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Autore: Farkas    29/04/2022    5 recensioni
Tre undicenni, in tre diverse parti del mondo, si preparano a frequentare tre diverse scuole di magia. Scuole che un giorno rappresenteranno. E ovviamente tutti loro compreranno la bacchetta, da un diverso fabbricante.
Uno sguardo alla creazione e all'acquisto delle bacchette di Fleur, Krum e Cedric.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cedric Diggory, Fleur Delacour, Gregorovitch, Olivander, Viktor Krum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Tre bacchette per tre campioni

 

Capitolo 2: La bacchetta di un sognatore

                             
 
 

Bacchetta-di-Krum 
Uno non si aspetterebbe mai che nel mestiere dei fabbricanti di bacchette magiche possano esserci similitudini con il lavoro in albergo, invece ce n’è almeno una: il grosso dell’animazione avviene da giugno ad agosto quando i ragazzini pronti a cominciare la loro istruzione magica vengono a prendere la loro prima (e nella maggioranza dei casi unica) bacchetta. Da settembre a maggio, la clientela dei negozi di bacchette è decisamente scarsa e anche in quel caso è composta quasi principalmente da bambini che compiono undici anni in quel periodo e che vengono a comprare subito la bacchetta o per desiderio dei giovani e smaniosi maghi, o perché i loro genitori volendo ridurre il più possibile il tempo da passare nella bolgia in cui inevitabilmente si trasformano i quartieri magici prima dell’inizio della scuola, decidono di comprare subito tutto quello che sanno sarà sicuramente necessario, anche senza vedere la lista acclusa nella lettera di accettazione. E ovviamente uno di tali oggetti è la bacchetta magica.
La folla che si accalca nei negozi d’estate, però, può essere un problema per i fabbricanti che vivono in quei paesi in cui i mesi estivi sono i migliori per fare scorta di legna.
Olivander aveva un bel dire sul voler seguire il calendario celtico, perché credeva che ciò avrebbe aumentato la forza magica e la qualità del legno: il clima inglese, pur non essendo dei migliori consentiva simili bizzarrie, ma per Mykew Gregorovitch che la legna doveva andare a cercarsela sui Balcani era semplicemente assurdo non impadronirsi di ogni ciocco utile che trovava*, quale che fosse il mese in cui avveniva la scoperta.
Per questo era un guaio che proprio quando c’erano le giornate più lunghe, il negozio fosse preso d’assalto dai clienti. Quando d’inverno si ritrovava a corto di legna, Mykew era costretto ad alzarsi prestissimo per sfruttare ogni ora di luce, mentre se ciò avveniva d’estate, in genere oltre alle levatacce, doveva rinunciare a un vero pranzo per dedicarsi alla ricerca del materiale. E dato che l’autunno è breve tra le montagne, doveva sfruttare al massimo il periodo primaverile.
Per anni Gregorovitch aveva sopportato quella situazione che in fondo era solo uno dei tanti disagi legati al suo mestiere, ma l’età ormai cominciava a farsi sentire, e aveva deciso che presto si sarebbe ritirato a vita privata. Avrebbe tenuto aperto il negozio, ma si sarebbe limitato a vendere le bacchette che già aveva senza più crearne altre. E questo solo fino a quando non fosse riuscito a trovare qualcuno di abbastanza preparato a cui darlo in gestione.
 
In fondo aveva parecchia merce invenduta: un po’ per colpa sua, doveva ammetterlo. Da quando aveva studiato le proprietà della Stecca della Morte, aveva creato parecchie bacchette di sambuco e quelle erano molto esigenti in fatto di padroni*. In effetti se molti fabbricanti non adoperavano quel legno, non era perché credessero a quella sciocca superstizione sul fatto che portasse iella, ma perché sapevano benissimo che nel novanta per cento dei casi le bacchette di sambuco rimanevano a prendere polvere sugli scaffali per un bel pezzo, prima di trovare un proprietario. Solo una persona molto insolita avrebbe trovato la sua perfetta corrispondenza nel sambuco e di certo tale accoppiamento era destinato a qualcosa di speciale. Ragion per cui potevano passare anni senza che una sola bacchetta fatta di quel legno venisse venduta.
L’altra ragione per cui nel suo negozio c’erano ancora un bel po’ di bacchette che aspettavano da un pezzo di trovare un padrone, era che Dumrstrang gli faceva perdere un sacco di clienti non ammettendo i Nati Babbani. I maghi e le streghe che nascevano dai non magici in quella zona d’Europa venivano istruiti a Koldovstoretz* e ovviamente i reclutatori di quella scuola li portavano a fare gli acquisti necessari in Russia.
Se almeno, gli studenti di Durmstrang avessero acquistato la bacchetta solo dopo aver cominciato la scuola, come facevano quelli di Ilvermorny, ci sarebbero stati meno problemi di approvvigionamento del legno e forse lui avrebbe posticipato un altro po’ il suo pensionamento, ma la minestra era quella e non la poteva cambiare.
Se gli erano venuti in mente Olivander e le sue farneticazioni sul calendario celtico, era stato perché proprio quel giorno aveva trovato legno di carpino, lo stesso di cui era fatta la bacchetta del collega. Legno che su cui aveva cominciato a lavorare appena tornato nella sua bottega, anche se non aveva ancora deciso quale nucleo inserirvi.
E se avesse creato una bacchetta che avesse anche lo stesso nucleo di quella Olivander da quel legno?
Gregorovitch sorrise. In fondo perché no? Una delle ultime bacchette di sua creazione sarebbe stata ispirata a quella del suo più agguerrito concorrente.
Si diresse verso la sua scorta di corda del cuore di drago, scelse un filamento particolarmente robusto e tornò al banco da lavoro.
 
