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Autore: Juls18    29/04/2022    3 recensioni
Il richiamo ad un'antica tradizione sconvolge il pianeta di Wonder. La regina del regno della Luna ha deciso, infatti, che a occuparsi dell'istruzione della sua giovane figlia Milky sarà una principessa reale, scelta appositamente per l'occasione, una "Principessa Istitutrice" appositamente scelta da un gruppo di sette saggi. Questa scelta porterà con se lo stravolgimento della vita di due principesse, di due regni, e di due famiglie reali. Chi otterrà il compito, poi, dovrà vivere per tre anni nel regno della Luna, a stretto contatto con la giovane principessa e anche con il principe Shade, erede al trono. Un posto ambito da molte principesse. Ma chi otterrà il compito, sarà preparato alle conseguenze che ciò comporterà? E soprattutto, alla fine dei tre anni, sarà solo la giovane principessa Milky ad avere imparato, o anche la sua istitutrice?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Milky, Nuovo Personaggio, Regina Maria, Rein, Shade
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 19

 

Rein era nella sua stanza, che passeggiava avanti e indietro. Era talmente tanto sconvolta per le cose che aveva scoperto che nonostante la tarda ora, non riusciva a dormire. Trudy e Philip insieme? Era la cosa più assurda che avesse mai sentito ma, dopotutto, doveva ammettere che non conosceva bene nessuno dei due così approfonditamente da potere affermare se fosse possibile o fosse tutta un’opera di pura fantasia. Eppure credeva che l’animo integerrimo di Philip e la ferma determinazione di Trudy fossero in netto contrasto con quello che affermava la corte. Non ce la vedeva affatto Trudy mettere a repentaglio la sua reputazione per un flirt, per di più con un uomo come Philip. Se una donna nubile fosse stata colta in intimità con un uomo la sua vita sarebbe finita. Non solo nessun uomo l’avrebbe più voluta sposare, ma anche la famiglia di lei sarebbe stata gettata nel disonore e nell’infamia. Rein non condivideva molto quella visione delle cose, anche perché la stessa regola non si applicava agli uomini e la cosa l’aveva sempre infastidita. Ma la cosa più strana era che conosceva quel poco che bastava Trudy per immaginare che la donna non avrebbe mai fatto una cosa simile. Per non parlare poi di un fatto che la stava tormentando da un po’: quel pomeriggio nessuna delle signore invitate al suo the aveva ripetuto quel pettegolezzo su Trudy, anche se, stando alle parole di Daisy la cameriera, era una voce che circolava già da una settimana e di cui  la marchesa era perfettamente a conoscenza, dato che era stata lei a parlarne per prima alla pettegola di corte, la viscontessa Dunnel. Questo dettaglio era un’altra cosa non la faceva stare serena. Perché, se tra Trudy e Fanny non correva molto buon sangue, la marchesa non aveva approfittato di quell’occasione per screditare la contessa davanti ai suoi occhi? Perché Daphne, che sapeva non avere niente contro lei o Trudy  non le aveva riferito nulla su quel pettegolezzo? Possibile che nemmeno lei ne fosse a conoscenza? Se fosse stato così, se nessun membro che le era abbastanza vicino a corte ne era a conoscenza, era come se qualcuno li avesse volutamente tenuto all’oscuro. E questo pensiero la tormentava ancora di più del pettegolezzo in se e di tutto quello che comportava.

-Cosa sta macchinando la marchesa?-

Domandò al suo riflesso nello specchio, ma tutto ciò che ricevette come risposta fu il suo stesso sguardo perso. Con un sospiro si buttò sul letto, sconsolata. Era così contenta che il pomeriggio fosse stato un successo che faticava a pensare come tutto fosse cambiato così velocemente nel giro di una decina di minuti. E il peggio era stato vedere Thomas, così sconvolto per la notizia che non sapeva cosa fare. La cosa migliore sarebbe stato parlare direttamente con Trudy e chiedere spiegazioni, ma con che diritto avrebbe lei potuto farlo? Non erano amiche o confidenti e non aveva nessuna certezza che Trudy ne volesse parlare o spiegarle cosa fosse successo. Dopotutto se la notizia fosse stata vera e lei avesse avuto realmente una relazione intima con Philip avrebbe ammesso la cosa proprio davanti a lei? Era molto improbabile.

-Cosa dovrei fare?-

Chiese alla stanza vuota. Non ricevette risposta

 

 

Shade, seduto sul davanzale di una finestra del suo studio, non sapeva cosa fare. Era stata dura convincere Thomas a rimandare qualsiasi decisione avventata e sconsiderata, soprattutto quella di correre da Philip a chiedere spiegazioni. Shade aveva personalmente riportato Thomas nella sua stanza e lo aveva osservato scolarsi due bottiglie di vino senza problema. Era rimasto con lui fino a quando non si era addormentato e aveva ordinato al conte Nicholanos e a due guardie di sorvegliare la porta e di impedire in qualsiasi modo a Thomas di uscire. Se fosse stato necessario avrebbero avuto il permesso di sbatterlo in prigione. Dopo l’ordine era tornato nello studio, intento a volere lavorare per cercare di distrarsi, ma non ci era riuscito. Vedere Thomas in quello stato lo aveva gettato nello sconforto più totale, perché anche se era un principe, non aveva nessun potere per risolvere la situazione in modo semplice o efficace. Parlare con sua madre si era rivelato anche quello un problema. Nemmeno la regina poteva niente contro quelle voci e l’unico consiglio che era riuscita a dargli era di indagare e verificare.

-Se volete smontare le voci di uno scandalo, la cosa migliore è trovare informazioni talmente solide da confermare tutta un’altra storia. E ovviamente dovete parlare con i diretti interessati-

E quello era un enorme problema. Non poteva certo avvicinare Trudy per chiederle che tipo di rapporti avesse con Philip e altrettanto non poteva chiedere apertamente a Philip. Non era con nessuno dei due così in intimità per potere chiedere in che tipo di rapporto fossero i due. Potevano mentirgli. Certo, poteva ordinargli di dire che tipo di relazione avessero, ma non era comunque certo che gli avrebbero detto la verità. E se avessero veramente avuto una relazione sentimentale in corso? Shade sospirò e si versò un altro bicchiere di cognac. Mentre si portava il bicchiere alla bocca, solo un’unica domanda gli rimbombava nella testa

-Come devo agire?-

 

 

L’orologio del castello battè quattro rintocchi. Nel cuore della notte e nel silenzio del palazzo quel rumore improvviso fece sobbalzare di colpo Rein. La turchina si alzò dal letto e si guardò intorno. Era ancora sveglia, forse si era appisolata per una mezzoretta, ma non di più. Eppure non era stanca. Il suo cervello continuava a lavorare instancabile, in cerca di una soluzione, anche se non ne aveva trovata nemmeno una che fosse vagamente realizzabile. Rein prese a rotolarsi nel letto varie volte, in cerca di una posizione più comoda o dell’arrivo del sonno. Tuttavia, dopo un periodo che le parve lungo un’infinità e il mancato sopravvento del sonno, Rein decise di alzarsi, spazientita. Si avvicinò alla finestra e aprì la porta che accedeva al suo terrazzo privato. Il contatto con l’aria fredda della notte fece rabbrividire Rein, che si avvolse a se più stretta la vestaglia. Si avvicinò alla balaustra del balcone e guardò il giardino sotto di se. Era buoi, ma la luce della luna rischiarava quel poco che bastava per permetterle di distinguere i sentieri, le siepi e la fontana della Luna che si trovava sotto la sua finestra. Rein rimase qualche minuto ferma a osservare il giardino vuoto e silenzioso prima di voltarsi per tornare nella sua stanza, al caldo. Voltandosi si accorse che una parte del giardino sembrava rischiarata come da una luce intensa. Incuriosita, Rein si avvicinò alla balaustra e si sporse, in direzione del corpo principale del castello. Non fu del tutto meravigliata nel vedere da dove provenisse la luce: lo studio di Shade era, infatti, la fonte di quel bagliore nella notte. Il principe doveva essere rimasto sveglio per lavorare, o forse, come lei, non riusciva a dormire a causa di tutto quello che avevano scoperto quel pomeriggio. Rein si fermò a guardare ancora qualche istante le finestre dello studio, quando un’idea improvvisa la colse, di sorpresa. Si meravigliò lei stessa per quel pensiero, ma si ritrovò a sorridere all’idea. Corse veloce dentro la stanza e si mise alla ricerca di quello che le serviva. Sapeva di avere tutto il necessario per realizzare ciò a cui aveva pensato, doveva solo immaginare dove Dreamy avesse collocato tutto quanto. Ci mise circa una decina di minuti a trovare tutto quanto, e, quando fu pronta, tornò sul balcone. Si sedette sulla balaustra, la schiena appoggiata contro una colonna e si mise al lavoro. Non badò troppo al freddo della notte o del marmo sotto di lei, tanto era concentrata nel suo intento. E senza accorgersene quasi, passò più di un’ora a lavorare. Quando ebbe finito guardò il risultato del suo lavoro e si ritrovò a sorridere.

-Chissà se gli piacerà-

 

 

Shade aveva passato la notte in bianco, chiuso nel suo ufficio. Era rimasto lì fino alle sei di mattina, quando aveva deciso di tornare nella sua stanza per concedersi un bagno caldo e cambiarsi i vestiti prima di colazione. Nonostante la stanchezza della notte insonne, si sentiva bene. L’acqua calda aveva sempre il potere di levargli via di dosso la stanchezza, o era quello che gli piaceva pensare. Lavorare lo aveva aiutato a distrarsi dai pensieri e dalle preoccupazioni per Thomas, anche se una parte della sua mente era stata incapace di dimenticare, anche per pochi attimi, il volto sconvolto di Thomas. Tuttavia quella mattina si sentiva più sicuro e fiducioso nel riuscire a trovare una soluzione. Forse era stata la luce del sole a dargli fiducia, rispetto al buoi della notte, ma aveva come la sensazione che tutto stava per prendere una piega positiva per tutti loro. Shade aveva appena fatto in tempo a rivestirsi quando qualcuno bussò energicamente alla porta della sua stanza. Era insolito che qualcuno lo facesse, soprattutto a quell’ora del mattino. Non erano ancora le otto, infatti, ed erano molto pochi i nobili, o i ministri, già in piedi e operativi. Di solito la vita di palazzo iniziava intorno alle dieci, orario in cui la regina apriva le udienze mattutine. Era decisamente insolito, quindi, che qualcuno lo cercasse così presto. A meno che non si trattasse di una emergenza. Shade corse alla porta, allarmato e la aprì. Una guardia si inchinò appena lo vide

-Altezza chiedo scusa per l’orario-

-È successo qualcosa?-

L’uomo annuì

-Si tratta del capitano delle guardie, altezza…-

Shade chiuse gli occhi

-Cosa ha combinato?-

-Il tenente Nicholanos ve lo spiegherà lui stesso, altezza. Ha chiesto se lo potete raggiungere subito, altezza-

-Dove?-

-Nelle segrete, altezza-

Shade chiuse gli occhi e si trovò a sospirare. Così, alla fine, Thomas si era veramente fatto sbattere in prigione dalle sue stesse guardie e per suo ordine.

