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Autore: Vento di Levante    15/04/2022    1 recensioni
Collezione di frammenti ambientati dopo la fine della prima stagione.
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(Abbiamo tutti un gran bisogno di pensare che andrà tutto bene, vero..? ;___;)
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Equipaggio della Revenge, Stede Bonnet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una palla colpì l'alberatura in un'esplosione di schegge, proprio mentre ogni muscolo nel corpo di Stede si tendeva per parare il fendente che minacciava di aprirgli in due il cranio.

Con uno sforzo disperato respinse la lama e guadagnò qualche passo indietro, lottando per non scivolare sul ponte scosso da paurose oscillazioni.

"Va bene!" Gridò, alzando la mano, "non devi ascoltarmi!"

Ed ruggì tuffandosi in avanti, quasi al punto da perdere l'equilibrio - e quasi al punto da infilzare Stede con un affondo furioso.

Stede balzò ancora indietro, riuscendo a riparare dietro al timone.

La nave era in fiamme e nessuno badava più a pilotarla, e nello spesso fumo che saliva vorticando dalla stiva era ormai impossibile capire da dove giungesse il cannoneggiamento delle navi della marina.

"Non ascoltarmi, ma andiamo via di qui!" gridò Stede mentre un altro colpo di cannone centrava più in basso le finestre della cabina, con uno schianto di vetri infranti.

Tanto sarebbe valso cercare di fermare la burrasca. Ed lo incalzò alternando i colpi di spada a feroci affondi con il coltello, gli occhi lampeggianti fissi su di lui come se potessero incendiarlo, davvero simili ai tizzoni ardenti dei racconti.

Eppure, con un colpo ben assestato finalmente la sciabola di Ed volò lontano, e Stede stava per riprendere fiato per parlare, addossato alla parete del castello di prua - quando Ed gli si fece di nuovo sotto, incurante della lama puntata contro il proprio petto, con uno sguardo più acuminato del pugnale nella sua sinistra - e - e - Stede gettò la spada.

Quasi nello stesso istante, il coltello di Ed penetrò di quattro dita nella parete del castello, a un soffio dal suo orecchio.

Stede rimase immobile, il frastuono del fasciame che si spezzava quasi coperto dal rimbombo del cuore nelle orecchie.

Edward gli era alla gola, la sinistra aggrappata al pugnale e la destra avvinghiata alla sua camicia, digrignando i denti così vicino al suo collo da fargli temere per la sua giugulare.

"...Ed-" balbettò, cercando di intercettare il suo sguardo - pentendosene nel momento in cui si trovò inchiodato da uno sguardo di sotto in su, gelido come l'acciaio e più tagliente di qualsiasi lama.

"Non saresti dovuto tornare." sussurrò Edward in un ringhio talmente basso che fece vibrare il suo petto e quello di Stede insieme.

Non erano così vicini da quel tramonto fatidico sulla spiaggia - così lontana adesso che Stede si sentì quasi mancare il cuore.

Quasi.

Sfiorando con lo zigomo la lama del coltello, riuscì a chinare il capo quel tanto da guardare Ed dritto negli occhi. "Non me ne sono mai andato." bisbigliò in un soffio, sentendo il sangue sgorgare lungo la guancia.

 


 

Quella pietra focaia che era il cuore di Edward Blackbeard Teach diede in un'altra dolorosa fiammata.

Non credeva ne fosse ancora capace; pensava di averla, insieme a tante altre cose, scaraventata in fondo al mare.

"Taci!" ruggì, sentendo bruciare gli occhi e la gola come il fuoco dell'incendio - e prima di accorgersene aveva lasciato il coltello per premere con tutto l'avambraccio sulla gola esposta di Stede Bonnet, per non dover sentire più la sua voce, per non dover ascoltare altre bugie, per far tacere una volta per tutte il boato del Maelstrom che gli vorticava in petto da quando ne aveva strappato via il cuore.

Non voleva sentire, non voleva vedere, nascose il viso sul braccio che stava premendo senza guardare su quel collo nudo e bianco.

E poi, con orrore, sentì il tocco di una mano - quasi impercettibile - quasi già un fantasma - con delicatezza infinita accarezzargli i capelli.

La diga cedette di schianto.

L'urlo del gorgo nero che aveva in petto venne fuori dalla sua gola come la voce dell'uragano.

Poi un'esplosione, un urto, e il mondo divenne buio.

 

 


 

Edward Blackbeard Teach sapeva che il suo destino era nel fondo del mare.

Ogni marinaio, in fondo, lo sa; tante volte era già sfuggito alle sue lunghe dita insidiose, sopravvissuto senza sapere come, risputato fuori su una spiaggia o su un relitto sotto la luna.

Ora doveva essere la resa dei conti.

Quando dischiuse gli occhi, senza sapere più dove fosse l'alto e dove il basso, il petto insieme gelato e in fiamme, pensò che finalmente gli abissi lo reclamavano come cosa propria, per ornare con le sue ossa le distese di lunghe alghe e i mosaici di corallo, a rendere l'anima al diavolo o a chiunque governasse capricciosamente le viscere dell'oceano.

Eppure, proprio un momento prima di perdere nuovamente conoscenza, si sentì afferrare e strappare via a forza dal suo letto di gorgonie, trascinato verso la perlacea superficie un milione di braccia sopra la sua testa.

 


 

Onde.

Il lento respiro sonnolento del mare.

Sabbia tiepida sotto le dita, il calore dei primi raggi del mattino.

Edward Blackbeard Teach tornò lentamente cosciente di essere vivo.

Non aveva la forza per aprire gli occhi, ma andava bene così.

Aveva il rumore delle onde da ascoltare, la sabbia calda sotto le mani.

Un tepore delizioso che dalla nuca e le spalle si irraggiava lungo la schiena, al petto, fino sul viso.

Era confortante, era abbastanza.

Inspirò l'odore dell'onda, bevve il tepore del sole.

Si lasciò sfuggire un sospiro.

"Oh, Ed." mormorò una voce, sopra di lui. "Grazie a Dio."

Edward Blackbeard Teach aprì lentamente gli occhi.

Chino sopra di lui, Stede Bonnet aveva tutta l'aria di essere sul punto di piangere.

Ed si rese conto di giacere lungo disteso con il capo sulle sue ginocchia, che una mano di Stede era posata sopra la sua fronte.

Corrugò le sopracciglia, confuso; ma quasi subito dovette richiudere gli occhi.
Si sentiva avviluppato da una stanchezza pesante come piombo.

"...Stede..?" farfugliò, sforzandosi di sollevare una mano dalla sabbia. Un'altra mano, calda e ferma, afferrò la sua.

"Sono qui." mormorò la voce di Stede, da qualche parte sopra di lui, un milione di braccia più in alto eppure incredibilmente vicino.

E senza più opporre resistenza, con un breve sospiro, Ed si lasciò rapidamente scivolare in un sonno profondo.

 


 

   
 
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