sballottamento subito su quei maledetti cavalli e con quel clima di merda, la nana era chiaramente di pessimo umore.

Non che Aida potesse darle torto. Sapeva che Orzammar era sotto terra, dove di certo faceva molto più caldo. Lei invece era pronta a subire il gelo senza lamentarsi pur di allontanarsi da Denerim, anche se era rimasta di stucco quando le avevano confermato di dover davvero trovare le Sacre Ceneri recandosi sulle montagne gelide.
Le avevano sempre detto che si trattava di favole, e lei personalmente lo pensava a sua volta anche se aveva sempre rispettato Andraste e il Creatore, ma se le avessero recuperate sul serio, sarebbe stata di sicuro la scoperta più importante della storia della Chiesa!


Però oltre a questo aveva altri pensieri nella testa, primi tra tutti i suoi nuovi compagni. Runaan l'aveva avvertita che il loro gruppo era alquanto variegato, ma non si era aspettato questo. Seppure Tre umani e la seconda nana li avessero lasciati per aiutare una ribellione contro Rendon Howe, il che non era nemmeno una cattiva idea, erano comunque una banda eterogenea ai limiti del ridicolo. Lei poi stava imparando a conoscerli meglio, soprattutto Micah, che col suo fare rumoroso era impossibile da ignorare.
Aveva passato gran parte del tempo a lamentarsi del freddo o del mal di mare, però i suoi coltelli avevano un aspetto letale e i due custodi sembravano fidarsi di lei, e non era nemmeno il membro meno sopportabile del gruppo. Di certo era più avvicinabile di Morrigan e non passava la metà dal tempo a dire sconcerie come Zevran, che ora camminava accanto ad Iselen.
Sembrava che I due avessero stretto una bizzarra amicizia: passavano molto tempo insieme, l'assassino parlava senza sosta dei suoi giorni tra i Corvi di Antiva e poteva giurare di aver visto il gelido mago sorridere alle sue battute almeno un paio di volte. 

Per quanto riguardava Leliana invece… le aveva chiesto profondamente scusa per quello che aveva quasi fatto nella foresta, e la ragazza aveva accettato le sue scuse ed aveva ricominciato a sorridere, eppure da lei continuava a sentire un odore triste.
Sbuffò una nuvola di vapore, toccandosi per l’ennesima volta l'occhio dorato. Aveva sperato a lungo che non fosse così, aveva fatto del suo meglio per negarlo, per convincersi che non era così, ma a quanto pareva una traccia della Maledizione dei lupi mannari le era rimasta addosso. Non solo aveva denti appuntiti e i suoi riflessi erano molto più veloci di prima, ma Poteva sentire odori e suoni quasi invisibili ai sensi delle altre persone con una chiarezza spaventosa, tanto che persino i sentimenti altrui venivano percepiti dal suo olfatto. E un paio di volte aveva sentito dei suoni che avrebbe potuto definire bestiali uscire dalla sua gola.
 
Aveva cercato di nasconderlo agli altri, non voleva che la credessero un mostro o che la guardassero con sospetto, però non poteva farci nulla; l'unica fortuna era che non c'era più la Bestia dentro la sua testa, i suoi pensieri erano suoi e non sentiva più quel dolore terrificante… e dopotutto quei sensi amplificati le erano utili. Per esempio in quel momento poteva sentire un forte odore di nervosismo provenire dai due custodi in testa al gruppo, e anche Sten e Morrigan non sembravano tranquilli. E li capiva.
Non avevano visto anima viva da quando erano giunti lì. Ne persone ne animali, e c'era qualcosa nell'aria che le diceva di stare in guardia. E ormai si era resa conto che il suo istinto sbagliava raramente.


《Manca ancora molto, secondo voi?》 Chiese Leliana, la voce leggermente incrinata dal freddo.
《No. Si iniziano già a vedere delle case. Era la strada giusta.》 Rispose Iselen, indicando dei tetti di legno che si scorgevano a malapena oltre il pendio.

