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Autore: pattydcm    16/04/2022    0 recensioni
Fox non si sarebbe mai aspettato che il suo incarico sotto copertura sarebbe stato del tutto messo in secondo piano dall'arrivo di Mirco Neigo nella sua vita. Il giovane, infatti, lo coinvolgerà in un'avventura ai limiti della realtà, portandolo a diventare la guida vivente di un guardiano di anime.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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28 Il convento abbandonato
 
 
Il sorriso del presidente della Pro Loco di Bagno calo è un’accozzaglia di denti ingialliti dalla nicotina e dalla scarsa igiene orale disposti in modo disordinato sulle gengive sanguigne. Li mostra quasi con orgoglio, sollevando le labbra screpolate circondate dalla barba bianca.
Non era così che Fox si era immaginato l’uomo col quale Mendez ha stretto gli accordi citati nella e-mail che lui e Sky Fall hanno trovato. Forse sono stati la formalità e l’italiano corretto con la quale era scritta ad averlo portato a pensare che si sarebbe trovato dinanzi ad un distinto uomo in giacca e cravatta. Calogero Lo Presti, invece, di distinto non ha nulla. I suoi abiti eleganti non riescono a celare il suo essere un uomo fondamentalmente volgare e trasandato e le occhiate di rimprovero che scocca ai commensali presenti al pranzo di benvenuto, i toni duri e diretti con i quali zittisce persino il sindaco e la sicurezza che ostenta mentre si prende gioco dei loro trascorsi a Saint Boser e a Lumi mostrano quanto sia anche disonesto e pericoloso. Non poteva che avere queste caratteristiche il potenziale socio del loro direttore.
Non sai con chi ti sei messo in affari, vecchio mio” pensa Fox, nauseato dal monologo autoreferenziale con il quale li sta intrattenendo. Parola dopo parola vede sfumare la possibilità di riuscire a reperire le prove che gli servono per chiudere l’inchiesta. Mendez, molto probabilmente, fregherà per bene questo pallone gonfiato prendendosi qualunque cosa gli abbia promesso per poi lasciarlo a bocca asciutta. Senza lasciare traccia del suo passaggio, ovviamente, come solo un professionista della truffa quale è sa fare.
E sono quasi tentato di tifare per lui, questa volta” sbuffa Fox, inorridito dal modo in cui Calogero sta parlando delle concorrenti che parteciperanno al concorso di bellezza che si terrà durante la sagra. Un gioco innocente proposto a ragazzine dai diciotto ai ventidue anni che lui sta descrivendo scendendo in dettagli così intimi da dare l’idea di volerle vendere al miglior offerente.
<< …e se quest’anno ce ne sono dippiù è solo grazie alla vostra presenza >> chiosa in conclusione al suo discorso, facendo addirittura partire un applauso al quale i commensali si aggregano entusiasti.
Fox ha il terribile sospetto che gli accordi che quest’uomo ha preso con Mendez riguardino proprio le concorrenti e ben poco gli piace sapere di essere stato in qualche modo complice di questi due farabutti grazie alle disavventure che hanno vissuto e al successo che da queste stanno ottenendo. Non sarebbe la prima volta che il loro direttore si ritrova a gestire giri di giovani ragazze costrette con l’inganno alla prostituzione e teme che possa non essere poi così difficile per un individuo come Calogero raggirare una di loro con false promesse di successo o altre simili esche.
Oltre che potenziale complice non gli piace per nulla la possibilità di ritrovarsi spettatore impotente di una così infima situazione. Forse se chiamasse Gray Stone e lo mettesse a conoscenza dei suoi sospetti questi cambierebbe idea e porrebbe fine al ‘silenzio radio’ che gli ha imposto da ieri sera.
E’ inutile che mi illuda. Mi ringrazierebbe per l’informazione rassicurandomi che se ne occuperebbe insieme a Sky” sospira, sentendo montargli dentro la stessa rabbia che li ha portati a litigare al telefono. L’estromissione dalla chat e il conseguente ‘silenzio radio’ non sono solo uno schiaffo che per soddisfare il suo orgoglio ferito Gray Stone ha dato ai sacrifici che ha fatto negli ultimi sei mesi. Sotto la rabbia, infatti, Fox percepisce la paura. Trovarsi in prima linea proprio quando si è ancora più vicini a un potenziale contatto con il nemico ed essere privati della protezione e della rassicurazione che un collegamento con la base sanno dare non è poi così diverso da ciò che è successo a Mirco.
Volge lo sguardo al suo assistente, concentratissimo sul cibo che ha nel piatto. Il ragazzo non stava più nella pelle all’idea di ritrovarsi così a sud del Paese e aveva stretto entusiasta la mano di Giorgio Neri, il sindaco di questa cittadina alla quale aveva preso a scattare foto a raffica. Da quando si sono seduti a questo tavolo allestito per dare loro il benvenuto, lo ha visto scoccare occhiate furtive in direzione del presidente della Pro Loco e non è solo disgusto nei confronti di quest’uomo quello che trova sul suo viso. È spaventato da lui e il fatto che una persona con le sue capacità guardi con timore ad un individuo simile non è per nulla rassicurante.