-Fammi strada-

La guardia annuì e si incamminò, Shade subito dietro di lui. Il palazzo si stava ancora svegliando, nel frattempo, e un esercito di camerieri e cameriere invadeva i corridoi. Non appena lo vedevano passare, tutti si affrettavano ad inchinarsi e a lasciarlo passare. Il principe sentì un leggero brusio dietro di se, ma decise di non darci peso. Sapeva che era insolito, per lui, camminare per il palazzo a quell’ora, ma la cosa migliore era ignorare qualsiasi cosa attorno a se. Era abituato, ormai, ad isolarsi dal resto del mondo, creandosi come una specie di bolla attorno a se ed isolandosi da tutto. Fu per questo che non si accorse subito di essere chiamato. Solo quando una mano lo afferrò per un braccio, costringendolo a voltarsi, che si ritrovò ad uscire dalla sua bolla, riportato bruscamente alla realtà circostante . E fu così che si ritrovò a guardare due occhi che riconobbe subito

-Rein-

La turchina gli sorrise, divertita

-Guarda cosa mi costringi a fare. Ti ho chiamato ma non mi hai minimamente sentito-

Shade scosse la testa

-Perdonami non stavo prestando attenzione-

Rein ridacchiò

-Ho notato. Meno male che sono brava a correre e sono riuscita a raggiungerti-

-Cosa ci fai qui?-

Le chiese perplesso. Lo sguardo della principessa si spostò sulla guardia dietro di lei

-Sono stata convocata, come te credo-

Shade non ebbe bisogno di impiegare molto tempo per capire

-Nicholanos ti ha fatto chiamare?-

Rein annuì

-Perché? Cioè perché ha chiamato anche te?-

Rein scosse la testa

-Non lo so. Ma credo sarà meglio sbrigarci a scoprirlo, prima di attirare troppa attenzione-

Shade annuì. Si voltò verso la guardia, incitandola a proseguire. L’uomo si inchinò sia a lui che a Rein e procedette. La guardia chiamata per scortare Rein si mise dietro di loro. Shade offrì il suo braccio alla turchina e lei lo prese senza esitazione

-Credi che sia successo qualcosa di molto grave?-

Shade scosse il capo

-Non lo so. Ma dato che lo hanno portato nelle segrete, immagino abbia cercato di uccidere Philip-

-Le segrete? Hai fatto rinchiudere Thomas nelle segrete?-

Shade guardò Rein e vide lo sguardo sconvolto e arrabbiato di Rein per ciò che aveva detto

-Ti sconvolge di più il fatto che abbia acconsentito a rinchiudere Thomas in una cella, piuttosto il fatto che Thomas abbia cercato di uccidere Philip?-

Rein scosse la testa

-Sappiamo entrambi che non avrebbe mai fatto sul serio del male a Philip. Come hai potuto sbatterlo in una cella?-

 

Rein lo guardò con uno sguardo così sconvolto, che Shade provò un senso di imbarazzo. E si ritrovò costretto a doversi giustificare

-Non guardarmi così, ti prego. Ho agito per il meglio, credimi. Thomas era ubriaco, ieri sera e avevo avvisato le guardie di fare tutto il possibile per non fargli commettere qualcosa di folle o sconsiderato. L’ultima cosa che voglio è che un mio amico finisca sulla bocca di qualsiasi persona qui a corte-

-E farlo rinchiudere nelle segrete era il solo modo che ti è venuto in mente per fermarlo? Potevi restare con lui e fargli compagnia per la notte-

Shade scosse il capo

-Thomas mi avrebbe odiato se lo avessi osservato una notte intera come fosse un bambino. Lo conosco Rein, purtroppo per me conosco quel pazzo sconsiderato fin troppo bene per sapere che l’unica possibilità era lasciarlo sfogare, da solo. Con il vino. Avevo detto alle guardie di intervenire in modo così drastico solo se fosse stato veramente necessario usare le maniere forti . Se fosse stato assolutamente impossibile farlo ragionare e ricondurlo nella sua stanza allora si, dovevano rinchiuderlo in una cella-

Rein rimase in silenzio per qualche attimo. Shade sentì la mano della principessa stringere il suo braccio

-Vuol dire che era intenzionato sul serio ad uccidere veramente Philip?-

Shade annuì

-Trudy è come una sorella per lui e, lo ammetto, non l’avevo mai visto così sconvolto come ieri sera-

Rein non replicò e i due proseguirono in silenzio. Ad un tratto il gruppo si fermò davanti ad una porta. Shade sapeva perfettamente cosa aspettarsi, ma forse Rein no. Si voltò così verso di lei, preoccupato

-Rein senti, forse sarebbe meglio se tu aspettassi qui di sopra. Insomma, non credo che le segrete sia il posto migliore per... quello che vorrei dire è che…-

-Shade, so come sono fatte delle segrete. Non è la prima volta che ne vedo una, sai? Non mi spaventa un po’ di polvere e qualche ragnatela-

Shade la fissò e Rein lo guardò divertita

-Sei già stata in una segreta? Sul serio?-

Rein annuì

-E’ un miracolo che con tutto quello che abbiamo combinato io e mia sorella nostro padre non ci abbia fatto rinchiudere per un paio di mesi per impedirci di fare qualsiasi cosa, o per farci ragionare sul nostro comportamento. Invece ci ha condotto lì,  e anche molte volte, per farci vedere cosa volesse dire realmente governare e che, a volte, era necessario agire anche con un pugno di ferro-

Shade la guardò meravigliato. Non si immaginava re Toulouse portare nelle segrete le sue figlie, ma evidentemente conosceva molto poco il re del regno del sole. Guardando lo sguardo risoluto della turchina, Shade si trovò ad annuire

-Va bene allora. Andiamo-

Rein annuì. Shade fece un cenno alla guardia e l’uomo aprì la porta. Un corridoio poco illuminato si aprì davanti ai loro occhi e un odore di cantina, un misto di polvere e chiuso, arrivò alle loro narici. Shade si avviò ed entrò con Rein. Camminarono per qualche metro in silenzio, prima che il conte Nicholanos gli venisse incontro

-Altezze reali-

-Conte-

Nicholanos si inchinò.

-Chiedo scusa per avervi fatto chiamare così presto, ma ho ritenuto che prima fosse risolta questa situazione meglio fosse per tutti, soprattutto per me-

Shade annuì

-Cosa ha fatto per meritarsi di essere chiuso qui dentro?-

Nicholanos fissò Shade e sospirò

-Ha cercato di andare nell’appartamento del conte di Hoteval, altezza, con la spada-

-Lo immaginavo-

-E nel cercare di trattenerlo ha… tirato un pugno a una guardia, mandandola al tappeto e quasi ferito un’altra guardia con la spada-

Shade si portò una mano sul viso e Rein ridacchiò. Il principe le scoccò un’occhiata contrariata ma Rein gli sorrise

-Andiamo, è divertente se ci pensi… avrei voluto vedere la scena-

Shade la guardò, allibita

-Vi assicuro altezza che non è stato affato divertente-

Disse Nicholanos. Rein fece per ribattere ma si trattenne.  Stava per intervenire e chiedere altro a Nicholanos, quando la voce inconfondibile di Thomas si propagò per il corridoio, facendoli tutti voltare verso il suono

-La volete smettere di fare i convenevoli e volete tirarmi fuori? La situazione sta diventando imbarazzante-

Shade fece qualche passo in avanti fino ad arrivare davanti ad una cella. Dietro le sbarre Thomas, seduto per terra e con la schiena appoggiata alla parete  lo fissò esasperato.

-Fammi uscire da qui, subito-

Gli intimò. Shade incrociò le braccia al petto

-Non saprei. C’è qualcosa di terribilmente piacevole nel saperti chiuso dietro queste sbarre-

Thomas si alzò e si avvicinò alle sbarre

-Shade, non sono dell’umore, ne per il tuo sarcasmo ne per niente altro. Fammi uscire. Subito-

-Solo se prometti di mantenere la calma-

-Io sono calmo-

-E che non correrai ad uccidere Philip-

Thomas lo guardò poi annuì

-Non uccido nessuno, non ne era mia intenzione-

-E che non andrai a prendere a pugni il mio ministro-

Thomas lo guardò fisso negli occhi, poi, molto lentamente, annuì

-Bene-

Shade si voltò verso Nicholanos e gli fece un cenno. Il tenente si avvicinò alle sbarre e, dopo avere inserito la chiave e fatto scattare il chiavistello, aprì la porta al suo capitano. Non appena Thomas fu fuori si mise di fronte a Shade e il principe realizzò un secondo troppo tardi cosa stava accadendo. Il pugno di Thomas si abbatté sulla sua guancia veloce, preciso e doloroso. L’urlo di Rein fu l’unica cosa che si sentì. Shade era finito per terra, disteso sul pavimento. Senza pensare, Shade si affrettò a rialzarsi e diede lo stesso pugno che aveva ricevuto a Thomas. I due presero a fare a botte, tirandosi pugni, schiaffi o calci a vicenda. Rein prese a urlargli contro, ma Shade non ci badò, così come Thomas. I due si ritrovarono per terra, avvinghiati e intenti a tirarsi pugni, quando una secchiata d’acqua gelida gli arrivò addosso. Shade si trovò a sbattere gli occhi, confuso. Si sdraiò sulla schiena e guardò in alto e lo stesso fece Thomas, come paralizzato. Davanti a loro stava, in piedi, Nicholanos, un secchio vuoto tra le mani.

-Altezza, capitano, direi che ora può bastare. Avete spaventato fin troppo la principessa-

Shade guardò Rein che si trovava a qualche passo da loro, dietro una guardia reale. Aveva delle lacrime che le scendevano dagli occhi e Shade si maledisse. L’aveva spaventata. Si voltò verso Thomas per rimproverarlo ma il capitano gli rivolse uno sguardo divertito. Bastò quello e anche lui sorrise, per poi scoppiare a ridere. Thomas fece lo stesso e le loro risate si diffusero per il corridoio. Ad un tratto Shade si voltò verso Thomas

-Ti senti meglio?-

Thomas annuì

-Decisamente-

Shade annuì poi si mise a sedere. Rein aveva lo sguardo sconvolto

-Thomas aveva solo bisogno di prendersela con qualcuno per sfogarsi-

La principessa fissò lui poi Thomas a occhi sgranati.

-Voi siete pazzi-

Disse solo. Thomas ridacchiò e si tirò su, poi offrì la mano a Shade per farlo alzare

-Non pazzi, siamo solo uomini. È così che risolviamo le cose, vero Nicholanos?-

Disse Thomas assestando una pacca sulla spalla al suo tenente. Nicholanos non disse niente, si limito ad annuire, ma forse più per abitudine che altro, il secchio vuoto ancora in mano. Shade si scosse i capelli bagnati dal viso e tornò padrone della situazione

-Nicholanos, accompagnate la principessa nella stanza di Thomas e fate portare the caldo e qualcosa da mangiare.-

-Come volete altezza. Principessa, per favore, seguitemi-

Nicholanos si inchinò e prese a camminare verso la principessa. Rein, tuttavia, non sembrava intenzionata a spostarsi da quel corridoio. Anzi, si incamminò veloce verso di lui, leggermente furiosa e fece qualcosa di totalmente inaspettato. Quando fu abbastanza vicina a lui, infatti, gli diede un calcio in uno stinco, facendolo trasalire dal dolore e poi fece lo stesso con Thomas.

