Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Panda13    28/04/2022    0 recensioni
Mentalisti, Guerrieri e Animisti sono le tre casate che popolano il regno magico d'Erenthasia. Tuttavia questa non è una qualunque storia fantasy. Questa è una storia d'amore e di passione, di oscurità e di psicologia, che vi trasporterà negli abissi erotici e perversi di Ambra e Vittorio. Sono opposti, lei pura e romantica, lui bello e dannato ma insieme formano l'incastro perfetto.
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era giunto il periodo dell’anno che preferiva: quello natalizio. Il clima di festa si respirava ovunque per le piazze. Le luci scintillanti, i lieti canti e l’odore di zenzero e cannella le avevano sempre messo allegria. Amava sistemare gli addobbi per casa e decorare l’albero con lucette, ghirlande di tinsel e palline colorate. Era elettrizzante riporre tutti i pacchetti nonostante riuscisse a vedere cosa contenessero ancor prima di scartarli. Anche sistemarsi davanti al camino a leggere un buon libro o ascoltare musica rientrava nella lista delle cose da fare. Un’altra cosa che adorava era concedersi un delizioso strudel di mele ancora caldo e bere del buon vin brûlé passeg- giando per le strade innevate della città. Questo la riscaldava immediatamente. Non aveva bisogno di grandi cose. Bastava la compagnia di un amico e tutto appariva incantevole.
Quella sera aveva indossato uno dei suoi abiti preferiti: un vestito in stile scozzese dal tessuto morbido che scendeva fino alle ginocchia e un paio di collant velati.
«Pronta per la serata?» chiese Calliope tutta eccitata mentre infilava gli stivali in pelle. La bionda aveva optato per uno sgargiante abitino blu elettrico.
Ambra rispose affermativamente. Lo era. Non riusciva a fare a meno di sentirsi su di giri. Non per il ricevimento, ma perché di lì a poco avrebbe rivisto Vittorio. Lo Skull era imprevedibile e indecifrabile. Non riusciva mai a capi
re cosa gli passasse per la testa. Aveva sempre la risposta pronta e Dio solo sa quanto ci sapesse fare. Era il classico uomo che non voleva una storia seria. Anzi, non voleva proprio una storia. L’unica relazione che instaurava col mondo femminile era fatta unicamente di sesso. La loro unione non era approvata dai membri della setta, poiché lei non ne faceva parte, perciò l’unico modo che avesse per vederlo era quello di incontrarlo alle feste. Nonostante questo le loro fugaci chiacchierate l’avevano portata ad avvicinarsi sempre più e, volente o nolente, occupava gran parte dei suoi pensieri.

Le due donne uscirono a notte inoltrata e raggiunsero la villa. Una volta dentro, la maggiore andò a fare il giro degli invitati per controllare se si fosse aggiunto qualche nuovo gentleman a corte. Quanto alla minore, non fece altro che starsene in un angolo, col ritmo del jazz dentro i timpani, a colloquiare con qualche Elderman di passaggio e attendere. Soprattutto attendere. Le sue aspettative vennero presto deluse quando trovò Vittorio alla zona bar conversare con una donna più grande. Il tubino cipria che evidenziava le sue curve abbondanti e un teschio nero sulla caviglia non lasciavano dubbi: avrebbe passato la notte con lei. Distolse rapidamente lo sguardo buttandosi sul primo drink che trovò. Ananas, lime e vodka.

Dopo i primi convenevoli il padrone di casa salì sul palco. Durante i suoi discorsi il silenzio era d’obbligo, quasi si respirasse una sorta di contemplazione mistica, di rispetto profondo e religioso. Iniziò col dare un caloroso benvenuto ai presenti. Sapeva essere così persuasivo che in pochi anni era riuscito a metter su una cospicua banda di criminali. Discusse delle nuove campagne elettorali e del contributo che la banda poteva fornire in quell’occasione. Nulla di più tedioso per Ambra. In quel momento però qualcuno la cinse da dietro facendola sobbalzare.
«In camera mia tra cinque minuti» sussurrò Vittorio a voce bassa. Quelle parole le produssero immediatamente una contrazione involontaria del basso ventre. Non ebbe bisogno di rispondere. Mente e corpo risposero per lei.
 