Aida vide il Qunari accanto a loro rivolgere uno sguardo torvo agli edifici. Sembrava ancora più serio del solito, cosa che sembrava quasi impossibile, e si stava dimostrando sempre più simile ad una statua. Era l'unico a non indossare un mantello, eppure non aveva emesso un solo lamento per il freddo da quando erano partiti.
《Fermi!》 Esclamò una voce di colpo, mentre due guerrieri si avvicinavano dalla sommità del pendio. Erano vestiti con armature pesanti e avevano delle lunghe spade in mano.
《Salute a voi, signori.》 Salutò Zevran sorridente. 

《Cosa ci fate qui?》 Chiese uno dei due uomini, la mano ben salda sulla spada.
L'antivano mantenne il suo sorriso amichevole, ma Aida sapeva che era pronto a tirare fuori uno dei suoi coltelli in qualsiasi momento. 《Io e i miei amici siamo viandanti. Veniamo dal nord e vorremmo sapere se fosse possibile passare la notte nel vostro villaggio per riscaldarci e mangiare prima di ripartire.》
L'uomo li scrutò tutti con aria sospettosa, ma poi abbassò l'arma. 《Alloggerete nella taverna di Inger, ma non causate guai. Ci teniamo alla privacy.》


L'elfo si sbrigò ad annuire, ma Aida notò Morrigan e Runaan guardarsi intorno con aria guardinga, e anche Iselen aveva aumentato la stretta sul bastone magico, ma tutti loro avanzarono verso l’edificio coperto di neve che l'uomo gli aveva indicato, finché Sten non li costrinse a fermarsi. Il suo volto era duro come pietra
《Cosa stiamo facendo qui?》 Chiese, guardando Runaan dritto in faccia.
Il biondo alzò un sopracciglio. 《Stiamo cercando le Sacre Ceneri per aiutare l’Arle. Lo sai bene Sten.》

《Stai ignorando la vera minaccia dell'arcidemone in favore di queste sciocchezze.》 Rispose il Qunari, lo sguardo viola sempre più minaccioso. 《Dovremmo marciare contro di esso ed eliminare la sua minaccia al più presto. L'esercito dovrebbe concentrare i suoi sforzi, andare avanti fino alla fine, accerchiando il nemico e distruggendolo. Tu dovresti essere a capo di questo sforzo, il tuo ruolo di Custode grigio lo impone, e invece sprechi settimane vagando per il Ferelden per salvare un debole padre di un mostro. Non posso permettere che questo vada avanti.》
Gli occhi dell'elfo si ridussero a fessure. 《Queste “sciocchezze”, come le chiami tu, ci hanno procurato il sostegno dei maghi e degli elfi dalish, e gli sforzi di Persephone ci porteranno altri alleati nobili per combattere contro la prole Oscura e la presenza di Arle Eamon ci permetterà di guidarli tutti quanti in battaglia come un unico esercito. Non mi piace risolvere i loro problemi, ma se serve ad evitare di essere fatti a pezzi lo farò. Non so come funziona a Por Vallen, ma qui non ci lanciamo a testa bassa contro un nemico simile senza le risorse necessarie solo per farci ammazzare.》 Disse, mettendo le mani sui coltelli.

Non voleva combattere uno dei suoi compagni, non dopo quello che era accaduto ad Iselen in quelle dannate rovine. Combattere contro persone di cui si fidava e che rispettava non gli piaceva affatto, soprattutto se si trattava di Sten, ma se avesse attaccato era pronto a rispondere colpo su colpo.
《Spacci la viltà per acume.》 Rispose lui, la mano stretta sull'elsa di Asala. 《Ti pieghi invece di ergerti fiero. La via che scegli è vaga, condannata a fallire. Il Qun mi impone di agire. Sotto i suoi dogmi, il dubbio non esiste. Asit-tal-eb. Non può andare avanti così》
Runaan si mise in posizione. 《Se vuoi il comando, combatti invece che parlare. Io sono pronto.》