-Ahia Rein, fa male-

Disse Thomas portandosi una mano sulla gamba, dolorante. Shade, troppo sconvolto da quell’atteggiamento, la fissò. Rein incrociò le braccia al petto e li guardò autoritaria

-Questo è per avermi fatto spaventare. Che modi sono di prendersi a pugni? Così che risolvete le cose? Mi meraviglio che la società civile possa essere andata avanti con voi uomini al comando. Siete due idioti, lo sapete? Due immaturi, piccoli e stupidi bambini anzi. Non posso credere di essermi anche preoccupata per voi-

Shade la fissò ma non disse niente, anzi, sentendosi in colpa, abbassò lo sguardo, incapace di guardare i suoi occhi. Rein non aggiunse altro, si voltò e si incamminò per il corridoio. Nicholanos si fece da parte ma scoccò un sorriso divertito ai due, prima di seguire la principessa. A metà del corridoio, tuttavia, Rein si voltò di nuovo verso di loro

-E vedete di darvi una sistemata! Non vorrete prendervi un raffreddore. Asciugatevi, rendetevi presentabili e venite a fare colazione. O giuro che vi darò qualcosa di molto più doloroso di un calcio in una gamba, sono stata chiara?-

Sia Shade che Thomas annuirono. Poi Rein si avviò per il corridoio, sparendo presto dalla loro vista. Rimasti soli Thomas si voltò verso di lui

-Sposala, te ne prego. E giuro che non ti darò mai più un problema al mondo-

Shade non gli rispose nemmeno ma un sorriso gli affiorò sul volto. Mentre si massaggiava la gamba ancora dolorante si trovò a pensare che effettivamente una donna come lei non l’aveva mai conosciuta. E qualcosa gli diceva che c’erano ancora tanti aspetti di lei inaspettati da conoscere.

 

 

Rein fissò quello che doveva essere il salotto di Thomas e per poco non lanciò un urlo di disperazione. La stanza era in uno stato di totale delirio. Il divano era privo dei suoi cuscini, che erano sparsi in giro per la stanza, scaraventati, evidentemente, da un furioso e ubriaco Thomas. Il tavolino era ricoperto di bottiglie di vino, vuote, bicchieri e avanzi di cibo. Il fuoco era spento da un po’ e le due finestre della stanza erano aperte, in modo che l’aria fredda del mattino primaverile entrasse dentro, copioso. Rein si voltò verso Nicholanos

-Chiamate subito qualcuno per sistemare questo disastro. E voi-

Indicò due guardie che scattarono subito

-Chiudete immediatamente quelle finestre e accendete il fuoco. Sapete accendere un fuoco, vero?-

Gli uomini annuirono e si misero all’opera. Intanto Nicholanos aveva fatto chiamare una cameriera e la ragazza, appena vide lo sguardo torvo di Rein e le condizioni della stanza si mise subito a sistemare, in silenzio. Il rumore del fuoco che aveva preso vigore nel camino fece voltare Rein verso di esso. Si avvicinò veloce e allungò le mani, per scaldarsi. Nicholanos le si avvicinò piano

-Altezza se posso…-

Rein si voltò

-Che cosa c’è adesso?-

L’uomo fece un passo indietro istintivamente

-Niente altezza solo, se avete freddo, potete accomodarvi nello studio del capitano. Lì il fuoco arde già da un’ora e la stanza è più calda rispetto a questa. Così mentre aspettate sua altezza e il capitano potete stare al caldo-

Rein si guardò un attimo intorno. Effettivamente la stanza era gelata dato che, molto probabilmente, le finestre erano rimaste aperte per buona parte della notte e la cameriera aveva bisogno di una buona mezz’ora per rendere la stanza almeno presentabile. La turchina si ritrovò a fare un sospiro poi scosse la testa

-No-

Nicholanos granò gli occhi

-No altezza?-

-No. Io aspetterò quei due che chiamate rispettosamente principe e capitano nella sala da pranzo del palazzo, dove ogni mattina faccio colazione insieme alle sole persone che conoscono ancora buone maniere e educazione o che abbiano un minimo di cervello e lo sanno usare. Se vorranno vedermi sarò lì. Altrimenti, che stiano qui pure al freddo per quanto mi riguarda-

Detto questo Rein si voltò e si avviò verso la porta. Poi però si bloccò di colpo e si voltò, dove Nicholanos la fissava perplesso

-A proposito, perché mi avete fatto chiamare? Cosa c’entravo io questa mattina in questo siparietto?-

L’uomo la guardò poi fece un sospiro

-Principessa, conosco fin troppo bene il capitano, temo. Sapevo che appena avrebbe visto il principe e ne avesse avuto l’occasione, avrebbe fatto quello che ha fatto-

-E allora perché…-

-Credevo, in tutta onesta, che sapendovi lì con loro non avrebbe osato fare quello che ha fatto-

-Cioè prendere a pugni Shade?-

La cameriera che stava sistemando la stanza si bloccò di colpo e li fissò ad occhi sgranati. Rein la vide e sospirò

-Uomini-

Disse solo. La donna si limitò a fare un cenno con il capo incerta, poi tornò a sistemare. Rein si voltò verso Nicholanos

-Conte, è stato chiaro che la mia presenza non ha cambiato in alcun modo i fatti. Ma non credo che voi mi abbiate chiamata a quest’ora del mattino solo per evitare una scazzottata tra quei due. Qual è il vero motivo? O devo credere che anche voi rientriate nella categoria degli uomini privi di cervello?-

L’uomo si trovò a sorridere e ad annuire. Si avvicinò poi a lei e le offrì il braccio

-Permettetemi di accompagnarvi nella sala della colazione, altezza. Almeno saprò oggi di avere fatto qualcosa di utile-

Rein lo fissò e si lasciò sfuggire un sorriso. Le piaceva Nicholanos, c’era qualcosa nel suo modo di fare che era rassicurante e piacevole. Così  accetto l’offerta  e i due si allontanarono da quel delirio di stanza e, soprattutto, da orecchie indiscrete.

-Altezza sappiamo perfettamente qual è stato il motivo per cui il capitano è finito in quella cella questa mattina-

Rein annuì

-Dato il tenore delle preoccupazioni del capitano ho ritenuto saggio chiamarvi perché, come è noto, tra uomini e donne, coloro che sanno gestire meglio questo tipo di situazioni e trovare dei rimedi efficaci siete voi donne, non di certo noi uomini-

Rein guardò leggermente compiaciuta il tenente. Non si aspettava quel tipo di parole uscire dalla bocca di un uomo serio come lui. Rein si trovò a sorridere e ad annuire

-Mi fa piacere sapere che c’è ancora del buon senso nel genere maschile. Ammetto che dopo questa mattina iniziavo a dubitarne-

Nicholanos le sorrise

-Sono cresciuto in una famiglia completamente al femminile. Mio padre è morto quando avevo solo tre anni, quindi sono cresciuto con mia madre e le mie due sorelle maggiori. Direi che conosco fin troppo bene il potere femminile. Soprattutto, so riconoscere il buon senso quando lo vedo-

Rein ridacchiò

-Deve essere stata un’infanzia piacevole la vostra-

L’uomo sorrise

-Se credete che, essendo io l’unico uomo di casa e successore del titolo di conte lasciato da mio padre che quindi io abbia ricevuto un qualche tipo di trattamento di favore o sia stato viziato e coccolato forse anche più del dovuto, ebbene si, vi posso confermare che è assolutamente vero. Mia madre poi mi ha sempre fatto credere di essere io a decidere ogni cosa, ogni mio desiderio era esaudito in quanto futuro conte Nicholanos, ma in realtà erano loro a comandare, mia madre insieme alle mie sorelle, e riuscivano sempre a farmi fare quello che volevano loro, facendola passare per una mia decisione-

Nicholanos ridacchiò a quei ricordi

-Però si, altezza, ho avuto un’infanzia piacevole e piena di bei ricordi. E ho anche imparato quanto sia grande la forza di volontà femminile e quanto voi siate decisamente migliori di noi uomini nel risolvere conflitti o sistemare situazioni all’apparenza impossibili da risolvere. Per questo mi sono permesso di chiamarvi questa mattina. So che siete una leale amica del capitano e lui tiene molto a conto la vostra opinione, credetemi. So che vi ascolterà se crederete di avere un modo per sistemare le cose e so che siete la sola che possa capire come stanno realmente le cose-

Rein lo guardò e si entrì terribilmente grata per quella piena fiducia. Tuttavia, un senso di preoccupazione la invase, perché fino a quel momento, non era stata assolutamente in grado di pensare a niente che potesse risolvere la situazione in cui si era ritrovata.

-Voi cosa credete? Pensate che la voce sia vera?-

Nicholanos scosse il capo

-Onestamente, altezza, non conosco bene nessuno dei due per potere dire con sicurezza se sia vero o meno. Però non credo, altezza-

-Cosa vi fa pensare questo?-

Il tenente si fermò e la guardò

-Ho avuto modo di osservare il conte di Hoteval perché sono stato assegnato alla sua scorte spesso nell’ultimo periodo. E ho avuto modo di parlare con lui durante il ricevimento organizzato dal capitano in vostro onore. Da quello che ho visto mi sono fatto un’opinione su di lui e non credo che sia la contessa di Gaumont ad avere attratto l’attenzione del conte-

Rein lo guardò sorpresa

-Dalle vostre parole sembra quasi che il conte si sia invaghito di un’altra donna-

-Invaghito non lo so, ma di sicuro credo sia particolarmente interessato a qualcuna, altezza, questo si. E quella donna non è di certo la contessa di Gaumont-

-E chi sarebbe allora?-

Nicholanos rimase in silenzio. I due ormai erano arrivati da qualche minuto davanti alla porta della sala da pranzo. Il tenente aprì la porta per Rein e si mise di lato, in modo da farla entrare. Rein lo guardò

-Non volete dirmi il nome-

-No altezza, anche perché se mi sbaglio farei una brutta figura nei confronti del conte. Se invece ho ragione, non credo spetti a me rivelare le inclinazioni del conte senza il suo permesso-

Rein sorrise

-Siete un brav’uomo, tenente. E un buon amico-

Nicholanos la guardò negli occhi e le sorrise

-Grazie altezza-

Rein rispose al sorriso di Nicholanos con un sorriso a sua volta, poi entrò nella sala da pranzo. La tavola era stata già apparecchiata per la colazione. L’unica cosa che mancava, ovviamente, erano le vivande, che sarebbero state portate solo quando la regina fosse arrivata per la colazione, come da protocollo reale. Almeno, però, il fuoco era stato accesso e la stanza era piacevolmente calda. Rein si fermò davanti al camino e prese ad osservare il fuoco scoppiettante. Rimase così, ferma e immobile, presa ad osservare il movimento ipnotico delle fiamme. Mentre osservava il dolce movimento del fuoco, piano piano, un’idea prese a formarsi nella sua mente. Stava pensando ad un piano, neanche troppo elaborato, per cercare di risolvere il problema. Un sorriso le spuntò sul volto, quando l’idea prese sempre più definizione nella sua mente. Fu richiamata bruscamente alla realtà quando qualcuno aprì la porta. Nel voltarsi, Rein vide Shade e Thomas, sorridenti e allegri, entrare. Appena la videro, tuttavia, si bloccarono di colpo e la fissarono. Rein incrociò le braccia al petto e li fissò. Si erano asciugati e cambiati d’abito, tutti e due. La guancia di Shade presentava un leggero rossore dove Thomas lo aveva colpito e il capitano aveva un labbro leggermente arrossato.