Deve aver ‘visto’ qualcosa in lui” deduce e il timore che proprio Calogero possa diventare il loro ennesimo problema acuisce ancora di più la rabbia nei confronti di Gray Stone e della sua ingiusta decisione. Non merita una simile punizione da parte sua, proprio come è convinto non l’abbia meritata Mirco. E’ possibile, infatti, che entrambi abbiano vissuto la spiacevole esperienza di essere usati come pedine da un capo pretenzioso ed egoista che li ha assoggettati al suo volere con l’unico scopo di soddisfare i propri interessi.
Calogero gli da una pacca sulla spalla dicendosi entusiasta della possibilità di ospitarli sulla sua barca in occasione della nottata in cui si svolgerà la gara di pesca. Fox deve fare un vero e proprio sforzo per mettersi un sorriso cordiale sulle labbra e ringraziarlo per la grande possibilità che sta offrendo loro. L’uomo ride di gusto convinto che non possano che essere felici della sua proposta e si alza in piedi decretando la fine del pranzo. Tutti gli altri commensali scattano sull’attenti come tanti soldatini pronti a ricevere ordini dal loro generale. Solo il sindaco si avvicina loro sganciandosi dal gruppetto.
<< Ci tenevo a scusarmi ancora per quanto accaduto in hotel >> dice stringendo loro le mani. << spero abbiate trovato il pranzo di vostro gradimento, nonostante… >> lascia la frase in sospeso, però, volgendo lo sguardo in modo eloquente verso Calogero ormai lontano.
<< Tutto ottimo, signor sindaco. Non si preoccupi per la stanza. Ci siamo trovati in posti molto meno accoglienti e non sarà un problema per noi condividere lo stesso letto >> lo rassicura Fox al quale tutto sommato fa simpatia questo ometto basso e tondo con i baffetti da moschettiere e la pelata lucida. Giorgio Neri si scusa ancora e il suo sguardo sottolinea nuovamente quale sia l’oggetto reale delle sue scuse. Non deve essere facile ricoprire il ruolo di sindaco in un piccolo paesino dove un uomo come Calogero Lo Presti detta legge sentendosene il padrone.
<< Senti… l’invito che quell’uomo ci ha fatto per il concorso di pesca… ecco, io preferirei restare con i piedi sulla terra ferma >> gli sta dicendo Mirco mentre percorrono la passeggiata, finalmente liberi dalla soffocante ospitalità locale.
<< Certo. Tu devi restare con i piedi per terra! >>.
<< Oh. Quindi lo sai >> gli domanda il ragazzo, che, colpito dall’enfasi col quale ha sottolineato quel ‘devi’, abbassa lo sguardo imbarazzato.
<< In realtà non so nulla. L’‘inquilino’ mi è apparso in sogno a Lumi prima che venisse fuori tutto il casino legato a Perla ripetendomi più volte ‘tienilo lontano dal mare!’. Non sapevo neppure si riferisse a te e mi chiedo ancora il perché di questo monito >>.
Mirco storce il naso e china ancora di più il capo incassato tra le spalle ossute. Da come si sta comportando, Fox non è più cosi sicuro di voler scoprire perché la grande distesa d’acqua salata che lui adora sia per il suo assistente fonte di pericolo.
<< Non siamo scesi nei dettagli, ma penso tu abbia capito che le mie ‘crisi’ avvengono quando entro in contatto con un’anima errante. Durante questi stati di trance ricevo tutte le informazioni che possono essere a me utili per capire se devo aiutarla o proteggermi da lei. Il mare è un moto perpetuo di correnti che trasportano coloro che in lui hanno trovato la morte. Se vi cadessi dentro o se l’impatto con una di queste anime fosse forte al punto da stordirmi e farmici cadere, annegherei. Per questo è importante che ne stia alla larga, dal mare come da tutti i corsi d’acqua >>.
<< Dio santo >> si lascia sfuggire Fox, sconvolto dal fatto che questo ragazzo non possa godere neppure della piacevolezza di un bagno in mare. << Vale, ora che mi hai spiegato la faccenda sono tentato di tenerti lontano persino dalla vasca da bagno >>.
<< Non credo che ti convenga! >> ride Mirco e per un bel pezzo di questa passeggiata sul mare calabro scherzano sugli effetti indesiderati di una scarsa igiene personale prolungata. Poi il silenzio cala, pesante come una coperta e Fox prova di nuovo la sensazione che il suo assistente non gli abbia proprio detto tutto riguardo al perché sia meglio per lui non entrare in mare.
<< Sei davvero sicuro di voler trascorrere un’intera notte da solo su una barca a largo con quell’uomo? >> gli chiede, alzando appena lo sguardo a incontrare il suo.
<< Quel tipo non piace neanche a te, eh? >> ribatte lui che nella smorfia con la quale Mirco accoglie la sua battuta coglie paura e ribrezzo.
<< Quel tipo ha ucciso della gente, Rio >> borbotta a disagio.
