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Autore: Siquomb    22/05/2005    5 recensioni
Questa è una storia che rispecchia la nostra società... la società della moda e del conformismo, delle musiche che vanno e vengono e non si ricordano più. Questa storia non vuole essere un offesa al credo di qualcuno... e se si criticano dei gruppi o dei cantanti, o in generale degli stili di vita, ci tengo a dire che questa è solo la mia visione della società oggi e dei suoi valori. Più che altro voglio lasciare un messaggio... cercate di capirlo. E magari chissa... provate a ragionarci su.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una storia di figli dei fiori

Una storia di figli dei fiori

 

"Voices of the angels,

ring around the moonligth,

asking me, said she so free,

how can you catch the sparrow?"

 

E proprio in quel giorno, in una calda sera d’estate, gracchiava la puntina del giradischi su un vecchio vinile di Crosby, Stills & Nash, nella camera di Robert; era la sua canzone preferita. Suite: judy blue eyes… pensava che niente rasentava la perfezione come quel pezzo.

Gli piaceva in tutto. Da come era arrangiata, all' uso dei cori… ma per quanto pensasse che quella musica fosse stupenda, vedeva che intorno a lui le persone preferivano ascoltare roba come i Blue e Avril Lavigne… o nel migliore dei casi, gli Iron Maiden o i Metallica. E questo gli dispiaceva… e molto.

Sapeva che quella era solo musica da quattro soldi. A lui piacevano gruppi come i Canned Heat o i Jefferson Airplane, anche se in assoluto preferiva Bob Dylan. Un mito… un mito che nella sua infanzia era tramontato. Colpa di un ragazzo dal quale si era visto spezzare il cd che amava di più. Un ragazzo amante della Wrestling. Un prepotente che aveva così sentenziato: “Eminem é meglio “ senza aver neanche sentito una nota del disco che aveva rotto.

Era considerato da tutti uno strano tipo, uno dal quale è meglio girare al largo… effettivamente aveva un aspetto un pò fuori dall’ordinario, ma da tutti era solo visto come… come un diverso, essenzialmente. Amava vestirsi con abiti colorati col laccio dai colori fosforescenti e i jeans lerci potevano tranquillamente essere considerati come un suo personale stile di anticonformismo. Camminava a piedi nudi spesso, lungo la riva del mare… a volte poteva servirsi, nelle giornate più fredde, di un paio di sandalacci di cuoio. Aveva capelli lunghi e ricci, muniti nella maggior parte dei casi, di una bandana rossa arrotolata alla Bruce Springsteen.

Ma la sua più vistosa caratteristica, quella di cui andava più orgoglioso, era un grosso medaglione Peace and Love, che portava perennemente al collo… la sua identità. Robert veniva spesso scambiato per un punk, dai più ignoranti (la maggior parte delle persone)… cosa molto azzardata, dato che lui li disprezzava a morte. Li riteneva  fondamentalmente dei drogati pessimisti e rompicoglioni, nulla di più… solo gente in grado di fare del rumore e di gridare contro un sistema che non esiste. Lui invece era diverso da tutti. Dai Dark e dai Metallari, dai truzzi e dai pottini… lui era un Hippie. Un Hippie che predicava la libertà… cosa per il quale veniva preso in giro dalla maggior parte delle persone. Stupidi idioti che erano capaci di dirgli: “ Siamo nel duemilacinque. Devi aggiornarti! “

Ma lui non ci pensava neanche lontanamente… Diceva che le persone alla moda erano solo dei poveri esseri che avevano perso la ragione.

Anche se, inevitabilmente, facendo cosi aveva pochi amici… pochi davvero, ma cosi cari che gli voleva un bene tale, e dell’anima, quasi quanto ne voleva alla propria ragazza.

La sua passione principale era suonare la chitarra, materia in cui se la cavava molto bene. Si divertiva anche a scrivere canzoni che parlavano soprattutto dei suoi argomenti di discussione preferiti: la psichedelia e il mettere in ridicolo il mondo parlando delle sue nefandezze. Dalla sua penna uscivano cose piacevoli e cagate pazzesche, che però scartava subito dopo molto prontamente. Una volta scritte le canzoni, o come lui semplicemente definiva i suoi “sprazzi di vita”, andava a suonare per la strada… ma non come un semplice barbone, persone che lui considerava piene di ricchi valori tra l’altro, ma solo come uno che vuole fare ascoltare la propria arte. La propria vita. Non chiedeva elemosina. Si accompagnava oltre che con la chitarra anche con un armonica a bocca… il sound primordiale che ne usciva era una vera goduria per le orecchie dei passanti.

Un giorno vide per la strada un poster che annunciava un concerto per bande emergenti. Pensò che poteva facilmente dare una lezione a tutti finalmente… alla schiera degli scarni metallari e dei Dj, oltre che a quegli idioti dei rapper…Fu così, quindi, che andò a iscriversi… E colto da una precisa ispirazione, non appena tornato a casa, stanco per la lunga camminata, scrisse una canzone che tradotta faceva più o meno cosi:

 

“ La musica è finita…

 

Fratelli, perché avete scambiato

la musica, per una puttana

da vendere al dio denaro?

Non sento più,

storie di peace and love,

di gente libera che cazzeggia

solo per il gusto di farlo.