-Posso sperare di potere avere una conversazione civile con voi adesso o avete intenzione di fare di nuovo a pugni?-

Shade scosse il capo e anche Thomas.

-Bene, almeno sembrate avere riacquistato il buon senso. Ora, per favore, sedetevi e statemi a sentire. Forse so come riuscire a capire cosa sia realmente successo quella notte-

Thomas fece un passo avanti e la guardò dritto negli occhi

-Cosa proponi?-

Rein li guardò negli occhi, prima Thomas poi Shade.

-Vi fidate di me?-

Rein continuò a fissare Shade dritto negli occhi. Il principe non esitò un istante nel risponderle

-Sai che è così-

-Allora promettetemi di lasciarmi fare ciò che devo fare, senza interferire-

Shade annuì e anche Thomas, anche se il capitano sembrava poco convinto. Rein però scosse la testa

-No, non mi basta un assenso così. Giuratemelo. Giurate di non interferire con i miei piani-

Thomas e Shade si guardarono, parlandosi in un linguaggio silenzioso sviluppatosi in anni di amicizia. Rein attese, poi, per primo, fu il principe a parlare

-Te lo giuro, non interferirò-

Thomas la guardò, poi si avvicinò alla turchina e le prese le mani, stringendole nelle sue

-So che farai la cosa giusta. Prometto di non interferire e lasciarti fare, anzi, prometto di più, farò qualsiasi cosa mi ordinerai pur di risolvere questa situazione-

Rein gli sorrise

-Bene, sapevo che potevo contare su di voi-

Detto questo si liberò dalla stretta delle mani di Thomas e salutandoli, si avviò verso la porta. Fu bloccata prima di uscire, dalla mano di Shade che la afferrò e la fece voltare

-Rein aspetta-

Rein guardò la sua mano bloccata in quella del principe.

-Shade avrei da fare-

-Non vuoi nemmeno dirci cosa vuoi fare? Come possiamo aiutarti se non sappiamo cosa hai in mente-

-Giusto Rein, il principino qui ha ragione. Cosa vuoi fare con esattezza?-

Rein però scosse il capo

-Non posso dirvelo, perché se ve lo dicessi fareste di tutto per dissuadermi dalla mia idea. La cosa migliore che potete fare per aiutarmi è tornare a fare il vostro solito lavoro, come se niente fosse. Così non spargeremo altri pettegolezzi-

-Ma…-

Shade la guardò, preoccupato. La sua mano la strinse ancora di più. Rein fece un passo verso di lui e lo guardò negli occhi

-Lo hai promesso, poco fa. Lasciami attuare il mio piano. Sai che se dovessi avere bisogno di te, verrò subito a cercarti-

Rein vide gli occhi di Shade guardarla preoccupato, ma alla fine il principe annuì e lasciò la presa della sua mano. Rein gli sorrise

-Grazie-

Gli disse. Poi si rivoltò e questa volta non ci fu nessuna mano a fermarla. Uscì veloce e si incamminò su per le scale, diretta alla sua stanza. A metà scalinata fu sorpresa di vedere venire verso di lei, la sua cameriera.

-Altezza! Cosa ci fare fuori dalla vostra stanza a quest’ora del mattino?-

-Dreamy, perfetto. Vieni con me. Abbiamo del lavoro da fare, immediatamente-

Rein non si fermò, continuò la sua corsa verso la sua stanza. Dreamy dietro di lei, la seguì veloce

-Cosa dovremmo fare altezza? Ieri sera non mi avete avvisata di niente-

-C’è stato un cambio di programma improvviso. Devi vestirmi, pettinarmi e truccarmi come non hai mai fatto prima d’ora, Dreamy-

Rein arrivò alla porta della sua stanza ed entrò velocissima e sentì Dreamy correrle dietro. Rein non perse tempo, si avviò al sua guardaroba e iniziò a guardare i suoi vestiti, uno ad uno.

-Altezza, posso sapere cosa sta succedendo di preciso? Perché ci troviamo nel vostro guardaroba? Se so cosa cercate posso aiutarvi meglio…-

Rein si soffermò su un abito e lo osservò. Era assolutamente perfetto per il suo piano

-Dreamy, oggi indosserò questo-

La rosa sgranò gli occhi, meravigliata

-Questo altezza? Ma non vi sembra esagerato per…-

-No, affatto. anzi direi che è perfetto per l’occasione-

Dreamy la guardò, esasperata

-Posso sapere di che occasione si tratta?-

Rein le sorrise

-Oggi, cara Dreamy, avrò un appuntamento galante-

La cameriera sgranò gli occhi per la sorpresa

-Un appuntamento? Voi? E con chi?-

Rein le sorrise

-Con l’unica persona che può aiutarmi a mettere in atto quello che devo fare-

-Parlate del principe per caso?-

Rein ridacchiò

-No, non parlo di Shade-

-Allora chi? Perdonate altezza, ma non ci sto capendo niente della situazione. Chi dovete incontrare oggi e perché?-

Rein uscì dal suo guardaroba e si sedette al tavolo della sua toletta. Poteva vedere lo sguardo perso di Dreamy attraverso il riflesso dello specchio

-Dreamy, oggi avrò un appuntamento con il conte di Hoteval-

Dreamy spalancò la bocca, per la sorpresa

-Cosa? Il conte e voi? Un appuntamento?-

Rein annuì. La rosa la fissò sconvolta

-Voi e il conte?-

Richiese. Rein ridacchiò e annuì

-Esatto Dreamy, io e il conte. E dovrà essere qualcosa di plateale, sotto gli occhi di tutti-

La rosa la fissò sempre più perplessa

-Perché altezza? Cioè voglio dire, cosa…-

Rein la guardò

-Dreamy, tu non ti preoccupare del perché. Ho le mie ragioni e se sfrutto bene la situazione, so che avrò tutte le risposte di cui ho bisogno-

-Risposte?-

Chiese Dreamy, sempre più confusa e persa dalle sue parole. Rein si voltò e la fissò

-Dreamy, fidati di me. Il tuo compito adesso è di rendermi ancora più affascinante e bella del solito. Pensi di poterlo fare?-

La cameriera la guardò, poi si diede una scrollata al capo e annuì

-Certo che lo posso fare. Sono la vostra cameriera personale, dopotutto. Farò come dite, altezza-

Rein annuì e si rivoltò verso lo specchio. Dreamy si avvicinò e la guardò solo un’ultima volta dallo specchio

-Più bella che mai? Siete sicura?-

Rein annuì

-Più bella che mai-

Dreamy annuì, poi prese in mano la spazzola e iniziò a pettinarle i capelli. Non si parlarono più, ma la mente di Rein continuava a lavorare. Soprattutto, sperava con tutta se stessa che il suo piano funzionasse. Ma se aveva capito bene come si erano svolti i fatti e chi aveva, per prima, diffuso la notizia, sapeva che quella poteva essere la mossa giusta, o almeno, lo sperava. Ora doveva solo metterla in pratica. Dopotutto, un appuntamento con Philip non poteva avere conseguenza disastrose. Infondo, che male poteva fare passare un poi’ di tempo da sola con Philip?

 

Shade era nel suo studio, intento a lavorare, o, almeno, a provarci. Sapeva di aver promesso a Rein di lasciarle fare e non interferire, ma non poteva impedire a se stesso di essere preoccupato. Eppure non doveva. Sapeva che, essendo una principessa, Rein sapeva perfettamente come destreggiarsi nelle dinamiche di corte, o almeno lo sperava, e sapeva anche che se aveva chiesto di lasciarla lavorare senza interferire, aveva un piano ben preciso in mente. Eppure era comunque preoccupato. Preoccupato per non sapere cosa sarebbe successo. E l’ignoto lo angosciava. Però il suo senso del dovere era superiore alla preoccupazione, quindi si era deciso a sedersi alla sua scrivania e lavorare, come faceva ogni giorno. Però, quello non era un giorno come tutti gli altri, e ad indicare che c’era qualcosa di diverso, era la presenza anomala del tenente Nicholanos dietro di lui, al posto che di solito occupava Thomas. Shade aveva lasciato la “giornata libera” al suo amico, che era di qualsiasi umore tranne che di quello adatto per lavorare. Come, pensandoci, non lo era nemmeno il suo. Shade sospirò, poi lasciò perdere il resoconto commerciale che aveva sotto gli occhi e si appoggiò allo schienale della sedia

-Tenente?-

-Si altezza?-

-Perché siete entrato nel corpo delle guardie reali?-

Seguì qualche attimo di silenzio. Shade si voltò verso di lui e lo guardò. Nicholanos era leggermente interdetto e sembrava indeciso sul da farsi

-Non credevo fosse una domanda così difficile-

-Non è la domanda, altezza il problema, ma la mia risposta-

Shade lo guardò perplesso

-Spero non mi vogliate dire che siete stato costretto a farlo-

Nicholanos scosse il capo

-No, non è quello altezza-

-Allora parlate, conte. Siete libero di potere dire ciò che volete, senza ripercussioni-

-Credo di essermi arruolato per fare un dispetto a mia madre-

Shade lo guardò allibito, poi scoppiò a ridere

-Non vi facevo un figlio ribelle, conte-

-Non lo sono mai stato, altezza. Ma compiuta la maggiore età mia madre iniziava già a parlare di matrimonio e del futuro della nostra casata. Stava già prendendo accordi in tal senso e io volevo fare tutto tranne che sposarmi, almeno per il momento. Così, dopo averle detto che non avevo intenzione di sposarmi così presto e, soprattutto, con qualcuno che non avevo nemmeno scelto io, le ho dato quello che si potrebbe dire un ultimatum-

-Ultimatum?-

Nicholanos annuì

-Esatto.  O lei smetteva di parlarmi di matrimonio o io mi sarei arruolato-

-E dato che siete qui, deduco che vostra madre non vi abbia ascoltato-

-Più che ascoltato, creduto. Credo ritenesse che non dicessi sul serio. Dopotutto non avevo mai mostrato interesse per tutto ciò che riguardava l’aspetto militare. Però, dopo l’ennesimo incontro con la figlia di un conte orchestrato con la complicità anche delle mie sorelle, ho mantenuto la parola data. Mi sono arruolato nelle guardie reali e, dopo l’addestramento, sono stato mandato qui a palazzo. Il resto dovrebbe essere di vostra conoscenza, altezza-

Shade si trovò a sorridere e annuire

-Si, so che, in qualche modo, Thomas vi ha notato e scelto poi per la scorta della famiglia reale. Inoltre siete un nobile, quindi la vostra educazione e il vostro rango vi rendono perfettamente idoneo a frequentare le stanze del palazzo reale senza creare imbarazzo. Anche se ammetto che nessuna delle guardie reali ha mai creato imbarazzo-

Nicholanos annuì. Shade lo guardò, comunque divertito per ciò che aveva scoperto

-Alla fine immagino vostra madre abbia ceduto sulla faccenda del matrimonio-

Il tenente sospirò

-Al contrario. È più che intenzionata a farmi sposare. Con chiunque parli si vanta del fatto che suo figlio è il secondo in comando sotto il capitano delle guardie reali. Ma nonostante tutto, non ho ceduto sul mio punto. Sceglierò io la donna che vorrò sposare e lo farò solo se mi dirà di si senza condizionamento di rango o titolo-

-Un’impresa ardue, conte-

-Ma non impossibile-

Shade annuì e si trovò a capire come mai a Thomas piacesse così tanto. Nicholanos aveva qualcosa di rassicurante nei suoi modi di fare, dava un senso incredibili di affidabilità e di sicurezza. Inoltre, la sua determinazione era facilmente credibile, anzi, poteva quasi essere contagiosa.