Aida si chiese perché nessuno stesse facendo niente per fermarli. Quei due Erano pronti a scannarsi e gli altri non muovevano un dito. Morrigan stava persino Sorridendo, come se quello spettacolo la divertisse.
《Bene, ora basta.》 Si intromise però Iselen, mettendosi tra i due. 《Questo non è il momento né il luogo per simili questioni. Sten, sappiamo tutti che l'Arcidemone deve morire il prima possibile, ma se non avremo un esercito degno di questo nome non avremo possibilità di vittoria. Senza alleati sarà un massacro e tutti i nostri sforzi saranno vani.》

Il Dalish guardò il mago, i pugnali pronti. Da quando avevano lasciato la foresta non si erano più parlati. l'atmosfera tra di loro si era fatta più distante, e anche se il mago non gli aveva mai mostrato alcun atteggiamento rabbioso, sapeva che la situazione tra loro aveva ancora bisogno di tempo per ripararsi e tormare come prima. Però era felice che fosse intervenuto.
Si rivolse di nuovo a Sten. 《Quando ti ho restituito Asala hai detto che ero degno del tuo rispetto e che mi avresti aiutato a fermare il Flagello. Hai intenzione di rimangiarti la parola? Perché se hai davvero deciso di combattere con me, non vincerai facilmente.》

Gli occhi del Qunari rimasero duri: era impossibile capire cosa gli passasse per la mente, almeno in apparenza. Nella sua mente si susseguivano i dogmi del Qun: ognuno aveva il suo potenziale, il suo ruolo. Accettarlo significava trovare la pace, l’assoluta libertà da dubbio. Così era a Por Vallen, così era sempre stato per lui. Il Sud era un costante spreco di potenziale: tanti Bas che lottavano per motivi futili, ma non sapeva dire se Runaan fosse uno di loro.
Conosceva la battaglia, la sofferenza, era un guerriero degno di tale nome, ma anche qualcuno che non conosceva il suo vero potenziale, non del tutto. Permetteva a Saarebas privi di controllo di avvicinarlo, era legato a una di loro, era preda di passioni ed emozioni tumultuose che potevano distoglierlo o fargli cambiare idea, eppure lo aveva aiutato a ritrovare la sua anima, il suo onore, e ora era pronto a combattere, non si piegava. Glielo leggeva negli occhi
Una persona come lui era un'anomalia, qualcosa che ne lui ne il Qun potevano comprendere: poteva essere un pericolo, ma si era guadagnato il suo rispetto.


Il resto del gruppo li stava fissando: L’aria era carica di tensione, e l'elfo e il Qunari sembravano davvero pronti a lottare, ma poi la presa del gigante sul suo immenso spadone si rilassò
《Non mancherò alla parola, Kadan.》. Non Aggiunse altro, ma la questione non pareva conclusa.
《Molto bene, ora che avete finito di fare salotto, io dico di andare in quella dannata taverna prima che ci si congeli il culo.》 Ringhiò Micah, avanzando a grandi passi verso l’edificio, venendo imitata da tutti.



Appena entrarono, sentirono il piacevole tepore di un fuoco e videro una donna di mezza età che stava passando la scopa che sbarrò gli occhi appena li guardò in faccia. 《Chi siete voi?!》 Chiese.
《Semplici viandanti, signora. I vostri compaesani ci hanno detto che avremmo potuto passare qui la notte. Non era nostra intenzione spaventarvi.》 Rispose Iselen con la sua solita educazione.
《Ah. Si... Vi troverò una sistemazione.》 Rispose lei asciutta, sparendo su per delle scale e facendo alzare un sopracciglio alla senzacasta. Mai vista una locandiera meno felice di avere degli ospiti. Avevano detto di tenere alla privacy, ma questo era troppo

《Chi altri pensa che questo posto sia strano?》 Chiese in un Sussurro.
Zevran Mormorò un “io”. E nemmeno gli altri erano tranquilli. C'era un’atmosfera pesante in quel villaggio, come se l'aria stessa fosse satura di tensione.
《Come mai ci sono così poche persone? Non abbiamo visto nessuno per le strade del villaggio.》 Disse Il mago con tono causale appena la proprietaria tornò al piano di sotto.
《Sono tutti nella chiesa. Padre Eirik sta officiando la funzione.》 Rispose lei, con aria guardinga.