***
 
La rossa, nonostante fosse un’anima romantica, aveva un lato masochista. In amore le piaceva soffrire. Non che ne fosse totalmente consapevole, ma nel suo inconscio funzionava così. Le pappette pronte, scontate o semplici la stancavano troppo presto. Vittorio non faceva altro che alimentare quella parte, tanto perversa quanto dominante, che teneva gelosamente nascosta dentro di sé. Era il suo lato più oscuro e selvaggio. Quel lato che, pur sapendo quanto sia nocivo, non puoi fare a meno di appagare perché ti fa sentire viva e ardente come non mai. Era proprio quella parte che lo bramava con tutta la sua forza contro ogni possibile buon senso.

«Allora? Vuoi o no diventare una Skull?» chiese spazientito per l’ennesima volta.

«Non lo so! Te l’ho già detto!» ribadì.

«Non puoi fuggire per sempre! Prima o poi dovrai prendere una decisione!» affermò irremovibile.

 
«Non puoi uscirne tu?» domandò esasperata.

«Non voglio, e se tentassi di farlo mi ucciderebbero» rispose risoluto. «Se ti unissi alla setta potrei venire a letto con te» fece languido.

«Tutto questo interesse solo per questo? Cos’è, ti annoi con le altre venti donne ai tuoi piedi?» domandò con sarcasmo.

«Affatto, anzi farmi tua sorella è stato bellissimo». Quella risposta arrivò come una pugnalata.

«Non dire cavolate! Non lo farebbe mai!» si stizzì.

«Non ci giurerei!».

«Stai mentendo!»

«Ne sei sicura?»

 
“No…” Non lo era affatto. Prese a camminare nervosamente per la suite. Non era possibile! Calliope non poteva averlo fatto! Le aveva detto quanto le piacesse Vittorio. S’era confidata con lei. Tra tutti gli Elderman disponibili, proprio con lui? Il pensiero la faceva andare fuori di testa.

«Sai che posso leggerti i pensieri, vero?» chiese divertito.

Ambra si fermò sul posto solo per restituirgli un’occhiata torva.

«Me ne vado!» sentenziò infine. Si voltò ma lui, con la velocità di un Guerriero, le afferrò una mano e la fece voltare.
«Sei appena arrivata, Ascanio non ha ancora terminato il suo discorso».

«Lo so, ma non mi va più di stare qui!» disse seccamente.

Lo Skull lasciò la presa, fece spallucce e si buttò sul letto sdraiandosi supino con le mani incrociate dietro la nuca. La rossa era decisa più che mai a lasciare la stanza.

«Non sono andato con Calliope. Sarebbe fin troppo facile. Ci metterei davvero poco» disse mentre un sorrisetto spuntava agli angoli della bocca.

Lei scattò nella sua direzione. “Che grandissimo stronzo! Tirare fuori addirittura mia sorella!” Vittorio le lanciò un’occhiataccia come a dire: guarda che ti sento.

«Sapevo che era una bugia!»

«Sì, infatti eri proprio tranquilla» scherzò.

 
Era ancora vagamente infastidita ma tutto sommato largamente sollevata che stesse bluffando. Non riusciva a rimanere arrabbiata, voleva fare pace e sentire ancora una volta il suo calore prima di andarsene. Si avvicinò e si posizionò su di lui stendendosi sopra con tutto il corpo. Duro e resistente come l’acciaio, la teneva su di sé senza il minimo sforzo.

«Sul serio. Cosa aspetti a unirti a noi? Ormai manchi solo tu» testardo come non mai, era tornato alla carica.

Sospirò, stanca di quella discussione. «Non condivido tutta questa violenza». Scosse il capo in segno di dissenso.

«Non si tratta di violenza, ma d’ideali. Non sei costretta a uccidere se non vuoi. Ci sono mille altri modi per portare avanti i principi della setta».

«E la prova di ammissione?»

«Non è detto che ti si chieda di uccidere. Non tutte le prove sono uguali».

«Tu hai mai ucciso qualcuno?»

«Sì».

Era lì, tra le braccia di un assassino; eppure, non aveva minimamente paura. Anzi, si sentiva al sicuro, certa che non le avrebbe mai fatto del male.

«Non credi che se il regno fosse governato dai Mentalisti sarebbe un posto migliore?» domandò il moro.

«Forse».