-Conte, sono contento che abbiate scelto di arruolarvi, anche se per scappare alle grinfie matrimoniali. Siete un buon soldato-

-Grazie altezza-

-E dato che siete un buon soldato, deduco che siate anche un esperto spadaccino-

Nicholanos lo guardò incuriosito e annuì

-Bene. Tenente, lei ora verrà con me. Ho bisogno di sfogarmi. Andiamo ad allenarci un po’ con la spada-

Shade si alzò e si avviò verso la porta

-Altezza aspettate. Non credo sia una decisione saggio-

-Una cosa, conte. Durante gli allenamenti io non sono sua altezza reale il principe Shade. Sono solo Shade, quindi non risparmiatevi. E non mi chiamate sua altezza nel campo di allenamento. Intesi?-

Nicholanos lo guardò

-Non credo di poterlo fare, altezza-

-Allora ve lo ordino-

Il tenente lo guardò poi annuì

-Come desiderate altezza-

-Bene-

Shade si incamminò per il corridoio, diretto alla sala di allenamento delle guardie reali. Una volta arrivati i due, dopo essersi preparati e avere preso le spade, si prepararono all’allenamento

-Bene iniziamo. Tenente è pronto?-

Nicholanos annuì

-Prima di iniziare, però, altezza, due cose-

-Ditemi-

-Potete chiamarmi con il mio nome di battesimo altezza. Se voi qui siete solo Shade, io sono Andrew. Non tenente o conte-

Shade annuì

-E la seconda?-

Andrew si mise in posizione, guardia alta e chiusa, pronto a scattare

-So che ho detto che non mi sono mai interessato alle cose militari, ma ho seguito lezioni di scherma da quando ho quattro anni. Sono decisamente bravo con la spada-

Shade sorrise, compiaciuto

-Era proprio quello che speravo. Un degno avversario. Vediamo allora chi è il migliore-

-Sarà un piacere, Shade-

E detto questo i due iniziarono, senza esclusioni di colpi. E la mente di Shade si concentrò solo sulle parate e gli attacchi, dimenticandosi, almeno per un po’, della sua preoccupazione per una certa principessa dai capelli blu.

 

 

 

Rein si guardò allo specchio un’ultima volta. Dreamy era veramente la migliore nell’acconciarle i capelli. Riusciva sempre a crearle delle acconciature che li facevano all’apparenza lasciati allo stato naturale, tuttavia con una dose di raffinatezza e ricercatezza. Rein adorava quello stile, ordinato e semplice, come era lei dopotutto. Tuttavia, nonostante la semplicità, la presenza di dettagli, come fermagli di diamanti o pietre preziose, faceva ricordare a tutti quelli che la vedevano, che era, comunque, una altezza reale.

-Altezza, siete splendida-

Le disse Dreamy, guardandola ammirata

-Il merito è tutto tuo-

Dreamy scosse la testa, decisa

-Se non avessi una buona base da cui partire, non potrei fare quello che faccio per voi-

Rein le sorrise, semplicemente. Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto fare in modo che Dreamy ricevesse la giusta ricompensa per tutto quello che faceva per lei, ma in quel momento non aveva tempo da perdere. Doveva entrare in azione e se voleva che il suo piano andasse a buon fine, dopo la prima fase della sua preparazione, veniva il secondo punto: l’organizzazione perfetta.

-Dreamy, devo chiederti altri due favori, per oggi-

La rosa la guardò e annuì. Rein le diede le istruzioni e, la ragazza, sebbene ancora più confusa di quanto già non fosse già, annuì e si avviò veloce a svolgere il compito datole. Rein, nel frattempo, si affrettò a scrivere due righe su un foglio di carta. Era un breve messaggio per la regina, dove la avvertiva che stava per scatenare un’ondata incredibile di pettegolezzi a corte. Era meglio avvisarla prima e andare dopo a spiegarle il perché, che non fare tutto nello stesso momento. Dopo circa una quindicina di minuti, Dreamy tornò da lei, sorridente

-Ho fatto come mi avete chiesto-

-Cosa ha detto il conte?-

-Per poco non sveniva quando gli riferivo il vostro messaggio. È parso confuso ma, oserei dire, quasi contento. Ha accettato ovviamente la vostra richiesta. Sarà qui all’ora che avete detto voi, alle undici precise-

Rein annuì. Sapeva che Philip avrebbe agito in quel modo, era una sensazione ma si era rivelata corretta.

-E per quanto riguarda il resto?-

Chiese la turchina. Quella era la parte più complicata, ma Rein sperava di essere abbastanza esperta nella vita di corte per potere avere indovinato quello che sarebbe successo.

-Ho fatto come avete detto. Ho parlato con alcune cameriere e ho detto esattamente quello che mi avete detto di riferire-

-Ora speriamo solo che la voce si diffonda presto-

Dreamy annuì

-Fidatevi, altezza. Se c’è una cosa che conosco bene è che noi ragazze parliamo e anche molto. E credo di avere parlato con le cameriere più pettegole di tutte-

Rein ridacchiò

-Ottimo lavoro, Dreamy. Ora, c’è solo un’ultima cosa da fare. Vai a chiamare Trudy per favore-

-La contessa Gaumont?-

Chiese perplessa la rosa. Rein annuì

-Si, valla a chiamare. Ho bisogno che sia qui prima dell’arrivo di Philip-

Dreamy la guardò perplessa, ma annuì e uscì dalla stanza. Rein si trovò a fare un bel respiro, mentre si accomodava sul divano del suo salotto. Il suo piano era molto semplice in realtà: doveva solo farsi vedere in compagnia di Philip, allegra e sorridente. Non sarebbe stato un problema, tutte le volte che aveva parlato con il conte era sempre stata bene e aveva trovato sempre piacevole la sua compagnia. Quella era decisamente la parte più facile del programma, il resto, doveva dipendere dal fatto che tutti facessero ciò che aveva in mente. Un leggero bussare la scosse dai suoi pensieri

-Altezza, la contessa di Gaumont-

Annunciò Dreamy, facendo entrare Trudy.

-Altezza-

Trudy le fece un piccolo inchino e la guardò, perplessa. Rein le sorrise e le indicò di sedersi su una poltrona, cosa che la donna fece subito. Rein poi fece un cenno a Dreamy, e la rosa sparì, lasciandole sole

-Chiedo scusa per averti fatto chiamare così all’improvviso-

-Non vi preoccupate, altezza, ero solo intenta a ingannare il tempo leggendo un libro-

Disse Trudy, che la stava guardando perplessa. Rein la guardò dritta negli occhi

-C’è una cosa che dovresti sapere-

-Dimmi-

-Non ti piacerà-

Trudy le sorrise

-Non mi conosci così bene per sapere cosa mi piace e cosa no-

-Questo non ti piacerà perché è una cosa che non piacerebbe a nessuna-

Trudy la guardò perplessa, ma rimase in silenzio.

-Ieri pomeriggio sono stata messa al corrente di un pettegolezzo che riguarda te-

Rein vide Trudy impallidire

-Che tipo di pettegolezzo?-

Chiese quasi con un filo di voce

-Dei peggiori. Dicono di averti vista in atteggiamenti intimi con un uomo-

Trudy, pallida in volto, si alzò di scatto dalla sedia e prese a fare avanti e indietro per la sala. Rein la guardò senza dirle niente. Sapeva che, prima di aggiungere altro, Trudy aveva bisogno di digerire la notizia. Ad un tratto Trudy si bloccò e la guardò

-E' opera della marchesa, giusto?-

Rein annuì. La principessa vide i pugni della contessa stringersi.

-Che cosa ha messo in giro su di me?-

Le chiese, quasi implorandola. Rein la guardò dritto negli occhi

-Dicono che hanno visto un uomo uscire dalla tua stanza in piena notte-

Trudy la guardò

-Che cosa?-

-Non solo questo. Si dice anche chi è uscito dalla tua stanza-

Trudy la guardò e poi ridacchiò

-È ridicola come cosa. L’unico uomo che può mai essere entrato nella mia stanza è Thomas e non lo ha mai fatto di notte. Persino la marchesa conosce il mio rapporto con quell’idiota e saprebbe perfettamente che potrei smontarle il pettegolezzo subito se dicesse una cosa del genere su di noi. Che cosa ci guadagna ad avere inventato una cosa del genere?-

Rein la guardò e si trovò a scuotere la testa

-Non si tratta di Thomas. Non te lo avrei nemmeno detto se fosse stato così-

Trudy la fissò perplessa

-E allora con chi ha detto che ero?-

-È più complicato Trudy. E c’è di più. Non è stata direttamente la marchesa ha dirmi questa cosa-

Trudy la guardò e sgranò gli occhi sconvolta

-Cosa? Non è stata la marchesa? Io credevo che dato che ieri c’è stato il tuo ricevimento lei…-

Trudy non finì la frase. Rein si alzò e le andò vicino

-È questo il problema. Ieri la marchesa non ha detto assolutamente niente su di te. Ma quello che è peggio è che, a quanto pare, il pettegolezzo sta già girando da una settimana a corte e nessuno di noi ne è venuto a conoscenza. È questa la cosa che mi ha fatto capire che dovevo agire subito. Per questo ho bisogno che tu sappia quello che ho in mente di fare-

-Io non capisco-

-Nemmeno io, non del tutto, anche perché non capisco il nesso in questa storia, ma sembra un attacco personale e mirato a tutti noi-

-In che senso?-

Trudy la guardò confusa, poi, ad un tratto, fu come se ebbe un’illuminazione.

-Oh no, ti prego dimmi che non è con lui che dicono di avermi vista-

Rein, presa in contropiede, la guardò confusa, ma Trudy si sedette sulla poltrona e si prese la testa tra le mani.

-È Philip, vero? Dicono di averlo visto uscire dalla mia stanza all’incirca una settimana fa, è così?-

Rein la guardò sconvolta

-Vuoi dire che il pettegolezzo è vero?-

Trudy la guardò poi annuì. Rein per poco non cadde per terra, sconvolta da quella rivelazione.