Leliana sollevò un sopracciglio. 《Un uomo si occupa delle funzioni religiose qui?》
《È la tradizione. Ad Haven è sempre stato così.》 Si limitò a dire lei, tirando fuori da un cassetto quattro chiavi. 《Le vostre camere sono al piano si sopra. Vi prego di non uscire durante la notte e di non schiamazzare.》
Iselen annuì eucatamente, prendendole in mano, ma Notò Morrigan fargli un cenno, indicando con la testa una porta sull’angolo. Era chiusa e sbarrata da un grosso chiavistello di ferro anche se a parte loro non c'era nessuno in quella Locanda.


Anche Micah, Aida e Leliana se ne accorsero e tutti e cinque si avvicinarono appena la donna tornò al piano superiore. C'era qualcosa di sospetto in quel posto: dovevano controllare.
La nana si mise subito a lavoro sulla serratura con i suoi fedeli attrezzi da scasso, facendola scattare in pochi secondi e al mago bastò poggiare un dito sul chiavistello per ridurlo a un grumo di metallo gelato.
E appena la porta si aprì, L'elfa dagli occhi diversi sentì un tanfo orribile di erbe aromatiche e carne morta che fu peggio di una lama per il suo naso
Tre cadaveri pendevano da una trave del soffitto, la pelle cianotica, gonfia e coperta di sangue coagulato mostrava ormai segni di decomposizione avanzata, mentre le armature che recavano l'effige di Redcliffe splendevano inquietanti nella luce delle lanterne.

Tutti fecero un passo indietro, attirando l'attenzione degli altri giusto in tempo per sentire la proprietaria della Locanda tornare giù. La videro sbiancare
《COSA STATE…!?》 Le mani di Sten le afferrarono la testa in un lampo, facendola girare con uno strattone e interrompendola con il suono del suo collo che si spezzava. Il corpo cadde a terra con un tonfo.
《Grande. Era troppo sperare che questo posto non fosse popolato da pazzi, vero?》 Sbuffò Micah. Se I cavalieri di Redcliffe erano morti, era probabile che Genetivi avesse fatto la stessa fine.
《Temo che i guai ci seguano un po' ovunque, amica mia.》 Commentò Zevran, serafico, ma Runaan fece loro segno di tacere, indicando fuori dalla finestra.
Un nutrito gruppo di uomini armati di spade e magli era posizionato proprio davanti alla Locanda e non sembravano affatto amichevoli. 


《Dannazione. Devono aver intuito qualcosa.》 Sibilò Aida, la mano già stretta sul suo arco.
《O forse il loro piano era ucciderci fin dal principio.》 Rispose il dalish tetro, mentre Morrigan e Iselen impugnavano i bastoni.



La strega però non sembrava affatto preoccupata dagli uomini armati. Sul suo viso c'era nuovamente quel sorriso maligno, segno che aveva già un’idea.
Ed in effetti, le bastò battere la propria arma a terra perché una terrificante nube di magia entropica avvolgesse gli uomini prima che potessero sfondare la porta. La nebbia si insinuò in ogni orifizio, togliendo loro il respiro e le forze, soffocandoli finchè non crollarono morti sul terreno ricoperto di neve.
《Dopo di voi.》 Sorrise beffarda, liberando la soglia.


Aida si Domandò per l'ennesima volta come mai una donna tanto spietata si fosse unita ai custodi nella missione di salvare il Ferelden, ma per una volta fu felice di avere una maga con le sue capacità dalla propria parte piuttosto che come nemica.
Uscirono di corsa, approfittando della nevicata per muoversi senza farsi notare fino alla cima della collina, dove un grosso edificio di pietra svettava nel candore e da cui provenivano dei canti di chiesa.
Con un colpo di spada, Sten abbattè il portone e tutti loro entrarono dentro, sorprendendo i presenti e puntandogli contro le armi.
《Che ci fate qui!?》 Esclamò un uomo anziano armato di un bastone magico. Aveva una lunga barba candida e le labbra di un ributtante rosso sangue
《Cerchiamo Fratello Genetivi e l’urna della Sacre Ceneri.》 Rispose Iselen, pronto ad attaccare.
《E che se ne fanno elfi, Qunari e streghe infedeli delle Sacre Ceneri della profetessa?》 Chiese lui, alzando il bastone e lasciando una palla di fuoco prima che qualcuno potesse fermarlo.