<< Come fai ad esserne così certo? >> gli chiede arrestando il suo cammino. Ha colto anche lui la crudeltà sul volto e nei modi di Calogero e non scommetterebbe un centesimo sul suo essere immacolato, ma avrebbe bisogno di elementi e indagini ulteriori per dirsi sicuro di aver da poco stretto la mano di un assassino come invece sta facendo Mirco.
<< Non te ne sei accorto perché il sindaco non faceva altro che parlarti, ma quando gli ho stretto la mano sono andato in trance per alcuni secondi. E’ così che ho visto quanto le sue mani siano sporche di sangue >>.
<< No, aspetta un attimo! >> esclama inorridito afferrandogli la spalla. << Vuoi dire che anche i vivi sono in grado di scatenare le tue crisi? >>.
<< Solo quando hanno vissuto simili esperienze. Avrai notato che cerco di evitare di stringere la mano a chiunque. Quel bastardo, però, l’ha praticamente afferrata da sè >>.
<< Sì, in effetti l’avevo notato. Caspita, mi chiedo proprio come tu faccia a sopportare tutto questo >> dice battendogli la mano sulla spalla. Mirco abbozza un sorriso e distoglie lo sguardo dal suo, sempre più in imbarazzo. La sensazione che non gli stia dicendo tutta la verità torna a farsi viva e con lei giunge un’improvviso dubbio capace di gelargli il sangue nelle vene.
<< Queste trance sono scatenate solo dal tocco dei vivi che hanno commesso crimini violenti oppure anche da altre cose? >> gli chiede e gli basta avvertire la tensione che subito si impadronisce del corpo del ragazzo per avere la risposta che temeva. Allontana da lui la mano e fa istintivamente un passo indietro cosa che allarma il suo assistente.
<< Mi dispiace >> dice questi facendosi piccolo.
<< Di cosa? >> gli chiede lui diffidente.
<< Beh… di essere così, per prima cosa, e poi… ecco, non ho colto nulla di definito in te e quando accade di solito è perché la persona ne ha vissute talmente tante che neppure la sua anima sa da dove partire per mostrarmele. Ho vissuto il tuo terrore, però, questo sì. E il dolore, anche >>.
<< Cosa vorrebbe dire che lo hai vissuto? >> gli chiede inorridito.
<< Che l’ho vissuto >> ridacchia lui impacciato. << Queste esperienze, queste emozioni, questi traumi… io li sento sulla mia pelle, nelle mie viscere. Risuonano in tutto il mio essere e sono… sono terribili. E se lo sono per me coglierli indirettamente non oso immaginare come siano per chi ha avuto la disgrazia di viverli davvero >>.
Fox scuote il capo e si allontana ancora di qualche passo da Mirco. Quello che gli sta dicendo è davvero troppo. Che vedesse le anime dei defunti ha fatto già fatica a digerirlo e forse non ci è neppure ancora riuscito. Questa ulteriore novità, però, gli toglie il fiato e non solo per la brutta sensazione di essere stato violato nella sua privacy. Lo sgomento per ciò che è costretto a vivere questo ragazzo ogni istante della sua esistenza gli chiude lo stomaco. Nonostante continui a ripetersi che dovrebbe pensare a se stesso, in questo momento, e alle cose che Mirco può aver visto e colto del suo passato, l’unica domanda che gli gira per la testa è ‘come si può vivere così?’.
Era solito chiedersi la stessa cosa ogni volta che Marco cadeva per terra preda delle convulsioni. Provava continuamente a mettersi nei suoi panni e, sebbene lui vivesse una situazione tossica in casa e subisse, insieme a sua madre, costanti violenze fisiche e psicologiche, era terrorizzato dall’intromissione randomica delle crisi epilettiche a sconvolgere la vita di suo fratello.
E’ anche questo un modo per fuggire da se stessi e dai proprio problemi” pensa, rendendosi conto di come lo stia facendo ancora. Nonostante il desiderio di portare avanti l’inchiesta, non ha accettato di tornare ad essere operativo a causa del mistero di Mirco. Trovare una soluzione ai problemi del suo assistente ha di fatto assunto una priorità maggiore e capace di distoglierlo dalla risoluzione dei propri.
<< Tutto bene, Rio? >> gli sta domandando Mirco, che ha avvicinato la mano al suo braccio senza però toccarlo.
<< No >> ammette allontanandosi da lui. << Ho bisogno di una nuotata >> aggiunge tornando a ripercorrere la passeggiata diretto all’hotel.
<< Vuoi nuotare adesso? Ma hai appena finito di mangiare >> si preoccupa il ragazzo standogli dietro.
<< Quelle sono cazzate per madri ansiose, Mic >> ribatte accelerando il passo, desideroso solo di togliersi di dosso lui e la sgradevole sensazione di disagio e imbarazzo che gli genera la sua presenza.
