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Autore: Shade Owl    11/04/2022    1 recensioni
Nel lontano Sistema Helios esiste la confraternita dei Figli del Sole, un'organizzazione grande e potente che, tra i suoi svariati compiti, si preoccupa anche del mantenimento della pace tra i vari mondi, affidando ai membri più idonei compiti anche rischiosi volti al bene comune.
Tra di essi c'è Leon, che malgrado non abbia mai voluto abbracciare la loro causa, si trova costretta a seguire la strada impostale, e durante i propri viaggi incontrerà un nemico ben deciso ad ucciderla, ma anche nuovi compagni che l’aiuteranno nella lotta per la sua sopravvivenza.
Spostandosi di pianeta in pianeta tra tigri selvagge, orsi giganti, boss mafiosi e paludi, Leon dovrà arrivare a patti con la propria vita e trovare la propria strada, in un percorso di crescita che non è quello che si aspetta, e che potrebbe finire nel peggiore dei modi...
Genere: Avventura, Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Drake e Marie si infilarono nella prima porta che trovarono, mentre i passi affrettati delle guardie superavano il loro nascondiglio senza trovarli. La ragazza esalò un respiro trattenuto troppo a lungo, accasciandosi lungo il muro.
- Mi dispiace.- disse - Davvero.-
- Lascia stare, non è colpa tua.- disse Drake - Poteva succedere a me.-
Aprì la porta e sbirciò: il corridoio era vuoto.
- Dobbiamo raggiungere il caveau.- disse piano, aprendola del tutto - Si trova vicino alla stanza di Don Alfonso.-
- Non hai detto che lì ci sono anche un sacco di guardie?-
- Sì.- rispose semplicemente lui.
Si diressero verso la loro meta stando attenti a non fare rumore, soprattutto adesso che i sorveglianti di quel piano erano in stato di allarme. Probabilmente, avevano già chiamato i rinforzi, o quantomeno l’avrebbero fatto presto. C’erano tutti i presupposti per andare via, ma ormai erano dentro e non potevano sperare di riprovarci tanto presto.
Oltretutto, avrebbero dovuto aspettare l’elicottero, prima. Non avendo molta scelta, raggiunsero l’anticamera del caveau, fortunatamente senza ulteriori intoppi, e si trovarono davanti a una porta in metallo sorvegliata da due guardie armate che molto probabilmente, fino al momento del blackout, stavano giocando a carte, a giudicare dal tavolino accanto a loro.
In quel momento i due uomini erano in piedi, evidentemente nervosi, e si stavano guardando intorno con circospezione, forse consapevoli che c’era qualche intruso, in giro.
- Come ce ne sbarazziamo?- chiese Marie.
- Ci ho pensato io…- disse Drake, prendendo lo zaino - Prendi questa.-
Le tese una specie di grossa torcia elettrica, tozza e larga all’estremità, con due diversi pulsanti sul manico.
- Cosa ci faccio?- chiese.
Drake non rispose subito, sporgendosi a guardare i due in fondo al corridoio.
- C’è già luce qui!- esclamò pianissimo Marie, ancora confusa - E comunque ci vedrebbero!-
- Non è per vedere meglio che ci serve.- disse Drake - Ehi, aiuto!-
Marie si sentì gelare al suono della sua voce, che non era più bassa e prudente, ma alta e allarmata. I due di guardia si misero ancor più in guardia di prima, puntando le pistole verso l’angolo del corridoio, e dopo un momento di esitazione cominciarono ad avvicinarsi al loro nascondiglio.
- Preparati a premere il pulsante più piccolo, Marie.-
- E cosa dovrebbe succedere?-
- Tu fallo e basta.-
I due superarono l’angolo, e in quello stesso istante Marie premette più piccolo tra i due pulsanti della torcia. Quella emise un flash potentissimo, più forte di quanto si fosse aspettata, tanto da abbacinarla per un secondo, flash che abbagliò anche le due guardie.
Subito Drake allungò le mani, afferrando le loro spalle e sbattendoli contro il muro, così forte che svennero.
- Prendi questa.- tese una corda presa dallo zaino alla ragazza e cominciò a legarne uno con un’altra, togliendole però la radio e mettendola in tasca.
Quando entrambi i guardiani furono legati come salami e imbavagliati, Marie guardò la porta davanti a loro, adesso sguarnita.
- Quindi ci siamo?- chiese.
Drake annuì.
- Datti da fare.-