Il mago dalla pelle scura non fece neanche un passo: schioccò le dita e un vento congelante estinse il fuoco in un attimo, ma poi fu costretto a difendersi quando una donna armata di coltellacci provò ad aggredirlo.
La senzacasta le piantò uno dei suoi coltelli da lancio nel collo prima che ci riuscisse, però si ritrovarono a combattere contro quella folla di pazzi scatenati, che avevano tirato fuori armi da chissà dove e si stavano muovendo in massa per attaccarli.

Sten rimase freddo come il marmo, lanciandosi avanti insieme a Runaan, Zevran e Morrigan, falciando con il suo gigantesco spadone nemici uno dopo l'altro come se fossero manichini.
Iselen e Invel invece se la stavano vedendo contro il mago più anziano, il primo che creava onde glaciali per spegnere i suoi colpi di fuoco e il secondo che cercava di azzannarlo per distrarlo dal padrone.
Aida prese il proprio arco in mano, i suoi sensi da lupo che vibravano, centrando un uomo che stava provando a cogliere il mago alle spalle e Micah e Leliana erano accanto a lei, scagliando frecce e fondendo l'aria coi pugnali a gran velocità. 
Alla fine, l'unico rimasto vivo a stento era il mago anziano. Aveva una lama di ghiaccio piantata nel costato e aveva perso il bastone a causa del mabari. Il suo respiro era un poco più di un rantolo sanguigno.


《Dove sono fratello Genetivi e l’Urna?》 Chiese di nuovo il Dalish, avvicinandosi a lui.
Quello gli rivolse uno sguardo di disprezzo, sputando una bolla di sangue rosso vivo prima di accasciarsi definitivamente su se stesso.

《Chissà perché, mi aspettavo che facesse così.》 Commentò l'elfa dagli occhi eterocromatici. 《Per quale motivo hanno attaccato?》
《Dal modo in cui parlavano e recitavano il Cantico della Luce, temo che abbiamo di fronte a noi una setta religiosa.》 Commentò tetra Leliana. Non aveva mai visto delle persone combattere con una luce tanto folle negli occhi. Non erano solo credenti convinti, erano devoti al punto da voler morire pur di proteggere il loro culto.

《Ce ne saranno sicuramente altri sul nostro cammino per trovare le ceneri e da quel che vedo sono un branco di invasati. Non potremo ragionare con loro.》 Intuì Morrigan, contemplando lo strano ciondolo che il mago portava al collo.
Micah intanto, aveva iniziato a tastare i muri. Mentre lottavano, aveva notato che  le pietre che formavano una delle pareti erano più chiare rispetto al resto dell’edificio ed erano anche più calde, come se non ris
entissero del freddo esterno. Questo significava che forse dietro di essa c'era nascosto qualcosa
E quando sentì un mattone affondare, ghignò: il suo istinto non sbagliava mai. La parete si infossò, aprendosi come una porta per mostrare nicchia piena di libri in cui un uomo giaceva esamine a terra.
Non sembrava essere uno di quei pazzi: era un umano sulla sessantina dalle calvizie avanzate e sul suo corpo c'erano chiari segni di tortura, primi fra tutti una gamba chiaramente rotta e il volto tumefatto.