Quando raggiunge l’hotel scorge già dalla passeggiata un capannello di ragazze ferme attorno all’ombrellone a loro assegnato. Una di queste si volta verso di lui e inizia a saltellare entusiasta indicandolo col dito, reazione che allerta tutte le altre. Mentre alcune si limitano a restare all’ombrellone e puntargli contro lo smartphone pronte a scattere foto e fare video, altre corrono verso la passeggiata urlando esagitate, tanto da portarlo a indietreggiare spaventato.
<< Sei proprio sicuro di volerti mettere in costume davanti a loro? >> gli domanda Mirco che ritrova alle sue spalle, affannato dalla corsa fatta per stargli dietro.
Il gruppetto di ragazze li circonda e a loro si aggiungono altri curiosi. Sottrarsi alla richiesta di selfie è pressocchè impossibile e Fox ha troppi pensieri per la testa, troppe mani che lo toccano e troppe voci nelle orecchie per poter reagire lucidamente. Per fortuna Mirco prende in mano la situazione un attimo prima che l’istinto di gridare a tutti quanti di lasciarli in pace prenda il sopravvento. Riesce a convincerli di lasciare che raggiungano il loro posto nella spiaggia e catalizza l’attenzione interamente su di sé.
Fox non perde l’occasione per fuggire all’abbraccio isterico di questa piccola folla e raggiungere la cabina dentro la quale si chiude. Si siede sulla panchetta e prende la testa tra le mani cercando di gestire il panico incalzante con lunghi e lenti respiri profondi.
<< Avanti, capitano, ne sei venuto fuori >> gli dice Marco la cui gelida presenza sente al suo fianco.
<< Quella pagina Facebook sarà la mia rovina >> borbotta bloccandosi un attimo prima di sfregare forte gli occhi con le mani, memore della presenza delle lenti a contatto.
<< La sottiletta se l’è cavata bene e tu hai reagito in linea col personaggio di Valerio Rossi. Temo, però, che sia meglio se ti limiti a nuotare al mattino presto, altrimenti non ti giochi solo la copertura, ma rischi pure di finire in chissà quali siti >>.
La battuta di Marco gli strappa una risata isterica che cerca di contenere premendo forte la mano sulla bocca. In effetti il fratello non ha tutti i torti. Per quanto le gare di nuoto lo abbiano abituato agli sguardi sfacciati della gente deve ammettere che non se la sente di finire in pasto ai leoni da tastiera che già si sono scatenati nel commentare la visiera del berretto perennemente calata sugli occhiali da soli dalle lenti grandi. Il problema è che avrebbe davvero bisogno di sfogare con una nuotata le emozioni e le tensioni che gli vorticano dentro in questo momento.
<< Lui non sa niente, Liber! >> gli dice Marco, lasciandolo senza fiato. << Ha davvero visto solo brandelli di immagini dalle quali ha capito che hai rischiato di essere ucciso, ma non sa altro >>.
La rassicurazione del fratello crea un’onda calda capace di portarsi via parte della tensione e permettergli di respirare. Non gli piace il senso di vergogna che, nonostante gli anni di psicoterapia e le consapevolezze acquisite, continua a presentarsi prepotente al solo sfiorare il ricordo di quanto ha vissuto. È un meccanismo assurdo che porta chiunque sia vittima di una qualunque forma di violenza a sentirsi in difetto e a cercare in sè le colpe di quanto accaduto, quando l’unica persona che dovrebbe vergognarsi è colei che quella violenza l’ha causata. Un modo subdolo di continuare a mantenerne vivo il ricordo nella propria mente, restando vittime di un vissuto doloroso che continua a danneggiare anche quando le ferite del corpo si rimarginano. Ferite che hanno lasciato cicatrici che mostrano al mondo ogni giorno la triste verità senza che si possa fare nulla per nasconderla.
<< Mistica c’è riuscita >> borbotta Marco. Fox ridacchia passando le dita sulla cicatrice che ha sotto la clavicola sinistra lasciata dalla più profonda delle pugnalate che per poco non l’hanno ucciso. La avverte appena grazie al filler a base di acido ialuronico con il quale Mistica le ha trattate per eliminarle da quello che sarebbe diventato il corpo di Valerio Rossi. Un trattamento che andrebbe ripetuto nel tempo per renderlo permanente e al quale Fox ha pensato di sottoporsi perché il risultato lo ha lasciato davvero a bocca aperta.
Gray Stone gli ha scoccato un’occhiataccia quando si è lasciato sfuggire questo desiderio. Benchè a sua volta cerchi di nascondere le cicatrici che gli deturpano il viso e il corpo in modo inquietante, il suo capo è dell’idea che facciano parte della propria storia, come possono esserlo le rughe o i capelli bianchi e che eliminarle del tutto vorrebbe dire nascondere la verità per prima cosa a se stessi, togliendo valore al dolore che si è provato.
 << Io credo, invece, che non ci sia nulla di male nel voler voltare pagina e andare avanti >> sbotta Marco palesemente infastidito. Lo stranisce il fatto che a generare questo fastidio possano essere le idee di Gray Stone, persona che in vita ha ammirato più di ogni altra. Era stato lui, infatti, a proporgli più volte di scappare via insieme da Torino per chiedere ospitalità a questo giornalista investigativo che non temeva di raccontare le verità più scomode, prima tra tutte quella che aveva dato origine alle sue cicatrici. Evidentemente avrà cambiato idea nel corso di questi anni e degli eventi ai quali avrà assistito restando al suo fianco.