Marie corse alla porta esterna in legno, già aperta, per fortuna, ed entrò dentro l’anticamera, trovandosi in una stanza piccola dal pavimento di metallo. Davanti a lei, nella parete, c’era un’altra porta, rettangolare e grande quasi due volte lei, lucidissima, dall’aspetto inviolabile. Una sola serratura, elettronica e a combinazione, ne permetteva l’accesso. Si tolse lo zaino e ne trasse fuori un oggetto rettangolare, simile ad una grossa calcolatrice, che le aveva fornito Orfeo. Aveva imparato presto ad usarlo: serviva ad individuare le combinazioni nelle serrature elettroniche, e avrebbe aperto la porta entro cinque minuti. Era stato un sollievo, per lei, sapere che avrebbe potuto contare su un congegno simile: si era aspettata di doversi dare da fare con fiamme ossidriche, piedi di porco, cacciaviti e quant’altro. Ore e ore di fatica, mentre loro dovevano fare in fretta. Inizialmente avrebbe dovuto essere, in effetti, una normale cassaforte a serratura meccanica, ma Orfeo aveva scoperto, quello stesso giorno, che Don Rizzo l’aveva fatta cambiare con una più nuova e resistente alle forzature manuali.
Questo, tutto sommato, li aveva facilitati, perché quel particolare modello aveva una certa vulnerabilità ad alcuni strumenti di decrittaggio, come aveva scoperto il loro alleato.
Mentre Marie lavorava, Drake trascinò le guardie svenute all’interno dell’anticamera e le lasciò contro un muro, mentre il marchingegno individuava il primo numero.
- Ci vorrà poco.- disse la ragazza - Speriamo che gli altri stiano bene.-
Drake annuì, chiudendo la porta.
- Sono certo che è così.- disse - Leon penserà a Gareth.-
- A dire il vero, è proprio perché c’è lei che mi preoccupo.- disse Marie, cupa - Insomma, so di essere avventata, ma lei… sa darmi i brividi, a volte.-
Lo Stratega sorrise con indulgenza.
- Ha paura.- disse - Lo dovresti sapere bene, ormai. L’hai anche vista piangere. Questa storia la sta provando tremendamente. Non essere dura con lei.-
- Non sono dura!- protestò Marie - Quello è compito suo!-