《È fratello Genetivi!》 Esclamò Leliana, scuotendolo delicatamente per farlo svegliare.
Appena aprì le palpebre, il suo voltò sbiancò sotto i lividi. 《Lasciatemi! Basta… non ho intenzione di…》
《Non siamo con quei matti, Shem, Rilassati.》 Lo fermò Runaan alzando gli occhi al Cielo. 《Siamo venuti qui a cercarti. E soprattutto a trovare l’Urna.》
Genetivi sgranò gli occhi appena lo sentì. 《Io so dov'è. Dobbiamo andare lì. Questi folli… non sanno quanto sia preziosa. Credono in delle atrocità pagane indicibili. Hanno fatto di tutto per farmi rinunciare al Creatore, ma non ho ceduto.》 Disse fiero.


《Si si, Questo è molto interessante.》 Lo derise Micah, prendendolo per i fondelli. 《Ma non ci guiderete da nessuna parte ridotto così.》
Sten si rivolse ad Iselen con un gesto secco. 《Curalo, mago. Prima troviamo quell’Urna, prima daremo un taglio a questa follia.》
Lui annuì, mentre le sue mani iniziavano ad illuminarsi di blu.


**


Se avevano pensato che la strada per arrivare ad Haven fosse stata difficoltosa, si ricredettero immediatamente quando si ritrovarono dentro degli enormi cunicoli congelati scavati proprio nel cuore della montagna.
Fratello Genetivi li aveva condotti fin lì, portato in spalla dal Qunari, attraverso una strada di montagna stretta e ripida ed era rimasto all'ingresso di quella specie di tempio sepolto. Nessuno aveva idea di come lo avessero costruito, ma avevano dovuto usare il medaglione di Padre Eirik come Chiave per entrare.
Lo storico, prima di lasciarli, gli aveva spiegato che a proteggere le Ceneri dovevano esserci delle difese potenti, perché nessuno di quei matti era mai riuscito ad arrivarci, ma questo non li aveva rallegrati
E ancor meno li aveva entusiasmati l'idea di infilarsi in quei cunicoli e affrontare altri nemici. Nella chiesa avevano notato che molti avevano una forza fisica spaventosa, ben oltre quella di un uomo comune. Il motivo ancora non era certo, però avevano anche diversi maghi tra loro file che avevano reso l'arrivo al nascondiglio dell’Urna anche più complicato. 

L'unica che sembrava effettivamente contenta di trovarsi lì sotto era Micah. Ma non c'era da sorprendersi. Avere nuovamente un tetto di solida roccia sopra la testa dopo tutta quella dannata neve la faceva sentire al sicuro e forse le avrebbe dato una sensazione di casa… se la sua casa non fosse stata il buco più schifoso di tutta la città della polvere.
Tese attentamente le orecchie, cercando di captare dei suoni, ma non sentì niente di particolare. Ma ci scommetteva persino i suoi soldi che quegli invasati li stessero aspettando per tendere loro una trappola e trasformarli in uno spuntino per i loro “animaletti”.


Una decina di minuti prima, in una caverna più grossa delle altre, avevano trovato svariate uova. Uova così grandi da poter essere state deposte solo da una creatura in particolare: un Drago. Infatti avevano incontrato almeno una decina di dragoni lungo la loro strada, lucertoloni più alti di un uomo adulto, schifosi e con squame dure come pietre. Li avevano uccisi, ma tutti loro sapevano che non erano nulla rispetto ad un vero Alto Drago e questo li aveva fatti scappare il più possibile lontano da quella specie di nido.
Sperava seriamente di non incontrare mai la mamma d
i quei cosi, le bastavano abomini, prole oscura e cultisti fuori di testa da combattere, non voleva correre il rischio di finire come un nug allo spiedo. Ma cercò di non pensarci: ormai erano in quella galleria da un po', però si stavano avvicinando alla fine e Aida fece loro segno di fermarsi prima dell’ultima svolta, tendendo le orecchie e le narici, mentre Invel faceva lo stesso.