Ecco che torna forte il senso di vergogna, questa volta per ciò che lo ha portato a scappare da Madrid e farsi assegnare a questa assurda operazione sotto copertura.
<<  E’ stata la cosa migliore che tu abbia fatto >> sottolinea Marco e per fortuna lo smartphone inizia a vibrare togliendolo dalla scomoda situazione di parlare col fratello di un argomento che non è ancora pronto ad affrontare.
<< Ti prego, solo buone notizie! >> eslama ancora prima che Mirco dica alcunché.
<< Ho disperso la folla di fans >>.
<< Ottimo lavoro! Ora vai con la brutta notizia >>.
<< In realtà non so se sia brutta >>.
<< Perché la cosa mi preoccupa ancora di più? >> sbuffa, appoggiando la testa contro la parete della cabina.
<< Dai, non essere così pessimista. Magari vuole solo giocare prima di fare il salto >>.
<< Ma di cosa diavolo stai parlando? >>.
<< Vieni fuori che te lo spiego >>.
Fox alza gli occhi al cielo e con la stanchezza di mille persone sulle spalle si rimette in piedi ed apre cauto la porta della cabina. Scorge il suo assistente accosciato accanto ad una bambina di circa quattro anni che sta costruendo un castello di sabbia ai piedi dell’ombrellone al di là della passerella in legno che divide la spiaggia attrezzata dell’hotel da quella confinante. La madre, visibilmente incinta, li osserva dalla sdraio e tenta di interrompere il fiume di parole della figlioletta che però non le da retta. Fox non riesce a capire cosa possa esserci di insolito in questo quadretto se non il fatto che Mirco stia a tutti gli effetti giocando con la sabbia insieme ad una bambina probabilmente iperattiva.
Decide allora di uscire dal suo rifugio e raggiungere questa insolita coppia. Man mano che si avvicina loro nota che la bimba molto spesso guarda un punto nel vuoto accanto a sé e sembra anche interagire con questo. Se non avesse saputo nulla del mistero del suo assistente avrebbe trovato tenerissima questa interazione tra una bambina e il suo amico immaginario. Dopo gli ultimi accadimenti, però, la scena che sempre più gli si delinea dinanzi agli occhi gli gela il sangue nelle vene.
<< Ecco il mio capo! >> esclama Mirco, portando l’attenzione della donna e della bambina su di lui. In poche battute Fox si ritrova a sua volta seduto sulla sabbia con un rastrello in mano a ricevere ordini da Federica su come innalzare l’ultimo torrione. Scopre ben presto di essere del tutto inadeguato a simili opere d’ingegno e di stare facendo parecchio ridere sia lei che Andrea.
<< E’ il suo amichetto invisibile. Sa com’è, la pediatra dice che sono cose che succedono quando c’è in arrivo un fratellino… >> ci tiene a precisare la donna, sicuramente preoccupata che qualcuno possa mettere in giro strane voci riguardo alla salute mentale della figlia.
Fox alza gli occhi a incontrare quelli di Mirco che si limina ad annuire. Pare proprio che dopo Jean Picard e William, alla schiera di anime giunte a rendere più interessante questo mese di sagre si sia aggiunta quella di un bambino.
<< Io lo so dove Andrea vi porta >> sta dicendo la piccola, che, con un sorriso birichino sulle labbra, scocca occhiate dispettose verso il vuoto al suo fianco. << Ci posso venère pure io? >> chiede a Fox guardandolo con occhioni supplici.
<< Federica, non essere invadente. I signori devono lavorare >> la richiama la madre e il modo in cui la piccola alza gli occhi al cielo per poi scoccarle un’occhiataccia la dice lunga sul suo caratterino. Si blocca, però, un attimo prima di far partire il concerto di strilli ed è inquietante sapere che c’è davvero qualcuno accanto a lei che le sta dicendo qualcosa di convincente al punto da farla desistere dai suoi intenti.
<< Va bene, allora me lo raccontate poi >> dice, infatti, congedandoli, per poi versare il resto dell’acqua di mare contenuta nel secchiello nel fossato che hanno creato attorno al castello.
Mirco si alza in piedi, saluta le loro vicine di ombrellone e si incammina verso il bagnasciuga. Fox si affretta a fare altrettanto, curioso di capire cosa diavolo stia succedendo.
<< Lui è con noi? >>.
<< Sta dando noia a quei gabbiani >> annuisce Mirco, indicando con un cenno del capo i grassi pennuti che volano via spaventati qualche metro più in là rispetto a loro.
<< E’ davvero un bambino? >>.
<< Purtroppo sì >> sospira il ragazzo. << Ha all’incirca 5 anni ed è morto affogato a causa di un’onda anomala in una giornata di mare grosso. A quanto pare è scappato alle attenzioni di sua madre e sua nonna ed è convinto che loro siano ancora qui da qualche parte >>.
