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Autore: Farkas    18/04/2022    5 recensioni
Passano gli anni, cambiano le generazioni, ma certe cose non cambiano mai come il fatto che è la bacchetta a scegliere il mago. Gerard Olivander, figlio del leggendario Garrick Olivander ha assunto la guida dell'attività di famiglia ed è pronto a vendere le sue bacchette ai maghi e alle streghe che si preparano a cominciare la loro istruzione.
Jon, Tyrion, Daenerys, Eddard e tutti gli altri personaggi del Trono di Spade entrano nella bottega alla ricerca dell'oggetto che diverrà il loro compagno inseparabile. Se siete curiosi di vedere quali bacchette li sceglieranno (e di saperne un po' di più sulle bacchette), non vi resta che entrare in negozio con loro.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Davos Seaworth, Eddard Stark, Jon Snow, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quando il gioco si sposta a Hogwarts'
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La scelta della bacchetta

 

Capitolo 3: Due bacchette per due gemelli

 
Gerard emise un sospiro di sollievo, quando il getto di aria fresca che sgorgava dalla punta della sua bacchetta gli raggiunse il viso. Era una fortuna che in Inghilterra di solito non facesse molto caldo neppure in estate*, ma quell’anno già da metà luglio la temperatura era diventata un po’ troppo elevata per i suoi gusti. Peccato che a Parigi, non fosse poi molto diversa dato che a settembre si sarebbe dovuto recare lì per presenziare al matrimonio di Margot Acajor*.
Sarebbe stato piacevole fare un po’ di vacanza: amava il suo lavoro, ma era un po’ seccante aprire il negozio quando c’era sempre qualcuno degli esercizi commerciali vicini chiuso per ferie. D’altra parte era l’estate il momento in cui vendeva di più, quindi…
A strapparlo dalle sue elucubrazioni ci pensò l’ingresso in negozio di tre persone, un uomo e due bambini quasi identici. Si capiva che erano un maschietto e una femminuccia solo per il vestitino e i capelli lunghi della bambina. La somiglianza tra i loro lineamenti era incredibile.
Olivander aveva visto di persona l’uomo una sola volta*, ma lo riconobbe immediatamente: Tywin Lannister, membro del Wizengamot e direttore dall'ufficio delle Relazioni con i Folletti.
Carpino e corda del cuore di drago, undici pollici, estremamente rigida” ricordò Gerard.
-Buona giornata. Cosa desiderate? - domandò.
-Comprare delle bacchette ovviamente. Quale altro motivo ci sarebbe per venire qui? I miei figli stanno per andare a Hogwarts- rispose l’uomo in tono seccato, facendo constatare al fabbricante che le sue maniere non erano migliorate nel corso degli anni.
“Due bacchette vogliono dire quattordici galeoni. Pensa solo a questo” si disse Gerard. Non che fosse un uomo particolarmente avido, ma fabbricare e vendere bacchette non era certo un mestiere con cui ci si arricchiva, considerato che la maggior parte dei maghi e delle streghe ne usava una sola per tutta la vita, ergo i fabbricanti dovevano tenersi caro ogni cliente.
Con un sospiro Olivander annotò le misure prese dal metro (il gemello maschio a differenza della sorella aveva mostrato un minimo di sorpresa quando l’oggetto aveva preso a volargli intorno), per poi prelevare qualche bacchetta dagli scaffali.
I fratelli potevano avere bacchette simili fra loro, ma non era una regola fissa e la cosa non cambiava per i gemelli, quindi prese un assortimento di bacchette abbastanza diverse tra loro.
-Prima le signore- fece porgendo una bacchetta alla bambina. – Frassino e corda del cuore di drago, undici pollici, rigida-.
Non accadde nulla, quindi Cersei la passò al fratello, ma anche lui non riuscì a cavarne nulla.
Olivander si disse che il ragazzo poteva anche tentare con le bacchette che avevano rifiutato la gemella, le misure erano abbastanza simili, sebbene quella fosse solo una minima parte di ciò che serviva a trovare la bacchetta ai clienti e non sollevò obiezioni su quel comportamento.
-Tenti con questa: pero, piuma di fenice, dodici pollici e mezzo, flessibile- fece l’uomo porgendo un’altra bacchetta alla bambina. Non appena Cersei la agitò, la manica destra del suo bel vestito verde smeraldo prese fuoco.
-Aguamenti!- urlò immediatamente Tywin e un attimo dopo un getto d’acqua, ebbe ragione delle fiamme. – Cos’è successo?! Esigo una spiegazione! -.
-Sono desolato, ma evidentemente quella bacchetta non era adatta a sua figlia… certo un rifiuto così violento è strano*- mormorò Olivander.
-Papà non possiamo andare da un’altra parte? - domandò la bionda.
-No, Cersei, qui vendono le bacchette migliori- dichiarò stizzito l’uomo. - Se sei una vera Lannister, non puoi farti fermare da un piccolo incidente. Credi che io sia arrivato dove sono ora cercando di evitare ogni difficoltà? -.
-No, papà- mormorò la bionda abbassando il capo. - Però…
-Nessun “però”. Tu comprerai la tua bacchetta qui, e se ti succedesse qualcosa me ne occuperò di nuovo io-.
A Gerard parve di comprendere che quella frase fosse diretta anche a lui, ma capendo la preoccupazione di un padre si disse che non era il caso di arrabbiarsi: - Si calmi signorina, incidenti come quello che le è appena accaduto sono rari. Ecco qui: ebano, undici pollici, flessibile. Ancora fenice-.
La piccola Lannister agitò guardinga la bacchetta, ma non accadde nulla. E lo stesso successe quando la prese in mano il fratello.
