Una storia di figli dei fiori
"Voices of the angels,
ring around the moonligth,
asking me, said she so free,
how can you catch the sparrow?"
E proprio in quel giorno, in una calda sera d’estate,
gracchiava la puntina del giradischi su un vecchio vinile di Crosby, Stills
& Nash, nella camera di Robert; era la sua canzone preferita. Suite: judy
blue eyes… pensava che niente rasentava la perfezione come quel pezzo.
Gli piaceva in tutto. Da come era arrangiata, all' uso
dei cori… ma per quanto pensasse che quella musica fosse stupenda, vedeva che
intorno a lui le persone preferivano ascoltare roba come i Blue e Avril
Lavigne… o nel migliore dei casi, gli Iron Maiden o i Metallica. E questo gli
dispiaceva… e molto.
Sapeva che quella era solo musica da quattro soldi. A lui
piacevano gruppi come i Canned Heat o i Jefferson Airplane, anche se in
assoluto preferiva Bob Dylan. Un mito… un mito che nella sua infanzia era
tramontato. Colpa di un ragazzo dal quale si era visto spezzare il cd che amava
di più. Un ragazzo amante della Wrestling. Un prepotente che aveva così
sentenziato: “Eminem é meglio “ senza aver neanche sentito una nota del disco
che aveva rotto.
Era considerato da tutti uno strano tipo, uno dal quale è
meglio girare al largo… effettivamente aveva un aspetto un pò fuori
dall’ordinario, ma da tutti era solo visto come… come un diverso,
essenzialmente. Amava vestirsi con abiti colorati col laccio dai colori
fosforescenti e i jeans lerci potevano tranquillamente essere considerati come
un suo personale stile di anticonformismo. Camminava a piedi nudi spesso, lungo
la riva del mare… a volte poteva servirsi, nelle giornate più fredde, di un
paio di sandalacci di cuoio. Aveva capelli lunghi e ricci, muniti nella maggior
parte dei casi, di una bandana rossa arrotolata alla Bruce Springsteen.
Ma la sua più vistosa caratteristica, quella di cui
andava più orgoglioso, era un grosso medaglione Peace and Love, che portava
perennemente al collo… la sua identità. Robert veniva spesso scambiato per un
punk, dai più ignoranti (la maggior parte delle persone)… cosa molto azzardata,
dato che lui li disprezzava a morte. Li riteneva fondamentalmente dei drogati pessimisti e rompicoglioni, nulla di
più… solo gente in grado di fare del rumore e di gridare contro un sistema che
non esiste. Lui invece era diverso da tutti. Dai Dark e dai Metallari, dai
truzzi e dai pottini… lui era un Hippie. Un Hippie che predicava la libertà…
cosa per il quale veniva preso in giro dalla maggior parte delle persone.
Stupidi idioti che erano capaci di dirgli: “ Siamo nel duemilacinque. Devi
aggiornarti! “
Ma lui non ci pensava neanche lontanamente… Diceva che le
persone alla moda erano solo dei poveri esseri che avevano perso la ragione.
Anche se, inevitabilmente, facendo cosi aveva pochi
amici… pochi davvero, ma cosi cari che gli voleva un bene tale, e dell’anima,
quasi quanto ne voleva alla propria ragazza.
La sua passione principale era suonare la chitarra,
materia in cui se la cavava molto bene. Si divertiva anche a scrivere canzoni
che parlavano soprattutto dei suoi argomenti di discussione preferiti: la
psichedelia e il mettere in ridicolo il mondo parlando delle sue nefandezze.
Dalla sua penna uscivano cose piacevoli e cagate pazzesche, che però scartava
subito dopo molto prontamente. Una volta scritte le canzoni, o come lui
semplicemente definiva i suoi “sprazzi di vita”, andava a suonare per la
strada… ma non come un semplice barbone, persone che lui considerava piene di
ricchi valori tra l’altro, ma solo come uno che vuole fare ascoltare la propria
arte. La propria vita. Non chiedeva elemosina. Si accompagnava oltre che con la
chitarra anche con un armonica a bocca… il sound primordiale che ne usciva era
una vera goduria per le orecchie dei passanti.
Un giorno vide per la strada un poster che annunciava un
concerto per bande emergenti. Pensò che poteva facilmente dare una lezione a
tutti finalmente… alla schiera degli scarni metallari e dei Dj, oltre che a
quegli idioti dei rapper…Fu così, quindi, che andò a iscriversi… E colto da una
precisa ispirazione, non appena tornato a casa, stanco per la lunga camminata,
scrisse una canzone che tradotta faceva più o meno cosi:
“ La musica è finita…
Fratelli, perché avete
scambiato
la musica, per una
puttana
da vendere al dio
denaro?
Non sento più,
storie di peace and
love,
di gente libera che
cazzeggia
solo per il gusto di
farlo.
Non sbagliatevi,
sapete tutti che l'uomo
che corre nudo
é più libero di uno che
deve andare
in discoteca, per
seguire il gregge
In cuor suo, pure lui,
lo desidera
sarà una figata
lisergica
farlo con te nello
spazio… “
Bellissima… finita la sua proverbiale e fantastica
melodia, chiamò due dei suoi amici più cari: John e Elmore che suonavano con
lui saltuariamente, nei suoi concerti. Uno prediligeva le Congas e l'altro la chitarra
ritmica… un terzetto di meraviglie.
