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Autore: silviaelena    17/04/2022    1 recensioni
Emma è una bambina di 10 anni. Lei non sa che la sua vita, grazie ad una lettera, prenderà una svolta inaspettata.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Henry Mills, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve
Note: AU, De-Aging, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ecco qua un nuovo capitolo, spero vi piaccia. Intanto vi auguro buona Pasqua.
 CAPITOLO 2
DAVID
David Nolan venne svegliato dall’allarme della sveglia. Guardò la data 01/10/2009, un sospiro di tristezza e malinconia, lasciò le sue labbra. Il primo ottobre da 10 anni era una data che avrebbe voluto eliminare dal calendario. Da 10 anni era un giorno di disperazione, era il giorno in cui si sentiva fragile, incapace, ma soprattutto era il giorno che gli ricordava di aver fallito come padre.
 L’uomo si girò verso la moglie, Mary Margaret, che ancora dormiva. La baciò sulla bocca, il più leggero possibile, in modo tale che non si svegliasse. Quanto la amava, pensò David.
 Uno degli aspetti che più lo ferivano in questo giorno era vedere sua moglie, la sua compagna, la sua migliore amica, la madre dei suoi figli, soffrire e non riuscire a lasciare andare. Questo malessere lo trasmettevano anche ai loro figli, tanto che quando erano ancora bambini, la madre di David, Ruth, li portava fuori, cercando di rendere ai piccoli, la giornata meno pesante.
 Il flusso di pensieri si interruppe quando sentì dal piano di sotto delle urla. In quel giorno persino una semplice litigata sembrava un di più. Difatti il primo ottobre, per David, il mondo si fermava, la vita non esisteva più, ogni cosa perdeva senso e valore. Il solo respirare rappresentava un lusso di cui lui, David Nolan, non era più degno, non dopo quello che era capitato il primo ottobre di 10 anni prima. Tuttavia, la vita non si poteva fermare per i loro tre figli, non era giusto per loro. Per questo David, quando i tre ragazzi erano in casa, cercava di comportarsi il più normalmente possibile e li spingeva ad uscire e a liberarsi di quella cappa opprimente che avvolgeva tutta la casa in quella giornata.
Quando scese nel piano di sotto, vide Henry, il più giovane dei suoi figli, cercare disperatamente lo zaino e urlare “Marco, ridammi lo zaino, facciamo tardi.” David subito scorse l’altro figlio, Marco, che aveva sul viso quel suo ghigno che spesso gli compariva sulla faccia quando faceva qualche scherzo ai fratelli. Dei tre, lui era sempre stato il più dispettoso. Nonostante la tragedia di 10 anni prima Marco, il secondo dei tre fratelli, non aveva perso la sua vivacità e il suo spirito. Con tono falsamente offeso Marco si rivolse al fratello più giovane di due anni “mamma mia, non si può fare uno scherzo che te la prendi male, Henry sei proprio permaloso.”
David era grato che i suoi figli fossero riusciti a trovare una sorta di normalità.
Poco dopo la tragedia, quando i suoi figli erano ancora piccoli, David non avrebbe mai pensato di poter ritrovare una quotidianità per sé stesso. Nonostante ciò, Mary Margaret e lui si batterono per ridare una parvenza di normalità, stabilità e un periodo di innocenza per Neal, Marco e Henry. David, molto spesso, si chiedeva se fosse riuscito a proteggere almeno loro.
 Quando tutto accadde, per i due genitori era crollato il mondo intero, nulla sembrava avere più un senso, per fortuna Ruth, li aiutava: per i primi mesi dall’accaduto, i bambini vissero dalla nonna Ruth. Erano troppo piccoli e innocenti per poter capire: Henry, aveva solo 4 anni, Marco 6 anni E Neal 8. David si ripromise che avrebbe lottato con i denti e con le unghie affinché almeno loro, i suoi tre figli rimanenti, non rimanessero schiacciati dalla realtà crudele. Già non era stato in grado di mantenere questa promessa una volta, non avrebbe permesso che succedesse un’altra volta.
“dai ragazzi andate, se no arrivate in ritardo a scuola.” La sua voce gli sembrava lontana come se fosse stato un altro uomo a pronunciare quelle parole.
 Henry annuì e incominciò ad urlare, più volte “Marco.” finché finalmente, arrivò dal bagno la voce del sedicenne
“dovevo fare la pipì. Te lo devo proprio dire Henry, da quando hai iniziato le superiori sei diventato comandino.”
“guarda non ti rispondo nemmeno.” Rispose Henry
“vedi, questa è la dimostrazione. Sei troppo serio e permaloso” Disse Marco.
Poi il ragazzo si avvicinò al fratello minore arruffandogli i capelli neri pece. Henry si mise lo zaino in casa e uscì dalla porta di casa, bofonchiando frasi di disappunto. Marco subito dietro che ridacchiava.