<< Non sa, quindi, di essere morto? >>.
<< Ovviamente no. La sua esistenza è un gioco continuo sulla spiaggia nella speranza che mamma e nonna non si accorgano del suo essere scappato alle loro attenzioni. Mi ha detto che ha qualcosa di misterioso da mostrarmi >>.
<< E’ così che funziona? Uno di loro ti dice che ha qualcosa da mostrarti e tu lo segui senza pensare alla possibilità che possa essere una trappola o qualcosa di simile? >> gli chiede, preoccupato dei nemici ai quali aveva accennato Alex e che a suo dire sarebbero sempre pronti a portare Mirco sulla cattiva strada per impadronirsi dei suoi poteri di Guardiano di anime.
<< Credimi, Rio, che qui attorno di anime erranti ce ne sono a mazzi. Non è un caso che tra tutte proprio Andrea mi abbia rivolto la parola e se dice di avere qualcosa di importante da mostrarmi è mio compito seguirlo, dal momento che potrebbe essere utile per aiutarlo a compiere il salto da questo mondo nel quale è intrappolato da troppo tempo all’altro nel quale potrà proseguire il suo percorso >>.
<< Quindi il tuo compito è quello di aiutarle a saltare via da qui >> riflette acquisendo questa nuova informazione. << Questo vuol dire che non dovrai fare un altro esorcismo >>.
<< No, la bambina non è posseduta >>.
<< Allora come può vederlo e giocarci persino assieme? >>.
<< Perché è una bambina >> fa spallucce Mirco. << I bambini non hanno tutti i filtri cognitivi degli adulti e questo li rende maggiormente recettivi e capaci di entrare in contatto con le anime dei defunti. Questo non vuole necessariamente dire che debba essere sempre pericoloso per loro. In questo caso, ad esempio, sono amici >>.
<< Dovrai, però, dire loro la verità. A lei che il suo amico è un fantasma e a lui che è… morto >>.
Lo stomaco di Fox si chiude talmente forte da obbligarlo a posarvi sopra la mano, gesto che non passa inosservato al suo assistente. Questa nuova avventura si posa su basi ancora più tristi e difficili da accettare. In questi sei anni di inchieste ha avuto la sfortunata occasione di conoscere bambini ancora troppo piccoli per comprendere le brutture del mondo che, però, purtroppo ne erano già stati sporcati. Se ha accettato questo incarico sotto copertura è stato anche per allontanarsi dalla possibilità di provare ancora simili strette allo stomaco e invece eccolo nuovamente coinvolto in una situazione che teme diventerà emotivamente pesante.
<< Non è ancora tempo per queste cose >> sussurra Mirco, distogliendolo dai suoi pensieri. << Ciò che è importante adesso è questa ‘cosa’ che vuole mostrarmi >>.
La ‘cosa’ misteriosa che tanto sta a cuore ad Andrea li sta conducendo oltre il porto, verso uno stretto sentiero che si inerpica lungo il costone di montagna che cade a picco sul mare. Questo si fa via via più stretto, assumendo le fattezze di una brulla mulattiera che sembra volerli condurre fino alle rovine di un palazzo.
Impiegano parecchio tempo a salire fino alla base del rudere e quando finalmente ci arrivano sudati e graffiati come fossero usciti da uno scontro con gatti selvatici, Mirco indica una breccia nel muro davanti alla quale pare che il bambino si sia fermato. Li invita, poi, a seguirlo intrufolandosi nel palazzo attraverso lo stretto passaggio.
Spingendo e imprecando, prima Fox e poi Mirco lo seguono, ritrovandosi a strisciare sull’erba secca e pungente di un giardino abbandonato a se stesso.
Una strana tensione è presente in questo luogo fin troppo silenzioso. Fox la avverte accapponargli la pelle, tanto che preferirebbe attraversare nuovamente quella breccia nel muro e allontanarsi da questo luogo, piuttosto che raggiungere con circospezione il sentiero brullo poco distante che li conduce al portone d’ingresso del palazzo. Inciso sulla pietra proprio sopra il sestante della porta vi sono delle parole sbiadite dal tempo.
<< Silentium quod aperit ianuam Paradisi clavis oboedientiae[1] >> fatica a leggere Mirco.
<< Potrebbe essere stato un vecchio convento… o un monastero >> ipotizza Fox. Questo posto non gli piace per nulla e ancora meno dover seguire Mirco che ha già attraversato il portone divelto di legno ormai marcio.
A dispetto del caldo torrido esterno, la temperatura è molto fredda dentro questo luogo abbandonato a sè stesso dove i raggi del sole filtrano appena dalle grandi imposte chiuse sulle finestre, conferendo al salone principale un aspetto tetro e per nulla rassicurante. Dal soffitto molto alto pendono lunghe ragnatele che coprono in parte vecchi affreschi ormai quasi del tutto sbiaditi.