Arrivati all’undicesimo tentativo a vuoto, Olivander ebbe un’ispirazione e corse di nuovo tra gli scaffali, per poi tornare in mano con una scatolina decisamente più piccola della maggior parte di quelle presenti nel negozio declamando: - Noce, otto pollici, corda del cuore di drago, rigida-.
-Perché dovrei avere una bacchetta così corta?! Non sono mica una nana come Tyrion!- protestò Cersei, non appena ebbe visto quale prodotto le stava proponendo Gerard.
Quest’ultimo fu sul punto di chiedere chi fosse Tyrion, ma lo sguardo di disgusto comparso negli occhi del signor Lannister al solo sentire quel nome lo fece desistere immediatamente.
-Cersei prova la bacchetta- si limitò a dire il padre a denti stretti. Non urlò, ma qualcosa nel suo tono dovette convincere la figlia a smettere di fare i capricci, tanto che quasi inciampò nella fretta di prendere in mano la bacchetta, che immediatamente sparò in aria delle scintille verdi.
Olivander fece una smorfia. Se la bacchetta era tanto corta, quasi sicuramente era perché mancava qualcosa nell’animo di quella Cersei. Poteva solo augurarsi che non fosse nulla di fondamentale per il suo sviluppo personale, anche se dopotutto quello non era certo un suo problema.
-Bene, l’hai trovata. Ora possiamo cercare con un po’ più di impegno la mia bacchetta? - chiese il ragazzino.
-Certo giovanotto- concesse Olivander.- Anzi, mi spiace averti fatto attendere, ma ho preferito fare una cosa per volta-.
-Non ti lamentare, Jaime- disse subito Tywin.- Nella vita bisogna saper aspettare. Solo i bambini vogliono tutto subito e tu non lo sei più. Stai per andare a Hogwarts, è tempo che cominci a comportarti in modo maturo se non vuoi gettare vergogna su di te e sul nome della nostra famiglia- intervenne Tywin in tono duro.
-Certo, papà. Hai ragione- rispose subito il ragazzino.
La pazienza di Jaime in effetti venne messa a dura prova, dato che per quante bacchette prendesse in mano, non ce ne fu una che paresse adatta. Tywin non era rimasto compiaciuto quando una bacchetta di salice e drago* non si era rivelata compatibile con suo figlio.
-Scusi non potrei provare una bacchetta come quella di Cersei? - azzardò Jaime dopo il quindicesimo tentativo andato a vuoto.
-Non esistono bacchette come quella di tua sorella. Ogni bacchetta è unica, perché non esistono due animali o due alberi perfettamente uguali-.
-D’accordo, posso almeno provare una bacchetta che abbia lo stesso tipo di legno e di nucleo? - chiese Jaime roteando gli occhi.
“L’educazione proprio non è di famiglia, eh?” pensò stizzito Olivander, ma dopotutto era una richiesta tutto sommato modesta e tutt’altro che inaudita. Un sacco di clienti chiedevano di provare una bacchetta simile a quella dei genitori o dei fratelli, ma ben di rado ne venivano scelti. E difatti nessuna bacchetta di noce e drago volle Jaime Lannister come compagno.
-Non capisco cosa c’è che non va? -.
-Niente. Semplicemente tu non sei tua sorella, per quanto possiate assomigliarvi-.
-Ancora nulla? - chiese Tywin dopo un altro quarto d’ora .
-A volte ci vuole tempo. Se non erro, lei ha provato ben trentaquattro bacchette, prima di trovare la sua, ma dopo averla acquistata non è mai tornato a lamentarsene- rispose piccato il fabbricante. In verità aveva capito da un pezzo che il drago non fosse l’elemento adatto al suo cliente, ma non riusciva a capire se il ragazzo fosse adatto a una bacchetta di unicorno o di fenice.
-Trentaquattro?! Addirittura? - fece stupito Jaime.
-Figliolo, tu sei arrivato alla trentesima- fece notare Olivander. -Ecco qua: Biancospino e crine di unicorno. Dieci pollici esatti. Sufficientemente elastica-.
Jaime non era molto fiducioso, ma non appena prese in mano lo strumento quello emise un sibilo, per poi sparare una raffica di scintille. A differenza di quelle di Cersei, quelle prodotte da Jaime erano scarlatte.
-Unicorno? -ripeté Tywin.
-Sì: unicorno. Come forse ricorderà, le ho già detto che se il mago che usa una bacchetta del genere è capace, non dovrà temere nulla da chi impugna una bacchetta di fenice o di drago. Comunque il biancospino crea sempre una bacchetta potente, adatta alle maledizioni come alla magia curativa, che dev’essere usata solo da maghi di comprovato talento, dato che gli incantesimi di queste bacchette possono ritorcersi contro chi li lancia-.
Jaime afferrò la scatola con gli occhi che brillavano. Anche Tywin parve soddisfatto e pagato il dovuto si diresse verso l’uscita seguito dai figli. Jaime era contento di avere finalmente la sua bacchetta, ma non riusciva a liberarsi di un interrogativo: “Non capisco perché io e Cersei abbiamo bacchette così diverse. Non sarò lei, ma ci somigliamo tantissimo, eppure le nostre bacchette non hanno nulla in comune. Mah.”
Gli spiaceva anche che visto che quella bacchetta poteva essere pericolosa, non avrebbe potuto farla provare a Tyrion. Era sicuro che crescendo avrebbe smaniato per possederne una. Cersei invece pensava solo che era soddisfatta di avere una bacchetta di drago come aveva sperato papà, anche se non era elegante come avrebbe voluto lei nel design.
Curiosamene i pensieri di Olivander erano quelli più prosaici: “Alé. Quattordici galeoni di più in cassa e certo non si può dire che non me li sono guadagnati”.
 
