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Autore: loverrrr    27/04/2022    2 recensioni
Edward e Bella viaggiano sullo stesso aereo, ognuno per affari diversi. Lui è un uomo molto preciso, non sopporta le persone ansiose e ama la tranquillità. Lei è una donna tremendamente ansiosa e disordinata, ma sopratutto ha paura di prendere l'aereo. Che cosa succederà?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Alice/Edward, Emmett/Rosalie
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Grazie a tutti per essere arrivati fino a qui, grazie a chi ha letto e chi mi ha dato una recensione. Grazie alla migliore Victoria73 e Paride per esserci sempre. Grazie di cuore, spero che il capitolo vi piaccia.

 

 

Edward chiuse la telefonata e inviò la mail, doveva confermare l’appuntamento a Phoenix con Eric Yorkie; sarebbe dovuto partire tra una settimana. Il pensiero si posò sulla psicopatica e un inaspettato sorriso spuntò sul suo volto. Dopodiché, raggiunse Alice al locale dove si erano dati appuntamento per fare aperitivo.  

«Forse non era destino, parlo di me e Tanya.»

«Ti ha proprio detto che è finita?» chiese Alice.

«Mi ha urlato contro di tutto, senza darmi modo di spiegare e poi mi ha sbattuto fuori di casa.»

«Se vuoi, le parlo io.»

«Sai cosa ti dico Alice: Quella ragazza non mi merita!»

***

«Ha detto proprio così: “Quella ragazza non mi merita”» disse Alice a Bella.

«Credevo che amasse Tanya» disse Bella.

«Mio fratello comincia a diventare un mistero per me.»

Il telefono di Bella squillò, si alzò dal divano e andò a rispondere in cucina dove aveva lasciato il cellulare.

“Ciao Bella, disturbo?”

«No, dimmi pure Angela.»

“Ti telefonavo per il convegno, sai quello di lunedì prossimo? Ho trovato un albergo favoloso: cinque stelle lusso e ha anche una spa»

«Angela sei carinissima, grazie mille.»

“Ma figurati, grazie a te di sostituirmi. Ti mando via messaggio i dati per prenotare, è molto catino e poi puoi sempre passare una serata rilassante” le disse la collega.

«Assolutamente!»

Bella pensò di portare con sé Alice, glielo doveva visto che la stava ospitando a casa sua. Quando chiuse la telefonata prenotò subito all’insaputa dell’amica.

«Si parte!» esultò poco dopo tornando in soggiorno.

«Parte?» Alice non capì.

«Ho una proposta e non accetto rifiuti» disse Bella sedendosi sul divano.

«Cioè?»

«Lunedì ho un convegno a Phoenix e tu verrai con me!»

«Magari, però come faccio con il lavoro?» disse Alice dispiaciuta.

«Chiedi due giorni di ferie no? E poi scusa eh, ma quando mai ti ho visto saltare un giorno di lavoro? Due giorni di relax non ti faranno perdere un anno di lavoro e ti rilasserai, anzi, ci rilasseremo.»

«Dovrei sentire il capo… non lo so, cioè si mi farebbe piacere Bella, ma…»

Bella però non volle sentire ragioni e alla fine riuscì a convincere l’amica a partire con lei, così come Edward era riuscito a convincere Jasper a partire con lui. 

 

***Lunedì

 

Il giorno della partenza giunse in fretta, ma qualcosa aveva remato contro la partenza di Bella e della sua amica.

«Non ti preoccupare per me» ribadì Alice.

«Invece mi preoccupo; hai 39 di febbre, come posso lasciarti da sola?»

«Puoi perché il convegno è molto più importante di una banalissima influenza, per cui prendi la tua valigia e parti.»

Jasper la pensava nello stesso identico modo di Alice, ma Edward no e non ne voleva sapere di partire.

«Non se ne parla, io resto a casa» si impuntò Edward.

«È solo un po’ di febbre.»

«Il termometro dice 39» precisò Edward.

Jasper prese la valigia e accompagnò Edward alla porta. «Vai e fa buon viaggio.»

Edward provò a protestare, ma finì all’aeroporto. Mancavano dieci minuti alla partenza, andò al bar a fare una seconda colazione dato che il viaggio era abbastanza lungo.

«Un caffè da portar via, grazie» disse una voce femminile davanti a lui.

Edward ebbe la sensazione di vivere un déjà-vu, sorrise aspettando il caffè e lo sorseggiò con il pensiero rivolto alla psicopatica.

«Ecco, in quella fila c’è il suo posto» disse la hostess a Bella.

«La ringrazio, è stata gentilissima.» 

Bella sbuffò notando che il suo posto era vicino al finestrino e, come aveva fatto l’altra volta, si mise nel posto libero.

«Guarda un po’ chi si rivede, la psicopatica.»

«Tu?» Bella si girò.

«Proprio io, mia cara, e se non ti dispiace vorrei appropriarmi del mio posto.»

«Ti sbagli, questo è il MIO posto!» contestò lei.

«Io sono al mio posto, sei tu che devi andare al tuo di posto.»

«Ci andrei molto volentieri se non fosse già occupato» precisò lui.

«La smetti di essere sempre così arrogante?»

Sembravano cane e gatto, non riuscivano proprio ad andare d’accordo.

«Arrogante io?» esclamò Edward. 

«Va bene, va bene» ammise Bella agitando le mani. «Sono seduta sul tuo posto, ma ci tengo a precisare che non sapevo fosse tuo.»

«Dunque ho ragione io, ma era ovvio. Ora, ti sposti gentilmente?»