Da sopra le scale si sentì la voce assonata di Mary “Quei due non smetteranno mai di punzecchiarsi a vicenda.”
David sorrise, poi, quando vide la moglie sugli ultimi gradini, allargò le braccia per accoglierla in un caloroso abbraccio.
“come stai? Hai dormito bene?” le chiese.
Mary lo guardò. Solo in quel momento, David notò le occhiaie scavate intorno agli occhi della moglie. David sospirò, sapendo già la risposta.
Mary Margaret a sua volta gli chiese “anche tu?” David annuì.
La donna guardò la porta della camera al piano terra, poi si girò verso il marito. Insieme sospirarono, era incredibile come da uno sguardo ciascuno dei due coniugi capiva subito quello che l’altro intendeva e le mostrò il suo consenso all’idea.
Dopo pochi secondi, entrarono nella stanza di Neal, il loro primogenito, di 18 anni. Quest’anno stava frequentando l’ultimo anno alle superiori, il liceo scientifico. I due genitori si avvicinarono al letto. Mary si chinò verso il figlio, con voce calma e calda chiese “amore, stai male?”
David, vedendo l’espressione basita della moglie, si avvicinò al figlio, non riuscì a evitare di sussultare quando le sue narici furono investite da un odore intenso di alcol. L’uomo, esterrefatto, lo scosse
“Neal Luca che cosa è questo odore. Alzati che è tardi” Neal guardò il padre e alzò le spalle
“ieri sono andato a bere.”
David si girò verso Mary disarmato dall’atteggiamento del figlio: di solito Neal era il più responsabile dei tre figli, non si era mai ribellato, aveva litigato poche volte con i genitori, di solito era il più ubbidiente.
“forse sta buttando fuori adesso.” Disse Mary Margaret, con un sibilo.
Poi la donna prese tra le mani la testa del figlio “Neal, sai troppo bene quanto faccia male bere, soprattutto tu non puoi bere, superalcolici hai 18 anni sei troppo giovane.” Neal si scostò dalla madre
“mamma, non rompere le palle, ho 18 anni, posso fare quello che voglio. Mi sono rotto di essere il responsabile della famiglia.”
David guardò negli occhi neri come la pece del figlio, furioso per il comportamento di Neal. L’uomo sapeva che sua moglie non aveva la forza emotiva per affrontare una discussione con il figlio
“Neal Luca Nolan, non è questo il modo di rivolgersi a tua madre, adesso le chiedi scusa. Ti abbiamo educato meglio di così.”
Mary Margaret, però, fece segno a David di smetterla. L’uomo non riusciva a capire ma si fidò della moglie, annuì e lasciò che la donna continuasse. David guardò Mary mentre metteva un panno bagnato sulla testa del figlio, rimaneva ogni volta colpito dalla sicurezza della moglie quando si trattava dei loro figli. Mary accarezzò la guancia del figlio, poi continuò calma
 “Neal, tesoro, di che cosa si tratta veramente?”
Il ragazzo sospirò, con tono debole rispose “niente mamma, capita a tutti di sbagliare. Non è nulla di serio, voi continuate a rimpiangerla e non rompete a me”
detto questo Neal si scostò dalla madre e si alzò dal letto. I due genitori si guardarono intensamente: sapevano che era giunto il momento di svelare le carte in tavola, sapevano che loro figlio avrebbe avuto bisogno di questo. Marito e moglie bloccarono l’uscita. Neal allora urlò “cosa c’è ora non ho nemmeno più il diritto di uscire dalla mia stanza, lasciatemi stare siete ridicoli”
 David guardò il figlio e con tono basso disse “è necessario parlare visto che ieri hai deciso di bere mettendo a repentaglio la tua salute”
“ma a voi che importa, è il mio corpo.” Neal replicò con tono scocciato.
La donna alzò la voce, rimanendo allo stesso tempo dolce “no Neal, lo sai bene, che noi ti amiamo e ti supportiamo qualunque cosa tu faccia, sai bene che noi ci preoccupiamo per te, perché siamo i tuoi genitori ed è nostro compito preoccuparci per te, non importa che età hai. Sai anche che prima dei 21 anni, non puoi bere superalcolici, che ti fanno male. Tu non sei un ragazzo così. Ora spiegaci bene perché lo hai fatto” In quel momento, Neal abbassò la testa, con la voce rotta dal pianto si rivolse ai suoi genitori che lo guardavano con aria preoccupata
“non vedo perché io posso andare a scuola, quando lei ha vissuto solo 6 mesi. Ho pensato fosse meglio trascorrere la giornata nel dolore. Io non mi merito di passare la giornata felicemente.”
La stanza piombò in un silenzio assordante. David vide la moglie coprirsi la bocca con le mani per reprimere l’urlo di dolore, sui visi di tutti scendevano lacrime amare. lei era ancora un argomento troppo doloroso, raramente lei veniva discussa.  
