Capitolo due.          "Pensieri"

Da qualche giorno, quell'immagine continuava a vibrare dentro di me.
La sentivo bruciare e macchiarmi brutalmente, come se cancellasse da me ogni sensazione positiva.
Era dolore nero, quello terribile.
Qualcosa di totalmente sconosciuto, peggiore anche al fuoco che bruciava nel mio corpo durante la trasformazione.
Ero sdraiato immobile sul letto della nostra piccola casa quando mi accorsi che Renesmee mi stava guardando.
Sentivo che era terribilmente preoccupata.
Saltò sul letto e mi raggiunse velocemente, sedendosi accanto a me.
"Papà?" disse, guardandomi attentamente, come se cercasse di avere completa attenzione.
"Si, Nessie?" Lei socchiuse gli occhi e poi sospirò.
"Papà, non devi essere triste.  So che quando mi hai messa su Jacob, l'altro giorno, e mi hai abbracciata forte sapendo che forse non mi avresti più rivista, sei stato male."
Non riuscivo a credere alle sue parole. "Anch'io sono stata male al pensiero di non vederti più, di non stare più con te e la mamma. Volevo piangere quando ti ho abbracciato però..
Non devi più preoccuparti.  Ascoltami papà."
Non capìì immediatamente cosa intendesse ma poi mi addentrai nei suoi pensieri.
Erano un susseguirsi di immagini legate ad emozioni immense.
Il nostro primo sguardo, la prima volta che mi chiamò "papà", il primo abbraccio, il mio sorriso mentre la tenevo fra le braccia e la prima volta in cui mi ha detto che mi voleva bene.
Mi sorrise e tutto sembrò diventare normale. Mia figlia era preoccupata per me, non voleva che soffrissi e questo mi fece sentire sereno, dopo tanti giorni.
Mi abbracciò forte e poi si buttò tra le mie braccia, dandomi un bacio sulla guancia.
"Non essere triste. Io ti voglio tanto bene, papà."
Mi disse, prendendo le mie mani e giocando con esse.
"Grazie piccola." le dissi, ridendo con lei.