《Ci stanno aspettando.》 Sussurrò l'elfa.
《Quanti?》 Si limitò a chiedere Zevran
《Una decina mi pare. Il loro capo… è un uomo molto grosso, brandisce un’ascia. Facciamo attenzione.》

Micah si chiese per l'ennesima volta se avesse davanti ad una specie di donna segugio. Lei non era affatto dura d'orecchi, ma quella ragazza percepiva tutto con una precisione impossibile e più di una volta l'aveva sentita dire che gli abitanti di Haven avevano uno strano odore addosso, anche se lei non avvertiva proprio nulla.
Continuando a camminare; entrarono in una caverna molto più grande, con affilate stalagmiti sorgevano dal pavimento e, come aveva predetto Aida, una decina di uomini, di cui tre armati di bastoni magici, li stavano aspettando con un’espressione arcigna. Quello che doveva essere il capo, inoltre, era un uomo alto e ben piazzato, più di qualsiasi altro umano avesse mai visto: aveva barba e capelli scuri, pelle olivastra e un'ascia enorme. Inoltre aveva addosso un forte odore. Se sugli altri era lieve, lui ne era impregnato.

《Fermi.》 Ordinò, appena li vide arrivare. 《Voi siete i pagani che hanno ucciso i nostri fratelli. Offendete questo terreno sacro con le vostre sudice impronte.》
《Nessuno di noi avrebbe attaccato se i vostri alleati non lo avessero fatto per primi.》 Rispose Iselen gelido. 《Non siamo venuti per uccidervi. Siamo qui per le Sacre Ceneri, nient’altro.》
Con sorpresa di tutti, sia lui che i suoi compari scoppiarono in una fragorosa risata. 《Le Ceneri. A che cosa possono servirvi le ceneri, quando la nostra Signora Andraste è finalmente tornata tra noi?》

Il mago rimase interdetto, mentre Leliana e Aida si scambiavano uno sguardo stupefatto e vagamente offeso. Cosa stava andando a vaneggiare quel folle?
《Di che cosa state parlando? Andraste è morta secoli fa.》 Chiese l'elfa, una freccia già pronta.
L'uomo la guardò con sufficienza. 《Il mio Nome è Padre Kolgrim, e voglio che sappiate, profani, che la Santissima è rinata dopo secoli in una forma così grande e potente che nemmeno l'impero Tevinter potrebbe contrastarla oramai. Costei ci protegge e ci grazia, permettendoci di curare i suoi figli e donandoci il suo sangue e la sua benedizione per combattere gli infedeli e i miscredenti.》
Iselen sbarrò gli occhi, così come Morrigan, Runaan e Sten. Ecco perché quelle persone erano tutte così fisicamente potenti: bevevano il sangue di un alto drago! Erano convinti che quella bestia gigante fosse la nuova forma di Andraste!


《Oh beh, questo si che è un bel colpo di scena.》 Commentò Zevran.
《Queste sono solo bestemmie! Atrocità folli!》 Esclamò Aida, disgustata. Che uno fosse credente o meno, nessuno sano di mente avrebbe mai venerato una belva simile.

Kolgrim emise un Urlo di guerra, sollevando la sua enorme ascia, ma la freccia dell'elfa si era già piantata nel suo avambraccio. L'armatura attutì il colpo, ma delle gocce rosse iniziarono a scendere, mentre gli sgherri dell'uomo partivano all'attacco.
Uno dei maghi guarì rapidamente il suo capo, ma Iselen si mise davanti a lui, cogliendolo in contropiede con una tempesta di Lame di ghiaccio che lo ferì malamente sulla spalla e sul fianco dal lato destro, sollevando zampilli di sangue, e dando poi ad Invel di finirlo azzannandogli il collo.

Un altro mago tentò di fermarli, ma una maledizione di orrore lanciata da Morrigan lo fece accasciare a terra, facile preda per gli spuntoni di pietra del mago.
La strega ghignò vittoriosa, ma poi l'ultima maga rimasta alzò il bastone, lanciandole contro una palla di fuoco che lei fece svanire con uno schiacciare di dita.
《Quanto sei patetica.》 La sbeffeggiò, prima di trapassarle il petto con un fulmine che la mandò a schiantarsi contro le pareti della caverna.