L’ufficio aveva finestre protette da griglie laser che, se attivate, sigillavano tutto ed intrappolavano i ladri che eventualmente si sarebbero introdotti da lì, e questo era il solo motivo per cui Gareth e Leon avevano fatto un giro leggermente più lungo. Adesso erano sulla porta e davanti a loro c’era un altro reticolo invisibile che li avrebbe messi seriamente alla prova, stando alle loro informazioni.
Prima di procedere osservarono la stanza con attenzione: lunga, dal pavimento lucido e pulito, era arredata con molti quadri e sculture. Alcune teche di vetro si trovavano sparse a ridosso dei muri o delle due colonne portanti non lontane dalla porta. Accanto ad una di esse c’era quella che stavano cercando loro, all’interno della quale riposava un pezzo di legno ricurvo con diverse corde sottili di varia lunghezza, molto semplice all’aspetto, sorretto da un piccolo piedistallo. Non c’era niente che avvertisse della presenza del reticolo di sensori.
- Come lo superiamo se non lo vediamo?- chiese Gareth.
- Drake dice che è visibile con questi.- disse Leon, prendendo qualcosa dallo zaino - Tieni, ma resta qui e sorveglia la porta.-
Gli tese una sorta di grossa maschera dotata di lenti colorate, simile a una sorta di piccolo binocolo, e ne prese un’altra per sé.
- Cosa sono?- chiese lui, indossando lo strano congegno.
- Non lo so per certo, ma dovrebbero…-
Alzò lo sguardo e tacque: nel suo campo visivo, la cui colorazione adesso deviava verso un colore più verdastro, era comparso un fitto reticolo di linee dalla disposizione casuale e complessa, che andava a occupare quasi l’intera stanza lasciando veramente pochissimo spazio per muoversi.
- Bene.- disse, quasi soddisfatta per come andavano le cose - Io vado. Tu avvertimi se sta per arrivare qualcuno e tieni il tempo.-
Gareth annuì senza rispondere; Leon si raccolse i capelli con un elastico e si avvicinò al reticolo con attenzione, sentendosi un po’ in ansia per quanto stava per fare. Quando fu abbastanza vicina si infilò sotto al primo laser chinandosi, poi ne scavalcò un secondo e ne evitò un terzo torcendosi e poi alzandosi in piedi. Poco dopo, fu circondata da tutte le parti.
- Ce la fai?- chiese Gareth.
Lei non rispose, troppo concentrata per farlo: la realtà era che sì, ce la faceva. Allenarsi per quindici anni a fare qualcosa che non le piaceva le aveva comunque donato una buona flessibilità muscolare e una grande agilità. Quella foresta di sensori laser era, per lei, appena una passeggiata. L’allenamento fatto con fili di stoffa e campanelli, quel giorno, lo aveva a stento sentito. Il problema era fare tutto entro l’orario prestabilito, e secondo Drake avrebbe fatto meglio a non metterci più di cinque minuti.
- Quanto tempo?- chiese.
Gareth guardò l’orologio.
- Due minuti e mezzo!- esclamò - Spicciati, Leon!-
Era ancora troppo lontana dalla teca per prendere l’arpa, ma raddoppiò gli sforzi e non si perse d’animo: se continuare presentava poche speranze di successo, fermarsi non ne presentava nessuna. Era come aveva detto Drake: quel piano aveva un sacco di cose che potevano andare storte, ma era anche quello con più possibilità di andare a buon fine. Il suo record, durante l’allenamento, era stato di quattro minuti e sette secondi, ma era certa di poterlo ridurre a…
D’improvviso un suono lungo e penetrante, che minacciò di assordarli, riempì completamente l’aria fino a quel momento immobile: l’allarme, in qualche modo, era scattato.
- Oh, no!- esclamò Gareth.
Leon imprecò: Drake e Marie dovevano aver fatto qualche errore, dalle loro parti e, adesso, erano stati scoperti.
Mentre la sirena continuava a suonare, la porta si bloccò all’istante, sigillata da una serratura di sicurezza, e una grata metallica calò dal soffitto sopra la teca, imprigionandocela dentro, così come successe a tutte le statue e alle altre vetrinette. Trattenendosi dal gridare esasperata, Leon prese Raggio e si avvicinò alla porta a grandi passi, strappandosi di dosso gli occhiali.
- Bastone!- sbottò.
L’arma si riconfigurò in un lungo bastone metallico, leggero come se fosse stato fatto di legno ma molto più resistente, e lei ci colpì con forza la porta, mancando Gareth, così agitato da sembrare sul punto di svenire, veramente per un soffio. La serratura resse, come se niente fosse successo.
- Spostati!- esclamò, mettendo via Raggio.
Pose una mano sulla serratura e scatenò un potente flusso elettrico. La fortuna, finalmente, le venne in aiuto, perché non ne servì troppa per mandarla in corto, e si aprì con una scintilla e uno sbuffo di fumo.
- Dai, corriamo!- disse, uscendo fuori.
Appena furono in corridoio, degli spari risuonarono dal fondo della via, fortunatamente dal lato opposto a quello rispetto a quello verso cui sarebbero dovuti scappare.
- Corri!- gridò Leon, prendendo una scatola di legno dallo zaino.
Era la stessa che Drake aveva tirato fuori nel deserto, dove c’erano sfere di falò istantanei. Se rotte tutte insieme…
Lanciò la scatola verso i loro inseguitori, il più violentemente possibile, e quando urtarono il pavimento si udì il rumore di vetri rotti. Subito dopo ci fu un’esplosione, e le guardie vennero spazzate via dall’onda d’urto, mentre l’impianto antincendio partiva. Anche Leon cadde a terra, ma si rialzò subito e raggiunse Gareth.
Sanguinava.

Come previsto, qualcosa è andato storto. Purtroppo non sempre le cose vanno come previsto.
Ringrazio 
John Spangler, Easter_huit, Biscottoalcioccolato, Bindaz, Clo_smile, LadyTsuky e Higwaytohell, che mi seguono. A presto!
 

   
 
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