<< Sarebbe il set perfetto per un film dell’orrore >> sussurra Fox, la cui voce rimbomba nell’ampio spazio vuoto. I loro passi stanno sollevando nuvole di polvere dal pavimento in pietra sbrecciato e coperto di calcinacci e immondizie. Ora che gli occhi si stanno abituando alla penombra è possibile notare la presenza di due porte poste alle estremità del salone principale e che condurranno sicuramente alle altre ali del palazzo.
Un rumore improvviso fa sobbalzare entrambi. Fox e Mirco si scambiano un’occhiata spaventata prima di volgere lo sguardo alla grande scala in legno che come un ventaglio dal centro del salone si apre per salire imponente fino al primo piano.
<< Non vorrai mica andare lassù? >> bisbiglia al suo assistente che per tutta risposta muove un passo verso la scalinata. << Ma che cazzo fai? >> lo blocca afferrandolo per un braccio. << Per prima cosa non sappiamo cosa può esserci lassù e poi, cristo, guardati attorno! Questo posto potrebbe crollarci addosso e… >>.
<< Miii come site lenti! >>.
Una voce squillante rimbomba contro le pareti del salone facendo ondeggiare persino le ragnatele appesa al soffitto. Stupito, Fox alza lo sguardo e strilla nel vedere un bambino guardarli con le manine salde ai fianchi fermo sulla sommità delle scale. Questo ride della sua reazione e li esorta a seguirlo prima di scomparire al di là della balconata.
<< Quello era Andrea, vero? L’ho visto! L’ho visto anche io, Mirco, com’è possibile? >> chiede Fox spaventato.
<< C’è una strana energia in questo luogo >> risponde criptico il ragazzo, prima di muovere un altro passo verso la scalinata.
<< Ma sei matto? Vuoi davvero andare lassù? >>.
<< E’ quello che ha chiesto di fare >>.
<< E tu, ovviamente, ti attieni al suo volere senza pensare alla tua salute >> ribatte Fox, nervoso.
<< Rio, credimi, è molto più facile che la mia salute sia messa a rischio se non mi attengo a ciò che vuole >> dice il ragazzo, liberando il braccio dalla sua stretta. << Puoi aspettarmi qui, se preferisci >> propone per poi iniziare a salire attento la rampa dissestata della grande scalinata.
Fox deglutisce e rassegnato posa il piede sul primo gradino che per tutta risposta scricchiola in modo preoccupante. Il rumore prodotto dal loro incedere lento spaventa alcuni topi che sgusciano fuori da sotto i gradini per correre via a perdifiato verso l’ingresso principale, come volessero abbandonare una nave prossima a colare a picco.
Questa non è per nulla una buona cosa” pensa Fox ormai giunto al pianerottolo ai cui estremi si trovano altre due enormi porte in legno. Quella alla loro destra si apre sul buio tetro che sembra dominare l’ala est del palazzo. L’altra alla loro sinistra, invece, non è solo chiusa ma addirittura sprangata con delle grandi assi di legno chiaro. Ed è dinanzi a questa che compare nuovamente Andrea, che li esorta a seguirlo per poi attraversarla.
<< Fantastico! >> esclama Fox, passando entrambe le mani tra i capelli. << Questa è l’unica porta del palazzo che non solo è chiusa, ma sembra che qualcuno si sia impegnato per renderla inespugnabile, te ne sei reso conto? >> fa notare a Mirco, che, però, non fa una piega dinanzi alla sua osservazione. I suoi occhi sono puntati proprio contro quelle assi di legno che sembrano averlo ipnotizzato.
<< Ehi, che fai? Hai sentito cosa ti ho detto? >> ripete Fox muovendo un passo verso di lui.
Non toccarlo!”.
Violenta come una bastonata, la voce di Alex gli spacca la testa dal di dentro obbligandolo ad afferrarla con le mani.
<< Ma che cazzo succede? >> gli chiede scorgendo tra le lacrime Mirco dirigersi come un automa verso la porta.
“Rischieresti di spezzare il contatto. Stagli accanto senza toccarlo. Ti dirò io quando intervenire” gli ordina Alex e sebbene scapperebbe volentieri a gambe levate da lì, si porta vicino al ragazzo che ha ormai raggiunto la porta. È inquietante il suo volto privo di alcuna espressione con quegli occhi fissi sulle assi alle quali avvicina piano la mano. Nello stesso momento in cui la posa contro la porta, il diaspro che Fox ha al collo diviene incandescente e pesante.
<< Oh, cristo! >> esclama questi terrorizzato, afferrandolo per il cordino in modo da allontanarlo dalla pelle.
Uno strano rumore lo distoglie, però, dal dolore. Dalla porta contro la quale il suo assistente ha ancora la mano appoggiata proviene un rumore leggero simile al graffiare di un unghia contro il legno. Pian piano a questo unico graffio se ne aggiunge un altro e poi molti altri che si fanno via via sempre più forti e imponenti. Come in un Bolero a questi graffi si aggiugono dei colpi sordi e regolari provenienti dal piano di sotto che aumentano anch’essi di velocità proprio come i battiti del cuore impazzito di Fox.