«Per un secondo ho pensato che fossi davvero galante, sai? Ma chi è cafone non può certo diventare un galantuomo» bofonchiò Bella spostandosi al suo posto.

«Grazie» rispose Edward. «Dimmi un po' invece, com'è che viaggi in prima classe?»

«Fatti miei» bofonchiò lei, sistemandosi.

«Dormito male, eh?!» la prese in giro lui.

«Stronzo!» ringhiò nervosa ed egli se la rise di gusto.

«Vi ricordiamo di stare seduti, allacciare le cinture e mettere i cellulari in modalità aereo» disse una delle hostess.

Edward era tranquillo, stava leggendo alcuni appunti che si era scritto su un quadernino riguardo al caso Yorkie quando, d’improvviso si sentì stringere forte il braccio.

«Ti prego non mi lasciare, non mi lasciare» lo supplicò Bella.

«Mi fai male!» esclamò muovendo il braccio in qua e in là.

«Ho paura, ti prego Edward non lasciarmi» disse spaventata.

Edward sospirò e pregò Dio affinché arrivasse a Phoenix il prima possibile. Scese dall’aereo con un gran mal di testa, nemmeno salutò la psicopatica, prese la sua valigia e chiamò un taxi. Arrivato in Hotel andò subito a chiedere della camera, aveva bisogno di riposare.

«Salve» disse.

«Oh, salve, buongiorno» rispose la receptionist.

«Ho prenotato a nome Cullen» si corresse «a dire il vero ha prenotato giorni fa la mia segretaria.»

La ragazza della reception controllò al pc. Nel frattempo, Bella stava entrando in Hotel con la valigia, era al telefono con Alice.

«Ora vado, mi raccomando riprenditi.»

«Sta tranquilla e rilassati anche per me» le disse Alice.

Bella alzò lo sguardo e non ci volle credere, il cafone troglodita era alla reception. Sbuffò avvicinandosi.

«Allora lo fai di proposito!» esclamò Edward.

«Veramente sono qui per un convegno» puntualizzò Bella senza nemmeno voltarsi.

«Una riunione tra psicopatici?» la punzecchiò Edward.

«No, ma se vuoi ti posso presentare un mio collega, fa lo psichiatra.»

«Potresti andarci tu e poi mi fai sapere come ti sei trovata.» 

Edward si stava divertendo un mondo, al contrario della receptionist, che non sapevano come intromettersi nella loro discussione. La ragazza tossì ma nessuno dei due le diede ascolto, lo fece un’altra volta poggiando i gomiti sulla scrivania ma per errore premette su due pulsanti cambiando alcune prenotazioni e andò nel panico. Li lasciò litigare e andò a cercare il suo collega.

«Buongiorno signori, la mia collega ha avuto un piccolo problema. Ditemi.»

Edward le disse subito che aveva prenotato una suite a nome Cullen, seguitò poi Bella dicendole di aver prenotato una suite a nome Swan.

Il ragazzo controllò le prenotazioni ma non c’era nessuna suite a nome Swan, bensì due suite a nome Cullen.

«Ha detto Swan?»

Bella confermò.

«Però io qui vedo solamente una suite a nome Cullen» disse il ragazzo, immaginando di strozzare la collega. Doveva aver sicuramente combinato lei quel casino.

«Come non la vede? Io ho prenotato una settimana fa, guardi» disse Bella facendole vedere la prenotazione dal cellulare.

«Credo ci sia stato un disguido, però volendo una soluzione ci sarebbe» disse. «E naturalmente sareste entrambi nostri ospiti.»

«Ha un’altra stanza libera?» domandò Bella.

«La suite avrebbe una stanza all’interno molto grande, se per voi non è…»

«Non ci penso proprio! Io non condivido una suite con un cafone» si impuntò Bella.

«Infatti non devi perché la suite è prenotata a nome mio, per cui cercati un altro hotel» disse Edward.

Bella lo ignorò e si rivolse al ragazzo della reception. «Lei dividerebbe mai una stanza con un cafone? Io ne dubito.»

Il telefono di Edward squillò; si allontanò per rispondere, e Bella ne approfittò per accaparrarsi la stanza, ma non fece in tempo a poggiare le valigie che bussarono alla porta.

«E tu che ci fai qui?» domandò nervoso.

«Non lo vedi? Porto la mia valigia in camera.»

«Esci immediatamente da qui!» intimò Edward.

«Non ci penso proprio, mio caro. Se vuoi, esci tu.» 

Edward non diede peso alle sue parole, aprì la sua valigia, poi aprì l’armadio e ci infilò gli abiti. Bella fece altrettanto: dopo aver aperto la valigia, spostò più avanti i vestiti di Edward e ci mise i suoi.

«Ehi, sono i miei vestiti!» bofonchiò irritato.

«E ora ci sono anche i miei. Sbaglio o dobbiamo dividere la camera?»

«Ti odio, lo sai?»

Bella, stufa delle sue lamentele e borbottii, gli puntò il dito contro e, guardandolo minacciosa, disse: «Stammi bene a sentire: non toccare le mie cose, ma soprattutto stammi lontano, perché se anche solo mi sfiori con un dito, giuro che me la paghi!»

«Puoi stare tranquilla, non lo farò. E il perizoma? Lo hai dimenticato a casa?» Edward ridacchiò mentre la prendeva in giro.

«Non sono cose che ti riguardano» bofonchiò. Prese il cappotto e uscì dalla stanza sbattendo forte la porta.

   
 
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