E solo dopo qualche giorno di prove, tutti molti carichi
e determinati, erano pronti per il concerto…
Il pomeriggio prima della manifestazione compose la sua
personalissima scaletta.
Comprendeva:
Suite: judy blue eyes
Hey James
Woodstoock
Like a rolling stone
White rabbit
Out of tune
e per ultima The music is over (La musica é finita)
Alle ore 9:45, un’ora che molti ricorderanno per sempre,
il gruppo ribattezzato Robert Jones and the Hipnotic River, si presentò sul
palco ad un pubblico che si era subito mezz'ora di rumore… Poveri fratelli!
Ormai alla fine della disperazione, per colpa della musica house di un tipo da
strapazzo, chiamato tra l’altro con l’azzeccatissimo nome di Dj Osvaldo,
accolse gli Hipnotic River un pò freddamente, aspettandosi un altro fiasco. E a
molti non si poteva neanche dare torto, dato che erano un gruppo alquanto
singolare: non c'era nè un batterista e nè un bassista, e l'unico strumento
elettrico era la bluesissima chitarra di Robert. L'esibizione, tuttavia, fu un
crescendo d’entusiasmo, evidenziata dall' improvvisato Rock 'n' roll di I'm
going home e dalla bella performance di Elmore al Sitar, durante l'esecuzione
di White Rabbit.
E infine, quando il gruppo attaccò The music is over, la
gente andò in tripudio tenendo il tempo con Jhon, e urlando ad un cielo dai
tratti molto scuri. La gente rideva, felice di aver ascoltato qualcosa di
indimenticabile, e si divertiva alle battute improvvise di Robert sui gruppi
esibitisi prima.
Finita la performance, che nei giorni resterà qualcosa di
indelebile, i tre si diressero nel Back stage… e quel che trovarono non fu di
certo una cosa piacevole.
Robert venne picchiato, selvaggiamente, da un rapper
bianco per una battuta che il cantante aveva osato fare su di lui. Si sentiva a
pezzi e si mise a piangere disperatamente da solo in un angolo. Perché tutto
quest’odio? Perché solo rumore nella testa e nel cervello?
Finite le esibizioni, molte delle quali avvicinabili
all’intollerabile, la giuria proclamò vincitore un cantante simile a Paolo
Meneguzzi, sia nei modi di fare che nell’aspetto. Si venne subito a sapere che,
come spesso succedeva, “il cantante” era nipote di uno dei giurati di spicco
della giuria.
Il pubblico, sconcertato per la decisione, cominciò a
fischiare vistosamente. Qualcuno cominciò delle turbolenze e nell’arena si
scatenò una vera e propria rissa. Si potevano vedere tamburi e chitarre volare
sulla gente; neonati calpestati dalla folla; madri che cercavano piangenti i
lori figli tra il marasma generale. Ma poi, come nei più grandi sogni di vita
di ognuno, sul palco si erse in tutta la sua figura un uomo che aveva saputo
amare e professare amore… Robert. Salì, ancora mezzo sanguinante e tutto
incerottato, e con voce chiara e soave inizio a parlare: " Ragazzi non
prendetevela gli uni con gli altri per
questi futili motivi...”. Una pausa, una grande respiro e la folla che si volta
verso di lui…
“ Lo so che il mondo fa schifo e che quel raccomandato
non doveva vincere… ma se volete fare qualcosa per vivere meglio, ma meglio
davvero, cominciate col non picchiarvi. “ La gente pendeva dalle sue labbra, e
lo ascoltava rapita…
“ Un mondo senza violenza é migliore… “ riprese alzando
il tono della voce “perchè la violenza scatena solo violenza e bisogna
smettere. Smettere davvero. Vivete spontaneamente senza una dimora: il mondo é
un posto bellissimo per stare in pace con tutti... “
Ama molto e verrai molto amato; non trattare male le
donne, sono esseri troppo belli perchè venga applicata violenza su di loro...
Non fare sesso, fai l'amore e scoprirai che é qualcosa di
meravigliosamente più profondo..
“Vi amo tutti, siete bellissimi...”"
E così, tra l’applauso della folla che alle sue parole si
era placata, volto loro le spalle consapevole di aver trasmesso un messaggio
molto importante. E quando arrivò fuori, si diresse versò la porta d'uscita e
se ne andò… Era stanco, e le ferite gli facevano un male inspiegabile.
Si sedette, al tranquillo cielo di una panchina, a
guardare le stelle… milioni di stelle che lo guardavano dall’alto sorridendo. E
dopo un po’, quando le cose devono andare verso il loro destino e tutto sembra
bello e preordinato, si sedette accanto a lui una ragazza… Una bellissima
ragazza.
Non si dissero neanche una parola… non una.
Però si baciarono... e fu come nei suoi sogni più
profondi.
Siquomb (The Hippie guy)
Un messaggio per ognuno di voi… Ascoltatelo.