“Ma dove cazzo sono finito?” si chiede, terrorizzato da un lamento tutt’altro che umano che sta salendo dal basso ad aggiungersi al resto della macabra sinfonia.
Allontanalo da quella porta, presto!” intima Alex e senza farselo ripetere due volte Fox afferra il polso della mano destra di Mirco deciso a staccarla da questa maledetta porta che sembra racchiudere demoni infernali pronti a farla a pezzi pur di uscire. Fallisce, però, nel suo intento. Non solo la mano del ragazzo sembra essere incollata all’asse sulla quale è posata, ma addirittura il suo intero corpo è diventato un monolite di pietra inamovibile.
<< Eddai, Mic, non rendere le cose più difficili! >> sbotta Fox deciso a levare le tende da lì ad ogni costo. Spalle alla porta, abbraccia Mirco e facendo leva sulle gambe tenta di sradicarlo da lì. Nel retro cranio riconosce la strana nenia che aveva sentito invocare ad Alex in area ristoro e spera che quanto prima riesca ad aiutarlo, perché teme che la sua schiene non potrà reggere a lungo lo sforzo di spingere con così tanta forza.
Di colpo la resistenza viene meno e lui e Mirco si ritrovano sul pavimento polveroso. Il silenzio cala su di loro come una coperta.
<< Tu! Tu mi farai impazzire, lo so! >> esclama Fox, allontanandosi dal ragazzo che, confuso, sembra essersi appena svegliato da un brutto sogno. << Andiamo via da qui, subito! >> aggiunge balzando in piedi.
<< No >>.
<< Come sarebbe a dire ‘no’? >> grida Fox del tutto fuori di sè. << Mentre tu eri chissà dove, qui è successo di tutto ! Quindi smettila di dire cazzate e andiamo via! >>.
<< Non posso! >> insiste il ragazzo serio. << Troppe anime soffrono in questo luogo >>.
<< Senti, io capisco che il tuo compito sia questo, ma… >> .
<< Non ci sono ‘ma’, Rio, mi spiace. Non ce ne sono per me. Non ce ne sono stati per loro >>.
<< Ma si può sapere cosa c’è al di là di questa maledetta porta? >> sbotta Fox additando le assi di legno ora silenziose.
Il ragazzo si alza lentamente in piedi e senza rispondere alla domanda che gli ha posto raggiunge una porticina che apre con la stessa sicurezza che adopererebbe a casa propria. Un refolo d’aria calda entra a scompigliare i capelli di Fox che cauto lo segue. La luce del sole troppo forte ferisce i suoi occhi ormai abituati alla penombra e gli ci vogliono alcuni secondi prima di mettere a fuoco l’ampia terrazza sulla quale si trova. Stupito raggiunge con passi incerti la ringhiera in muratura che si affaccia sullo strapiombo al di sotto del quale onde violente colpiscono la roccia. Da questa altezza si può godere della vista spettacolare della costa Viola e la Sicilia sembra così vicina da poterla raggiungere con poche bracciate.
<< E’… è bellissimo >> sussurra estasiato e intimamente commosso.
<< Già già >> conviene Mirco che ritrova al suo fianco. << Purtroppo è spesso nei luoghi più belli che accadono le cose peggiori >>.
Un brivido di freddo percorre la schiena di Fox al sentirgli pronunciare parole così tetre. Nel voltarsi verso di lui si rende conto della presenza di due finestre e una porta finestra che collega direttamente la stanza misteriosa alla terrazza. Le imposte di quest’ultima sembrano essere state sradicate dai cardini per essere appoggiate sulla parete in modo meticoloso, particolare che Fox non manca di notare.
Interessante” pensa avvicinandosi alla finestra dai vetri stranamente intatti in questo luogo in cui tutto sembra prossimo a sbriciolarsi. Pone le mani ai lati del volto nel tentativo di vincere il riflesso della luce sul vetro e riuscire a cogliere qualcosa dell’interno della stanza. Nella fetta di luce creata dalla finestra riesce a vedere solo che vi sono alcune reti ammucchiate in un angolo e vecchi materassi in un altro. Lunghe ragnatele pendono anche qui dal soffitto come tante macabre corde.
Un puzzo terribile sale da questi infissi, come se stessero non solo invecchiando ma addirittura putrefacendosi. Il diaspro risponde a questo fetore tornando a farsi rovente e pesante e fa male al punto da costringere Fox ad allontanarsi.
<< Cosa è successo qui, Mirco? >> chiede al suo assistente, perso nella contemplazione del bellissimo panorama.
<< Nulla di buono, purtroppo >>.
<< Questo l’ho intuito da me. Cosa voleva mostrarti Andrea? Cos’è questa cosa misteriosa che ha scoperto? >>.
Il ragazzo prende un profondo respiro prima di voltandorsi appena verso di lui. il volto fanciullesco che poco prima si era tramutato in una maschera inespressiva ora è segnato da una profonda smorfia di dolore.
<< In quella stanza sono state uccise e torturate molte persone, tutte per mano dello stesso carnefice >>.
 
[1] Silenzio e obbedienza sono la chiave che apre la porta del paradiso
   
 
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