-Tu e Philip?-

Le chiese sconvolta Rein, totalmente senza parole. Si era aspettata di tutto, tranne che una confessione da parte di Trudy. La contessa, però, scosse decisa la testa

- Non ho nessuna relazione sentimentale con Philip, o quello che vuole far passare la marchesa. Ma è vero che è stato in camera mia l’altra notte-

-Perché? Perché hai fatto entrare Philip, di notte, nella tua stanza?-

Trudy la guardò e Rein vide della rabbia montarle dentro

-Perché? Vuoi veramente saperlo principessa? È stato per colpa tua-

-Io? Che cosa c’entro io con…-

Rein non finì la frase, perché non ce n’era bisogno. Tutto ora aveva un senso logico. Una settimana fa, in piena notte. Lei nel corridoio con Shade. Rein sbiancò guardandola

-Ci avete visto, quella notte-

Trudy la guardò e lentamente annuì

-Si-

Rein si lasciò cadere sul pavimento, ai piedi di Trudy. La guardò, incapace di formulare una singola parola. Tutto ciò che riuscì a pensare era una solo una cosa

-Perché?-

Le chiese. Trudy la guardò, e la principessa vide lo sguardo di Trudy addolcirsi un attimo. Poi la contessa prese a raccontarle di quella notte

-Quella sera Philip mi stava semplicemente riaccompagnando in stanza. Avevo passato la serata nel loro appartamento assieme anche alla cugina e alla contessa Alambert. Vista la tarda ora, Philip si è offerto di riaccompagnarci alle nostre stanza, prima abbiamo accompagnato Alexandre, poi me. Quando eravamo davanti alla porta della mia stanza io e Philip ci siamo attardati a chiacchierare e ad un tratto abbiamo sentito delle voci lungo il corridoio. So bene cosa succede se una donna viene vista in compagnia di un uomo di notte così ho agito d’istinto. Ho afferrato Philip e l’ho trascinato nella mia stanza. Credevo fosse una semplice ronda, una faccenda di pochi secondi, invece non si trattava affatto di una ronda ma…-

-Di Shade e Thomas-

Mormorò Rein. Trudy annuì.

-Quindi voi avete assistito-

-All’abbraccio decisamente poco fraterno tra te e Shade? Si abbiamo visto tutto-

Rein si portò entrambe la mani sul volto. Sentiva il rossore avvolgerla e l’imbarazzo invaderla fino alla punta dei capelli

-Non è come sembra-

Disse Rein. Lentamente la turchina guardò negli occhi Trudy. E inaspettatamente, entrambe scoppiarono a ridere. Risero per qualche minuto, in modo incontrollabile e liberatorio. Alla fine Rein si alzò dal pavimento e sedette sul bracciolo della poltrona su cui era seduta Trudy

-Siamo decisamente in una situazione surreale-

-Io ci sono finita per colpa vostra, altezza-

-Vero. Ma realmente, non c’era niente di…-

-Certo, come no altezza. Era decisamente un abbraccio platonico il vostro-

Rein la guardò imbarazzata, ma non obbiettò. Trudy sgranò gli occhi guardandola, poi ridacchiò

-Principessa, state per caso ammettendo che provate qualcosa per il principe?-

-No certo che no. Cioè, voglio dire, provo molta gratitudine nei suoi confronti e provo un sincero affetto di amicizia verso Shade-

-Quello non era un abbraccio amichevole. Io l’ho visto-

-E io l’ho vissuto-

Le due si guardarono. Alla fine Trudy alzò le mani, in segno di resa

-D’accordo. Diciamo che la penombra del corridoio mi ha ingannata. Ma comunque vi ho visto, anzi, vi abbiamo visti. E per colpa di voi due ora io sono al centro dei pettegolezzi della corte intera-

-Ed è per questo che ho fatto chiamare Philip oggi-

-Che cosa hai fatto?-

Le chiese sbalordita Trudy

-Ho chiamato Philip. Dovrebbe arrivare tra una decina di minuti ormai-

-Perché? Perché chiamarlo?-

-Perché voglio essere vista da tutta la corta con lui oggi-

Trudy sgranò gli occhi

-Per quale motivo?-

-Per fare in modo che una certa marchesa, responsabile di avere diffuso il pettegolezzo, venga da me-

-E perché vuoi che quella vipera venga da te?-

-Per farmi mettermi in guardia su Philip. E su di te-

-Non c’è nessun Philip e me-

-Esattamente. Ma la marchesa non sa che io lo so. E quando le riderò in faccia per quello che mi ha detto smonterò il suo pettegolezzo. Perché se io affermo che non c’è niente tra voi due…-

-…Lo farà anche l’intera corte-

Finì Trudy,  guardandola meravigliata e stupita e forse anche ammirata. Rein annuì. Era proprio quello, infatti, il suo piano. Semplice ed efficace. Se lei si fosse dimostrata divertita alla scoperta di quel pettegolezzo e lo avesse smontato subito, tutto si sarebbe tacitato immediatamente

-Fanny però non è tipo da mollare la presa, soprattutto quando ha qualcosa in mano che potrebbe distruggere la mia reputazione definitivamente-

-Dimentica un piccolo dettaglio, però-

-Che sarebbe?-

-“Marchesa, non siate ridicola. Trudy alloggia nella stanza accanto alla mia. Se avesse una relazione scandalosa con il conte lo saprei immediatamente”-

-Se questa è la tua difesa, fa acqua da tutte le parti-

-Ovvio che non basta questo. Ma possiamo girare a nostro vantaggio il fatto che voi ci abbiate visto-

Trudy sgranò gli occhi

-Come potrebbe essere a nostro vantaggio, scusa? Vuoi creare un altro scandalo decisamente più grande del mio?-

-Certo che no. Alla fine non ci sarà nessuno scandalo. Rigireremo leggermente i fatti. Basterà dire che la sera in questione ci siamo tutti e cinque incontrati qui di fronte. Voi di ritorno dall’appartamento del conte dove avete passato la serata in compagnia delle altre dame e io di ritorno dalla sala da pranzo dove, con Shade e Thomas ci siamo attardati a chiacchierare-

Trudy la fissò a bocca aperta

-Può funzionare-

-Lo so-

-E anche bene-

-Lo so-

Rein le sorrise compiaciuta. Trudy sorrise a sua volta

-E non solo funzionerà, ma daremo anche un colpo tremendo a quella odiosa vipera-

-E io mi faccio una nemica potente-

Disse Rein

-E io così ora sono in debito con te-

Le disse Trudy.

-Nessun debito. Che tu mi creda oppure no, non lo faccio per la tua reputazione-

Rein guardò Trudy. La contessa non le aveva staccato gli occhi di dosso

-Posso chiedere per cosa lo fai? La gloria? Avermi convinta che sei una buona persona?-

La turchina scosse il capo

-Non decido cosa gli altri pensano di me, non l’ho mai fatto e non lo farei mai. Potrai essere sempre libera di pensare di me quello che vuoi-

-E allora perché lo fai?-

-Non perché, ma per chi. Lo faccio per qualcuno che tiene a te talmente tanto che ha preferito farsi sbattere in cella una notte dai suoi stessi uomini perché voleva correre ad uccidere l’uomo con cui eri accusata di avere una relazione scandalosa-

Trudy la guardò prima sorpresa, poi commossa

-Thomas-

Rein annuì. La contessa si alzò e riprese a camminare per la stanza

-Direi che devo una cassa di buon vino a quella testa calda-

Rein ridacchiò, ma annuì

-Grazie-

Le disse Trudy, sincera. Rein scosse il capo e si alzò anche lei

-Non mi devi ringraziare. Sapevo che era una cosa impossibile che tu e Philip aveste questo tipo di rapporto. Oddio, non ti conosco così bene da averne avuto la certezza completa ma qualcosa mi diceva che era giusto aiutare. Ed è quello che sto facendo. Tutto qua-

-Nessuno è così buono, Rein-

Rein si lasciò andare ad una risata

-Non ho mai detto di essere così buona. È che se vedo un’ingiustizia e posso fare qualcosa per rimediare ci provo con tutte le mie forze-

Trudy la guardò negli occhi e la principessa vide lo stupore e l’incredulità svanire per qualche secondo, soppiantate da una luce di commozione. Tuttavia, la contessa si voltò verso la porta, distogliendo lo sguardo da lei.

-Faccio veramente fatica nel credere nella buona fede delle persone. Per esperienza personale è difficile incontrare qualcuno totalmente disinteressato e voglioso di aiutare per il solo piacere di farlo-

Trudy si rivoltò verso di lei. Rein stava per ribattere, ma Trudy la fermò con una mano. Non aveva ancora finito il suo discorso

-Tuttavia, so che esistono persone buone ogni tanto. Thomas è così, per esempio. Non l’ho mai visto fare qualcosa per ritorno personale e quando capitava era il primo a rimanerne sbalordito. Quindi, solo per questa volta, voglio fidarmi di te-

Rein le sorrise e annuì. Si avvicinò a Trudy e le prese le mani tra le sue

-Grazie. Anche perché avrò bisogno del tuo aiuto in questo piano-

Trudy annuì

-Lo immaginavo. Cosa devo fare?-

-Ho fatto in modo che Dreamy diffondesse la voce tra le cameriere che oggi io e Philip ci saremmo incontrati-

-In modo da avvisare la marchesa, furba principessa-

-Bisogna giocare d’astuzia, dopotutto. Tuttavia, dato che dovrò affrontare l’argomento anche con Philip e spiegargli l’accaduto e dato quello che mi hai raccontato anche tu, la cosa sarà più imbarazzante del previsto-

Trudy annuì

-Si, anche perché il conte sembrava particolarmente sconvolto a quella vista-

Rein sospirò

-Sarà molto imbarazzante-

-Più che altro, cercate di essere diretta con il conte. È un uomo che non ama molto i giri di parole-

-Si, lo so. Ma non sarà lo stesso facile-

-Soprattutto dato che si tratta proprio di lui-

Rein alzò un sopracciglio

-In che senso?-

Trudy la guardò e sorrise

-Mi dispiace, principessa, lo dovrete scoprire da sola-

Rein la guardò perplessa. Ma in quel momento non aveva tempo da perdere preoccupandosi delle frasi enigmatiche. Aveva un piano da portare avanti

-Comunque, io parlerò con Philip. Tu dovrai andare da Shade e dirgli tutto-

Trudy la fissò sconvolta

-Vuoi che faccia cosa?-

-Devi dirgli esattamente quello che ci siamo dette. Il motivo per cui Philip era con te quella sera e perché poi lo hanno visto uscire dalla tua stanza-

Disse Rein decisa

-Principessa, vuoi farmi bandire dal regno? O peggio uccidere?-

-Non esagerare…-

-No, non posso farlo. Tu vuoi che io vada dal mio principe e che gli dica che l’ho visto abbracciato a te?-

-Shade capirà. E poi anche lui sa che non c’era niente di… tanto prima o poi lo verrà a sapere. Quindi meglio farlo subito-

-Allora vai tu, cara la mia principessa, a dirglielo-

-Io lo andrò a riferire alla regina. Preferisci fare a cambio?-

Rein guardò Trudy e vide la contessa bloccarsi e non ribattere. Dopo un secondo di silenzio, la contessa sospirò

-Va bene, io andrò dal principe e lo avviserò-

-Bene. Poi un’ultima cosa-

-Che altro c’è adesso?-

-Trascina fuori Shade dal suo studio e fai in modo che ci sia un incontro tra di noi oggi. Meglio se c’è anche Thomas-

-Perché dovremmo incontrarci?-

-E dovremmo farlo quando molti nobili ci potranno vedere-

-Non hai risposto alla mia domanda-

Rein la guardò

-Se fossi una donna che ha una relazione segreta con un uomo, come reagiresti vedendo il tuo uomo in compagnia di un’altra donna, per di più una principessa?-

Trudy la guardò poi annuì

-Decisamente non mi farebbe piacere-

-Se invece non hai alcun tipo di relazione con quell’uomo come reagiresti?-

-Come sempre, credo. La cosa mi lascerebbe indifferente-

-Esatto-

-Ma la corte potrebbe pensare che io stia recitando e che sono molto brava a controllarmi-

-Certo, non lo discuto. Ma quando si spargerà la voce che era tutto un malinteso la tua reazione di oggi di totale indifferenza confermerà la nostra versione dei fatti-

-E il farci vedere tutti e cinque insieme non farà altro che confermare la voce di una nostra amicizia sempre più stretta-

-Precisamente-

Concluse Rein, raggiante che il suo piano avesse incontrato il favore di Trudy.