David si inginocchiò subito di fronte al figlio, davanti a sé non c’era più il ragazzo forte e responsabile che consolava i fratelli minori ma c’era il bambino mingherlino di 8 anni a cui dovevano spiegare che la sorellina non c’era più e che non l’avrebbe più vista. David molto spesso aveva esteriorizzato le sue preoccupazioni per il figlio a Mary Margaret: era sempre stato molto serio per la sua età, ma dalla morte della sorella minore si era chiuso di più, non voleva mostrare le emozioni all’esterno. Per anni inghiottì tutti i suoi disagi, finché a 13 anni, ogni notte veniva perseguitato da incubi. I due genitori lo avevano convinto a provare una seduta da uno psicologo, dopo pochi mesi stava meglio. David e Mary fecero di tutto per supportare il figlio e fargli capire che loro lo avrebbero amato anche se avesse fatto qualche sciocchezza, anche lui era loro figlio ed era un ragazzino che non doveva tenere sulle proprie spalle una responsabilità sì grande.
David baciò la testa del figlio “Neal, roccia, lo sappiamo che è difficile, ma anche in questa giornata, dobbiamo vivere il quotidiano. Non è giusto per te o per Marco o per Henry non farlo. Neal, non ti devi sentire in debito. Quello che è successo a lei, non è, sicuramente, colpa tua. Vivere questa giornata nel dolore non riporterà in vita tua sorella, e, anzi, non vivere, significa darla vinta a quei bastardi che l’hanno portata via.”
Gli occhi rossi dal pianto di Neal si illuminarono. Lui annuì
“scusate io…”
 Mary abbracciò il figlio “Neal, non ti devi mai scusare con noi per aver mostrato il tuo dolore. Siamo tuoi genitori è nostro compito, nel possibile, insegnarti a convivere con questa tristezza, perché purtroppo non andrà via, sicuramente si acuirà. Quando si vuole tanto bene ad una persona quando non la possiamo più vivere, ci lascia un grande vuoto. Noi dobbiamo convivere con questo vuoto, dobbiamo capire che quella persona ci accompagnerà per tutta la vita. La persona sarà contenta se noi vivremo anche per lei, faremo le cose che ci piacciono anche per lei. Solo così potremmo onorare la sua vita. Okay?”
David guardò le spalle ossute del figlio alzarsi e bassarsi con forza. David sapeva che a Neal serviva un qualcosa che lo avrebbe distratto. Così cercò di utilizzare il tono più allegro che poté e disse “sono le 09:30. Io direi che è arrivata una certa per mangiare, fare colazione. Ti devi mettere in forze per questo pomeriggio così usciamo tutti insieme.” Il ragazzo annuì debolmente.
Mary diede una mano a Neal per alzarsi dal letto “che ne dici se facciamo dei plum-cake per colazione, li cuciniamo insieme come, quando eri piccolo.”
Neal sorrise “okay.”
Mary Margaret con tono più allegro possibile disse “ohhh, questo è il mio ragazzo.”
Neal si lasciò scappare una risatina e uscì dalla stanza.
I quando il ragazzo lasciò la stanza, il sorriso sulla faccia di Mary Margaret sparì e dalle labbra della donna scappò un sospiro. Due lacrime le rigarono il viso, subito David la abbracciò. Era in quei momenti che l’uomo si sentiva impotente, da un lato avrebbe voluto che sua moglie dormisse tutto il giorno per evitarle il dolore, dall’altro era contento di averla al suo fianco, perché, per quanto egoistico fosse, solo con la moglie accanto avrebbe potuto superare la giornata. Mary guardò il marito, poi nascose la faccia nel petto di David
“è dura David. Anche se sono passati 10 anni, mi sembra che sia successo ieri. La sento ancora tra le mie braccia. Ma poi le guardò e sono vuote. Non è giusto, David, è terribilmente ingiusto e schifoso. Lei dovrebbe essere qua, anzi sarebbe dovuta uscire anche lei da quella porta per andare a scuola e invece…”
David lasciò che Mary Margaret si sfogasse tra le sue braccia, intanto anche il suo viso fu bagnato dal pianto. Anche per lui il dolore non era diminuito, aveva imparato a conviverci ma non era passato.
Quel giorno era dedicato a lei. L’unica cosa che potevano fare per la loro bambina era pensare a lei, in quella giornata. Una giornata all’anno. Anche se David ogni giorno dava un bacio alla sua piccola per augurarle buona giornata, ogni notte le dava un bacio per darle la buona notte. Quando c’era un soffio di vento che muoveva l’altalena, David sperava di vedere sull’altalena una bambina coi capelli biondi, gli occhi verde acqua, vivaci che rideva divertita e ogni volta che l’altalena rimaneva vuota, sentiva un tuffo al cuore perché capiva che quella speranza sarebbe rimasta per sempre un sogno irraggiungibile. Ciò  lo faceva imbestialire, perché non era giusto.
   
 
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