 
 
 
 
 
 
 
  • In Inghilterra in genere le temperature massime si aggirano intorno ai 21° e a Parigi a settembre è più o meno lo stesso.
 
  • Gli Acajor sono una famiglia di fabbricanti di bacchette francesi. In Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald è possiile vedere il loro negozio in Place Cachée.
 
  • Tywin compra la sua bacchetta nel primo capitolo di questa storia.
 
  • Le bacchette di pero danno il meglio di sé nelle mani dei cordiali, dei generosi e dei saggi e mai nessuna di esse ha scelto un mago o una strega oscuri. Ovviamente nelle mani di una come Cersei, perfida, avida e ambiziosa la bacchetta si è ribellata.
 
  • Le bacchette di salice sono ottime per la magia avanzata e non verbale, quindi molto richieste, ma non si sposano bene con l’arroganza, motivo per cui questo legno non è adatto a Jaime.
 
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Doppia vendita per questo capitolo. Olivander se l’è proprio guadagnato il giro turistico per il matrimonio della collega. Non so se i vari fabbricanti di bacchette si tengano in contatto tra loro, ma si può dedurre che Olivander e Gregorovitch confrontassero le loro teorie, quindi il suo erede potrebbe essere amico dei colleghi francesi.
La bacchetta di Cersei è ispirata a quelle di Dolores Umbrdige e Bellatrix Lestrange: ha il nucleo di drago che posseggono entrambe, la lunghezza di quella della Umbrdige e lo stesso legno di quella di Bellatrix, dato che sono i personaggi di Harry Potter più simili a lei secondo me. La bacchetta di Jaime invece è modellata su quella di Draco Malfoy, dato che sono i due si somigliano parecchio a mio parere; certo, Jaime io l’ho messo in Grifondoro, ma leoni e serpenti sono molto più simili di quanto non sembri… e poi ha moltissime analogie con Draco: sono entrambi ricchi e arroganti… e soprattutto sono lievemente diversi da alcuni loro parenti. Né Draco né Jaime sono in lizza per la santità (sappiamo tutti che tra i Lannister il buono è Tyrion), ma Jaime non è come Tywin e Cersei e Draco non è come Bellatrix o Lucius. Alla fine della guerra, Draco aveva completamente perso i suoi pregiudizi basati sulla purezza di sangue a differenza del padre e non è mai stato un assassino a sangue freddo come sua zia.
Ringrazio qui Eideard_madadhallaidh88 e fenris recensori dello scorso capitolo e tutti coloro che stanno leggendo queste righe.
Spero abbiate passato una buona Pasqua. A presto!
  
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