-E' geniale principessa. E quando la marchesa verrà da te preoccupata per la tua reputazione, svelandoti la voce secondo cui io e Philip abbiamo una relazione tu potrai liquidarla facilmente-

-Potrò dirle fatti, momenti e evidenze sotto gli occhi di tutti che non è affatto così. E se dovesse tirare in ballo la famosa notte dove Philip è stato visto uscire dalla tua stanza, mi affretterò a smentire dicendo che tutto quello che ho visto è stato un atto di estrema cavalleria da parte del conte nei tuoi confronti, perché c’ero quando vi ho visto arrivare dal corridoi. Anzi, non solo io ho assistito, ma avremo anche la parola del principe della Luna e del capitano delle guardie reali. Le cameriere avranno così visto male o interpretato male ciò che hanno visto. Tutto qui-

-E la parola di due reali, e del migliore amico della donna del pettegolezzo varranno decisamente di più di due cameriere pettegole-

-Esattamente-

Trudy la guardò ammirata

-E' veramente un buon piano-

-Lo so-

Disse sorridente Rein.

-Ora devo solo andare dal principe ha dirgli tutto-

-E io lo dirò a Philip-

Le due si guardarono e poi Trudy fece un piccolo inchino a Rein e si avviò verso la porta. Prima che uscisse Rein la bloccò

-Trudy-

La contessa si voltò

-Con Shade… dopo che gli avrai detto di quello che hai visto, lascialo pensare. Starà in silenzio anche per tanto, ma tu aspetta-

-Come fai a saperlo?-

Rein alzò le spalle

-Lo conosco. E so che sarà imbarazzato ma non vorrà darlo a vedere. Non dire niente, aspetta solo-

-Preoccupata che mi bandisca dal regno?-

Chiese divertita Trudy. Rein, però annuì

-In un certo senso… apprezzo la tua compagnia-

Trudy la guardò, poi fece un piccolo cenno di sorriso. Alla fine annuì e aprì la porta. Dopo che fu uscita, Rein lasciò andare un sospiro, sollevata. Era decisamente andata meglio di quanto non avesse pensato, e anche se le cose non erano andate precisamente come si era immaginata nonostante tutto, si sentiva decisamente molto più fiduciosa della buona riuscita del suo piano.

-Andrà tutto bene Rein, ce la puoi fare. Forza, dopotutto hai affrontato di peggio-

Dopo essersi data un po’ di carica, Rein si sistemò il vestito un’ultima volta e attese. Allo scoccare preciso delle undici, si sentì un bussare deciso alla porta.

-Andiamo in scena-

 

 

 

Trudy sospirò tre volte prima di trovare il coraggio necessario per fare ciò che doveva fare. Tra tutte le cose assurde, dovere andare a parlare con il suo principe di cosa aveva visto quella sera era l’ultima cosa che desiderava fare. Eppure eccola là, costretta dagli eventi. E dalla marchesa. E da una principessa dai capelli blu di cui non si fidava ma si fidava per questa cosa.

-Devo essere completamente pazza-

Mormorò tra se Trudy, prima di decidersi e alzare la mano e bussare. Bussò decisa un paio di volte, poi rimase in attesa.

-Avanti-

Trudy aprì la porta e si trovò dentro lo studio prima che potesse cambiare idea. Non appena la vide, Shade si bloccò, sorpreso

-Contessa-

Trudy si inchinò

-Altezza, perdonate il mio presentarmi qui all’improvviso-

Shade si alzò dalla sedia e la guardò

-No affatto. La mia porta è sempre aperta per chiunque. Posso fare qualcosa per voi?-

La contessa annuì

-Si altezza. Avrei bisogno di  parlarvi-

-Contessa, perdonatemi allora, temo che oggi…-

-Mi ha mandato qui la principessa-

Trudy vide Shade guardarla sbalordito

-Rein ti ha mandato qui?-

La donna annuì

-È successo qualcosa di grave?-

Chiese preoccupato il principe. Trudy scosse il capo

-No altezza. Ma ci sono cose di cui dovete essere messo al corrente e, a quanto pare, a farlo devo essere proprio io-

Shade annuì poi indicò una sedia, facendo cenno alla donna di sedersi. Trudy eseguì e si accomodò di fronte a Shade

-Non c’è un modo facile per dire quello che vi devo dire. E temo non vi farà affatto piacere sentire quello che devo riferirvi. E vorrei che sappiate che io non ci tenevo affatto a venire qui a parlarvi, ma che sono stata obbligata dalla principessa stessa-

Shade la guardò leggermente divertito

-Contessa, state cercando di dire che se la cosa non mi piacerà mi dovrò lamentare con la principessa?-

-Precisamente, altezza. Spero vogliate ritenermi esente da tutto quanto-

Shade sorrise ma annuì. Poi fece cenno alla contessa di parlare liberamente

-Altezza, credo sappiate già della voce che gira nei miei confronti-

Shade annuì

-Ovviamente non è affatto così. Non ho alcuna relazione segreta o amorosa o quello che dicono che sia, con il conte di Hoteval-

-Lo immaginavo contessa-

-Tuttavia, un fondo di verità in quella voce c’è-

Trudy vide Shade guardarla un attimo perplessa.

-Cosa intendete dire?-

-Proprio quello che ho detto. Una verità esiste su quel pettegolezzo. Effettivamente il conte di Hoteval è uscito di notte dalla mia stanza-

Shade la guardò allibito

-Mi volete dire che il conte Philip di Hoteval è uscito a tarda notte dalla vostra stanza?-

Trudy annuì

-E come c’è entrato il conte nella vostra stanza, se posso chiedere?-

Trudy deglutì un paio di volte prima di rispondere

-L’ho trascinato io dentro, altezza-

Shade granò gli occhi per la sorpresa

-Cosa? E perché mai lo avreste fatto?-

Trudy lo fissò, poi parlò, veloce, ma diretta

-Lasciate prima che vi spieghi la situazione. La sera in discussione, io ero stata invitata dalla baronessa di Amoundgnac…-

-La cugina di Philip?-

-Esatto, dalla cugina, a passare la serata in loro compagnia, assieme anche alla contessa Alambert. Dato che si era fatto tardi, il conte, da vero gentiluomo, ha insistito per accompagnarci alle nostre stanze. Prima abbiamo accompagnato la contessa, infine me. Così mi sono ritrovata con il conte di fronte alla mia stanza-

-Bene, ma questo non mi spiega come mai abbiate trascinato il conte dentro la vostra stanza-

-Perché ho sentito dei rumori provenire dal corridoio e spinta dalla paura di finire al centro di pettegolezzi spiacevoli ho agito d’istinto, altezza, trascinando Philip con me in stanza-

Trudy sentì tutto il peso dello sguardo di Shade su di se. Tuttavia cercò di rimanere calma e impassibile, in modo da far capire al principe la verità delle sue parole

-D’accordo, contessa, capisco la vostra paura in quel momento, ma non ha pensato che chiunque fosse sarebbe stato meglio farvi vedere fuori dalla stanza?-

-In realtà, altezza, è stato meglio così. Sarebbe stato decisamente peggio se fossimo stati visti-

-Chi mai poteva essere da farvi correre così spaventati?-

-Eravate voi, altezza. Era da voi che ci stavamo nascondendo-

Trudy vide Shade bloccarsi di colpo. Il principe la guardò, prima impassibile, poi fu come se tutto il colore del viso di Shade sparisse all’improvviso, lasciando un bianco quasi cadaverico sul suo volto. Trudy rimase in silenzio. Sapeva che la cosa migliore era attendere, proprio come le aveva detto la principessa. Passò forse un minuto intero, prima che Shade tornasse lucido. Trudy vide proprio il cambio di sguardo sul volto del principe, ma continuò ad attendere che fosse lui a parlare.

-Capisco-

Fu tutto quello che disse. Trudy si trovò ad annuire

-Quindi voi quella sera eravate lì-

Trudy annuì

-Quindi immagino che voi abbiate assistito a…-

Trudy annuì di nuovo

-Si altezza. Abbiamo visto tutto -

Shade la guardò fisso, poi sospirò

-Anche il conte quindi ha assistito-

Trudy annuì. Shade fece un ennesimo sospiro, poi la guardò. Trudy si sentì terribilmente in imbarazzo. Sapeva di non avere fatto nulla di male, sapeva che quello che doveva sentirsi in imbarazzo doveva essere solo il principe, eppure si trovò ad abbassare lo sguardo, mortificata. Ad un tratto Trudy sentì il suono della sedia del principe e poi il rumore di passi in avvicinamento. Trudy alzò lo sguardo e vide Shade avvicinarsi a lei.

-Contessa, è inutile che tenti in alcun modo di cercare di spiegare ciò che avete visto quella notte. Sappiate solo che non c’era niente di…-

-Vi prego, altezza. Non dite cose di cui poi un giorno potreste pentirvi-

Trudy vide Shade guardarla sbalordito per essere stato fermato bruscamente e un lampo di collera balenò negli occhi blu del principe. Tuttavia Trudy non si fece spaventare

-Le motivazioni che hanno spinto la principessa ad abbracciarvi quella notte e ciò che abbia spinto voi a contraccambiare credo debbano restare conosciute solo a voi due. Io mi limiterò a formulare una teoria, ma sappiate che in alcun modo sarò io la responsabile di un pettegolezzo su di voi. Credo che cercare di mettere in cattiva luce o sminuire una persona in questo modo sia un modo vergognoso e meschino. Io non ricorro a certi metodi-

-E a quali ricorrete, contessa?-

-Io affronto le persone, quando credo di avere tutti gli elementi a mia disposizione per essermi fatta un’idea chiara di chi mi si pari davanti e della situazione che sto vivendo-

-E cosa ne pensate, allora, di tutto quanto?-

Trudy guardò Shade e vide la genuina curiosità nello sguardo dell’uomo. La rabbia di poco prima era completamente sparita. Trudy vide che voleva realmente sapere cosa pensasse di loro due, che idea si fosse fatta. O forse che idea si era fatta di lui.