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Viktor era contento di andare finalmente a prendere la bacchetta, ma avrebbe preferito un manico di scopa. Adorava volare. Il senso di libertà che gli donava era stupendo e non si sentiva così bene durante nessun’altra attività. Quando aveva scoperto che esistevano degli sport legati alle scope aveva voluto sapere da subito tutto il possibile su di essi. E naturalmente si era concentrato subito sul migliore: il Quidditch. Fin dalla prima partita a cui aveva assistito, aveva capito che era quello che voleva fare nella vita.
I suoi genitori avevano sorriso divertiti quando aveva dato l’annuncio durante la cena. Tanti bambini da piccoli coltivano il sogno di essere eccezionali in qualcosa di popolare, e spesso le ambizioni espresse in tenera età svaniscono o per mancanza di capacità o per perdita di interesse o per entrambe le cose. Ma Viktor era certissimo che ce l’avrebbe fatta.
Quella mattina però, suo padre gli aveva intimato di alzarsi e di uscire.
-Le bacchette di produzione Gregorovich sono le migliori al mondo- gli aveva detto mentre si cambiava. – Ma ho saputo che Gregorovich sta per andare in pensione e forse non si occuperà neppure più della gestione del negozio, quindi anche se manca ancora qualche mese al tuo compleanno è meglio che compriamo subito la bacchetta. Non voglio che ci affidiamo a qualche sostituto poco preparato per trovartela-.
Così quel mattino Viktor, anziché girare sulla scopa o leggere per l’ennesima volta Il Quidditch attraverso i secoli si era trovato di fronte a quella piccola bottega la cui insegna recitava “Gregorovitch Zauberstäbe”.
 