Non sbagliatevi,

sapete tutti che l'uomo che corre nudo

é più libero di uno che deve andare

in discoteca, per seguire il gregge

In cuor suo, pure lui, lo desidera

sarà una figata lisergica

farlo con te nello spazio… “

 

Bellissima… finita la sua proverbiale e fantastica melodia, chiamò due dei suoi amici più cari: John e Elmore che suonavano con lui saltuariamente, nei suoi concerti. Uno prediligeva le Congas e l'altro la chitarra ritmica… un terzetto di meraviglie.

E solo dopo qualche giorno di prove, tutti molti carichi e determinati, erano pronti per il concerto…

 

Il pomeriggio prima della manifestazione compose la sua personalissima scaletta.

Comprendeva:

Suite: judy blue eyes

Hey James

Woodstoock

Like a rolling stone

White rabbit

Out of tune

e per ultima The music is over (La musica é finita)

 

Alle ore 9:45, un’ora che molti ricorderanno per sempre, il gruppo ribattezzato Robert Jones and the Hipnotic River, si presentò sul palco ad un pubblico che si era subito mezz'ora di rumore… Poveri fratelli! Ormai alla fine della disperazione, per colpa della musica house di un tipo da strapazzo, chiamato tra l’altro con l’azzeccatissimo nome di Dj Osvaldo, accolse gli Hipnotic River un pò freddamente, aspettandosi un altro fiasco. E a molti non si poteva neanche dare torto, dato che erano un gruppo alquanto singolare: non c'era nè un batterista e nè un bassista, e l'unico strumento elettrico era la bluesissima chitarra di Robert. L'esibizione, tuttavia, fu un crescendo d’entusiasmo, evidenziata dall' improvvisato Rock 'n' roll di I'm going home e dalla bella performance di Elmore al Sitar, durante l'esecuzione di White Rabbit.

E infine, quando il gruppo attaccò The music is over, la gente andò in tripudio tenendo il tempo con Jhon, e urlando ad un cielo dai tratti molto scuri. La gente rideva, felice di aver ascoltato qualcosa di indimenticabile, e si divertiva alle battute improvvise di Robert sui gruppi esibitisi prima.

 

Finita la performance, che nei giorni resterà qualcosa di indelebile, i tre si diressero nel Back stage… e quel che trovarono non fu di certo una cosa piacevole.

Robert venne picchiato, selvaggiamente, da un rapper bianco per una battuta che il cantante aveva osato fare su di lui. Si sentiva a pezzi e si mise a piangere disperatamente da solo in un angolo. Perché tutto quest’odio? Perché solo rumore nella testa e nel cervello?

 

Finite le esibizioni, molte delle quali avvicinabili all’intollerabile, la giuria proclamò vincitore un cantante simile a Paolo Meneguzzi, sia nei modi di fare che nell’aspetto. Si venne subito a sapere che, come spesso succedeva, “il cantante” era nipote di uno dei giurati di spicco della giuria.

Il pubblico, sconcertato per la decisione, cominciò a fischiare vistosamente. Qualcuno cominciò delle turbolenze e nell’arena si scatenò una vera e propria rissa. Si potevano vedere tamburi e chitarre volare sulla gente; neonati calpestati dalla folla; madri che cercavano piangenti i lori figli tra il marasma generale. Ma poi, come nei più grandi sogni di vita di ognuno, sul palco si erse in tutta la sua figura un uomo che aveva saputo amare e professare amore… Robert. Salì, ancora mezzo sanguinante e tutto incerottato, e con voce chiara e soave inizio a parlare: " Ragazzi non prendetevela gli uni con gli altri  per questi futili motivi...”. Una pausa, una grande respiro e la folla che si volta verso di lui…

 

“ Lo so che il mondo fa schifo e che quel raccomandato non doveva vincere… ma se volete fare qualcosa per vivere meglio, ma meglio davvero, cominciate col non picchiarvi. “ La gente pendeva dalle sue labbra, e lo ascoltava rapita…

 

“ Un mondo senza violenza é migliore… “ riprese alzando il tono della voce “perchè la violenza scatena solo violenza e bisogna smettere. Smettere davvero. Vivete spontaneamente senza una dimora: il mondo é un posto bellissimo per stare in pace con tutti... “

 

Ama molto e verrai molto amato; non trattare male le donne, sono esseri troppo belli perchè venga applicata violenza su di loro...

Non fare sesso, fai l'amore e scoprirai che é qualcosa di meravigliosamente più profondo..

 

“Vi amo tutti, siete bellissimi...”"

 

E così, tra l’applauso della folla che alle sue parole si era placata, volto loro le spalle consapevole di aver trasmesso un messaggio molto importante. E quando arrivò fuori, si diresse versò la porta d'uscita e se ne andò… Era stanco, e le ferite gli facevano un male inspiegabile.

 

Si sedette, al tranquillo cielo di una panchina, a guardare le stelle… milioni di stelle che lo guardavano dall’alto sorridendo. E dopo un po’, quando le cose devono andare verso il loro destino e tutto sembra bello e preordinato, si sedette accanto a lui una ragazza… Una bellissima ragazza.

 

Non si dissero neanche una parola… non una.

 

Però si baciarono... e fu come nei suoi sogni più profondi.

 

Siquomb (The Hippie guy)

 

Un messaggio per ognuno di voi… Ascoltatelo.

 

  
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