-In tutta onesta, altezza, non lo so. Non so cosa pensare, perché non riesco a capire la principessa-

-Capire Rein?-

Trudy annuì

-Esatto altezza. Non riesco a capire se sia onesta o se sia una incredibile attrice. È troppo perfetta-

Shade arricciò il labbro in un mezzo sorriso

-Vi sbagliate contessa. Rein non è affatto perfetta e se le darete la possibilità, vedrete quanto sia testarda, impavida e sconsiderata anche-

-Sconsiderata? Strano, considerando che da quando è qui a palazzo non lo è mai stata. Anzi, è il prototipo della principessa perfetta. Ogni gesto, ogni parola, in ogni occasione è sempre stata perfetta-

-Può sembrare così ma c’è stata un’occasione in cui ha fatto vedere veramente chi fosse e questo ha scatenato una serie di eventi che nemmeno lei è riuscita ancora a comprendere appieno-

-E sarebbe?-

-Avere accettato il ruolo di principessa istitutrice. Rein ha distrutto la sua vita per questo-

-Distrutto la sua vita? Altezza so che la principessa è un vostro punto debole, ma non credete di stare esagerando?-

Shade la guardò e scosse la testa

-Contessa, ci sono cose della vita di Rein che ignorate e che se sapeste, vi farebbero vedere la principessa per quella che realmente è: una donna molto coraggiosa-

Trudy non ribatté. Si limitò a scuotere il capo, poco convinta dalle parole del principe

-Datele tempo, contessa e vedrete che ho ragione-

-Vorrei tanto fidarmi delle vostre parole, altezza, ma credo di sapere fin troppo bene che le donne possono essere le migliori a nascondere le proprie vere intenzioni dietro sorrisi angelici e occhi dolci-

Qualcosa nelle sue parole fece irrigidire Shade in un modo che la contessa non si era minimamente aspettata. Sembrava avere colpito il principe su un punto sensibile, anche se non si spiegava il perché. Tuttavia Shade le restituì un sorriso triste e la guardò dritto negli occhi

-Avete ragione, contessa. Esistono donne prive di scrupoli, così come uomini privi di scrupoli, che farebbero di tutto per guadagnare qualcosa a livello personale-

-Allora se lo sapete come potete…-

-Scommetterei la mia stessa corona su Rein se fosse necessario-

Trudy sgranò gli occhi, allibita

-Vi fidate di lei fino a questo punto?-

Shade annuì

-Contessa, non so cosa abbiate vissuto o chi vi abbia ferito, ma vi posso assicurare che Rein è come appare e se le darete la possibilità, vi dimostrerà tutte le sfaccettature del suo carattere. Io la conosco da quando aveva dieci anni e vi posso giurare che sotto la maschera da principessa, sotto la figura ufficiale, si nasconde una donna solare e allegra, dolce, temeraria, testarda e anche abbastanza autoritaria. E nonostante quello che ha passato negli ultimi anni, ha ancora la voglia di sorridere e di aprirsi alle persone-

Trudy guardò Shade, mentre parlava, e vide il viso del principe addolcirsi mentre parlava della turchina. Le parole del principe erano sincere e genuine e piene di dolcezza. Sembravano quasi le parole di un uomo innamorato. Trudy stava quasi per chiederglielo, quando gli occhi blu di Shade la fissarono

-Contessa, credo potremmo stare qui a discutere sulla buona fede di Rein per tutto il giorno, ma non credo fosse questo il motivo per cui la principessa vi ha mandato qui, o sbaglio-

Trudy annuì

-Avete ragione, altezza-

-Allora, ora che so che voi e Philip ci avete visto quella sera, come dovremo procedere per salvare la vostra reputazione e impedire così a Thomas di commettere un omicidio?-

-Il piano della principessa è semplice e quasi banale. Per questo potrebbe realmente funzionare. Ma per farlo, c’è bisogno del vostro aiuto e anche di quello di Thomas-

-Cosa dobbiamo fare?-

Trudy guardò l’orologio posto alle spalle del principe

-Dobbiamo andare a passeggiare, altezza-

Gli occhi blu di Shade la guardarono perplessa

-Passeggiare?-

Trudy annuì

-Passeggiare, si. Pensate di poterlo fare?-

Shade la guardò

-Spero vogliate essere ironica, contessa-

-Scusate, altezza. È che sono abituata a confrontarmi con Thomas, e non sempre quell’idiota che, considero un fratello, capisce-

Shade sorrise divertito

-Se passeggiare basterà a dissipare queste voci, camminerò anche per dieci chilometri di fila-

-Non credo si debba arrivare a tanto. Inoltre dovrete anche recitare, altezza-

-Recitare?-

-Si, dovrà sembrare tutta una grande coincidenza. Potete farlo?-

-Penso di si. Ma temo di avere bisogno di più dettagli-

Trudy sorrise.

-Fate chiamare Thomas e vi spiegherò tutto-

Shade la guardò e poi annuì. Si avviò veloce verso la porta e la aprì. Trudy lo vide puntare il dito contro una guardia

-Chiamatemi Nicholanos, subito-

Prima che la guardia potesse rispondere, Shade aveva già richiuso la porta

-Contessa, Thomas potrebbe avere bisogno di un po’ di tempo prima di rendersi presentabile. Nel frattempo ditemi il piano di Rein-

Trudy annuì

-Va bene. Tutto quello che dovremmo fare sarà semplicemente incontrarci nel giardino reale e dimostrare quanto siamo tutti quanti amici-

-Io non passeggio mai per il giardino-

-Diremo che Thomas e io vi abbiamo convinto-

-Con quale pretesto?-

-Non lo so, quale potrebbe essere un pretesto plausibile?-

Shade passeggiò per qualche secondo nello studio, prima di voltarsi verso di lei, con un leggero accenno di sorriso sul volto

-Un’ispezione-

-Un’ispezione?-

Shade annuì

-Un’ispezione ai cancelli del giardino reale. Per assicurarmi che le guardie pattuglino come si deve il cancello-

-Un po’ banale…-

-E controllare che mia sorella non riesca più a scappare da lì un’altra volta-

Trudy non replicò ma si trovò a sorridere. La notizia delle fughe della principessina si erano sparse per tutte il regno, ormai.

-Può funzionare come scusa. E mentre voi andate a controllare incontrate me, che approfitto della bella giornata per una delle mie solite passeggiate-

-Ottimo. Ma per quanto riguarda Philip e Rein?-

-O loro sono già a passeggio, altezza-

Shade la guardò meravigliato

-Come?-

-E qui che entra in gioco la genialità di questo piano, anche se mi costa ammetterlo. La principessa ha trovato il modo perfetto per far si che la marchesa stessa vada allarmata da lei a riferirle tutto-

-E come avrebbe fatto di preciso-

-Organizzando un appuntamento-

Gli occhi di Shade la guardarono allibita

-Un cosa? Cosa ha fatto Rein?-

Trudy si trovò a rimpicciolirsi nella sedia, improvvisamente molto a disagio.

-La principessa… ha chiesto lei a Philip di accompagnarla a passeggiare-

-Lei ha chiesto…-

-Farà sembrare come se fosse interessata a Philip, anche solo in amicizia. Ma facendo così…-

-La marchesa correrà da lei per informarla che voi due avete una relazione in modo da metterla in guardia. La marchesa penserà di guadagnarci due volte con la principessa, invece sarà lei stessa a finire nella sua trappola-

Trudy annuì

-Esatto. Rein farà in modo che quando smentirà le voci della marchesa non siano sole, in modo che le voci si diffondano velocemente-

-E' un piano geniale nella sua semplicità-

Trudy annuì

-Lo so. Ma per farlo deve sembrare un appuntamento in tutto e per tutto-

-Un appuntamento. Questo vuol dire che…-

Trudy annuì

-Si altezza. Rein si è preparata per l’occasione. Era veramente incantevole quando l’ho vista stamattina-

Shade si appoggiò contro lo schienale della sedia e Trudy lo guardò sorridere

-State sorridendo, altezza-

Shade annuì

-Ha fregato anche me. Mi ha fatto promettere che non avrei interferito con il suo piano-

Trudy si trovò a compiacersi della pensata della turchina

-Non avreste mai accettato che chiedesse un appuntamento a Philip-

Shade scosse il capo

-Non è per il finto appuntamento. È per le chiacchiere che ne deriveranno-

Trudy non disse niente e si limitò a guardarlo, perplessa. Forse il principe non se ne rendeva conto, ma si comportava proprio come un uomo terribilmente iperprotettivo. O come uno innamorato. Prima che potesse dire niente, Shade si alzò e si avvicinò ad un mobile dove tirò fuori una bottiglia

-Cognac contessa? Credo che ne avremo bisogno-

Trudy lo fissò un attimo perplessa, ma poi si limitò ad annuire. Un cognac era proprio quello che ci voleva dopo tutte le cose successe in quella singola ora.

 

 

 

 

 

 

************************************************

Ciao a tutti.

Eccomi qua. Di nuovo, come avevo detto. Non starò a ribadire quello che vi ho già detto, fatemi solo dire, ancora una volta e come sempre, GRAZIE per tutto l’affetto che mi avete dimostrato. GRAZIE INFINITE, non so cosa ho fatto per meritarmi un seguito così, ma grazie per il supporto nonostante io sia una pessima autrice. Grazie per i messaggi e il sostegno, per me vogliono dire molto. Onestamente pensavo che ormai nessuno più stesse aspettando questo capitolo, invece, come sempre, avete il potere di stupirmi. Quindi grazie ancora, lo so che sono ripetitiva, ma grazie.

Io spero vi sia piaciuto questo nuovo capitolo, la storia si sta infittendo e una piccola precisazione: quando Rein e Shade si vedono la mattina chiamati da Nicholanos, è mattina presto, tipo le sei è mezza sette di mattina. Quando Shade e Andrew vanno a duellare a scherma, sono più o meno, le nove e mezza. Quindi Shade ha tutto il tempo di allenarsi, cambiarsi, tornare nel suo studio, in perfetto orario per l’arrivo di Trudy, intorno alle undici. Non so se questo mio spiegone serva, ma ci tenevo a precisarlo, in modo da evitare confusione. Almeno, nella mia testa funziona, spero sia effettivamente così.

Io non so se questo era un capitolo che vi aspettavate così, so che in pratica non succede niente di che, sono solo loro che si preparano al contrattacco. Ma mi serviva un capitolo spiegazione su quello che sarebbe successo. Temo ne arriveranno altri, ma per ora questo, mi rendo conto, è molto spiegazione e poca azione. Spero possiate apprezzarlo lo stesso, ci ho messo un po’ per cercare di renderlo il più chiaro possibile e spero che apprezziate l’idea di Rein per uscire da questo pettegolezzo. So che può sembrare molto semplice, ma a volte, sono le cose semplici a risolvere tutto quanto. Anche se, vi posso garantire, l’appuntamento finto di Rein e Philip potrebbe causare un certo tipo di nuove dinamiche tra la turchina e il bel principe. Ma per questo, dovrete aspettare ancora un po’.

Infine, ultime due cosa. La prima, sapete che adoro l’amicizia tra Shade e Thomas, adoro farli interagire, anche se si scazzottano su un pavimento sporco di una segreta. Forse ad alcuni sembrerà esagerata come cosa, ma ci stava con i loro caratteri. Thomas doveva sfogarsi e Shade lo sapeva. E il calcio di Rein è per ricordare che anche lei ha un bel caratterino se vuole.

Infine, non faccio pronostici certi per il prossimo capitolo. Di sicuro arriverà a maggio, se riesco entro la metà. Vorrei tanto recuperare un po’ di tempo aggiornando ogni quindici giorni ( lo so, sono pazza, lo so e poco affidabile in questo, lo ammetto). Vorrei almeno pubblicare i prossimi quattro capitoli entro giugno, progetto ambizioso, anche perché non ho finito nemmeno il prossimo, ma sapendo quello che deve succedere con abbastanza precisione, vorrei riuscire nel mio intento. Spero vivamente di farlo. Comunque, un capitolo al mese è scontato, questo è l’obbiettivo base diciamo. Ora proviamo con l’obbiettivo intermedio. Incrociate le dita per me.

Io come sempre, vi ringrazio, grazie a chi continua a seguirmi nonostante tutto, grazie a chi legge e a chi perde anche tempo per lasciare una recensione. Mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensate, quindi vi aspetto, anche per le critiche, come sapete.

Vi auguro un buon tutto, un bacione grande e a presto, la vostra

Juls

 

  
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