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Mykew si voltò sentendo aprirsi la porta del negozio e vide entrare un uomo dai capelli scuri e il naso adunco, in compagnia di un bambino che condivideva quei tratti.
-Buongiorno. Siamo venuti per la mia bacchetta- annunciò il piccolo.
-Benissimo. Mi dia il tempo di prendere le misure e comincerò a cercargliela-.
Gregorovich batté le mani e il metro prese a girare attorno a Viktor. Ottenute le misure sparì tra gli scaffali del negozio, per poi tornare portando con sé alcune scatole.
-Sambuco e crine di Thestral*, ventinove centimetri, rigida-annunciò porgendo la bacchetta al giovane mago.
Viktor la agitò, ma non accadde nulla. Gregorovitch tuttavia pareva aspettarselo e non apparve deluso: - Non capita quasi mai di trovarla al primo colpo ed è ben difficile essere scelto da una di quelle. Prova quest’altra: larice, flessibile, diciannove centimetri e un quarto. Ancora pelo di Thestral-.
Viktor agitò la bacchetta, ma fece di nuovo fiasco, così come con altre due bacchette con lo stesso nucleo.
-Direi che il Thestral non va bene. Provi con questa: ontano, quindici centimetri e tre quarti, capello di Veela-.
Anche quel tentativo andò a vuoto, ma Viktor non disse nulla. Suo padre però notò che cominciava a innervosirsi.
-Tasso, capello di Veela, venti centimetri, piacevolmente flessibile- dichiarò porgendo un’altra bacchetta al cliente che la agitò con maggior forza, producendo una folata di vento che investì le bacchette sul bancone facendone cadere tre. Prima che potessero finire a terra, il piccolo Krum si tuffò verso di esse, afferrandole poco prima che atterrassero sul pavimento, malgrado avesse la mano dominante occupata
-Che riflessi! - fece ammirato Mykew.
-Sono una delle cose più importanti per un Cercatore-.
-Perché tu giochi a Quidditch?-.
-Per ora no. Ma un giorno diventerò un Cercatore, giocherò nella squadra nazionale e vincerò la coppa del mondo-.
-Viktor, al signor Gregorovich non interessano queste cose! Scusi va avanti con questa storia da quando aveva cinque anni…- fece il signor Krum.
-Davvero? - fece interessato Mykew. -Mmm… se è così… ma sì… perché no. Datemi un attimo. -
Poco dopo Gregorovitch tornò porgendo a Viktor la sua ultima creazione, una bacchetta di colore chiaro, curva alla punta, la cui parte finale era stata adattata a fare da manico, alla cui fine c’era una faccia grossolanamente scolpita che ricordava un uccello.
-Carpino e fibra di cuore di drago, particolarmente spesse e rigida. Lunga poco più di ventisei centimetri- annunciò il fabbricante.
Viktor afferrò la bacchetta e percepì all’istante che era quella giusta. Si adattava perfettamente alla sua mano, e tenerla in pugno gli dava una sensazione di completezza che non aveva mai provato prima. La fece roteare e ne uscì una pioggia di scintille bianche, verdi e rosse.
-È questa la mia bacchetta- dichiarò Krum in tono serio.
-Sì. E ti farà piacere sapere che le bacchette di carpino scelgono come compagno solo chi possiede un’unica grande passione, un sogno quasi sempre destinato a realizzarsi. Quindi non è così impossibile che tu entri nella nazionale e vinca la coppa del mondo-.
-Per favore non lo incoraggi signor Gregorovitch- sospirò suo padre mente si avvicinava per pagare.
-E lei gli lasci fare un tentativo. Le bacchette la sanno lunga- replicò il fabbricante. - Non dico che sarà facile. Nella vita niente di importante lo è mai, ma se non si prova non si scoprirà mai come sarebbe andata-.
Viktor sorrise. Davvero un ottimo consiglio. I due Krum ringraziarono e uscirono.
Greogorovitch fissò la schiena del suo cliente che si allontanava. Curioso. Una bacchetta che ci metteva così poco a trovare un padrone, era un evento raro.
“Auguri per il tuo sogno ragazzo. Qualcosa mi dice che ce la farai”.
Be’ non era il momento delle riflessioni filosofiche, essere prossimi alla pensione, non era un buon motivo per battere la fiacca. Presto sarebbero arrivati altri clienti e il bancone doveva essere libero. Gregorovitch afferrò le bacchette invendute e si avviò per riporle sugli scaffali.
 
 
 
 
 
 
 
 
  • Non tutti gli alberi sono adatti a fornire legno per le bacchette magiche. I fabbricanti però sanno riconoscere quelli utili dalla presenza su di essi degli Asticelli e da altri fattori.
 
  • Il sambuco crea sempre una bacchetta molto potente che accetta di sottomettersi solo a chi percepisca come intrinsecamente superiore, quindi è molto difficile piazzare una bacchetta di sambuco.
 
 
  • Koldovstoretz è la scuola più vicina a Durmstrang, e do per scontato che i Nati Babbani nati nella parte più a nord dell’Europa siano educati nella scuola russa. Se li si lasciasse senza istruzione, in mezzo ai Babbani sarebbe la fine dello Statuto Internazionale di Segretezza.
 
  • Il nucleo della Bacchetta di Sambuco è costituto da pelo di Thestral. Avendola studiata Gregorovitch di certo lo avrà identificato e cominciato a usarlo. Dato che anche in Bulgaria si adoperano i centimetri e non i pollici, anche la misura della bacchetta di Viktor è stata traslata. Tecnicamente sarebbe di 26,035 centimetri ma dato che mi pareva artificioso usare una cifra del genere ho usato l’espressione “Poco più”.
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Avrei voluto aggiornare prima, ma mi mancava l’ispirazione e ho avuto poco tempo per lavorare a questa storia.
Era da molto che volevo scrivere qualcosa su Gregorivitch: è un personaggio di cui si sa davvero poco. Ho sempre trovato buffo il fatto che l’unica bacchetta di sua creazione di cui abbiamo notizia, per composizione fosse uguale a quella di Olivander. Mi sarebbe piaciuto vedere altre bacchette di produzione Gregorovitch, ma visto che gli ultimi due film della saga di Animali Fantastici con tutta probabilità si svolgeranno in Brasile e in Italia, dubito che accadrà.
Il rapporto tra Olivander e Gregorovitch me lo immagino composto da rivalità professionale, ma anche da un sincero rispetto reciproco: non dimentichiamo che Olivander ha definito Gregorovitch bravo di fronte ad altre persone, mentre nei suoi appunti lo chiama “grande fabbricante di bacchette”. Credo che ciascuno dei due avesse stima per l’altro.
Ringrazio qui slaniff, apeirmon, e Strega1981 per aver recensito lo scorso capitolo, Interista per aver messo la storia tra le preferite e di nuovo Strega1981 che la segue.
A presto per la bacchetta di Cedric!
  
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