Una sottile crepa si aprì nella roccia, diramandosi fino al soffitto e facendo cadere tanti piccoli ciottoli, mentre le pesanti stalattiti vibravano pericolose. Sten si stava occupando di due uomini armati di spada e scudo, aiutato dalle frecce di Runaan, che ne aveva già ucciso uno, ed entrambi furono costretti a spostarsi per evitare che le pietre gli cadessero addosso.
《Non colpite i muri della caverna!》 Urlò il Qunari, ripartendo all'attacco insieme al Dalish, mentre Micah si muoveva rapidissima per evitare la serie di frecce che un terzetto di uomini le stava scoccando addosso.
Aveva ammazzato due dei loro compagni senza problemi, aiutata anche da Zevran, ma poi l'assassino era svanito nel nulla e quei pazzi avevano iniziato a bersagliarla per impedirle di avvicinarsi.
Strinse I denti, frustrata da quelle dannate teste d'aria, ma poi sentì un gemito e uno degli arcieri cadde con un rantolo, un piccolo coltello scintillante che gli spuntava dalla nuca. Il suo compare guardò sorpreso il cadavere e questo diede tempo a Micah di coglierlo di sorpresa e ficcargli i pugnali avvelenati nel collo.
Lui crollò quasi subito a terra, vomitando sangue e bile con un suono disgustoso.

《Bel colpo.》 La lodò Zevran divertito, apparendo accanto a lei.
《Anche il tuo.》 Rispose la nana, osservando che Sten e Runaan avevano ucciso tutti i loro nemici: solo padre Kolgrim era ancora in piedi, impegnato in una battaglia tremenda contro Leliana e Aida, che stavano danzando attorno a lui con arco e pugnali.
L'uomo era molto più grosso e forte di entrambe, un suo colpo avrebbe significato gravissimi danni, se non la morte, ma le due ragazze erano rapide, sfuggenti ed erano coordinate: a causa dei loro colpi, l'armatura dell’uomo era ormai ammaccata in più punti e lui stava perdendo sangue da vari e profondi tagli. Persino l’estrema resistenza data dal sangue di drago sembrava pian piano abbandonarlo.
Strinse I denti con forza, sussurrando una preghiera, e cercò nuovamente di tagliarle in due con la sua poderosa ascia, ma L'elfa dagli occhi eterocromatici lo colpì di sorpresa in faccia col suo arco, spaccandogli  il naso, e la rossa gli falciò le gambe con una mossa aggraziata, sfruttando i buchi nell'armatura e facendo zampillare ancora più sangue dalle ferite.
Kolgrim si accasciò a terra in una pozza di sangue scuro, il volto ridotto ad una maschera pesta, gli arti in preda agli spasmi, ma la mano testardamente stretta attorno alla sua ascia. Sembrava stesse cercando di alzarsi di nuovo, ma Sten non esitò un secondo a finirlo con un colpo secco, decapitandolo prima che potesse muoversi.

《Ottimo lavoro.》 Lo lodò Iselen. 《Adesso, dobbiamo raggiungere il luogo di riposo delle Ceneri prima che…》
Un ruggito poderoso ed inconfondibile lo interruppe immediatamente, mentre il colore svaniva dai loro volti. Invel emise un guaito Persino Morrigan e Zevran avevano perso i loro sorrisi beffardi.


《Do… dobbiamo davvero affrontare quella cosa?》 Chiese Aida, dando voce ai pensieri di tutti.
I due custodi avevano gli occhi puntati sull'uscita e stringevano le loro armi fino a sbiancarsi le nocche.
《Possiamo aspettare finché non se ne andrà.》 Provò a proporre Micah.

《Temo che non ne abbia intenzione.》 Disse il Dalish, anche se poteva sentire il sudore gelare sulla schiena. Erano tutti esausti e di sicuro nessuno di loro aveva esperienza contro gli Alti Draghi.
《Dovremo superarlo per avere le ceneri. Non c'è scelta.》 Aggiunse il mago, mentre Leliana annuiva.
《E allora andiamo. Che Andruil ci protegga.》
   
 
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