 
«Mmh… Forse non mi piace come risposta, ma possiamo lavorarci. Ti serve solo un incentivo!». Le prese delicatamente le mani intrecciandole con le sue. Poi le portò dietro la schiena della ragazza per riunirle e impugnarle entrambe con la sinistra. Aumentò la pressione per tenerle incatenate all’interno della sua più forte e grande. La rossa si trovò con le braccia bloccate. Provò a svincolarsi, ma per quanto si opponesse la presa era ben salda e dopo un paio di tentativi si arrese. Lo Skull, con la destra libera, si fece largo sul suo corpo. Partì dal fianco per scendere fino ai glutei. Ambra istintivamente cercò di serrare le gambe, ma lui glielo impedì puntandole un ginocchio in mezzo. Accarezzò la coscia fino a raggiungere l’orlo del vestito rosso. Arrivò fino al ginocchio, poi tornò indietro, passando al di sotto della gonna, strisciando sui collant velati. Scivolò in mezzo alle gambe per giungere nel punto più intimo. Il tocco lento e sensuale era oltremodo piacevole, ma non abbastanza da raggiungere l’intensità che desiderava. Non voleva farla godere. Almeno non in quel momento. Voleva torturarla. Lei si specchiò nei suoi lucidi occhi neri e ne fu certa: amava prendere il controllo.

«Vuoi che pensi a te tutta la notte?» sussurrò la Mentalista.

«Sì, fallo e io farò lo stesso» rispose seducente, senza interrompere nemmeno per un secondo quello che stava facendo.

«Sei proprio un bugiardo!» sorrise.

«Tu una finta pudica!» disse a tono.

Cercò di controbattere ma, in quella situazione, anche parlare sembrava complicato. In un mix di eccitazione e imbarazzo sistemò il viso nell’incavo del suo collo per non dover 
incontrare il suo sguardo. Lo Skull però poteva sentirla e sapeva quello che le scatenava dentro. Si nutriva dei respiri caldi sulla sua pelle. Del profumo dei suoi capelli lunghi. Dei suoi gemiti soffocati. Della stoffa umida tra le sue cosce. Non poté più resistere. Aumentò la pressione dandole quello che voleva. La rossa non controllò più il respiro, che divenne affannoso. Il battito non era mai stato tanto accelerato. Le guance erano fiamme.
"Ti voglio…”

«Anch’io ti voglio» le sussurrò.

«Non leggermi la mente!» sbottò la Mentalista col cuore in gola.

«Non posso non sentirti. Non stai pensando. Stai urlando» si difese inebriandosi di quei sospiri dentro al suo orecchio.

«Lasciati andare». Aumentò ancora di più la velocità, sfregando e spingendo nonostante la barriera dei vestiti. Lei senza più ritegno iniziò a gemere muovendo il bacino per assecondare meglio i suoi movimenti. Lui continuò finché non raggiunse l’apice e il corpo fu scosso da violenti e ripetuti spasmi. Quando si rilassò, allentò la presa sulle mani lasciandola libera.

«Ora è meglio se ti sposti, prima che inizi a spogliarti» disse lo Skull.

Controvoglia scivolò via sistemandosi a fianco.

«Chi le ha stabilite tutte queste regole?» fece ancora frastornata.

«Sai bene chi».

 
«Sono stupide e dubito che lo verrà mai a sapere».

«Ti stai sopravvalutando se credi di poter venire a letto con me e riuscire a non pensarci».

“Anche se fosse?”

«La tua piccola testolina si riempirebbe di pensieri così intensi che Ascanio potrebbe sentirli anche a un chilometro di distanza e allora saremmo morti, entrambi».

“Forse hai ragione…”

«Ho sempre ragione» puntualizzò.

«Sì, e sei sempre modesto e per nulla invadente con i tuoi poteri» scherzò.

Non le diede corda e continuò. «Senza contare il fatto che ti innamoreresti inevitabilmente di me».

«Qualsiasi cosa capiti mi rifiuto di innamorarmi di te» fece sicura.

«Fai bene» disse passandole una mano sulla chioma ramata. «Fai bene» ripeté, ma stava già pensando ad altro.



 


Questo capitolo è tratto dal libro Blacl Skull: il Marchio della Bestia.
Potete trovate il testo integrale su Amazon, Ibs, Mondadori o NeP Edizioni. Autrice Laura Occhialini.rale su Amazon, Ibs, Mondadori o NeP Edizioni.
Autrice Laura Occhialini.
 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Panda13